-------------Grazie Fabio , ottimo lavoro !
Vi spiego perchè la piramide bianca mi sfruguglia :da IL RITORNO DEGLI DEI
di G HancockGunung Padang. Una piramide controversaCiò che ha portato Natawidjaja a un punto di vista tanto radicale sono le prove che lui e la sua
squadra hanno raccolto a Gunung Padang. Quando le carote di terra da loro prelevate iniziarono
a produrre datazioni al radiocarbonio molto antiche dai materiali organici inglobati nei terreni
argillosi che riempivano gli spazi tra le pietre lavorate, gli studiosi allargarono la loro ricerca con
l’ausilio di metodi e strumenti per la prospezione geofisica – il georadar, la tomografia sismica e
la misurazione della resistività elettrica – allo scopo di avere un’immagine di quello che giaceva
sottoterra.
I risultati furono strabilianti, dato che mostrarono strati di massicce costruzioni
composte dai medesimi elementi megalitici di basalto colonnare trovati sulla superficie ma con
file sottostanti formate da enormi rocce basaltiche che scendevano trenta metri e più al di sotto
della superficie. A tali profondità le datazioni al radiocarbonio indicano che i megaliti furono
posizionati più di 12.000 anni fa, arrivando in alcuni casi a 24.000 anni fa.
Il basalto colonnare si forma naturalmente – come mostra per esempio il famoso Selciato del
Gigante in Irlanda del Nord – ma a Gunung Padang esso è stato utilizzato come materiale da
costruzione e disposto in una forma mai rinvenuta in natura.
«Le prove geofisiche non mostrano ambiguità», afferma Natawidjaja. «Gunung Padang non è
una collina naturale ma una piramide creata dall’uomo e le origini della costruzione risalgono qui
a un tempo molto precedente la fine dell’ultima Era Glaciale. Dal momento che si tratta di una
creazione colossale anche ai suoi livelli più profondi, e testimonia un genere di abilità costruttive
sofisticate analoghe a quelle impiegate nell’edificazione delle piramidi d’Egitto, o dei principali
siti megalitici europei, posso solo concludere che ci troviamo davanti l’opera di una civiltà
perduta, e anche piuttosto avanzata.»
«Questo agli archeologi non piacerà», ribatto. ( chi parla è
G. HANCOCK )
Certo che no!» conviene Natawidjaja con un sorriso mesto. «Ho già avuto parecchi problemi
in tal senso. La mia ipotesi è solida, fondata su ottime prove scientifiche, ma non è facile da
accettare. Devo combattere contro convinzioni profondamente radicate.»
Il prossimo passo consisterà nell’effettuare scavi archeologici veri e propri su larga scala.
«Dobbiamo scavare per verificare i dati da noi raccolti con il rilevamento a distanza e le
sequenze al radiocarbonio ottenute e per poter confermare o smentire ciò che riteniamo di avere
scoperto qui», dice Natawidjaja, «ma sfortunatamente ci sono molti ostacoli sulla nostra strada.»
Quando gli chiedo di quali ostacoli stia parlando risponde che alcuni eminenti archeologi
indonesiani stanno esercitando forti pressioni sul governo di Giacarta per impedirgli di
proseguire i lavori a Gunung Padang sostenendo di «sapere già» che il sito risale a meno di
tremila anni fa e di non vedere alcuna giustificazione nel volerlo disturbare.
«Non nego che i megaliti presenti in superficie abbiano meno di tremila anni», si affretta ad
aggiungere Natawidjaja, «ma la mia ipotesi è che siano stati posti qui perché Gunung Padang è
considerato un luogo sacro da epoca immemorabile. Sono gli strati più profondi della struttura,
risalenti a un periodo compreso come minimo tra i 12.000 e i 20.000 anni fa, a essere i più
importanti. Hanno implicazioni potenzialmente rivoluzionarie per la nostra comprensione della
storia e credo sia fondamentale che ci venga concesso di indagarli correttamente.»
Atlantide
Fortunatamente nel corso del 2014 il presidente indonesiano è intervenuto in modo deciso e sono
adesso in grado di affermare che Danny (da adesso in avanti lo chiamerò per nome dato che
siamo diventati amici) ha ricevuto il permesso di eseguire scavi nel sito. Lui e la sua squadra
hanno iniziato i lavori nell’agosto del 2014, completando una breve stagione di indagini sul
campo tra agosto e ottobre ma, come dimostra l’esperienza a Göbekli Tepe, portare a termine una
ricerca archeologica scrupolosa e dettagliata rappresenta un processo lento e il team si aspetta di
poter raggiungere gli strati più profondi non prima del 2017 o 2018. Con l’avvicinarsi della
conclusione della prima stagione, tuttavia, Danny mi inviò una e-mail con gli ultimi
aggiornamenti:
Abbiamo fatto grandi progressi nella nostra ricerca. Nelle ultime due settimane abbiamo scavato in altri tre
punti proprio sulla sommità del sito megalitico ricavandone ulteriori testimonianze e particolari riguardo alle
strutture interrate. In seguito agli scavi abbiamo portato alla luce molti altri manufatti in pietra. L’esistenza
della struttura piramidale al di sotto del sito megalitico è ormai un fatto assodato; persino i non specialisti non
hanno difficoltà a comprenderlo se possono vederlo in loco con i propri occhi.
Abbiamo rinvenuto una sorta di
ampio salone sepolto da strati di terreno spessi dai cinque ai sette metri; tuttavia non siamo ancora arrivati nella
camera principale. Adesso stiamo trivellando nel punto in cui sospettiamo si trovi la camera (in base all’analisi
geofisica della sottosuperficie) al centro del sito megalitico.28
Strutture interrate? Camere? Ah, sì, ho dimenticato di menzionarle. Analizzeremo nel dettaglio le
implicazioni di tutto ciò in un capitolo successivo, ma in ma in breve, il lavoro di prospezione geofisica
eseguito da Danny e dalla sua squadra tra il 2011 e il 2013, utilizzando le più moderne tecnologie
nell’ambito della misurazione della resistività elettrica, della tomografia sismica, dell’analisi al
georadar e del carotaggio, rivelò non solo l’esistenza a Gunung Padang di costruzioni massicce
sepolte in profondità e antichissime datazioni al radiocarbonio ma anche la presenza di tre
ulteriori camere nascoste ancora sepolte, di forma così regolare da ritenere assai improbabile che
possano essere di origine naturale.
La più grande giace a una profondità tra i 21,3 e i 27,4 metri e
misura all’incirca 5,5 metri di altezza, 13,7 metri di lunghezza e 9,1 metri di larghezza.
Si tratta forse della leggendaria «Stanza dei Registri» di Atlantide? Danny ha messo a
repentaglio le sue impeccabili credenziali scientifiche sostenendo l’ipotesi controversa che
potrebbe benissimo esserlo.
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Sono convinto che LA CAMERA DEGLI ARCHIVI esista
in MOLTE PIRAMIDI !!!Sono notizie di 5 anni fa |
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