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MessaggioInviato: 18/01/2013, 16:06 
Il passaggio dalle società matriarcali alle società patriarcali, secondo alcuni, è stato caratterizzato dalla scoperta della funzione dello sperma maschile. Fino ad allora si pensava che il compito della procreazione appartenesse solo alle donne per partenogenesi...
Allego link a proposito

http://www.youtube.com/watch?v=xKq7Dct3WwU
http://www.youtube.com/watch?v=aF8CWrlJ9bY


Ultima modifica di shighella il 18/01/2013, 16:22, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 18/02/2013, 15:40 
Shighella ha indicato una interessante ipotesi del motivo che determinò il passaggio da strutture matriarcali a modelli sociali patriarcali e questo mi offre la possibilità di presentare ulteriori letture di questo fenomeno antico che condizionò la storia umana dei millenni successivi fino ai giorni nostri come possiamo evincere dall'articolo di Hal Lindsey precedentemente postato.

Vorrei portare alla vostra attenzione il riferimento nuovamente alle alluvioni del bacino del Mar Nero come una delle cause scatenanti questo fenomeno... le ricerche legate a questo evento storico sono state affrontate dal Progetto Atlanticus nell'articolo "Un'Impero prima del Diluvio"
http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9622

Ipotesi di passaggio da società matriarcali a patriarcali

Varie studiose e studiosi hanno ipotizzato ragioni e tempi in cui il patriarcato ha preso il sopravvento rispetto a società che vengono definite matriarcali, matrifocali e matrilineari.

Riassumo qui alcune delle tesi più recenti.

L’archeologa Marija Gimbutas (1921-1994) nelle sue varie pubblicazioni postula che le antiche società in Europa non erano né dominate dagli uomini né erano primitive e che il patriarcato si manifestò come risultato di una “collisione di culture” che diede il via alla diffusione di modelli androcentrici.

Vecchia Europa è il termine che Gimbutas crea per identificare le strutture sociali e simboliche delle popolazioni del Neolitico indicando società ugualitarie, matrilineari, non dominatrici e aventi in comune modelli economici, di vita rituale e sociale.

Coniò il termine “cultura Kurgan” facendo riferimento alle comunità pastorali documentate nelle zone della regione tra il Volga, gli Urali e il Mar Caspio intorno al V millennio a.c. Queste erano derivate da un lungo processo di convergenza di diverse popolazioni delle steppe e condividevano tradizioni comuni.

Gimbutas ipotizza nel libro “The civilization of the Goddess” che l’addomesticamento del cavallo (quindi la possibilità di cavalcare i cavalli che viene fatta risalire intorno al 5000 a.c. nelle aree tra l’Ucraina dell’est e il nord del Kazahistan) abbia contribuito a intensificare atteggiamenti bellicosi e di aggressività territoriali di quelle tribù nomadi.

Descrive come la progressiva collisione tra due sistemi sociali, di linguaggio e ideologie diverse risultò nella disintegrazione delle società della Vecchia Europa portando alla dispersione del linguaggio Proto-Indo-Europeo (PIE) e alla creazione di società ibride che a partire dalle steppe del Volga si espansero verso le coste del Mar Nero nel bacino danubiano a partire dal 4500 a.c. per poi arrivare in Europa verso il 3000 a.c.

Identifica tre ondate di incursioni che introdussero aspetti sociali, ideologici e tecnologici sconosciuti alle popolazioni neolitiche dell’Europa. Questi aspetti includevano strutture sociali patriarcali, la metallurgia del bronzo, le armi, l’addomesticamento del cavallo, l’economia pastorale, l’adorazione di dei del cielo, ceramiche decorate con frammenti di conchiglie e decorate con impressioni di simboli solari, atteggiamenti aggressivi.

Gimbutas ritiene che una volta che il processo di sconvolgimento iniziò si ebbero innumerevoli casi di tradizioni della Vecchia Europa che vennero incorporate in quelle delle società ibride ed elementi indigeni e alieni coesistettero per molto tempo.

La collisione di culture produsse storie, canti, miti, rituali e credenze in cui furono introdotti nuovi elementi che legittimavano l’imposizione del potere maschile oltre ai loro status di dominazione e a privilegi.

Furono cambiamenti drammatici a livello sociale.

Heide Goettner-Abendroth, fondatrice dei moderni Studi Matriarcali, definisce questo lungo processo di trasformazione “l’ascesa del patriarcato”. Esso ebbe luogo in tutto il mondo in un periodo d 6-7.000 anni e ancora continua. Definisce “la universalità della dominazione e del patriarcato un mito, un mero pilastro della ideologia patriarcale” e illustra alcune ipotetiche tesi emerse da vari autori riguardo l’ascesa del patriarcato e che a suo avviso in realtà sono risultati dello stesso e non cause originali:

Paternità biologica. GoettnerAbendroth afferma che il riconoscimento della paternità biologica non può essere un elemento in quanto devono esserci delle pre-condizioni come l’isolamento di donne dal loro clan di origine e lo sconfinamento in relazioni monogamiche.

Utilizzo dell’aratro. Come è possibile che l’introduzione di un singola innovazione tecnica che dipende dalle maggiori capacità fisiche maschili abbia portato all’ascesa del patriacato? Non esistono prove etnologiche che le donne nelle società matriarcali fossero definite il sesso debole e inoltre in molte società matriarcali anche moderne ci sono uomini che si occupano di lavori pesanti senza per questo aver innescato tendenze patriarcali. Né il fatto di cavalcare il cavallo né l’allevamento di bestiame o il possedere grandi greggi o mandrie possono aver costituito la base del potere dei i primi patriarchi: in società matriarcali molti avrebbero resistito all’accumulazione di proprietà da parte di pochi.

Divisione del lavoro. Questa tesi prevede che le società matriarcali siano state più “primitive” e quella patriarcale sia un’evoluzione di quella precedente (1). Esistono in realtà molte società matriarcali del Neolitico (dal 10000 a.c.) come i primi centri urbani in Anatolia, Palestina e Europa del sud con alti livelli di divisione del lavoro e alta differenziazione sociale, superiore a quella delle truppe guerriere che li hanno conquistati.

Aggressivi e cattivi. Che la natura dell’uomo sia aggressiva e cattiva sarebbe dimostrata dal fatto che essi hanno inventato la società patriarcale della guerra e della dominazione. Gli uomini erano marginalizzati nelle culture matriarcali e quindi si sono ribellati e le hanno ‘detronizzate’. Goettner-Abendroth afferma che questa visione deriva proprio dagli uomini occidentali che si sentono marginali se non sono al centro dell’attenzione delle loro madri, della vita delle donne e della società. Non ci sono evidenze storiche o etnologiche di questo fenomeno.

Goettner-Abendroth (2) ritiene che di per sé le società nomadi pastorali non crearono una cultura originale e indipendente bensì che esse derivavano da una antica struttura matriarcale come ad es. i Tuareg che vivono in modo matrilineare o matrilocale in tende o altre popolazioni pastorali della Siberia e Mongolia.

Afferma che i processi di trasformazione dal matriarcato al patriarcato seguirono rotte diverse nei diversi continenti. Ad esempio la distruzione della cultura Irochese e di altre culture indigene nord americane avvenne a causa delle invasioni degli Europei e delle loro armi, molto superiori. Nel caso di altre culture fa riferimento alla colonizzazione, all’evangelizzazione cristiana, all’industrializzazione e al turismo di massa nel cosi detto “Terzo Mondo” come esempio di destabilizzazione e in alcuni casi di distruzione delle culture indigene.

In altri casi come in Europa, Goettner-Abendroth afferma che si è trattato di “migrazioni catastrofiche”, probabilmente generate da catastrofi naturali come processi di desertificazione, alluvioni, o aree che progressivamente subivano una glaciazione - quindi grandi cambiamenti climatici.

James De Meo (3), autore di On the origins and Diffusion of Patrism : The Saharian Connection (1981) e Pulse of the Planet (2002), ritiene che l’origine del patriarcato sia inestricabilmente connessa a questioni più ampie e relative alla violenza, ai conflitti e alle guerre. Allinea il concetto di “marchio di Caino” all’“istinto di morte” psicoanalitico e alla nozione cattolica di “peccato originale” ed evidenzia come questi siano in netto contrasto con le ricerche che mostrano che la natura umana è di base pacifica, cooperativa e amorevole.

Le sue ricerche partono dalle teorie sessuo-economiche e dalle scoperte sociali di Wilhem Reich che nei suoi scritti tratta di varie forme di neurosi e di caratteri violenti classificati nelle strutture che Reich definisce “corazze caratteriali”. Reich afferma che la struttura patriarcale e autoritaria della famiglia genera degli adulti “corazzati” che ‘hanno nel tempo sostenuto i roghi delle streghe e poi hanno marciato per Hitler e Stalin’.

Sulla base dei suoi scritti e quelli di altri come Neill, Precott, Terrier e LeBoyer, James De Meo ha elaborato una valutazione inter-culturale di una grande numero di dati antropologici ed etnografici che dimostrano che “le culture con il più alto livello di violenza sociale sono caratterizzate da trattamenti abusivi e duri dei piccoli e dei bambini, dalla repressione sessuale degli adolescenti e di quelli non sposati, da matrimoni compensatori e da strutture gerarchiche che squalificano le donne oltre che dall’ autoritarismo religioso”.

Ha elaborato una “Mappa del Comportamento del mondo” che comparata con una mappa climatica identifica le regioni a più intenso comportamento patriarcale – area denominata da De Meo come zona “Saharasia” dove si concentrano manifestazione estreme (Talebani o Wahabiti). Secondo De Meo le zone con condizioni climatiche estreme o regioni desertiche o di ghiacci o zone dove si verificano carestie, hanno forgiato nel passato come nel presente comportamenti sociali violenti.

Peggy Reeves Sanday, scrittrice di vari libri tra cui Female Power and Male Dominance; Women at the Center; Life in Modern Matriarchy , è una antropologa e insegna al dipartimento di Antropologia dell’University of Pennsylvania. Sanday ha elaborato un’interessante definizione di matriarcato basata sui suoi studi che a partire dal 1981 per di più di 20 anni ha condotto presso i Minangkabau (uno dei più grandi gruppi etnici matrilineari – circa 4 milioni di persone - che ancora esistono nella parte occidentale dell’isola di Sumatra – Indonesia).

Nel XX secolo gli antropologi dichiararono che il matriarcato non era esistito e che la dominazione maschile era universale.

Sanday sulla base dei suoi lunghi studi sui Minangkabau ha ridefinito il termine Matriarcato spostando il focus da una questione di “regno” (potere politico) a quello di archetipo.

Per matriarcato non intende il governo delle donne, ma un simbolismo materno dominante che definisce e guida il pensiero, le cerimonie e le pratiche. A questo i Minangkabau si riferiscono come adat matriarchaat (usi e costumi matriarcali).

Il suo lavoro è ispirato dalla radice greca arché (4) nel significato di archetipi dell’origine, della fonte, della fondazione. Le stesse donne minangkabau parlano di adat matriarchaat in relazione alla vita e alla dimensione cerimoniale. Secondo Sanday, il sistema matriarcale non esiste isolato da quello patriarcale: “oscurando o denigrando il contributo che le donne e i sistemi matri-centrici hanno dato alla cultura umana, come evidenziano le scienze sociali androcentriche, si oscurano le alternative che possono portare speranza invece che disperazione, pace invece che guerra, uguaglianza invece che dominio (5).”

Ci sollecita a porre attenzione alle prospettive delle scienze sociali occidentali che possono essere sia androcentriche, ma anche ginocentriche ed evidenzia che per alcune femministe il “governo delle donne” è un prerequisito allo status di sistema sociale alternativo al patriarcato.

Christina Biaggi, artista e editrice dell’interessante The rule of Mars (2006), illustra una serie di scenari che possono spiegare la bellicosità delle popolazioni Kurgan favorendo così l’instaurarsi di sistemi patriarcali:

Primo scenario: i Kurgan erano discendenti di gruppi pastorali che a causa dell’ambiente e degli stili di vita, davano importanza al ruolo maschile nella loro società e onoravano il Dio del Cielo. Le alluvioni del Mar nero associate all’utilizzo del cavallo li portano a fare incursioni nelle terre dei vicini per poi conquistarli

Secondo scenario: gli antenati dei Kurgan erano tribù di raccoglitori/trici e cacciatori/trici che praticavano una rudimentale agricoltura nelle aree intorno al Mar Nero. Le alluvioni gli spinsero verso Nord nelle steppe aride dove diventarono pastori e in seguito monoteisti. Addomesticarono il cavallo e scoprirono la forgiatura del bronzo. Forse mostravano già tratti di sistemi gerarchi nella loro società e forse scarsità di risorse forzarono atti di conquista verso altre popolazioni

Indipendentemente dallo scenario che si sceglie, Biaggi afferma che i drammatici mutamenti climatici dell’area del Mar Nero portarono a una profonda crisi e verso la trasformazione patriarcale dell’Europa sud orientale.

Sara Morace in "Origine Donna. Dal matrismo al patriarcato, Prospettiva ed., 1997." illustra le strutture sociali di cooperazione di tipo matristico e non patriarcale dal 10.000 al 4.000 a.c., in cui la superiorità sociale della donna si basava sul suo ruolo di guida del clan e non su imposizioni, come suggerisce il verbo archeo (comandare) contenuto nella parola matriarcato. Morace sostiene che, secondo un'interpretazione marxista, un'agricoltura su larga scala, con lo sfruttamento degli animali, favorì l'accumulo di beni. Dall'assenza di proprietà (i beni vengono prodotti collettivamente e distribuiti nel clan quindi in una economia di tipo cooperativo) si passa alla prima forma di proprietà privata: il surplus dei beni , degli animali, e anche dei figli. La famiglia patriarcale viene fatta risalire alla necessità dei padri di rivendicare i figli come alleati nell'accumulo e nella difesa delle proprietà.

Morace ritiene che il passaggio dalle società pacifiche matriste a quelle patriarcali ha coinciso con conflitti tra popolazioni per il possesso di terre e animali. In un'epoca segnata dalla violenza le donne si sono viste strappare il prestigio e la libertà, e hanno scelto spesso di far parte di una società sì patriarcale, ma che garantiva loro l'incolumità personale. In quel periodo le divinità femminili sono state sostituite da quelle maschili.

Donne che si sono ribellate a questa organizzazione sociale sarebbe confluite in gruppi ancora improntati alla cooperazione matrista e miti oltre che ritrovamenti riguardanti le Amazzoni ne sono la testimonianza. Morace conclude affermando che il sistema patriarcale, basato sul potere maschile e sul controllo del corpo femminile è ancora vivo, nutrito della cultura misogina che esso ha elaborato.

NOTE

(1) Per le teorie evoluzioniste vedere Ancient Law (1861) Sir Henry Maine, The origin of Civilization and the Primitive Condition of Man (1870) John Lubbock , Frierich Engels , From Savagery to Civilisation ( 1946) J.D.G: Clark, Social Evolution (1951) V. Gordon Childe e Elman Service in Primitive Social Organization.

(2) The rule of Mars pag 30 o http://www.hagia.de

(3) http://www.orgonelab.org

(4) arche ha due significati: (1) origine, inizio, fondamento, fonte di azioni, dal primo, dal vecchio, principio iniziale (2) sovranità.

(5) Sanday The rule of Mars

La polarizzazione patriarcale del mondo odierno e la consapevolezza che i valori in cui viviamo immerse non possono venir considerati come scontati.

E’ necessario analizzare le ragioni che hanno portato all’instaurarsi di forma sociali patriarcali ma anche attivare la consapevolezza di quali ruoli i valori patriarcali giocano nella nostra società e dentro di noi per lavorare verso il riscatto di quei valori matriarcali che possono creare reali possibilità di cambiamento.

http://www.women.it/armonie/ipotesi_passaggi.htm


Ultima modifica di Atlanticus81 il 18/02/2013, 15:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 15/04/2013, 12:56 
Nel 2009, un laboratorio di antropologia molecolare dell’Universita’ di Strasburgo (1) ha pubblicato uno studio molto interessante sul DNA antico dei Kurgan, un’antica civilta’ della Russia Centrale (V millennio a.C), poi espansa nell’Europa Orientale, Centrale e Settentrionale (4400-2800 a.C). Questa civilta’, ben nota ai linguisti per la teoria sull’origine delle lingue indoeuropee formulata da Marija Gimbutas (1970), prende il nome da kurgan, un vocabolo russo usato per indicare le tombe a tumulo caratteristiche di questa cultura.
In questo studio sono stati analizzati 32 reperti ossei trovati nei kurgan in un sito di Krasnoryarsk (Siberia) cosi’ distribuiti nel tempo:

10 Bronzo Medio (1800-1400 a.C), cultura Andronovo
4 Bronzo Tardo (1400-800 a.C.) cultura Karasuk
12 Eta’ del Ferro (800 a.C-100 d.C) cultura Tagar
6 Eta’ del Ferro (100-400 d.C) cultura Tachtyk

Da questi reperti e’ stato isolato sia il DNA mitocondriale (mtDNA) che quello cromosomico. Solo 6 reperti sono stati successivamente scartati per la bassa qualita’ del DNA. Un risultato notevole in questo campo, dovuto alle condizioni climatiche della Siberia, notoriamente caratterizzata da basse temperature che hanno preservato il DNA dei Kurgan.

Ricordo che il mtDNA e’ un elemento genomico indipendente dal genoma del nucleo, che risiede nei mitocondri, organelli cellulari simili a batteri che presiedono soprattutto alle funzioni energetiche. Nell’uomo, il mtDNA viene trasmesso per via materna. L’interesse degli antropologi molecolari nel mtDNA si focalizza nella tipizzazione di determinate combinazioni di mutazioni, presunte neutre, dette aplotipi o aplogruppi (i due termini non sono equivalenti) che possono essere visti concettualmente come dei “codici a barre” con i quali si possono tracciare le origini e le migrazioni delle popolazioni. Analisi simili vengono eseguite (quando possibile) sul cromosoma Y, che determina il sesso maschile.

In questo studio ,il sesso dei reperti e’ stato stabilito con un test genetico, ed il cromosoma Y e’ stato tipizzato nei soggetti risultati di sesso maschile (i reperti erano costituiti da frammenti ossei, ed ogni altra analisi morfologica sarebbe stata impossibile). Inoltre, su tutti i reperti sono state eseguite altre analisi genetiche avanzate, in grado di stabilire il colore degli occhi, della pelle e dei capelli.

Il risultato finale e’ stato che i Kurgan erano una popolazione europea,ed il 90% dei maschi appartenevano ad un solo aplogruppo del cromosoma Y (R1a1) suddiviso in 5 aplotipi. Per analogia si puo’ pensare ad un codice a barre unico differenziato da 5 indicativi diversi. Questo significa che i Kurgan erano i discendenti di piccoli gruppi omogenei. Il mtDNA e’ risultato piu’ variabile, come normalmente si osserva, ma in gran parte presentava marcatori genetici originari dell’Eurasia occidentale, e solo una minoranza, appartenente agli individui piu’ recenti presentava marcatori originari dell’Asia orientale, per un probabile apporto di donne asiatiche. Il 65% degli individui erano portatori della mutazione per gli occhi azzurri (scoperta solo recentemente e finora sorprendentemente unica) ed il 90% dei reperti erano portatori di mutazioni per i capelli biondi e pelle chiara (quest’ultima analisi e’ stata possibile solo in circa la meta’ del totale dei reperti).

Questi risultati indicano che il popolo della cultura Kurgan era di tipo europeo, geneticamente omogeneo attraverso un intervallo temporaneo abbastanza largo e collegato con le attuali popolazioni della Europa dell’Est, Russia centrale e Siberia, dove tutt’ora l’aplogruppo R1a1 presenta frequenze molto elevate.

In uno studio analogo (2), ricercatori cinesi dell’Universita’ di Jilin, Changchun,Cina hanno analizzato il mtDNA ed il cromosoma Y di reperti umani rinvenuti nella necropoli di Xiaohe, nel bacino del Tarim (Cina occidentale), datati a circa 4000 anni fa (Bronzo antico). Anche in questo caso il cromosoma Y di tutti i maschi analizzati e’ risultato appartenere all’aplogruppo R1a1, mentre il mtDNA e’ risultato avere marcatori genetici caratteristici dell’Europa o dell’Asia orientale, suggerendo la presenza di una popolazione mista di Europei e Asiatici. Il bacino del Tarim e’ famoso per la scoperta di antichi corpi naturalmente mummificati con sembianze simili ai Nord-Europei.

Il quadro che emerge da questi studi indica la colonizzazione dell’Asia centrale fino alla Cina occidentale di popoli europei ,attestati almeno durante la piu’ antica Eta’ del Bronzo. Questi popoli, geneticamente collegati con gli attuali abitanti dell’Europa dell’Est e della Russia sollevano la questione della loro possibile relazione con la diffusione delle lingue indoeuropee. L’aplogruppo R1a1 ha anche un’alta frequenza nell’India settentrionale, tuttavia occorrono studi genetici molto piu’ dettagliati per chiarire il periodo di separazione tra questi gruppi umani.

1) Keyser C et al. Hum Genet (2009) 126:395–410
2) Li et al. BMC Biology 2010, 8:15

http://ostraka.forumfree.it/?t=51723371

In buona sostanza, se ci immaginiamo la storia dell'uomo post-diluviano come una enorme partita a scacchi, le mosse di apertura di Enki (Player B) furono tatticamente errate... avrebbe dovuto (forse) dotare le società gilaniche di maggior difesa agli attacchi dei Kurgan (pezzi dei player A e C)

Da quel momento (e parliamo di millenni fa) è stato un rincorrere da parte del Player B quell'enorme svantaggio accumulato da questo 'errore'. Errore che avvantaggiò moltissimo il nostro amico YHWH nei suoi piani di dominio. Errore che paghiamo tutt'oggi.



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Cita:
In buona sostanza, se ci immaginiamo la storia dell'uomo post-diluviano come una enorme partita a scacchi, le mosse di apertura di Enki (Player B) furono tatticamente errate... avrebbe dovuto (forse) dotare le società gilaniche di maggior difesa agli attacchi dei Kurgan (pezzi dei player A e C)


esatto :) un modello per quanto teoricamente vincente se non sa preservare se stesso inevitabilmente viene superato ed annientato.



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Sto portando avanti delle ricerche, ispirato dalla lettura di un libro che parla della città di Ubar, in merito al fatto che gli ebrei, o meglio la tribù di Abramo, potrebbe non essere la prima scelta per quanto riguarda il popolo selezionato da Yahweh per fare quanto descritto in questo thread.

Ho scritto un articolo al riguardo e vorrei discuterne con voi...

IL POPOLO DEGLI ADITI

Il grande deserto del Rub al-Khali, il Quarto vuoto, uno dei più terribili deserti del mondo. A un giorno di fuoristrada si giunge alla città morta di Barrakesh, una rocca alta una trentina di metri sul piatto assoluto del deserto circostante. Era la capitale religiosa del regno di Main. Da Barrakesh, attraverso il bacino di Wuadi al Jawf, arriviamo a Marib, nel regno della regina di Saba.

Qui a Marib le leggende si sprecano e l'ambiente che la circonda, le giustificano.

I resti di un antichissimo ed enigmatico palazzo, di cui rimangono otto colonne sporgenti dalla sabbia, è attribuito alla regina di Saba, Bilqis, da sempre celebrata per la proverbiale bellezza che sedusse il re Salomone avendo poi da quel rapporto un figlio che divenne il primo re di Etiopia.

Immagine

Di questo storico incontro ne parlano i testi ebraici, cristiani ed islamici. Poco distante, chiude un secco wadi, la diga di Marib costruita nell'VIII secolo a.c. e che probabilmente cadde in disuso solo nel VI secolo d.c. causando la fine della civiltà sabea.
Vagabondando nei dintorni incontriamo i resti più vari, da una muraglia ellittica lunga 300 metri, alta 10 e larga 4, a pezzi di pilastri, a lastre coperte di iscrizioni nel tipico alfabeto dei sabei.

Tutto fa pensare che qui ci sarebbe da scavare ancora una ricchezza archeologica immensa, ma la situazione politica della regione rende il progetto inattuabile, per la continua guerriglia in atto ormai da più di trent'anni.

Noi proveremo a scavare tra le dune di questo deserto per estrarre una verità sconcertante.

Cinquecento chilometri ad est, in pieno deserto del Rub al-Khali, si apre una profonda voragine costituita dal wadi di Hadramawt; dal color ocra si passa al verde intenso degli orti e dei palmeti, dalla solitudine assoluta alla vita festosa di caratteristici paesini costruiti con mattoni di fango crudo, dipinti di calce bianca.

Questo luogo ricco di acqua e riparato dai forti venti che periodicamente spazzano il deserto, ha visto nascere in tempi antichissimi una favolosa civiltà stanziale. Si racconta che i primi abitanti, gli Aditi, fossero una razza di giganti che non aveva rivali in fatto di ricchezza.

Invece di essere grati a Dio per la loro fortuna, vivevano in dissolutezza e adoravano dei profani come viene descritto nella sura coranica dedicata al profeta Hud. La punizione divina arrivò con tempeste di sabbia che spazzarono via tutto e formiche grandi come cani che fecero a pezzi i giganti.

Una storia già sentita molte volte nel corso delle nostre ricerche, culturalmente declinata a seconda del popolo che ne ha elaborato facendo proprio il mito.

Nel Corano, H#363;d è il profeta della tribù degli #703;#256;d, nipote di Noè (Nuh in Arabo). La loro città sarebbe stata Iram, una misteriosa città scomparsa nell’antichità che il romanziere dell’occulto H.P.Lovecraft descrive così:

“… una città antichissima, abbandonata, "remota nel deserto d'Arabia", "le basse mura quasi sepolte dalle sabbie di età infinite", senza nome perché "nessuna leggenda è così antica da risalire fino ad essa per darle un nome, o per ricordare che fu mai viva un giorno… Era già vecchia quando Babele l'antica sorgeva; e non si sa quanto a lungo ha dormito nel cuore del colle ove i nostri picconi insistenti frugando le zolle, i suoi blocchi di pietra portarono a luce primeva. V'erano grandi locali e ciclopiche mura e lastre spaccate e statue scolpite di esseri ignoti vissuti in ere perdute, di molto più antichi del mondo ove l'uomo dimora”

e la cui storia, nell’immaginifico universo lovecraftiano, si intreccia con quella dell’autore del Necronomicon Abdul Al-Alhazred il quale non segue la religione islamica, ma adora strani dèi dai nomi inquietanti, come Yog e Cthulhu.

Demonologo e poeta pazzo, Al-Alhazred nasce a Sanaa, in Yemen al tempo dei califfi omayyadi, all'incirca nell'VIII secolo della nostra era. Egli esplora le rovine di Babilonia e i cunicoli nascosti di Menfi. Vive per dieci anni isolato nel deserto di Rub' al-Khali circondato da spiriti malvagi (jinn). Durante queste peregrinazioni Alhazred afferma d'aver visitato Irem (Iram dh#257;t al-#703;Im#257;d, la città "dalle Mille Colonne") e di aver scoperto fra le rovine di un villaggio innominabile le prove dell'esistenza di una razza pre-umana, di cui apprende i segreti e le cronache.

Conosciuta anche come “Iram delle Colonne”, Aran o Ubar, si trovava nella Penisola Arabica ed era una città mercantile edificata nel deserto del Rub’ al Khali, il più grande deserto di sabbia del mondo.

Immagine

La tradizione narra che la città sopravvisse dal 3000 a.C. fino al I secolo d.C., arricchendosi anno dopo anno grazie a un florido commercio; successivamente se ne persero completamente le tracce, forse perché, come ricorda il Corano, subì la stessa punizione della tribù dei Banu ‘Ad, una stirpe araba vissuta durante il periodo pre islamico che osò sfidare Allah innalzando alti edifici in pietra e che per questo venne punita prima con un tremenda siccità, poi da una violenta pioggia seguita da un fortissimo vento che distrusse tutti i loro edifici.

Le rovine della Città delle Mille Colonne si troverebbero ancora sotto le sabbie del deserto, dimenticate anche dal tempo. Questa storia rimase una delle tante tradizioni orali raccontate intorno al fuoco, almeno fino a quando non giunse in Occidente in seguito alla traduzione del famoso “Le mille e una notte”.

Durante il II secolo d.C., Claudio Tolomeo, astronomo e geografo greco, disegnò la mappa di una misteriosa regione che, a suo dire, era abitata da un altrettanto enigmatico popolo, gli Ubariti, ovvero gli antichi abitanti di Ubar. In tempi più recenti il tenente colonnello Thomas Edward Lawrence, meglio conosciuto ai più come Lawrence d’Arabia, mostrò spesso un notevole interesse per questa città, che lui stesso definiva come l’Atlantide delle Sabbie.

Forse spinto anche da questo interessamento, un gruppo di ricercatori si affidò nel 1980 ai satelliti della NASA nel tentativo di ritrovare la Città delle Mille Colonne; una possibile collocazione venne individuata nella provincia di Dhofar, in Oman. La spedizione includeva anche l'avventuriero Ranulph Fiennes, l'archeologo Juris Zarins, il regista Nicholas Clapp e l'avvocato George Hedges ed è descritta nel libro “Ubar, l’Atlantide nel Deserto” di Nicholas Clapp.

L’esplorazione si concentrò su un antico pozzo chiamato Ash Shisa, nelle immediate vicinanze, infatti, venne alla luce un sito costruito molto più anticamente; nessuna prova di una certa importanza venne comunque rinvenuta. A questo tentativo seguirono altre quattro campagne di scavo, ma anche in questo caso l’ubicazione di Iram delle Colonne rimase avvolta nel mistero.

Ma torniamo al profeta H#363;d e alla sua storia.

Hud è da alcuni storici delle religioni individuato nel Patriarca biblico Heber, discendente di Sem. è anche il titolo della Sura XI del Corano. In quanto nipotè di Noè Hud è sicuramente antecedente ad Abramo.

Nella Sura a lui dedicata, All#257;h promette tremendi castighi a chi mette in dubbio la Sua parola e a quanti reclamano prove circa la verità di quanto da Lui rivelato nel Corano. Il testo sacro islamico afferma che M#363;s#257;, N#363;#7717; (Noé), H#363;d, #7778;#257;li#7717; Ibr#257;h#299;m, L#363;#7789;, Shu#703;ayb e lo stesso Maometto sono stati rifiutati dalle genti cui essi erano stati inviati per le ragioni più diverse, ma che Dio punirà tutte queste genti ribelli, sterminandole, se esse non si pentiranno, anche per impartire un esemplare ammonimento per le comunità che, sciaguratamente per loro, volessero imitarle.

Gli #703;#256;d rifiutarono di sottomettersi alle ingiunzioni di H#363;d. Furono perciò sottoposti a una dura siccità. Q#257;#702;il, il loro capo, si decise allora a celebrare un sacrificio a Dio per il ritorno della pioggia, ma era ormai troppo tardi, visto che Dio aveva deciso di punire gli #703;#256;d per la loro incredulità. Q#257;#702;il, che era non credente, condusse le vittime sulla cima di una montagna per sacrificarle egli stesso.

« Girando allora il suo volto verso il cielo, disse: “O Dio del cielo, io ti chiedo la pioggia per il mio popolo: sii il nostro protettore”. Nello stesso istante apparvero tre nuvole; la prima era rossa, la seconda nera e la terza bianca. Da queste nuvole uscì una voce che diceva: “Quale vuoi che si diriga verso il tuo popolo?” Q#257;#702;il si disse tra sé e sé: “Se questa nuvola rossa si dirigesse verso il mio popolo, non ne scaturirebbe pioggia, del pari la nuvola bianca, restasse anche tutto un giorno, non ne uscirebbe pioggia. è la nuvola nera che assicura la pioggia”. Allora Q#257;#702;il disse ad alta voce: “Chiedo che questa nuvola nera vada verso il mio popolo” » - #7788;abar#299;, Dalla creazione a David in op. cit., 116. Storia del profeta H#363;d.

La nuvola si fermò sopra la testa degli Aditi, e il vento sterile che essa conteneva ne uscì, come è detto nel passaggio del Corano citato da #7788;abar#299;:

« E anche fra gli #703;#256;d fu un Segno, allorché mandammo contro di loro il vento devastatore » - Corano, LI:41

Questi Aditi erano probabilmente gli abitanti di Atlantide o Ad–lantis. "Sono impersonati da un monarca a cui tutto viene attribuito, e che si dice sia vissuto per diversi secoli". (Lenormant e Chevallier, "Ancient History of the East", vol. II, p. 295).

Ad proveniva dal nord–est. "Sposò un migliaio di mogli, ebbe quattromila figli e visse milleduecento anni. I suoi discendenti si moltiplicarono notevolmente. Dopo la sua morte i suoi figli Shadid e Shedad regnarono in successione sugli Aditi. Al tempo di quest’ultimo, il popolo di Ad era composto da un migliaio di tribù, ognuna composta di diverse migliaia di uomini. Grandi conquiste sono attribuite a Shedad, e si dice che gli fossero sottomessi, tutta l’Arabia e l’Iraq. La migrazione dei Cananei, il loro insediamento in Siria, e l’invasione dei Pastori in Egitto sono attribuiti, secondo molti scrittori arabi, a una spedizione di Shedad". (Ibid., p. 296).

Shedad costruì un palazzo ornato di colonne superbe, e circondato da un magnifico giardino. Si chiamava Irem. "Era un paradiso che Shedad aveva costruito a imitazione del paradiso celeste, delle cui delizie che aveva sentito parlare". ("Ancient History of the East", p. 296).

In altre parole, un’antica, potente razza conquistatrice, che praticava il culto del sole, invase l’Arabia agli albori della storia, erano i figli di Adlantide: il loro re cercò di creare un palazzo e un giardino dell’Eden come quelli di Atlantide.

Gli Aditi sono ricordati dagli Arabi come una razza grande e civile. "Essi sono rappresentati come uomini di statura gigantesca, la loro forza era pari alle loro dimensioni, e spostavano facilmente enormi blocchi di pietra". (Ibid.) Erano architetti e costruttori. "Innalzarono molti monumenti al loro potere, e quindi, fra gli arabi, nacque l’usanza di chiamare le grandi rovine "costruzioni degli Aditi". Ancora oggi gli arabi dicono "vecchio come Ad".

Nel Corano si fa allusione agli edifici costruiti su "alti luoghi per usi vani", espressioni che dimostrano che si ritiene che la loro "idolatria fosse stata contaminata con il Sabeismo o culto delle stelle". (Ibid.)

"In queste leggende," dice Lenormant, "troviamo tracce di una nazione ricca, che erigeva grandi costruzioni, con una civiltà avanzata, analoga a quella della Caldea, che professava una religione simile a quella babilonese, una nazione, in breve, nella quale il progresso materiale si congiungeva ad una grande depravazione morale e a riti osceni. Questi fatti devono essere veri e strettamente storici, perché si ritrovano dappertutto tra gli Etiopi, come tra i Cananei, i loro fratelli per l’origine comune".

In tutte queste cose vediamo rassomiglianze con gli Atlantidei.

Il grande Impero Etiope o Cuscita, che nei primi secoli prevalse, come dice Rawlinson, "dal Caucaso all’Oceano Indiano, dalle sponde del Mediterraneo sino alla foce del Gange", era l’impero di Dioniso, l’impero di "Ad", una nuova nazione atlantidea da aggiungere sulla nostra mappa dell’età dell’oro.

El Edrisi chiama la lingua parlata ancora oggi da parte degli arabi di Mahrah, in Arabia Orientale, "la lingua del popolo di Ad," e il Dr. J.H. Carter, nel Bombay Journal di luglio 1847, dice: "E’ il linguaggio più morbido e dolce che abbia mai sentito". Sarebbe interessante confrontare questa lingua primitiva con le lingue del Centro America.

Il dio Thoth degli Egiziani, che proveniva da un paese straniero e che inventò le lettere, era chiamato At–hothes.

In sanscrito Adim significa in primo luogo. Tra gli indù il primo uomo si chiamava Ad–ima, la moglie era Heva. Essi si stabilirono su un’isola, che si dice essere Ceylon; lasciarono l’isola e raggiunsero la terra ferma, quando, a causa d’un sommovimento terrestre di grande importanza, la loro comunicazione con la terra madre fu tagliata per sempre.

Ritroviamo così i figli di Ad alla base di tutte le razze più antiche di uomini, cioè gli Ebrei, gli Arabi, i Caldei, gli Indù, i Persiani, gli Egizi, gli Etiopi, i Messicani e i Centroamericani; testimonianza che tutte queste razze facessero riferimento per le loro origini ad un vago ricordo di Ad–lantis.

E forse fu proprio a questi, prima che agli ebrei, che Yahweh/Allah volse la sua attenzione in luogo della scelta del suo popolo prediletto per i suoi piani di conquista secoli prima della chiamata di Abramo.

Dalla Bibbia sappiamo a un certo punto che “…Abramo uscì dalla città di UR dei Caldei…” (Keltoi?) per raggiungere la terra promessa, la terra di Canaan, su indicazione diretta di Dio/Yahweh/Enlil. Possiamo collocare temporalmente nel XVIII sec. a.C. la partenza della tribù di Abramo verso Canaan, ovvero 3800 anni fa, esattamante alla fine dell’azione Kurgan nel continente europeo.

Questo avvenne perché dopo il Diluvio nazioni e popoli superstiti dell’antica età dell’oro atlantidea salvatisi grazie all’intercessione di Enki vennero spartiti tra gli Elohim per promuovere la cosiddetta Rinascita Enkilita ovvero il sogno del fratello “buono” di ricostituire l’età dell’oro antidiluviana ricominciando con una umanità riformattata.

Ma Yahweh, probabilmente imparentato con Enlil come si evince dalle ricerche dei De Angelis schematizzate nella seguente tabella venne escluso da questa spartizione.

Immagine
Per visualizzare a risoluzione maggiore:
http://img545.imageshack.us/img545/6687/32345639.jpg

A un Elohim fu assegnato l’Egitto, a un altro la valle dell’indo, a un terzo la zona europea dove sorsero le prime società gilaniche, ad altri le nazioni mesopotamiche e ad altri ancora le regioni del continente nord e sudamericano e così via. A Yahweh non fu assegnato nulla… se lo prese da solo.

Ma al contrario di quanto abbiamo sempre pensato non fu la stirpe di Abramo dei Caldei di Ur la sua prima scelta. La Sura XI del Corano illustra un’altra storia, la storia di Hud, precedente ad Abramo, in visita presso i superstiti del potente popolo “gigante” degli Aditi i quali rifiutarono l’offerta di Yahweh.

Un offerta, quella di Yahweh, che non poteva essere rifiutata e che costò loro la vita.

Il popolo degli Aditi venne così cancellato, facendo entrare nel mito la città di Iram delle mille colonne, Ubar e l’intera storia del popolo Adita dalle cui ceneri sorse nei successivi secoli il potente regno della Regina di Saba, alleata questa volta del Regno di Israele, il popolo prescelto da Yahweh… come seconda scelta!

http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9953



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MessaggioInviato: 06/05/2013, 03:52 
Cita:
Sto portando avanti delle ricerche, ispirato dalla lettura di un libro che parla della città di Ubar, in merito al fatto che gli ebrei, o meglio la tribù di Abramo, potrebbe non essere la prima scelta per quanto riguarda il popolo selezionato da Yahweh


dici li abbia scelti nel senso di selezionati volontariamente? A me pare che li abbia più che altro raccolti alla buona, come se, trovandosi alle strette, abbia dovuto compiere una scelta dettata più dal bisogno rapido di gente che da una strategia precisa verso quelle determinate persone. Tanto è vero che dovuto allestire dei campi paramilitari per renderli una tribù e poi un popolo, non lesinando di utilizzare tecniche marziali per farlo (i 40 anni nel deserto).
D'altronde non vi erano altri metodi per trasformare un gruppo eterogeneo di gente di chissà quale provenienza in una parvenza di popolo. E' da escludere anche la tesi biblica che si trattassero di schiavi "lasciati liberi" visto l'oro ed i metalli preziosi che portarono con se.

Cita:
gli Aditi, fossero una razza di giganti


Se erano giganti ci sarà rimasto ben poco vista l'opera di sterminio sistematico di questa "variante", i Refaim, perpretrata da molti umani sotto l'egida degli Elohim, lo stesso YHWH si rende partecipe dello sterminio di un loro campo.

Cita:
Hud è da alcuni storici delle religioni individuato nel Patriarca biblico Heber, discendente di Sem. è anche il titolo della Sura XI del Corano. In quanto nipotè di Noè Hud è sicuramente antecedente ad Abramo.


Interessantissimo spunto. Quando YHWH si presenta ad abramo, ed egli gli chiede chi lui fosse (strano domandare al proprio dio chi sia...) lui gli dice di essere l'elohim dei suoi avi... (appena ritrovo il passo te lo posto) ma qualcosa deve essere andato storto, un rifiuto? Dopotutto YHWH con gli "pseudo ebrei" ha stipulato un alleanza e come tale c'è il rischio che la controparte rifiuti. Un altro motivo che mi induce a pensar che YHWH fosse molto risentito di questo antico rifiuto ed ecco il motivo della sua morbosa gelosia nei confronti dei suoi nuovi alleati e la sua paura tremenda che questi potessero scegliere di cambiare "capo".

E' incredibile come tutto torni...


Ultima modifica di MaxpoweR il 06/05/2013, 03:55, modificato 1 volta in totale.


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Una prova scientifica?

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=282997



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I kurgan sarebbero il frutto di "questo" upgrade (di cui si parla nel post che hai indicato)?



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MessaggioInviato: 25/07/2013, 17:48 
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MaxpoweR ha scritto:

Cita:
Quando YHWH si presenta ad abramo, ed egli gli chiede chi lui fosse (strano domandare al proprio dio chi sia...) lui gli dice di essere l'elohim dei suoi avi... (appena ritrovo il passo te lo posto) ma qualcosa deve essere andato storto, un rifiuto? Dopotutto YHWH con gli "pseudo ebrei" ha stipulato un alleanza e come tale c'è il rischio che la controparte rifiuti. Un altro motivo che mi induce a pensar che YHWH fosse molto risentito di questo antico rifiuto ed ecco il motivo della sua morbosa gelosia nei confronti dei suoi nuovi alleati e la sua paura tremenda che questi potessero scegliere di cambiare "capo".

E' incredibile come tutto torni...


Quando Yahweh venne escluso dalla assegnazione di popoli e terre durante l'assemblea degli Anunnaki egli promise di riprendersi con la forza quello che gli era stato negato e anche tutto il resto.

Visto e considerato la distribuzione delle religioni abramitiche (Islam, Cristianesimo ed Ebraismo) le quali conducono più di 4 miliardi di persone a invocarlo come dio sembrerebbe esserci riuscito.

Che ci fosse sempre lui dietro ai Kurgan?!

Immagine

Immagine

http://it.wikipedia.org/wiki/Religioni_abramitiche

E pensare che, senza lo sterminio dei catari e delle correnti gnostiche interne al cristianesimo originale gran parte di quella regione rosa avrebbe avuto un percorso storico completamente divero...


Ultima modifica di Atlanticus81 il 25/07/2013, 17:56, modificato 1 volta in totale.


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Infatti... La cosa assurda è il totale immobilismo degli altri Elohim... Insomma ce n'erano a bizzeffe anche solo in quell'area e nominati dalla bibbia, figuriamoci nelle altre parti del mondo e pure che fine hanno fatto? Davvero YHWH si è dimostrato il più bravo di tutti?
Insomma guardando alle culture asiatiche e sud americane ma anche a quelle europee non mi pare che la cultura meidorientale fosse chissà che, per non parlare della forza militare (a parete Istraele negli ultimi 60 anni).

A me YHWH sembra proprio un pollo, come ha fatto ha sconfiggere tutti i suoi colleghi nettamente più bravi e preparati?



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MessaggioInviato: 28/07/2013, 23:14 
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MaxpoweR ha scritto:


A me YHWH sembra proprio un pollo, come ha fatto ha sconfiggere tutti i suoi colleghi nettamente più bravi e preparati?


Continuo a non capire come tu possa ritenere Yahweh un pollo e perchè...

Da un mero punto di vista strategico-militare il suo gioco si è rivelato essere superiore e le alleanze che è riuscito a stringere si sono dimostrate altrettanto vincenti.

Forse gli altri elohim sono stati colti di sorpresa, forse l'hanno sottovalutato e quando cercarono di fermarlo era ormai troppo tardi poiché Yahweh era già entrato in possesso di tutte le armi superiori a disposizione ai tempi. Tecnologie OOPARTS potremmo dire...

Mosè trafugò l'arca dell'alleanza dall'Egitto, le guerre di Giosuè durarono una, due generazioni, troppo poco perché gli altri elohim si organizzassero. Salomone entrò in possesso dello Shamir.

Forse Yahweh violò determinate regole di comportamento come il non conferire tecnologie "proibite" ai propri 'popoli' prima che questi fossero pronti.

Gli israeliti avevano armi sonore per abbattere le mura di Gerico... in epoca post-diluviana nessuno aveva a disposizione tali tecnologie o comunque non venivano usate per operazioni belliche o di massa.

Senza contare la potenziale alleanza/commistione descritta con i cosiddetti "popoli del mare" che poi occuparono l'intera europa sempre sotto il comando del nostro simpatico amico Yahweh.

La Misteriosa tribù di Dan

Shardana=Sher-Dan? Certo. Alcuni studiosi d’Oltr’Alpe propongono la tesi secondo cui alcuni contingenti mercenari appartenenti ai Popoli del Mare scortarono Mosé nell’Esodo. Per l’esattezza si tratterebbe di Shardana e Tjekker.

Vediamo:

Da Lia nacquero, secondo la Bibbia:

Ruben, Giuda e Simeone. Probabilmente gli appartenenti alle tribù con questo nome sono da classificare come discendenti da quelle tribù semitiche insediatesi in Egitto all’epoca dell’invasione degli Hiksos e quindi odiate dal popolo egiziano, che però se ne serviva per la loro abilità artigianale, soprattutto in campo edilizio. Mosè si rivolse a loro con la promessa di condurli in una Terra più ricca e senza padroni.

Levi. Gli appartenenti a questa tribù sono sicuramente i fedelissimi di Mosè, perché altri non erano che i suoi compagni e fratelli di religione. Mosè li adibì al Culto da lui instaurato anche perché già praticanti la religione egizia di Aton, poi diventata religione di Jahwe. Erano chiaramente egiziani.

Issacar. In questa tribù vennero inclusi mercenari di stanza in Egitto, appartenenti ai Popoli del Mare, Tjeker per la precisione.

Zabulon. Anche in questo caso vennero inclusi mercenari appartenenti ai Popoli del Mare. Gli studiosi parlano di Danai, preferibilmente di Sher-Dan

Da Rachele nacquero:

Giuseppe e Beniamino, per volere di Giacobbe furono inclusi i figli di Giuseppe:

Ephraim e Manasse. Tutti da classificare come discendenti delle stesse tribù semitiche su nominate.

Da Billah, schiava di Rachele, nacquero:

Dan e Nephtali. Nephtali, quindi, di origini semitiche, mentre nella tribù di Dan furono inclusi la maggior parte dei mercenari Shardana amici del principe–generale Mosè.

Da Zelpha, schiava di Lia, nacquero:

Gad e Aser. Gad di origini semitiche, mentre ad Aser si aggiunse un contingente di Tjeker, mercenari appartenenti alla coalizione dei Popoli del Mare, che sappiamo storicamente insediati in Palestina tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XII a.C.

Il nome Sher-Dan (SRDN) significa principi di Dan. È una coincidenza strana che essi portassero il nome del figlio di Giacobbe che amava l’arte della guerra. Possiamo solo ipotizzare che i Shardana, come gli Ebrei (Ossia quelle tribù che poi formarono il popolo ebraico), arrivarono in Egitto intorno al 1700 a.C. con l’invasione degli Hiksos, quindi c’era sicuramente un legame fra i due gruppi.

Questo spinse Mosè a convincere i Shardana a unirsi all’impresa, magari con la promessa che una volta giunti a destinazione avrebbero potuto imbarcarsi per far ritorno nella loro patria d’origine: la Sardegna

Tutta l’assortita e indisciplinata moltitudine di razze ed etnie che seguirono Mosè nell’Esodo, il Patriarca-Condottiero cercò di trasformarla in un’unica Nazione e sappiamo con quali difficoltà. Per prevenire le rivolte e le insubordinazioni, per difendersi da attacchi esterni di popolazioni ostili, il furbo condottiero si servì spesso dei mercenari Tjeker e Shardana.

Parte quindi della tribù di Dan, una volta giunti sulla Terra Promessa, raggiunsero i porti di Sidone e delle altre città costiere e si imbarcarono alla volta della loro antica Patria. Arrivati a destinazione fecero come Ulisse una volta rientrato in patria: ripresero il mare per altre avventure! E questa volta si volsero alle terre del Nord. Cosa poteva chiamarli in questi territori, per molti sconosciuti e inospitali, non sappiamo. Certo che per la loro abitudine di lasciare tracce del loro passaggio dappertutto, come il serpente, oggi possiamo almeno sapere dove si stabilirono. Sappiamo dagli Egizi che nell’ultima tremenda invasione verificatasi mezzo secolo dopo questi avvenimenti, intorno al 1200 a.C., insieme a Shardana, Thursha, Shakalasa, Liku, Libu ecc., stavolta ci sono altri popoli che vengono dall’estremo nord dell’Europa. i Greci li chiamavano anche Iperborei e dicevano adorassero il dio Apollo, cui dedicavano templi e altari megalitici, a volte di forma circolare, come Sthonenge, ma anche come Circuitus in Sardegna presso Laconi, in una località chiamata stranamente Stunnu, un vocabolo dal suono incredibilmente simile al primo. Il nome di questi nuovi alleati: Saksar (Sassoni?) e Danen (Tuatha de Dana), o Danuna. Vedremo che non si tratta dell’unico richiamo al nome di Dan che noi troveremo nelle terre del Nord. Alcuni esempi: Danmark=Traccia di Dan, Tuatha de Dana=Gente di Dan o Tribù di Dan. Questi ultimi erano gli antenati degli Irlandesi e adoravano la Grande Madre, la Dea Danu.La stessa Irlanda è piena di toponimi Dun (Es. Duncan, leggi Dancan), ma anche Dan stesso (Danny boy)…

Sappiamo anche che Mosé affidò a Ooliab di Dan (insieme a Jezalel di Juda) la costruzione dell’Arca, che poi sarà custodita dagli stessi Daniti, prima a Dan e poi a Silo. Con la costruzione del Tempio di Salomone, ad opera di un Danita di Tiro (Hiram Abi). l’Arca verrà portata a Jerusalem. Al tempo di Roboamo se ne perderanno le tracce, ma anche stavolta c’entrano i Shardana e un loro generale divenuto faraone (Shesonk, XXII dinastia), che depredò il Tempio nel 950 a.C…. ma questa è un’altra storia.

IL DRAGONE (O Serpente alato) era il simbolo dei SHER-DAN. Mosè fece issare su un’antenna un “serpente di bronzo” durante un’epidemia scoppiata nell’accampamento. Chi “vedeva” quest’insegna veniva sanato. Era forse l’insegna dell’accampamento dei DAN? Le tribù di Israele conservarono il Serpente di Bronzo, il Nehustan, nel santuario di Dan, facendone oggetto di Culto, finché il re di Juda Ezechia lo fece distruggere.

Alcune Nazioni antiche (Sparta, l’Inghilterra di Artù…) e moderne hanno adottato questo simbolo (il Drago).

La Chiesa Cristiana, considerandolo retaggio del paganesimo, lo considerò l’immagine del diavolo stesso. S. Giorgio e altri santi, oltre che i cavalieri medievali, lo combatterono in “Nome di Dio e della Chiesa”.

Tratto da: “Shardana i Popoli del Mare” di Leonardo Melis (IV edizione)

http://www.acam.it/la-misteriosa-tribu-di-dan/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 28/07/2013, 23:31, modificato 1 volta in totale.


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Della serie tecnologie Ooparts offerte da Yahweh ai suoi 'alleati'...

La bussola sulle navi dei Fenici e Shardana

Un articolo apparso su HERA, mensile italiano di archeologia e misteri, riferiva tempo fa della scoperta dell’ing. Mario Pincherle riguardante una strana figura a bordo di una nave da guerra cartaginese. Secondo il noto archeologo si tratterebbe di una bussola. L’ingegner Pincherle è riuscito addirittura a riprodurne un esemplare perfettamente funzionante.

Immagine

Sempre secondo l’articolo pubblicato da Hera, i Cartaginesi avrebbero ereditato tale strumento dai Fenici.

Leonardo Melis, nel suo “SHARDANA I POPOLI DEL MARE” sostiene l’ipotesi secondo cui i Popoli del Mare, e in particolare i Shardana, si servissero di tale strumento già dal II Millennio a.C. nei loro viaggi oceanici, oltre le Colonne d’Eracle, alla ricerca dello stagno utile alla fusione del bronzo, di cui erano i monopolisti. Ne sono prova le numerose navicelle ritrovate in Sardegna, Toscana, Lazio ecc. a bordo delle quali, tale strumento risulta essere installato.

Immagine

Si tratta di un semplice magnete, montato su un’asse che passava all’interno di una sfera o, preferibilmente (vedi il caso della navicella), di un cerchio o anello rotante. Il magnete, per una legge ben nota, puntava sempre verso i due poli terrestri, indicando la direzione da tenere all’equipaggio indaffarato. Per evitare gli sfasamenti dovuti al rollio e la vento, al cerchio o alla sfera erano appesi dei nastri stabilizzatori di cuoio pesante. Sembra di sentire Alcinoo tessere le lodi delle sue navi a Ulisse: “Le navi dei Feaci non han bisogno di timone o di timoniere, ma vanno col pensiero dell’uomo…”

Immagine

Notare l’incredibile somiglianza delle due figure montate sul cassero delle due navi: la prima (quella incisa sulla stele) è cartaginese, la seconda è una navicella SHARDANA in bronzo, ritrovata in Sardegna.

http://www.acam.it/la-bussola-sulle-nav ... -shardana/

Attraverso la quale, mi permetto di aggiungere, questi furono in grado di raggiungere le americhe già ai tempi riportandone i suoi segreti, le sue ricchezze e i suoi manufatti tecnologici alla corte di Re Salomone e ai seguaci di Yahweh.

Tutti vantaggi che consentirono a lui, al suo popolo e ai suoi alleati di piantare la propria bandiera su tutto il mondo indo-europeo post-diluviano soppiantando le società Enkilite simil Atlantidee, gilanico-anarchiche, della Rinascita e ponendo le basi della storia moderna studiata dal mondo accademico.



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MaxpoweR ha scritto:


A me YHWH sembra proprio un pollo, come ha fatto ha sconfiggere tutti i suoi colleghi nettamente più bravi e preparati?


Continuo a non capire come tu possa ritenere Yahweh un pollo e perchè...

Da un mero punto di vista strategico-militare il suo gioco si è rivelato essere superiore e le alleanze che è riuscito a stringere si sono dimostrate altrettanto vincenti.

Forse gli altri elohim sono stati colti di sorpresa, forse l'hanno sottovalutato e quando cercarono di fermarlo era ormai troppo tardi poiché Yahweh era già entrato in possesso di tutte le armi superiori a disposizione ai tempi. Tecnologie OOPARTS potremmo dire...

Mosè trafugò l'arca dell'alleanza dall'Egitto, le guerre di Giosuè durarono una, due generazioni, troppo poco perché gli altri elohim si organizzassero. Salomone entrò in possesso dello Shamir.

Forse Yahweh violò determinate regole di comportamento come il non conferire tecnologie "proibite" ai propri 'popoli' prima che questi fossero pronti.

Gli israeliti avevano armi sonore per abbattere le mura di Gerico... in epoca post-diluviana nessuno aveva a disposizione tali tecnologie o comunque non venivano usate per operazioni belliche o di massa.

Senza contare la potenziale alleanza/commistione descritta con i cosiddetti "popoli del mare" che poi occuparono l'intera europa sempre sotto il comando del nostro simpatico amico Yahweh.

La Misteriosa tribù di Dan

Shardana=Sher-Dan? Certo. Alcuni studiosi d’Oltr’Alpe propongono la tesi secondo cui alcuni contingenti mercenari appartenenti ai Popoli del Mare scortarono Mosé nell’Esodo. Per l’esattezza si tratterebbe di Shardana e Tjekker.

Vediamo:

Da Lia nacquero, secondo la Bibbia:

Ruben, Giuda e Simeone. Probabilmente gli appartenenti alle tribù con questo nome sono da classificare come discendenti da quelle tribù semitiche insediatesi in Egitto all’epoca dell’invasione degli Hiksos e quindi odiate dal popolo egiziano, che però se ne serviva per la loro abilità artigianale, soprattutto in campo edilizio. Mosè si rivolse a loro con la promessa di condurli in una Terra più ricca e senza padroni.

Levi. Gli appartenenti a questa tribù sono sicuramente i fedelissimi di Mosè, perché altri non erano che i suoi compagni e fratelli di religione. Mosè li adibì al Culto da lui instaurato anche perché già praticanti la religione egizia di Aton, poi diventata religione di Jahwe. Erano chiaramente egiziani.

Issacar. In questa tribù vennero inclusi mercenari di stanza in Egitto, appartenenti ai Popoli del Mare, Tjeker per la precisione.

Zabulon. Anche in questo caso vennero inclusi mercenari appartenenti ai Popoli del Mare. Gli studiosi parlano di Danai, preferibilmente di Sher-Dan

Da Rachele nacquero:

Giuseppe e Beniamino, per volere di Giacobbe furono inclusi i figli di Giuseppe:

Ephraim e Manasse. Tutti da classificare come discendenti delle stesse tribù semitiche su nominate.

Da Billah, schiava di Rachele, nacquero:

Dan e Nephtali. Nephtali, quindi, di origini semitiche, mentre nella tribù di Dan furono inclusi la maggior parte dei mercenari Shardana amici del principe–generale Mosè.

Da Zelpha, schiava di Lia, nacquero:

Gad e Aser. Gad di origini semitiche, mentre ad Aser si aggiunse un contingente di Tjeker, mercenari appartenenti alla coalizione dei Popoli del Mare, che sappiamo storicamente insediati in Palestina tra la fine del XIII secolo e l’inizio del XII a.C.

Il nome Sher-Dan (SRDN) significa principi di Dan. È una coincidenza strana che essi portassero il nome del figlio di Giacobbe che amava l’arte della guerra. Possiamo solo ipotizzare che i Shardana, come gli Ebrei (Ossia quelle tribù che poi formarono il popolo ebraico), arrivarono in Egitto intorno al 1700 a.C. con l’invasione degli Hiksos, quindi c’era sicuramente un legame fra i due gruppi.

Questo spinse Mosè a convincere i Shardana a unirsi all’impresa, magari con la promessa che una volta giunti a destinazione avrebbero potuto imbarcarsi per far ritorno nella loro patria d’origine: la Sardegna

Tutta l’assortita e indisciplinata moltitudine di razze ed etnie che seguirono Mosè nell’Esodo, il Patriarca-Condottiero cercò di trasformarla in un’unica Nazione e sappiamo con quali difficoltà. Per prevenire le rivolte e le insubordinazioni, per difendersi da attacchi esterni di popolazioni ostili, il furbo condottiero si servì spesso dei mercenari Tjeker e Shardana.

Parte quindi della tribù di Dan, una volta giunti sulla Terra Promessa, raggiunsero i porti di Sidone e delle altre città costiere e si imbarcarono alla volta della loro antica Patria. Arrivati a destinazione fecero come Ulisse una volta rientrato in patria: ripresero il mare per altre avventure! E questa volta si volsero alle terre del Nord. Cosa poteva chiamarli in questi territori, per molti sconosciuti e inospitali, non sappiamo. Certo che per la loro abitudine di lasciare tracce del loro passaggio dappertutto, come il serpente, oggi possiamo almeno sapere dove si stabilirono. Sappiamo dagli Egizi che nell’ultima tremenda invasione verificatasi mezzo secolo dopo questi avvenimenti, intorno al 1200 a.C., insieme a Shardana, Thursha, Shakalasa, Liku, Libu ecc., stavolta ci sono altri popoli che vengono dall’estremo nord dell’Europa. i Greci li chiamavano anche Iperborei e dicevano adorassero il dio Apollo, cui dedicavano templi e altari megalitici, a volte di forma circolare, come Sthonenge, ma anche come Circuitus in Sardegna presso Laconi, in una località chiamata stranamente Stunnu, un vocabolo dal suono incredibilmente simile al primo. Il nome di questi nuovi alleati: Saksar (Sassoni?) e Danen (Tuatha de Dana), o Danuna. Vedremo che non si tratta dell’unico richiamo al nome di Dan che noi troveremo nelle terre del Nord. Alcuni esempi: Danmark=Traccia di Dan, Tuatha de Dana=Gente di Dan o Tribù di Dan. Questi ultimi erano gli antenati degli Irlandesi e adoravano la Grande Madre, la Dea Danu.La stessa Irlanda è piena di toponimi Dun (Es. Duncan, leggi Dancan), ma anche Dan stesso (Danny boy)…

Sappiamo anche che Mosé affidò a Ooliab di Dan (insieme a Jezalel di Juda) la costruzione dell’Arca, che poi sarà custodita dagli stessi Daniti, prima a Dan e poi a Silo. Con la costruzione del Tempio di Salomone, ad opera di un Danita di Tiro (Hiram Abi). l’Arca verrà portata a Jerusalem. Al tempo di Roboamo se ne perderanno le tracce, ma anche stavolta c’entrano i Shardana e un loro generale divenuto faraone (Shesonk, XXII dinastia), che depredò il Tempio nel 950 a.C…. ma questa è un’altra storia.

IL DRAGONE (O Serpente alato) era il simbolo dei SHER-DAN. Mosè fece issare su un’antenna un “serpente di bronzo” durante un’epidemia scoppiata nell’accampamento. Chi “vedeva” quest’insegna veniva sanato. Era forse l’insegna dell’accampamento dei DAN? Le tribù di Israele conservarono il Serpente di Bronzo, il Nehustan, nel santuario di Dan, facendone oggetto di Culto, finché il re di Juda Ezechia lo fece distruggere.

Alcune Nazioni antiche (Sparta, l’Inghilterra di Artù…) e moderne hanno adottato questo simbolo (il Drago).

La Chiesa Cristiana, considerandolo retaggio del paganesimo, lo considerò l’immagine del diavolo stesso. S. Giorgio e altri santi, oltre che i cavalieri medievali, lo combatterono in “Nome di Dio e della Chiesa”.

Tratto da: “Shardana i Popoli del Mare” di Leonardo Melis (IV edizione)

http://www.acam.it/la-misteriosa-tribu-di-dan/


E' un pollo rispetto l'alone di grandezza divina che lo circonda, ovvio che il suo gioco ha saputo farlo bene, ma rispetto ad elohim che hanno ispirato le culture indù o nord americane a me sembra un bullo di quartiere... Per il resto hai perfettamente ragione, è stato abilissimo dal punto di vista prettamente militare, eredità che ci portiamo dietro anche noi, su questo alzo le mani ma di certo questo non modifica la mia idea su quel soggetto. Col potere che aveva poteva costruire un mondo davvero fantastico, ha pensato probabilmente solo ai suoi interessi personali. Spero sia rinchiuso in qualche carcere lì dove vivono i suoi compari. E' di una tristezza assurda che le nostre attitudini siano state forgiate da lui, per quanto abile fosse nella strategia militare.

PEr quel che riguarda i popoli del mare, non so se completamente attinente ma ti volevo segnalare questa strana tecnologia in uso presso i vichinghi, che in fatto di navigazione non sono stati secondi a nessuno:

http://www.famigliacristiana.it/articolo/la-pietra-del-sole-bussola-dei-vichinghi_091111161346.aspx

http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/03/20/le-pietre-del-sole-vichinghe-esistono-realmente.html


Ultima modifica di MaxpoweR il 29/07/2013, 03:12, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 29/07/2013, 09:25 
La pietra del sole dei vichinghi!! Un altro esempio di applicazione post-diluviana (nei modi grezzi in cui potevano utilizzare questi strumenti "magici") di una tecnologia Ooparts antidiluviana per scopi civili.

Gli unici a usare le tecnologie Ooparts per scopi bellici nell'epoca post-diluviana furono i seguaci di Yahweh.

Presso i vichinghi i druidi erano a conoscenza del martello di Thor, ma non lo avevano più a disposizione o non potevano usarlo.

Presso gli egizi le caste sacerdotali e le famiglie dei faraoni erano a conoscenza dell'energia dello zed e dei poteri dell'Arca, ma non riuscirono più a sfruttarla al 100% probabilmente e comunque non sono noti applicazioni militari di questi strumenti.

In india gli autori dei testi Veda erano a conoscenza dei Vimana, ma non ci fu più un utilizzo massiccio di questi velivoli.. forse solo qualche applicazione segreta o qualche sporadico utilizzo come durante la guerra con l'impero persiano o contro l'esercito di Alessandro Magno.

Gli unici a utilizzare sistematicamente armi derivanti da una tecnologia antidiluviana furono gli israeliti tornati in Palestina dopo l'Esodo documentati nella Bibbia dove "Yahweh" a volte guidava le truppe in battaglia.

Gli piaceva vincere facile...



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MessaggioInviato: 29/07/2013, 17:16 
I vinama erano ancora attivi sicuramente ai tempi di Alessandro Magno visto che giunto in india fu costretto a ritirarsi a causa di questi oggetti svolazzanti che terrorizzavano a morte i suoi elefanti... Se fossero dei "residuati bellici" dei sistemi di protezione antichi ed automatizzati o se veri e propri velivoli prodotti a quei tempi ovviamente non lo sapremo mai -_-

gli piaceva vincere facile perchè probabilmente la forza bruta e l'oppressione erano gli unici suoi mezzi per far valere il proprio potere. Un bulletto viziato senza alcun tipo di qualità se non quella di menare le mani ^_^
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Ultima modifica di MaxpoweR il 29/07/2013, 17:17, modificato 1 volta in totale.


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