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Scoperte le prime piramidi etrusche a Orvieto
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Autore:  Blissenobiarella [ 15/11/2012, 13:58 ]
Oggetto del messaggio:  Scoperte le prime piramidi etrusche a Orvieto

Scoperte le prime piramidi etrusche a Orvieto
SETTEMBRE 18, 2012
http://ilfattostorico.com/2012/09/18/sc ... a-orvieto/



Un team di archeologi americani e italiani ha individuato le prime piramidi etrusche in assoluto sotto una cantina a Orvieto, in Umbria.

Intagliate nel tufo – materiale risultato dell’attività vulcanica e su cui sorge la città – le piramidi si erano col tempo riempite. Solo lo strato superiore era visibile. “All’interno di questa sezione superiore, che era stata modificata in epoca moderna e veniva usata come cantina, abbiamo notato una serie di antiche scale scavate nella parete. Erano chiaramente di costruzione etrusca”, dice David B. George del Dipartimento di Studi Classici del Saint Anselm College.

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(Saint Anselm College)

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(David George)

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La cavità a forma di piramide (Umbria24)

Come hanno cominciato a scavare, George e il co-direttore dello scavo Claudio Bizzarri, del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano, hanno osservato che le pareti della grotta erano a forma di tronco piramidale.

“È opportuno precisare – spiega Bizzarri – che in quest’area sono conosciute 1200 grotte, questa è quindi una delle tante. In questa cavità un settore specifico è stato analizzato archeologicamente e le sue caratteristiche fanno dire con certezza che la struttura in mattoni di tufo diventa più larga man mano che si scende”.

Curiosamente, una serie di gallerie, sempre di costruzione etrusca, correva sotto la cantina suggerendo l’esistenza di altre costruzioni più in profondità.

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Il passaggio verso la seconda piramide (Saint Anselm College)

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(Saint Anselm College)

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(Saint Anselm College)

Dopo aver attraversato un pavimento della metà del XX secolo, George e Bizzarri hanno raggiunto un pavimento medievale.

Immediatamente sotto questo, hanno trovato uno strato di terreno che conteneva diversi manufatti, tra cui ceramica attica a figure rosse dalla metà del V secolo a.C., ceramica del V e VI secolo, e oggetti vari fino al X secolo.

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Frammento di una tazza in bucchero del VI secolo (Saint Anselm College)

Scavando attraverso questo strato, gli archeologi ne hanno poi trovato uno grigio alto un metro e mezzo, che venne intenzionalmente depositato da un foro nella parte superiore della struttura.

“Sotto quel materiale c’era uno strato marrone che stiamo attualmente scavando. Curiosamente, le scale di pietra scolpite continuano a scendere mentre continuiamo a scavare. Ancora non sappiamo dove ci stanno portando”, ha dichiarato Bizzarri.

Il materiale del livello più profondo raggiunto finora (gli archeologi si sono spinti a quasi 10 metri) risalgono a circa la metà del V secolo a.C.

“A questo livello abbiamo trovato un tunnel che va verso un’altra struttura piramidale e risale a prima del V secolo, il che si aggiunge al mistero», dice George.

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(Umbria24)

Gli Etruschi sono stati a lungo considerati uno dei più grandi enigmi dell’antichità. Noti per la loro arte, agricoltura, lavorazione dei metalli e commercio, la loro civiltà iniziò a decadere nel corso del V secolo a.C., finendo assorbiti dai Romani tra il 300 e il 100 a.C. La loro lingua non indo-europea praticamente si estinse, e non lasciarono una letteratura per documentare la società. Gran parte di ciò che sappiamo su di loro proviene infatti dai cimiteri: solo le tombe riccamente decorate hanno fornito indizi per ricostruire la loro storia. Le piramidi sotterranee di Orvieto potrebbero offrire una visione unica di questa civiltà, visto che le strutture appena scoperte sembrano essere uniche.

“Le grotte hanno una forma sconosciuta altrove in Etruria”, sostiene Larissa Bonfante, docente emerita di studi classici presso la New York University, nonché uno delle maggiori esperte degli Etruschi.

Secondo Bizzarri, ci sono almeno cinque piramidi etrusche sotto la città. E tre di queste sono ancora da scavare. Dice: “L’Orvieto dell’epoca era tra le più importanti realtà dell’Etruria. Si tratta di luoghi urbani, nella città dei vivi. E troviamo forme insolite di spazi, di strutture adibite a qualcosa che al momento non possiamo identificare scientificamente. Di più, abbiamo la presenza di resti di ceramica che rimandano ad attività umane, come i bracieri”.

“Cerchiamo di capirne la funzione, al momento attuale non la sappiamo interpretare. Questo vano non è una cisterna poiché non presenta materiale impermeabile, non è un pozzo poichè non ne ha le caratteristiche note, è un vano a quadrilatero di cinque metri e mezzo per lato, quindi parliamo di dimensioni significative, collegato con altri luoghi attraverso dei cunicoli scavati nel tufo. È al di sopra di questo strato che collochiamo l’insediamento etrusco”. “Direi che non c’è niente come queste strutture in tutta Italia”.

Secondo George, le piramidi sotterranee potrebbero rappresentare una sorta di struttura religiosa o una tomba. In entrambi i casi, sarebbe una scoperta senza precedenti.

“Molto probabilmente, la risposta aspetta in fondo. Il problema è che non sappiamo quanto dobbiamo scavare per arrivare laggiù”, ha detto Bizzarri.

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Il professor David George (Umbria24)

Umbria 24

Discovery

Coriglia excavation (foto)

Saint Anselm College

Autore:  MaxpoweR [ 16/11/2012, 02:30 ]
Oggetto del messaggio: 

uhm, mi hanno sempre affascinato gli etruschi, se ne sa troppo poco ancora

Autore:  Angel_ [ 16/11/2012, 11:37 ]
Oggetto del messaggio: 

Cita:
Messaggio di Blissenobiarella
Gli Etruschi sono stati a lungo considerati uno dei più grandi enigmi dell’antichità. Noti per la loro arte, agricoltura, lavorazione dei metalli e commercio, la loro civiltà iniziò a decadere nel corso del V secolo a.C., finendo assorbiti dai Romani tra il 300 e il 100 a.C. La loro lingua non indo-europea praticamente si estinse, e non lasciarono una letteratura per documentare la società. Gran parte di ciò che sappiamo su di loro proviene infatti dai cimiteri: solo le tombe riccamente decorate hanno fornito indizi per ricostruire la loro storia. Le piramidi sotterranee di Orvieto potrebbero offrire una visione unica di questa civiltà, visto che le strutture appena scoperte sembrano essere uniche.

“Le grotte hanno una forma sconosciuta altrove in Etruria”, sostiene Larissa Bonfante, docente emerita di studi classici presso la New York University, nonché uno delle maggiori esperte degli Etruschi.

Secondo Bizzarri, ci sono almeno cinque piramidi etrusche sotto la città. E tre di queste sono ancora da scavare. Dice: “L’Orvieto dell’epoca era tra le più importanti realtà dell’Etruria. Si tratta di luoghi urbani, nella città dei vivi. E troviamo forme insolite di spazi, di strutture adibite a qualcosa che al momento non possiamo identificare scientificamente. Di più, abbiamo la presenza di resti di ceramica che rimandano ad attività umane, come i bracieri”.

Estremamente interessante...questa scoperta conferma che gli Etruschi erano una popolazione NON autoctona dei luoghi, erano migrati in etruria da luoghi molto distanti, forse erano gruppi di sopravvissuti...

Nel 1994, i genetisti Luigi Cavalli Sforza e Alberto Piazza, unitamente all’ecologista Paolo Menozzi, rendevano noto che le caratteristiche genetiche di coloro che oggi, in Italia, vivono nella regione dell’antica Etruria sono notevolmente diverse da quelle degli altri Italiani. Con ciò, essi ritenevano possibile che gli Etruschi fossero un popolo immigrato, come proposto dalla tradizione della parentela con i Troiani, e concludevano che dati più attendibili potrebbero venire dall’esame genetico degli abitanti delle presunte originarie regioni.
Fonte:http://www.etruschi-dna.com/

Nella zona di Volterra il dna degli odierni abitanti è simile a quello dei turchi dell'Anatolia:
http://www.repubblica.it/2007/06/sezion ... rchia.html


Nell’aprile 2007, un’equipe guidata dal prof. Antonio Torroni ha pubblicato nella sopra citata rivista americana i risultati di una nuova ricerca. L’equipe ha studiato il DNA mitocondriale di 322 persone toscane abitanti da almeno tre generazioni a Murlo, Volterra e Valle del Casentino, e non imparentate fra loro. Lo ha poi confrontato con quello di altri quindicimila soggetti di cinquantacinque popolazioni dell’Italia, dell’Europa, dell’Africa settentrionale e del vicino Oriente.

Ringrazio Torroni per avermi inviato il testo inglese della pubblicazione.

Da Alessandro Achilli ed altri:

“Mitochondrial DNA Variation of Modern Tuscans Supports the Near Eastern Origin of Etruscans” (2007).

La sua equipe ha riscontrato una connessione fino al 17,5% fra il DNA degli attuali Toscani e quello degli attuali abitanti del vicino Oriente (Turchia, Giordania e Siria), delle coste dell’Africa del nord e delle isole Egee (Lemno e Rodi). E’ interessante, in particolare, come dice la stessa equipe, che però la popolazione di Lemno ha due importanti particolarità. Da un lato ha somiglianze genetiche con i Toscani e dall’altro “è un’eccezione nel panorama genetico per le particolari caratteristiche che la distinguono sia dalle moderne popolazioni europee che da quelle del Vicino Oriente”.

Ora, Lemno è un’isola troppo piccola perché un’eventuale emigrazione in Italia possa aver determinato le caratteristiche genetiche degli Etruschi. Le somiglianze genetiche rendono invece possibile un’emigrazione dall’Etruria a Lemno ed alle altre isole egee senza escludere una migrazione di ritorno Ciò porta a riconsiderare, come vedremo, le affermazioni di certi storici greci secondo cui gli Etruschi colonizzarono Lemno ed altre isole Egee fra cui Samotracia. Da qui, secondo Virgilio, gli Etruschi di Corito Tarquinia si portarono sulle coste nord occidentali dell’Anatolia, ed addirittura, fondarono Troia. Quest’ultima notizia desta meraviglia perché la civiltà troiana è di gran lunga più antica di quella etrusca. Troia, tuttavia, fu distrutta più volte e più volte ricostruita, anche dopo gli eventi omerici, e fino all’XI sec. a.C., sì che una gente venuta dall’Italia centrale tirrenica potrebbe aver partecipato ad una delle sue ricostruzioni. Lo diciamo ovviamente a titolo di pura ipotesi.
Parallelamente all’indagine sul genoma umano, l’equipe del professor Paolo Ajmone-Marsan ha studiato i caratteri genetici del Bos taurus toscano di razza Chianina e Maremmana, ed ha riscontrato che anche i bovini sono in parte geneticamente simili a quelli del vicino Oriente: Turchia, Siria e Giordania. I risultati sono stati pubblicati nel 2007 dalla rivista britannica Proceedings of the Royal Society: Biological Science.
La somiglianza del Bos taurus toscano con l’orientale non implica però necessariamente che un popolo sia venuto in massa dall’Oriente in Italia trasferendo anche i bovini. Quel popolo potrebbe esser venuto senza bovini, aver mantenuto contatti con la terra d’origine, e in un secondo momento aver importato bestiame per opportunità commerciale, o mosso da qualche morìa di animali.
A Tarquinia, nel porto di Gravisca è stata ritrovata una buona quantità di resti di Bos taurus di VI sec. a.C.[9] Nella necropoli, poi, gli affreschi della tomba dei Tori (VI sec. a.C.) presentano più volte questo tipo di bovino maremmano con le corna lunghe.
Fonte:http://www.originietruschi.it/public/origini/?p=29

Autore:  Blissenobiarella [ 16/11/2012, 11:47 ]
Oggetto del messaggio: 

Molto interessante anche la pista albanese. Ultimamente si dibatte sulle affinità tra Iliri e Etruschi. Alcuni linguisti sostengono che l'etrusco si può tradurre con un dialetto del Nord Albania, il dialetto Gheg.
http://turismoinalbania.blogspot.it/201 ... ienze.html

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