Quando la scienza occulta la verità. Michael Cremo, co-autore di Forbidden Archeology, ci parla della "censura del sapere" e di altri metodi impiegati per manipolare le pubblicazioni scientifiche.
Tratto da "La storia proibita" di J. Douglas Kenyon
Nel 1966 la stimata archeologa Virginia Steen-Mc-Intyre e i suoi colleghi dell' U.S. Geological Survey, che lavoravano grazie ad una sovvenzione della National Science Foundation, furono interpellati per stabilire la datazione di un paio di notevoli siti archeologici in Messico. Nei pressi di Hueyatlaco erano stati rinvenuti alcuni sofisticati utensili di pietra dei Cro-Magnon Europei; nel contempo, nei paraggi di El Horno, erano stati portati alla luce alcuni arnesi in questo modo più rudimentali. Si ipotizzò che quei siti fossero molto antichi e che potessero risalire a circa 20.000 anni fa, il che, secondo le teorie più in voga, li avrebbe posti molto prossimi agli albori delle prime popolazioni umane nelle Americhe.
La Steen-McIntyre, ben sapendo che se una datazione del genere avesse davvero potuto essere confermata si sarebbe trattato di un enorme successo per la sua carriera. Ma, una volta ottenuti i risultati, le stime iniziali si dimostrarono del tutto approssimative. Per l'esattezza, l'approssimazione era per difetto: gli esami portati a termine dimostrarono infatti che quei siti dovevano avere più di 250.000 anni!
Come possiamo ben immaginare, ne seguirono varie controversie. La datazione della Steen-McIntyre metteva infatti in discussione la cronologia comunemente accettata circa la presenza umana in quella regione e, come se ciò non bastasse, era anche in contraddizione con le stime relative alla presenza dei moderni esseri umani su questo nostro pianeta. Sarebbe stato logico aspettarsi che da ciò derivasse un riesame approfondito delle teorie ortodosse e una completa revisione delle antologie scientifiche. Ebbene, ciò non accadde. Ma qualche conseguenza in realtà ci fu: il lavoro della Steen-McIntyre fu pubblicamente ridicolizzato e la sua stessa figura fu pesantemente denigrata, tanto che non sarebbe più riuscita a trovare un impiego nel suo settore.
I minatori del Sudafrica hanno portato alla luce per decenni (da strati la cui età può essere valutata in circa 3 miliardi di anni) centinaia di piccole sfere metalliche caratterizzate da solchi circolari paralleli. Fino a oggi la comunità scientifica non non si e' degnata di prestarvi attenzione.
Viste le decine di casi del genere, citati in Forbidden Archeology, appare chiaro che gli eventi sopra citati non sono affatto inusuali. Cremo e Thompson ipotizzano addirittura che sia in corso quello che definiscono un "massiccio insabbiamento" e ritengono per ciò che concerne varie pubblicazioni circa le origini della razza umana sulla Terra, la scienza ufficiale abbia manomesso la verità.
Sebbene l'opinione pubblica sia portata a ritenere che tutte le prove considerate valide finiscano per sostenere la teoria dell'evoluzione tradizionale, e quindi anche la sua ben nota tabella di marcia dei progressi dell'umanità (in base alla quale l' Homo Sapiens del genere moderno risalirebbe soltanto a 100.000 anni fa, Cremo e Thompson che, al contrario, ci troviamo di fronte a una vera e propria montagna di prove, prodotte da scienziati di sicuro valore che hanno applicato le procedure standard con altrettanta esattezza (se non addirittura con maggior precisione) dei loro rappresentanti schierati a difesa della scienza ufficiale. Tali prove non sono state soltanto ignorate: in alcuni casi sono state perfino soppresse. In qualsiasi area di ricerca, dalla paleontologia all'antropologia a all'archeologia, ciò che viene presentato al pubblico come verità accertata e irrefutabile non e' nulla di più, dice Cremo, "di un consenso ottenuto da centri di potere".
Ciò che emerge e' l'immagine di una elite accademica arrogante e integralista, interessata più alla preservazione delle proprie prerogative e autorità che alla ricerca della verità.
Cremo cita l'esempio di un giovane paleontologo ed esperto nel campo dei fossili di ossa di balene presso il Museo di Storia Naturale di San Diego. Quando gli hanno chiesto se avesse mai notato segni di intervento umano su una qualsiasi di quelle ossa, lo scienziato si e' limitato a ribattere: "Cerco sempre di stare alla larga da qualsiasi cosa abbia a che vedere con gli uomini, perché si tratta di una faccenda troppo controversa".
Cremo considera tale risposta la reazione innocente di una persona interessata a proteggere la propria carriera. Ma in altre aree ha potuto constatare la presenza di qualcosa di molto più perverso, come nel caso della stessa Virginia Steen-McIntyre: "Alla fine questa studiosa ha dovuto rendersi conto che nessuno voleva pubblicare il suo lavoro. Ha perso la sua cattedra all' università. Si e' parlato di lei come di qualcuno che voleva semplicemente farsi pubblicità, di un cane sciolto nell'ambito della sua professione. E da quel momento in poi non e' più riuscita a esercitare la sua attività di geologa".
Ci sono poi altri casi che Cremo considera dichiarate manifestazioni di deliberata disonestà. E menziona le attività della Rockeffeller Foundation, che ha finanziato le ricerche di Davidson Black presso il sito di Zhoukoudian, in Cina. La corrispondenza tra lo stesso Black, i suoi superiori e la Fondazione dimostra che quella ricerca archeologica faceva in realtà parte di un programma molto più ampio di ricerca biologica. Quanto segue e' preso pari pari da una di quelle missive: "...Così potremo ottenere informazioni circa il nostro comportamento tali da permetterci di poter esercitare un ampio e benefico controllo". Per dirla altrimenti, quella ricerca era stata finanziata con lo scopo specifico di esercitare un controllo. "Il controllo di chi?" si chiede Cremo.
Le motivazioni che spingono a queste forme di manipolazione non sono difficili da capire. "Quando si affrontano questioni come "chi siamo" e che cosa siamo", entra in gioco tutto il potere sociale che vi e' implicato", afferma Cremo. "Qualcuno una volta ha detto "la conoscenza e' potere". Ma potremmo benissimo dire che "il potere e' conoscenza". Ci sono persone che si trovano in una particolare posizione di potere e di prestigio, e ciò permette loro di imporre il programma della nostra società. Penso che non ci sia nulla di sorprendente nel fatto che queste persone resistano a qualsiasi forma di cambiamento".
Cremo concorda sul fatto che oggi gli scienziati hanno in pratica assunto il ruolo di una casta sacerdotale, finendo per esercitare molti dei diritti e delle prerogative che i loro predecessori, all'epoca della rivoluzione scientifica e industriale, cercavano di strappare a delle autorità religiose ben arroccate. "Sono questi personaggi a definire le modalità e la direzione della nostra civiltà, e ciò su base mondiale".
Secondo Cremo si può ben dire che gli scienziati abbiano usurpato le chiavi del regno e quindi abbiano tradito la loro stessa missione. "La crisi ambientale e politica, nonché la crisi dei valori della società moderna, e' opera loro" continua Cremo, "e penso proprio che molte persone stiano cominciando a rendersi conto che questi signori in realtà non sono stati capaci di consegnarci il regno di cui affermavano di possedere le chiavi. Penso che molti di noi stiano finalmente comprendendo che la visione del mondo che ci hanno offerto non riesce a spiegare ogni aspetto dell'esperienza umana".
A parere di Cremo tutti gli uomini fanno parte di una gerarchia cosmica di esseri, visione per la quale trova conferme nelle antiche mitologie: "Se prendiamo in esame tutte quelle tradizioni, quando si parla delle nostre origini non le si considera un fenomeno accaduto unicamente su questo pianeta. Si accenna a contatti extraterrestri con Dei e semidei, divinità e angeli". E a tale proposito Cremo ritiene che ci siano molti paralleli col moderno fenomeno degli UFO.
La scienza moderna non e' riuscita ad affrontare in modo soddisfacente fenomeni come gli UFO, le percezioni extrasensoriali e i fenomeni paranormali, e ciò rappresenta uno dei principali punti a suo discredito. "Non bisogna dimenticare che ormai le prove dell'esistenza di qualcosa del genere sono davvero solide", osserva Cremo, "tanto che diventa difficile ignorarle. Non e' possibile limitarsi a una scrollata di spalle. Se dovessimo rifiutare tutte le prove relative agli UFO, ai rapimenti e ad altre forme di contatto provenienti da così tante fonti degne di credito, arriveremo al punto di non poter considerare affidabile nessuna testimonianza umana".
"E ritengo anche che chi detiene il controllo della vita intellettuale del mondo stia deliberatamente tentando di indurre un generale atteggiamento di scetticismo e sfiducia verso il paranormale e qualsiasi fenomeno correlato. In sostanza credo proprio che ci sia uno sforzo organizzato volto a mantenerci nella dimenticanza di tali aspetti dell'esistenza".
Tutto ciò fa parte della gestione politica delle idee. Conclude Cremo: "E' una battaglia che continua da migliaia e migliaia di anni, e che non si e' ancora conclusa".
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