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MessaggioInviato: 06/02/2014, 14:06 
si,vai trnquillo [:)] correttisssimo,infatti il mio ragionamento finiva con un quesito: se non è l'natartide ,l'abzu dove sarà...? [:)]
complimenti per il tuo lavoro su google-maps!
ho usato il termine Satana e non Lucifero perchè dalla tua dettagliata analisi sugli angeli caduti associavi a Satana il dragone,ossia il serpente>Enki,comunque ci siamo sul parallelismo Enki sumero-Lucifero


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MessaggioInviato: 13/02/2014, 09:28 
Il sito non è il massimo forse dell'affidabilità, in realtà non lo conosco. Ma mi ha colpito la leggenda dei Paiute (nativi americani) concernente minacciosi giganti dai capelli rossicci le cui caratteristiche coincidono con i ritrovamenti di mummie e ossa con caratteristiche caucasiche in diversi luoghi del pianeta, dalla Cina all'Egitto.

Cita:

IL MISTERO DEI GIGANTI CHE POPOLAVANO LA TERRA

Giganti sulla Terra?

Le leggende di tutto il mondo fanno riferimento ad una razza di giganti che un tempo viveva sulla Terra . La Sacra Bibbia parla della progenie dei “figli di Dio e delle figlie degli uomini ” e indica che gli angeli che bramavano piaceri terreni avrebbero fecondato donne di origine umana .

Alcuni studiosi ritengono che questi esseri divini erano i Nefilim , uomini di statura gigantesca . Per molti secoli, la comunità scientifica e teologica ha elaborato teorie diversificate sulla identità ed origine dei Nefilim. Si trattava di una razza umana o di giganti così come sono stati descritti? Tuttavia , è un dato di fatto che la dottrina giudaico/cristiana non è l’unica a fare riferimento ad una razza di giganti.

Prima che la Bibbia fosse stata concepita, esisteva una tradizione orale sumera tramandata di generazione in generazione, così come in Grecia, Roma , Egitto.

Molte leggende parlano di dei e dee potenti di natura immortale e di origine non terrestre. La storia ha relegato queste leggende al “mito” , etichettandole come resoconti fantasiosi e surreali. Tuttavia, è da notare che molte di queste leggende sembrano avere un tratto comune che le accomuna inspiegabilmente. E’ possibile che culture tanto diverse e lontane raccontassero le stesse leggende o vi è qualcosa di veritiero e reale?

Leggende di Giganti nel Mediterraneo

Le leggende di giganti nei paesi del Mediterraneo sono le più conosciute e discusse.

Al di là dei racconti biblici ( come quello di Davide e Golia ) , ci sono i racconti del re babilonese Gilgamesh . In alcune antichissime tavole di pietra sono raffigurate immagini di Gilgamesh che lotta contro un leone. Raffrontando le effigi delle sculture sembra che l’uomo doveva avere un’altezza di circa 12-14 metri, in considerazione delle dimensioni del leone ucciso .

Leggende di Giganti in Grecia

I racconti greci dei tempi antichi sono fantasiosi e pieni di storie di uomini giganti che assumono sembianza di dei dee .

I Giganti sono stati denominati come ” Giganti ” o ” Titani” nelle opere del poeta epico Esiodo , e si diceva fossero figli di Urano e di Gea .

In entrambi gli scenari greco e romano , gli dei e le dee erano in conflitto con i giganti , che desideravano assumere il controllo del territorio . Era stato profetizzato che il figlio di un dio e un mortale avrebbe lottato e vinto contro i giganti .

Nelle leggende greche , Herkales , figlio di Zeus e Alcemene, guidò gli dei dell’Olimpo alla vittoria nella battaglia epica contro il gigante Anteo .

Leggende di Giganti in Norvegia

La mitologia del Nord Europa descrive gli stessi elementi: una razza di Giganti in guerra contro gli dei. Sono stati denominati Jotun , anche se di dimensioni diverse rispetto ai giganti descritti in altre tradizioni.

Vi è anche una leggenda che narra che il genere umano abbia avuto origine da Ymir , un gigante di enormi dimensioni.

Reperti a Confronto – Si tratta di Giganti?

Secondo un’altra leggenda esisteva un popolo di giganti impegnati a sconfiggere gli dei nella battaglia finale del Ragnarok .

La maggior parte dei giganti descritti nelle leggende norrene sono di varietà mostruosa e temibile .

Storia della Mitologia norrena

Le leggende dei popoli nordici e Pre – nordici offrono un interessante spaccato della creazione del mondo e della sua storia .

I Giganti appaiono in molte altre leggende , comprese quelle delle popolazioni indigene degli gli Stati Uniti ( conosciute come nativi americani ) .

Le popolazioni che abitavano la parte nord-est e sud-ovest del paese , spesso parlavano di una razza di giganti “dai capelli rossi” . Una di queste leggende comprende quella della tribù Paiute che era predominante nella zona sud ovest di Arizona , Nevada e Utah. La leggenda dice che i giganti ( noti anche come ” Si- Te – Cah ” ) esistevano prima che la tribù cominciasse a popolare la zona . Si- Te – Cah significa “mangiatori di Tule “, una pianta che cresce sott’acqua . Si narra che questi giganti fossero di dodici metri di statura, con i capelli fiammeggianti rosso brillante , e sono generalmente descritti come minacciosi.

Si dice che tutte le tribù della zona lottassero insieme contro questi giganti e li avessero inseguiti in una grotta . I giganti rifiutarono di abbandonare la grotta , al punto che i Paiute ed altre tribù decisero di dare la grotta alle fiamme. La grotta crollò durante un terremoto e da allora è ancora chiusa.

È interessante notare che, nei primi anni del 1920, nei pressi grotta, vennero scoperti alcuni resti fossili. Tra questi fossili sono stati trovati resti umani ben conservati, appartenenti ad un maschio ed una femmina . La femmina era alta più di sei metri ed il maschio era più di otto metri .

Unitamente alla scoperta degli scheletri , sono stati trovati molti altri reperti tra cui un calendario circolare che riportava il numero di giorni e settimane per un intero anno.

Scheletri da 8 a 10 piedi di altezza! Nel 1931 , altri due scheletri sono stati scoperti in Lockport, Nevada: misuravano da otto a dieci metri di altezza.

Il modello di un femore umano gigante è in mostra al Museo dei Fossili Blanco.

La scultura è montata su un disegno a scala a dimostrare quanto grande era questa persona.

Questa è la prova che i giganti siano effettivamente esistiti sulla Terra nel passato?

Leggende di Giganti nelle culture antiche

L’elenco potrebbe continuare per aree del mondo le cui antiche culture fanno riferimento ai giganti .

L’area che si estende i confini di Francia e Spagna , chiamata il Paese Basco , si dice fosse abitata un tempo dai jentilak e mariuak . Questi giganti erano violenti e minacciosi, ma erano anche considerati retti dal popolo basco resistente alle dottrine cristiane.

Molti di questi giganti hanno analogie con quelli di cui altre culture , come quella del gigante Tartalo, molto somigliante al Ciclope greco .

Alcuni studiosi ritengono che i megaliti giganti costruiti in tutto il mondo sono stati effettivamente edificati da queste creature enormi .

Il Gigantismo

Il Gigantismo è una rara malattia che colpisce una piccolissima parte della popolazione mondiale. I sintomi sono costituiti da un altezza insolita ed eccessiva e da proporzioni abormi, Il gigantismo, tuttavia, non può offrire una risposta esauriente e spiegare l’esistenza, nel passato della Terra, di un’intera razza, come descritta nelle leggende e tradizioni che abbiamo citato.

Sono stati trovati manufatti e scheletri che indicano che sono effettivamente esistiti individui molto più grandi della norma. Alcuni di questi scheletri si sono rivelati dei falsi, ma in varie parti del mondo sono stati rinvenuti anche strumenti di dimensioni enormi: enormi mazze in miniere abbandonate sono state scoperte in luoghi come il Galles e l’India , così come asce e spade giganti in Iran .

Negli anni 50, a sud-est della Turchia è stata segnalata una fossa contenente scheletri giganti: le ossa della gamba sono state misurate ed erano alte quasi quattro metri dall’ anca al ginocchio. E ‘interessante notare che, mentre molti di questi risultati sostengono di essere documentati, in realtà è difficile trovare qualcosa di concreto . Certamente , la ricerca non è aiutata da bufale intenzionali come quella dello scheletro gigante scoperto nel deserto arabo . In realtà si trattava di un convincente fotomontaggio da destinare ad un concorso fotografico.

Ci sono alcune teorie molto interessanti sul perché la documentazione sia difficile da individuare , e gran parte di essa coinvolge i presunti sforzi della Smithsonian Institution . Lo Smithsonian è un grande complesso museale e di ricerca che si trova a Washington DC.

I teorici della cospirazione credono che quando fu scoperto il sito degli Adena ( costruttori di enormi tumuli nel Nord America) , i membri dell’istituzione vollero rendere una interpretazione non conforme ai fatti . Piuttosto che affermare che gli Adena fossero una razza separata dalle popolazioni indigene , preferirono affermare che quelle enormi tombe testimoniavano il progresso raggiunto dalle medesime popolazioni indigene.

Insomma, una sorta di insabbiamento che tende a ricondurre nel canone scientifico fatti e reperti di difficile interpretazione.

http://mistero.me/misteri/archeologia-m ... -leggende/




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MessaggioInviato: 04/04/2014, 16:28 
ANTICHI ASTRONAUTI NEL NUOVO FILM “NOAH”: GLI ANGELI DECADUTI SONO I “BUONI”

Odora di “antichi astronauti” il nuovo colossal hollywodiano di prossima uscita “Noah”, interpretato da Russell Crowe. Nel film, gli angeli decaduti interpretano la parte dei “buoni”, cacciati dal regno celeste per aver avuto compassione per l'umanità e aver aiutato Noè a costruire l'arca. Di sapore più sumerico che ebraico, il regista Darren Aronofsky ha dichiarato di aver tentato di fare un film biblico mai fatto prima: e forse ci è riuscito!

Immagine

Nel film su Noè che presto vedremo nelle sale italiane (metà aprile), quasi tutto è il contrario di quello che dovrebbe essere.

Invece di essere cattivi, gli angeli decaduti sono presentati come eroi, i quali vengono cacciati dal regno dei ciali per aver avuto compassione dell’umanità e aver aiutato Noè a costruire l’arca.

Noè, poi, invece di essere il giusto scelto da Dio per la continuazione della specie umana sulla Terra, viene dipinto come un maniaco psicopatico che odia l’umanità e che vuole uccidere il nascituro di suo figlio nel caso fosse di sesso femminile.

Il film, inoltre, riesce magistralmente ad evitare sempre la parola “Dio” per tutta la sua durata: durante una scena in cui Noè spiega alla sua famiglia come è stato creato il mondo, il film mostra immagini raffiguranti l’evoluzione darwiniana.

Ma come scrivono alcuni blogger americani, tutte queste polemiche non hanno fatto altro che aver aiutato il film al botteghino: nel weekend di apertura, il film ha guadagnato ben 44 milioni di dollari.

Tuttavia, secondo i critici, il film ha il sapore di un’occasione persa: i colpi di scena nella pellicola distorcono notevolmente la storia di Noè tanto da renderla praticamente irriconoscibile. L’impressione è che Aronofsky si sia ispirato più alle tradizioni sumeriche del diluvio che a quella biblica. La questione più spinosa è quella che riguarda gli “angeli decaduti”.

Innanzitutto, per affrontare la questione bisogna dare un’occhiata alle fonti che parlano di “angeli sulla Terra”, o “angeli decaduti”. Pochi versetti prima del racconto biblico del diluvio, nel libro della Genesi leggiamo quanto segue (6,1-4):

«Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro delle figlie, i Figli degli Dèi (benei ha-elohim) videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli a loro scelta. Allora il Signore disse: “Il mio spirito non resterà sempre nell’uomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni.

C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo -, quando i Figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi».

La difficoltà dei biblisti sorge innanzitutto nel determinare l’identità dei “benei ha-elohim”. Chi sono costoro? Secondo quanto riporta la Bibbia, in un tempo remoto, esisteva una “progenie divina” che coabitava la Terra con gli uomini primordiali.

I primi scrittori cristiani, come Tertulliano e soprattutto Lattanzio, nel tentativo di spiegare l’origine di questi misteriosi personaggi, accolsero l’idea presente chiaramente nel Libro di Enoch che i Benei ha-elohim fossero gli angeli caduti, come sembra alludere anche il passo della Genesi. Attenzione, però, si tratta di figli, quindi di una seconda generazione di dèi, la prole di entità che presumibilmente già abitavano sul nostro pianeta.

Nel racconto fa la sua comparsa il termine ebraico ‘nephilim’, tradotto nelle nostre Bibbie come “giganti”. L’autore del testo sacro tiene a precisare che mentre i Figli degli Dèi erano intenti ad accoppiarsi con le Figlie degli Uomini, i Nephilim erano sulla Terra, e anche dopo!

Si ritiene che la parola “nephilim” derivi dalla radice del verbo ebraico “nafàl”, che significa cadere. Sull’interpretazione del termine i pareri degli studiosi divergono. Nei circoli biblici, la radice ha fatto pensare ai Nephilim come ad angeli decaduti. Altrove nella Bibbia vengono chiamati “figli di Anaq” o “Anaqim” (cf. Nm 13,28-33; Dt 1,28), con una chiara assonanza agli Anunnaki dei sumeri.

Il Libro di Enoch, un testo apocrifo di origine giudaica la cui redazione definitiva risale al I secolo a.C., fa riferimento a Enoch, che secondo il libro di Genesi è il bisnonno di Noè. Nel testo si fa riferimento chiaramente a questi angeli caduti, i quali vengono definiti come “vigilanti”.

I vigilanti del Libro di Enoch (#1506;#1460;#1497;#1512;#1460;#1497;#1503;, iyrin in aramaico) sono angeli inviati sulla Terra per sorvegliare gli esseri umani. Ben presto cominciano a desiderare le donne umane e, sollecitati dal loto leader Semyaza, cominciano ad istruire illecitamente l’umanità e a procreare con essa.

I figli di questa unione illecita sono definiti Nephilim, giganti selvaggi che saccheggiano la Terra e mettono in pericolo l’umanità. Non contenti, Semyaza e i suoi accoliti cominciano ad insegnare agli umani arti e tecnologie che altrimenti sarebbero state scoperte gradualmente nel tempo dagli esseri umani, invece di essere rifilate loro in un sol colpo.

Dio, come emerge anche da racconto canonico della Genesi, alla fine permette il Diluvio Universale per liberare la Terra dai Nephilim, questa razza insolente di super-uomini dalla perversità crescente. Tuttavia, Egli manda Uriel ad avvertire Noè per salvare la specie umana dall’imminente disastro cosmico.

Nella Lettera di Giuda, che cita esplicitamente il Libro di Enoch, gli angeli decaduti sono tenuti in catene in attesa del giorno del Giudizio. Quindi, un qualsiasi film su Noè dovrebbe chiaramente rappresentare gli angeli decaduti come i cattivi, giusto? E invece, no!

Nella versione di Aronofsky interpretano la parte dei buoni, di quelli che stanno dalla parte dell’umanità. Il rischio è che il film induca la maggioranza delle persone a ritenere gli angeli decaduti come i veri amici dell’umanità.

Se quanto affermato dai teorici degli Antichi Astronauti è vero, e cioè che in passato una razza extraterrestre ha interferito con il naturale percorso evolutivo dell’umanità ponendola fuori dall’armonia del cosmo, spacciandosi per divinità e riconosciute come tali dai nostri antenati, bisogna ritenere questi “angeli decaduti” come nemici dell’umanità e non salvatori.

Perchè Aronofsky vuole far passare l’idea che i “guardiani” siano i veri amici dell’umanità? Comunque, a prescindere dall’esistenza (passata e attuale) dei Nephilim, sconcerta comunque il fatto che la trama del film stravolga uno dei miti fondamentali della cultura umana, in nome di un’idea preconcetta di difficile decifrazione: perché raccontare una storia contraria a quella originale?

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... o-i-buoni/



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 15:00 
Innanzitutto ti chiedo scusa per l'OT, ma tra i vari 3ad mi pare quello più adatto per questo discorso che segue...

Sto leggendo con interesse ciò che proponi. Purtroppo mi ci sto "perdendo".
Non posso certo chiederti di rallentare i ritmi con cui condividi i tuoi studi. Tuttavia ho come un "sesto senso" che mi porta a credere di non essere affatto solo nel mio "disagio".

Vado a definirla meglio, questa "insoddisfazione di fondo", puntualizzando che è profondamente sincera la mia intenzione di dare una mano a meglio definire "il tutto", quanto non sia nella stessa maniera assoluta mio intento "debunkerare" nulla e nessuno.

Considerando che il mio personale "think about" sull'intero argomento "Antichi popoli" mi vede sposare la "teoria" secondo cui abbiamo in mano libri di Storia in gran parte "accomodati"...spero si comprenda la mia buonafede.
Dico questo perchè non condivido le modalità del recente attaccarti senza argomentare, di cui sei stato "omaggiato" sulle tue pagine FB.

Non posso però esimermi dal condividere alcune contestazioni che, seppur ti siano state mosse in maniera vaga e sconclusionata oltreché ingiustificabilmente offensiva, credo siano anche per questo da "proporre" nuovamente...anche per costoro a cui manca la virtù d'una maniera d'espressione accettabile con la quale proporre critiche e chiedere risposte a contestazioni specifiche.

Mi concentro su questo singolo thread, per iniziare. Dato che non è uno di quelli da pagine e pagine, per ora, ed è uno di quelli su cui avrei molto da dire senza essere "invasivo" come lo sarei in una discussione diversa e più "frequentata".
Aggiungerei anche: in secondo luogo, non dispongo di molteplici arti, quali SICURAMENTE nascondi tu in quantità sotto il giubbottino... [:D]

Se sei d'accordo che io possa partire dall'inizio del thread, quotando man mano ma partendo appunto dal principio, dammi l'ok...e comincio [:D]

Ciauu [;)]



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 20:52 
Il problema risiede nell'estrema eterogeneità delle materie da affrontare per poter giungere ad una visione globale.

Io ritengo che il metodo della interdisciplinarità sia l'unico in grado di dare determinate risposte.

Purtroppo non c'è la forma mentis adatta perchè ci si abitua già da piccoli a ragionare per compartimenti stagni: la storia, la geografia, la sociologia, la fisica...

Penso che lo sforzo di Atlanticus di invertire questa tendenza riuscendo a cogliere I NESSI sia di importanza fondamentale; è un motivo fondamentale per il quale ad esempio ho iniziato a seguire quanto scrive perchè è anche il mio modo di approcciare a queste tematiche anche se in maniera infinitamente meno professionale.

Non mi stupisce che quindi la"produzione" sia così rapida, mi stupirei del contrario, anche perchè per ogni cosa che si legge la si collega alle centiaia di altre lette, si creano collegamenti che a loro volta poi aprono nuove vie.



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MessaggioInviato: 06/04/2014, 21:38 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Il problema risiede nell'estrema eterogeneità delle materie da affrontare per poter giungere ad una visione globale.

Io ritengo che il metodo della interdisciplinarità sia l'unico in grado di dare determinate risposte.

Purtroppo non c'è la forma mentis adatta perchè ci si abitua già da piccoli a ragionare per compartimenti stagni: la storia, la geografia, la sociologia, la fisica...

Penso che lo sforzo di Atlanticus di invertire questa tendenza riuscendo a cogliere I NESSI sia di importanza fondamentale; è un motivo fondamentale per il quale ad esempio ho iniziato a seguire quanto scrive perchè è anche il mio modo di approcciare a queste tematiche anche se in maniera infinitamente meno professionale.

Non mi stupisce che quindi la"produzione" sia così rapida, mi stupirei del contrario, anche perchè per ogni cosa che si legge la si collega alle centiaia di altre lette, si creano collegamenti che a loro volta poi aprono nuove vie.


Grazie Max, per aver colto e descritto in poche righe alcuni dei 'fondamentali' del modus operandi del Progetto Atlanticus.

[;)]

Rigel, questo è uno spazio pubblico nel quale presento il mio punto di vista affinché ci si possa confrontare serenamente sugli argomenti il cui interesse accomuna tutti noi.

Credo che alla base degli attacchi, come tu li chiami, di cui sono stato coinvolto su facebook ci sia un profondo fraintendimento su una pretesa di verità che alcuni mi vogliono, forse proditoriamente, attribuire.

Un gioco inutile, a cui non voglio partecipare, forse dettato da poca buonafede di alcuni miei interlocutori?! Non vorrei necessariamente pensar male... spero che, come comunicatomi da alcuni amici, la stima e il rispetto nei confronti del Progetto, anche in ambienti meno possibilisti, non sia venuta meno.

Non capisco bene invece cosa intendi per disagio... Potresti eventualmente specificare meglio? Magari nel thread dedicato al "Progetto Atlanticus" che riporto di seguito, onde evitare la prosecuzione dell'off-topic, oppure direttamente via messaggio privato se preferisci.

http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12187

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MessaggioInviato: 07/04/2014, 14:51 
Stai pur sempre parlando id facebook il regno dei bimbominkia dell'ipocrisia e della banalità (IMHO) di che ti stupisci? -_-



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MessaggioInviato: 01/07/2014, 10:36 
Le schiere degli Elohìm e dei malakhìm

Si tratta di un evento la cui descrizione richiama in modo stupefacente alcuni dei brani che abbiamo incontrato nella disamina della molteplicità degli Elohìm.
Tra il 66 e il 70 d.C. Roma interviene per sedare le ribellioni scoppiate in Giudea e a Gerusalemme: il conflitto terminerà con la conquista e distruzione della città ad opera dell’esercito romano comandato da Tito.

L’opera citata narra queste vicende e Giuseppe Flavio scrive testualmente (Libro VI, cap. 5,296-299):

(296) Non molti giorni dopo la festa, il ventuno del mese di Artemisio, apparve una visione miracolosa cui si stenterebbe a prestar fede;
(297) e in realtà, io credo che ciò che sto per raccontare potrebbe apparire una favola, se non avesse da una parte il sostegno dei testimoni oculari, dall’altra la conferma delle sventure che seguirono.
(298) Prima che il sole tramontasse, si videro in cielo su tutta la regione carri da guerra e schiere di armati che sbucavano dalle nuvole e circondavano le città.
(299) Inoltre, alla festa che si chiama la Pentecoste, i sacerdoti che erano entrati di notte nel tempio interno per celebrarvi i soliti riti riferirono di aver prima sentito una scossa e un colpo, e poi un insieme di voci che dicevano:

«Da questo luogo noi ce ne andiamo».

Non possiamo far altro che chiederci:

• Di chi sta parlando Giuseppe Flavio?
• Perché lui stesso afferma che ciò si è visto era straordinario al punto da essere incredibile? «Per fortuna c’erano dei testimoni», sembra quasi esclamare compiaciuto, e il fenomeno risulta quindi innegabile.
• Da chi è composto quell’esercito celeste?
• Chi sono gli individui che dicono di voler lasciare quel luogo?
• Sono le schiere degli Elohìm e dei [malakhìm] che lasciano per sempre il loro governatorato?

Non lo sappiamo con certezza, ma quell’evento non è isolato.

Nei versi 289 e 290 Giuseppe Flavio ricorda che «in un tempo precedente» in cielo si era presentato… un astro a forma di spada e una cometa che durò un anno o come quando […] essendosi il popolo radunato per la festa degli Azzimi […] all’ora nona della notte l’altare e il tempio furono circonfusi da un tale splendore, che sembrava di essere in pieno giorno, e il fenomeno durò per mezz’ora…

Notiamo una precisione temporale quasi cronometrica nel descrivere fenomeni riconducibili a schiere celesti e a non meglio identificate presenze accompagnate da fenomeni stupefacenti.

Forse, al suo tempo, i “vigilanti” di cui parla Daniele erano ancora lì.

http://sonoconte.over-blog.it/article-l ... 39862.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 01/07/2014, 10:36, modificato 1 volta in totale.


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nell'articolo della NASA tradotto da Paolog ci sono parecchi casi descritti dell'epoca compreso questo. Lo scienziato si guarda bene però dal riportare il dettaglio:

Cita:
(299) Inoltre, alla festa che si chiama la Pentecoste, i sacerdoti che erano entrati di notte nel tempio interno per celebrarvi i soliti riti riferirono di aver prima sentito una scossa e un colpo, e poi un insieme di voci che dicevano:

«Da questo luogo noi ce ne andiamo».



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MessaggioInviato: 01/07/2014, 14:43 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

nell'articolo della NASA tradotto da Paolog ci sono parecchi casi descritti dell'epoca compreso questo. Lo scienziato si guarda bene però dal riportare il dettaglio:

Cita:
(299) Inoltre, alla festa che si chiama la Pentecoste, i sacerdoti che erano entrati di notte nel tempio interno per celebrarvi i soliti riti riferirono di aver prima sentito una scossa e un colpo, e poi un insieme di voci che dicevano:

«Da questo luogo noi ce ne andiamo».



^_^


Sai cosa? Appurato che se ne sono andati mi piacerebbe capire DOVE sono andati...

Nello spazio? Verso Nibiru?

O.... più banalmente verso il sudamerica?!

[:p]



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Beh volendo prendere per buona la frase ascoltata: "noi DA QUI ce ne andiamo" io interpreto come uno spostamento da un luogo ad un altro della terra; Altrimenti perchè specificare "DA QUI?" Avrebbero semplicemente detto: CE NE ANDIAMO.

Se si fossero spostati in sud america in quel periodo si sarebbe trattato di fatto di un "ritorno" in quelle aree dopo esserci stati ai tempi degli olmechi (considerata la cultura madre dei popoli sud americani) dal cui retaggio derivano la maggior parte delle "storie" sulla nascita della civiltà in quelle aree...

Magari si sono sostati nel nuovo sorgente centro di potere "mondiale" ROMA ^_^ o ad Oriente...


Ultima modifica di MaxpoweR il 01/07/2014, 15:06, modificato 1 volta in totale.


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Il serpente dell’Eden era un ingegnere genetico
di Cristiano Patuzzi – Nuova Auras - sulla base delle traduzioni ebraiche di Mauro Biglino bibliche, extrabibliche e documentazioni sumero-accadiche.

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Leggere la Bibbia (Antico Testamento; la Torah ebraica corrispondente al nostro Pentateuco) per come è scritta (naturalmente da traduzione letterale originale) e senza calarci dentro mille interpretazioni o significati misterici, evidenzia una storia completamente diversa da quella alla quale siamo stati abituati. Molto probabilmente gli autori, in realtà, ci hanno raccontato reali cronache storiche e non artificiose metafore. La sua lettura letterale acquisisce, a questo punto, una logica lucidissima e una coerenza scientifica strabiliante; dissolve ogni dogma e va a colmare ogni buco e ogni lacuna sia evolutiva, sia mistica.

Premessa

Dalle traduzioni letterali effettuate sui testi originali in ebraico (consiglio i libri e le conferenze di Mauro Biglino – nella sezione Video) si scopre che la narrazione biblica racconta in realtà una storia molto diversa da quella interpretata e veicolata dalla filologia e dalla teologia ebraica e successivamente cristiana.

Molto rapidamente; (Qui per un ottimo approfondimento) i termini Elyon, Elohim e Yahweh, che gli esegeti ebrei prima e le traduzioni teologiche cattoliche dopo, hanno unificato con la figura unica di Dio; in realtà descrivono tre differenti parole per tre differenti significati.

Elohim innanzitutto è un termine ebraico plurale (del singolare El o Eloah) che viene tradotto in molti modi quali “gli splendenti” “Coloro che discendono” “Governatori” “legislatori” e per quanto la teologia miri a convincere che sia stato usato il plurale come accrescitivo della potenza di Dio, in molti diversi passi dell’antico testamento tale giustificazione cade in palesi contraddizioni. Nei testi originali appare ogni volta che nella traduzione italiana troviamo la parola “Dio”. Calato nel contesto delle scritture nella loro completezza, emerge in modo evidente che gli Elohim erano un nutrito gruppo di individui assolutamente in carne e ossa, corrispondenti agli Anunnaki descritti nelle tavolette cuneiformi sumero-accadiche.

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Elyon corrisponde alla traduzione italiana “l’Altissimo”. In Deuteronomio (cap. 32 ver. 8) viene descritta la suddivisione della Terra in Nazioni e la spartizione dei popoli tra gli Elohim. [Nella traduzione masoretica, così come nella versione cattolica, il termine plurale Elohim come destinatari delle assegnazioni da parte di Elyon, viene sostituita con israeliti: "Quando l'Altissimo divideva i popoli, quando disperdeva i figli dell'uomo, egli stabilì i confini delle genti secondo il numero degli Israeliti]. Naturalmente il testo originale non menziona affatto il termine “israeliti” in quanto a quel tempo né il popolo né la lingua ebraica esistevano. Tuttavia le esigenze teologiche non potevano permettersi di lasciare il termine Elohim, sarebbe stato assolutamente troppo esplicita la pluralità degli “Dei”. In sostanza dai testi originali si evince che Elyon era con molte probabilità il comandante supremo degli Elohim e discese sulla Terra solamente in pochissime occasioni. Al tempo della spartizione delle Nazioni e in occasione di un concilio (riunione) di Elohim narrata in Salmi 82: “Dio si alza nell’assemblea divina, giudica in mezzo agli Dei” “Io ho detto: Voi siete Dèi, siete tutti figli dell’Altissimo“. “Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti..” In questa narrazione l’originale traduzione ci racconta come durante un’assemblea degli Elohim, Elyon si alzò e parlò loro riprendendoli. Disse loro, voi siete tutti Elohim, ma ricordate che anche voi morirete, proprio come gli Adàm.

Gli Elohim erano presumibilmente una razza (presumibilmente non umana) ma certamente in carne e ossa, il loro aspetto (tratto da pochissimi indizi veterotestamentari e scritti extrabiblici) li descrive come alti, dalla pelle coriacea bianca come il latte, capelli bianchi argentei e occhi grandi e iridescenti. (nell’immagine di copertina potete vederne una ricostruzione) Vengono considerati eterni o immortali (come Dei) ma solo per una loro spropositata longevità rispetto all’Adàm (abitanti dell’Adamà, letteralmente i terrestri) pare potessero vivere dai 20 ai 30.000 anni ma potevano essere uccisi come chiunque altro.

Yahweh il nome di Dio secondo l’ebraismo e la Chiesa Cattolica. Nei testi biblici tradotti compare come “Signore” “l’Eterno” “Dio di Israele”. Secondo la tradizione Il suo nome fu pronunciato a Mosè nel famoso incontro sulla montagna (Libro dell’Esodo). In realtà ai tempi (presunti) di Mosè la lingua ebraica non esisteva ancora, sorge quindi spontanea la domanda: in quale lingua fu pronunciato originariamente? Le genti uscite dall’Egitto vissero per almeno quattro secoli in quelle terre, pertanto è presumibile che parlassero l’egiziano o al limite l’amorreo (una forma proto-semitica) Alcuni studiosi e pensatori ebrei asseriscono che il popolo uscito dall’Egitto con Mosè fosse composto da soli egiziani. Originariamente del termine si conosce solo il famoso tetragramma #1497;#1492;#1493;#1492; trascritto la prima volta 400 anni dopo essere stato pronunciato, corrispondente al consonantico YHWH e vocalizzato in YaHWeH solo dopo altri 1.600 anni. Si può presumere che l’Eloah pronunciò il proprio nome nella sua lingua e fu successivamente riprodotto secondo la fonetica semitica.

Nonostante nella Bibbia il nome di “Dio” comparve con Mosè, in alcuni scritti ancora più antichi ritrovati in Libano (ai tempi terra dei Fenici), viene menzionato il nome di Yhwh come figlio giovane di uno dei capi Elohim di quel territorio. Anche nella stele di Mesha (Giordania) del IX secolo a.c. viene trovato il nome Yhwh in contesa con l’Eloah Kemosh (divinità moabita). Di Kemosh si parla anche in relazione alla guerra durante la quale la valle di Sodoma e Gomorra fu distrutta dalle “armi del terrore” utilizzate da un altro Eloah, Ninurta (sumero-accadico, figlio di Enlil fratello di Enki) regnante in Assiria (odierno Iraq). Altri testi extrabiblici riportano che Yhwh era conosciuto già secoli prima, in altri territori, con il nome di Shaddai; inoltre nei libri della Bibbia copta si parla anche della sua compagna Asherah. Sul fianco della giara di Kuntillet Ajrud, sono presenti motivi iconografici che mostrano tre figure antropomorfiche e un’iscrizione che nomina appaiati «Yahweh [...] e la sua Asherah». Conosciuta anche con il nome di Anat o Ashratum.

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Creazione dell’uomo (Homo sapiens)

Secondo le scritture bibliche (originali), così come nei testi sumero-accadici (per altro ancora più precisi e dettagliati), gli Elohim decisero di fare l’Adàm incrociando il loro DNA con quello dell’ominide presente sulla Terra (L’Adamà). Nella Genesi sono due gli episodi relativi alla creazione; nel primo, secondo la tradizione, troviamo scritto: “Dio disse facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”. La traduzione corretta e letterale dall’ebraico recita: “Gli Elohim (ricordiamo che è plurale e infatti anche i verbi che seguono lo sono) dissero facciamo l’Adàm con la nostra immagine (DNA), l’Adàm sarà a nostra somiglianza”.

In ebraico viene utilizzato il termine “Zelem” che significa “quel qualcosa che contiene l’immagine” ed essendo un vocabolo derivante dal verbo “Zalem” che indica “tagliare fuori” (estrarre – togliere), descrive in modo chiaro che l’immagine degli Elohim è contenuta in un qualcosa che è stato “tagliato fuori” dagli Elohim. Nelle cronache sumero-accadiche è esplicitamente descritto che quel “qualcosa” fu estratto dal sangue di giovani Anunnaki maschi. Si parla pertanto della metà “donatrice” cioè il primo racconto parla del DNA Elohim.

Nel secondo racconto si narra che Dio modellò l’uomo dalla terra e vi soffiò dentro la vita. “allora il Signore Dio modellò l’ uomo con la polvere del terreno e soffiò nelle sue narici un alito di vita; così l’ uomo divenne un essere vivente”. Nella versione originale il termine tradotto con polvere (argilla, fango) in realtà descrive “la forma” cioè la matrice nella quale inserire il “soffio di vita”. Si parla pertanto della metà “ricevente” cioè il secondo racconto parla del DNA dell’Adàm. Un palese riferimento a una operazione di ingegneria genetica con il quale gli Elohim hanno contribuito allo spropositato e ancora oggi inesplicato salto evolutivo dell’uomo rispetto a tutti gli altri primati terrestri. L’anello mancante dell’evoluzione non è stato ancora trovato in quanto non esiste; ciò che ha fatto la differenza è stata “l’immagine” degli Elohim.

Recentemente i genetisti si sono accorti della presenza nel genoma umano di parti consistenti di DNA inizialmente denominato “spazzatura” poiché non codificante, parte che non dovrebbe esistere nei nostri geni.

Adamo ed Eva

Innanzitutto va precisato che nelle scritture bibliche originali la parola Adàm (come già intuibile dai passi precedenti) non determina un individuo ma una specie, l’articolo determinativo presente nei testi ebraici (l’Adàm) ne è la prova. Come descritto ampiamente e con dovizia di particolari dalle tavolette sumero-accadiche, gli Anunnaki eseguirono diversi esperimenti prima di raggiungere il successo, generando l’Uomo. Sono descritti almeno sette tentativi andati male (aborti, mostruosità, menomazioni e mutazioni), addirittura scrissero che fu prelevato il sangue direttamente dal capo supremo (Elyon?), nella speranza di una migliore qualità genetica; tuttavia anche in questo caso il risultato fu un fallimento totale. Questi racconti ci confermano che la “creazione” dell’Uomo avvenne a fronte di una lunga catena di tentativi ed esperimenti assolutamente di natura genetica, non creazionista.

Tornando alla Bibbia, fatto l’Adàm (inteso come specie), gli Helohim (o Anunnaki) lo posero in Eden e gli affidarono ogni sorta di animale e la cura del “giardino”. Presumibilmente affidarono agli “umani” la cura dei campi, degli alberi da frutto e del bestiame, all’interno del loro centro di comando (l’Eden). A un certo punto gli Elohim si accorsero che l’uomo non trovava negli animali una compagnia che gli fosse simile.

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(ndr: se mantenessimo l’interpretazione teologica, secondo la quale Elohim è Dio, in questo passo viene da pensare che “Dio” inizialmente abbia sbagliato, creando gli animali come compagnia all’uomo e non creando direttamente la donna) E’ evidente che l’assenza femminile abbia portato negli Adàm una certa promiscuità e che i naturali fisiologici istinti sessuali venissero sfogati sia in modo omosessuale che verso altre specie.

Gli Elohim decisero quindi di creare la femmina e nel relativo passo biblico (Genesi 2,21) è evidente si parli di una operazione chirurgica con la quale venne estratto del materiale da “parte laterale ricurva” (tradotta con “costola” ma presumibilmente relativa alla cresta iliaca).
Una curiosità interessante

Gli studiosi ebraici sostengono, tramite il Talmud, che a creare l’uomo non furono gli Elohim bensì i Refahim o Rofim (secondo la vocalizzazione), che identificherebbe i loro medici. Infatti il termine Refahim descrive la funzione, non la razza o specie. (come Malachim che indica la funzione di portatore di ordini “messaggero”, in greco anghelos, in latino angelus e infine in italiano angelo) Da ciò si può ritenere che sia Elohim che Refahim possano essere corretti in quanto gli Elohim dediti alla funzione medica acquistavano l’appellativo di Refahim. E’ il plurale di Refael o Rafael dal quale deriva il nome Raffaele. E’ curioso che oggi l’Arcangelo Raffaele sia ricordato come il protettore della medicina e dei dottori. (Il San Raffaele di Milano è sormontato da una enorme statua di San Raffaele)

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Oggi le cellule staminali vengono prelevate tramite aspirazione di sangue midollare proprio dalla cresta iliaca (parte laterale ricurva). La Bibbia scrive: “Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto”. Incrociando ancora una volta i testi biblici con i resoconti sumero-accadici si può leggere in queste righe che gli Elohim indussero nei soggetti un sonno profondo (anestesia totale) e prelevarono dall’Adàm le cellule staminali dalla cresta iliaca. Fatto ciò richiusero le carni al loro posto e con ciò prelevato procedettero, tramite clonazione e interventi genetici, alla produzione di soggetti femminili, le Eva.

Il peccato originale e il serpente

All’interno del giardino (dell’Eden) ci dicono essere stati posti due alberi: l’albero della vita e quello della conoscenza del bene e del male. In realtà su questo argomento la Bibbia fa un po’ di confusione mischiando più volte l’uno con l’altro.

Tutti conosciamo bene la storia della mela e il serpente; tuttavia la teologia fa apparire il racconto come una fiaba o quanto meno una metafora finalizzata all’inserimento del peccato originale. (la disobbedienza a Dio)

(ndr: Se paragoniamo la disobbedienza nel mangiare un frutto rispetto a ogni sorta di aberrazioni che l’uomo ha commesso, dall’alba dei tempi a oggi, viene da pensare che nella giustizia divina vi sia ben più che una lacuna o come minimo oggi dovrebbe radere al suolo l’intero pianeta). Evidentemente una lettura letterale e corroborata da una corretta traduzione e ricerche trasversali (testi extrabiblici e parallelismi con tutte le altre culture) riescono a colmare gli innumerevoli buchi logici oggi resi dogmatici dalla filologia ebraica e dalla teologia cattolica.

Quanto scritto originariamente nella Genesi è molto più concreto di quel che traspare dalle visioni spiritualistiche. Bisogna innanzitutto sapere che i Refahim o Rofim biblici possono essere ricondotti ai corrispettivi sumero-accadici “Kashdeian” ovvero il gruppo di Anunnaki (Elohim) dediti alle scienze biomediche. (secondo gli studi di un sumerologo del Christ College di Cambridge). Il serpente che ha la tana sotto terra indicherebbe simbolicamente gli studi che vanno in profondità e la sua raffigurazione intrecciata riproduce con tutta evidenza la doppia elica del DNA.

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Si riscontra che i Kashdeian venissero chiamati “serpenti” divisi in due categorie: i serpenti a un occhio (scienziati dediti agli studi astronomici) e quelli a due occhi (ingegneri genetici e biologi), occhi rispettivamente descrittivi degli strumenti tecnologici utilizzati, il telescopio (uno) e il microscopio (due).

Ciò che biblicamente viene descritto come il frutto del peccato non è mai indicato come mela ma solo “frutto”, mela presumibilmente deriva, nelle più recenti traduzioni teologiche, dall’analogia con il termine latino malus. L’albero della conoscenza altro non era che la consapevolezza della propria sessualità e della sua funzionalità di procreare in modo naturale. (Fino a quel momento a produrre gli Adàm ci pensavano gli Elohim). A questo fa riferimento il passo in cui si dice che mangiando del frutto della conoscenza l’uomo sarebbe diventato come “Dio”; allude alla capacità di procreare autonomamente (ovvero creare la vita), proprio come gli Elohim.

Il serpente dell’Eden era molto probabilmente un Kashdeian (Refahim), conosciuto allora come uno dei “serpenti” alcuni sostengono fosse addirittura il genetista stesso che programmò e seguì l’incrocio genetico con gli Elohim (pertanto il nostro “creatore”). Molti lo identificano con Enki (Dio sumero-accadico), fratello di Enlil, entrambi figli dell’altissimo (Elyon?) e che si dividevano il comando sulla Terra. Mentre Enlil esigeva che gli Adàm fossero tenuti sotto loro diretto controllo e che la loro (ri)produzione fosse subordinata e programmata, Enki desiderava per le “sue” creature, la possibilità di riprodursi ed evolversi naturalmente. Concesse agli Adàm la fertilità, rendendoli quindi uguali a loro. I capi della fazione di Enlil disapprovarono tale azione e come conseguenza “cacciarono” gli Adàm dal Gad-Eden. Questa non fu in realtà una condanna (come espresso dalla teologia) bensì una sentenza post evento. I passi che descrivono le “punizioni” di Dio:

“Tu uomo lavorerai il suolo con il sudore”

altro non è che una logica ovvietà; finché vivevano nell’Eden, al cibo pensavano gli Elohim; ora l’uomo per mangiare dovrà cavarsela da solo, lavorare la terra e andare a caccia. Nessuna condanna, ma semplice conseguenza.

“Tu donna partorirai con gran dolore”

altra ovvietà; finché vivevano nell’Eden, alla riproduzione pensavano gli Elohim, fino all’intervento di Enki (il serpente) gli Adàm non erano fertili e venivano “prodotti” presumibilmente in vitro. Con il raggiungimento della fecondità e la possibilità di riprodursi autonomamente, le femmine (le Eva) avrebbero sperimentato che partorire è doloroso (esperienza naturale vissuta anche dagli Elohim). ancora una volta nessuna condanna, ma semplice conseguenza della loro scelta.

Anche il concetto della conoscenza del bene e del male (nella filologia ebraica mai espressi come aspetti spirituali o morali ma assolutamente pratici e concreti) è semplicemente la sperimentazione diretta di ogni aspetto della vita, positivo o negativo. In sostanza gli Elohim concessero all’Adàm la libertà di sperimentare la loro nuova condizione: “bene, ora che siete come noi, andate e vivete ogni esperienza positiva o negativa della vostra nuova condizione”.

L’albero della vita

Genesi 3,22 “Il Signore Dio disse allora: Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!” In questo passo biblico torna il plurale “noi” relativo a “Dio”.

La preoccupazione di Enlil fu che l’Adàm, ormai in grado di procreare liberamente, potesse accedere all’altra caratteristica tipica degli Elohim, la loro spropositata longevità. I nostri genetisti odierni hanno appena cominciato a capire i meccanismi responsabili della degenerazione cellulare, gli errori di “copia” del codice genetico ad ogni sua replica. Gli Elohim è probabile avessero una tal conoscenza genetica da aver sconfitto tali perdite di informazioni del DNA ed essere pertanto in grado di vivere fino a oltre 35.000 anni. E’ pensabile quindi temessero che l’uomo potesse ottenere accesso a tali conoscenze (non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre).

Chiedo scusa per eventuali eccessive semplificazioni e qualche eventuale errore; prendete tutto ciò alla stregua di una favola (Adam Kadmon docet) …ma riflettete sulla lucidità e logicità di questa versione che è quanto ricavabile da una semplice lettura letterale e basata su un racconto dei fatti incontrovertibilmente condivisibile da tutti gli scritti antichi delle più svariate culture, dal medio oriente, all’oriente, dai nativi americani alle tribù africane ai popoli precolombiani dell’America latina.

Per chiudere, mi scuso con chiunque abbia fede in qualsiasi religione o culto, precisando tuttavia che quanto qui descritto non vuole in nessun modo escludere l’esistenza di Dio (trascendente e spirituale), semplicemente questo Dio non è menzionato nelle scritture ebraiche originali. Ritengo che la Bibbia narri la storia di un popolo e la sua relazione con uno degli Elohim, Dio …quella è tutta un’altra storia!

17 dicembre 2013 – Cristiano Patuzzi – Nuova Auras

http://www.nuovaauras.it/?p=1751



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MessaggioInviato: 04/09/2014, 10:33 
Mi è stata posta una domanda su facebook che ha permesso un dibattito interessante e di cui vorrei condividere le principali considerazioni con voi per ragionarci insieme.

La domanda verteva sulla possibilità che Semeyaza equivalesse alla figura di Enki poiché entrambi identificati dal simbolo del serpente, anche in virtù delle interpretazioni (molto valide a mio avviso) proposte da Biagio Russo che vede Vigilanti=Serpenti

Io credo sia ragionevole pensare che Semeyaza fosse un Player B...

Forse Semeyaza apparteneva al gruppo degli Enkiliti più che essere esattamente lui. Credo inoltre che il "Serpente" sia in generale il simbolo della conoscenza e, in conseguenza di ciò, dell'intero insieme del Player B composto al vertice da Enki e dalla sua 'famiglia' e, a un livello più operativo, e forse anche successivo nel tempo, dai suoi "nephilim" di riferimento che possiamo chiamare in vari modi: angeli caduti, vigilanti...

Un conto è infatti riferirsi al periodo della "Missione Terra" Anunnaka (parliamo di alcune centinaia di migliaia di anni fa) e all'ibridazione del Sapiens durante il qual periodo Anu, Enki, Enlil, le loro consorti e gli Anunnaki 'primi' (vedasi la genealogia anunnaka) erano i protagonisti delle vicende.

Un conto è invece se parliamo di un tempo successivo, quando ormai i "figli degli dei" avevano iniziato a procreare "nephilim" accoppiandosi con le "figlie degli uomini"... Nephilim o Cro-Magnon, caucasici? Molto probabilmente caratterizzati da occhio azzurro, capelli e carnagione chiara (come Noè!) secondo quanto portato avanti nella logica Out of Atlantis. Ma qui siamo indicativamente intorno ai 50-60 (?) mila anni fa.

Ovvero nel "cuore", a livello temporale, dell'esperienza "atlantidea" caratterizzata dalla fondazione di città e dalla costruzione di siti megalitici da parte delle civiltà umane del tempo forse proprio in virtù della conoscenza e dell'esperienza messa a disposizione dai "Nephilim" orbitanti nell'area Player B, guidati o ispirati dall'Anunnako Enki, loro capostipite, da cui l'associazione Enki=Serpente e Vigilanti=Serpente

Inoltre è stata sollevata la possibile corrispondenza tra Marduk e YHWH, discorso molto interessante, ma vi invito a considerare un ulteriore aspetto che, ahimè, complica ulteriormente la vita a noi ricercatori.

[:D]

Frasi estrapolate dal libro di Enoch che sono state portate all'attenzione del pubblico da parte di un caro amico e che riporto di seguito:

Cita:
"fece poi uscire un Araldo che si recò on ognuno dei cieli anunciando: Questo è il Metatron il mio servente. Io l'ho fatto Principe e Governatore di tutti i Principi dei miei regni e capo di tutti i figli del cielo eccetto otto grandi Principi, quelli onorati e invocati col nome YHWH, dal nome del loro Re"


Frasi che fanno pensare alla possibilità che YHWH non fosse un singolo soggetto, ma una sorta di appellativo dato a certi Elohim appartenenti a uno specifico gruppo di 8... Appellativo COMUNQUE (leggiamo sempre nel testo) ispirato dal nome del loro Re... il che lascerebbe presupporre l'esistenza di UN primo Yahweh.

Magari Yahweh è da considerarsi come il suo vero nome

Mentre YHWH (il tetragramma utilizzato nella Bibbia e nei libri ad essa collegati) una sigla identificante l'appartenenza al gruppo di questo sottoinsieme di Elohim facenti capo al possibile Player C.

Più si indaga, più diventa complicato... ma più diventa complicato, più diventa affascinante!

[:D]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 04/09/2014, 10:36, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/09/2014, 11:22 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Frasi estrapolate dal libro di Enoch che sono state portate all'attenzione del pubblico da parte di un caro amico e che riporto di seguito:

Cita:
"fece poi uscire un Araldo che si recò on ognuno dei cieli anunciando: Questo è il Metatron il mio servente. Io l'ho fatto Principe e Governatore di tutti i Principi dei miei regni e capo di tutti i figli del cielo eccetto otto grandi Principi, quelli onorati e invocati col nome YHWH, dal nome del loro Re"


Frasi che fanno pensare alla possibilità che YHWH non fosse un singolo soggetto, ma una sorta di appellativo dato a certi Elohim appartenenti a uno specifico gruppo di 8... Appellativo COMUNQUE (leggiamo sempre nel testo) ispirato dal nome del loro Re... il che lascerebbe presupporre l'esistenza di UN primo Yahweh.

Magari Yahweh è da considerarsi come il suo vero nome

Mentre YHWH (il tetragramma utilizzato nella Bibbia e nei libri ad essa collegati) una sigla identificante l'appartenenza al gruppo di questo sottoinsieme di Elohim facenti capo al possibile Player C.

Più si indaga, più diventa complicato... ma più diventa complicato, più diventa affascinante!

[:D]


Questa cosa è fantastica. Non ci avevo mai fatto caso prima.
Complimenti!

Mi sorge quindi una domanda...
Il vero Yaweh, allora a che periodo risale?
E gli "otto" con lo stesso appellativo, sono contemporanei o seguenti a Yahweh?


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MessaggioInviato: 04/09/2014, 14:26 
caro Atlanticus,

Cita:
Mentre YHWH (il tetragramma utilizzato nella Bibbia e nei libri ad essa collegati

il teragramme è la translitterazione delle lettere ebraiche nell'alfabeto
latino.
La lingua ebraica (a tutt'oggi) è dotata di lettere dal valore consonantico
per cui le vocali sono state aggiunte,infatti alcuni leggono YEHOWAH

vedere
http://it.wikipedia.org/wiki/Yahweh
o consultare ,barionu [;)]

ciao
mauro


Ultima modifica di mauro il 04/09/2014, 14:26, modificato 1 volta in totale.


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