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17/03/2013, 19:11
Wikipedia scrive:
Oannes
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Oannes è un essere umano con mani e piedi palmati, considerato uno dei sette saggi apkallu.
Secondo il mito raccontato da Berosso nel suo "Storia di Babilonia" (#914;#945;#946;#965;#955;#969;#957;#953;#945;#954;#8048;), sarebbe stato colui che avrebbe insegnato agli uomini la civiltà, le scienze, le lettere e le arti prima del diluvio universale.
Era un uomo con particolari attitudini acquatiche. Egli era munito di branchie, ma poteva respirare anche all'aria con i polmoni, i piedi erano palmati come le mani ed il suo ambiente naturale era l'acqua.
Trascorreva la notte in mare, dato che ogni sera vi si immergeva.
La sua natura era anfibia e proveniva dal mare di Eritrea.
OANNES
Enciclopedia Italiana (1935)
di Giuseppe Furlani
OANNES. - Lo scrittore babilonese-greco del periodo ellenistico Beroso (v.) narra d'un mostro, mezzo uomo e mezzo pesce, dal nome '#937;#940;#957;#957;#951;#962;, abitante delle onde del Golfo Persico, che sarebbe stato colui che agli uomini primitivi dimoranti nella Babilonide insegnò i primi rudimenti della civiltà. Sarebbe dunque Oannes colui cui andrebbe ricondotta nei suoi principî la civiltà umana. Questa avrebbe avuto quindi origine proprio in Babilonia, sulle sponde del Golfo Persico. Non c'è dubbio che ai tempi di Beroso un mito babilonese narrava quanto ci ha riferito l'autore ellenistico. Finora però non si è trovata nelle tavolette babilonesi e assire in caratteri cuneiformi nessuna versione del mito né si è riusciti a rintracciare alcun accenno alla leggenda del mostro sapiente.
La spiegazione del nome Oannes in lingua babilonese offre non poche difficoltà. Alcuni hanno voluto vedervi una storpiatura del nome del dio del cielo Anu, mentre qualche altro studioso ha pensato al nome Eab#257;ni, "Ea ha costruito". Maggiore probabilità presenterebbe la parola babilonese Umm#257;nu con l'accezione di "artista", spiegazione questa data dallo Jensen, verosimile anche dal punto di vista linguistico, poiché in babilonese e assiro il suono della m tra vocali scompare quasi del tutto.
Quasi tutti gli studiosi hanno voluto riconoscere in Oannes qualche forma del dio Ea, divinità dell'acqua e della sapienza. Ma questa interpretazione è impossibile, tanto perché ciò che è narrato nel mito di Oannes non combina affatto col dio Ea, quanto anche perché le raffigurazioni di Ea nelle opere d'arte babilonesi e assire sono del tutto diverse dalla figura di Oannes come è descritta da Beroso.
Narra dunque lo scrittore ellenistico che Ea mandò sulla terraferma certi mostri marini e umani, mezzi uomo e mezzi pesce, come Oannes e altri, per insegnare agli uomini i rudimenti della civiltà, la scrittura e il modo di fondare e costruire le città, la conoscenza delle lettere, delle discipline e delle arti, la costruzione dei templi e le interpretazioni delle leggi, la geometria. Oannes avrebbe inoltre mostrato agli uomini le semine e le raccolte dei frutti. Da allora in poi non sarebbe stato inventato più nulla. Il mostro Oannes scrisse ancora di genealogia e politica e consegnò poi il trattato contenente queste discipline agli uomini. Durante il giorno Oannes dimorava sulla terra e si ritirava durante la notte in mare. Dalla narrazione di Beroso si ricava che Oannes era concepito non quale dio, ma quale essere semidivino, abitante in mare e in terra.
Non è certo se i rilievi assiri e le raffigurazioni nei cilindri-sigilli abbiano conservato qualche raffigurazione di Oannes. Per lungo tempo gli studiosi credettero di dovere ravvisare il mostro marino nelle figure dei sacerdoti esorcizzatori o demoni incantatori, apkall#363;, rappresentate molto spesso nei rilievi e nei sigilli assiri: un uomo è rivestito, sul dorso, d'un pesce che lo copre per tutto il eorpo fino quasi ai piedi. In questi esorcizzatori, che fanno incantesimi in nome e con la parola di Ea e perciò sono rivestiti di mantelli in forma di pesce, si volle vedere Oannes, perché costui era composto, come specifica Beroso, di uomo e pesce. Ma si è potuto stabilire in modo perentorio che tali figure sono quelle di sacerdoti esorcizzatori o apkall#363;. Qualche studioso ha voluto vedere Oannes in alcune figure di uomo-pesce tra onde marine, raffigurate in rilievi e sigilli assiri. Ma anche questa interpretazione va scartata.
La leggenda di Oannes appartiene a quella specie di racconti sulle origini della civiltà, delle arti e dei mestieri che erano molto diffusi tra le popolazioni dell'Asia occidentale antica e dei quali abbiamo altre versioni in qualche testo in carattere cuneiforme, nell'Antico Testamento e presso alcuni autori greci.
Bibl.: G. Furlani, La religione babilonese e assira, I, Bologna 1928, p. 127 e le note 22 e 47 a pp. 147, 148-150, con la relativa bibliografia.
17/03/2013, 19:11
17/03/2013, 21:18
18/03/2013, 14:33
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Enkidu ha scritto:
E resta, inoltre, un altro fatto indubitabile: noi stessi siamo animali in parte acquatici, anche se non ce ne rendiamo conto.
Eppure ogni estate ci fiondiamo tutti, a milioni, sulla riva del mare a bagnarci e poi starcene sull'arena come foche o balene spiaggiate come se fosse il massimo dell'aspirazione della nostra vita....
ugualmente scarsi o privi di peli, come ogni mammifero acquatico che si rispetti.... c'avete mai pensato.
E nessuna ha mai riflettuto sul fatto che certi medici fanno partorire le puerpere in acqua in compagnia dei delfini,
perché pensano che sia il modo migliore per una donna di partorire?
Come sarebbe possibile questo, se davvero fossimo degli esseri davvero "terricoli"?
Enkidu ha scritto:
Gli Oannes, infatti, qualsiasi cosa fossero, NON erano sirene e tritoni.
Infatti gli Oannes potevano camminare sulla terraferma come gli uomini.
Più che esseri acquatici, erano esseri anfibi.
Il guaio è che, nelle tradizioni e negli avvistamenti di tutto il mondo, compaiono entrambe le versioni di umanoidi acquatici:
sia gli esseri con il corpo per metà umano e per metà pisciforme,
sia gli esseri dai piedi e dalle mani palmate.
Sembrerebbe quasi che esistano DUE diverse specie umane acquatiche, che a volte nella tradizione sembrano confondersi.
Una cosa è indubbia: se persino nella lontana Tiahuanaco,
in un contesto culturale che, ufficialmente parlando,
non dovrebbe avere avuto nessun contatto stretto con le civiltà del Vecchio Mondo,
compaiono anche là statue di uomini-pesce simili a sirene, un qualcosa deve pur esserci....
Inoltre, è un fatto che gli oceani restano in gran parte inesplorati.
Se esistesse una specie intelligente, relativamente poco numerosa, e fermamente intenzionata a nascondere la sua esistenza,
avremmo poche probabilità di scovarla, soprattutto se non credessimo neanche alla sua esistenza, credendola "un mito".
22/03/2013, 21:41
22/03/2013, 22:13
16/09/2013, 21:12
16/09/2013, 21:41
16/09/2013, 23:06
17/09/2013, 00:31
La domanda è sempre la stessa: perché tra 5 mila specie di mammiferi terrestri siamo quella che ha buttato via il pelo?
- siamo scimmie nude perché acquatiche -
Un gruppo di antenati - sosteneva - era sì sceso dagli alberi, ma aveva scelto come habitat le spiagge e i bassi fondali.
Lì, in un ambiente ricco di risorse e povero di predatori, si era specializzato, conducendo un’esistenza anfibia
e sviluppando una singolare epidermide con due caratteristiche niente affatto scontate: mancanza di peli (o pochi) e un impermeabile strato di grasso.
Pochi lo presero sul serio, perché l’ortodossia del momento - che continua ancora oggi - era inchiodata su un’altra teoria, quella della colonizzazione della savana.
Ci pensò allora Mrs. Morgan a prendere il testimone, con libri dai titoli eloquenti, come «The Aquatic Ape»
a incrinare le illusorie certezze su quella morbida superficie che l’homo sapiens si diverte a coprire e scoprire, a pitturare e a scarnificare.
E a trasformare in oggetto di desiderio.
i percorsi alternativi della colonizzazione del pianeta:
a colpi di primitivi remi, tra 60 e 70 mila anni fa, i sapiens saltellarono da un’insenatura all’altra, dal Mar Rosso all’India.
Siamo stati marinai prima ancora che nomadi delle praterie.
Senza l’interludio acquatico - in un periodo ancora da definire tra 6 e 2 milioni di anni fa -
non avremmo imparato a camminare eretti e non avremmo perso il meglio dell’olfatto. E nemmeno avremmo narici elastiche e la laringe «infossata».
E naturalmente la straordinaria pelle che ci fa sembrare delfini.