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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 19/10/2019, 12:50 
è incredibile che questi luoghi invece di essere valorizzati e studiati siano tenuti nascosti



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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 20/10/2019, 12:57 
MaxpoweR ha scritto:
è incredibile che questi luoghi invece di essere valorizzati e studiati siano tenuti nascosti


Perché evidentemente imbarazzano più di qualche accademico. Non saprebbero che pesci pigliare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 20/10/2019, 13:23 


Tempus1891 ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
è incredibile che questi luoghi invece di essere valorizzati e studiati siano tenuti nascosti


Perché evidentemente imbarazzano più di qualche accademico. Non saprebbero che pesci pigliare.


Infatti, io metodo è: se non sai spiegarlo allora non esiste.



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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 23/12/2019, 19:39 



“Cart Ruts” come a Malta anche a Bomarzo

Immagine

Anche a Bomarzo in provincia di Viterbo sono state scoperte dall’infaticabile Dott. Cascini delle Cart Ruts, segni di carreggiate megalitiche scolpite nella roccia.

Durante un sopralluogo a Bomarzo ho scoperto delle misteriose piste megalitiche nel terreno roccioso a pochi metri dal sito archeologico.

Se la datazione ufficiale della costruzione dei templi e piste nella roccia (cart ruts) maltesi è corretta, più di 5500 anni fa, un popolo con conoscenze amerinde ha lasciato impronte ingegneristiche sia a Malta che a Bomarzo e Pietranico come in gran parte dell’Italia centrale che delle isole mediterranee.

Questo popolo misterioso aveva conoscenze tecniche avanzate che ritroviamo nei siti Incas e Olmechi oltre che nelle popolazioni successive amerinde (Maya ed Atzeche).

Questo per ribadire che il monolite con i famosi “troni” per le assemblee di Bomarzo non è di origine Etrusca ma molto più antico. (leggi anche La Piramide ed i misteriosi troni Inca)

Queste ulteriori impronte, lasciate nel terreno roccioso, sono datate almeno 3500 a.c. ben 2500 anni prima della presenza a Bomarzo degli Etruschi che l’archeologia attuale pone in Italia nel periodo che va dal IX al I secolo a.C. (900–27 a.C.)

Immagine

Le due foto superiori sono le piste nella pietra datate 3500 a.c. situate a Malta, le 2 foto inferiori sono alcune delle piste della stessa epoca ma che ho recentemente scoperto a Bomarzo.

Circa 25 anni fa mi sono recato a Malta per vedere i famosi e misteriosi solchi paralleli nelle rocce dell’isola , datati ad almeno 5500 anni fa.

Le tracce sono davvero tantissime ma non penso che resisteranno per molto tempo, almeno quelle vicino ai luoghi abitati, in quanto, nei pressi di Mdina, alcuni tratti di piste erano coperte da una discarica di calcinacci.

A Malta in località Clapham Junction le tracce parallele scavate nella roccia sono conservate benissimo. Nell’isola inoltre sono ancora presenti alcune antichissime grotte sotterranee che ricalcano nella costruzione quelle presenti a Bomarzo.

Il popolo che le ha scavate nella roccia nel 3500 a.c. ha eseguito opere mirabili.

Immagine

(A sinistra interno grotta Bomarzo e a destra grotta interna Malta)

I particolari della costruzione nella grotta di Bomarzo sono sorprendentemente simili a quelli maltesi, sia nelle cornici di pietra sia nella incisione continua su cui scorre l’acqua ma soprattutto anche nei particolari della finestra del piano superiore anticamente esistente.

https://streamable.com/um6w1

Le tracce parallele nella roccia sono misteriose in quanto ancora oggi non si è trovata una risposta plausibile sia della loro formazione sia del loro uso. A volte finiscono così come sono nate, altre volte finiscono a strapiombo sul mare, altre volte ancora si incrociano in modo tale da escludere che le ruote dei carri, che l’archeologia ufficiale cita, possano effettuare delle manovre e svolte.

Sembrano assomigliare a binari di un treno e collegano vari punti dell’isola. Da rilevare che le rocce di granito e pietra sono talmente dure che ci vorrebbero secoli di sfregamento con legname per eseguire tali piste.

Immagine

Un altro mistero é che si trovano anche delle semplici piste ad X, non eseguite dall’incrocio di quattro piste parallele, ma solo da una pista che si incrocia con un’altra. Quindi non è detto che le tracce parallele siano la regola, si sconfessa così l’idea dell’uso di slitte o carri (notoriamente usati solo con due punti di appoggio a terra).

Da qui il mistero della loro presenza.

Quindi a cosa sono servite e con che cosa sono state eseguite le piste nella pietra?

Una risposta può essere data da un sito pre-Incas antichissimo, a Santa Cruz de la Sierra. Il sito é costituito da una formazione rocciosa di dimensioni considerevoli posta ad un’altezza di circa 2000 metri e delle dimensioni di 260 metri di lunghezza per 60 metri di ampiezza, completamente scolpita dalla mano dell’uomo, noto come Templo de la Roca Esculpida de Samaipata.

In questo sito sono presenti:

i troni come quelli di Bomarzo e Pietranico con le relative scale, ormai consumate dal tempo, scolpite nella pietra
le piste parallele che solcano la pietra come quelle di Malta e Bomarzo,
due grandi e misteriose piste parallele al centro della formazione rocciosa.

Immagine

Per avere risposta da questo sito sulle domande che pone, dobbiamo ritornare a Malta, qui abbiamo la risposta a tutto quello che abbiamo visto fino ad adesso, da Bomarzo a Pietranico, da Malta a Samaipata, tutto si collega.

Da tempo le foto satellitari di Malta nelle zone di Il-Bahrija, Near Tal Mehrla, Ras id-Dawwara, San Pawl Tal-Pitkali, Hal Far, Benghajasa, Ta’ Dmejrek, mostrato delle cicatrici nel terreno dove non cresce nulla da secoli.

Queste cicatrici sono molto simili a quelle delle due grandi piste di Samaipata.

Immagine

Perché queste cicatrici nel terreno sono ancora presenti, e perché assomigliano tanto a delle aree di parcheggio di un aeroporto moderno?

Immagine

Cosa può avere determinato queste cicatrici nel terreno, rendendolo brullo solo nelle due gradi aree parallele ma non tra di esse? Nel centro infatti cresce erba come ai lati delle due aree irradiate.

Le tracce sono presenti nonostante l’aratura e la lavorazione dei campi e sono esistenti da secoli.

Con le radiazioni atomiche, a Cernobyl, le piante hanno conquistato dopo pochi anni le aree urbane, ciò significa che le radiazioni permangono nel terreno.

Ho visto un effetto simile quando sono stato a Stonehenge. Nei campi vicini la terra è stata colpita da pochi secondi di energia ma nonostante questo, da anni, l’impronta del “crop circle” è ancora attiva.

Un effetto che si chiama come chi l’ha scoperto, Hutchinson.

Un effetto che riesce a:

– vincere l’attrazione gravitazionale facendo levitare oggetti

– unire a freddo i metalli con il legno

– modificare i metalli rendendoli malleabili ma con modifiche che si evolvono nel tempo

Immaginate un sistema propulsivo che sfrutti l’effetto Hutchison e che tale effetto sia stato irradiato nel terreno di atterraggio da antichi velivoli per tantissimo tempo e non per pochi secondi come nei campi di grano vicini a Stonehenge.

Non c’è da stupirsi se le impronte dell’atterraggio di questi antichi velivoli siano visibili da almeno 5500 anni, da quando cioè sono presenti i monumenti di Malta, di Samaipata, di Bomarzo e di Pieteanico.

Sarebbe interessante ritrovare in queste due ultime località gli effetti Hutchison dell’atterraggio di questi antichi velivoli ma dalle rilevazioni aeree non ho ancora visto tracce simili, si rilevano solo le misteriose tracce parallele sul terreno roccioso nelle immediate vicinanze dei “troni”di Bomarzo.

Immagine

Certo, fa impressione sentir parlare di antichi velivoli, ma ho riservato per questo, se ce ne fosse bisogno, il ritrovamento di una antica statua Olmeca (gli Olmechi sono il più antico e misterioso popolo precolombiano, insediatesi nell’America centrale secoli prima dei Maya e degli Atzechi).

Tutto quello che dovete fare è guardare la statua, niente di più ,la sua posa, i grandi occhiali che indossa ed il copricapo e poi immaginarvi se nell’antico territorio Olmeco fossero presenti strane piste parallele nella roccia.

Ebbene sì, la statua è posta nel museo antropologico di Xalapa e nel territorio di Tlaxcala, sono presenti le famose piste nella roccia, come a Malta, a Samaipata e Bomarzo.

Immagine

Antichi popoli pre-Etruschi ci hanno lasciato tante tracce nei territori del Mediterraneo. Sta’ a noi ritrovarne le antiche tracce come é successo adesso a Bomarzo.

Al prossimo articolo.

A cura del Dottor Cascini Sergio.


https://www.nibiru2012.it/cart-ruts-com ... a-bomarzo/


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 24/12/2019, 13:06 
A parte le speculazioni sul presunto effetto Hutchinson è davvero impressionante la somiglianza tra le tracce presenti al suolo e l'aeroporto sembrano davvero due aree adibite allo stesso scopo. bisognerebbe cominciare ad usare in maniera più approfondita il LIDAR anche sui siti archeologici (e non) italiani; penso ne uscirebbero fuori cose sconcertanti.



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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 24/12/2019, 19:15 
viewtopic.php?f=12&t=7928&start=15

viewtopic.php?t=6341

Un possibile collegamento. [^]


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 04/05/2020, 16:54 
"Roma colonia della Sardegna", esperto sfida la storia
Nuovo libro dello studioso di lingua sarda Bartolomeo Porcheddu


(ANSA) - CAGLIARI, 04 MAG - Sardegna colonia romana, dicono i libri di storia. Ma ora c'è un nuovo volume che dice proprio il contrario: "Roma colonia sarda". È il titolo dell'ultimo lavoro di Bartolomeo Porcheddu, esperto di lingua e storia sarda. Un autore che già in passato aveva ribaltato la posizione "marginale" della Sardegna, mettendola al centro della storia del Mediterraneo e del mondo occidentale. Il primo colpo assestato era stato linguistico. Con il sardo diventato per Porcheddu "padre" della lingua latina. Per questo l'autore aveva scomodato anche il vaso di Dueno. E, proprio uno dei più importanti reperti della storia protoromana, per lo studioso si è palesato come la prova della derivazione del latino dal sardo.
Ora una nuova sfida alla storia. "Il mare che univa e unisce la Sardegna al resto del Mediterraneo ha fatto correre le navi Shardana più veloci dei carri in ogni approdo, giungendo anche nei porti più remoti - spiega Porcheddu - E sempre in Sardegna nasce la prima talassocrazia del Mare Nostrum. Determinando il destino degli uomini e delle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo antico. Roma è il risultato di questo contesto storico. Solo attraverso la lingua sarda, idioma delle sue origini, si riesce a comprendere il significato di Urbe, di Patrizi e Plebei, di Orazi e Curiazi, di Tevere, dei Tre Colli, delle Tre Tribù, delle Curie, dei Padri Penati, del Gladio, dei Centurioni e di tutta quanta la nomenclatura che fino ai nostri giorni è rimasta senza una spiegazione etimologica". (ANSA).



https://www.ansa.it/sito/notizie/topnew ... 49db7.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 04/05/2020, 18:50 
In effetti anni fa ho sentito in un documentario della rai che forse i primi re etruschi erano Sardi. E siccome gli Etruschi fondarono Roma, allora, per la proprietà transitiva, ne consegue che…..


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 26/05/2020, 15:56 
Mont’e Prama, la Pompei di Sardegna «C’è una megalopoli sottoterra»
Le ricerche condotte dal geofisico Gaetano Ranieri nel sito di Mont’e Prama: «Sedici ettari ancora da scavare». Resti dell’età del bronzo individuati grazie al georadar


Sedici ettari «nascosti» sotto la terra di un campo abbandonato nel Sinis di Cabras, Sardegna centro-occidentale, poco lontano dallo stagno dove nidifica il fenicottero rosa. È questa la piccola grande Pompei (che di ettari ne può contare ben quarantaquattro) scoperta in provincia di Oristano da Gaetano Ranieri, professore ordinario di Geofisica applicata presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari, già docente al Politecnico di Torino, grazie al georadar da lui messo a punto («una sorta di radar rivolto verso il sottosuolo» capace di guardare sotto la superficie) con cui è tornato a scandagliare il sito archeologico di Mont’e Prama.

Dove 45 anni fa (nel marzo 1974) erano stati ritrovati (per caso) i primi di quei diecimila frammenti di pietra che, dopo le successive compagne di scavo del 1975-1979 e del 2014-2017 (e i relativi restauri), avrebbero col tempo dato vita ai 27 Giganti di Mont’e Prama (arcieri, guerrieri, pugilatori), ai sedici modelli di nuraghe e ai nove «betili» (una sorta di pietra sacra). Un patrimonio (risalente a un periodo compreso tra il 950 e il 730 a.C. e quindi più antico di Pompei) attualmente diviso tra il Museo archeologico nazionale di Cagliari (dove è custodita gran parte dei Giganti) e il Museo civico Giovanni Marongiu di Cabras.



Come raccontato da «La Nuova Sardegna», in occasione della presentazione alla Fondazione di Sardegna di Sassari della lunga ricerca eseguita da Ranieri (24 settembre), in quel campo abbandonato e nel contiguo vigneto impiantato dopo gli inizi degli scavi che di fatto nascondono uno dei siti archeologici più importanti del Mediterraneo, ci sarebbe un universo ben più esteso dei 750 metri quadrati finora censiti dalla Soprintendenza per i beni archeologici di Cagliari e Oristano.



Secondo l’«ecoscandaglio terrestre» (altra possibile definizione del georadar) l’area sarebbe infatti di ben 16 ettari. Definita dalle migliaia di «anomalie» individuate proprio grazie al georadar: in particolare da quelle che Ranieri (coadiuvato nella sua ricerca dagli archeologi dell’Università di Sassari) definisce «anomalie organizzate» ovvero «linee rette che sembrano strade, case, templi, aree delimitate che possono essere stanze di edifici anche di grande dimensioni» nonché «120 tombe ancora da scavare». Una megalopoli nata tra la fine dell’età del bronzo e l’inizio di quella del ferro (tra il 950 e il 730 a.C.) ricostruita attraverso una serie di modelli 3D. Un’area talmente ampia che, per Ranieri, se i tempi dovessero essere «gli stessi con cui si sono mossi gli archeologi da quando sono saltati fuori i primi frammenti dei Giganti, ci vorrebbero 4 mila anni per scavare».

Attualmente, racconta ancora l’articolo della «Nuova Sardegna», il destino del sito archeologico di Mont’e Prama è però ancora tutto da definire: la «casa» dei Giganti è sempre nascosta sottoterra mentre gli scavi promessi per l’avvio di (questa) estate non sono mai iniziati nonostante il finanziamento sia stato, a quanto pare, già erogato. Secondo Ranieri, da tempo in attrito con la Soprintendenza, «è assolutamente necessario un vincolo archeologico» visto che si tratta «di un’area in cui sono stati finora effettuati tantissimi ritrovamenti, diverse campagne di scavo e ricognizioni che hanno indicato in maniera evidente la presenza di reperti ancora da portare alla luce».

Aspettando buone notizie per il sito archeologico dei Giganti, il georadar del professor Ranieri ha intanto già individuato le tracce di un possibile complesso nuragico a dieci metri di profondità nello stagno di Cabras (quello dei fenicotteri rosa) mentre dall’ipogeo della vicina San Salvatore di Sinis, dalle mura delle stanze in cui si praticava il culto dell’acqua, sarebbero saltate fuori le immagini di una nave romana, di divinità latine e (persino) un disegno che sembrerebbe raffigurare l’eruzione del Vesuvio. E ancora una volta l’ombra di Pompei compare all’orizzonte di Mont’e Prama.



https://www.corriere.it/cultura/19_sett ... b7c9.shtml


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 26/05/2020, 16:51 
speriamo bene secondo me la sardegna è IL CENTRO se non la CAPITALE di quello che veniva definito come popolo del mare.



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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 27/05/2020, 00:51 
vimana131 ha scritto:
Roma colonia della Sardegna", esperto sfida la storia
Nuovo libro dello studioso di lingua sarda Bartolomeo Porcheddu


Per un ricercatore romeno Roma era una colonia dei daci.
Ognuno vede quel che vuole vedere.



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Per ogni problema complesso c' è sempre una soluzione semplice.
Ed è sbagliata.
(George Bernard Shaw)
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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 13/10/2020, 16:51 
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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 04/03/2021, 17:51 
Xanax ha scritto:
vimana131 ha scritto:
Roma colonia della Sardegna", esperto sfida la storia
Nuovo libro dello studioso di lingua sarda Bartolomeo Porcheddu


Per un ricercatore romeno Roma era una colonia dei daci.
Ognuno vede quel che vuole vedere.

Forse non ha tutti i torti, se fai delle ricerche sui Siculi ti renderai conto che questi ultimi discendevano da quei territori dove oggi è Romania e territori limitrofi.
I Siculi poi vi è stato un tempo che hanno governato quasi tutta l'Italia compreso Roma.


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 29/07/2021, 18:53 
Prima Tellus Sulle tracce dell'Italia Primigenia.

viewtopic.php?f=8&t=21266


I miti della Grande Dea e dei Giganti alle origini della civiltà in Italia.

viewtopic.php?f=8&t=21267


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 Oggetto del messaggio: Re: Tirrenide
MessaggioInviato: 29/07/2021, 20:42 
https://www.youtube.com/watch?v=g9HDPxGHizQ

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In questo video Leonardo Melis al minuto 0,49 spiega come i due soldati legati fossero tutte e due appartenenti ai Shardana, però osservando attentamente vi è una sostanziale differenza, il primo ha il copricapo piumato distintivo dei popoli del mare delle regioni della Libia e della Sicilia gli " Shekelesh", il secondo soldato ha un copricapo diverso e con un orecchino il quale poteva far parte delle regioni dell'Anatolia, però lui li identifica tutti e due come Sardi.

https://youtu.be/g9HDPxGHizQ?t=167


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