non vorrei dire una baggianata ma mi sembra che le probabilità che una cellula perfettamente si sia formata casualmente sono estremamente basse, cioè statisticamente parliamo di un fenomeno assolutamente impossibile, o che verrebbe considerato tale in qualunque ambito scientifico... Una buna metafora che descrive questa evenienza è un uragano che passando in uno sfasciacarrozze lascia dietro di se un boing 747 perfettamente funzionante... Certo è possibile ma... Cita: ATTENZIONE ALL'INGANNO STATISTICO Per non appesantire l'argomento, iniziamo con un'allegoria. Un giudice doveva emettere la sentenza riguardante uno dei massimi dirigenti del totocalcio, accusato di aver consentito una truffa. Un suo stretto parente aveva fatto '13' per dieci volte di seguito, giocando una sola schedina di due colonne alla volta. Era truffa o semplice fortuna? L'avvocato della difesa aveva tuonato minaccioso; "Non si può condannare una persona quando si sa che, se pur difficilissimo, è possibile fare '13' per 10 volte di seguito". E, per meglio avvalorare il suo argomento, aveva chiamato un professore di statistica, col quale cominciò a discutere pubblicamente. "E' possibile, professore, fare due volte di seguito '13'?" il professore, davanti al giudice, rispose: "E' possibile". "E' possibile fare '13' cinque volte di seguito?". "E' possibile". L'avvocato difensore arrivò, infine, alla domanda cruciale: "E' possibile, professore, fare '13' per 10 volte di seguito?" Il professore rispose ancora: "E' possibile". "Dobbiamo almeno", concluse soddisfatto l'avvocato rivolgendosi al giudice, "dare all'imputato il beneficio del dubbio; e si sa che, nell'incertezza, è doveroso assolvere". Il giudice rimase un po' perplesso, il senso comune gli diceva che l'imputato era colpevole, ma quella statistica gli confondeva le idee. Dopo aver un po' riflettuto fece ancora chiamare il professore e gli chiese: "Che probabilità c'è che una persona faccia '13' per 10 volte di seguito, giocando solo due colonne?" Il professore rispose: "E' come se, in un oceano di palline bianche, ce ne fossero solo 10 nere.ed una persona bendata, tirando su 10 palline a caso, pescasse tutte quelle nere". Ma il giudice non era ancora soddisfatto e, perdendo la calma chiese: "Secondo la statistica, allora, quando si potrebbe essere certi della truffa? Dopo, 100, 1.000, 10.000 volte che uno fa '13' di continuo?" Il professore, serafico, rispose: "Mai, signor giudice, non si può essere mai certi". "Ma", proseguì il giudice sempre più irritato, "lei, come fa a decidere in casi come questo? Anche le impronte digitali, allora, non danno certezza!" "Beh", concluse i1 professore, "generalmente si fissa un limite di probabilità, oltre il quale si può considerare certo l'avvenimento. E' chiaro che, se non si facesse così, sarebbe impossibile ogni decisione, e perfino le impronte digitali non darebbero la prova definitiva". Il giudice tornò a casa pensoso: condannare l'imputato o dimettersi da giudice? Abbiamo proposto questa illustrazione perché ognuno dovrà emettere, nei confronti della teoria dell'origine della vita per abiogenesi, una sentenza simile, e dobbiamo fare attenzione a non essere ingannati da discorsi statistici poco chiari. Chi vuole usare correttamente l'argomento del possibile deve anche quantificare la probabilità che ha un certo fenomeno di verificarsi. Altrimenti si mette sullo stesso piano l'indovinare una sola partita di calcio e il fare "13" per mille volte di seguito: logicamente ambedue le cose sono possibili. Tutte le volte, perciò, che si farà appello all'argomento del possibile, cercheremo di fare un po' di calcoli per vedere che probabilità c'è che si verifichi il fenomeno. E siccome in questi calcoli compaiono spesso i numeri con elevato esponente, è bene fare un esempio che possa far rendere conto del significato di tali numeri. Se una persona vi offrisse, uno alla volta, 60 assegni da un miliardo di lire ciascuno, chiedendovi in cambio 2^1 (cioè 2) fagioli per il primo assegno, 2^2 (cioè 4) fagioli per il secondo assegno, 2^3 (cioè fagioli per il terzo assegno, e così via sempre raddoppiando, fino ad arrivare a 2^60 fagioli per il sessantesimo assegno da un miliardo, ci stareste? Naturalmente non vi potreste fermare dopo i primi assegni. Il conto non è molto complicato (vedi, in fondo al capitolo, l'appendice n. 1) ma il risultato vi sorprenderà. Il sessantesimo assegno vi verrebbe a costare più di 5.000 miliardi di quintali di fagioli, pari a più di un miliardo di miliardi di lire! Attenzione, quindi, ai numeri con esponente elevato, si fa presto a leggerli, ma indicano cifre inimmaginabili. Un altro esempio può chiarire altri aspetti. Se in una moneta indico un lato con "T" (Testa) e l'altro con "C" (Croce), dopo un lancio può apparire in alto o T o C. Quante volte comparirà T, su 100 lanci, nessuno può dirlo, si può solo affermare che, mediamente, T comparirà una volta su due e quindi 50 volte su 100. Facendo due lanci, c'è una probabilità su quattro che venga T-T, perché 4 sono le combinazioni possibili (T-T, T-C, C-T, C-C). Passiamo ora ad un'illustrazione più impegnativa e consideriamo la difficoltà che può avere una scimmia a scrivere una frase determinata, battendo a caso su una macchina da scrivere. Scegliamo la frase "Sarà e Silvia sono carine", composta da 21 lettere. Per facilitare il compito, anziché i circa 50 tasti normalmente presenti, la nostra macchina da scrivere ne avrà solo 20, corrispondenti a tutte le lettere dell'alfabeto esclusa la "h". Avendo eliminato anche i tasti della spaziatura e delle maiuscole, la frase avrà le lettere tutte attaccate e minuscole (saraesilviasonocarine). Quante battute occorreranno alla scimmia per riuscire a scrivere la frase nessuno può dirlo, ma possiamo calcolare quanto ne dovrà fare mediamente. Facendo i calcoli (vedi appendice n.2) si vede che una scimmia sola dovrebbe lavorare troppo ed allora mettiamo al lavoro un miliardo di scimmie, ma anche loro non faranno presto perché, mediamente, dovranno battere a macchina, ininterrottamente, per ben 10 miliardi di anni. Dopo tale tempo, solo una sarà riuscita a scrivere la frase "saraesilviasonocarine ". L'impressione è che, a caso, non sia poi tanto complicato produrre un po' d'ordine, ma i calcoli dimostrano quanto ciò sia diffìcile. Purtroppo non sempre gli autori chiariscono questo punto e pochi lettori sanno fare, o si mettono a fare, i conti, rimanendo fatalmente ingannati. Fonte: http://progettocosmo.altervista.org/ind ... view&id=76Inoltre... Cita: F. DA AMMINOACIDI A PROTEINE: ALTRE DIFFICOLTA' STATISTICHE Abbiamo già parlato di alcune notevoli difficoltà che si incontrano quando si vogliono formare a caso le proteine, ma ora, per vedere altri importanti aspetti, ci poniamo la domanda: "Che volume di proteine sbagliate dovrò fare, per comporne a caso una determinata?" Sarebbe come dire: "Se ho disponibili delle perle di 20 colori diversi e voglio formare a caso una ben determinata collana, che volume di collane sbagliate avrò, in media, prima che ottenga quella prefissata?" Si è scelta una proteina semplicissima, di soli 100 amminoacidi, ma ciò nonostante il calcolo ha dato delle cifre sbalorditive (vedi appendice n.3). La proteina programmata si troverebbe in un cubo di proteine sbagliate di così grande dimensione da essere difficile da immaginare. Il suo lato sarebbe di ben 10^32 Km. Se volessimo attraversare questo cubo, alla ricerca della nostra proteina, su un razzo che facesse in un secondo più di sette volte l'intero giro della Terra (viaggiando cioè alla velocità della luce), impiegheremmo 100 miliardi di anni! In questo immenso cubo tutta la Galassia (solo 100.000 anni luce nel suo lato maggiore) apparirebbe come un piccolo puntino. I telescopi più potenti esplorano l'Universo fino a 5 miliardi di anni luce di distanza: una dimensione insignificante rispetto al cubo delle proteine mediamente necessarie per formarne a caso una predeterminata fra le più semplici. Calcoli simili sono presentati anche da Crick[18], con risultati analoghi. Un insegnante di chimica ha osservato che, per tentare la formazione di una certa proteina, non occorre un volume di amminoacidi così elevato, perché una proteina sbagliata si può smontare, e così ritentare un'altra volta con lo stesso materiale. Introducendo quest'altro concetto, però, la formazione di una proteina di 100 amminoacidi diviene ancora più difficile perché, aumentando il numero degli amminoacidi collegati, diviene sempre più facile che la catena si rompa, piuttosto che si allunghi ancora. E quando fossimo arrivati alla nostra sospirata proteina essa non si conserverebbe, scomponendosi subito. Le difficoltà che siamo andati via via esaminando dovrebbero aver chiarito quanto sia difficile ottenere l'ordine dal caso. Oparin, il caposcuola sovietico degli abiogenisti, invece, afferma con sicurezza che "le sostanze organiche primordiali si sono evolute subendo ulteriori cambiamenti e trasformazioni. I meccanismi di queste trasformazioni possono essere ipotizzati in base ad esperimenti eseguiti in laboratorio (S. L. Miller, M. Calvin, C. Ponnamperuma), capaci di riprodurre le condizioni ambientali esistenti sulla superficie e all'interno della Terra ancora senza vita. I risultati mostrano che in queste condizioni si formano moltissime sostanze organiche, talvolta assai complesse, e persino composti caratteristici per la vita, quali sostanze simili alle proteine e agli acidi nucleici"[19]. Egli non precisa, come invece fa il suo ammiratore e seguace Dyson, che le sostanze complesse e ordinate finora sono state ottenute solo con la presenza di una sostanza ordinatrice estratta da esseri viventi. "Per riassumere", chiarisce Dyson[20] considerando anche le più recenti scoperte: "Eigen ha prodotto RNA senza stampo ma servendosi di un enzima, mentre Orgel ha raggiunto lo stesso risultato senza enzima, ma servendosi di uno stampo (nelle cellule viventi l'RNA è prodotto con stampi e con enzimi insieme). Se supponiamo che l'RNA sia stato la molecola originaria della vita, allora, per far luce sulle origini, dobbiamo produrre RNA non facendo uso né di stampi né di enzimi. A questo traguardo né Eigen né Orgel sono riusciti ad avvicinarsi". E se poi uno scienziato riuscisse a fabbricare non solo una proteina, ma finanche una cellula, servendosi della sua intelligenza e capacità di scelta, dimostrerebbe che la vita viene da un'opera intelligente e programmata, non dimostrerebbe assolutamente che viene dal caso. Chi volesse approfondire le difficoltà statistiche della formazione delle proteine, delle cellule e dell'evoluzione in generale, può far uso dell'ottimo e chiaro testo di Tommaso Heinze[21], le conferenze del quale, tenute a Perugia circa 20 anni fa, mi diedero ottimi stimoli per le successive riflessioni. fonte: http://progettocosmo.altervista.org/ind ... view&id=76Che fortuna! Cita: G. DA PROTEINE A CELLULE: UN PASSAGGIO PROIBITIVO Se nel brodo primordiale, per una inimmaginabile fortuna, si fossero formate, insieme a tante altre sostanze simili, anche tutte quelle che costituiscono una cellula, non per questo sarebbe sorta facilmente la prima cellula. Facciamo un esempio. Se in un sacco ho tutti i pezzi di diversi tipi di orologi, non è facile poi prendere a caso i pezzi giusti e fare un certo orologio. Trovare i pezzi in mezzo a tanti altri, alcuni dei quali molto simili, e incastrarli insieme nel modo corretto, non sarebbe impresa da poco. Le cellule sono un insieme di migliaia di sostanze strettamente coordinate, se quelle da incastrare sono sparse in mezzo ad un'infinità di altre simili a loro, non è facile che tutte quelle giuste, e solo quelle giuste, si ritrovino casualmente insieme. Ed anche se ci si ritrovassero non saremmo ancora alla cellula. Infatti, se maciniamo delle cellule viventi, nel macinato abbiamo tutte le sostanze necessarie alla loro costruzione, ma esse non si riformano, perché le varie parti non hanno la tendenza spontanea a ricombinarsi. Nell'ipotetico brodo primordiale, poi, dobbiamo presupporre la presenza di molte sostanze velenose, le quali spesso impediscono la vita anche con piccole concentrazioni; una cellula, perciò, anche se si fosse formata, non avrebbe potuto vivere. Di questa serie di obiezioni anche i più aggiornati ed equilibrati sostenitori dell'abiogenesi tengono conto e corrono ai ripari, parlando di evento statisticamente improbabile, ma che si è ugualmente verifìcato a causa di una combinazione particolarmente fortunata. F. Prattico, facendo il punto della situazione[22], dice che, a seguito degli esperimenti di Miller di cui si è detto (paragrafo D), "tra i ricercatori di tutto il mondo si leva un grido di trionfo", ma poi, "passati i primi entusiasmi, nella comunità scientifica sono cominciati a sorgere dubbi e critiche. Molti ricercatori, per esempio, sulla base di prove geologiche si dichiarano oggi convinti che l'atmosfera primordiale non era quella realizzata da Urey e Miller nel loro alambicco; altri contestano addirittura il concetto di "brodo primordiale", sostenendo che in tali condizioni si sarebbe prodotto solo catrame. Ma la critica più serrata è di natura matematica: le poche centinaia di milioni di anni che separano la formazione della terra dalla apparizione delle alghe azzurre non sarebbero sufficienti, secondo la legge dei grandi numeri, per riunire "a caso" la sequenza di aminoacidi necessari per produrre un enzima, una proteina attiva". "Un tipico enzima", prosegue sempre Prattico, "consta di una sequenza di circa 200 amminoacidi, secondo una struttura altamente elaborata. La possibilità di ottenere a caso una sequenza del genere è di 10^120 (una cifra con un numero incredibile di zeri), mentre per ottenere un batterio occorrerebbero addirittura 10^40000 tentativi casuali: non basterebbe l'intera vita dell'universo per dar luogo a una serie così incredibilmente lunga. Il 'giallo' della vita si complica, quindi. Solo un caso particolarmente fortunato, un evento praticamente unico, può aver fatto apparire la prima molecola autoriproducente". Anche Crick si esprime in modo analogo. "Un uomo onesto, munito di tutte le conoscenze attuali, può solo affermare che per ora, in un certo senso, l'origine della vita appare quasi un miracolo tante sono le condizioni che debbono essere soddisfatte perché il meccanismo si metta in moto"[23]. La moglie di Crick è convinta che quando il marito parla dell'origine della vita "non tratta veramente di una teoria, ma piuttosto di fantascienza"[24]: e noi non possiamo che darle ragione. Dyson, nell'esporre una sua proposta di aggiornamento delle idee di Oparin, ammette che, dalle proprie formulazioni, "talvolta ne trarremo indicazioni illuminanti sul mondo reale: più spesso il modellino rimarrà un semplice trastullo per quelli di noi che hanno il pallino della matematica"[25]. Il divulgatore televisivo Piero Angela, grande diffusore delle teorie evolutive, recensendo con simpatia il libro di Dyson, riassume lo stato delle ricerche sull'argomento che stiamo trattando dicendo: "Sulle origini della vita si è scritto molto (ma ancora non si è capito molto)"[26]. Quando si parla di "evento praticamente unico" (Prattico), "quasi miracolo" (Crick), "trastullo" (Dyson), non siamo più, o non siamo ancora, nell'ambito della scienza. Gli scienziati possono interessarsi e parlare di ciò che potrebbe essere possibile, ma in questo caso non stanno facendo scienza, ma speculazione. Dyson, nell'ultima pagina del suo libro, così scrive: "La conclusione della mia storia mi riporta all'inizio. Guidato da una filosofia personale ... ho cercato di immaginare per l'origine della vita una intelaiatura. Quello che ho trovato è un modello matematico astratto, troppo semplice per essere vero ... Coerentemente con il mio orientamento filosofico, sono propenso a credere che tale descrizione si applichi a tutta l'evoluzione della vita fino alle origini"[27]. Che lo si dichiari apertamente, come fa Dyson, o che lo si sottintenda, dietro l'abiogenesi c'è sempre una "filosofia personale" ed una particolare visione del mondo, ed è proprio sul piano extrascientifico che è necessario proseguire il discorso; ma questo è bene farlo a parte, nel prossimo capitolo. Fonte: http://progettocosmo.altervista.org/ind ... view&id=76Direi che ci sono grossi dubbi anche per quel che concerne l'origine della vita e ritengo che questi nueri celino un errore di fondo nella nostra comprensione della biologia.
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_________________ la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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