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MessaggioInviato: 27/12/2014, 20:48 
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MaxpoweR ha scritto:


Una sorta di COSCIENZA COLLETTIVA della specie che lavorando ad un livello superiore e da "rete" riesca ad influenzare il proprio DNA eseguendo una sorta di AUTO-ingegnerizzazione genetica per permettersi di sopravvivere. Io ho interpretato così la tua opinione perchè nel ragionamento che fai il caso comunque non c'entra, visto che si tratta di una azione "intelligente" o in qualche modo consapevole; sapere qual'è la giusta "modifica" qualunque sia il modo in cui questa informazione viene assimilata, è indice di consapevolezza e non del caso. Il caso entra in gioco nel momento in cui è più o meno probabile che la specie riesca a mutarsi nella maniera desiderata :)


Sì, hai interpretato bene. Tuttavia non so fino a che punto sia necessario vederci in azione una coscienza collettiva della specie (sempre possibile); ci si potrebbe infatti vedere semplicemente un gioco molto raffinato ma pur sempre "meccanico" di azione- reazione ambiente- specie, nei due sensi. Dall'ambiente parte una certa informazione, che stimola una determinata risposta; non stimola tutte le risposte, ma stimola in molto preciso e puntiforme solo quella che si adatta a quell'informazione, come una chiave che entra meccanicamente soltanto in una toppa. La risposta aumenta la probabilità che venga prodotta proprio quella chiave, perché quella è stata stimolata. A mio parere si potrebbe anche fare a meno di vedervi necessariamente una coscienza della specie in azione, per quanto non impossibile. Naturalmente il quadro può essere complicato, con pacchetti di informazioni che si configurerebbero per analogia, come gruppi aventi particolari "forme d'onda", tanto per fare un'analogia con qualcosa che possiamo visualizzare facilmente e quindi stimolerebbero un particolare "gruppo" di mutazioni, e solo quello, perché solo quello entrerebbe nella "toppa". Si può vedere come un meccanismo molto raffinato che, alterando l'equiprobabilità di fondo delle mutazioni genetiche davvero casuali, di fatto introduce un elemento di causalismo (non di casualismo), anche se non è detto che esso si possa esplicare sempre al 100%. Lo vedo un po' come un aumentare la probabilità della mutazione utile, rompendo una perfetta equiprobabilità di fondo.

Ovviamente è solo un'idea, solo un'ipotesi, ma che in linea di principio potrebbe essere vagliata statisticamente, penso.


Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Da quel che ho capito io Darwin la fa ancora più semplice ed inverosimile.

E cioè tutti gli Okapi moriranno di fame e sopravviveranno SOLO QUELLI che riescono ad arrivare al cibo.




Nel mio finto scenario molto semplificato e volutamente drastico, ad un certo punto al di sopra di una certa soglia nessun individuo okapi delle due popolazioni rimaste riesce ad arrivare al cibo; o interviene una mutazione oppure nessun okapi sopravvive. Volutamente drastico per evidenziare meglio ciò che intendevo distinguendolo meglio dall'ipotesi darwinista.


Ultima modifica di quisquis il 27/12/2014, 21:05, modificato 1 volta in totale.


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quisquis ha scritto:

Cita:
zakmck ha scritto:
Su questa strada pero' la direzione e' unica e alla fine si arriva al creazionismo o per lo meno al disegno intelligente.


Non credo che lo sbocco debba essere necessariamente quello.


Mi riferivo al solo esame probabilistico degli eventi. Si sprecano davvero gli studi fatti in questa direzione. Tutti alla fine portano all'individuazione di probabilia' talmente basse da far considerare tali eventi come impossibili e questo con valori di probabilita' di numerosi ordini di grandezza oltre il valore con il quale comunemente indichiamo gli eventi a probabilita' nulla.

Di fatto la vita in termini probabilistici semplicemente non puo' esistere.

Tuttavia, dato che invece la stessa esiste, la spiegazione fornita dal creazionismo e' di fatto quella che appare piu' logica. Ovviamente io non concordo.

Cita:
Pensavo più ad un'interazione ambiente-sistemi viventi svolgentesi forse ad un livello più profondo di quanto supposto finora, senza tirare in gioco divinità o creazionismo di sorta.


Qui pero' siamo gia' oltre, siamo cioe' in un contesto evolutivo, dove i sistemi viventi sono gia' presenti. Quello a cui mi riverivo prima era relativo alla nascita della vita, non alla sua evoluzione.

A mio parere sono due questioni da dibattere approfonditamente, ma comunque sono due questioni separate.

Volendo comunque rimanere nell'ambito evolutivo, dobbiamo ammettere che per seguire un metodo simil-scientifico bisognerebbe partire da elementi concreti, da osservazioni reali, sulle quali poi fare ipotesi anche ardite che consentano di smarcarsi da darwinismo e lamarckismo.

Se non vogliamo adagiarci sulle ipotesi creazioniste, abbiamo bisogno di esplorare nuovi ambiti.

Personalmente vedo con favore la tua ipotesi di interazione ambiente-sistemi viventi, anche se devo dire che non e' la prima volta che ne sento parlare.

A questo proposito ti segnalo dei recenti studi che hanno evidenziato che non proprio tutto funziona in termini darwiniani.
Mi riferisco ad esempio al caso delle lucertole di Pod Mrcaru:

http://aldopiombino.blogspot.com/2008/10/le-lucertole-di-pod-mrcaru-un-caso.html
http://www.pnas.org/content/105/12/4792.full.pdf+html

ma ce ne sono molti altri che recentemente sono balzati agli onori delle cronache (ricordo ad esempio l'esperimento dei batteri incapaci di digerire il lattosio messi in cultura di solo lattosio, fatto ad Harvard).

In questi casi si e' visto che le specie esaminate, in risposta a dei drastici cambiamenti ambientali, mostravano delle "mutazioni" che si manifestavano in archi temporali assolutamente incompatibili con le teorie evoluzionistiche.

Come spiegare la cosa?

Alcuni, hanno ipotizzato che quando le condizioni ambientali determinano la quasi estinzione di una specie, i pochi sopravvissuti tendono infine a procreare fra consanguinei, amplificando cosi le mutazioni genetiche in breve tempo, e originando cosi una nuove specie.

A mio avviso rimane comunque da spiegare come queste mutazioni si rivelino strategiche per la sopravvivenza invece che avvenire nella direzione opposta.

Se la cosa fosse casuale dovrebbe portare anche degli insuccessi: cosa che invece non abbiamo visto sperimentalmente. Che dire? Forse siamo stati solo fortunati o i casi esaminati sono troppo pochi numericamente parlando. Scuse banali direi, troppo semplicistiche.

Secondo me invece la cosa e' molto piu' complessa di come appare e le nostre conoscenze sono molto distanti da quelle che servirebbero per spiegare questi fenomeni. Sono fermamente convinto che il segreto di questi meccanismi sia da ricercare nel profondo del DNA e forse dei primi spiragli di luce si stanno cominciando ad intravvedere nei recenti lavori fatti da Luc Montagner o da Peter Gariaev e Vladimir POPONIN (e altri).

Nei casi che ho riportato in pratica e' come se fosse avvenuta una riprogrammazione del DNA, che ha modificato gli organismi, adattandoli alle nuove caratteristiche ambientali.

Fino ad oggi la scienza ha sottostimato l'intelligenza del DNA che invece, come hanno rivelato alcune ricerche Russe, agisce come un biocomputer in grado di processare le informazioni biologiche dei metabolismi cellulari che avvengono nei nostri corpi. Si e' visto, in modo ancor piu' sorprendente, che i codoni del DNA possono venir riprogrammati/alterati tramite luce laser modulata, onde radio o addirittura tramite emozioni umane. Il DNA sembra quindi in grado di accedere a delle informazione esterne, le stesse che forse albergano nei tanto discussi campi morfogenetici di sheldrakiana memoria e che forse sono i veri registi dell'evoluzione.

Ovviamente di ipotesi se ne possono fare molte, ma una cosa e' certa: la nostra conoscenza del DNA e' estremamente limitata.

Personalmente sono convinto che le risposte a quanto cerchiamo siano tutte li dentro.

Odio citarmi, ma solo riuscendo a decifrare il codice che e' contenuto nel DNA avremmo una possibilita' per capire finalmente quali sono le nostre origini.

Del resto gli antichi ci tramandano questo concetto da sempre: "La verita' e' dentro di noi".

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Le interpretazioni si sprecano, ma forse e' da intendere in senso piu' letterale.



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"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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MessaggioInviato: 28/12/2014, 02:13 
Cita:
Nei casi che ho riportato in pratica e' come se fosse avvenuta una riprogrammazione del DNA, che ha modificato gli organismi, adattandoli alle nuove caratteristiche ambientali.


Ma ciò non presuppone consapevolezza? O per meglio dire un qualche tipo di consapevolezza di se?

Cita:
Del resto gli antichi ci tramandano questo concetto da sempre: "La verita' e' dentro di noi".


Questo è il vero sapere sepolto da secoli di ideologia e sovrastrutture filosofiche. Se ci si ferma al significato del testo queste veirtà diventano lampanti senza bisogno di aggiungere altro :)


Sono d'accordo anche io che il passaggio da "chimica" e biologia andrebbe considerato separatamente rispetto al processo evolutivo delle specie "già" viventi; però se ci pensi il passaggio tra chimica e biologia non è esso stesso un processo evolutivo?



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Cita:
zakmck ha scritto:

Mi riferivo al solo esame probabilistico degli eventi. Si sprecano davvero gli studi fatti in questa direzione. Tutti alla fine portano all'individuazione di probabilia' talmente basse da far considerare tali eventi come impossibili e questo con valori di probabilita' di numerosi ordini di grandezza oltre il valore con il quale comunemente indichiamo gli eventi a probabilita' nulla.

Di fatto la vita in termini probabilistici semplicemente non puo' esistere.




Io invece mi stavo limitando a considerazioni di tipo evoluzionistico, presupponendo già la presenza della vita. Concordo nel ritenerle due questioni chiaramente separate.
Per quanto riguarda l'origine della vita, penso che andrebbe approfondito il non piccolo lavoro sperimentale compiuto dal Reich, che però presenta lo svantaggio di essere totalmente al di fuori del paradigma corrente, quindi andrebbe affrontato con grande cautela.
Ma non è privo di interesse; secondo Wilhelm Reich in determinate condizioni, da lui meticolosamente individuate, un certo tipo di materia inorganica genererebbe i cosiddetti "bioni", unità di transizione tra vita e non vita, che a loro volta genererebbero vita.
Questo non è accettato dalla scienza corrente, però Reich condusse gli esperimenti, i bioni vennero fotografati, altri li avrebbero replicati e visti. Reich stesso ribatté a svariate critiche in merito ai suoi esperimenti (mancanza di sterilizzazione appropriata etc) e c'è una non piccola letteratura "eretica" in merito, sia prodotta da Reich stesso sia dai pochi suoi emuli (intendo veri emuli che seguono i protocolli Reichiaini, non improvvisatori).
La visione del mondo Reichiana non comporta alcun creazionismo, però è vitalista, ossia introduce un "mezzo" vitale, il famoso orgone, non solo in fisica e meteorologia ma anche e soprattutto in biologia. Andrebbe approfondita per capire e separare eventualmente il grano dalla pula, oppure per approvare, se il caso.



Cita:
Volendo comunque rimanere nell'ambito evolutivo, dobbiamo ammettere che per seguire un metodo simil-scientifico bisognerebbe partire da elementi concreti, da osservazioni reali, sulle quali poi fare ipotesi anche ardite che consentano di smarcarsi da darwinismo e lamarckismo.

Se non vogliamo adagiarci sulle ipotesi creazioniste, abbiamo bisogno di esplorare nuovi ambiti.


Pienamente d'accordo.

Cita:
Personalmente vedo con favore la tua ipotesi di interazione ambiente-sistemi viventi, anche se devo dire che non e' la prima volta che ne sento parlare.


Ma certamente, non è un'idea mia (non saprei nemmeno dire di chi, in origine). Forse mi sono espresso male, quando dicevo "mia" intendevo "in cui maggiormente mi riconosco attualmente".

Cita:
A questo proposito ti segnalo dei recenti studi che hanno evidenziato che non proprio tutto funziona in termini darwiniani.
Mi riferisco ad esempio al caso delle lucertole di Pod Mrcaru:

http://aldopiombino.blogspot.com/2008/10/le-lucertole-di-pod-mrcaru-un-caso.html
http://www.pnas.org/content/105/12/4792.full.pdf+html

ma ce ne sono molti altri che recentemente sono balzati agli onori delle cronache (ricordo ad esempio l'esperimento dei batteri incapaci di digerire il lattosio messi in cultura di solo lattosio, fatto ad Harvard).

In questi casi si e' visto che le specie esaminate, in risposta a dei drastici cambiamenti ambientali, mostravano delle "mutazioni" che si manifestavano in archi temporali assolutamente incompatibili con le teorie evoluzionistiche.

Come spiegare la cosa?


Ti ringrazio per la segnalazione; era esattamente a questo genere di analisi che mi riferivo quando dicevo che un'ipotesi che contempli l'auto-reingegnerizzazione genetica, il feedback, è in linea di principio suscettibile di studi sperimentali e quantitativi. Partendo infatti dal presupposto che le mutazioni siano casuali ed equiprobabili, che probabilità c'è che compaiano quelle giuste in tempi rapidi? penso bassa e penso che si possa anche quantificare quanto piccola sia. Ma i fatti mostrano che accadono, quindi non resta che pensare che tali mutazioni non siano equiprobabili, ma favorite da una qualche causa.

Cita:
A mio avviso rimane comunque da spiegare come queste mutazioni si rivelino strategiche per la sopravvivenza invece che avvenire nella direzione opposta.


Esattamente.

Cita:
Se la cosa fosse casuale dovrebbe portare anche degli insuccessi: cosa che invece non abbiamo visto sperimentalmente. Che dire? Forse siamo stati solo fortunati o i casi esaminati sono troppo pochi numericamente parlando. Scuse banali direi, troppo semplicistiche.



Nei casi che ho riportato in pratica e' come se fosse avvenuta una riprogrammazione del DNA, che ha modificato gli organismi, adattandoli alle nuove caratteristiche ambientali.




Appunto.



Cita:
Si e' visto, in modo ancor piu' sorprendente, che i codoni del DNA possono venir riprogrammati/alterati tramite luce laser modulata, onde radio o addirittura tramite emozioni umane. Il DNA sembra quindi in grado di accedere a delle informazione esterne, le stesse che forse albergano nei tanto discussi campi morfogenetici di sheldrakiana memoria e che forse sono i veri registi dell'evoluzione.



Questo si abbina bene a quanto dicevo in merito a possibili modalità non ancora note di trasmissione di informazioni dall'ambiente esterno al patrimonio genetico delle cellule, stimolandone una reazione adeguata.


Cita:
Ovviamente di ipotesi se ne possono fare molte, ma una cosa e' certa: la nostra conoscenza del DNA e' estremamente limitata.



Lo penso anche io.



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MessaggioInviato: 28/12/2014, 14:56 
Cita:
quisquis ha scritto:

Cita:
zakmck ha scritto:
Personalmente vedo con favore la tua ipotesi di interazione ambiente-sistemi viventi, anche se devo dire che non e' la prima volta che ne sento parlare.


Ma certamente, non è un'idea mia (non saprei nemmeno dire di chi, in origine). Forse mi sono espresso male, quando dicevo "mia" intendevo "in cui maggiormente mi riconosco attualmente".



E' la stessa ipotesi a cui ero giunto da ragazzino quando stavo apprendendo la teoria dell' evoluzione.


Siamo già in tre ad avere in mente un' idea del genere senza saperne l' origine (io ci sono arrivato per un ragionamento personale)

nè come chiamarla, è il caso di indagare e se non l' ha ancora è ora di dargli un nome.


Se davvero il DNA è suscettibile di riprogrammazione per effetto delle emozioni come esposto da zak avremmo già trovato il meccanismo che presiede all' interazione ambiente-organismo:

quest' ultimo sarebbe ben consapevole di cosa avrebbe bisogno, nell' esempio di quisquis di un collo più lungo per raggiungere il cibo più in alto,

e tale consapevolezza metterebbe in moto il meccanismo genetico che aumenta la probabilità della mutazione favorevole rispetto all' insieme casuale equiprobabilistico delle mutazioni a partire dalla prossima generazione.


A questo punto chiedo a Zak se l' effetto delle emozioni sul DNA è stato riconosciuto ufficialmente e da quali studi, ufficiali o meno, ne ha sentito parlare.

Se confermato, sarebbe un elemento strabiliante e a favore della nostra teoria.


Vorrei chiedere inoltre maggiori dettagli su questa altra teoria citata di sfuggita dallo stesso Zak:

Cita:
campi morfogenetici di sheldrakiana memoria


Non ne ho mai sentito parlare, ma sembrano qualcosa di simile all' ipotesi di cui sopra. Posso saperne di più?



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MessaggioInviato: 28/12/2014, 15:17 
caro Aztlan,

http://it.wikipedia.org/wiki/Rupert_Sheldrake

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 28/12/2014, 16:02 
Grazie mauro! Interessante davvero.


Mi trovo d' accordo con diversi elementi di questa teoria, anche se fatico a credere a un universo con leggi variabili.


In particolare per questa discussione volevo sottolineare questo passaggio:

Cita:
la capacità di certe molecole di assumere configurazioni di struttura quaternaria che sono estremamente improbabili tra le migliaia possibili:
esse, sorprendentemente, vengono puntualmente assunte in ogni situazione identica in spazi diversi e lontani e risultano perfettamente inserite ed adattive per il progetto di costruzione di quella determinata proteina


A questo punto abbiamo una teoria che spiega la formazione di proteine a partire da molecole nonostante la bassissima probabilità del fenomeno se considerato come casuale invece che causale.

Questo è particolarmente interessante per il nostro discorso sull' origine della vita nè casuale nè disegnata intelligentemente.



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MessaggioInviato: 26/01/2015, 00:29 
Cita:
vimana131 ha scritto:

yahveh elohim e la creazione

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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 14/02/2015, 13:54 
Cita:
Scienziati britannici suggeriscono che la vita sulla Terra sia arrivata attraverso semi spediti dagli Alieni


Gli scienziati nel Regno Unito hanno esaminato un minuscolo oggetto circolare di metallo, e suggeriscono che potrebbe essere un microrganismo deliberatamente inviato dagli extraterrestri per creare la vita sulla Terra.

Non fatevi ingannare dalle dimensioni dell'oggetto nell'immagine ripresa al microscopio qui sopra. Può sembrare un globo di dimensioni planetarie, ma in realtà, non supera la larghezza di un capello umano.


L'Università di Buckingham riporta che il minuscolo globo metallico è stato scoperto dall'astrobiologo Milton Wainwright e da un team di ricercatori che ha esaminato la polvere e la materia microscopica raccolte da un palloncino ad alta quota nella stratosfera terrestre.


"È una sfera con un diametro pari a circa quello di un capello umano, che presenta sulla superficie forme di vita filamentose e un materiale biologico appiccicoso trasuda dal suo centro, "ha detto Wainwright, secondo Express.co.uk.


"Una teoria è che è stato inviato sulla Terra da qualche civiltà sconosciuta, al fine di continuare a inseminare il pianeta con la vita," ipotizza Wainwright.

Questa teoria viene da un premio Nobel.

"Questo apparente storia di fantascienza - chiamata panspermia guidata - probabilmente non sarebbe presa sul serio da ogni scienziato se non fosse per il fatto che è stata molto seriamente suggerita dal premio Nobel di fama per le ricerche sul DNA, Francis Crick," ha detto Wainwright.


La panspermia è una teoria che suggerisce che la vita si diffonde attraverso l'universo fisico conosciuto, viaggiando sulle comete o sui meteoriti.


L'idea della panspermia guidata è stata suggerita da Crick, un biologo molecolare, che è stato il co-scopritore della struttura del DNA nel 1953. Vent'anni dopo, Crick ha scritto, insieme con il biochimico Leslie Orgel - un articolo scientifico sulla panspermia guidata.


L'estratto dal loro articolo recita:


Sembra improbabile ora che gli organismi viventi extraterrestri abbiano potuto raggiungere la Terra sia come spore guidate dalla pressione di radiazione da un'altra stella o come organismi incorporati in un meteorite vivente. In alternativa a questi meccanismi ottocenteschi, abbiamo considerato la Panspermia Diretta, la teoria che gli organismi sono stati deliberatamente trasmessi alla Terra da esseri intelligenti di un altro pianeta.
Concludiamo che è possibile che la vita abbia raggiunto la Terra in questo modo, ma che l'evidenza scientifica è inadeguata al momento per dire qualcosa circa la probabilità. Richiamiamo l'attenzione al tipo di prove che possano gettare ulteriore luce sull'argomento.



A differenza di ciò che Crick-Orgel hanno speculato circa nel 1973, quattro decenni più tardi, un gruppo di scienziati, guidati dall'astronomo-astrobiologo Chandra Wickramasinghe del Buckingham Center for Astrobiology, ha annunciato di aver trovato fossili con proprietà biologiche collegate a un meteorite, caduto in Sri Lanka. Qui sotto le foto al micoscopio elettronico dei fossili rinvenuti sul meteorite:
















Naturalmente, queste affermazioni controverse danno forza al ​​lato scettico della scienza.


Nel caso dei fossili di meteorite, l'astronomo Phil Plait ha scritto che gli scienziati non hanno fatto un lavoro abbastanza buono per convincerlo ci fossero veri fossili in quel meteorite.

Wainwright e il suo team hanno lanciato palloncini a quasi 17 miglia nella stratosfera della Terra, e quando hanno esaminato il materiale raccolto da uno dei palloni (come quello nella foto sotto), hanno scoperto un piccolo segno d'impatto che ha indicato loro che il microscopico oggetto circolare non è semplicemente atterrato dolcemente.

"Nel colpire il campionatore stratosferico, la sfera ha prodotto un cratere da impatto, una versione minuta dell'enorme cratere da impatto sulla Terra causato dall'asteroide che si dice abbia ucciso i dinosauri", ha detto Wainwright.





Anche con questa scoperta più recente di un piccolo globo trovato depositato in un palloncino ad alta quota, i fautori dei semi alieni dallo spazio sanno di avere una lunga strada da percorrere prima che questa teoria possa essere provata e accettata dalla comunità scientifica.

"A meno che, naturalmente, non saremo in grado di trovare i dettagli della civiltà che si suppone abbia inviato questi semi, è probabilmente una teoria indimostrabile", ha ammesso Wainwright.

Fonte:http://tycho1x4x9.blogspot.it/2015/02/uk-gli-scienziati-aliens-puo-aver.html



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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 14/02/2015, 16:41 
Questa la foto del minuscolo oggetto:

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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 14/02/2015, 17:31 
E se invece fossero cose più recenti ed essere state rilasciate nell'atmosfera attraverso le scie chimiche?

Ora crocifiggetemi pure...

[:297]



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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 14/02/2015, 19:32 
Nessuna crocifissione da parte mia... è un' ipotesi plausibile nel contesto di quella sulle Scie Chimiche (altro argomento che devo ancora approfondire)



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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 14/02/2015, 19:37 
Ho pensato a un fenomeno più recente perché ritengo che quel metallo possa avere resistito centinaia di milioni se non miliardi di anni.



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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 15/02/2015, 04:32 
Nano robot che rilasciano sostanze nell'atmosfera di sicuro più plausibile rispetto alla teoria "del premio nobel". Se una teoria del genere indimostrabile l'avesse sparata "uno qualunque" sulla base delle stesse prove l'avrebbero preso per il culo a vita. Questo non va bene.



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 Oggetto del messaggio: Re: La prima manipolazione genetica della razza umana
MessaggioInviato: 15/02/2015, 12:06 
Segnalo anche questo articolino...

Provenienza rettiliana dell’umanità? Coincidenze fisiologiche ed evoluzione accelerata
Qual è l'ingrediente che rende così speciale, e così distruttiva, la nostra specie?
E' possibile ipotizzare un qualche intervento esterno da parte di qualcosa o di qualcuno,
che abbia influenzato indebitamente l'evoluzione umana, facendola deviare dal suo percorso naturale?

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2012/ ... ccelerata/



Riporto solo uno stralcio...

Perché l’Homo Sapiens è così veloce?

Come si spiega il tasso straordinariamente rapido dell’evoluzione umana negli ultimi due milioni di anni? La domanda se le posta un importante ricercatore, il prof. Ian Tattersall, un antropologo statunitense, curatore della divisione di Antropologia dell’American Museum of Natural History di New York, e autore di molti libri e articoli.

Secondo Tattersall, ci sono numerosi esempi che mostrano l’evoluzione accelerata della nostra specie. “Comunque la mettiamo, l’evoluzione della famiglia umana è stata molto rapida”, spiega l’antropologo in una conferenza tenuta a Calpe, Gibilterra.

“Credo che sia corretto dire che la nostra specie Homo Sapiens e i suoi antecedenti, si sia evoluta molto più velocemente di qualsiasi altro gruppo di mammiferi preso in esame nello stesso lasso di tempo”. Il fenomeno dell’evoluzione accelerata è conosciuto come “tachytely“.

Nella conferenza, Tattersall illustra come la dimensione del cervello dei nostri antenati sia raddoppiata nel giro di due milioni di anni. Poi è raddoppiata nuovamente nell’ultimo milione di anni, fino ai giorni nostri. Insieme all’aumento delle dimensioni del cervello, è avvenuta una riduzione delle dimensioni dei denti e della faccia, insieme ad altri cambiamenti nella forma del cranio.

L’aumento delle dimensioni del cervello, sembra aver coinciso con la definitiva struttura fisica dell’uomo moderno, caratterizzata da una forma lineare, gambe lunghe e fianchi relativamente stretti. Queste caratteristiche sono già visibili nello scheletro del “ragazzo di Turkana” rinvenuto in Kenya, vissuto circa due milioni di anni fa, e sono in netto contrasto con le gambe corte e le braccia lunghe di “Lucy” (Australopithecus afarensis), vissuta in Etiopia circa un milione di anni prima.


Cambiamento radicale

Un cambiamento così rapido non si è mai riscontrato tra le scimmie. Secondo l’antropologia classica, uno dei fattori che potrebbe aver influenzato la rapidità dell’evoluzione umana, è l’abbandono degli alberi da parte dei primi ominidi per conquistare il suolo, cosa che non hanno fatto le nostre cugine scimmie.

Ma secondo il prof. Tattersall, questo evento non è sufficiente a giustificare cambiamenti così radicali: “E’ evidente che l’abbandono definitivo della vita arboricola è da considerarsi come una svolta epocale nell’evoluzione degli ominidi. Ma in condizioni naturali, è molto difficile che la conquista di un nuovo ambiente vitale possa aver generato cambiamenti così rapidi”.

“Forse è la cultura umana ad essere speciale, avendo in sé un qualche ingrediente sempre presente che ha garantito il ritmo serrato dell’evoluzione della nostra stirpe dopo che abbiamo lasciato le foreste”, continua Tattersall.

Ma la spiegazione di questo fenomeno non è nelle soluzioni proposte dagli altri ricercatori. Alcuni psicologi evoluzionisti hanno elaborato un modello secondo il quale la cultura e la complessità del cervello si stimolino a vicenda.

Tuttavia, Tattersall ha fatto notare che nel corso della storia evolutiva degli ominidi, la tecnologia ha modificato il modo di vivere degli ominidi a “singhiozzo” e molto spesso queste modifiche si sono presentate separate dall’evoluzione biologica, quindi questa idea non è in grado di spiegare in maniera soddisfacente ciò che si vede nei reperti archeologici e fossili.


Qual è l’ingrediente che rende così speciale l’homo sapiens?

Secondo il prof. Tattersall, la risposta potrebbe trovarsi nell’elevata aggressività dell’uomo. “Forse la soluzione si trova nella conflittualità tra gruppi di ominidi.

L’aggressività potrebbe essere il discriminante capace di spiegare l’aumento dell’intelligenza all’interno dei gruppi.

Un conflitto potrebbe essere visto come una forma di predazione, evento nel quale preda e predatore sono costretti a diventare più veloci, più furbi o più intelligenti per raggiungere il loro scopo”. Certo, è un pò triste l’ipotesi del prof. Tattersall, secondo la quale l’uomo sarebbe un predatore intraspecie.

Eppure ci si chiede come sia possibile che un essere come l’homo, sviluppatosi ed evolutosi in un contesto naturale, ad un certo punto sia precipitato in una spirale di aggressività, che benché ne abbia aumentato l’intelligenza tecnica, lo ha privato dell’intelligenza sociale, diventando predone di se stesso e mettendo a repentaglio la sua stessa esistenza.

Siamo sicuri che l’aggressività da sola basti a giustificare l’evoluzione così rapida dell’Homo Sapiens? E se l’aggressività fosse il sottoprodotto di questa evoluzione così rapida?

Qual è l’ingrediente che rende così speciale, e così distruttiva, la nostra specie? E’ possibile ipotizzare un qualche intervento esterno da parte di qualcosa o di qualcuno, che abbia influenzato indebitamente l’evoluzione umana, facendola deviare dal suo percorso naturale?

Continua>>> http://www.ilnavigatorecurioso.it/2012/ ... ccelerata/



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