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quisquis ha scritto: Cita:
zakmck ha scritto:
Su questa strada pero' la direzione e' unica e alla fine si arriva al creazionismo o per lo meno al disegno intelligente.
Non credo che lo sbocco debba essere necessariamente quello.
Mi riferivo al solo esame probabilistico degli eventi. Si sprecano davvero gli studi fatti in questa direzione. Tutti alla fine portano all'individuazione di probabilia' talmente basse da far considerare tali eventi come impossibili e questo con valori di probabilita' di numerosi ordini di grandezza oltre il valore con il quale comunemente indichiamo gli eventi a probabilita' nulla.
Di fatto la vita in termini probabilistici semplicemente non puo' esistere.
Tuttavia, dato che invece la stessa esiste, la spiegazione fornita dal creazionismo e' di fatto quella che appare piu' logica. Ovviamente io non concordo.
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Pensavo più ad un'interazione ambiente-sistemi viventi svolgentesi forse ad un livello più profondo di quanto supposto finora, senza tirare in gioco divinità o creazionismo di sorta.
Qui pero' siamo gia' oltre, siamo cioe' in un contesto evolutivo, dove i sistemi viventi sono gia' presenti. Quello a cui mi riverivo prima era relativo alla nascita della vita, non alla sua evoluzione.
A mio parere sono due questioni da dibattere approfonditamente, ma comunque sono due questioni separate.
Volendo comunque rimanere nell'ambito evolutivo, dobbiamo ammettere che per seguire un metodo simil-scientifico bisognerebbe partire da elementi concreti, da osservazioni reali, sulle quali poi fare ipotesi anche ardite che consentano di smarcarsi da darwinismo e lamarckismo.
Se non vogliamo adagiarci sulle ipotesi creazioniste, abbiamo bisogno di esplorare nuovi ambiti.
Personalmente vedo con favore la tua ipotesi di interazione ambiente-sistemi viventi, anche se devo dire che non e' la prima volta che ne sento parlare.
A questo proposito ti segnalo dei recenti studi che hanno evidenziato che non proprio tutto funziona in termini darwiniani.
Mi riferisco ad esempio al caso delle lucertole di Pod Mrcaru:
http://aldopiombino.blogspot.com/2008/10/le-lucertole-di-pod-mrcaru-un-caso.htmlhttp://www.pnas.org/content/105/12/4792.full.pdf+htmlma ce ne sono molti altri che recentemente sono balzati agli onori delle cronache (ricordo ad esempio l'esperimento dei batteri incapaci di digerire il lattosio messi in cultura di solo lattosio, fatto ad Harvard).
In questi casi si e' visto che le specie esaminate, in risposta a dei drastici cambiamenti ambientali, mostravano delle "mutazioni" che si manifestavano in archi temporali assolutamente incompatibili con le teorie evoluzionistiche.
Come spiegare la cosa?
Alcuni, hanno ipotizzato che quando le condizioni ambientali determinano la quasi estinzione di una specie, i pochi sopravvissuti tendono infine a procreare fra consanguinei, amplificando cosi le mutazioni genetiche in breve tempo, e originando cosi una nuove specie.
A mio avviso rimane comunque da spiegare come queste mutazioni si rivelino strategiche per la sopravvivenza invece che avvenire nella direzione opposta.
Se la cosa fosse casuale dovrebbe portare anche degli insuccessi: cosa che invece non abbiamo visto sperimentalmente. Che dire? Forse siamo stati solo fortunati o i casi esaminati sono troppo pochi numericamente parlando. Scuse banali direi, troppo semplicistiche.
Secondo me invece la cosa e' molto piu' complessa di come appare e le nostre conoscenze sono molto distanti da quelle che servirebbero per spiegare questi fenomeni. Sono fermamente convinto che il segreto di questi meccanismi sia da ricercare nel profondo del DNA e forse dei primi spiragli di luce si stanno cominciando ad intravvedere nei recenti lavori fatti da Luc Montagner o da Peter Gariaev e Vladimir POPONIN (e altri).
Nei casi che ho riportato in pratica e' come se fosse avvenuta una riprogrammazione del DNA, che ha modificato gli organismi, adattandoli alle nuove caratteristiche ambientali.
Fino ad oggi la scienza ha sottostimato l'intelligenza del DNA che invece, come hanno rivelato alcune ricerche Russe, agisce come un biocomputer in grado di processare le informazioni biologiche dei metabolismi cellulari che avvengono nei nostri corpi. Si e' visto, in modo ancor piu' sorprendente, che i codoni del DNA possono venir riprogrammati/alterati tramite luce laser modulata, onde radio o addirittura tramite emozioni umane. Il DNA sembra quindi in grado di accedere a delle informazione esterne, le stesse che forse albergano nei tanto discussi campi morfogenetici di sheldrakiana memoria e che forse sono i veri registi dell'evoluzione.
Ovviamente di ipotesi se ne possono fare molte, ma una cosa e' certa: la nostra conoscenza del DNA e' estremamente limitata.
Personalmente sono convinto che le risposte a quanto cerchiamo siano tutte li dentro.
Odio citarmi, ma solo riuscendo a decifrare il codice che e' contenuto nel DNA avremmo una possibilita' per capire finalmente quali sono le nostre origini.
Del resto gli antichi ci tramandano questo concetto da sempre: "La verita' e' dentro di noi".
Le interpretazioni si sprecano, ma forse e' da intendere in senso piu' letterale.