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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 10/09/2015, 13:56 
Come sempre pubblico il contributo nel mio topic. [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 10/09/2015, 14:21 
ma quei circoletti nei denti cosa sono? E' dove sono stati presi dei campioni dagli studiosi?

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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 14:14 
L’acqua scorreva sulla superficie di Marte appena 200 mila anni fa.

La vita su Marte potrebbe essere esistita appena 200 mila anni fa
Un nuovo studio su un giovane cratere marziano suggerisce che acqua allo stato liquido scorreva sulla superficie del Pianeta Rosso appena 200 mila anni fa. La caratteristiche geologiche del cratere sono state confrontate con strutture simili presenti anche sul pianeta Terra. Questa nuova scoperta potrebbe indicare che la vita su Marte si è estinta di recente? Cosa è successo?

L’acqua scorreva sulla superficie di Marte appena 200 mila anni fa.

A suggerirlo è una nuova ricerca guidata dal dottor Andreas Johnsson dell’Università di Göteborg in Svezia, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Icarus.

Le osservazioni di un giovane cratere nell’emisfero meridionale del pianeta hanno rilevato la presenza di canaloni ben definiti ricchi di depositi di sedimenti e che i ricercatori ritengono essere stati scavati dall’acqua corrente.

Si stima che il cratere non sia più antico di 200 mila anni, quindi significa che queste caratteristiche modellate dall’acqua devono essere apparsi non più tardi di allora. Johnsson ritiene che il cratere si sia formato molto tempo dopo l’ultima era glaciale su Marte, conclusasi circa 400 mila anni fa.

“Depressioni nel terreno sono comuni su Marte, ma quelle che sono state studiate in precedenza sono antiche e i sedimenti sono associati con la più recente glaciazione”, spiega Johnsson. “Il cratere oggetto del nostro studio, invece, è troppo giovane per essere stato influenzato dalle condizioni che erano prevalenti allora. Questo suggerisce che i canali e i depositi in essi contenuti si sono formati in tempi più recenti”.

Il cratere ha caratteristiche simili alle colate detritiche osservate sulla Terra, causate dal materiale trasportato e poi depositato dall’acqua in rapido movimento. Come spiegato nell’articolo comparso sul sito dell’Università di Göteborg, le formazioni marziane sono state confrontate con alcune colate detritiche note sulle isole norvegesi Svalbard, nel Mar Glaciale Artico.

“Il lavoro sul campo alle Svalbard ha confermato la nostra interpretazione dei depositi marziani”, continua il dottor Johnsson. “Quello che ci ha sorpreso è che il cratere in cui si sono formate queste colate detritiche è molto giovane”.

“Quando abbiamo osservato il cratere, il mio primo pensiero è che l’acqua fosse stata prodotta dal disgelo del ghiaccio conservato all’interno del suolo”, continua Johnsson. “Ma quando abbiamo guardato più a vicino, non abbiamo trovato faglie o fratture nel cratere che possano aver funzionato come condotti per l’acqua di disgelo. È più probabile che l’acqua provenga dallo scioglimento di banchi di neve, in un periodo che permetteva la formazione di nave. Questo è possibile, dal momento che l’asse orbitale di Marte era più inclinato in passato rispetto ad oggi”.

La ricerca di acqua su Marte è stato uno degli obiettivi più importanti degli ultimi 50 anni di esplorazione spaziale. La prima prova della presenza d’acqua sul Pianeta Rosso fu fornita dalla missione Mariner ), giunta su Marte nel 1971. Le foto mostrarono segni di erosione geologica tipica dell’acqua allo stato liquido.

Successivamente, le osservazioni delle sonde Viking hanno provocato una rivoluzione sulle idee che gli scienziati avevano sulla presenza d’acqua su Marte, mostrando come le inondazioni hanno sfondato dighe e scavato profonde valli, segni di un possibile cataclisma planetario.

Recentemente, la Nasa ha rilasciato un video per illustrare il drammatico cambiamento climatico avvenuto su Marte, nell’ambito della missione MAVEN (Atmosphere and Volatile Evolution), finalizzata a comprendere cosa sia accaduto al pianeta nostro cugino.

Oggi Marte è un mondo deserto, freddo e sterile, senza alcun segno di vita, almeno in superficie. Tuttavia, miliardi di anni fa, quando il Pianeta Rosso era giovane, doveva esserci una spessa atmosfera ed essere abbastanza caldo da sostenere oceani di acqua liquida, un ingrediente fondamentale per la vita.

Ora la ricerca del dottor Andreas Johnsson suggerisce che queste condizioni planetarie non necessariamente devono risalire a miliardi di anni fa, ma probabilmente ad appena 200 mila anni fa, cioè quando qui sulla Terra i Neanderthal muovevano i primi passi. [NdAz cioè quando qui sulla Terra siamo comparsi noi Homo Sapiens Sapiens]

Forse, l’evento catastrofico che ha ucciso Marte è molto più recente di quanto non si pensasse.


In sintesi estrema,

un cratere a latitudini medie nell' emisfero meridionale risalente a 200.000 anni fa mostra tracce di fenomeni che provano che

non prima di allora l' acqua liquida prodotta dallo scioglimento della neve dell' ultima era glaciale marziana 400.000 anni fa scorreva rapidamente sulla superficie.


Notare che 200.000 anni fa sulla Terra compariva la nostra specie, l' Homo Sapiens Sapiens.


Notevole anche l' analogia trovata tra i fenomeni di questa regione marziana con le Svalbard sulla Terra.

Cioè le isole militarizzate dove si stanno costruendo bunker antiapocalisse con i semi delle piante.


Che quanto successo su Marte stia per ripetersi qua [?] E che il responsabile sia lo stesso (o un suo relativo) [?]



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 14:32 
il punto è: cosa?



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 14:43 
Bella domanda.


Ufficialmente Marte ha perso il suo campo magnetico perchè troppo piccolo perchè il suo nucleo non si raffreddasse e con esso la sua atmosfera per l' erosione del vento solare non più trattenuta.

In più l' ipotesi di un impatto cosmico che abbia causato un cataclisma planetario che abbia causato le differenze tra i due emisferi.

E un cambiamento dell' asse.


La Terra ha passato il momento in cui una inversione del campo dovrebbe avere luogo, ma ufficialmente non si sa quando accadrà, se domani o tra mille anni e quanto i due fenomeni possano essere simili per conseguenze nel breve periodo.

Per quanto riguarda gli altri problemi che afflissero Marte ufficialmente siamo al sicuro.

Tuttavia c'è l' unanimità degli scienziati sul cambiamento climatico di origine umana in corso.


A me viene in mente un possibile riscaldamento che renderebbe le altre zone del pianeta troppo caldo e causare lo scioglimento glaciale che porterebbe le Svalbard ad avere acqua corrente secondo l' analogia con il cratere marziano.

Tornerebbe la costruzione di bunker proprio in quella zona.


Per il resto non è necessario che il collasso ecologico avvenga nello stesso modo nei due pianeti, in fondo sono diversi.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 14:52 
l'impatto che ha plasmato la superficie di Marte dubito sia avvenuto nel periodo 200-400 mila anni fa, a giudicare dal casino che ha causato dovrebbero esserci attorno al pianeta ancora i detriti, quindi mi sa che è più vecchio, ma magari sbaglio.

Mi viene in mente un solo eventi parzialmente prevedibile che possa disintegrare le basi di una civiltà al punto da spingerla a traslocare: una super flare.

Per quanto riguarda i cambiamenti climatici per via antropica io resto abbastanza scettico, sono più propenso a credere che l'uomo sia solo una variabile ma che un gioco fondamentale lo faccia il sole e l'inerzia con cui la terra reagisce alle variazioni di irraggiamento nel corso dei milioni di anni.

Cosa ne spaiamo dei cicli solari a lungo termine? Zero :)

se pure avessimo cominciato ad osservare il sole 2mila anni fa avremmo guardato una parte infinitesimale della sua vita, periodo piccolissimo per poterne definire i cicli. E soprattutto qual'è la risposta della terra all'irraggiamento solare? Entro quanto tempo il clima si modica a seguito di una variazione di irraggiamento?

Insomma per farla breve secondo me si da troppa importanza ad alcune variabili (antropocentrismo accademico) e nullo ad altre ^_^

e poi tra parentesi un aumento di CO2 non è per forza deleterio perchè questo comporta un aumento della vegetazione (terrestre e marina) che se ne nutre e quindi un aumento di ossigeno ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 16:19 
MaxpoweR ha scritto:
l'impatto che ha plasmato la superficie di Marte dubito sia avvenuto nel periodo 200-400 mila anni fa, a giudicare dal casino che ha causato dovrebbero esserci attorno al pianeta ancora i detriti, quindi mi sa che è più vecchio, ma magari sbaglio.


Infatti.

MaxpoweR ha scritto:
Mi viene in mente un solo eventi parzialmente prevedibile che possa disintegrare le basi di una civiltà al punto da spingerla a traslocare: una super flare.


Marte è dopo la terra e quindi ne saremmo stati influenzati anche noi.

Forse Marte è nel bel mezzo di una inversione del campo magnetico che per quanto ne sappiamo potrebbe richiedere centinai di migliaia di anni per completarsi. Durante l'inversione il campo magnetico si annulla e quindi non scherma più l'atmosfera che quindi viene "erosa" dal vento solare. Inoltre ciò causa anche un forte aumento delle radiazioni cosmiche in superficie e questo mi sembra un buon motivo per alzare le tende.

MaxpoweR ha scritto:
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici per via antropica io resto abbastanza scettico, sono più propenso a credere che l'uomo sia solo una variabile ma che un gioco fondamentale lo faccia il sole e l'inerzia con cui la terra reagisce alle variazioni di irraggiamento nel corso dei milioni di anni.


Infatti, questa è una storiella che ha tutt'altri fini.


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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 16:49 
alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici per via antropica io resto abbastanza scettico, sono più propenso a credere che l'uomo sia solo una variabile ma che un gioco fondamentale lo faccia il sole e l'inerzia con cui la terra reagisce alle variazioni di irraggiamento nel corso dei milioni di anni.


Infatti, questa è una storiella che ha tutt'altri fini.


Quali fini?

Non mi sembra che ci si sfinisca per ridurre le emissioni di CO2, anche ammesso possa esserci un fine oscuro.

alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
l'impatto che ha plasmato la superficie di Marte dubito sia avvenuto nel periodo 200-400 mila anni fa, a giudicare dal casino che ha causato dovrebbero esserci attorno al pianeta ancora i detriti, quindi mi sa che è più vecchio, ma magari sbaglio.


Infatti.


Sì, sono stato troppo sintetico. [:I]

alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Mi viene in mente un solo eventi parzialmente prevedibile che possa disintegrare le basi di una civiltà al punto da spingerla a traslocare: una super flare.


Marte è dopo la terra e quindi ne saremmo stati influenzati anche noi.


Non necessariamente.

Lo spazio interplanetario è vasto ed è possibilissimo che un flare che passi l' orbita terrestre in un punto in cui il pianeta non si trovava in quel momento del suo percorso ma incontri invece il pianeta successivo.

alcar ha scritto:
Forse Marte è nel bel mezzo di una inversione del campo magnetico che per quanto ne sappiamo potrebbe richiedere centinai di migliaia di anni per completarsi. Durante l'inversione il campo magnetico si annulla e quindi non scherma più l'atmosfera che quindi viene "erosa" dal vento solare. Inoltre ciò causa anche un forte aumento delle radiazioni cosmiche in superficie e questo mi sembra un buon motivo per alzare le tende.


Credo che una inversione di campo magnetico duri assai meno e che a questo punto dovrebbe essere conclusa.

Gli scienziati ne sanno più di noi e se non hanno mai parlato di questa eventualità è probabile che sia perchè sia da escludere.

Si parla invece di uno spegnimento del pianeta.

Ammetto che anche questa posizione ufficiale mi lascia perplesso.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 16:59 
Aztlan ha scritto:
alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici per via antropica io resto abbastanza scettico, sono più propenso a credere che l'uomo sia solo una variabile ma che un gioco fondamentale lo faccia il sole e l'inerzia con cui la terra reagisce alle variazioni di irraggiamento nel corso dei milioni di anni.


Infatti, questa è una storiella che ha tutt'altri fini.


Quali fini?



il più banale che mi viene in mente è la limitazione industriale dei paesi emergenti; il secondo potrebbe essere benissimo una scusa per creare un "clima" di paura nelle persone per indurle ad accettare di buon grado o, meglio ancora, a RICHIEDERE l'intervento degli stati per PORVI RIMEDIO dando di fatto il là alla geo ingegneria legalizzata ed alla luce del sole :) Ma potrebbe benissimo essere una guerra strisciante contro le lobby del petrolio condotta dalle lobby dell'energia verde (che poi verde lo è solo nel nome); basti vedere cosa sta accadendo al prezzo del petrolio ed al quasi fallimenti dell'industria degli scisti bituminosi canadesi per decine di miliardi di dollari.

Insomma i motivi per questo tipo di propaganda sono moltissimi a maggior ragione tenendo presente che tutti i modelli proposti da questi SEDICENTI CLIMATOLOGI si sono rivelati del tutto o in parte campati in aria :)

Ma rischiamo di uscire fuori tema mi sa :|



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 17:26 
13000 anni fa la prima guerra razziale?

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Gli scheletri rinvenuti in Sudan

Gli scienziati stanno studiando quella che potrebbe essere la più antica guerra razziale identificata, 13 mila anni dopo essere stata combattuta ai margini del Sahara.

Scienziati francesi che lavorano in collaborazione con il British Museum hanno esaminato decine di scheletri, la maggioranza dei quali sembrano essere stati uccisi da arcieri con frecce con punta di selce.

Le ossa sono state rinvenute a Jebel Sahaba sulla riva orientale del Nilo, nel Sudan settentrionale - sono le vittime del più antico, conosciuto e relativamente di larga scala, conflitto armato umano.

Negli ultimi due anni gli antropologi della Bordeaux University hanno scoperto dozzine di segni di impatto di freccia non rilevati in precedenza e frammenti di punte di freccia in selce sia sulle ossa delle vittime che intorno ai loro resti.

Questo si aggiunge alle molte teste di freccia e segni di impatto in alcune ossa durante già identificati in un precedente scavo degli anni 60. I resti - il contenuto di un intero antico cimitero - sono stati trovati nel 1964 dall'archeologo americano, Fred Wendorf, ma, fino alle attuali indagini in corso, non era mai stati esaminati con la moderna tecnologia.

Immagine
Gli archeologi durante gli scavi degli anni 60

Parte del materiale scheletrico è appena andato in esposizione permanente come parte della nuova galleria dell'antico Egitto del British Museum, che apre ufficialmente oggi.

La scoperta di decine di segni di impatto di freccia suggerisce che la maggior parte degli individui - uomini, donne e bambini - nel cimitero di Jebel Sahaba -siano stati uccisi da arcieri nemici, e poi sepolti dalla loro stessa gente. La nuova ricerca dimostra che gli attacchi - in effetti una guerra prolungata di basso livello - ha avuto luogo nel corso di molti mesi o anni.

Una ricerca parallela negli ultimi anni ha gettando nuova luce su chi, in termini etnici e razziali, fossero le vittime.

Il lavoro svolto alla Liverpool John Moores University, alla University of Alaska e alla New Orleans Tulane University indica che facevano parte della popolazione sub-sahariana originaria - gli antenati dei moderni africani neri.

L'identità dei loro assassini è comunque meno facile da determinare. Ma è concepibile che fossero persone di un gruppo razziale ed etnico totalmente diverso - parte di una popolazione nordafricano / levantina / europea che viveva in gran parte del bacino del Mediterraneo.

Immagine

I due gruppi - anche se entrambi parte della nostra specie, Homo sapiens - sarebbero sembrati molto diversi tra di loro ed erano anche quasi certamente diversi culturalmente e linguisticamente. Il gruppo di origine sub-sahariana ha arti lunghi, torsi relativamente corti e mascelle superiore e inferiore prominenti con fronti arrotondate e ampi nasi, mentre il gruppo nord africano/levantino/europeo originari del Nord Africa aveva gli arti corti, torsi lunghi e facce piatte. Entrambi i gruppi erano molto muscolosi e strutturalmente forti.

Certamente la zona settentrionale del Sudan è stata un grande interfaccia etnica tra questi due diversi gruppi in questo periodo. Infatti i resti del gruppo il gruppo nord africano/levantino/europeo originario del Nord Africa è stato trovato anche 200 miglia a sud di Jebel Sahaba, suggerendo così che le vittime furono uccise in una zona dove operavano entrambe le popolazioni.

Il periodo in cui perirono così violentemente era di enorme concorrenza per le risorse - perché sembrano essere stati uccisi nel corso di una grave crisi climatica in cui molte sorgenti d'acqua erano prosciugate, soprattutto nel periodo estivo.

La crisi climatica - conosciuto come il periodo Younger Dryas - era stato preceduto da uno molto più lussureggiante, con condizioni più umide e più calde che avevano consentito alle popolazioni di espandersi. Ma quando le condizioni climatiche peggiorarono durante il Younger Dryas, le pozze d'acqua si prosciugarono, la vegetazione appassì e gli animali morirono o si spostarono verso l'unica fonte di acqua ancora disponibile per tutto l'anno - il Nilo.

Gli esseri umani di tutti i gruppi etnici della zona sono stati costretti a seguire l'esempio - e migrarono verso le sponde del grande fiume (in particolare la sponda orientale). A causa della competizione per le limitate risorse, i gruppi umani si sarebbero inevitabilmente scontrati - e la ricerca in corso sta dimostrando l'apparente scala di questo primo notevole conflitto umano.

Gli scheletri sono stati originariamente trovati durante gli scavi finanziati dall'Unesco effettuati per analizzare i siti archeologici che stavano per essere sommersi dalla diga di Assuan. Tutto il materiale di Jebel Sahaba è stato portato dallo scavatore Fred Wendorf nel suo laboratorio in Texas, e circa 30 anni dopo è stato trasferito alla cura del British Museum, che ora sta lavorando con altri scienziati per effettuare una nuova importante analisi su questi resti.

Immagine
Gli archeologi durante gli scavi degli anni 60

"Il materiale scheletrico è di grande importanza - non solo a causa delle prove di conflitto, ma anche perché il cimitero di Jebel Sahaba è il più antico scoperto nella Valle del Nilo finora", ha detto il Dott. Daniel Antoine, un curatore del British Museum.

http://tycho1x4x9.blogspot.it/2014/07/1 ... l?spref=fb


Posto questo articolo in codesto thread per via della concomitanza della data con molte delle ipotesi legate alla fine della civiltà antidiluviana a cui questa battaglia o genocidio potrebbe essere in qualche modo collegato.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 18:26 
MaxpoweR ha scritto:
Aztlan ha scritto:
alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici per via antropica io resto abbastanza scettico, sono più propenso a credere che l'uomo sia solo una variabile ma che un gioco fondamentale lo faccia il sole e l'inerzia con cui la terra reagisce alle variazioni di irraggiamento nel corso dei milioni di anni.


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Credo che con tutti i suoi limiti l' energia verde sia comunque molto più verde del petrolio.

E considerato quanto poco viene considerata dubito si possa parlare di lobby.

Invece le altre motivazioni sono convincenti. Grazie della risposta. Penso sia meglio chiudere l' OT e discutere il contributo postato da Atlanticus.


La causa della guerra viene individuata

(mi chiedo con che coraggio dopo 13000 anni considerato il grado di conoscenza che possiamo avere e quello che ci raccontano su quelle attuali)

in una competizione per le risorse naturali dopo la crisi climatica del Younger Dryas.


Ammesso per un momento sia vero, varrebbe la pena analizzare eventuali correlazioni col cataclisma stesso e gli effetti su altre parti del mondo per cercare dei paralleli.

In caso non ne trovassimo potremmo pure ipotizzare ragioni alternative.



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 18:57 
visto che l'articolo di Atlanticus mi da lo spunto:

Cita:
La crisi climatica - conosciuto come il periodo Younger Dryas - era stato preceduto da uno molto più lussureggiante, con condizioni più umide e più calde che avevano consentito alle popolazioni di espandersi. Ma quando le condizioni climatiche peggiorarono durante il Younger Dryas, le pozze d'acqua si prosciugarono, la vegetazione appassì e gli animali morirono o si spostarono verso l'unica fonte di acqua ancora disponibile per tutto l'anno - il Nilo.


a supporto del discorso di prima sul clima è evidente che cambiamenti drastici e relativamente repentini si siano sempre verificati mettendo in crisi le civiltà del momento, e pure questa gente (SI PRESUME) non avessero problemi di emssioni serra :)

Si può ipotizzare quale dei due schieramenti ebbe la meglio?



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 Oggetto del messaggio: Re: La Teoria dell'Out of Atlantis
MessaggioInviato: 12/09/2015, 21:31 
Aztlan ha scritto:
alcar ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Mi viene in mente un solo eventi parzialmente prevedibile che possa disintegrare le basi di una civiltà al punto da spingerla a traslocare: una super flare.


Marte è dopo la terra e quindi ne saremmo stati influenzati anche noi.


Non necessariamente.

Lo spazio interplanetario è vasto ed è possibilissimo che un flare che passi l' orbita terrestre in un punto in cui il pianeta non si trovava in quel momento del suo percorso ma incontri invece il pianeta successivo.


Considera che l'ipotesi di Max non era di un flare normale, ma di un super flare, un evento capace di spazzare via l'atmosfera di un pianeta, un evento di diversi ordini di grandezza più ampio (da 10 a 100 milioni di volte gli attuali flare). È vero che poteva capitare in un momento dell'orbita in cui Marte era in opposizione alla terra, ma in mezzo c'è anche Venere, che pure ha un campo magnetico ridottissimo e sarebbe stato devastato, mentre come sappiamo Venere ha un atmosfera molto consistente. Schivare due pianeti è certamente più improbabile che schivarne uno solo, anche se non impossibile.
Tuttavia credo che questa ipotesi sia da scartare in quanto studi recenti sostengono che il nostro sole non è soggetto ai super flare per mancanza delle condizioni necessarie (http://news.nationalgeographic.com/news ... e-science/)

Aztlan ha scritto:
alcar ha scritto:
Forse Marte è nel bel mezzo di una inversione del campo magnetico che per quanto ne sappiamo potrebbe richiedere centinai di migliaia di anni per completarsi. Durante l'inversione il campo magnetico si annulla e quindi non scherma più l'atmosfera che quindi viene "erosa" dal vento solare. Inoltre ciò causa anche un forte aumento delle radiazioni cosmiche in superficie e questo mi sembra un buon motivo per alzare le tende.


Credo che una inversione di campo magnetico duri assai meno e che a questo punto dovrebbe essere conclusa.

Gli scienziati ne sanno più di noi e se non hanno mai parlato di questa eventualità è probabile che sia perchè sia da escludere.

Si parla invece di uno spegnimento del pianeta.

Ammetto che anche questa posizione ufficiale mi lascia perplesso.


In realtà gli scienziati ne sanno pochetto su come funzionano le inversioni magnetiche sulla Terra, figuriamoci su Marte. Tutto quello che sappiamo è derivato dagli studi di paleomagnetismo, che per evidenti motivi non sono stati fatti su Marte. Non è detto poi che su Marte vi siano le stesse dinamiche, magari il nucleo è più viscoso e i cambiamenti più lenti o chissà che altro.
In ogni caso quello che volevo dire nel mio post precedente è che la consistente perdita dell'atmosfera marziana che causò la scomparsa dell'acqua di superficie 200'000 anni fa potrebbe essere dovuta ad un periodo di inversione magnetica di lunga durata. Questo processo potrebbe essere iniziato circa 4/500'000 anni fa (data compatibile con le ipotesi di Atlanticus) e aver causato la progressiva perdita dell'atmosfera fino ad arrivare alle condizioni citate nell'articolo su Johnsson.

Vabbè comunque sono solo ipotesi o se vogliamo fantasie. [:D]

Al di là delle cause restano comunque le datazioni che a mio parere si incastrano molto bene con le ipotesi di Atlanticus.


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MessaggioInviato: 01/01/2016, 20:05 
DID THE NEANDERTHALS GIVE MODERN MAN LANGUAGE TOO?

Our modern language can be traced back to Neanderthals living half a million years ago, scientists have claimed.

Research increasingly seems to indicate that our close cousins, the Neanderthals, were much more similar to us than imagined.
Dutch researchers argue that the last common ancestor we shared with the Neanderthals around half a million years ago, shared speech and language with modern humans.

They believe that the origins of out modern language are ten times older than previously thought.

The scientists at the Max Planck Institute in the Netherlands are interested in the implications for understanding present day linguistic diversity.

Popular opinion is that they spoke in primitive grunts, but Neanderthal man successfully inhabited vast swathes of western Eurasia for several hundreds of thousands of years, during harsh ages and milder interglacial periods.
Psycholinguistics researchers Dan Dediuand Stephen Levinson, said that far from being slow brutes, their cognitive capacities and culture were comparable to ours.

The duo, who have looked at past findings in detail, argue that essentially modern language and speech are an ancient feature of our lineage dating back at least to the most recent ancestor we shared with the Neanderthals and the Denisovans (another form of humanity known mostly from their genome).

Their interpretation of scarce evidence contradicts a popular scenario believed by most language scientists, who think our modern language began with a sudden emergence of modernity presumably due to one or a few genetic mutations that gave rise to language.

http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/ ... z3w1MuIAip



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