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Grigio
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 Oggetto del messaggio: Gli EGIZI in AMERICA?
MessaggioInviato: 16/06/2009, 16:24 
http://sites.google.com/site/dresda99/m ... nas-e-mais

Direttamente dal Blog del nostro amico (perchè presente nel forum) Adriano Forgione

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Foto © Adriano Forgione

Durante il mio ultimo viaggio in Egitto ho scoperto alcuni particolari sfuggiti ai miei colleghi italiani e stranieri in grado di sovvertire la storia della navigazione. Secondo la versione ufficiale della storia, prima dell’arrivo di Colombo in America, nessuno era a conoscenza dell’esistenza del continente americano e le civiltà che si svilupparono prima del 1492 vissero in un “beato” isolazionismo ignare di grandi culture che sorgevano e collassavano sul suolo del continente oltreoceano. Esiste una versione alternativa però, definita Diffusionismo, che sostiene che le civiltà del Vecchio Mondo, gia in antico sapevano dell’America, e con le sue civiltà commerciavano beni e scambiavano conoscenza. Esistono una serie di indizi archeologici e storici interessanti a sostegno che l’America fosse conosciuta prima di Colombo ma oggi possiamo avanzare l’ipotesi che già gli antichi egizi ebbero rapporti commerciali con l’America (forse vi giunsero con le loro navi, oppure ricevettero merci portate da altri popoli che avevano rapporti con i pre-colombiani). Tali indizi sono molto consistenti e li ho personalmente individuati tra reperti ufficiali conservati al Museo del Cairo. Nella sezione del museo destinata al periodo amarniano e al faraone Akhenaton vi è una teca con piccoli oggetti in faience trovati nelle tombe amarniane (1352-1295 a.C.). Alcuni sono certamente delle pigne ma due piccoli oggetti di colore verde, lunghi solo un paio di centimentri, riportano un lungo ciuffo di colore scuro. È chiaro e lampante che si tratti di ANANAS, in quanto le pigne non presentano tale ciuffo essendo un frutto di alberi di conifere e non un frutto di una pianta grassa che è originaria del Sud-America e portata in Europa ufficialmente solo dopo Cristoforo Colombo. Inoltre si osservi la direzione delle “scaglie”. In una pigna queste puntano verso il basso e ciò è ben riprodotto anche nelle pigne di faience egizie poste nella bacheca. Nell'ananas le scaglie puntano naturalmente verso l’alto e questo è quanto si vede dai due piccoli ananas di faience egiziani (ve ne è forse un terzo, più grande, anch'esso di colore verde ma sembra aver perso il ciuffo). Il colore verde è naturale per gli anans colti acerbi. Dunque, cosa ci fanno degli ananas in Egitto se le culture d’Egitto e del Sud-America mai vennero ufficialmente a contatto?
L’unica risposta è che, per riprodurli così fedelmente, gli egiziani del periodo amarniano dovevano per forza di cose conoscere questo frutto, o per commerci diretti o indiretti. Nel secondo caso, qualcuno in America dovette comunque andarci per portarli con sé in Africa, dunque questi due ananas provano al di là di ogni ragionevole dubbio che l’America fu scoperta molto prima di Colombo. Furono gli egiziani? Non lo sappiamo ma questi reperti risalgono a circa 1300 anni prima di Cristo e sono osservabili oggi al Museo del Cairo.
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L’unica risposta è che, per riprodurli così fedelmente, gli egiziani del periodo amarniano dovevano per forza di cose conoscere questo frutto, o per commerci diretti o indiretti. Nel secondo caso, qualcuno in America dovette comunque andarci per portarli con sé in Africa, dunque questi due ananas provano al di là di ogni ragionevole dubbio che l’America fu scoperta molto prima di Colombo. Furono gli egiziani? Non lo sappiamo ma questi reperti risalgono a circa 1300 anni prima di Cristo e sono osservabili oggi al Museo del Cairo.

Un altro indizio è dato da alcune pannocchie di mais che, personalmente, credo di aver individuato tra i rilievi del tempio di Ramses II ad Abydo. Sulla parete interna destra del muro di cinta il dio del Nilo Api porta delle offerte. Due rilievi, uno successivo all’altro mi permettono di discutere la presenza di questa pianta americana da coltivazione tra gli egizi. Infatti in un rilievo Api porta dei pani, fichi, melograni, anatre e uva. Non c’è alcun dubbio che si tratti di uva. In quello successivo le offerte sono le stesse ma stavolta l’uva è stata sostituita da qualcosa di più allungato che di certo non è uva, né si tratta di pigne. Credo, anche se sono meno sicuro rispetto agli ananas del Museo del Cairo, che si tratti di mais. Sembra di ravvisarvi anche una delle classiche foglie allungate che ricoprono la spiga in quella a sinistra dell’immagine. L’uva, inoltre, come si evince dallo stesso bassorilievo posto di fianco sullo stesso muro, ha ben altro aspetto, molto più riconoscibile.

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L'Uva è ben riconoscibile tra le offerte del dio Api (Tempio di Ramses II- Abydo - Foto © Adriano Forgione)
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Nel pannello successivo l'uva è sostituita dal mais (Tempio di Ramses II - Abydo - Foto © Adriano Forgione)

Dunque , chi porto ananas e mais in Egitto se mai queste culture vennero a contatto? La risposta è solo una, non solo la storia della navigazione va riscritta, ma è l'intera storia della civiltà a dover essere oggetto di revisione.



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MessaggioInviato: 16/06/2009, 18:19 
ma cari amici, già nel 1970, era stata dimostrata la possibilità che gli egizi avessero attraversato l'Atlantico:

E quanto la loro struttura fosse robusta lo ha dimostrato nel 1970 uno tra i maggiori ed affascinanti navigatori contemporanei: il norvegese Thor Heyerdahl. Egli, essendo un grandissimo e appassionato studioso delle antiche civiltà e trovando numerose analogie tra i popoli amerindi e gli egizi, non solo per aver eretto entrambi delle piramidi, sostenne più volte che prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo o di Leif «il fortunato» figlio del vichingo Erik «il rosso», anche navigatori egiziani avrebbero potuto sbarcare in America alcune migliaia di anni prima. E lo dimostrò con pieno successo utilizzando per attraversare l'Oceano Atlantico una barca costruita interamente in papiro, di forma tipicamente egizia con prua e poppa a falce di luna, a cui diede il nome di Ra, il dio sole dell'antico Egitto. In verità per portare al successo la sua impresa Heyerdahl di tentativi ne fece due, in quanto con la Ra I naufragò miseramente tra le potenti ondate dell'Atlantico, ma furono sufficienti alcune modifiche allo scafo mirate alla parte poppiera resa strutturalmente più solida ed al tipo di corda utilizzata per legarne in fasci i cauli di papiro, per portare felicemente poco tempo dopo la Ra II sulle coste americane.
dahttp://www.nautica.it/info/cultura/papiro.htm
e
http://en.wikipedia.org/wiki/Thor_Heyerdahl

ma ,come quasi tutto, ciò che è contro il sapere "ufficiale",
cade nel dimenticatoio [V] [xx(]
ciao
mauro



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MessaggioInviato: 17/06/2009, 10:56 
wow davvero affascinante!!
anche se molto discussa vi sarebbe anche una possibile testimonianza della presenza egizia in Australia.
Vi riporto il link per vostro interesse - http://www.nibiru2012.it/archeologia/an ... ralia.html

a tutto ciò si aggiungerebbero anche le possibile rotte di navigazione extramediterraneo dei fenici (http://www.marcopardini.com/fenici_america.htm) nonchè dei vichighi stessi. In questo caso la famosa mappa VINLAND ce ne renderebbe testimonianza (riporto a tale riguardo un altro articolo trovato nella rete - http://www.enricobaccarini.com/?p=169).
Anche riguardo al popolo celtico, pur nelle sue diversificazioni etniche e non solo, si parla di una loro possibile presenza nel territorio americano ( a tale riguardo si veda - http://www.liutprand.it/celti_america_p1.pdf).


Ultima modifica di Arturo il 17/06/2009, 10:59, modificato 1 volta in totale.


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