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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 16:21 
Atlanticus81 ha scritto:
Gobekli è a 350 miglia dal monte Ararat... poco più di 500km... è più che ragionevole pensare che Gobekli possa essere uno dei primi insediamenti realizzato dai "naufraghi" del Diluvio.

Sempre dal monte Ararat guardando la cartina possiamo vedere come tre ipotetiche direttrici potrebbero avere portato i sopravvissuti di questa antica stirpe aristocratica antidiluviana (se il termine Anunnaki turba il cecca) sempre nel raggio di 500-600 km:

- a nord verso la Georgia e il Caucaso (molto importante e già più volte richiamato nell'ambito delle ricerche fenotipiche sulla comparsa del carattere occhio azzurro)

- a ovest verso Gobekli Tepe

- a sud sud-est verso gli altopiani iranici (sumer)

riorganizzando i Sapiens sopravvissuti al Diluvio in quelle che sarebbero poi diventate le prime civiltà urbane...



a parte che sumer non è in iran, la fai un po troppo semplice e mixi cose che non hanno niente a che vedere le une con le altre e che nemmeno sono esistite (diluvio)


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 16:26 
Ignorante ha scritto:

la spiegazione "ortodossa" c'è, semplicemente abbiamo sottovalutato e ignorato la presenza nella storia di altri popoli, organizzati e relativamente evoluti, prima di quello sumero.


Gobekli Tepe sta lì proprio a dimostrare questo... così come tutti gli altri siti megalitici da una parte e dall'altra del globo.

Ma concorderai che con lo scarso livello tecnologico che si vuole attribuire a queste popolazioni preistoriche di fatto (se consideriamo la scrittura nata con i sumeri) diventa inspiegabile le lavorazioni e la movimentazione di quelle pietre...

Anunnaki... semplicemente potevano essere l'aristocrazia e l'oligarchia di queste popolazioni antidiluviane?



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 16:48 
cecca ha scritto:
a parte che sumer non è in iran, la fai un po troppo semplice e mixi cose che non hanno niente a che vedere le une con le altre e che nemmeno sono esistite (diluvio)


Ma non si è sempre detto che fino al 4000 a.C. i Sumeri vivevano sui monti a nord della Mesopotamia (monti Zagros, che appartengono ad Armenia e Iran), nell'altopiano iranico, vicino all'attuale confine con la Turchia??!

E che poi verso il 3500 a.C. questa popolazione sarebbe scesa dai monti per occupare la bassa Mesopotamia, alla confluenza del Tigri e l'Eufrate (odierno Iraq sud-orientale)?!?!

Che poi il Diluvio non sia nemmeno esistito lo dici tu, ignorando l'ipotesi dei geologi Ryan e Pitman relativamente all'inondazione del Mar Nero...

A me sembra che queste cose abbiano proprio a che vedere le une con le altre... ormai mi sono fatto una ragione che tu non lo veda o faccia finta di non vederlo

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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 16:59 
a gobekli tepe non c'è un singolo riferimento agli anunnaki, vero che devono ancora finire di scavare, ma finora le uniche rappresentazioni trovate riguardano animali, quindi lasciano intendere un tipo di mitologia affine a quella sciamanica. tuttavia la vicinanza del sito di gobekli tepe suggerisce che i sumeri possano essere discendenti di questo fantomatico popolo, da cui potrebbero aver ereditato molte conoscenze (l'agricoltura in primis, a gobekli tepe sono stati trovati dei semi di piante accanto a resti di ossa animali e utensili). d'altronde è impossibile che un popolo nasca già organizzato in gran numero, con una solida struttura sociale, lingua e scrittura standardizzati e una serie di conoscenze "rivoluzionarie" per l'epoca, infatti sitchin fece leva principalmente su questo dettaglio per dimostrare in modo "tangibile" la presenza di anunnaki.
ma come detto, se ammettiamo la discendenza dei sumeri da un popolo più avanzato, ecco che uno dei punti cardini della teoria degli anunnaki non è più in essere.

qualche parola sul diluvio, spero che l'off topic sia tollerato.
le pianure comprese nell'area tra tigri ed eufrate sono state periodicamente soggette a grandi alluvioni, come scavi e carotaggi dimostrano. tuttavia che ci sia stata un'alluvione in grado di portare una barca sulle pendici del monte ararat a quasi 5000 metri di quota, è assai difficile da tenere in considerazione anche se parlassimo di uno tsunami, quindi ritengo più probabile che la storia del diluvio sia stata assai romanzata e che corrisponda poco alla realtà dei fatti che comunque riguarda un tragico evento alluvionale. mia ipotesi ovviamente.


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 17:03 
Ignorante ha scritto:
qualche parola sul diluvio, spero che l'off topic sia tollerato.

le pianure comprese nell'area tra tigri ed eufrate sono state periodicamente soggette a grandi alluvioni, come scavi e carotaggi dimostrano. tuttavia che ci sia stata un'alluvione in grado di portare una barca sulle pendici del monte ararat a quasi 5000 metri di quota, è assai difficile da tenere in considerazione anche se parlassimo di uno tsunami, quindi ritengo più probabile che la storia del diluvio sia stata assai romanzata e che corrisponda poco alla realtà dei fatti che comunque riguarda un tragico evento alluvionale. mia ipotesi ovviamente.


non penso nemmeno che sia così off topic per la discussione.

Riguardo all'ipotesi Ryan-Pittman sull'inondazione del Mar Nero come scenario di ciò che nel mito è entrato come "Diluvio" che ne pensi?

Oltre all'agricoltura potrebbero avere portato in "Eredità" anche conoscenze e tecnologie per la lavorazione e movimentazione di quelle pietre di cui si parlava nel post di apertura?

E come vedi la possibilità di correlazioni tra popolazioni tra le due sponde dell'oceano?

Voglio dire... la capacità e le tecniche di lavorazione sembrano molto simili... e non posso non pensare a tutta la ricerca fatta sullo shamir di cui recentemente nel thread "L'Eredità degli Antichi Dei"


Ultima modifica di Atlanticus81 il 30/07/2015, 17:06, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 18:17 
Atlanticus81 ha scritto:
Ignorante ha scritto:
qualche parola sul diluvio, spero che l'off topic sia tollerato.

le pianure comprese nell'area tra tigri ed eufrate sono state periodicamente soggette a grandi alluvioni, come scavi e carotaggi dimostrano. tuttavia che ci sia stata un'alluvione in grado di portare una barca sulle pendici del monte ararat a quasi 5000 metri di quota, è assai difficile da tenere in considerazione anche se parlassimo di uno tsunami, quindi ritengo più probabile che la storia del diluvio sia stata assai romanzata e che corrisponda poco alla realtà dei fatti che comunque riguarda un tragico evento alluvionale. mia ipotesi ovviamente.


non penso nemmeno che sia così off topic per la discussione.

Riguardo all'ipotesi Ryan-Pittman sull'inondazione del Mar Nero come scenario di ciò che nel mito è entrato come "Diluvio" che ne pensi?

Oltre all'agricoltura potrebbero avere portato in "Eredità" anche conoscenze e tecnologie per la lavorazione e movimentazione di quelle pietre di cui si parlava nel post di apertura?

E come vedi la possibilità di correlazioni tra popolazioni tra le due sponde dell'oceano?

Voglio dire... la capacità e le tecniche di lavorazione sembrano molto simili... e non posso non pensare a tutta la ricerca fatta sullo shamir di cui recentemente nel thread "L'Eredità degli Antichi Dei"


ipotesi interessante ma al momento non supportata da riscontri oggettivi. infatti sappiamo che la creazione del canale di dardanelli avvenne attorno all'8000 ac, mentre il mar nero era già presente in tempi più antichi, formato dai fiumi che riversavano le acque derivate dal ghiacciaio scandinavo che si estendeva fin verso la parte meridionale dell'ucraina.
ora se andiamo ad analizzare questa carta
è evidente che abbiamo avuto un vistoso aumento delle temperature tra l'11500 e il 9500 ac. questo aumento provocò innanzitutto l'innalzamento del livello mari, come si evince da quest'altro grafico

ma anche una forte evaporazione dei mari chiusi, tra i quali appunto il mar nero a cui veniva anche a mancare l'apporto idrico del pak scandinavo ormai ritiratosi dall'ucraina e tutta l'europa continentale. si deduce facilmente che il livello delle acque del mar nero doveva essere molto più basso di quello del mediterraneo, quindi molto probabilmente, quando si aprì il dardanelli, il mediterraneo si riverso sul mar nero sommergendo tutti gli insediamenti umani che molto probabilmente si trovavano sulle sponde del mar nero, evento che poi potrebbe essere rimasto nella memoria dei sopravvissuti, poi emigrati in diverse aree, come diluvio universale. una prova determinante in tal senso è fornita dalla recentissima scoperta di un particolare insediamento umano, al momento datato attorno alll'8000 ac, sommerso dalle acque del mar nero nelle vicinanze di varna, in bulgaria.

la tua seconda domanda è alquanto aleatoria. sappiamo che la mesopotamia è essenzialmente una immensa pianura alluvionale con diversi strati sedimentari, quindi di roccia se ne trovava poca, per questo si ripiegò nella creazione di mattoni di terracotta per uso edilizio. quindi semmai si fossero ereditate conoscenze ingegneristiche sulla lavorazione e uso di grandi blocchi di pietra, esse risultavano inutili in quel frangente, dunque caddero in disuso e andarono perse.

alla terza domanda ci ha pensato thor heyerdahl e il suo kontiki.


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 18:59 
Cita:
Ma non si è sempre detto che fino al 4000 a.C. i Sumeri vivevano sui monti a nord della Mesopotamia (monti Zagros, che appartengono ad Armenia e Iran), nell'altopiano iranico, vicino all'attuale confine con la Turchia??!



no, non si è sempre detto.

ma se te leggi i blog di demontis & co. chissa cosa ci trovi.


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 19:06 
Riguardo a Varna sapevo essere state trovate tombe databili addirittura a 4000-4500 anni prima di Cristo... ricche peraltro di ornamenti d'oro.

http://www.thehistorytemple.com/preisto ... -delluomo/

che insieme alle "Tavolette di Tartaria" ci permettono di considerare più concreta l'idea dell'area intorno al Mar Nero come culla di una civiltà precedente a quelle storicamente accertate.

Tavolette di Tartaria. La scrittura più antica del mondo?

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Le tavolette di Tartaria: la scrittura più antica del mondo? Pare proprio di sì. Siamo di fronte a qualcosa di sensazionale che riscrive – scusate il gioco di parole – la storia della scrittura. Fino a poco tempo fa si pensava che il sistema più antico di scrittura fosse quello di Sumer, poi i reperti trovati nell’Alto Egitto dal professor Günter Dreyer hanno dimostrato che ancor prima ne esisteva uno egizio. Ma anche questa teoria adesso è sorpassata, dopo che le nuove analisi hanno rivalutato l’importanza delle tavolette di Tartaria.

Ora il primato della spetta alla Vecchia Europa, vale a dire alla cultura del Danubio. Le tavolette furono scoperte già nel 1961 in Romania, appunto nel sito di Tartaria (Turda), in Transilvania, nella valle del Mures. Ma le prime analisi al carbonio 14, eseguite negli anni Sessanta, le datarono nel III millennio e sembrò quindi che fossero più “giovani” dei reperti con scrittura sumera. Inoltre la somiglianza di alcuni segni tracciati sulle tavolette di Tartaria con alcuni simboli della fase pittografica (e quindi più antica) del sistema sumero portò gli studiosi a postulare una parentela fra le due scritture.

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Alcuni archeologi ipotizzarono che della gente di Mesopotamia si fosse recata nell’area danubiana in cerca di giacimenti metalliferi. Sappiamo, infatti, che proprio in questa zona della Transilvania sono state scoperte le tracce più antiche di lavorazione del rame (VI millennio a.C.). Così le due culture lontane e differenti sarebbero entrate in contatto. I Sumeri avrebbero esportato il loro sistema arcaico pittografico nella Vecchia Europa. Questa la tesi di allora, che però iniziò a vacillare quando non si riuscirono a decifrare le tavolette di Tartaria servendosi dei pittogrammi sumeri. Oggi l’evidenza ha messo sottosopra la teoria del passato. Il primato passa alle tavolette di Tartaria che, a quanto pare, sono il risultato di uno sviluppo molto più antico e del tutto indipendente da quello sumero.

Le ultime analisi al C 14 eseguite all’inizio del 2000 e calibrate con l’ausilio della dendrocronologia hanno dimostrato che le tavolette di Tartaria risalgono a un periodo che si estende dal 5370 al 5140 a.C.. Sono più vecchie del sistema di scrittura sumero di circa 2000 anni. Molto interessante è poi il fatto che le tavolette danubiane siano state trovate in una fossa funeraria tutta particolare, insieme con altri oggetti e con dei resti di ossa carbonizzate.

Particolare perché? Perché le ossa appartenevano a una donna di circa 50 anni che soffriva di artrite e però, come ipotizza Haarmann, doveva essere una persona molto influente della comunità agricola, probabilmente una sciamana. Le tavolette farebbero parte, quindi, di un suo corredo magico-religioso e potrebbero contenere delle formule sacre. Ancora una volta viene confermata l’importanza della donna nella società della Vecchia Europa.

Segni di scrittura dappertutto, dalle statuette sacre al vasellame di uso quotidiano

Ma non dobbiamo certo pensare che le uniche tracce del sistema di scrittura del Danubio siano quelle impresse sulle tavolette di Tartaria. Ciò non basterebbe a conferire a tali simboli un valore linguistico. I segni tracciati sui reperti di terracotta trovati n Transilvania non sono un fenomeno isolato. Appaiono su gran parte dell’oggettistica della cultura Vinca: statuette, vasi, boccali, ciotole, modellini di altari, altri utensili di uso domestico. A chi replica che potrebbero essere semplici ornamenti privi di significato, il linguista Harald Haarmann risponde con un’obiezione categorica:

“Il modo in cui sono state applicate le iscrizioni sulle statuette si differenzia chiaramente dall’ordine delle decorazioni o dei motivi ornamentali. La decorazione ornamentale è caratterizzata da una rigida simmetria, mentre la collocazione di segni di scrittura che esprimano parole non soggiace a nessun principio di simmetria, la sequenza dei segni si orienta in base al contenuto dell’informazione e non alle norme estetiche di motivi ornamentali.”(Geschichte der Sintflut, pagg. 95-96)

Tant’è vero che quattro anni fa il professor Haarmann ha scritto anche un saggio sull’introduzione alla scrittura della cultura danubiana la quale, a suo avviso, presenta due categorie ben evidenti di segni: simboli di carattere pittografico e simboli astratti. Quelli di carattere pittografico raffigurano oggetti animati e inanimati legati alla vita quotidiana della comunità, come parti del corpo umano e animale, piante, utensili, strutture architettoniche, elementi della natura come acqua o sole. I simboli astratti, che costituiscono anche la maggior parte dei segni di scrittura danubiani, si basano in prevalenza sui segni a “v” che sono soggetti a variazioni per mezzo di strisce e punti.

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I simboli non sono pochi: stiamo parlando di un sistema di scrittura con più di 230 segni. Inoltre più di 1500 iscrizioni sono state identificate sui numerosi reperti della Vecchia Europa. È interessante il fatto che alcuni tipi di segno sembrino corrispondere a una collocazione particolare su certi tipi di oggetti: per esempio, i simboli con una certa forma appaiono sempre e soltanto sul fondo di contenitori, altri invece sul bordo degli stessi, altri ancora si trovano esclusivamente sulle statuette femminili.

Dunque il materiale di studio non manca. Il problema principale riguardo alla decrittazione e alla trascrizione di questo sistema di scrittura, è che fino a oggi non si abbiano a disposizione delle iscrizioni bilingue, di modo da poter fare un raffronto tra i caratteri della Vecchia Europa e quelli di un idioma differente, procedendo quindi alla traduzione dei simboli in questione.

Interessante è il fatto che, a differenza della cultura sumera, in cui inizialmente la scrittura fu usata soprattutto per scopi burocratici (ad esempio per compilare liste di merci oppure contrassegnare otri di vino), i segni della cultura danubiana sono impressi esclusivamente su oggettistica sacra. Si tratta, quindi, di simboli sacri. D’altra parte non è da escludersi che anche nelle culture orientali, come la sumera, ci sia stato un primo stadio di scrittura a scopo religioso e che soltanto più tardi i segni siano stati adoperati per uso pratico. Non è detto che l’esigenza di scrivere sia nata per forza da necessità quotidiane, potrebbe invece essere stata legata originariamente al culto. Il fatto che molti studiosi si mostrino restii a considerare uno scenario del genere, non può che ostacolare la decifrazione di eventuali primi stadi di scrittura ancora sconosciuti.

Torniamo alla Vecchia Europa. Facendo un raffronto con altre antiche culture, salta subito all’occhio dell’esperto la somiglianza fra il sistema di scrittura del Danubio e quello della valle dell’Indo. Il più antico dei due è, ovviamente, il sistema della Vecchia Europa, i cui caratteri appaiono sulle tavolette di Tartaria già all’alba del VI millennio e poi su numerosi oggetti della cultura Vinca risalenti alla metà del V. Mentre lo sviluppo della scrittura presso le culture di Harappa e Mohenjo Daro è stato datato, in base agli studi più recenti, nel IV millennio a. C. Però questa somiglianza e il fatto che entrambe le culture si siano sviluppate probabilmente su base ecumenica e non su di una struttura a gerarchica con la presenza di differenti strati sociali e tutto ciò che questi comportano, infittisce il mistero.

Ma fino a quando fu scritta questa lingua sconosciuta del Danubio? Fino a quando fu parlata? Da un’analisi che mette a confronto gli elementi linguistici appartenenti alle lingue protoindoeuropee e quelli derivati dalla lingua della Vecchia Europa che trovarono accesso nel vocabolario indoeuropeo, nonché dall’analisi dei reperti danubiani che riportano segni di scrittura, possiamo dedurre una datazione approssimativa della durata della scrittura (e lingua) della Vecchia Europa. Nella regione centrale dei Balcani fu usata sino al tardo periodo del rame, vale a dire sino al 4400-4000 a. C., mentre nella Grecia settentrionale sopravvisse fino al 3200 a. C. e nella cultura di Tripolye (Romania/Ucraina) fino al III millennio a. C..

D’altra parte sappiamo che le culture della Vecchia Europa subirono un duro colpo in seguito all’impatto con le tribù protoindoeuropee giunte delle steppe euroasiatiche. Diversi elementi lo provano: tracce evidenti di abbandono improvviso di ampi centri abitati e ben funzionanti della cultura danubiana – come l’avanzato sito di Tripolye in Ucraina – distrutti da incendio; una veloce trasformazione della struttura sociale preesistente da matrifocale a patriarcale con evidenti indizi di cambiamento repentino nelle pratiche funerarie e della nuova stratificazione linguistica, laddove i dialetti indoeuropei sostituirono poco a poco quelli della Vecchia Europa.

Esodo dalla Vecchia Europa e ritorno alle Isole greche

Questa situazione, secondo il professor Haarmann, portò alla migrazione delle genti della Vecchia Europa in altri territori, in cerca di nuovi spazi in cui poter vivere secondo le tradizioni dei loro padri. Non stiamo parlando di intere popolazioni, ovviamente, ma di alcuni clan che si rifiutarono di accettare la religione e il modus vivendi dei nuovi arrivati e preferirono andarsene, emigrando verso il meridione. Perché proprio il meridione? Perché da lì erano venuti i loro antenati che, partendo dall’Anatolia nell’VIII millennio a. C., si erano poi stabiliti in Tessaglia, dove sono stati trovati molti reperti che recano le loro tracce, prima di continuare il lungo viaggio raggiungendo i Balcani e la costa del Mar Nero.

Immagine

Le genti che decisero di abbandonare la valle del Danubio dopo l’arrivo dei Protoindoeuropei, si trasferirono nelle isole dell’Egeo. Infatti proprio qui, nella cultura preistorica delle isole Cicladi e di Creta, si trovano elementi della cultura danubiana risalenti al IV millennio a. C., quindi ad un periodo che corrisponde alla seconda migrazione protoindoeuropea dalle steppe asiatiche ai territori del Danubio. Le tracce di tale transfer di usi e costumi sono molte.

A partire dal culto incentrato intorno a una divinità femminile, all’uso di maschere rituali (spesso a forma di uccello), ai simboli sacri dell’uccello e del serpente (ricordiamo le donne-uccello e serpente della cultura danubiana), ai motivi ornamentali di spirali, meandri, doppie asce, all’immagine della dea con il bambino in grembo, al culto dei tori e agli ornamenti sacri con bucranio, alla tradizione di celebrare i riti religiosi in cortili aperti su piattaforme di culto, sino a una particolare tecnologia molto sofisticata della tessitura e della ceramica. E, soprattutto, la traccia principe: il passaggio di molti vocaboli della Vecchia Europa nel vocabolario indoeuropeo del greco antico.

Harald Haarmann ipotizza ormai da anni una parentela fra la scrittura dell’Egeo e quella del Danubio. Il professore scrive:

Le testimonianze più antiche dell’uso della scrittura cretese Lineare A giungono da un periodo intorno al 2500 a. C. (…)La tradizione di scrittura della Creta antica ha tratto ispirazione dalla Vecchia Europa non soltanto per quanto riguarda un trasferimento di idee, ma anche per quanto concerne le chiare convergenze fra i due sistemi, le tecniche usate dai due sistemi (linearità, uso dei segni diacritici, ecc.) e il patrimonio di segni adottati. Il sistema Lineare A è costituito da circa 120 segni e più della metà di questi presenta paralleli grafici con i simboli della Vecchia Europa.”(Haarmann, “Das Rätsel der Donauzivilisation”, pag. 245)

Dunque la scrittura delle tavolette di Tartaria non è scomparsa senza lasciare traccia. E nemmeno la lingua della Vecchia Europa. Ancora oggi, nelle nostre lingue derivate da dialetti indoeuropei, vi sono numerosi vocaboli tratti dal quel mondo agricolo ed ecumenico. Anzi, sembrerebbe proprio che la cultura del Danubio abbia apportato l’impulso decisivo alla nascita dello sviluppo culturale che ebbe luogo in epoca preistorica nell’Europa meridionale e nell’Egeo, preparando così il terreno alla formazione del periodo classico dell’Antica Grecia.

http://storia-controstoria.org/antiche- ... del-mondo/



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 19:18 
cecca ha scritto:
Cita:
Ma non si è sempre detto che fino al 4000 a.C. i Sumeri vivevano sui monti a nord della Mesopotamia (monti Zagros, che appartengono ad Armenia e Iran), nell'altopiano iranico, vicino all'attuale confine con la Turchia??!


no, non si è sempre detto.


Ah no?! E allora cosa si dice al riguardo in accademia?! Diccelo tu... siamo qui che aspettiamo... o dobbiamo chiederti anche questo solo come messaggio privato al pari di quei famosi articoli di cui parlasti prima?

cecca ha scritto:
ma se te leggi i blog di demontis & co. chissa cosa ci trovi.


Qualcuno stava parlando di Demontis in questo thread?! Non mi era parso...

[:D]

Infatti non Demontis, ma la Treccani dice questo

SUMERI (XXXII, p. 990). - L'origine dei S. è tuttora avvolta nel mistero. Immigrati dal di fuori, si è pensato che siano giunti nella bassa Mesopotamia dal sud (Golfo Persico), ovvero da oriente (Īrān), oppure ancora dal nord (Caucaso).

http://www.treccani.it/enciclopedia/sum ... -Italiana)/


Se nemmeno la Treccani risponde ai canoni metodologici previsti dall'index ceccarellorum io non so più cosa dire

Cosa peraltro riconfermata da Wikipedia...

Per quanto riguarda il luogo di provenienza dei Sumeri, esistono varie teorie. Le prove archeologiche dimostrerebbero che intorno al 4000 a.C. i Sumeri vivessero sui monti a nord della Mesopotamia (monti Zagros), nell'altopiano iranico, vicino l'attuale confine con la Turchia. Attorno al 3500 a.C. questa popolazione sarebbe scesa dai monti per occupare la bassa Mesopotamia, alla confluenza del Tigri e l'Eufrate.

https://it.wikipedia.org/wiki/Sumeri


Che sembra rifarsi, vista la bibliografia citata, ai seguenti autori...

Liverani Mario, Storia Universale - Le civiltà mesopotamiche, Milano, Corriere della sera, 2004.
Mario Liverani, Antico Oriente, Laterza, 1984
Giovanni Pettinato, I sumeri, ed. Bompiani, Milano, 2005/2007, ISBN 978-88-452-3412-5
G. R. Castellino (a cura di), Testi sumerici e accadici, Torino, UTET, 1977
Giovanni Pettinato (a cura di), Mitologia sumerica, Torino, UTET, 2001 (antologia di testi mitologici sumerici in traduzione italiana)
E. Ascalone, Mesopotamia. Assiri, sumeri e babilonesi, Milano, Mondadori Electa, 2005, ISBN 88-370-3276-5.
S. N. Kramer, I sumeri alle radici della storia, Roma, Newton & Compton, 1979, ISBN 88-8183-776-5.


Poi è ovvio che siamo nel campo delle ipotesi... mi sembra superfluo doverlo ricordare tutte le volte.

Mi basta sapere che una delle teorie plausibili e ragionevoli in merito alle loro origini riporta gli altopiani iranici e il Caucaso per incastrarsi con quanto stavamo dicendo prima...

A meno che tu non abbia qualcosa di definitivo riguardo la loro origine che smentisca le ipotesi evidenziate sopra. Qualcosa da poter condividere con noi, altrimenti per l'ennesima volta hai dato fiato alla bocca e basta...



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 30/07/2015, 20:05 
avevi scritto "si è sempre detto"

ma non si è sempre detto.

è una delle ipotesi che sono state fatte.

un'altra è che provenissero dalla zona dell'indo.

sempre ammettendo che i sumeri non fossero autoctoni.


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MessaggioInviato: 30/07/2015, 20:58 
Atlanticus81 ha scritto:
Riguardo a Varna sapevo essere state trovate tombe databili addirittura a 4000-4500 anni prima di Cristo... ricche peraltro di ornamenti d'oro.

...

no, parlo di un complesso abitativo con particolari strutture che ricordano quella megalitica, la scoperta è assai recente, l'anno scorso o due anni fa, mi sembra strano ancora ci sia traccia sul web.
ma è anche vero che parecchie città sommerse nel mondo non vengano nemmeno citate, come ad esempio le strutture artificiali sul fondo dell'oceano indiano, dalle parti dello sri lanka e andhra pradesh.


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MessaggioInviato: 31/07/2015, 00:43 
Se riuscissi a recuperare qualche informazione in più te ne sarei grato... trovare un sito megalitico sotto le acque del Mar Nero sarebbe estremamente importante per le mie ricerche.

Le strutture artificiali sul fondo dell'oceano indiano, dalle parti dello sri lanka e andhra pradesh mi fanno venire in mente Enrico Baccarini quando ha parlato del Kumari Kandam, continente perduto citato nel Kanda Puranam, una versione del 15° secolo scritta in Tamil dello Skanda Purana, il più vasto tra i diciotto Purana principali, nel quale sono riportate una serie di leggende su Shiva e i luoghi santi a lui collegati. L'antico testo cita alcune grandi inondazioni oceaniche che hanno sommerso le terre a sud dell'India.

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E anche alla città di Dwarka.

Il che presuppone NECESSARIAMENTE una urbanizzazione precedente alla fine dell'ultima glaciazione, con buona pace della linearità storica accreditata dagli accademici, o sbaglio?!

Se ci sono città, ci sono nazioni, strutture sociali, probabilmente civiltà e culture più avanzate di come siamo abituati a pensare all'uomo preistorico.

Azzardo un concetto... Atlantide?! Non intesa come singola città, ma come civiltà madre le cui vestigia e i cui resti sono stati poi riutilizzati dalle popolazioni post-diluviane per altri scopi.

Penso a Giza, Baalbek, Tihuanaco.



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Eldorado degli Anunnaki
MessaggioInviato: 31/07/2015, 20:32 
be, di siti megalitici ne è piena l'europa, anche in nord africa, mi sembra di ricordare ci sia qualcosa in marocco.
i tamil sono un popolo con una solidissima tradizione culturale, purtroppo non troppo apprezzata in occidente, se non altro per il loro secolare fanatismo che li rende alquanto ostici e malfidati nel condividere le loro conoscenze. inoltre teniamo presente che dalla fine della glaciazione wurmiana a oggi il livello dei mari si è alzato di circa 120 metri, quindi sono del parere che se si vuole trovare qualcosa di più di questi popoli antichi, bisogna andare sott'acqua. d'altronde quasi tutte le culture antiche parlavano di città inghiottite dal mare, quindi qualcosa c'è stato sicuramente. inoltre dando uno sguardo a questo grafico

possiamo apprezzare come dal 6000 al 4000 ac (nel grafico l'unità di riferimento temporale è espressa in bp, cioè before present) abbiamo avuto un riscaldamento globale molto più pronunciato e repentino di quello attuale, cosa che lascerebbe intendere che le regioni climaticamente migliori per gli insediamenti umani di una certa consistenza non solo fossero in zone oggi occupate dalle acque, ma anche molto più vicine ai circoli polari (includo anche argentina e coste antartiche, probabilmente facili da raggiungere per il basso livello delle acque) di quanto si pensi.


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