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 Oggetto del messaggio: Labirinti
MessaggioInviato: 17/08/2015, 17:14 
Non avendo trovato un thread organico relativamente al tema del simbolo del labirinto ho pensato potesse essere utile cercare di racchiudere qui tutte le nostre ricerche e considerazioni in merito partendo dal post introduttivo proposto da Mirko Elviro nel seguente sito.

http://mmmgroup2.altervista.org/i-labiri.html

Sfruttandone la ricca galleria fotografica

IL MISTERO DEL LABIRINTO
di Mirko Elviro

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Questo simbolo rappresenta un vero e proprio mistero: compare infatti in luoghi e tempi diversissimi tra di loro. Il suo significato è un mistero. Alcuni studiosi ritengono che si tratti di un "percorso rituale", confinandolo così al campo religioso-mistico. Altri vedono in esso la rappresentazione di un cervello umano. Ma nessuno di essi sa fornire una spiegazione accettabile sulla sua così grande diffusione nel mondo e in tempi così distanti tra loro. Vediamo ora una breve lista dei luoghi in cui il labirinto è stato ritrovato:

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Tracciato di pietre sull'isola di Gotland (Svezia)

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Decorazione su vaso etrusco ritrovato a Tragliatella, in Italia

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Incisione rupestre nella Rocky Valley, a nord di Tintagel in Cornovaglia (Inghilterra)

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Incisione su una moneta di Cnosso (Isola di Creta)

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Simbolo sacro degli indiani Hopi (tribù del Pueblo nel sud-ovest degli Stati Uniti)

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Simbolo ritrovato a Sibbo, in Finlandia

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Simbolo presente nel Manas Chakra (Rajastan, India)

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Simbolo presente nel tempio di Kom Ombo (Egitto)

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Simbolo presente nella "Domus de Jana" di Luzzanas in Sardegna (Italia); è datato 6000 anni circa

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Simbolo presente su un frammento di ceramica in Siria

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Simbolo presente su un frammento di roccia ritrovato a Oraibi, in Arizona

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Tracciato di pietre a St. Agnes, isole di Scilly, Regno Unito

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Incisione ritrovata a Padugula, in India

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Disegno presente a Pompei, Italia; è accompagnato dalla scritta "Hic habitat Minotaurus" (qui abita il minotauro)

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Incisione presente su un blocco di granito ritrovato in Inghilterra, detto "the Hollywood stone"

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Simbolo presente su una tavoletta d'argilla tra le rovine del palazzo di re Nestor a Pylos (Peloponneso, Grecia), datata 1200 a.C.

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Incisione su una roccia a Mogor (Marín, Pontevedra) - Spagna

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Incisione su una roccia a Machu Picchu - Perù

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Tracciato di pietre a Rösaring, in Scandinavia

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Pittura rupestre nel tempio Potash a Tikla, Madhya Pradesh

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Miniatura su una bibbia armena (1634) - rappresentazione della città di Gerico


UNA NUOVA SCOPERTA

Il parco archeologico nazionale delle incisioni rupestri di Naquane a Capo di Ponte (in Lombardia, Italia) offre una delle manifestazioni di arte rupestre preistorica più importanti del mondo; le figure incise raccolte in quest'area non sono state completamente censite, ma il loro numero è stimato in molte decine di migliaia. Le incisioni coprono un arco di tempo molto vasto, che va dall'Epipaleolitico (10000 a.C. circa) al Medioevo. Su uno di questi megaliti (a metà circa della Roccia Grande) vi è un simbolo che ad una prima occhiata risulta del tutto simile al labirinto.

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Fotografia del labirinto di Naquane

Sulle guide è riportata questa breve descrizione:

L'incisione forma un meandro, in cui è possibile seguire tutto un percorso, dall'entrata all'uscita: un labirinto, dunque. Sovviene, in proposito, la leggenda del re cretese Minosse, che fece costruire un edificio labirintico, nel quale tenere prigioniero il Minotauro, mostro dal corpo umano e dal capo taurino, che Teseo riuscì ad uccidere con l'aiuto di Arianna e del suo filo. Questo labirinto di Naquane è sovrapposto ad una più labile figura umana. Alcuni studiosi attribuiscono il labirinto al repertorio rituale del mondo agricolo, connesso in qualche modo con i periodi della semina e del raccolto e, perciò, anche con i cicli solari. Altra interpretazione aggancia il simbolo a percorsi iniziatici. Notevoli le analogie con immagini dello stesso tipo presenti nel mondo etrusco.

Ma la cosa più interessante è che non si tratta di semplici "analogie", ma del fatto che l'immagine speculare dell'incisione N.5 della Roccia Grande è l'ESATTA SOLUZIONE del vero labirinto!

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Schematizzazione del labirinto di Naquane

Cosa significa? Nessuno può dirlo. Ciò comunque conferma la conoscenza precisa di questo simbolo anche nel Nord Italia.

ANCHE IN EGITTO

Questo simbolo sembra essere conosciuto veramente ovunque. Una sua rappresentazione è visibile anche nel tempio di Kom Ombo, situato sulle rive del Nilo a circa 50 Km a nord di Aswan (Egitto). E' situato sulla pavimentazione di un corridoio posteriore rispetto al tempio, dove risiedevano i sacerdoti in attesa della funzione. Le guide dicono che questa e molte altre incisioni di vario genere presenti nel sito avrebbero avuto la funzione di "gioco" visto che per i sacerdoti l'attesa poteva durare anche giorni.

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La segnalazione di questo labirinto e la fotografia ci sono giunte via e-mail da Daniele Zeri (che ringraziamo).


UNA POSSIBILE INTERPRETAZIONE

Guardando meglio il labirinto ed avendo presente la descrizione della città di Atlantide fornita da Platone nel Crizia, si può pensare che esso rappresenti nientemeno che la MAPPA della suddetta città! Vediamo come si può giungere alla seguente conclusione. Ricordiamo innanzitutto le parole di Platone in questo brano, estratto dal Crizia:

"...Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra, nato dal suolo; si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe, ed essi avevano un'unica figlia, Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono; Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e, spezzando la terra, circondò la collina, sulla quale ella viveva, creando zone alternate di mare e di terra, le une concentriche alle altre; ve ne erano due di terra e tre d'acqua, circolari come se lavorate al tornio, avendo ciascuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro, di modo che nessuno potesse giungere all'isola, dato che ancora non esistevano navi e navigazione...".

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Ed ancora:

"...(i sovrani di Atlantide) innanzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l'antica metropoli, e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal palazzo reale. E fin da principio eressero il palazzo nella dimora del dio e dei loro antenati, e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione, dato che ciascun re superava, all'apice della gloria, colui che l'aveva preceduto, sino a fare dell'edificio una meraviglia a vedersi, sia in ampiezza che in bellezza. E, partendo dal mare, scavarono un canale largo trecento piedi, profondo cento, lungo cinquanta stadi, che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a essa che divenne un porto; e il varco era abbastanza ampio da permettere l'entrata alle navi più grandi. Inoltre, a livello dei ponti aprirono gli anelli di terra che separavano gli anelli di mare, creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all'altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi; infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell'acqua. Ora la più grande delle zone, cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio, aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga; ma le due zone successive, l'una d'acqua, l'altra di terra, erano larghe due stadi e quella che circondava l'isola centrale era di uno stadio soltanto. L'isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi..."

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Ed ora proviamo ad elaborare l'immagine del labirinto. Coloriamo alternativamente le linee del labirinto di azzurro (acqua) e di marrone (terra), operando una piccola modifica al centro:

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Ed ora coloriamo di marrone tutta la figura (espandiamo le striscie di terra), aggiungendo il grande canale citato da Platone che congiungeva gli anelli al mare:

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Coloriamo infine le varie parti, in modo da evidenziare le zone della città, descritte in maniera accurata da Platone nel Crizia:

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A - Anello di terra principale
B - Anello di terra minore
C - Cittadella
D - Porto interno
E - Secondo porto
F - Grande porto
G - Canale per il mare
H - Quartiere mercantile

Se si trattasse veramente della mappa della città di Atlantide, la sua grande diffusione significherebbe la presenza, in passato, di notevoli legami tra il mondo atlantideo e le varie popolazioni, se non addirittura una diretta discendenza di queste ultime da Atlantide, dopo che venne annientata da una spaventosa catastrofe.

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Monete cretesi (300-100 a.C.)

Immagini simili al labirinto si ritrovano un po' ovunque; ecco un'incisione che si trova su un blocco di basalto non lontano dal cerchio di pietre e dal cimitero di cumuli di Cauldside Burn, Kirkcudbright, in Scozia:

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Labirinto di Cauldside Burn

Ed ecco ora un "crop circle" (cerchio nel grano), di origine ignota, la cui forma ricorda il labirinto:

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Pietra concava di una tomba preistorica a Knowth, in Irlanda:

Altri labirinti simili sono raffigurati qui di seguito:

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Fotografia del labirinto alla Troy farm

http://mmmgroup2.altervista.org/i-labiri.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 17/08/2015, 17:24 
Direttamente dal thread dedicato al più specifico tema delle cattedrali gotiche...

I misteriosi labirinti delle Cattedrali gotiche
Scritto da Stefano Torselli.

Sul pavimentodi diverse cattedrali, mediante un intarsio di pietre, è raffigurato un labirinto, che spesso distrutto nei secoli successivi, è stato considerato per diverso tempo, dagli studiosi, poco più che una curiosità o un gioco privo di senso.

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A volte non era neppure un vero e proprio labirinto, ma un tracciato spiraliforme e tortuoso, che costringeva a girare e rigirare su se stessi, prima di raggiungere il centro.

Nel XVII e XVIII secolo i labirinti furono quasi tutti tolti dalle cattedrali poiché i dignitari ecclesiastici non attribuivano ad essi un significato cristiano; a Reims venne asportato dai canonici, infastiditi dal fatto che i bambini si divertissero eccessivamente a percorrerlo.

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Il labirinto si è conservato a Chartres e ad Amiens. Quello di Chartres è sicuramente il più famoso. Quest’opera d’arte medievale costruita in pietra misura esattamente dodici metri e ottantacinque centimentri. Alcune cattedrali avevano labirinti più piccoli, come quello di Bayeux che misurava solo quattro metri; altri non si trovavano nella direzione dell’entrata principale, bensì di fronte alla porta laterale nord oppure ovest della chiesa, come nel Duomo di Lucca.

Il più antico labirinto europeo situato in una chiesa cristiana si trova nella chiesa di San Vitale, a Ravenna, e risale al VI secolo. In Germania, a Colonia, i più antichi labirinti si trovano nelle chiese di San Severino e San Gerone. Le più antiche iscrizioni nella pietra dei labirinti sono state trovate nelle chiese irlandesi e scandinave come quella di Hablingbo in Svezia, Telemark e Geringe in Norvegia e Skive in Danimarca.

Alcuni labirinti avevano al centro un piatto di rame nel quale era incisa la figura di un cavaliere che combatte contro un minotauro.

Nessuno di questi piatti è giunto fino a noi poiché tutto il rame venne fuso durante le guerre napoleoniche per la costruzione di armi. È molto probabile che questo simbolismo si rifaccia al mito di Teseo.

A Creta, nel palazzo del re Minosse, si nascondeva nel labirinto costruito dall’architetto Dedalo, il Minotauro, un essere mostruoso, figlio della moglie di Minosse, Pasifae, e di un toro, che esigeva sacrifici umani.

Teseo, l’eroe fondatore ateniese, con l’aiuto di Arianna, figlia di Minosse e Pasifae, penetrò nel Labirinto senza perdere l’orientamento grazie ad un filo tesogli da Arianna, e uccise il mostro, liberando così Atene dall’obbligo di fornire giovinetti da sacrificare.

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Il labirinto è un archetipo diffuso in tutto il mondo e le culture: nei graffiti della Valcamonica compare spesso inciso e per gli studiosi esso rappresenta l’utero, un simbolo di rigenerazione. Il suo percorso è un viaggio alla ricerca del centro dell’essenza, pericoloso perché può anche non riuscire, dato che esiste il rischio di smarrirsi. Il cammino all’interno del labirinto divenne una danza rituale eseguita nell’antica Grecia che ricordava il mito e che in Etruria era noto come truia, ossia troia.

La danza labirintica è molto antica ed era praticata ancora nel secolo scorso in Italia meridionale: serviva a guarire i “tarantolati”, le vittime della puntura della tarantola. Un rituale simile è presente nella danza dei dervisci sufi della Turchia, che consiste nel girare velocemente su se stessi fino a raggiungere stati di quiete e di estasi.

Nelle cattedrali, in cui sono attive delle correnti telluriche e quindi il magnetismo terreste è in azione, i piedi nudi a contatto con il suolo ne aumentano gli effetti.

Sono noti gli effetti provocati dalle correnti magnetiche sui corpi in movimento, soprattutto sul corpo umano (febbri provocate).

In primavera si usava danzare nelle cattedrali a piedi nudi sotto la guida del vescovo. Queste danze erano chiamate “girotondi di Pasqua” e mimavano i movimenti del serpente, simbolo di rigenerazione: il serpente infatti è il rettile capace di mutare pelle. Nel labirinto quindi l’uomo acquisiva una nuova identità e una nuova coscienza.

L’antico rituale che si nasconde dietro al labirinto diventò un gioco e una curiosità nei giardini delle grandi ville rinascimentali, dove spesso è tracciato e limitato da siepi di arbusti. Il gioco viene ancora proposto in certi Luna Park come labirinto di specchi. A scopo di protezione, alcuni labirinti venivano disegnati sulle porte e sulle facciate di antiche abitazioni nel Mediterraneo: si riteneva infatti che le forze negative fossero capaci di procedere in linea retta. Ecco perchè nelle case cinesi tradizionali si evitano i percorsi retti e si cerca con vari accorgimenti di formare meandri o schermi che impediscano l’accesso diretto all’abitazione.

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È interessante notare che i labirinti disegnati sulle case, abbiano preceduto l’uso della serratura; il labirinto infatti non è altro che una serratura ( la tecnologia realizza spesso simboli primordiali): per aprire una serratura occorre una chiave, ma anche per uscire dal labirinto occorre una chiave, come il mitico filo di Arianna, il cui nome greco Ariadne, è lo stesso del ragno, l’insetto che costruisce tele dal disegno labirintico.

La realizzazione dei labirinti nelle cattedrali, seguiva precisi calcoli matematici; va inoltre aggiunto che i labirinti potevano avere forme diverse. Antiche iscrizioni ne indicano tre tipi: a pianta circolare, ottagonale e quadrata.

La forma del cerchio corrisponde all’infinito e alla perfezione; il cerchio è eterno senza inizio e senza fine. Esso rappresenta inoltre il Sole, lo Zodiaco e la ruota dell’universo. Pitagora definì il cerchio come la psiche dell’universo.

L’ottagono invece, con i suoi otto lati, rappresenta la trasformazione e la rinascita.

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Non è un caso che nelle chiese cattoliche la maggior parte dei fonti battesimali e gli stessi battisteri venivano costruiti con forma ottagonale.

Al labirinto si accedeva attraverso cinque curve: il numero cinque simboleggia l’uomo ma anche la dualità e l’essere androgino perché si ottiene sommando il numero tre, dispari e maschile, al numero due, pari e femminile.

Nelle cattedrali il labirinto assumeva connotati differenti: il percorrerlo equivaleva a un pellegrinaggio in Terra Santa.

Chi non aveva la possibilità di compiere il viaggio a Gerusalemme, poteva seguire questo percorso in miniatura, girando a piedi scalzi o con le ginocchia a terra lungo i meandri circolari di Chartres oppure lungo quelli quadrati di Amiens.

Il tema principale nelle grandi cattedrali è l’Apocalisse. È quindi logico che costruttori e committenti mettessero nelle cattedrali un simbolo, in questo caso un labirinto, per la Gerusalemme celeste descritta da San Giovanni.

Il cammino attraverso il labirinto per giungere al centro viene simboleggiato dal numero dodici ed equivale alla ricerca del Graal.

L’iniziato, come nei tarocchi medievali, comincia il suo viaggio nel microcosmo come un pazzo peccaminoso (il matto) e riesce, dopo lungo errare (l’eremita), a vedere la strada per la Gerusalemme celeste, per il Paradiso (il Mondo). La comprensione arriva quando l’iniziato raggiunge il centro del labirinto, proprio come Teseo che uccide il Minotauro. Il Minotauro rappresenta l’essere indomabile e selvaggio della natura. Poiché Teseo uccide il mostro viene paragonato ad un eroe solare, ad un dio. Il mito di Teseo è una variante del dio Mitra, la divinità persiano-romana che uccide il toro.

I miti medievali di San Giorgio e dell’Arcangelo Michele, rappresentano il medesimo simbolismo. È l’eterna lotta tra la luce e le tenebre, tra il bene e il male. Il vincitore, puro e virtuoso, riceverà in premio la visione del regno celeste.

http://www.goticomania.it/misteri-del-g ... tiche.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 17/08/2015, 21:27 
caro Atlanticus,
vedi anche
http://www.duepassinelmistero.com/sulla ... irinto.htm
essendo il link che riporta, non più funzionante, ora è
http://areeweb.polito.it/didattica/poly ... irinti.htm

ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 24/08/2015, 16:55 
TRA SPIRALI, LABIRINTI E DANZE SACRE

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C’è un simbolo antichissimo che accompagna l’uomo da sempre. Esso accomuna moltissimi popoli che, teoricamente, non dovrebbero avere avuto contatti tra di loro. Il simbolo è quello della spirale e della sua evoluzione in labirinto. Lo troviamo in forma più o meno evoluta in tutti i continenti in sculture, bassorilievi, petroglifi, dipinti etcc.. Dovunque esistono miti e leggende, favole, architetture e giardini che fanno riferimento e questo simbolo. Le rappresentazioni dei labirinti in tutto il mondo presentano da sempre una struttura omogenea contenente un cammino a spirale che porta fino al centro. La forma di base è una croce circoscritta in un cerchio, generata dal movimento intorno al centro.

La croce simboleggia la terra , il cerchio è il simbolo del sole dell’universo, del macrocosmo. Una teoria molto accreditata lega l’immagine della spirale al culto della Dea Madre che rappresenta il mondo sotterraneo. Le grotte sono i luoghi di culto della dea e la spirale rappresenterebbe anche il mondo sotterraneo. Le caverne sono viste come le viscere della dea, in particolare l’utero con le sue capacità riproduttive e per analogia la spirale rappresenterebbe le viscere umane. A sostegno di questa versione però non ci sono dei riscontri tangibili e si tratta piuttosto di una collegamento legato al fatto che entrambi questi simboli sono stati riscontrati in varie culture sparse in giro per il mondo, che non avevano tra loro legami spiegabili.

Resta il fatto che questo simbolo (o simboli) devono rappresentare qualche cosa di importante e da approfondire perché la loro diffusione geografica e quella temporale sono i sintomi di qualche cosa che non siamo fino ad oggi è riusciti a decifrare. Il labirinto è un archetipo molto importante e rappresenta il viaggio iniziatico, l’evoluzione dell’uomo, la discesa agli inferi e la ricerca della conoscenza. E’ Il percorso all’interno della dea, all’interno dell’utero per giungere all’origine della vita, all’unità primordiale all’origine del Tutto. Nella mitologia e nella letteratura antica la “ discesa agli inferi “è un motivo ricorrente .

Tra i viaggi più celebri ricordiamo il viaggio di Persefone, rapita da Ade e trattenuta negli Inferi, il viaggio senza ritorno di Euridice, l’amata sposa di Orfeo. Nell’Ade scendono Teseo, Eracle e persino Dioniso che si cala nell’Oltretomba per ritrovare la propria identità divina. Anche Ulisse scende nell’Ade per apprendere quale destino lo aspetta. Ulisse mortale scende negli inferi, vivo di una nuova vita, rinato dopo l’esperienza concessa a pochi. Alcuni secoli prima questa sorte era toccata a Innana la Signora del Cielo e a Gilgamesh, l’eroe babilonese che combattee contro Khubaba mostruoso gigante con la testa di toro e il volto formato da viscere. Le viscere sono collegate al concetto di labirinto, e non a caso in alcune tecniche divinatorie il responso favorevole o meno dipende dai rigiri delle budella.

Nel mito di Teseo e il minotauro Il “cuore” del labirinto assomiglia ad un utero materno “rigeneratore” e il filo di Arianna ad un cordone ombelicale. Il minotauro è un embrione , un germoglio nel ventre della madre, un ombra inquietante con cui ciascuno è chiamato a confrontarsi. Il ritorno alla luce rappresenta una nuova nascita. Il termine labyrinthos è greco (si è ipotizzato che l’etimo del termine labirinto sia lo stesso del termine labra, che in greco significa nascondiglio), ma ha sicuramente origini più antiche. In epoca più recente il termine labirinto viene associato ai termini latini labor intus, che significa “lavoro interiore” infatti rappresenta il lungo e difficile cammino dell’iniziato alla ricerca continua del “centro“, dell’ asse cosmico che corrisponde a una sacra geografia interiore. I primi testi che parlando di labirinti sono di autori come Erodoto, Strabone, Diodoro e Plinio il vecchio.

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Tuttavia, l’età del labirinto e le sue origini non sono chiare infatti ne troviamo traccia dal caucaso all’india fino in Indonesia. In forme alterate anche in Polinesia e in tempi moderni presso gli Indiani del nord del Messico fino al Mato Grosso. Uno dei primi labirinti costruiti dall’uomo di cui si abbia notizie fu quello del Lago di Deride nel Fayuum. Erodoto, autore del 5° secolo a.C., afferma che al suo tempo il labirinto era antico già di 1300 anni e così lo descrive scrive nella sua opera: Il biblista Flavio Barbiero esprime l’avviso che proprio in quel labirinto Mosè avesse partecipato alla sua cerimonia di iniziazione. Nel mito greco il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire come il dedalo di Minosse, nell’Eneide nasconde l’entrata dell’Ade.

L’arte tantrica vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito (e l’immagine appunto ricorda il cervello umano). L’antico dedalo egizio riflette la struttura dell’universo. Gli indiani D’America pensano che sia il passaggio da cui emersero ed entrarono nel mondo i loro antenati. Nell’antico calendario di Tiahuanaco come quello di Cnosso si ricollega la struttura del labirinto a quella del tempo. In India il labirinto è collegato alla tradizione del Mandala. In questo caso lo Yogi costruisce il labirinto come un novello Dedalo, e poi come Teseo lo decospirlab6difica e lo usa per sfuggire alla sua prigionia dall’illusione del Maya. Per l’uomo medioevale il labirinto rappresenta la via di un pellegrinaggio. Proprio per questo in numerosissime chiese d’Europa (praticamente in tutte le cattedrali gotiche) si trovano svariate rappresentazioni di labirinti raffigurate sulle pareti o sul pavimento.

Qui di seguito il tracciato del labirinto posto nel lato più piccolo della cattedrale di Lucca dedicata a San Martino difficile da scoprire.E’ volutamente nascosto quasi a sottolineare il suo enigmatico simbolismo. E’ accompagnato da una scritta: ” Questo è il labirinto costruito da Dedalo cretese dal quale nessuno che vi entrò potè uscire, eccetto Teseo aiutato dal filo d’Arianna.” Il simbolo del labirinto, legato alla figura di Salomone si trova anche raffigurato sul frontespizio di alcuni manoscritti alchimici e fa parte delle tradizioni magiche attribuite a Salomone. Il passaggio attraverso il labirinto è definito dagli esoteristi “spirale della vita”, e simboleggia il passaggio dalle tenebre alla luce . Ed è proprio all’interno dei labirinti che gli antichi collocavano quei santuari ove si svolgevano le cerimonie di iniziazione.

Chi entra nel labirinto è in cammino per la sua destinazione finale: il centro il nucleo del suo essere. L’uomo in cammino nel labirinto si avvicina al centro per esserne poi allontanato subendo cosiì un processo di maturazione, nel corso del quale viene messa alla prova la sua volontà e perseveranza. All’interno dello spazio chiuso del labirinto, cioè in se stesso, si possono conciliare la croce dell’uomo terrestre e il cerchio dell’eternità. Forse il più noto percorso iniziatico che utilizza l’archetipo della spirale è Il viaggio di Dante nella Divina Commedia. Si tratta di un viaggio a spirale dove i gironi sono dei cerchi concentrici e Dante passa da un cerchio più largo a quello più stretto. Dante racconta che si aggiungono strade sbagliate per confondere chi non è degno e per occultare la strada come nella selva oscura che è equivalente ad un dedalo. All’interno della selva non a caso la diritta via è smarrita.

Dante trova finalmente la via guidata da Virgilio e si ha il passaggio dal dedalo al labirinto e dal labirinto alla spirale, perché il percorso di Dante può essere considerato spiraliforme.

L’evoluzione o meglio l’involuzione è stata da spirale a labirinto e per tornare al centro si deve passare dal labirinto alla spirale ovvero il passaggio inverso, all’interno del labirinto bisogna trovare la via diritta. Il ricordo di unspirlba8a via privilegiata, di una strada maestra che permetta di giungere al cuore dell’uomo. I problemi della vita appaiono spesso all’uomo comune come un intricato labirinto, nel quale è difficile imboccare la giusta direzione, se non dopo aver compiuto molti tentativi ed errori ed averne pagato le conseguenze. Se si potessero però vedere le cose da altri punti di vista, ad esempio salendo di una piccola altura, il labirinto rivelerebbe subito la sua ingannevole struttura, e sarebbe molto più facile trovare l’uscita.

Il labirinto si presenta come una rete di meandri apparentemente senza fine, almeno fino a quando non si comprende che tutto ciò porta ad uno scopo e si riconosce l’unico cammino che conduce al centro. Nel labirinto il cammino termina al centro. Dunque il labirinto è la via interiore che bisogna trovare e percorrere fino al centro.

Per trovarla occorre uscire dagli stereotipi della comune percezione. L’uomo non iniziato, ancora completamente chiuso nei propri schemi mentali, è intrappolato in un labirinto, ed incapace di vedere il percorso. L’iniziato gradualmente può riuscire ad elevarsi e vedere la strada in maniera più chiara riuscendo a trovare la via verso il centro. Collegate al labirinto troviamo le danze sacrali. Ogni danza antica aveva carattere ritualistico. Si parla delle danze di Teseo anche nell’Iliade. Queste danze sarebbero la rappresentazione da parte dell’eroe ateniese e dei fanciulli che erano con lui della storia, della celebrazione della vittoria all’uscita dal labirinto. I danzatori si tenevano per mano o tenevano un filo (vedi filo di Arianna) e ondeggiavano lungo linee sinuose, avvolgendosi come una spirale e svolgendosi in linea retta rappresentavano l’entrata e l’uscita dal dedalo. Iniziavano dalla sinistra (male) verso destra (bene).

La danza è anche detta “ danza delle gru” forse ad indicare il volo verso l’alto (libertà) o i movimenti degli uccelli. Il tema della danza sacra è molto vasto si trova nei pellerossa, nelle Antille, tra i Maya, in Cina, in India, in Africa (Zulu) . Tutte le danze nel mondo antico erano sacrali, e ancora oggi di queste danze resta il ricordo in danze siciliane (il missionario), presso i pellerossa e nelle danze funebri in Corsica. Nei riti praticati dagli sciamani si usa spesso il ballo per raggiungere la trance per poter parlare con gli spiriti. Si può ipotizzare che siano esistiti tipi di ballo che seguivano il percorso della spirale per raggiungere la trance ballando lungo la spirale in tondo. Un po’ come i Dervisci che ballano freneticamente roteando su se stessi, ma aggiungendo un movimento di avvicinamento al centro.

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Il ballo verso il centro rappresenta il viaggio verso il centro occulto dell’uomo, all’interno delle viscere, nel cuore, centro spirituale dell’uomo che lo pone in contatto con la divinità. Come nelle moderne scuole di ballo sul pavimento sono disegnati i passi da eseguire, così la spirale poteva servire agli sciamani per eseguire i loro balli e giungere alla trance. La trance sciamanica è un modo per comunicare con l’oltremondano e può essere considerato una sorta di viaggio.

La spirale rappresenta il mondo sotterraneo proprio perché rappresenta le viscere, ed il ballo lungo la spirale è una sorta di viaggio verso il mondo inferno per poi ri-“uscire” a “riveder le stelle”. Nella penisola salentina, in Puglia esistevano fino a pochi decenni fa il fenomeno delle tarantolate ovvero di donne che pizzicate da un fantomatico ragno, la tarantola, sono percorse da spasmi che le costringono a un ballo irrefrenabile che spesso termina nei pressi di un luogo sacro.

Nonostante le spiegazioni sociologiche è evidente il legame con i culti della Dea Madre perché il ragno è un animale sacro alla dea ed il ballo non che può che essere il ricordo di un rito sciamanico che prevedeva il ballo e la musica per ottenere la trance come succede tuttora in alcune popolazioni o nel caso dei Dervisci già citato. Il fascino del labirinto non ha lasciato indifferenti neanche gli studiosi e scrittori moderni, da Jung a Kafka a Youce, da Roussel a Borges fino ad Eco e Calvino che hanno riconosciuto nel dedalo un’immagine efficace per descrivere il mondo. Nel labirinto non ci si perde. Nel labirinto ci si trova. Nel labirinto non si incontra il Minotauro. Nel labirinto si incontra se stessi

http://www.visionealchemica.com/tra-spi ... nza-sacre/



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 24/08/2015, 18:56 
Atlanticus81 ha scritto:
Non avendo trovato un thread organico relativamente al tema del simbolo del labirinto ho pensato potesse essere utile cercare di racchiudere qui tutte le nostre ricerche e considerazioni in merito partendo dal post introduttivo proposto da Mirko Elviro nel seguente sito.

http://mmmgroup2.altervista.org/i-labiri.html

Sfruttandone la ricca galleria fotografica

IL MISTERO DEL LABIRINTO
di Mirko Elviro

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Questo simbolo rappresenta un vero e proprio mistero: compare infatti in luoghi e tempi diversissimi tra di loro. Il suo significato è un mistero. Alcuni studiosi ritengono che si tratti di un "percorso rituale", confinandolo così al campo religioso-mistico. Altri vedono in esso la rappresentazione di un cervello umano. Ma nessuno di essi sa fornire una spiegazione accettabile sulla sua così grande diffusione nel mondo e in tempi così distanti tra loro. Vediamo ora una breve lista dei luoghi in cui il labirinto è stato ritrovato:

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Tracciato di pietre sull'isola di Gotland (Svezia)

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Decorazione su vaso etrusco ritrovato a Tragliatella, in Italia

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Incisione rupestre nella Rocky Valley, a nord di Tintagel in Cornovaglia (Inghilterra)

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Incisione su una moneta di Cnosso (Isola di Creta)

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Simbolo sacro degli indiani Hopi (tribù del Pueblo nel sud-ovest degli Stati Uniti)

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Simbolo ritrovato a Sibbo, in Finlandia

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Simbolo presente nel Manas Chakra (Rajastan, India)

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Simbolo presente nel tempio di Kom Ombo (Egitto)

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Simbolo presente nella "Domus de Jana" di Luzzanas in Sardegna (Italia); è datato 6000 anni circa

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Simbolo presente su un frammento di ceramica in Siria

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Simbolo presente su un frammento di roccia ritrovato a Oraibi, in Arizona

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Tracciato di pietre a St. Agnes, isole di Scilly, Regno Unito

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Incisione ritrovata a Padugula, in India

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Disegno presente a Pompei, Italia; è accompagnato dalla scritta "Hic habitat Minotaurus" (qui abita il minotauro)

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Incisione presente su un blocco di granito ritrovato in Inghilterra, detto "the Hollywood stone"

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Simbolo presente su una tavoletta d'argilla tra le rovine del palazzo di re Nestor a Pylos (Peloponneso, Grecia), datata 1200 a.C.

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Incisione su una roccia a Mogor (Marín, Pontevedra) - Spagna

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Incisione su una roccia a Machu Picchu - Perù

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Tracciato di pietre a Rösaring, in Scandinavia

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Pittura rupestre nel tempio Potash a Tikla, Madhya Pradesh

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Miniatura su una bibbia armena (1634) - rappresentazione della città di Gerico


UNA NUOVA SCOPERTA

Il parco archeologico nazionale delle incisioni rupestri di Naquane a Capo di Ponte (in Lombardia, Italia) offre una delle manifestazioni di arte rupestre preistorica più importanti del mondo; le figure incise raccolte in quest'area non sono state completamente censite, ma il loro numero è stimato in molte decine di migliaia. Le incisioni coprono un arco di tempo molto vasto, che va dall'Epipaleolitico (10000 a.C. circa) al Medioevo. Su uno di questi megaliti (a metà circa della Roccia Grande) vi è un simbolo che ad una prima occhiata risulta del tutto simile al labirinto.

Immagine
Fotografia del labirinto di Naquane

Sulle guide è riportata questa breve descrizione:

L'incisione forma un meandro, in cui è possibile seguire tutto un percorso, dall'entrata all'uscita: un labirinto, dunque. Sovviene, in proposito, la leggenda del re cretese Minosse, che fece costruire un edificio labirintico, nel quale tenere prigioniero il Minotauro, mostro dal corpo umano e dal capo taurino, che Teseo riuscì ad uccidere con l'aiuto di Arianna e del suo filo. Questo labirinto di Naquane è sovrapposto ad una più labile figura umana. Alcuni studiosi attribuiscono il labirinto al repertorio rituale del mondo agricolo, connesso in qualche modo con i periodi della semina e del raccolto e, perciò, anche con i cicli solari. Altra interpretazione aggancia il simbolo a percorsi iniziatici. Notevoli le analogie con immagini dello stesso tipo presenti nel mondo etrusco.

Ma la cosa più interessante è che non si tratta di semplici "analogie", ma del fatto che l'immagine speculare dell'incisione N.5 della Roccia Grande è l'ESATTA SOLUZIONE del vero labirinto!

Immagine
Schematizzazione del labirinto di Naquane

Cosa significa? Nessuno può dirlo. Ciò comunque conferma la conoscenza precisa di questo simbolo anche nel Nord Italia.

ANCHE IN EGITTO

Questo simbolo sembra essere conosciuto veramente ovunque. Una sua rappresentazione è visibile anche nel tempio di Kom Ombo, situato sulle rive del Nilo a circa 50 Km a nord di Aswan (Egitto). E' situato sulla pavimentazione di un corridoio posteriore rispetto al tempio, dove risiedevano i sacerdoti in attesa della funzione. Le guide dicono che questa e molte altre incisioni di vario genere presenti nel sito avrebbero avuto la funzione di "gioco" visto che per i sacerdoti l'attesa poteva durare anche giorni.

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La segnalazione di questo labirinto e la fotografia ci sono giunte via e-mail da Daniele Zeri (che ringraziamo).


UNA POSSIBILE INTERPRETAZIONE

Guardando meglio il labirinto ed avendo presente la descrizione della città di Atlantide fornita da Platone nel Crizia, si può pensare che esso rappresenti nientemeno che la MAPPA della suddetta città! Vediamo come si può giungere alla seguente conclusione. Ricordiamo innanzitutto le parole di Platone in questo brano, estratto dal Crizia:

"...Su questa montagna aveva la sua dimora uno degli uomini primordiali di quella terra, nato dal suolo; si chiamava Evenor e aveva una moglie chiamata Leucippe, ed essi avevano un'unica figlia, Cleito. La fanciulla era già donna quando il padre e la madre morirono; Poseidone si innamorò di lei ed ebbe rapporti con lei e, spezzando la terra, circondò la collina, sulla quale ella viveva, creando zone alternate di mare e di terra, le une concentriche alle altre; ve ne erano due di terra e tre d'acqua, circolari come se lavorate al tornio, avendo ciascuna la circonferenza equidistante in ogni punto dal centro, di modo che nessuno potesse giungere all'isola, dato che ancora non esistevano navi e navigazione...".

Immagine

Ed ancora:

"...(i sovrani di Atlantide) innanzitutto gettarono ponti sugli anelli di mare che circondavano l'antica metropoli, e fecero una strada che permetteva di entrare ed uscire dal palazzo reale. E fin da principio eressero il palazzo nella dimora del dio e dei loro antenati, e seguitarono ad abbellirlo di generazione in generazione, dato che ciascun re superava, all'apice della gloria, colui che l'aveva preceduto, sino a fare dell'edificio una meraviglia a vedersi, sia in ampiezza che in bellezza. E, partendo dal mare, scavarono un canale largo trecento piedi, profondo cento, lungo cinquanta stadi, che arrivava alla zona più esterna creando un varco dal mare fino a essa che divenne un porto; e il varco era abbastanza ampio da permettere l'entrata alle navi più grandi. Inoltre, a livello dei ponti aprirono gli anelli di terra che separavano gli anelli di mare, creando uno spazio sufficiente al passaggio di una trireme per volta da un anello all'altro e ricoprirono questi canali facendone una via sotterranea per le navi; infatti le rive furono innalzate di parecchio sopra il livello dell'acqua. Ora la più grande delle zone, cui si poteva accedere dal mare tramite questo passaggio, aveva una larghezza di tre stadi e la zona di terra che veniva dopo era altrettanto larga; ma le due zone successive, l'una d'acqua, l'altra di terra, erano larghe due stadi e quella che circondava l'isola centrale era di uno stadio soltanto. L'isola su cui sorgeva il palazzo aveva un diametro di cinque stadi..."

Immagine

Ed ora proviamo ad elaborare l'immagine del labirinto. Coloriamo alternativamente le linee del labirinto di azzurro (acqua) e di marrone (terra), operando una piccola modifica al centro:

Immagine

Ed ora coloriamo di marrone tutta la figura (espandiamo le striscie di terra), aggiungendo il grande canale citato da Platone che congiungeva gli anelli al mare:

Immagine

Coloriamo infine le varie parti, in modo da evidenziare le zone della città, descritte in maniera accurata da Platone nel Crizia:

Immagine

A - Anello di terra principale
B - Anello di terra minore
C - Cittadella
D - Porto interno
E - Secondo porto
F - Grande porto
G - Canale per il mare
H - Quartiere mercantile

Se si trattasse veramente della mappa della città di Atlantide, la sua grande diffusione significherebbe la presenza, in passato, di notevoli legami tra il mondo atlantideo e le varie popolazioni, se non addirittura una diretta discendenza di queste ultime da Atlantide, dopo che venne annientata da una spaventosa catastrofe.

Immagine
Monete cretesi (300-100 a.C.)

Immagini simili al labirinto si ritrovano un po' ovunque; ecco un'incisione che si trova su un blocco di basalto non lontano dal cerchio di pietre e dal cimitero di cumuli di Cauldside Burn, Kirkcudbright, in Scozia:

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Labirinto di Cauldside Burn

Ed ecco ora un "crop circle" (cerchio nel grano), di origine ignota, la cui forma ricorda il labirinto:

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Immagine
Pietra concava di una tomba preistorica a Knowth, in Irlanda:

Altri labirinti simili sono raffigurati qui di seguito:

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Fotografia del labirinto alla Troy farm

http://mmmgroup2.altervista.org/i-labiri.html



forse l'ha già detto qualcuno..
non assomigliano al cervello umano?



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 24/08/2015, 19:05 
... stavo pensandolo ... [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 24/08/2015, 19:22 
Proprio nel nostro gruppo facebook "il salotto di atlanticus" é emersa questa considerazione del cervello il che si ricollega all'iconografia della cappella sistina dove nella scena della creazione "dio" sarebbe la rappresentazione del cervello.

Cervello, pensiero, logos creatore dell'universo... ovvero noi stessi.

Il labirinto potrebbe rappresentare il percorso mentale da compiere all'interno del nostro stesso cervello necessario proprio a giungere a questa scoperta esoterica. Il vitriol, l'interiora terrae sarebbe proprio la nostra coscienza.

Entri nel labirinto fatto di materia, di piombo, esci consapevole di essere dio, di essere oro, perché é il tuo essere ad avere creato l'universo in una funzione demiurgica in cui noi stessi siamo creatori della nostra stessa esistenza.



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 24/08/2015, 19:25 
... e a questi ... pensieri ti lascio. [:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 25/08/2015, 03:19 
mik.300 ha scritto:

forse l'ha già detto qualcuno..
non assomigliano al cervello umano?


ho aperto il topic e scorrendo le immagini mi sono detto: ma se fossero una rappresentazione stilizzata del cervello? Poi scorrendo i post nuovi ho letto il tuo...

E cosa c'è al centro del labirinto\cervello?

Immagine

https://it.wikipedia.org/wiki/Ghiandola_pineale

:)



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 25/08/2015, 09:13 
Azz! Mirabile osservazione MaxpoweR!

[:264]

Ricordo anche il discorso che vedeva nella simbologia dell'occhio di Horus la rappresentazione di un cervello.



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 25/08/2015, 09:46 
Atlanticus81 ha scritto:
Proprio nel nostro gruppo facebook "il salotto di atlanticus" é emersa questa considerazione del cervello il che si ricollega all'iconografia della cappella sistina dove nella scena della creazione "dio" sarebbe la rappresentazione del cervello.

Cervello, pensiero, logos creatore dell'universo... ovvero noi stessi.

Il labirinto potrebbe rappresentare il percorso mentale da compiere all'interno del nostro stesso cervello necessario proprio a giungere a questa scoperta esoterica. Il vitriol, l'interiora terrae sarebbe proprio la nostra coscienza.

Entri nel labirinto fatto di materia, di piombo, esci consapevole di essere dio, di essere oro, perché é il tuo essere ad avere creato l'universo in una funzione demiurgica in cui noi stessi siamo creatori della nostra stessa esistenza.


Labirinto dal greco antico significa:cado nell'inganno,Arianna sempre dal greco:purezza,sacro
Quindi il "viaggio" che si intraprende alla ricerca della "bestia" (oggi si chiama ego) deve iniziare affidandosi alla "purezza del cuore" e al "sacro",durante il "percorso" non bisogna dare ascolto a "rumori,voci,gemiti"perché portano nella direzione sbagliata ma affidarsi al proprio intuito,ascoltare se stessi
Trovata la "bestia" inizia il lavoro più faticoso,è forte molto forte e non vuole morire,non è con la forza che possiamo batterla ma con "l'astuzia",essere "abili combattenti" è imperativo



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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 14/09/2015, 14:22 
Cita:
UN LABIRINTO DI 2 MILA ANNI FA SCOPERTO IN INDIA MOSTRA LO STESSO SCHEMA DI UNO GRECO DEL 1200 A.C.

Una curiosa coincidenza interroga gli autori di una scoperta avvenuta in India qualche settimana fa: un labirinto risalente ad almeno duemila anni fa con lo stesso schema di uno inciso su una tavoletta di argilla trovata a Pylos, Grecia, risalente al 1200 a.C. Una incredibile coincidenza o la prova di un collegamento tra culture?

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I labirinti sono certamente tra le strutture più enigmatiche concepite dall’umanità.

Lo schema labirintico più antico si trova in Sardegna, nella Tomba del Labirinto (Luzzanas), inciso su una roccia appartenente ad una sepoltura che secondo gli esperti risale alla 2500 a.C., epoca neolitica.

Il più noto dell’antichità è sicuramente il leggendario labirinto di Cnosso, che secondo la mitologia greca fu fatto costruire dal Re Minosse sull’isola di Creta per rinchiudervi il mostruoso Minotauro, nato dall’unione della moglie del re, Pasifae, con un toro.

Il simbolismo e il significato dei labirinti nel mondo antico sono complessi e molteplici. Secondo lo studioso J.C. Cooper, in alcune culture asiatiche il labirinto era legato alle leggi del Karma e al ciclo del Samsara, ovvero il ciclo di nascita, morte e reincarnazione nel mondo umano. Uscire dal Samsara significava raggiungere l’illuminazione, interrompere in ciclo di rinascita, e raggiungere l’eternità.

Come spiegato da Ancient Origins, in altre culture il simbolismo è legato al superamento delle difficoltà della vita presente, una sorta di passaggio dal profano al sacro. «Il viaggio della vita attraverso le difficoltà e le illusioni del mondo porta all’illuminazione», scrive Cooper. «Entrare in un labirinto simboleggia la morte dell’individuo, mentre l’uscita equivale alla rinascita».

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Recentemente, un gruppo di archeologi indiani ha scoperto un labirinto che risalirebbe al 2 mila a.C. La struttura si trova nel villaggio di Gedimedu e misura 17 metri quadrati. Come riporta Times of India, il labirinto è attualmente in fase di scavo da parte dei ricercatori del Verarajendran Archaeological and Historical Research Centre.

Gli abitanti del posto hanno eretto un tempio sopra il labirinto, ma gli archeologi sono intenzionati a chiedere il permesso di rimuoverlo per consentire ulteriori scavi e studi.

«Il labirinto mostra un percorso che parte dalla porta d’ingresso fino all’uscita. Si deve camminare attraverso la via giusta per raggiungere l’obiettivo», spiega S. Ravikumar, capo del team di ricerca. «Si ritiene che la persona capace di percorrere correttamente il percorso vedrà realizzare i suoi desideri».

A confondere le idee ai ricercatori c’è una curiosa coincidenza: il labirinto indiano mostra un percorso praticamente simile a quello trovato su una tavoletta d’argilla trovata a Pylos, Grecia, fatta risalire al 1200 a. C., uno degli schemi più antichi conosciuti.

È difficile stabilire se si tratta di una notevole coincidenza, oppure se in qualche modo la cultura greca e quella indiana siano entrate in contatto nell’antichità. Secondo alcune ipotesi, potrebbero entrambe essersi ispirate ad una cultura più antica, preesistente ad entrambe.

Fonte: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/09/14/un-labirinto-di-2-mila-anni-fa-scoperto-in-india-mostra-lo-stesso-schema-di-uno-greco-del-1200-a-c/




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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 14/09/2015, 22:03 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
È difficile stabilire se si tratta di una notevole coincidenza, oppure se in qualche modo la cultura greca e quella indiana siano entrate in contatto nell’antichità. Secondo alcune ipotesi, potrebbero entrambe essersi ispirate ad una cultura più antica, preesistente ad entrambe.


La coincidenza è pressoché impossibile, i contatti tra le due civiltà sarebbero emersi in un modo o nell'altro, non rimane quindi che la terza ipotesi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 18/11/2015, 20:04 
cip di attenzione.



zio ot [:305]



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http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=57
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 Oggetto del messaggio: Re: Labirinti
MessaggioInviato: 12/03/2016, 13:13 
LABIRINTO ARCHETIPICO

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Secondo Platone, il primo labirinto della storia umana sarebbe quello di Atlantide, fatto di cerchi concentrici alternati di terra e di mare, con la parte di terra unita da ponti. In Italia il più noto è quello attribuito a Porsenna, che si troverebbe nei sotterranei della città di Chiusi. Da sempre il labirinto simboleggia un percorso interiore attraverso il quale lo spirito si può evolvere e innalzare ad un livello superiore. Il centro del labirinto, secondo Mircea Eliade, rappresenterebbe la sacralità. Il labirinto è stato utilizzato anche come sistema di difesa alle porte delle città fortificate; per esempio, era tracciato sulle piante delle antiche città greche. Nella mitologia possiamo ricordare Arianna che per non perdersi nel labirinto ebbe l’idea di usare il filo e poter così ritrovare l’uscita.

Nel Medioevo le più famose rappresentazioni del labirinto si trovano sul pavimento delle cattedrali gotiche, tra cui quella di Chartres. I percorsi del labirinto delle cattedrali, chiamati anche Chemins à Jérusalem, sostituivano il pellegrinaggio in Terra Santa; bisognava percorrerli in ginocchio, con un rosario al collo, pregando per la salvezza della propria anima. Il labirinto ha anche un significato solare. Nella tradizione cabalistica ha una funzione magica.

Nella Bibbia ne viene descritto uno nel cortile davanti al Tempio di Salomone. Per questo motivo alcuni labirinti presenti nelle cattedrali, fatti da una serie di cerchi concentrici interrotti in alcuni punti, sono chiamati "Nodi (o labirinti) di Salomone". Secondo gli alchimisti il percorso conduce all'interno di se stessi, il santuario interiore e nascosto. Al suo interno si opera una vera e propria trasformazione dell'io nel passaggio dalle tenebre alla luce. In Italia un labirinto sul quale meditare è quello della Basilica di San Vitale a Ravenna.

Nei tempi antichi in cui i Numi erano così vicini da poter percepire la luce pulsare in ogni cosa, nelle notti di plenilunio, si ballava la danza a spirale, attraverso la quale si apriva l’Altrove, in cui era possibile incontrare la Signora del Labirinto.

Analoghe alla Signora del Labirinto erano quelle divinità che riunivano vita e morte: Afrodite, Artemide, Britomarte, e Persefone. Dalle iscrizioni su un’antichissima tavoletta proveniente da Cnosso, testimonianza di una religione più antica di quella omerica, si apprende che alla Signora del Labirinto era offerta quella sostanza che sin dall’epoca arcaica era nutrimento degli umani, chiamata «dolce cibo degli dèi», perché di essa i Numi si erano nutriti prima ancora che dell’ambrosia: «Miele alla Signora del Labirinto» e anche «Miele a tutti gli dèi».

La Signora del Labirinto ci riconduce a ciò che un tempo precedette il patriarcato, la civiltà greca e la stessa civiltà cretese: la religione della Dèa più arcaica, la Luna ctonia, la Grande Madre, la cui voce, se vogliamo, possiamo udire ancora.

http://www.memoriadise.it/Labirinto/lab ... tipico.htm



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