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 Oggetto del messaggio: CHEOPE E IL RAPPORTO GOYON
MessaggioInviato: 04/03/2016, 09:24 
RIPROPONGO ,

CON IL RAPPORTO GOYON COMPLETO





DA

http://antikitera.forumattivo.com/t259p ... keope#5789



RIPESCAGGIO :



cit da

http://www.ufologia.net/forum/topic.asp ... ichpage=21

data 26/12/07 barionu, riporto un calcolo di Superpippo

Allora, si lavora anche di notte, OK?
2.500.000 blocchi: 20 anni: 365 giorni: 24 ore = 14 blocchi da 2 tonnellate l'ora (e come vedi sono meno ottimista di te) e cioè uno ogni 4,28 minuti da:
Scavare, tagliare, levigare, trasportare, posizionare in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza!
Ora, suppongo che lavorino tutti per 24 ore al giorno, secondo il calcolo fatto prima ogni giorno vengono posizionati 14x24 = 336 blocchi e cioè in contemporanea circa (20.000/336=..) 60 persone a blocco solo per il posizionamento.

Ora, 60 persone possono spostare i blocchi (33.33 Kg a persona) ma sfido chiunque a scavarne, tagliarne, levigarne, trasportarne, posizionarne in modo abbastanza preciso (con sabbia avevi detto, right?) e anche ad una certa altezza uno ogni 4,28 minuti.

Quì ci sono cifre macroscopicamente errate.


zio ot

Questo solo per semplificare , sapete bene che Goyon, che conosceva A MEMORIA ogni singolo blocco di Cheope , ha fatto un espediente teorico , con blocchi diseguali , la logistica si complica .

Enzo , so bene che gli Antichi erano molto più in gamba dei nostri tentativi di riformulazione , ma il Vallo di Adriano non necessita della perfezione geometrica assoluta di Cheope

E QUESTA PRECISIONE ASSOLUTA HA LA SUA IMPORTANZA

ALZIAMO LA POSTA ?

ne Goyon ne Chicca parlano delle lastre di rivestimento CHE PETRIE :" NON SI RIESCE A INFILARE UNA CARTA DA GIOCO NELLE FESSURE ! "




http://www.edicolaweb.net/giza_10g.htm
http://www.edicolaweb.net/giza_03g.htm

http://www.ilpescecane.org/fotogal/main ... temId=1951
http://www.ndonio.it/Piramide%20Chefren.htm

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpg

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... mide01.jpg

http://www.cortinastelle.it/eclissi/fot ... midi03.jpg

http://www.bairon.it/marrosso2/CIMG0160.jpg
c

( link trovati da San mauro )

Allora, visto che il problema " pietroni di rivestimento " è fondamentale per i calcoli sulla costruzione di Cheope,

posto l'intero brano del libro di Lawton " il Codice di Giza "







DISPOSIZIONE E INSTAURAZIONE DEI BLOCCHI

DI RIVESTIMENTO

Se davvero furono utilizzate delle rampe, i blocchi del rivestimento esterno dovettero essere collocati contemporaneamente al crescere della parte interna della Piramide, vale a dire livello per livello, invece che dal­l'alto verso il basso a costruzione finita. Perché, se vennero usate mac­chine, ammesso che fosse possibile, immaginare di portare in quota i giganteschi blocchi salendo tutto attorno all'edificio terminato, conside­rati i ridottissimi spazi a disposizione, sembra un'impresa irrealizzabile. Ma anche accettando l'ipotesi dell'installazione progressiva, non sono poche le annotazioni da fare; per esempio, stabilire se il rivestimento veniva sistemato prima o dopo la collocazione dei blocchi della massic­ciata intema. Basandosi sull’osservazione della perfetta coincidenza degli incastri delle pietre che rivestono ancora oggi gli strati inferiori della Grande Piramide, Petrie suggerì che senz'altro la loro messa in opera avveniva prima. Lavorati su tutte le facce, questi blocchi garantivano una chiusura perfetta ed accurata del relativo filare di massicciata. Lasciando punti di approdo dalle rampe per creare idonee zone di lavoro, la cosa non sareb­be stata impossibile.


C'è però un'obiezione: oramai quasi tutti gli archeo­logi sono d'accordo nel ritenere che le facce esterne dei blocchi di rivestimento furono ritoccate in situ procedendo dall'alto in basso a struttu­ra completata. ( e non corso per corso ! ,

quest'ultima frase bisognerà approfondirla, poichè pesa quanto la stessa piramide . zio ot )



L'ipotesi sembra confermata da ciò che si nota a proposi­to dei blocchi di rivestimento della Terza Piramide che compongono i corsi di base il cui aspetto è del tutto grezzo, salvo in quelli che si trova­no nella parte centrale di ogni lato - questo forse perché l'edificio dovet­te essere completato in fretta e furia per l'improvvisa morte di Micerino, sospetto alimentato anche dal raffazzonamento con cui fu terminato il complesso dei vicini templi funerari, chiusi alla bell'e meglio con matto­ni di fango.

Se, dunque, questo esempio veniva seguito in tutti i casi, l'unico moti­vo per immaginare i blocchi esterni sistemati prima potrebbe consistere nella ricerca di una maggiore accuratezza. Forse nel caso della Grande Piramide questo sistema venne applicato con i primi corsi di base, collo­cati partendo dall'esterno verso l'interno, ma la procedura venne poi abbandonata per il resto della costruzione. Tuttavia quando si considera che anche i grandi blocchi esterni dovevano essere manovrati dalle mac­chine a leva per venire collocati a posto, la questione dello spazio diven­ta pressoché irrilevante in relazione all'ordine con cui i blocchi venivano disposti. Il posizionamento degli ultimi blocchi di ciascun filare, infatti, avrebbe in tutti i modi rappresentato sempre il compito più difficile. È probabile che, per motivi di efficienza e tempo, il retro, la base e i fianchi dei blocchi di rivestimento venissero predisposti ad adattarsi al contatto con i blocchi adiacenti prima di essere montati, lasciando gli ultimi ritocchi - e la completa rifinitura della parte superiore e della fac­cia esterna - per operazioni da compiere in situ. Che tutte queste fasi fos­sero eseguite con pazienza certosina, è provato non solo dal perfetto com­baciare dei blocchi, ma anche dal loro accurato appoggiarsi su quelli immediatamente interni, se, per di più, si tiene anche in conto che i punti di contatto non risultavano sovente perpendicolari alle facce dei blocchi. Gli strumenti utilizzati per la rifinitura finale garantivano un lavoro dav­vero raffinato e preciso. Si trattava di semplici scalpelli di rame, dalla lama non più larga di un centimetro, che veniva regolarmente affilata per garantirne l'efficienza. L'ipotesi che le facce esterne dei blocchi di copertura siano state model­late e levigate solo a Piramide completamente eretta, viene supportata da ciò che scrive Masoudi, quando dice: «La Piramide è stata realizzata a gradoni, innalzati e finiti a partire dall'alto per scendere verso il basso, e rivestita quando venne terminata». (Per quanto questa frase possa anche essere interpretata per dire che, mano a mano che si procedeva verso il termine del lavoro venivano anche piazzati i blocchi di rivestimento). Anche se questa teoria gode di buon credito, presenta alcuni problemi logistici niente affatto trascurabili. Se i blocchi esterni vennero sistemati alla fine del lavoro, procedendo dall'alto in basso - ,


( ovvero, bisognava portare a 120/140 metri di altezza pietroni da 10/15 tonnellate dopo una salita in rampe elicoidali lunga circa 3 chilometri ( stima di Goyon ) zio ot )),


con l'uso di macchine di sollevamento - allora questa ope­razione aggiuntiva non suscita problemi; ma abbiamo già visto che non avrebbe rappresentato la soluzione migliore, quand'anche questo metodo fosse stato usato. Viceversa, se i blocchi fossero stati sistemati corso per corso, come ipotizzato nel caso di utilizzo delle rampe, tutto attorno all'e­dificio non ci sarebbe stata alcuna piattaforma per ospitare gli operai addetti alla rifinitura finale dei blocchi. Dunque, se si ammette la teoria delle rampe, cosa che implica l'idea della rifinitura conclusiva delle facce esterne dei blocchi di copertura, ci sono soltanto due metodi per render­ne ragione: o dei ponteggi lignei eretti sulle rampe, oppure l'uso a ponti sospesi sorretti da gruppi di funi calati dall'alto delle quattro facce della Piramide: queste piattaforme aeree sospese, avrebbero consentito agli operai il lavoro di rifinitura.
( gruppi di funi ?????????????piattaforme aeree per blocchi da 15 tn posate con precisione da orologio svizzero ???????? qui Lawton spadella di brutto . zio ot )


Quest'ultima, sembrerebbe essere la sola ipotesi plausibile, ammesso l’uso di macchine di sollevamento, per ipo­tizzare i blocchi di copertura della Piramide rifiniti a edificio completato. Davanti ad una gamma di ipotesi così variata, lasciamo che ciascuno si orienti verso la soluzione che ritiene più accettabile. Quello che conta non è tanto schierarsi da una parte o dall'altra, ma rendersi conto di un fatto importante: si tratta, in tutti i casi, di teorie comprensibili e raziona­li, grazie alle quali si riesce, in un verso o nell'altro, a dare ragione logi­ca del modo in cui gli antichi costruttori egiziani poterono realizzare le piramidi - compresa la Grande Piramide con la sua articolata composi­zione interna.


AGGIUNGO .

Con delle specifiche veramente interessanti : Petrie parla di
giunture cementate ( plaster in ingese : intonaco, impiastro etc ) al CENTESIMO Di POLLICE,

e questo dato è avallato persino da Lehner : " The complete Pyramids "
1997 ed., e stiamo parlando di come appaiono oggi, dopo " almeno "
4000 anni e rotti.


Ma il punto è un altro, e ne ho parlato con molti ingegneri edìli, :

anche oggi 2007/8/9 se posizioni in pendenza un " macigno " da 10/16 tonnellate,( in pendenza !!! ) , se sbagli la prima posa, , , non c'è pezza,:

il fanciullo rimane lì sbilenco e non si può fare un assestamento " decente " , volendo addirittura operare
con le giunture di cemento. ( malta ,impiastro etc .. )


E gli scrittori dell'antichità ci raccontano come Cheope " apparisse liscia e perfetta come una sola indistinguibile lastra ". Masoudi .IX secolo.



Da imparare a memoria.


Cheope fa paura , gli Egittologi Ortodossi eludono da sempre questo problema , e ci sono ragioni occulte ...


zio ot[/quote]




RAPPORTO GOYON

PARTE 1





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RAPPORTO GOYON

PARTE 2





L’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

G) Non è attestata l'utilizzazione di animali per il traino delle tregge. Il bue, che compare talora attaccato ai traini funebri, non è mai rappresentato nelle figurazioni delle mastabe come animale da tiro. Sono noti appena due casi in cui appare rappresentato come tale nelle cave di Maasara durante il Me¬dio Regno. Per quel che riguarda l'asino, il caratterisdco e paziente asinello egiziano, non fu mai attaccato a traini e, particolare curioso, neppure cavalcato. Nelle raffigurazioni di scene campestri lo si vede utilizzato per il trasporto di far¬delli e sui cantieri lo possiamo immaginare adibito al traspor¬to di carichi leggeri quali acqua e mattoni.
La treggia egiziana, abbastanza simile alle nostre slitte, era costituita essenzialmente da due assi di legno di lunghezza variabile fissati parallelamente mediante due traversine. Ri¬sulta particolarmente efficace qualora sia adoperata sopra una superficie non rigida, come appunto l'argilla. A questo scopo si usava innaffiare il terreno con acqua. Recenti esperienze hanno confermato la straordinaria efficienza della treggia in opportune condizioni di utilizzazione. Sopra una superficie piana il coefficiente di attrito risulta minimo, al contrario su un terreno in pendio il fattore peso agisce in senso inverso: occorre che il pendio sia il più lieve possibile (tav. 3).
Il Croon, valutando i tempi di costruzione della piramide di Meidum, ha calcolato il numero di uomini necessario per il trasporto di un blocco il cui peso sia di 1150 kg circa su una rampa di 20° (35%). Valutando la forza media di 15 kg per ciascun uomo e con un coefficiente di attrito di 0,25, deduce che erano necessari 44 uomini per effettuare como¬damente lo spostamento del blocco.


H) Mi sia permesso rivedere i calcoli di Croon. Nel caso della piramide di Cheope il volu¬me medio dei blocchi risulta maggiore a quello scelto dal Croon in quanto gli ultimi blocchi posti in vetta alla pirami¬de misurano circa 1 mc con un peso medio di 2500 kg. Il peso della treggia valutato dallo stesso studioso a 30 kg per il trasporto di un blocco di 1150 kg pare poco accettabile per difetto. Ritengo il peso della treggia valutabile intorno ai 500 kg, attrezzature comprese, cioè un peso totale di 3000 kg per ogni trasporto di un blocco di pietra medio di 1 mc. Al contrario la forza media individuale di trazione di 15 kg per persona risulta troppo elevata. Propongo di abbassarla a 12 kg corrispondente a quella prescritta in tempi non molto lontani dall'Amministrazione dei Lavori Pubblici per il rimorchio a mano delle chiatte fluviali in Francia ( da notare che anche il grande archeologo Jean Kerisel parla di 13 kg limite massimo per persona . zio ot ). Infine il calcolo del pendio proposto a un valore di 20° (35%) non può essere accettato per l'eccessiva ripidezza.

Esaminiamo quanto risulta per il trasporto di un blocco di peso medio di 3000 kg applicando i dati da me proposti secondo la formula stabilita secondo le regole della meccanica:


I) Infine il calcolo del pendio proposto a un valore di 20° (35%) non può essere accettato per l’eccessiva ripidezza.





L) L’ARMATURA IN FORMA DI RAMPA ELICOIDALE DI MATTONI CRUDI
Dopo avere dedotto che il metodo costruttivo più idoneo fu quello della rampa avvolgente elicoidale, occorre fissare le condizioni indispensabili che dovettero presiedere all'impianto avendo presenti i mezzi a disposizione:

1. La pendenza della rampa doveva essere lieve perché gli operai non fossero sottoposti a uno sforzo continuato e per evitare che i carichi slittassero.

2. La larghezza della carreggiata doveva essere tale da per¬mettere il transito e le manovre delle tregge nei due sensi.

3. Occorreva evitare che la regolazione della pendenza del¬la rampa fosse ripresa in esame dopo la messa in opera di ogni 11 singolo strato.

4. Occorreva evitare dispersioni di mezzi e di manodopera.

5. Occorreva salvaguardare la sicurezza degli operai. Secondo i miei calcoli le caratteristiche della rampa-armatura della piramide di Cheope, sarebbero state le seguenti:

Lunghezza totale 2617,75 m
Larghezza media utile 30 cubiti (= 15,75 m) con un minimo di 6 m e una larghezza alla base di 24 m Numero dei piani avvolgenti: 6-7

Altezza media di ogni piano: 20 m
Volume della massicciata di mattoni: 396.881 mc ca. pari a 1/7 circa del volume totale della piramide ultimata.


M) Ho calcolato una pendenza di 3 dita (0,056 m) per metro, ma se ne può scegliere un'altra un pò più sensibile, la quale però non dovrebbe superare le 4 dita (0,075 m) per metro. D'altra parte sappiamo che la pendenza media usata nei cal¬coli si aggirava su questi valori e che in alcune rampe mo¬numentali di accesso è stata attestata una pendenza leggermente superiore alle 3 dita.



"""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""""


Di recente , ho avuto una discussione con un Egittologo Accademico su Cheope ,

a cui ho parlato del rapporto Goyon , che anche lui conosceva bene, essendo infatti LA BIBBIA degli Accademici .

Hor bene , gli ho fatto notare che Goyon fa un calcolo speculativo

in quanto lui presuppone il suo rapporto su blocchi di 3000 kg ...

fate caso : La Rolls Royce Phantom pesa circa 2700 kg


Immagine:
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A parte il fatto che i blocchi di Cheope sono di dimensioni molto varie , ad es al 35 corso ci sono blocchi di 15000 kg e che Goyon non calcola i blocchi di rivestimento , che sono stimati sui 120000 kg ,


per gli Egittologi Cheope sarebbe stata edificata quindi posando un blocco ogni 2 minuti per 20 anni di seguito ( senza sbagliare una posa ) ...come dice Erodoto ! ....


Visualizzate la scena con la Rolls a mo' di paragone ...


Ma per l' Accademico , oltre a presentare un certo sudore freddo che hanno colto tutti alla sua conferenza, ero io che seguivo,

da dilettante, le solite teorie eretiche ...





ACCADEMICI DA OPERETTA .





zio ot [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: CHEOPE E IL RAPPORTO GOYON
MessaggioInviato: 04/03/2016, 15:52 
Cit di TTE





Cita:
C'è stato un approfondimento sul discorso "giganti"
e su Baalbek nella puntata di Voyager di stasera.....

"nel Libano nord orientale, nella Valle della Beq’a, si ergono le rovine dell’imponente città di Baalbek. Prima che i Romani conquistassero il Medio Oriente, prima che i Fenici creassero le loro Città Stato, in questo luogo si ergeva un gigantesco tempio legato al nome del Dio pagano Baal. Un tempio realizzato con pietre pesanti oltre 1000 tonnellate. Ma questo tempio non dovrebbe esistere. Perché?"

Già... perchè?

Perchè è impossibile spostare blocchi di pietra così pesanti.

Diciamo che l'approfondimento si è arenato nello stesso punto in cui si è arenata questa interessante discussione, quando un esperto ha detto testualmente:

".....per spostare i blocchi di pietra presenti a Baalbek,
è necessaria la forza trainante di 50 cingolati..... o di 50 autotreni....."

Quindi????
Come la mettiamo?

Quale variopinta e/o folkloristica spiegazione
si può dare a questo autentico mistero?






ZIO OT REMAKE






Allora, per iniziare la parte TECNICA,

è FONDAMENTALE leggere con attenzione quanto segue,:

il brano è tratto da " CUSTODE DELLA GENESI " di HANCOCK,

e riporta una teoria dell'archeologo francese Jean Kerisel

sul problema " COEFFICIENTE D'ATTRITO. "






RAPPORTO KERISEL




Jean Kerisel, insigne agrimensore in Francia e anche presidente del­l'Associazione Francia-Egitto, ha realizzato un esauriente studio sul trasporto di grossi blocchi usando la forza umana e slitte di legno. Gentilmente Kerisel ha messo a nostra disposizione questo suo studio - La Grande Fyramide et ses Derniers Secrets - prima della pubblicazione. La base del suo calcolo è che la pressione sul suolo non può superare 1,5 t/mq per rampe fatte di terreno compatto (probabilmente coperte di lastre di pietra) con inclinazioni non superiori all'8%. Il coefficiente di attrito è stato calcolato al 15% utilizzando calce bagnata come lubrificante. Kerisel ha osservato che una pressione su­periore a 1,5 tonnellate potrebbe sciogliere il lubrificante in modo tale che il coefficiente di frizione crescerebbe, rendendo il trasporto ancora più difficile. La velocità media è stata calcolata a 0,3 metri al secondo con 13 chilogrammi di forza di trazione prodotta da ciascun uomo. Perciò il trasporto di un blocco di 70 tonnellate richiederebbe (70.000x0,15x1/13) 807 uomini e si impiegherebbero circa 9 ore e 25 minuti per una rampa di un chilometro. Kerisel calcolò che se la trazione era superiore ai 13 kg per ciascun uomo anche per un breve periodo di tempo - il risultato poteva essere disastroso. Dunque, considerando almeno un buon metro di distanza tra ciascun uomo in piedi, 807 uomini schierati su 6 file avrebbero bisogno di uno spazio per la rampa lungo 134,5 metri e largo 6 metri. Il problema, ovviamente, è ancora più serio per blocchi di 200 tonnellate entro le limitate condizioni di lavoro della Sfinge e dei Templi della Valle - un'impresa quasi impossibile da immaginare con tecniche tanto primitive.

( alla data di oggi non mi risulta ancora pubblicato il libro
di Kerisel su Cheope, ma ampi stralci di riferimento
sono riportati in altri suoi libri. Ah, importante ,
Kerisel gareggia per gli " ortodossi " )

Sono anni che ne stiamo discutendo,( nel mio gruppo di studio
e altrove,) e ci stiamo lavorando con esperimenti " pratici ".

Il fatto è che questo rilievo di Kerisel mette in serio dubbio
TUTTE le " teorie " basate

su meccaniche pre e post Vitruviane.

La stessa teoria di Pincherle su Cheope ne esce
in forte bilico.



Allora,

alle parole dell'ortodosso Kerisel, faccio seguire quelle di


Alan Alford, " l'eretico per eccellenza ",

con un ampio stralcio in scansione dal suo libro:

IL MISTERO DELLA GENESI DELLE ANTICHE CIVILTA’


Vi consiglio di leggere con la massima attenzione, Alford
espone delle problematiche su cui torneremo spesso.


.........., Giove. Soltanto sei pilastri di quel tempio sono sopravvissuti alla sequela di terremoti che hanno ridotto in rovine il luogo, ma questi pilastri - illustrati nella tavola 1 - costituiscono ancor oggi una visione imponente con i loro 20 m di altezza. Le dimensioni del tempio sminuiscono, letteralmente, il Partenone di Atene. Però, per quanto magnifico possa essere, il Tempio di Giove poggia su una terrazza antecedente l'epoca romana costruita con massi colossali. In basso nella tavola 1 possiamo vedere nella parete di sud-est della terrazza una fila di nove massi, ciascuno dei quali misura pressappoco 10 x 4,2 x 3 m, con un peso di più di 300 t ciascuno. Sullo stesso livello ma nell'adiacente parete di sud-ovest, troviamo sei altri massi di 300 t, sopra i quali sono situati tre enormi blocchi megalitici, noti come il "trilite", ovvero "la meraviglia delle tre pietre". La tavola 2 mostra questi tre blocchi di granito (la fila più chiara) che costituiscono il sesto strato visibile del muro. Ciascuno di queste tre enormi pietre misura sorprendentemente 19,5 m in lunghezza media, con una altezza di 4,5 m e uno spessore di 3,6 m. Si ritiene che pesino qualcosa come 800 t ciascuno. Michel Alouf, l'ex sovrintendente alle rovine, osserva che:
nonostante le loro dimensioni enormi (le pietre del trilite) sono posizionate con accuratezza e combaciano perfettamente, al punto che non è possibile inserire tra l'una e l'altra neppure un ago. Non esiste descrizione che possa dare un'idea precisa del sorprendente e stupefacente effetto che questi straordinari blocchi di pietra hanno su chi le osserva4.
L'angolazione della foto della tavola 2 - ostacolata dalla recinzione perimetrale - non rende l'idea dell'immensa dimensione del trilite, che può però essere valutata grazie a un blocco leggermente più grande, noto come "Pietra del Sud", che giace in una cava a qualche minuto di cammino verso sud-ovest. La tavola 3 mostra l'enorme dimensione di questa pietra che misura in lunghezza 21 m per una larghezza di 4,8 e un'altezza di 4. Si ritiene che questo blocco pesi qualcosa come 1000 t, più o meno l'equivalente di tre jumbo Boeing 747 S.
Come è stato possibile trasportare quei macigni dalla cava all'acropoli? Non è una distanza enorme, essendo pari a poco più di 400 m, né il dislivello è considerevole tra i due punti. Eppure, se si considerano le dimensioni e il peso di queste tre pietre, e il fatto che il tragitto dalla cava all'acropoli non è sempre piatto, si può capire come il trasporto con mezzi tradizionali possa presentare difficoltà apparentemente insormontabili. Ma un mistero ancora maggiore circonda il modo con cui le pietre del trilite sono state incastrate per più di 6 m nella parete, senza uso di malta e con precisione perfetta.
Taluni esperti vorrebbero farci credere che sono stati i Romani a costruire questa vasta terrazza di pietra a Baalbek come fondamento per i .....



3 M. Alouf, Hi story of Baalbek, 25' ed., p. 92.
4 Ibid.
5 Un aeroplano Boeing 747 pesa 337.840 kg.



3. I SEGNI DEGLI DÈI 71



..... loro templi. Rimane però un fatto: nessun imperatore romano ha mai sostenuto di aver compiuto un'opera così fantastica e, come un esperto ha osservato, esiste un enorme contrasto di dimensioni tra i templi» romani e la terrazza su cui si ergono6. Né abbiamo documentazione alcuna di tecnologie romane capace di spostare massi pesanti 800 tonnellate. Anzi, non ci sono prove di nessuna civiltà a noi nota che abbia avuto a disposizione la tecnologia necessaria per erigere le pietre colossali che possiamo vedere a Baalbek.
Ma chijpuò aver costruito quelle enormi fondamenta di pietra, e a quale scopo? È un mistero che ha solleticato V immaginazione degli uomini per migliaia di anni.
Gli Arabi ritenevano che Baalbek appartenesse al leggendario Nimrod, che dominò questa zona del Libano. Secondo un manoscritto in arabo rinvenuto proprio a Baalbek, Nimrod inviò dei giganti per ricostruirla dopo il Diluvio7, mentre un'altra leggenda riferisce che Nimrod si ribellò contro il suo dio e costruì a Baalbek la torre di Babele.
Altre leggende associano Baalbek al personaggio biblico di Caino, il figlio di Adamo, e sostengono che fu lui a costruire Baalbek come rifugio dopo che il suo dio Yahweh lo aveva maledetto. Secondo Estfan Doweihi, il patriarca Maronita del Libano:
La tradizione ci dice che la fortezza di Baalbek... è la costruzione più antica del mondo. Caino, il figlio di Adamo, la costruì nell'anno 133 della creazione, durante una crisi di demenza feroce. Le diede il nome di suo figlio Enoch e la popolò con i giganti che erano stati puniti con il Diluvio per le loro iniquità8.
Anche gli abitanti Musulmani di quei luoghi ritenevano che il trasporto delle enormi pietre di Baalbek andasse ben al di là delle capacità umane. Ma invece di attribuire quell'opera ai giganti dicevano che i costruttori erano stati dei demoni o djinn9. Il viaggiatore inglese David Urquhart era dell'opinione che i costruttori impiegarono dei mastodonti - dei mammiferi simili a elefanti ora estinti - come gru mobili per spostare le pietre10!
C'è chi sostiene che neppure gru moderne potrebbero sollevare pietre pesanti come i monoliti di 800 t di Baalbek11.


( ECCO UN PASSAGGIO MOLTO INTERESSANTE ! zio ot )


Ho posto il problema alla Baldwins Industrial Services, una delle principali industrie inglesi co-struttrici di gru. Ho chiesto loro se se la sentirebbero di spostare la Pietra del Sud, del peso di 1000 t, e di collocarla accanto al trilite.
Bob MacGrain, il direttore tecnico della Baldwins, mi ha spiegato che diverse gru mobili sarebbero attualmente in grado di sollevare e di collo....






6 Prof. Daniel Krencker, Missione Archeologica Tedesca, citato in Alouf, Histoty of
Baalbek, cit., p. 80.
7 Ivi, pp. 27-8.
* Ivi, p. 26.
9 N. Jidejian, Baalbek Heliopolis ''City ofthe Sun*\ Beirut, Dar El-Machreq, 1975, p.
7. E anche M. Alouf, History of Baalbek, cit., p. 26.
10 D. Urquhart, The Lebanon Diary, citato in M. Alouf. History of Baalbek, cit., p. 26.
11 G. Hancock, Fingerprints of thè Godsy Mandarin, 1995, Capitolo 39, p. 362. Vedi
anche Z. Sitchin, The Stairway to Heaven, cit., Capitolo IX, p. 179.


72 IL MISTERO DELLA GENESI DELLE ANTICHE CIVILTA’



..... care un masso di 1000 t su una struttura di supporto alta 6 m. La stessa Baldwins ha in uso una Gottwald AK91212,

http://www.mammoet.com/LinkClick.aspx?f ... uage=en-US

http://www.gottwald.com/gottwald/site/g ... talian.pdf



una gru capace di lavorare con pesi di 1200 t, mentre altre aziende sono in grado di sollevare oggetti di 2000 t. Sfortunatamente, queste gru non hanno la capacità di muoversi mentre sollevano pesi del genere. Quindi, come trasportare la Pietra del Sud fino all'acropoli?
La Baldwins suggerisce due possibilità. La prima consisterebbe nell'u
so di una gru capace di sollevare mille tonnellate munendola di cingoli.
Lo svantaggio di questo metodo consisterebbe nel bisogno di grandi
opere sul terreno per predisporre una via compatta e piatta che consenta
lo spostamento della gru. '
Un'alternativa alla gru potrebbe consistere in una serie di rimorchi idraulici modulari, uniti tra loro in modo da creare una massiccia piattaforma di carico mobile. Questi rimorchi sollevano e abbassano i loro carichi adoperando dei cilindri idraulici incorporati nelle sospensioni. L'iniziale operazione di sollevamento verrebbe ottenuta scavando una sezione sotto il masso, nella quale entrerebbe il mezzo di trasporto. La messa in loco definitiva nel muro, a un'altezza di 6 m, si otterrebbe impiegando una rampa in terra battuta.
Naturalmente, un piccolo problema c'è nella soluzione proposta dalla Baldwins. Nessuna di queste tecnologie tipiche del xx secolo era disponibile, per quanto ne sappiamo, quando Baalbek fu costruita.
Cosa succede allora se ritorniamo ai metodi non tecnologici? L'opinione comune è che le pietre megalitiche venivano spostate adoperando un sistema di rulli lignei. Ma gli esperimenti moderni hanno dimostrato che rulli del genere rimarrebbero schiacciati da pesi assai più leggeri di 800 t. Se anche un sistema del genere fosse attuabile, smuovere la Pietra del Sud avrebbe richiesto lo sforzo collettivo di 40.000 uomini13. Ed è rimasto assolutamente non dimostrato che un masso di 800.000 Kg possa essere spostato con metodi tanto primitivi.






Un altro aspetto debole della spiegazione solitamente offerta è questo: perché i costruttori avrebbero dovuto darsi tanto da fare con un peso del genere, quando sarebbe stato per loro assai più agevole dividere il monolite in diversi blocchi più piccoli? Secondo i miei amici tecnici era in ogni caso assai rischioso impiegare grandi blocchi nel trilite in quanto qualsia-si difetto in verticale della pietra avrebbe significato pericolosissime debolezze strutturali. Per contro, difetti del genere in blocchi più piccoli non avrebbero influenzato negativamente la costruzione complessiva.
Non ha quindi molto senso immaginare decina di migliaia di uomini che tentano di spostare e di sollevare tre massi di 800 t ciascuno. Come possiamo risolvere questo dilemma e cosa possiamo capire ....




12 La gru Gottwald AK912


http://trucks.org.cn/featured-auto/gott ... 0-ton.html

impiega un sopporto di base quadrato di 10,7 m, un braccio
di 35 m, un montante di 43 ni. un contrappeso superiore di 118 t e un maxicontrappeso
di 4001.
13 Stima di Monsieur Caignart de Saulcy, citato in M. Alouf, History of Baalbek, cit., p.



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MessaggioInviato: 04/03/2016, 16:12 

DENIS STOCKS


EXPERIMENTS IN EGYPTIAN ARCHAEOLOGY




https://vk.com/doc7220264_385544114?has ... fc675784a5





[/quote]



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MessaggioInviato: 04/03/2016, 16:14 
hai visto il modellino 3d che ho fatto della "fantomatica" rampa?

http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=12&t=217&start=405



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MessaggioInviato: 04/03/2016, 16:25 
MaxpoweR ha scritto:
hai visto il modellino 3d che ho fatto della "fantomatica" rampa?

http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=12&t=217&start=405


MOLTO INTERESSANTE !

Riportalo qui , ho aperto questo topic a modo di sintesi


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MessaggioInviato: 04/03/2016, 16:33 
MaxpoweR ha scritto:

posta:

H: l'altezza della piramide (146,6m)
L: lunghezza orizzontale rampa (facilitiamogli il compito ulteriormente :>)
alpha: l'angolo di inclinazione della rampa (che nelle immagini è posta a 3,3°, anche se mi sembra un pò troppo)

Tangente di (alpha) = H/L ====> L= 146,6/tag3,3°= 2542,5M

La rampa sarebbe dovuta essere lunga ALMENO 2,5 Km! Avere pendenza costante e fondo perfettamente orizzontale.

Ah mettiamoci pure un'altro problemino. LA rampa avrebbe un lato verticale mentre la piramide è inclinata di circa 50° /|/\ quindi ci sarebbe dello spazio EXTRA da riempire e da far gravare sulla piramide stessa...

Prenderò dati da questa fonte:

https://it.wikipedia.org/wiki/Piramide_di_Cheope

Superficie: 53077 m²
(lato corto della base*): 230,36 m
(lato lungo della base*): Superficie/230,36= 230,41m
Altezza: 146,6 m
Inclinazione: 51° 50' 40''

Inclinazione Rampa 3,3° (2,5° viene davvero troppo lunga :])

*: dati estrapolati



Immagine

Immagine

Immagine

La rampa l'ho disegnata presupponendo che i nostri amici Egizi fossero talmente abili da costruire questa struttura con materiale legato e cioè come se fosse una sorta di enorme struttura in qualcosa di simile C.A. o all'acciaio insomma costruita in modo che non necessitasse di essere "contenuta" e che fosse autoportante e soprattutto che potesse seguire fedelmente l'andamento della falda di riferimento senza doversi estendere oltre lateralmente a causa dell'angolo di attrito del terreno ecc. ecc. ecc.

Qualunque altra ipotesi raddoppia, triplica quadruplica e via dicendo i volumi necessari nonché le difficoltà costruttive (già così la sezione della rampa è abbastanza complessa) il reperimento dei materiali (penso all'acciaio) ecc. ecc. Che dite l'ipotesi rampa la leviamo di mezzo?


Penso sia utile quanto meno per avere il colpo d'occhio e levare di mezzo subito questa ipotesi o ipotesi affini.



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 Oggetto del messaggio: Re: CHEOPE E IL RAPPORTO GOYON
MessaggioInviato: 04/03/2016, 17:34 
caro barionu,
purtroppo alcuni link citati all'inizio non funzionano più (antikitera ha chiuso, e forse anche edicolaweb [:(]

comunque volevo riproporre ciò che hai citato qui, ovvero notizie in più sul rivestimento

viewtopic.php?f=12&t=217&p=11963&hilit=andre+pochan#p11963

https://en.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Pochan
In 1934 he investigated the coloration of the Khufu and Khafra pyramids

dal libro citato, purtroppo in francese
http://pyramidales.blogspot.it/2009/04/ ... amide.html

Cita:
Le revêtement de la pyramide était peint en rouge et, conformément au récit de l'auteur arabe Abd el-Latif, couvert d'écritures.


tradotto:
Il rivestimento della piramide è stato dipinto in rosso e in conformità con la narrazione dell'autore arabo Abd el-Latif, coperti di scritture.


ciao
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 Oggetto del messaggio: Re: CHEOPE E IL RAPPORTO GOYON
MessaggioInviato: 10/03/2016, 09:47 

A MENO CHE ...




Visto che ho aperto il topic a mo' di sintesi ,

devo citare chiaramente la tesi di Davidovits ,

il suo libro : in assoluto uno dei più belli , asssssolutamente da leggere .

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__Cal ... raoni.php#




Immagine




il sito di Davidovits

http://www.geopolymer.org/archaeology/


e ora ci vuole San Mauro : cosa si dice in giro , alla data di oggi , sulle tesi di Davidovits ?


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 Oggetto del messaggio: Re: CHEOPE E IL RAPPORTO GOYON
MessaggioInviato: 10/03/2016, 14:13 
caro barionu,
filmato dimostrativo
Guarda su youtube.com


ciao
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MessaggioInviato: 10/03/2016, 14:44 
caro barionu,
riporto , per ora ciò che dice Wikipedia( i link che segnala non funzionano)
Cita:
L'ipotesi di Davidovits ha recentemente guadagnato il sostegno di Michel Barsoum, un ricercatore scienziato dei materiali. Michel Barsoum ed i suoi colleghi della Drexel University hanno pubblicato le loro scoperte sostenendo l'ipotesi di Davidovits in Journal of the American Ceramic Society nel 2006. Utilizzando un microscopio elettronico a scansione, scoprirono minerali composti e bolle d'aria all'interno del campione preso dai blocchi di calcare della piramide, non presenti nel calcare naturale.[41]

Dipayan Jana, un petrografo, fece una presentazione presso l'ICMA (International Cement Microscopy Association) nel 2007[42] fornendo un documento[43] in cui discuteva il lavoro di Davidovits e Barsoum concludendo che "siamo lontani dall'accettare anche solo una remota ipotesi di costruzione "manuale" delle pietre della piramide".


https://it.wikipedia.org/wiki/Teorie_su ... idi_egizie

come al solito uno dice "è vero" l'altro "è falso" [8)] [:296]
ciao
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MessaggioInviato: 10/03/2016, 14:55 
per ora solo
http://www.scribd.com/doc/2579797/2007- ... CMA#scribd

ciao
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MessaggioInviato: 10/03/2016, 16:17 
l'altro qui
http://piramidasunca.ba/eng/latest-news ... amids.html

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MessaggioInviato: 08/07/2016, 14:55 


LA GRU GOTTWALD AMK 1000



Guarda su youtube.com


https://www.youtube.com/watch?v=-2NdwtjsX7A


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MessaggioInviato: 08/07/2016, 15:18 
Che scemi siamo noi ad usare questi mezzi per sollvare enormi pesi quando con una rampa e qualche scalpello di rame si poteva far molto di più!



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MessaggioInviato: 08/07/2016, 17:06 
MaxpoweR ha scritto:
Che scemi siamo noi ad usare questi mezzi per sollvare enormi pesi quando con una rampa e qualche scalpello di rame si poteva far molto di più!


E dagli col sollevare. [:292]
C'è anche chi ha sostenuto che il calcare non è stato sollevato ma è stato trasportato in discesa
od in piano.
A cui aggiungiamo i sostenitori dei blocchi plasmati e non tagliati.



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Ed è sbagliata.
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