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 Oggetto del messaggio: La teoria degli antichi astronauti
MessaggioInviato: 20/05/2011, 17:01 
LA TEORIA DEGLI ANTICHI ASTRONAUTI



La teoria degli antichi astronauti, o teoria del paleocontatto, o paleoufologia è l'insieme di quelle idee, sviluppate a partire dalla metà del Novecento, che ipotizzano il contatto di civiltà extraterrestri con le antiche civiltà umane quali Sumeri, Egizi e civiltà precolombiane. Questo genere di teorie non sono in generale accettate a livello scientifico-accademico, con alcune eccezioni (un esempio l'astronomo e matematico Josef Allen Hynek), e vengono spesso fatte rientrare nel più vasto campo speculativo della controversa pseudo-archeologia o archeologia misteriosa.

Origine
Le teorie sul contatto delle antiche civiltà umane con gli extraterrestri sono divenute popolari a partire dagli anni settanta, con la pubblicazione dei libri di Erich von Däniken e Peter Kolosimo e in particolare dei bestseller di Kolosimo Non è terrestre (1969) e Astronavi sulla preistoria (1972). Tuttavia il substrato di tali teorie era già stato elaborato alcuni anni addietro, subito dopo gli anni cinquanta, con la nascita dell'ufologia assieme alle prime testimonianze documentate di avvistamenti di UFO. Questo tema si unì agli argomenti già elaborati da Charles Fort sull'apparente incoerenza cronologica di alcuni manufatti e al rinnovato interesse popolare degli anni sessanta nei confronti delle antiche civiltà e delle loro mitologie.
I sostenitori di questo gruppo di teorie affermano che vi sia stata un'influenza aliena nello sviluppo della civiltà e della specie umana, arrivando a mettere in discussione - almeno in parte - la teoria evolutiva di Charles Darwin, talvolta sostituendola con la tesi creazionista, sostenendo che il Dio creatore potrebbe aver creato la specie umana tramite angeli extraterrestri.
Se per la paleoantropologia tradizionale l'uomo è il risultato di un processo evolutivo durato tre milioni di anni che ha portato le protoscimmie africane via via ad assumere la stazione eretta e a sviluppare la propria intelligenza, andando a formare società via via più avanzate, i sostenitori di queste idee ipotizzano che l'uomo sia stato aiutato a compiere questo percorso, se non addirittura indotto e che nel passato siano avvenuti numerosi contatti fra alieni sbarcati sulla terra e popolazioni locali. Questi contatti, in taluni casi costituiti da soggiorni prolungati di extraterrestri sul nostro pianeta, avrebbero influenzato lo sviluppo di alcune civiltà, tracce a testimonianza di questi eventi sarebbero riconoscibili, secondo i fautori di queste teorie, studiando con una certa "forma mentis" alcuni reperti preistorici.
Tra i principali divulgatori di tali ipotesi vi sono stati l'archeologo e scrittore svizzero Erich von Däniken e lo scrittore italiano Peter Kolosimo, che dalla seconda metà degli anni sessanta hanno prodotto una serie di libri di grande presa popolare diffusi in molti paesi del mondo. Altri popolari scrittori che più recentemente hanno ripreso questa teoria sono Zecharia Sitchin e Edgar Cayce.
L’avvento di Internet ha favorito la diffusione di tali idee, attraverso la nascita di innumerevoli siti web, per lo più amatoriali, che trattano di miti e presunti misteri mescolandoli assieme ad argomenti di archeologia divulgativa, ignorando, rigettando o mettendo in discussione le posizioni attualmente riconosciute nel mondo scientifico e accademico.

Idee principali
Esistono diverse idee ed ipotesi sul "paleocontatto":

- L'uomo sarebbe il risultato di creazione guidata o esperimenti genetici condotti da extraterrestri sugli ominidi (che fino a quel punto si sarebbero evoluti naturalmente sulla Terra in concordanza con la Teoria di Darwin e dunque senza nessuna apparente contraddizione) al fine di farle evolvere in tempi rapidi: adattamento evolutivo e neocreazionismo dunque sarebbero veri entrambi. Il principale argomento a sostegno di questa idea è il tempo relativamente breve impiegato dall'Homo sapiens (300.000 anni) per giungere al livello mai raggiunto da altri organismi che esistono da centinaia di milioni di anni.

- L'uomo avrebbe avuto contatti con extraterrestri sin dalle ere più antiche. Questi esseri sarebbero le divinità delle società antiche e sarebbero stati raffigurati in diversi dipinti ed opere d'arte, sia nell'antichità (egizi, maya, aztechi, popoli della Mesopotamia, romani) sia in epoca medioevale. Altri indizi sono celati in testi religiosi, come la Bibbia, o in opere di carattere storico. Dipinti rinascimentali e medievali, specie a carattere religioso, raffiguranti Dio, il Figlio e gli angeli, mostrerebbero in cielo delle navicelle spaziali, a volte addirittura con degli angeli guidatori.

- Il ritrovamento di OOPArt, ossia "oggetti fuori posto", in quanto "fuori dal tempo", che vedrebbero l'uomo e la sua tecnologia molto più antichi rispetto a ciò che l'archeologia canonica afferma.

Prove scientifiche
Non esiste alcuna prova scientifica.
Gli ufologi e in particolare i clipeologi ritengono prove indiziarie l'antica letteratura sumera, alcuni famosi siti archeologici a Giza, Baalbek, Yonaguni, presunte rovine sommerse al largo di Cuba a sostegno delle loro ipotesi di un contatto fra le popolazioni umane primitive e forme di vita aliena, che sarebbero state viste come "angeli" o "semidei" da tali popolazioni.

Ancient Astronaut Society
L'Ancient Astronaut Society è una società fondata il 14 settembre 1973 dall'avvocato Gene Philips, con l'obiettivo di coordinare tutte le ricerche che si svolgono nell'ambito della teoria degli antichi astronauti (detta paleoastronautica o archeologia spaziale), cercando di dimostrare un primo contatto tra alieni scesi da navi spaziali e uomini avvenuto migliaia di anni fa.
Tutti gli anni organizza almeno un congresso, cui partecipano ufologi e scienziati da tutto il mondo.
Il primo si è svolto a Chicago dal 26 al 28 aprile 1974.
La AAS pubblica inoltre il bollettino Ancient Skies.

[align=right]Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_deg ... astronauti[/align]


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MessaggioInviato: 20/05/2011, 17:07 
INTERVISTA ALLO STUDIOSO MAURO BIGLINO



Di Giovanni Pelosini

Mauro Biglino è uno studioso di storia delle religioni con esperienza trentennale, ricercatore e scrittore di articoli, libri e prodotti multimediali di carattere storico, scientifico e didattico, ma soprattutto ha una grande conoscenza delle lingue semitiche ed è un apprezzato traduttore di ebraico antico. La sua riconosciuta competenza in questo ambito lo ha portato a lavorare per le Edizioni San Paolo, per le quali ha realizzato la lunga opera di traduzione letterale di 23 libri dell’Antico Testamento, 17 dei quali già pubblicati nella collana Bibbia Ebraica Interlineare.
Nella sua letterale traduzione della Bibbia (nella versione ebraica del Codice Masoretico di Leningrado) si notano molte interessanti differenze con le comuni versioni, che derivano spesso da traduzioni dal greco o dal latino realizzate anche molti secoli dopo l’originale stesura.

Ho incontrato Mauro Biglino al Simposio Mondiale di San Marino su Scienza, Tradizione e Dimensioni del Sacro, con altri numerosi personaggi di fama internazionale ed esperti di alchimia, simboli, archeologia ed ogni genere di disciplina di frontiera; tutti invitati e coordinati da Roberto Pinotti. Devo dire che, al di là delle tante relazioni di grande spessore culturale, ho trovato gli incontri conviviali estremamente stimolanti: nelle pause pranzo degli intensi giorni del Simposio i tavoli dei relatori erano degli autentici e spontanei laboratori di cultura in cui era normale che ci scambiassimo appunti con geroglifici egizi, antichi glifi e monogrammi greci, schemi e diagrammi scarabocchiati perfino sui tovaglioli di carta.
In una di queste occasioni ho avuto modo di conoscere meglio Mauro, la sua appassionata ricerca e le straordinarie, e, per molti aspetti, sconvolgenti, traduzioni degli antichi testi ebraici. Il suo libro Gli Dei che giunsero dallo spazio? - Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia (Infinito Editori, 2010) è già un testo di successo e sono convinto che avrà presto la stessa popolarità dei libri di Zecharia Sitchin sugli alieni provenienti dal pianeta Nibiru, frutto delle traduzioni delle tavolette cuneiformi dell’autore americano scomparso di recente.
A differenza di quanto aveva fatto Sitchin, però, Biglino rende i lettori partecipi della letterale traduzione degli antichi testi, trascrivendo passo per passo sia il testo ebraico non vocalizzato, sia la traslitterazione secondo la pronuncia italiana, sia la traduzione parola per parola. Da tale rigorosa procedura, a cui Biglino si attiene in modo scrupoloso, emergono informazioni di estremo interesse sui fatti narrati e sui personaggi protagonisti della Bibbia: su tali informazioni ciascun lettore può dare una propria valutazione, perché l’autore, volutamente e coerentemente, si limita a fornire la traduzione, l’analisi diretta di ciò che hanno scritto gli antichi redattori, e delle ipotesi plausibili, lasciando ai teologi le interpretazioni teologiche.
Ho invitato Mauro Biglino a presentare il suo testo al Festival del Libro di Cecina (29-30-31 luglio 2011) in cui il pubblico potrà incontrarlo e porgli quesiti, e gli ho posto alcune domande.

Poter attingere direttamente agli originali degli antichi testi e tradurli in lingua moderna quali nuovi scenari le ha aperto e quali sensazioni le ha dato?

Per intanto desidero ringraziarvi per l’interesse e saluto con amicizia i lettori ai quali prometto di essere sintetico nelle risposte perché la prima regola è “non annoiare chi ha la pazienza di ascoltarti o leggerti!”
Gli incarichi ricevuti dalle Ed. San Paolo prevedevano espressamente che io facessi una traduzione letterale partendo dal testo della Bibbia Stuttgartensia redatta sulla base del Codice Masoretico di Leningrado. Questo lavoro mi ha fatto scoprire un libro diverso da quello che conoscevo per educazione religiosa e tradizionale: ho trovato un testo concreto, scevro da ogni visone di ordine spiritualista, tutto orientato alla concreta vita materiale che si svolge quotidianamente su questa Terra; un libro in cui non esiste il Dio della religione, non si parla di anima o di aldilà. Ho trovato quindi un testo di storia dotato di tutte le caratteristiche proprie di ogni lavoro storiografico; bisogna quindi considerare che contiene certamente delle verità, ma anche delle falsità, degli errori, delle dimenticanze accidentali o dei nascondimenti voluti; in esso certi eventi sono stati enfatizzati ed altri sottaciuti e i fatti della storia possono essere stati interpretati in funzione degli obiettivi e dei messaggi che l’autore intendeva veicolare…
Insomma, un normale libro di storia non sostanzialmente diverso da quelli che conosciamo anche oggi e i cui contenuti risultano però essere veramente sorprendenti ed anche stravolgenti per chi su quel libro ha costruito delle religioni.
Con questo atteggiamento vanno quindi presi i racconti relativi ai fatti salienti: dalla straordinaria “creazione dell’uomo” alle conseguenze prodotte dal Kevòd (carro) di Yahwèh quando passa vicino agli esseri umani e molto altro ancora…

“Il libro che cambierà per sempre le nostre idee sulla Bibbia” come ha cambiato le idee dell’Autore e il suo rapporto con la religione? Lei si considera una persona spirituale, religiosa, o altro?

Ho scritto quel libro – ed anche quello che sta per uscire – perché ho scelto di iniziare a raccontare lo stupore personale che è sorto in me negli anni in cui ho svolto il lavoro di traduttore di ebraico masoretico. Non sono una persona religiosa nel senso tradizionale del termine ma non sono neppure un ateo: in altre parole non ho le certezze degli uomini di fede ma neppure le certezze degli atei. Se un giorno si dovesse documentare con certezza che ciò che scrivo corrisponde al vero, questo fatto non negherebbe di per sé l’esistenza di Dio o di un mondo spirituale: magari tutte le vicende bibliche rilette alla luce di quanto scritto potrebbero benissimo essere pienamente ricomprese nel disegno provvidenziale che Dio ha elaborato per l’uomo. Ma di questo devono – e dovranno – parlare i teologi, non io che mi limito a raccontare ciò che leggo: Come dico sempre nelle conferenze “di Dio non parlo mai perché di Dio non so nulla e preferisco che a parlare siano quelli che sanno o dicono di sapere”.

Se le entità di cui si parla nell’Antico Testamento non erano spirituali, qual è la sua idea di spirito o di anima?

Come detto nella risposta precedente non mi occupo di mondi spirituali e dunque non sono in grado di formulare una risposta motivata a questa domanda.

Nella copertina del suo libro c’è l’immagine di un’astronave, un UFO: è una sua precisa teoria, una convinzione o una semplice ipotesi?

Si tratta di una ipotesi che trova una sua coerenza nell’insieme dei racconti biblici che narrano della vita, del carattere, degli atteggiamenti, delle scelte e delle prescrizioni dell’Elohìm chiamato Yahwèh. I capitoli del libro dedicati agli angeli, alle esperienze concrete vissute da alcuni profeti o al mezzo (kevòd, ruàch) con il quale essi si spostavano o ancora ai comandamenti che Yahwèh ha impartito… tutti questi elementi sono molto chiari da questo punto di vista e consentono la formulazione di una ipotesi assolutamente motivata. Ogni ipotesi poi deve ovviamente essere sottoposta alle necessarie verifiche ed è per questo motivo che la ricerca e lo studio continuano in questa direzione che è assolutamente affascinante. Va detto infatti che per trovare è necessario cercare avendo la mente aperta e disponibile ad accettare qualunque sorpresa, anche la più sconcertante. Mi ritengo fortunato perché le traduzioni che conduco e che pubblico così come sono, spesso trovano riscontri “a posteriori” in vari ambiti: fisica, biologia ed anche fisiologia, come ho avuto modo di verificare in questi ultimi mesi, dopo che ho reso pubbliche su YouTube e nelle conferenze le mie ipotesi sul piacere che gli Elohìm provavano nel sentire l’odore della carne bruciata.

Agli Dei piaceva veramente l’odore della carne bruciata durante i sacrifici in loro onore?

Non posso dire solamente che a loro “piacesse”, in realtà pare che ne avessero un “concreto bisogno fisiologico”, e le conferme che ho avuto successivamente sia in ambito medico che dalle tavolette sumere stanno radicando sempre di più il mio convincimento. Nel nuovo libro tutto sarà spiegato e documentato, ora evidentemente non posso anticipare nulla.

Come è nata la sua passione per l’ebraico antico?

È nata dalla necessità e dalla voglia di accedere direttamente alle fonti senza avere le intermediazioni dei vari interpreti che, come la storia dimostra, hanno fatto dire a quel testo tutto ciò che hanno voluto. In questa incertezza totale e nella volontà di affermare questo o quel dogma, i sostenitori delle numerose verità si sono combattuti nei secoli ed è proprio questo scontro che bisogna evitare: importante è formulare delle ipotesi e sottoporle a verifica. Per questo motivo io pubblico nei miei libri anche i versetti in ebraico e la traduzione letterale che ne faccio: tutti devono potere verificare ciò che dico; metto in gioco le mie idee senza avere la presunzione di possedere la verità.

Chi sono stati i suoi maestri nella professione e nella vita?

Devo ringraziare soprattutto Giuseppe Tedesco, il mio insegnante di ebraico che è scomparso l’anno scorso: ebreo, uomo di profondissima cultura, fondatore di giornali e di un centro studi. Insegnandomi la lingua mi ha trasmesso anche l’idea della concretezza dei racconti di cui poi ho trovato riscontro nei testi.

Qual è la più grande curiosità che ancora la spinge a continuare la ricerca?

La risposta qui è semplice: la voglia di sapere e di cercare verifiche o smentite a ciò che leggo. E devo dire che le sorprese non mancano. Inoltre ho riscontrato in questo anno un interesse incredibile da parte del pubblico; il libro ha già visto tre stampe e le conferenze che faccio in tutta Italia sono ogni volta uno stimolo a proseguire e non a caso sto ulteriormente approfondendo lo studio di testi rabbinici ed anche di traduzioni di tavolette cuneiformi che mi giungono da varie parti. Ogni passo compiuto è una sorpresa, una emozione ed i parallelismi con la Bibbia sono talmente tanti che fermarmi sarebbe ormai impossibile.

Al di là delle traduzioni dei suoi predecessori come Zecharia Sitchin, ha trovato personalmente degli indizi sul luogo di provenienza degli Elohìm, Anunnaki o Anakiti, “Coloro che dal cielo sono scesi sulla terra”?

Io mi sono imposto metodologicamente di rimanere ancorato alla Bibbia e quindi rispondo nel rispetto di questa scelta. Conosco i lavori di Z. Sitchin ma non sono legato alle sue teorie sul pianeta di provenienza. Se anche si verificasse che il famoso pianta Nibiru da lui ipotizzato non esiste, non cambierei di una virgola ciò che ho scritto fino ad ora. Nella Bibbia non ci sono passi che consentano di formulare ipotesi motivate sulle origini dei nostri ipotetici “creatori” e sui motivi per i quali essi sono giunti qui. Nel nuovo libro presento comunque una vera e propria curiosità derivante dal significato aramaico di un termine che la Bibbia riconduce sempre alle figure dei “giganti”: in quel significato, che trova un curioso riscontro nella versione greca della Bibbia dei 70, si trova un cenno ad un possibile luogo di origine. Ma non ne posso parlare qui per ovvi motivi.

Da quanto tempo gli Elohìm avrebbero abbandonato il nostro pianeta? Se ne ipotizza il ritorno?

Io non so da quanto tempo abbiano abbandonato il pianeta e quindi rispondo con le parole di Giuseppe Flavio, lo storico giudeo-romano che nel primo secolo d.C. ha scritto alcune opere ricche di contenuti interessanti. Cito quindi quanto lui scrive nel suo libro “Guerra giudaica”, un testo che si riferisce alle vicende vissute dalla terra di Israele e culminate nella conquista romana della città di Gerusalemme nel 70 d.C.
Nel Libro VI i versetti dal 296 al 299 recitano così:

“Non molti giorni dopo la festa, il ventuno del mese di Artemisio, apparve una visione miracolosa cui si stenterebbe a prestar fede e in realtà, io credo che ciò che sto per raccontare potrebbe apparire una favola, se non avesse da una parte il sostegno dei testimoni oculari, dall’altra la conferma delle sventure che seguirono. Prima che il sole tramontasse, si videro in cielo su tutta la regione carri da guerra e schiere di armati che sbucavano dalle nuvole e circondavano le città. Inoltre, alla festa che si chiama la Pentecoste, i sacerdoti che erano entrati di notte nel tempio interno per celebrarvi i soliti riti riferirono di aver prima sentito una scossa e un colpo, e poi un insieme di voci che dicevano: “Da questo luogo noi ce ne andiamo”.

Curioso vero?

Curioso e interessante, anche considerando che Giuseppe Flavio era uno storico serio e informato. Come si immagina che fossero fisicamente Yahwèh, i Malakhìm, gli Angeli e i giganti dell’Antico Testamento?

Rispondo rimanendo sempre legato al testo biblico: non ci sono descrizioni relative a Yahwèh e dunque non sarebbe corretto ipotizzare alcunché. Per quanto concerne i cosiddetti “angeli” non vi sono dubbi che fossero individui in carne ed ossa come noi, anche se il loro aspetto fisico li rendeva distinguibili dai nomali semiti, perché venivano riconosciuti immediatamente. Su un elemento non vi possono essere dubbi: non erano esseri spirituali!
Per quanto concerne i “giganti” la Bibbia ci racconta della loro statura (Nm 13,32-33; Dt 1,28), delle dimensioni del letti in cui dormivano, 4,5 metri di lunghezza e 2 di larghezza (Dt 3,11), e che erano ancora visibili al tempo di chi scriveva; dice inoltre che alcuni di questi avevano sei dita per ogni arto (2 Sam 21,20) ma non ci dice altro sul loro aspetto.
Quindi io, per il momento, mi attengo a questi dati: nei miei lavori futuri mi allargherò tenendo conto anche di descrizioni contenute in testi ritenuti apocrifi.

Quali riscontri archeologici esistono a conferma delle sue più straordinarie traduzioni?

I riscontri si trovano sostanzialmente nei resti delle costruzioni megalitiche che sono rimaste fino ad oggi in varie parti del modo: dall’Egitto all’India e al Giappone, dal Medio Oriente a Malta, da Stonehenge al continente americano…
Per rimanere però in tema strettamente biblico ricordo che gli scavi condotti sulle rive del Giordano e più in generale nei territori interessati dagli eventi narrati hanno evidenziato come essi fossero controllati, almeno dal IV millennio a.C., da razze forti che hanno prodotto una civiltà megalitica capace di realizzare costruzioni ciclopiche: si pensi all’incredibile sito di Baalbek (nella valle della Bekaa, in Libano), in cui sono stati movimentati monoliti del peso di centinaia di tonnellate cadauno!
La stessa archeologia documenta che queste razze sono state progressivamente soppiantate dai nuovi occupanti e la Bibbia ci dà conto di questa graduale sostituzione. Per quanto concerne gli Anaqiti (uomini “dal lungo collo”), essi occupavano il territorio di Hebron e la regione che sarà poi conquistata dalla tribù di Giuda. Di loro si ricordano tre capi – i cui nomi Ahiman, Sesay e Talmay sono di origine aramaica – che furono sconfitti da Caleb, quando a lui si arrese la città di Hebron. Furono quindi distrutti da Giosuè, lasciando loro tracce a Gaza, Asdod e Gat (la città del gigante Goliat).
I Refaìm (cui apparteneva il gigante Og che dormiva nell’enorme letto di cui ho detto prima) occupavano invece la Transgiordania dal monte Hermon fino ad Ammon; come gli Anaqiti, furono sconfitti da Giosuè nel corso delle guerre di conquista, anche se Davide si scontrò ancora con alcuni di loro che vivevano in Cisgiordania (cfr. 2 Sam 21,15-21). Alcuni di loro erano presenti anche in Galaad, e questi ultimi furono annientati dagli Amorrei. Ai Refaìm appartenevano anche gli Zamzummìm, che abitavano nella regione di Amman (Transgiordania) e furono sconfitti dagli Ammoniti che si impossessarono del loro territorio: anche di essi si dice (Dt 2,20-23) che erano popolo di “alta statura”,come gli Anaqiti. Il nome Refaìm era già presente nei racconti cananei antecedenti il periodo della conquista da parte degli Ebrei. L’etimologia è incerta: per alcuni il loro nome rimanda al concetto di “curare”, contenuto nella radice rafah.
Gli Emìm, giganti anche essi, abitavano infine nel territorio di Moab (a est-sud-est del Mar Morto) e furono proprio i Moabiti a chiamarli così, in quanto loro erano altrimenti conosciuti come Refaìm. Secondo Genesi 14,5 furono sconfitti da Kedorlaomer e dai suoi confederati nella pianura di Qiriatàyim; la città fu distrutta e poi ricostruita dalla tribù di Ruben (cfr. Nm 32,37 e Gs 13,19).
Vi sono inoltre tracce dei nomi di questi popoli anche in un riscontro geografico: la “Valle dei Refaìm”, che s’identifica con la pianura di El-Beqa, a sud-ovest di Gerusalemme.

Quali sono i suoi attuali rapporti con la Chiesa Cattolica?

In pratica non ho rapporti, salvo le amicizie personali che non sono venute meno: almeno quelle che contano. D’altra parte la prosecuzione delle mie pubblicazioni non farà che appesantire la situazione, ma non è e non sarà un problema, ormai la strada è segnata.

Un saluto a tutti da Mauro Biglino.


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FIGLI DEGLI ALIENI





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QUANDO GLI ALIENI "SCOPRIRONO" LA TERRA



Esiste un filo sottile che lega tra loro le grandi civiltà; a partire dai Sumeri, la prima grande cultura che aprì la strada alle successive, per passare poi, non necessariamente in ordine temporale, agli Indiani d’America, ai Maya, agli Inca, agli Aborigeni dell’Australia, ai Cinesi, agli Indù, per finire con gli antichi egizi e i Dogon.
Questa sottile traccia, diluita nel tempo, più o meno nascosta nelle pitture, nell’architettura, nei riti sacri, può essere riassunta in una sola frase: ogni antica cultura accettava il fatto che degli esseri celesti, giunti in modi diversi sul nostro pianeta, avessero creato la razza umana.
Questa profonda consapevolezza, sia pure spiegata come la perpetuazione di un mito, nasconde in realtà il resoconto di una serie di avvenimenti così importanti per il genere umano da lasciare profondamente il segno; la parabola temporale che ufficialmente ha accompagnato la nascita e la crescita dell’essere umano fino ai nostri giorni, presenta non pochi punti deboli; non ha un inizio sicuro, provato e riscontrabile, ma il suo percorso è immensamente ricco di vuoti da riempire, vuoti che non riescono ancora a trovare delle valide spiegazioni.
Possibile pensare che possa esistere un unico filo comune che leghi insieme tutti i problemi archeologici non risolti? Possibile formulare l’ipotesi che la maggior parte dei miti religiosi, delle credenze e delle fantastiche descrizioni di creature divine, siano in realtà una trasposizione di misteriosi esseri anticamente presenti sulla terra?

Gli antichi Dei:
Quasi tutte le ipotesi espresse in favore di un antico incontro tra la razza umana e degli esseri provenienti dallo spazio, si fonda sul presupposto che alle origini di un mito ci sia sempre e comunque un fondo di verità; tale presupposto, per quanto non completamente impossibile da sostenere, potrebbe anche risultare ingannevole e portare fuori strada rispetto all’argomento trattato.
Non dimentichiamo che tra il mito vero e proprio e la tradizione orale tipica di molti popoli dell’antichità, esiste spesso una sottile differenza; laddove il mito venga perpetuato attraverso la pittura e le arti in genere, esso finirà per assorbire caratteristiche e credenze sia del popolo in questione che dell’artista, allontanandosi man mano dall’avvenimento originale; lo stesso dicasi per la tradizione orale, destinata nel tempo ad esaurirsi, oppure a seguire le stesse sorti del mito quando diventa parola scritta e interpretata.
Il tempo, in seguito, farà il resto; millenni di catastrofi, inondazioni e terremoti, renderanno sempre più difficile il compito del ricercatore.
Per ovviare a questo “inconveniente” sarebbe opportuno ricorrere allo studio delle leggende e alla loro comparazione; proprio addentrandoci in questo campo, troviamo la narrazione di un episodio che diventa il fulcro dominante di un possibile, antico, contatto.

Codice Oannes:
IV Millennio a.C., sulle coste del Golfo Persico, forse nei pressi dell’antica città sumera di Eridu, una civiltà extraterrestre stabilisce quello che potrebbe essere il primo, vero contatto, con la razza umana.
L’origine di questa leggenda risale a un antico personaggio che spesso appare in molti dei testi che trattano questo tipo di argomenti, così come in molte delle ricerche sui temi dell’Archeologia Misteriosa; si tratta di Beroso, sacerdote del Dio Marduk, vissuto nella città di Babilonia ai tempi di Alessandro Magno.
Sicuramente il sacerdote trasse la sue informazioni da testi molto più antichi, ai quali aveva accesso proprio in virtù della sua funzione, ci baseremo comunque su alcuni frammenti che gli vengono, nei quali si racconta come Alessandro Poliistore, grammatico greco vissuto nel I Secolo a.C., fosse solito descrivere e parlare della improvvisa comparsa nel Golfo Persico di una misteriosa creatura chiamata Oannes.
L’essere aveva una coda simile a quella di un pesce, i piedi analoghi a quelli degli umani, e così anche la voce; fu proprio Oannes che insegnò agli uomini le arti, la scrittura e le scienze.
Poliistore, continuando il racconto, ci fa sapere che la misteriosa creatura trascorreva la notte in mare, trattandosi di un anfibio, e che subito dopo il suo arrivo, altre creature simili giunsero sulla terra.
Questa narrazione potrebbe certo essere equiparata a un parto della fantasia, o quanto meno ciò sarebbe possibile se non trovassimo ulteriori riferimenti andando avanti nella nostra ricerca.
Passiamo quindi ad Aristotele, e più esattamente a un suo discepolo, Abideno, il quale, parlando dei vari Re dei Sumeri, descrive un semi demone, molto simile a Oannes, che arrivo dopo di lui dal mare.
Spostandoci ancora nel tempo incontriamo Apollodoro d’Atene, il quale riporta che, durante l’epoca di Re Amennon il Caldeo, fece la sua apparizione il “Musarus Oannes” sempre dalle acque del Golfo Persico, mentre durante il regno di Euedoresco, apparve un altro Oannes chiamato Odacon.
Una simile cronologia lascia presagire che qualcosa effettivamente accadde, e se a questo pensiero andiamo a sommare tutto il misterioso bagaglio di cognizioni che molte civiltà del passato non avrebbero dovuto avere, non possiamo non convincerci che almeno qualcosa al di fuori dal comune sia realmente accaduta.

Conoscenze aliene?
Si è molto spesso accennato a civiltà, più o meno recenti, in possesso di cognizioni che stridono con il loro bagaglio storico e culturale, oltre che con la loro posizione geografica rispetto alla fonte di tali informazioni.
Per quanto questo argomento risulti quasi abusato, e il riportarlo come prova di alcune affermazioni sia ormai una costante, non possiamo esimerci dal constatare che, in assenza di altre logiche spiegazioni (tra l’altro mai fornite), rimane un argomento ancora oggi valido e convincente.
Uno degli esempi che, almeno da un punto di vista temporale e di raccolta della documentazione, ci riguarda più da vicino, è di certo quello che riguarda una tribù africana stanziata nel Mali settentrionale: i Dogon.
Robert Temple, autore di “The Sirius Mystery”, si imbatte casualmente in alcune ricerche che descrivevano questo popolo, riportando parte delle loro credenze; ebbe così modo di leggere che I Dogon fanno spesso riferimento a degli esseri venuti dal cielo, più precisamente dalla stella Sirio, che questi stessi esseri, chiamati Nommo, avevano il corpo di pesce (si ripropone il mistero di Oannes), e che portarono i primi rudimenti di civiltà sulla terra circa tremila anni fa.
Incuriosito da questa tradizione, approfondì la ricerca, ottenendo risultati ancora più sbalorditivi; la tradizione dei Dogon, infatti, non soltanto riportava la conoscenza di Sirio, ma parlava anche della sua invisibile compagna, Sirio B, chiamata “stella del grano” e descritta come formata da una materia molto più pesante di quella della Terra.
In effetti Sirio ha veramente una compagna, una nana bianca costituita da una materia talmente densa che una quantità di essa, corrispondente più o meno alle dimensioni di un pisello, avrebbe un peso di circa mezza tonnellata; inoltre, come affermano anche i Dogon, Sirio B percorre un’orbita ellittica completa in un periodo di cinquanta anni.
La stessa Enciclopedia britannica ha definito il sistema filosofico dei Dogon molto più complesso rispetto a quelli appartenenti alle altre tribù africane, addirittura vicino per difficoltà alla stessa teologia cattolica; non dimentichiamo infine che gli stessi Dogon sanno che la Luna è “secca e morta”, conoscono Saturno e lo disegnano circondato da un anello, conoscono le lune di Giove e sanno benissimo che i pianeti ruotano intorno al sole.
Chi fornì loro queste conoscenze?
Ufficialmente viene risposto a questo quesito spiegando che i Dogon “avevano sentito parlare” di queste cose da alcuni turisti e missionari; in realtà i due antropologi che per primi studiarono questa tribù, Marcel Griaule e Germane Dieterlen, giunsero nel Mali soltanto durante il 1931.
Nessuno, nel periodo precedente, aveva avvicinato la tribù, e anche se la teoria delle nane bianche risale al 1928, per quale motivo degli esploratori o dei missionari avrebbero sentito il bisogno di spiegare a una tribù appena ritrovata le ultime scoperte dell’astronomia? Ci sarebbero di certo state ben altri argomenti dei quali occuparsi, oltre che un problema di linguaggio non certo da sottovalutare.
E’ importante infine sottolineare che Griaule, prima di poter essere ammesso a condividere le antiche tradizioni dei Dogon, fu costretto ad attendere per un periodo di sedici anni.
Altre misteriose testimonianze sono sparse in quasi tutto il globo e, molto spesso, nei luoghi più improbabili e meno sospetti; che dire della statua che si erge nella spianata di Kalasasiya (Tiahuanaco), conosciuta come “El Frate”?
Si tratta della riproduzione enorme di una divinità dal corpo di pesce, coperto di squame e con gli occhi enormi; le stesse forme del Grande Idolo che si erge a distanza di un centinaio di metri, anche questo ricoperto di squame ma soltanto nella parte inferiore.
Eredi di Oannes? Suoi simili che, contemporaneamente, sbarcarono in vari luoghi del pianeta?

Visite aliene

Cina e India:
Ancora oggi, in India, è forte la credenza che l'uomo discenda dagli Dei; allo stesso modo, in Cina, da tempi immemorabili, si narra di divinità che, dopo aver soggiornato a lungo nel cielo, scesero sulla terra a bordo dei loro “draghi di fuoco”.
Il libro tibetano chiamato “Kantyua” (la parola tradotta del Buddha), racconta di oggetti simili a perle che volavano nel cielo, di sfere trasparenti che trasportavano gli Dei durante le loro frequenti visite al genere umano.
Anche la credenza relativa alla morte e alla successiva rinascita offre spunti vicini alla connessione extraterrestre; si racconta infatti che il primo dei sette storici re del Tibet venne dalle stelle, e che alla fine della sua missione sulla terra fece ritorno al proprio luogo di origine.
Impossibile poi non accennare ai misteriosi Vimana, le macchine volanti ricordate da tre delle più antiche scritture Indù: il Bhagavata Purana, il Mahabharata e il Ramayana, nei quali si accenna anche ai Deva, esseri provenienti da altri sistemi stellari.
I documenti appartenenti alla Cina antica non sono certo da meno per quanto riguarda i riferimenti a misteriosi avvenimenti; i “Figli del Cielo” che appaiono improvvisamente sulla terra sembrano infatti evocare avvistamenti e contatti con creature aliene.
Di tutti i "Figli del Cielo", Huang-ti, è quello che lasciò di certo una impronta notevole nella mitologia cinese; fece la sua prima apparizione nel bacino del fiume Huang He, ma era completamente diverso da tutti gli altri eroi.
Insegnò agli uomini tutti i tipi di scienze, compresa l’agopuntura, e si soffermava spesso a costruire complicati apparecchi e congegni.

I Maya, gli Inca e i viaggiatori delle stelle:
Era credenza comune presso i Maya che i loro predecessori fossero arrivati dalle stelle; tra le tante altre cose avevano insegnato loro come la terra fosse rotonda, e questo secoli prima che gli europei lo scoprissero.
Anche questa volta, così come in tante altre civiltà, questi viaggiatori delle stelle, una volta esaurito il proprio compito, ritornarono nel loro pianeta di origine.
I loro nomi erano Hunahpu, Xbalanque, e il grande dio-re Quetzalcoatl.
La leggenda narra delle loro astronavi provenienti dalle stelle, del colore della loro pelle, simile al platino dei loro velivoli.
I diretti discendenti di questa razza aliena erano i Governanti, ultimo anello di una complicata cosmogonia: la visione dell'universo Maya si divideva infatti in più livelli, sopra e sotto terra, posizionati all'interno delle quattro direzioni: nord, sud, est e ovest.
Particolarmente interessante il mito della creazione; la prima volta che venne creato l’uomo, era così perfetto da assomigliare quasi ai suoi stessi creatori, decisero così di distruggerlo e iniziarono di nuovo la creazione dando luce a un essere con aspettative di vita relativamente brevi, e completamente sottomesso al volere dei suoi creatori.
Una storia molto simile viene narrata da Enoch in uno dei suoi libri.
Altro indizio quello contenuto nelle immagini che rappresentano il Grande Dio, ignorato da molti, ma sorprendentemente simile alle divinità sumere, o se vogliamo, a quelle strane figure che oggi conosciamo con il nome di Rettiliani

Nativi Americani:
Molti dettagli relativi agli incontri con esseri celesti con i Nativi Americani sono rintracciabili nel sud ovest del paese, nella Terra del Fuoco.
In tutti i vari racconti e le varie tradizioni, gli dei scesero dal cielo e resero fertili le donne sterili di alcuni villaggi remoti; i figli nati da questa sorta di “esperimento” si unirono alla razza umana, ma vennero ben presto reclamati dai loro padri che, nuovamente, giunsero sulla terra per portare via la loro progenie.
Questa storia, così come tante altre, ricorda molto da vicino le vicende narrate da Enoch relativamente agli Angeli Ribelli e ai Figli del Cielo, così come molti dei rituali antichi tramandati fino ad oggi, rievocano gli scenari moderni dei fenomeni OoBE, delle Abduction, e quelli tipici del Contattismo.
Ne sono un classico esempio le “Job Description”, ovvero le descrizioni dei viaggi sciamanici compiuti dagli anziani di alcuni villaggi.
Tracce ancora più consistenti sono rilevabili nella mitologia degli Hopi, soprattutto quando si parla di misteriosi “scudi volanti”, quando si accenna alle Pleiadi, all’Orsa Maggiore, e ai misteriosi “Fratelli del Cielo” che “stimolarono” la natura dando il via alla creazione.
Questi antichi visitatori viaggiavano su “fasci di luce” splendenti, quasi fossero tanti soli nella notte, e la descrizione del movimento di queste luci corrisponde esattamente alle centinaia di avvistamenti registrati in epoca moderna; stesso scenario, stesse traiettorie, stesse forme.

Australia:
Durante il Tempo del Sogno, i creatori della razza umana assunsero le forme degli spiriti; in tal modo sparsero la vita sulla terra e resero viva ogni cosa, non soltanto gli uomini, ma anche le pietre, i fiumi, le piante.
Subito dopo aver creato il mondo, gli spiriti ritornarono nel cielo e continuarono a vegliare sulle loro creature.
I creatori possedevano infiniti poteri; potevano cambiare forma e aspetto, possedere lo spirito di un uomo o rifugiarsi in una roccia, ma nella loro vera forma assomigliavano molto agli esseri umani.
Se pensiamo che queste leggende nacquero dal resoconto di fatti straordinari avvenuti circa 40.000 anni fa, e poi migrarono attraverso una antica e sconosciuta cultura fino alla regione di Kimberley, nel nord ovest dell’Australia, forse riusciamo a renderci conto di quanto universalmente sia diffuso l’antico ricordo dei visitatori provenienti dallo spazio.

Conclusioni:
Esistono numerosi segnali che sembrano avvisarci, quasi guidarci, verso sentieri fino ad oggi poco esplorati, se non addirittura volutamente ignorati.
Pensare di aver risolto l’enigma uomo paragonandolo a una lunga linea retta sulla quale l’evoluzione si è spinta ordinatamente e rigorosamente in ordine temporale, è ormai una mera illusione, un comodo alibi per non affrontare una realtà ben più vasta, che non si ferma certo dentro i limitati confini di questo pianeta.
Fino a quando non riusciremo ad avere una visione d’insieme degli avvenimenti storici, fino a quando non decideremo che le antiche leggende, i miti, sono il tassello visibile di una realtà ben più vasta, continueremo ancora a dibatterci in sterili polemiche, alzando barricate in difesa di preconcetti più o meno personali, impedendo che la verità si manifesti, stupendoci nuovamente, così come avvenne quando i nostri ignari padri videro quelle misteriose luci nel cielo abbassarsi e atterrare sulla terra.

[align=right]Fonte: http://ufosigns.byethost14.com/index.ph ... 1306233606[/align]


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MessaggioInviato: 06/07/2011, 11:30 
INTERVISTA A MAURO BIGLINO



Diamo il benvenuto sul nostro portale allo scrittore, nonché studioso e traduttore di testi e correnti religiose, il professor Mauro Biglino. Salve Mauro, benvenuto su Italia Parallela.
Gli studiosi e gli appassionati di storia e religione ti conoscono per le tue interessanti traduzioni e per due bellissimi libri: “CHIESA ROMANA CATTOLICA E MASSONERIA” e “RESURREZIONE REINCARNAZIONE”, ma ultimamente hai attirato, e non poco, l’attenzione più accesa di tantissimi ufologi con l’uscita del tuo ultimo lavoro “IL LIBRO CHE CAMBIERA’ PER SEMPRE LE NOSTRE IDEE SULLA BIBBIA”, puoi darci un’ assaggio in merito?


Innanzitutto desidero ringraziare per l’attenzione manifestata nei miei confronti.
E’ un testo pubblicato un anno fa e giunto ormai al termine della seconda ristampa: contiene una prima parte di ciò che ricavo dalle traduzioni letterali dell’ebraico e che non sono mai sufficientemente evidenziate nelle Bibbie tradizionali.
E’ nato a seguito di una esperienza professionale nel corso della quale mi sono dedicato allo studio dell’ebraico antico ed ho iniziato a tradurre l’Antico Testamento: il caso ha voluto che le mie traduzioni finissero nella redazione delle Ed. San Paolo; ne è nata una collaborazione che mi ha portato a tradurre 23 libri dell’Antico Testamento direttamente dalla bibbia ebraica redatta sulla base del Codice masoretico di Leningrado: fino ad oggi ne sono stati pubblicati 17. Devo dire che a seguito della pubblicazione del lavoro cui si riferisce l’intervista la collaborazione con la casa editrice cattolica è terminata perché è ovvio che le Ed San Paolo non possono avere tra i collaboratori uno che scrive cose come quelle che sono contenute nel libro di cui si parla qui e nel prossimo che esce a settembre.
Per dare un “assaggio” devo precisare che - nonostante il titolo che riporta la domanda sugli “dèi” venuti dallo spazio e l’immagine di copertina - io non sono un ufologo e non ho mai visto un UFO in vita mia, neppure un banalissimo globo di luce, ma la lettura di numerosi passi dell’Antico Testamento mi ha portato a pensare che forse le interpretazioni ufologiche non sono così fantasiose come si vuol far credere con eccessiva semplicità.
Ho quindi voluto riportare elementi specifici relativi al tema ma anche elementi che apparentemente ne sono lontani.
Ma soprattutto, non avendo delle verità preconfezionate da distribuire, ho scelto di mettere a disposizione i contenuti nel modo più onesto e coerente possibile: ho riportato i versetti in ebraico e la traduzione letterale per consentire a chiunque di controllare ciò che scrivo.
Ogni affermazione è quindi suffragata dal testo originale e penso che questo sia l’elemento che maggiormente caratterizza questo libro soprattutto nelle sue parti più sorprendenti e sconcertanti: a distanza di un anno dalla pubblicazione devo dire che l’inserimento dei versetti ebraici con relativa traduzione è stato indubbiamente uno degli elemento del successo.
Il titolo dice che le nostre idee sulla Bibbia non possono più essere quelle di prima: le domande che nascono dalle traduzioni letterali sui temi affrontati dal testo, dalla morte di Dio ai Dieci Comandamenti veramente scritti sulla pietra, dalle macchine volanti alla reale descrizione dei cosiddetti angeli… fino alla formazione dell’uomo con il DNA (tzelèm) degli Elohìm e molto altro… sono veramente ineludibili.
Preciso anche che io NON sono detentore di alcuna verità ma solo una persona che attraverso lo studio cerca di coltivare le sue curiosità mettendo in gioco le idee e le ipotesi che dallo studio prendono origine: di questo si tenga dunque conto nel proseguire la lettura.

Se consideriamo gli innumerevoli reperti archeologici che frequentemente vengono riportati alla luce (parecchi dei quali purtroppo destinati ad essere “riseppelliti” per il paradossale conflitto tra storia e storiografia), inevitabilmente siamo costretti a porci delle domande che mettono in seria discussione la veridicità della storia “ufficiale” e di riflesso della religione. Qual’ è la tua opinione in merito?

La mia opinione è che sarà inevitabile in un futuro più o meno prossimo provvedere a riscrivere la storia tenendo conto delle scoperte archeologiche che sono certamente scomode ma che costituiscono conferma a quanto narrano i testi antichi di ogni cultura. I racconti ed i reperti sono distribuiti in tutti i continenti e non si potrà più fingere di non sapere; non si potrà continuare a tenere occultato attraverso interpretazioni di comodo ciò che sta comparendo in modo sempre più evidente agli occhi di chi si occupa di certi temi con un atteggiamento aperto, disincantato e libero da condizionamenti dottrinali. Le domande si stanno facendo sempre più frequenti e pressanti ed anche i detentori delle cosiddette verità acquisite dovranno inevitabilmente fare i conti con quanto emerge e con il dubbio che ne consegue. Le religioni saranno chiamate a spiegare l’origine dei loro dogmi che non paiono più reggere al confronto con ciò che veramente raccontano i testi da cui ufficialmente ed artificiosamente sono nate. Si badi bene però che la rilettura della Bibbia alla luce dei suoi significati letterali non comporta necessariamente l’annullamento del concetto di Dio, questo infatti attiene alla fede ed io non me ne occupo perché di Dio non so nulla: dico solo che l’Antico Testamento racconta una storia decisamente diversa da quella che ci è stata presentata e che questa storia “ufficiale” andrà riscritta.

La comune concezione della religione intesa come “speranza” di una vita ultraterrena, potrebbe in qualche modo essere stravolta da elementi ancora ignoti alla maggior parte delle persone?

Come ho detto prima ci sono elementi che attengono alla fede dei singoli e la speranza in una vita ultraterrena è certamente uno di questi. Una cosa mi pare però assodata: la speranza non va cercata nell’Antico Testamento perché quel testo non si occupa dell’aldilà. Gli Elohìm della Bibbia (termine che la religione traduce erroneamente con “Dio”) di tutto si occupavano meno che della spiritualità, della trascendenza, della vita eterna. Essi stessi morivano come dice il testo biblico che riporto nel libro e molti ebrei praticanti amici miei affermano “Noi dell’aldilà non sappiamo nulla perché il nostro Dio non ne ha mai parlato”. Questa è una profonda verità che appare chiara da una lettura attenta dell’Antico Testamento.
Le religioni hanno avuto una funzione importante: hanno avuto il merito di ipotizzare risposte alle domande essenziali dell’uomo: chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Dico anche che la loro funzione ha prodotto risultati indipendentemente dal fatto che i contenuti da esse veicolati fossero veri o meno.
L’attuale Dalai Lama ebbe a dire che ogni religione è stata prodotta per aiutare l’uomo a superare le sue angosce ed io ne sono profondamente convinto.
La speranza va però cercata nelle convinzioni personali, nel credo di ciascuno, senza pensare di trovare conferme nei testi biblici.

Quali conseguenze potrebbe avere un cambiamento ufficiale degli attuali dogmi religiosi, dovuto al riconoscimento di elementi che stravolgerebbero in modo radicale la concezione della religione stessa?

Parlando di elementi che possono stravolgere in modo radicale la concezione religiosa devo innanzitutto dire che la componente extraterrestre è presente ovunque nei racconti antichi ed è in attesa di conferme e dimostrazioni.
Se si riuscisse a dimostrare che sono veri i racconti che ci narrano di presenze aliene accadrebbe in tempi brevi ciò che io penso accadrà comunque, anche se in tempi più lunghi: le religioni scomparirebbero nella forma in cui si sono evolute fino ad oggi.
Direi che il rapporto dei credenti con il loro Dio (ipotetico o reale che sia, questo non lo so) potrebbe anche non cambiare, ma cambierebbe certamente, e forse cadrebbe, il rapporto con i sistemi di potere che le varie chiese o gerarchie hanno costruito sulla base del pensiero religioso che esse stesse hanno formulato e presentato come indiscutibilmente vero.

Come teorizzano molti archeologi, la civilizzazione e il progresso del genere umano è stato influenzato dall’esistenza di una primordiale “Civiltà Madre”, che inevitabilmente è stata parte fondamentale nell’evoluzione storica e religiosa dell’uomo. Condividi questa possibilità o ti dissoci da questa teoria?

Penso che la teoria abbia un fondo di verità sufficientemente documentata che trova conferma anche nei racconti dei popoli del passato. Ciò che deve essere determinato è la natura di questa civiltà: era terrestre? Era di origine aliena? Si tratta di una civiltà presente in origine sul pianeta che poi ha abbandonati per farvi ritorno, una sorta di ex-terrestri? Era una civiltà diffusa sul pianeta o concentrata geograficamente in un territorio poi scomparso? Io penso che è bene che ciascuno faccia il suo mestiere ed allora preferisco parlare di Bibbia senza sconfinare in ambirti che sono di pertinenza di altri. Dalla Bibbia ricavo che si trattava di una cultura dotata di conoscenze e tecnologie inarrivabili per l’uomo e al quale sono state trasmesse in parte. Una civiltà rappresentata da una gerarchia di individui di cui la Bibbia ci dà conto quando distingue Elohìm, Malachìm, Nefilìm, Anakìm, Refaìm, Emìm, Zamzummìm… Individui che si sono divisi il controllo del pianeta, come ci narrano il libro della Genesi ed il Deuteronomio, combattendo tra di loro per affermare ed incrementare il loro potere utilizzando i popoli sottomessi.

E’ possibile che le alte cariche religiose (a prescindere dalla fede di riferimento) non siano al corrente dell’interferenza extraterrestre, oppure fanno in modo che i fedeli non ne vengano a conoscenza per ovvi motivi di carattere economico?

Io credo che il Vaticano stia celando ma che contemporaneamente si stia preparando al momento in cui il nascondimento non sarà più possibile.
Negli ultimi anni si sono moltiplicati gli incontri di studio sulla vita aliena organizzati dalla Specola Vaticana e questo ha sicuramente un significato, perché tanto interesse non può essere casuale.
Il motivo del nascondimento va ricercato proprio in quanto ho detto poco sopra: se e quando la verità sarà conosciuta cambierà il rapporto gerarchico tra Chiesa e fedeli in quanto questi ultimi si porranno domande su quanto fino ad oggi è stato raccontato loro dai cosiddetti rappresentati di Dio sulla terra. Tra le varie possibilità di nascondimento spero vivamente che nella immensa biblioteca romana sia conservato un testo che la Bibbia cita nel libro dei Numeri e che è ufficialmente scomparso: “Il libro delle guerre di Yahwèh”. Sono convinto che contenga descrizioni potenzialmente sconvolgenti sui modi che quell’individuo utilizzava per combattere e che sarebbero sorprendenti. Ciò che già si ricava infatti dalla Bibbia in nostro possesso contiene elementi che fanno pensare a modalità inattese per quei tempi; a tecnologie non compatibili con l’epoca; a conoscenze che non ci si attenderebbe di trovare nel 2000 o nel 1000 a.C. Di questo e di altri aspetti torno ad occuparmi nel libro che uscirà a settembre e che si intitola “Il dio alieno della Bibbia”: circa 400 pagine di sviluppo di temi decisamente fuori dall’ordinario.

Cosa rappresentano in realtà i principali profeti, messia, dei o divinità che vengono quotidianamente adorate in tutto il mondo? Con un riferimento particolare alla figura di Gesù nella religione Cristiana.

La domanda è molto articolata perché pone assieme figure di varia natura tra le quali è necessario distinguere provando anche a semplificare, per non scrivere qui un libro.
Ribadisco che scelgo deliberatamente di rimanere in ambito biblico anche in questa risposta.
Innanzitutto gli dèi sono il frutto delle rielaborazione teologica di figure che erano in realtà individui in carne ed ossa che si distinguevano dall’uomo per capacità, conoscenze e tecnologia: una volta perso il contatto fisico l’uomo ne ha ripensato l’immagine spiritualizzandola.
Va detto che nella Bibbia gli Elohìm non venivano considerati ‘dèi’ nel senso che noi diamo a questo termine e tanto meno erano visti come un ‘dio’ unico, spirituale, trascendente ed universale. Nel nuovo libro dedico un intero capitolo a spiegare come nell’Antico Testamento, contrariamente a ciò che si pensa, non esistesse il concetto del monoteismo.
I profeti erano i portavoce, i rappresentanti di questi individui presso i popoli: era un compito prima affidato ai Malachìm, erroneamente descritti come angeli dalla tradizione religiosa. Il nostro mondo attuale è stracolmo di profeti che si pongono come detentori della verità e come rappresentanti delle nuove forme di “divinità” che l’uomo continuamente si crea per cercare risposte alle sue angosce, prima fra tutte quella della morte. Mi viene da dire che quelli antichi erano decisamente più seri perché quanto meno parlavano in nome e per conto di “individui” realmente esistenti.
Per la figura di Gesù avrei necessità di spazi ben più ampi perché richiede una analisi complessa. Provo a sintetizzare essendo ben consapevole del rischio che ciò comporta e chiedendo scusa in anticipo agli amici che leggeranno. Era uno dei tanti rabbi ebrei del tempo, un predicatore che si riteneva il messia davidico (come altri prima e dopo di lui tra il 150 a.C. ed il 170 d.C.) e che, come gli altri, è stato sconfitto. La rilettura e lo studio filologico delle parole a lui attribuite sulla croce danno conto di questa sua consapevolezza, ma sarebbe lungo qui farne l’analisi: da alcuni mesi ne parlo nelle conferenze che faccio in giro per l’Italia. Paolo di Tarso ne ha ripreso la figura, l’ha completamente stravolta, ne ha cancellato gli elementi tipicamente giudaici rendendola così accettabile da parte del mondo greco-romano pervaso di pensiero ellenistico e soteriologico.
Gesù è divenuto per l’occidente il Messia più conosciuto e le trasformazioni che la sua figura ha subito stupirebbero per primo lui stesso: penso che se tornasse sulla terra avrebbe spesso molte difficoltà a capire che i suoi seguaci stanno parlando proprio di lui.

Ti ringrazio a nome mio e di tutti i lettori di Italia Parallela per la gentilissima disponibilità. Ti invito a seguirci sul nostro sito. Consigliamo a tutti la lettura del tuo libro “IL LIBRO CHE CAMBIERA’ PER SEMPRE LE NOSTRE IDEE SULLA BIBBIA” (Infinito Editori). Mauro vuoi mandare un saluto a tutti i nostri lettori?

Sono io che ringrazio voi per questo interesse, ringrazio gli amici che sono arrivati a leggere fino alla fine e ne approfitto per dire loro che, se vogliono, io sono su FB e su FB c’è anche un gruppo intitolato al libro, nel quale aggiorno continuamente le date delle conferenze: magari ci sarà così anche l’occasione di incontrarci di persona. Mi fa sempre molto piacere.

[align=right]Fonte: http://www.italiaparallela.it/index.php ... &Itemid=86[/align]


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MessaggioInviato: 06/07/2011, 13:03 
Molto interessante, complimenti per il post.



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MessaggioInviato: 12/07/2011, 12:42 
---

Interessante quanto letto e sentito.
MA ATTENZIONE i dati puri, NON non escludono la presenza del Dio Unico Creatore singolare e plurale. Basti citare il "segreto" della Santissima Trinità. Segreto in quanto indecodificabile ancor dall'uomo, nella sua condizione attuale.

Il rischio, comune a molti studiosi e contattisti, e quello di porsi, poi, contro le religioni nella loro essenza migliore. Pur ricavando da quella stessa essenza (libri Sacri, ecc) linfa per i propri studi. Segno di presente contraddizione.

Questo li pone ad essere anche parzialmente preda di questi esseri non ben identificati che non è detto siano la quintessenza del "bene" solo perchè per noi più "elevati".

E la figura del Cristo, per molti di noi, lo spartiacque tra l'inconoscibile e la Bontà di un Dio unico. E questo conta tantissimo per la nostra esistenza, più che per la conoscenza, comunque interessante, delle nostre origini.
Mi spiace che l'autore ne accenna una figura tutta sua. Evidentemente il Cristo (il Creatore) è troppo elevato per alcuni di noi... creature.


...


Ultima modifica di Riccardo aeritel il 12/07/2011, 12:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 12/07/2011, 13:00 
Cita:
Riccardo aeritel ha scritto:

---

Interessante quanto letto e sentito.
MA ATTENZIONE i dati puri, NON non escludono la presenza del Dio Unico Creatore singolare e plurale. Basti citare il "segreto" della Santissima Trinità. Segreto in quanto indecodificabile ancor dall'uomo, nella sua condizione attuale.

Il rischio, comune a molti studiosi e contattisti, e quello di porsi, poi, contro le religioni nella loro essenza migliore. Pur ricavando da quella stessa essenza (libri Sacri, ecc) linfa per i propri studi. Segno di presente contraddizione.

Questo li pone ad essere anche parzialmente preda di questi esseri non ben identificati che non è detto siano la quintessenza del "bene" solo perchè per noi più "elevati".

E la figura del Cristo, per molti di noi, lo spartiacque tra l'inconoscibile e la Bontà di un Dio unico. E questo conta tantissimo per la nostra esistenza, più che per la conoscenza, comunque interessante, delle nostre origini.

...


Condivido pienamente! Anche perchè chi sostiene questa teoria, dovrebbe poi spiegarci come ha fatto la vita aliena a nascere.. Io sono sempre stato convinto del fatto e lo sono tutt'ora che è molto più spiegabile che ci sia un'entità extrauniversale (in questo campo di esitenza non si può usare più il termine extraterrena) atemporale e amaterica che abbia creato l'universo, che non l'universo autocreatosi in un determinato momento temporale con il big-bang.. E mi piacerebbe che anche chi cerca, giustamente, di spiegare fenomeni che trascendono le possibilità umane con mezzi scientifici, riconosca che c'è più possibilità che sia veritiera la prima tesi che non la seconda..



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Marziano
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MessaggioInviato: 12/07/2011, 15:42 
Il problema in queste contrapposizioni antitetiche è proprio la summenzionata figura di Gesù Cristo...
Figli dell'eventuale Dio a cui ti riferisci teo ?
Ho i miei forti dubbi...
Su questa impalcatura è stato un altro potere terreno...come se né avessimo avuto la necessità.
Sarà errata la tesi sostenuta dalla scienza cosiddetta moderna terrestre ma anche le forzature inculcate ed indottrinate dalle religioni monoteiste...
Come potrebbe essere totalmente errata anche l'estrapolazione al limite dell'unico Creatore nostro e delle civiltà (questo come altri termini potrebbe altresì essere totalmente errato e fuorviante) esistenti in questo come in altri Universi (notare la U maiuscola)...in virtù di questa forzatura ci sono già orde di evangelizzatori cosmici pronte a partire per portare i messaggi e le esperienze tutte terrestri come concetti come il peccato originale ecc. ecc. che poco hanno a che vedere con il "primo Creatore"...che riguardano invece i Creatori materiali della nostra specie.
La Verità è che chi prega e crede per Fede deve essere messo e posto sullo stesso piano di chi ha dubbi e parecchi...non si può privilegiare una posizione a priori dato che la "prova" della esistenza di un "unico" Dio non è fornibile né dalla Scienza attuale né mi dispiace disilludere dai tanti modelli alias religioni.
Grazie.

Marco71.



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MessaggioInviato: 12/07/2011, 16:17 
Ma infatti la religione non è una prova provata.. La religione è una fede che va ben oltre le ricerche scientifiche. Apposta, ad esempio il cristianesimo, parla di mistero della fede: è un po' come nel film di Indiana Jones e l'ultima Crociata [BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=Qa69MsnsBds[/BBvideo] la fede è una forza inspiegabile che va oltre il razionale.. Non è un concetto facilmente esplicabile e non parlo di Cristianesimo, Islam o degli Dèi Egizi.. Quanto al discorso che facevo riguardo la creazione, era un discorso neanche da credente: dicevo che se proprio devo immaginare con la testa del matematico statistico, mi viene più facile pensare che l'universo sia stato creato da un Dio (ripeto non per forza quello cristiano) piuttosto pensare che da un momento all'altro c'è una massa (di cui mi si dovrebbe spiegare l'origine visto che in natura tutto nasce da qualcosa, ad essere pignoli) di cui non si sa nulla che esplode e crea tutto l'universo.. Non credo che la prima ipotesi sia meno plausibile della seconda..



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MessaggioInviato: 12/07/2011, 21:16 
C'è da domandarsi pure:
Se esiste un Dio Universale,chi l'ha creato?
e poi chi ha creato quello che ha creato il Dio Universale?e così all'infinito [:0]
Domande che rimarranno senza risposta. [8]


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MessaggioInviato: 12/07/2011, 22:28 
Eh no, è qui che casca l'asino.. Per Dio Universale si intende un ente come detto amaterico e atemporale, un ente che trascende la catena della vita terrestre. Per questo dico che è più facile credere a un Dio creatore che non a un insieme materico che in dato momento cronologico esplode e crea la vita..



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Il ragionamento di Pascal è che conviene credere a Dio perché:
se Dio esiste, si ottiene la salvezza;
se ci sbagliamo, si è vissuto un'esistenza lieta rispetto alla consapevolezza di finire in polvere.
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MessaggioInviato: 12/07/2011, 23:46 
Ahimè l'asino continua a cadere stante il fatto che è arbitrario attribuire a "Dio" (a quello eventualmente esistente e possibilmente universale...non per carità al Dio al centro dello strumento di controllo delle masse di persone che chiamasi religione) attributi di a-materialità, a-temporalità ecc. ecc. e via di privativi alfa.
Converrai con me che comunque sia per averci eventualmente creati deve "Lui" o chi per lui (il Dio od i Dei demiurghi coloro che plasmano conto terzi la materia...la vile materia) essere "sceso temporaneamente" dallo scranno sui cui siede ed avere plasmato la materia e l'antimateria esistente quanto meno in questo Universo.
Non se ne esce ha ragione bleffort...è inutile pensare di essere nel giusto quando si pensa ad "un unico ente Creatore" perché sorgono problemi per così dire insormontabili...siamo al "prima dell'evento Big Bang"...
Fino a che esisteremo come esseri di base carbonio (ndr Star Trek The Motion Picture) sono inutili le posizioni arroganti di estremismo sia da parte della cosiddetta Scienza ma anche delle tante varianti di filosofie e religioni che non possono dire l'ultima parola su niente...pochi giorni fa ho ripetuto queste parole a delle testimoni di Geova...questi si che sono dei tipi.
Grazie.

Marco71.



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