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 Oggetto del messaggio: L'astrologia nella Bibbia e nel Cristianesimo
MessaggioInviato: 06/01/2020, 12:50 
L'ASTROLOGIA NELLA BIBBIA E NEL CRISTIANESIMO

Con la recente ondata di sensazionali notizie astronomiche, come la pioggia di meteoriti dello scorso febbraio in Siberia, l’incontro con l’asteroide DA14, o la spettacolare apparizione della presunta cometa del secolo, Ison, attesa per la seconda metà di quest’anno, si è tentati di trarre conclusioni inquietanti da brani biblici presumibilmente profetici. Si consideri questo riferimento nella libro dell’Apocalisse 08:10: «Poi il terzo angelo suonò la tromba e dal cielo cadde una grande stella, ardente come una torcia, che piombò su un terzo dei fiumi e sulle sorgenti delle acque». Questo passo deve farci porre la domanda: come dobbiamo rapportarci ai segni nel cielo, alle profezie e al ruolo dell'astrologia nella Bibbia? Esiste qualche relazione tra la Bibbia dei Cristiani, la Torah per gli Ebrei, e l’astrologia presumibilmente pagana? Scopriremo in quest’articolo che c'è molto di più di quanto si possa credere.

Riferimenti astrologici
Il Pictorial Bible Dictionary di Zondervan afferma che nel nostro Libro sacro «Ci sono centinaia di riferimenti a stelle, Sole, Luna e pianeti». Un versetto ben conosciuto di Genesi 1:14 proclama: «Poi Dio disse: “Vi siano delle luci nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; siano dei segni per le stagioni, per i giorni e per gli anni”». Quindi il nostro Libro identifica questi asterismi come “segni” che vanno letti quale sistema di calcolo calendariale e previsionale. Quella del passo di Giobbe 38:31 è una ben nota frase: «Puoi tu stringere i legami delle Pleiadi, o potresti sciogliere le catene d'Orione? Puoi tu, al suo tempo, far apparire le costellazioni nelle sue stagioni e guidare l'Orsa maggiore insieme ai suoi piccini? Conosci le leggi del cielo? Regoli il suo dominio sulla terra?». Lo stesso passo in un’altra versione recita: «Puoi tu portare Massaroth (Zodiaco) nella sua stagione o guidare Arcturus con i suoi figli?». Un riferimento importante, sebbene velato, al fatto che era possibile per un individuo di grande conoscenza, un sacerdote, avere il dominio delle “leggi del cielo”, cioè la scienza dello Zodiaco, della lettura astrologica. In Giudici 05:20 leggiamo «Dai cieli si combatté: gli astri, nel loro corso, combatterono contro Sisera ». Sisera era un comandante cananeo che oppresse gli Israeliti che, dunque, nella loro battaglia contro di lui credettero di ricevere aiuto celeste, tanto da riportarlo nella Bibbia, dall’influenza degli astri (“al corso degli astri”), e anche grazie alla lettura profetica dei messaggi che questi portavano con loro. Nel Salmo 136: 7 l'autore dice: «Colui che ha fatto i grandi luminari, perché la sua bontà dura in eterno: il sole per regnare sul giorno, perché la sua bontà dura in eterno; e la luna e le stelle per regnare sulla notte». L’astrologia nella Bibbia ricorre anche nella storia della Natività. La storia dei Magi, o Saggi, e della stella di Betlemme è una delle preferite del periodo natalizio e appare solo nel libro di Matteo al passo 2:2, dove iMagi chiedono a Erode: «Dov'è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». E più tardi in Matteo 2:10 «Al vedere la stella, si rallegrarono di grandissima gioia». Diversi autori hanno cercato di individuare la natura astronomica e celeste della stella vista dai Magi, ma si tratta, probabilmente, di un narrato in forma simbolica. L’enorme opera in 12 volumi Enciclopedia Cattolica ci informa che «Magi di solito è tradotto come “astrologi”, dato che si pensa che i Magi fossero sacerdoti-astrologi provenienti dalla Persia. Lo storico Erodoto (V secolo a.C.) attesta la padronanza astrologica dei Magi persiani». I racconti variano per quanto riguarda il numero dei Magi, ma la tradizione più antica ci dice che ve ne erano dodici. Dunque, stiamo parlando di sacerdoti- astrologi che fanno visita al Messia e il fatto non può essere sottovalutato, considerando che la sua nascita viene divinata proprio nelle stelle e da una stella-guida annunciata. Fu proprio Babilonia, chiamata Caldea nel mondo ellenistico, ad essere identificata con l'astrologia, tanto che "Saggezza Caldea" divenne sinonimo di divinazione attraverso stelle e pianeti. In queste culture gli astrologi come i Magi persiani erano sacerdoti- astronomi con un significativo potere. In effetti, le pratiche di osservazione delle stelle e la divinazione astrologica erano ben noti e rispettati nei tempi biblici. “Divinazione” significa “essere ispirati dal divino" o anche “agire secondo il divino” e questo si adatta proprio ad un personaggio biblico, Giuseppe dalla Veste Multicolore, che dimostrò di possedere conoscenze divinatorie interpretando i sogni per il faraone in un noto episodio dell’Antico Testamento. In ebraico, l'astrologia è stata chiamata Hokmat ha-nissayon , la “Saggezza del Pronostico”, distinguendola da Hokmat ha-hizzayon, la “Saggezza dell’Osservazione”, cioè l'astronomia. Il Talmud ebraico identificava le dodici costellazioni dello Zodiaco con i dodici mesi del calendario ebraico e l'astrologia divenne predominante in alcuni libri di Kabbalah. Anche se in superficie, la tradizione ebraica scredita l'astrologia, lo Zodiaco è apparso come un motivo centrale in almeno sei sinagoghe riemerse dagli scavi di archeologia biblica, risalenti ai primi secoli dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme. Ciò ha portato gli studiosi a pensare che il tempio fosse decorato in modo simile, ma soprattutto che questa conoscenza fosse fondamentale per i sacerdoti giudei.

Zodiaco e costellazioni
Per la gran parte della sua storia, l'Astrologia è stata considerata una tradizione culturale e di conoscenza, accettata in contesti politici e accademici. L'astrologia è stata collegata all'astronomia, all'alchimia, alla meteorologia e alla medicina. Cinesi, Indiani e Maya svilupparono sistemi elaborati per predire gli eventi terrestri da osservazioni celesti. Tra i popoli indo-europei, l'astrologia è stato datata al III millennio a.C., con collegamenti a sistemi calendariali utilizzati per prevedere variazioni stagionali e per interpretare i cicli celesti come segni di comunicazione divina. Prime forme di astrologia emerse a Babilonia, Assiria ed Egitto entrarono in Grecia dopo il 323 a.C. quando le conquiste di Alessandro Magno diffusero la cultura greca nel mondo mesopotamico e romano, in uno scambio culturale che avrebbe avuto influenza nei secoli a venire. L'Egitto possiede mappe stellari che risalgono addirittura al lontano 4200 a.C. Le prime testimonianze note di astrologia sono segni sulle pareti delle caverne e sulle ossa, datati a 25.000 anni fa, che illustrano i cicli lunari. Lo Zodiaco con le sue dodici costellazioni è una delle immagini concettuali più antiche e fu creato come metodo per marcare il tempo. Le dodici costellazioni zodiacali sono lo sfondo per il percorso apparente del Sole attraverso la fascia di cielo sopra e sotto l'equatore, nel corso di un anno. Lo Zodiaco riflette anche i dodici mesi dell'anno, le quattro stagioni e i solstizi e gli equinozi. Il termine “Zodiaco”, cioè “cerchio di animali", indica proprio che le costellazioni erano personificate da figure o animali. Gli studiosi spesso concludono che le figure rappresentate nelle costellazioni presentano indicazioni temporali relative all’attività sulla Terra in quel momento, specialmente umana. Ad esempio, gli agnelli nascono nel momento dell’Ariete e il raccolto avviene al momento della Vergine, che infatti sostiene un covone di grano. Rupert Gleadow, nel suo saggio The Origin of the Zodiac (L'origine dello Zodiaco, inedito in Italia) dice che l'idea di dividere il cerchio in 360 unità ebbe origine in modo indipendente in Babilonia, Egitto e Cina come approssimazione del numero di giorni dell'anno solare. Dividere ulteriormente l'anno in dodici mesi è stata una conseguenza del ciclo lunare mensile, da sempre chiamato "periodi lunari". Albert Churchward, in The Signs and Symbols of Primordial Man (Segni e Simboli dell'Uomo Primordiale – inedito in Italia) afferma: «La divisione è sempre in dodici parti: i dodici segni dello Zodiaco, le dodici tribù di Israele, le dodici porte della Gerusalemme Celeste menzionate in Apocalisse, i dodici ingressi o portali di passaggio nella Grande Piramide, i dodici Apostoli della dottrina cristiana». Una divisione che ritroviamo ripetuta nel passo di Apocalisse 21:12 che descrive la nuova Gerusalemme: «Aveva delle mura grandi e alte; aveva dodici porte e alle porte dodici angeli. Sulle porte erano scritti dei nomi, che sono quelli delle dodici tribù dei figli d'Israele ». Il numero dodici, legato allo Zodiaco, lo ritroviamo anche nell'origine delle dodici pietre sacre nel pettorale del Gran Sacerdote dell'antico Israele, come registrato nel libro dell'Esodo e descritte in Apocalisse 21:19. Questo paramento sacerdotale è talvolta chiamato “Pettorale del Giudizio”, perché l’Urim e Tummin, utilizzati per la divinazione, vennero collocati al suo interno. Anche se i libri del Deuteronomio e Levitico condannano la divinazione, Esodo 28, grazie agli Urim e Tummin, offre alla classe sacerdotale di divinare la volontà del Signore. Un altro importante segno della conoscenza astrologica nella Bibbia è presente nel primo libro di Ezechiele (1:10), lì dove il profeta ha una visione e descrive quattro creature viventi sopra le ruote di un carro celeste: «Quanto all'aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d'uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d'aquila». È una descrizione criptata, come ci si aspetterebbe da una visione, ma i simboli presenti possono essere paragonati ai quattro segni fissi dell’Astrologia: Leone, Acquario è l'uomo con una brocca d'acqua, il vitello è il Toro e l'Aquila è uno dei simboli dello Scorpione.

Era dell’Acquario
Ci sono molti riferimenti all’idea di una “Era" nella Bibbia, che sembra relazionata all'astrologia. Ad esempio, in Matteo 28:20 Gesù dice ai suoi discepoli: «Io sarò con voi fino alla fine del mondo». La parola greca “Aeon”, cioè “Eone” è tradotto nella versione di Re Giacomo come "Mondo", ma il significato reale della parola è "Era". Il periodo di circa 2160 anni richiesto per la precessione del Sole attraverso una costellazione zodiacale è chiamato “Era” e viene nominato in base alla costellazione nella quale il Sole sorge, attraversando l'equatore celeste all'equinozio di primavera. Circa 6000 anni fa, ci si trovava nell'era del Toro, quindi si è passati all'Ariete cui è seguita l'Era dei Pesci, circa duemila anni fa. Attualmente siamo alla fine dell’eone dei Pesci, in fase di sostituzione con l’Era dell'Acquario, il portatore d'acqua, che seguirà. Durante quelle ere, le icone religiose presero la forma dell’appropriato simbolo celeste. Ad esempio, il Toro celeste e il Vitello d’Oro nell'era del Toro, l'agnello pasquale e la testa di ariete del dio egizio Amen nell'Era dell'Ariete. Della precedente Era dei Gemelli, nell’iconocrafia e nel mito abbiamo diversi esempi di divinità che sono sia gemelli che fratelli, come Iside e Osiride. Nell'Era dei Pesci, Gesù, l'Agnello di Dio, divenne il pescatore di anime, in quanto nato alla confluenza delle due ere. Il segno del pesce era uno dei primi simboli della Cristianità. I primi discepoli di Gesù erano pescatori. Egli alimentò la moltitudine con due pesci e si cibò di pesce arrosto dopo la sua resurrezione (Luca 24:42). In un altro passo, quando i discepoli di Gesù gli chiesero dove avrebbero potuto celebrare la Pasqua (Luca 22:10), egli rispose: «Quando sarete entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua; seguitelo nella casa dove egli entrerà». Questo passo è una chiave astrologica importante e dimostra quanto lo stesso Gesù conoscesse e impiegasse l’astrologia e lo Zodiaco nelle sue parabole. Infatti in queste parole è celata la naturale sequenza precessionale dove l’Acquario, il portatore d'acqua, segue l’Era dei Pesci e Gesù indica la rinascita di una nuova Era proprio nella “casa” zodiacale del portatore di acqua, l’Acquario. Letto in questo modo, il passo sembra indicare che il regno della comunicazione di Verità di Gesù quale "Figlio di Dio" terminerà quando inizierà l'Era dell'Acquario.

Astrologi di corte
Quando il Cristianesimo divenne la religione ufficiale di Roma, nel 321 d.C., l'imperatore Costantino emanò un editto che minacciava i Caldei (astrologi), i Magi e i loro seguaci con la morte. Non a caso, l'astrologia si eclissò per un periodo di tempo. Costantino quindi convocò il famoso Concilio di Nicea, nel 325 d.C., in quella che è oggi la Turchia, come parte del suo piano per rendere il cristianesimo la religione ufficiale dell'impero romano. Tra i temi dibattuti e in decisione c’era la questione sulla divinità di Gesù. Fare di lui un "Figlio di Dio" in senso letterale (diverso è il concetto da un punto di vista iniziatico-esoterico), lo mise alla pari degli dei pagani sino ad allora predominanti e rese così il cristianesimo più attraente per i convertiti. L'astrologia non rimase a lungo nascosta dopo Costantino. Il lavoro di Tolomeo, Tetrabiblos, scritto nel II secolo, divenne la base della tradizione astrologica occidentale. L’Enciclopedia Cattolica riporta che gli imperatori Carlo IV e V e i papi Sisto IV, Giulio II, Leone X e Paolo III, seguirono tutti l’astrologia. In realtà, gli ambasciatori alla corte papale e imperiale non venivano mai ricevuti se non dopo consultazione con l’astrologo di corte. Luca Gaurico (in latino, Lucas Gauricus), che pubblicò una serie di trattati di astrologia, fu vescovo cattolico e astrologo di corte dei papi Leone X e Clemente VII. Gli uomini del Rinascimento, tra cui Niccolò Copernico, affermarono che la ricerca astronomica era preziosa nella misura in cui avanzava con la disciplina dell'astrologia. La potente famiglia dei Medici di Firenze produsse quattro papi. Caterina de' Medici, che sposò un re francese e gestì un enorme potere esercitato come reggente per il figlio Carlo IX, rese popolare l’astrologia in Francia. Costruì un osservatorio nei pressi di Parigi e il suo astrologo di corte non era altri che il celebre Michel de Notredame, meglio conosciuto come Nostradamus, che pubblicò il suo lavoro sull’astrologia nel 1555, ancora oggi considerato un testo autorevole. All'inizio del XVII secolo, grandi scienziati come Tycho Brahe, Galileo Galilei, Giovanni Keplero e Pierre Gassendi, oggi ricordati per il loro ruolo nello sviluppo della fisica moderna e l'astronomia, tennero tutti l'astrologia in grande considerazione. L’esaustivo libro dell’astrologo William Lilly, Christian Astrology, fu pubblicato nel 1647 in tre volumi separati. È ancora oggi considerato, dal Medioevo, uno dei testi classici di astrologia tradizionale e non è mai andato fuori stampa.

La Separazione
Dalla fine del XVII secolo, nuovi concetti scientifici in astronomia e fisica, come ad esempio l'eliocentrismo e la meccanica newtoniana, causarono una divisione crescente tra l’emergente scienza dell’astronomia e la sua madre naturale, l'astrologia. Allo stesso modo, il divario tra scienza e religione continuava ad allargarsi. Eppure, nel nostro tempo, psicoanalisti come Carl Jung hanno generato un revival popolare di astrologia cui è stato offerto un approccio più psicologico. L'astrologia, la Chiesa e la Bibbia hanno avuto un rapporto che si è sfasato nel corso dei secoli. Allo stesso modo, la scienza e la religione si sono poste su un piano di contrasto, come testimonia il dibattito tuttora in corso su evoluzionismo e creazionismo. La lotta tra i fatti e la fede, la misura e il significato, continua ancora oggi. Un aspetto del conflitto tra la Bibbia e l'Astrologia è l'interpretazione letterale dei testi biblici, che invece possiedono secondo l’astrologo significati dietro le parole in essa codificate. Vi è anche nella dottrina attuale la premessa religiosa di un Creatore esterno che esiste a prescindere dalla creazione e che deve essere adorato, con i sacerdoti che agiscono quali suoi intermediari. Ironia della sorte, i primi cristiani, gli gnostici, credevano che ogni individuo avesse il diritto e la responsabilità di sviluppare il proprio rapporto con il divino, senza intermediari. Altri sistemi di credenze, come il buddismo, l'induismo e certe tradizioni indigene, non vedono la creazione come separata dal Creatore. Piuttosto, l'universo stesso è visto come un essere divino, quindi, il rispetto per i suoi cicli e le sue espressioni ne onora la sua intera sacralità. Questa visione percepisce che ogni fase e funzione del Corpo Universale ha una corrispondenza negli esseri umani, in rispetto del detto ermetico “Come sopra, così sotto”. Per gli Antichi, lo studio delle stelle era una scienza sacra, in quanto essi vedevano nei movimenti dei corpi celesti la sempre presente attività del “Genitore Infinito”. Nella mia ricerca, non ho trovato commenti negativi nella Bibbia circa l'astrologia stessa. Piuttosto, la responsabilità fu dei praticanti che potrebbero averla considerata come inaffidabile. Esistono sempre persone che abusano della loro conoscenza. Quando degli individui prendono potere, sono in grado di livellare i livelli di conoscenza se lo reputano opportuno e utile alla sopravvivenza del sistema vigente, oppure in altri casi non sono in grado di capirne l’importanza, rifiutandole e impedendone lo studio e l’insegnamento. Per citare Cassio nel Giulio Cesare di Shakespeare: «La colpa, caro Bruto, non è nelle nostre stelle, ma in noi stessi». L'astrologia, non diversamente dalla Bibbia, è un aspetto della saggezza perenne, che sembra accrescere e calare di diffusione in base al suo favore nei diversi periodi della storia. Questo potrebbe anche essere stato previsto dalla stessa astrologia. Dopo tutto, se non ci fosse mai stata una dimostrazione di qualche applicazione efficace, in primo luogo questa non si sarebbe sviluppata, e tanto meno avrebbe persistito e prosperato per sei millenni, ispirando moltissime grandi menti. Sembra che, per il Cristianesimo, la Chiesa e i sacerdoti abbiano preso il posto degli antichi astrologi e ora è la Chiesa, in nome di Dio, che detiene il potere di dirigere i credenti. In entrambi i casi, se il risultato eleva lo spirito e fornisce saggi consigli, le mutevoli maree serviranno solo il bene più grande.

Articolo di Julie Loar


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