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 Oggetto del messaggio: Il Brahmastra, o il fulmine di ferro
MessaggioInviato: 09/03/2021, 19:06 
IL FULMINE DI FERRO
Articolo di Federico Bellini
Fonte: https://federicobellini.net/2019/09/29/ ... o-bellini/

L’energia nucleare, con il suo potere distruttivo, sembra essere una caratteristica terribile della nostra storia contemporanea ma anche del passato antichissimo di questo pianeta.

«Un solo proiettile, carico di tutta la potenza dell’Universo. Una colonna incandescente di fuoco e fumo, lucente come diecimila soli, si levò in tutto il suo splendore [...] Era un’arma sconosciuta, un fulmine di ferro, un gigantesco messaggero di morte, che ridusse in cenere l’intera razza dei Vrishnis e degli Andrakas […] I cadaveri erano così bruciati da essere irriconoscibili. I loro capelli e le loro unghie caddero, il vasellame si ruppe senza causa apparente, e gli uccelli divennero bianchi. Nel giro di poche ore, tutti i cibi erano diventati infetti [...] per sfuggire a questo fuoco, i soldati si gettarono nei fiumi, per lavarsi e lavare i loro equipaggiamenti […] Quella potente arma portò via masse di guerrieri, cavalli, elefanti e carri, come fossero foglie secche degli alberi [...] Grandi nuvole che si aprono l’una sopra l’altra come una serie di giganteschi parasoli […] L’arma misurava tre cubiti e sei piedi [...] era rovinosa per tutte le creature viventi […] le due armi si scontrarono in cielo. Allora la Terra, con tutte le sue montagne, i mari e gli alberi prese a tremare, e tutte le creature viventi furono riscaldate dall’energia delle armi e gravemente danneggiate, i cieli avvamparono e i dieci punti dell’orizzonte si riempirono di fumo [...]≫ Questi sono solo alcuni passaggi estratti dal Mahabharata (IV secolo a.C. - IV secolo d.C.), uno dei tanti antichi testi sacri dell’India, che vista la sua eloquenza non dovrebbe aver bisogno di molte spiegazioni, soprattutto quando vi si descrivono luci simili a fari o a veicoli che viaggiavano in quantita innumerevole fuori dal nostro Sistema Solare (oltre a precisare che le stelle, viste dalla Terra, sono simili a dei lumini per l’immensa distanza, quando in realta si tratta di veri e propri corpi celesti). Conoscenze inusitate e complesse per delle popolazioni che, secondo la scienza ufficiale, erano da poco uscite dal loro utero primitivo; eppure sempre questi popoli, nei loro testi sacri, ci raccontarono episodi terrificanti come “guerre nucleari”, descrissero “armi micidiali” (in parte riscoperte dall’uomo solo nel XX secolo), o di veicoli incredibili che solcavano i cieli, con tanto di principi simili a quello della Relativita, la fusione dell’atomo, la combinazione delle diverse leghe metalliche con conoscenze metallurgiche, scientifiche o persino mediche all’avanguardia; tutte conoscenze contenute in testi come il Mahabharata, il Samarangana Sutradara, il Ramayana, la Mahavira Chiarita...

Cicatrici atomiche
Quando uno dei principali traduttori di questi testi, P. Chandra Roy, termino il suo lavoro sul Mahabharata e nel 1884 scrisse la prefazione, rivelo che: ≪in questo libro vi sono molte cose che appariranno ridicole al lettore tipicamente inglese». E in effetti la descrizione di aeronavi spaziali (i Vimana) con tanto di propellente utilizzato (il mercurio rosso), di armi paralizzanti (Mohanastra), di cannoni cilindrici (Agneyastras), di carri celesti a due piani, di razzi, proiettili di vario tipo, esplosivi potentissimi, etc., forse dovettero sembrare un po’ insoliti ai lettori della seconda meta dell’800 in Europa, in quanto solo molti decenni piu tardi si sarebbero inventati l’aeroplano, i gas nervini, i razzi o la bomba atomica. Eppure, in un’epoca lontanissima e in una regione del pianeta specifica, queste conoscenze sembra fossero comuni, a cominciare dal Brahmastra, e le sue varianti, il Brahmashirsha astra e il Brahmanda astra, considerate armi soprannaturali e utilizzate nella guerra descritta nel Mahabharata, attribuite e create direttamente dal dio Brahma. Un’arma che, secondo gli antichi scritti sanscriti, doveva essere ≪invocata da una frase, o chiave, conferita al responsabile di tale azione», che avrebbe dovuto metterla in opera mediante un’immensa concentrazione mentale. Un’arma che, al momento dell’esplosione, formava una palla di fuoco in grado di manifestare tutto il potere dell’Universo, distruggere ogni cosa, ridurre le piogge, creare la siccita, dissolvere ogni forma di vita, proprio come le moderne armi nucleari. E a quanti possano essere scettici sulla possibilita che nel nostro passato siano state utilizzate simili armi, arrivano le prove disseminate in varie parti del globo, compreso ovviamente il subcontinente indiano. In alcune regioni dell’Asia sono riscontrabili quelle che potremmo definire “cicatrici atomiche”, conformazioni createsi millenni prima della nostra era nucleare, mentre zone come la Siberia, l’Iraq, la penisola del Sinai, l’India e il Colorado (USA), sono dei veri e propri rebus scientifici. Nel 1947 in Iraq, durante alcuni scavi che portarono alla luce antiche tracce di un insediamento umano, che andava dai resti della civilta babilonese e assira, ad altri piu remoti risalenti a un periodo compreso tra il 16-6000 a.C., venne rinvenuto un piano di cristallo fuso, simile a quello formatosi nel deserto del New Mexico dopo l’esplosione del primo ordigno nucleare. Ma uno strato di ceneri, pesanti e radioattive, copre persino un’area di una decina di chilometri quadrati nel Rajasthan, in India, circa 18 km a ovest di Jodhpur, con dei livelli di radiazioni cosi elevati che il governo indiano ha persino isolato la regione; tale esplosione si pensa sia avvenuta in un periodo compreso tra i 12-8000 anni fa. Eppure, la Civilta della Valle dell’Indo o di Harappa (c. 3000-1500 a.C.) e piu recente del suddetto episodio e si estendeva geograficamente soprattutto lungo il fiume Indo nel subcontinente indiano, ma anche lungo il Sarasvati, un fiume dell’India ormai prosciugato. Celebri sono i ritrovamenti negli scavi, sia ad Harappa che a Mohenjo-Daro, di svariati scheletri sparsi per la citta: molti di essi furono rinvenuti in posizioni insolite (sdraiati, insepolti…). Anche altre citta nel nord dell’India presentano simili condizioni: un sito collocato tra il Gange e le montagne Rajmahal fu sottoposto a un calore intenso, immense masse di mura e le fondamenta della citta antica furono fuse in blocchi compatti, completamente vetrificati, cosi come similmente altri se ne trovano non solo in India, ma persino in Irlanda, Scozia, Francia, Turchia e dal momento che scientificamente non esistono spiegazioni alternative a quella dell’esplosione atomica, quella resta la teoria piu valida da perseguire. Un ulteriore “segno” curioso di un’antica guerra nucleare in India e rappresentato da un gigantesco cratere a 400 chilometri nord-est di Mumbay, il Cratere Lonar. Quasi circolare, misura 2.154 metri di diametro, datato almeno 50.000 anni, non presenta alcuna traccia di materiale meteorico, ma dal momento che il sito si poggia sul basalto, i ricercatori sostengono che furono necessarie pressioni di almeno 600.000 atmosfere per poterlo formare…

Il Distruttore dei Mondi
Eppure, e interessante constatare come il capo del Progetto Manhattan, J. Robert Oppenheimer, fosse noto per avere familiarita con la letteratura del sanscrito antico. In un’intervista condotta successiva al primo test atomico, Oppenheimer cito nientemeno che un passo della Bhagavad Gita, ≪Ora sono diventato Morte, il Distruttore dei Mondi », e quando dopo sette anni gli fu chiesto se quella di Alamogordo fosse stata la prima bomba atomica esplosa, lui sibillino rispose: ≪Beh, sì, nella storia moderna». Fu cosi che il ≪solo proiettile, carico di tutta la potenza dell’Universo, una colonna incandescente di fuoco e fumo, lucente come diecimila soli≫ si manifesto lunedi 6 agosto 1945, appena otto secondi dopo le 8:16. Un nuovo sole sorse a Hiroshima e quel sole si chiamava “Little Boy”, la prima bomba atomica della storia usata in un guerra (almeno in epoca moderna). Nemmeno tre giorni dopo, un’analoga sorte tocco a Nagasaki, dove venne sganciato “Fat Man”, un ordigno piu potente di 25 chilotoni, rispetto ai 18 impiegati per “Little Boy”. Nell’immediatezza dei due attacchi morirono circa 130.000 persone, per la maggior parte a Hiroshima, 70/80.000, rispetto ai 22/75.000 stimati a Nagasaki, inferiori non solo perche la citta si era gia svuotata durante la guerra, ma perche la bomba esplose qualche chilometro piu lontano dal luogo prescelto, per un errore dei piloti. La maggior parte delle vittime furono vaporizzate all’istante dal calore sviluppato dagli ordigni, il primo all’uranio e il secondo al plutonio, ma negli anni che seguirono le conseguenze portarono il bilancio a oltre 200.000 morti. L’avvicinarsi dei velivoli americani nello spazio aereo giapponese non fu subito rilevato dai radar (ma solo poco prima del lancio della bomba) e l’esplosione fu talmente inaspettata che le vittime non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto di quanto stesse accadendo. A 580 metri dal suolo la bomba esplose e la deflagrazione fu cosi violenta da provocare istantaneamente la morte di 80.000 persone. Il 90% della citta venne rasa al suolo in pochi minuti, mentre le fiamme divorarono in breve tempo la maggior parte degli edifici ancora in piedi. Al quartier generale di Tokyo non compresero subito quanto era accaduto, anche se si accorsero che una citta era praticamente scomparsa nel nulla. La linea telegrafica centrale era saltata e non vi era possibilita di raggiungere Hiroshima in nessun modo, pertanto un ufficiale di volo fu mandato a effettuare una ricognizione aerea e a circa 160 km dalla citta l’ufficiale e il suo copilota notarono con stupore i resti che la bomba atomica aveva lasciato: un desolante paesaggio fatto di morte e distruzione. Appena informata la capitale, furono organizzati i soccorsi, ma i sopravvissuti (circa il 20% della popolazione) morirono successivamente per l’avvelenamento da radiazioni e per le necrosi (i superstiti furono soprannominati hibakusha, “persona esposta alla bomba”). Il Giappone non si piego e dopo che l’Unione Sovietica gli dichiaro guerra, l’America pianifico il secondo attacco, che venne effettuato il 9 agosto del 1945 contro la citta di Nagasaki. Il Giappone si arrese dopo pochi giorni, precisamente il 15 agosto, segnando di fatto la fine del secondo conflitto mondiale. Tre mesi prima si era conclusa la guerra sul fronte europeo e gli americani, con l’aiuto del Canada e del Regno Unito, stavano mettendo a punto le armi atomiche, anche tramite il gia menzionato Progetto Manhattan, con l’intento di produrne a sufficienza per utilizzarle come deterrente contro le potenze dell’Asse.

L’inizio di tutto
La “Bomba A”, cosi definita nella terminologia originaria, e il nome comune di una bomba a fissione nucleare, un ordigno esplosivo la cui energia e prodotta dalla reazione a catena di fissione nucleare. Alcune delle principali ricerche furono condotte in Italia da Enrico Fermi e da un gruppo di scienziati europei, rifugiatisi poi negli Stati Uniti, tra cui, oltre lo stesso Fermi, anche Leo Szilard, Edward Teller ed Eugene Wigner. In base ai loro studi teorici, persuasero Albert Einstein a scrivere una lettera al presidente USA, Roosevelt, per metterlo al corrente che c’era la possibilita di costruire una bomba utilizzando il principio della fissione, con il timore che il governo tedesco avesse gia disposto delle ricerche in materia; fu cosi che il governo americano comincio a interessarsene. Nel giugno del 1942, un gruppo di ricerca, in base ai calcoli fatti in una sessione estiva di Fisica all’Universita della California, giunse alla conclusione che fosse teoricamente possibile costruirne una, ma ovviamente con ingenti quantita di denaro. I soldi arrivarono e la prima bomba atomica fu creata con il segretissimo Progetto Manhattan e il 16 luglio del 1945, nel poligono di Alamogordo, in New Mexico, venne fatta esplodere la prima bomba al plutonio (“The Gadget”), in quello passato alla storia come il Trinity Test, seguito nemmeno un mese dopo dalle bombe sul Giappone. I Sovietici non aspettarono oltre, sperimentando il 29 agosto del 1949 la loro prima bomba con cui posero fine al monopolio americano e ben presto si aggiunsero anche gli esperimenti condotti da Gran Bretagna, Francia, Repubblica Popolare Cinese, Israele e Sudafrica tra il 1952 e il 1979; nel 1974 fu la volta dell’India, del Pakistan nel 1998 e della Corea del Nord nel 2006. Si pensa che a oggi siano stati condotti circa 2.044 test, 711 dei quali nell’atmosfera o in aree marine per una potenza complessiva di 438 megatoni, ossia l’equivalente di circa 35.000 bombe di Hiroshima; queste esplosioni, inoltre, hanno portato alla dispersione nell’ambiente di circa 3.800 chilogrammi di plutonio e di circa 4.200 chilogrammi di uranio. Si stima che dal 1945 a oggi siano stati costruiti un numero imprecisato di decine di migliaia di ordigni nucleari.


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