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Enkidu ha scritto:
ciò non toglie che, proprio per questo fatto, non subissero l'influenza della cultura bianca, che anzi aveva distrutto già in gran parte l'identità delle tribù di Americani Nativi
Bene, ammettiamo che diciamo tra i primi del '900 e il 1960 (in fondo appena un paio di generazioni, non è tanto) le varie nazioni amerinde nordamericane si siano trovate, chi più chi meno, in una situazione non solo di emarginazione ma anche di "sudditanza psicologica" (oltre che politica, militare ed economica) per così dire, nei confronti della cultura bianca nordamericana; trovo curioso, anche se non impossibile, che possano esserlo state al punto da interessarsi di quella che comunque era in fondo una "sottocultura" a sua volta emarginata all'interno della cultura wasp, ossia l'interesse per i dischi volanti. Mi chiedevo quindi fino a che punto questo interesse fosse puramente indotto dall'esterno (in quanto sentito bianco e quindi superiore), così come lo è stata la religione, le tecnologie moderne etc e quanto invece trovasse risonanza in credenze o sensibilità più autoctone, magari ravvivandole (probabilmente in modo superficiale). Certo, il primo caso (ossia il puramente indotto dall'esterno) forse è il più plausibile ma forse potrebbe esserci dell'altro (dico forse), come se le storie dei dischi volanti avessero ravvivato e risvegliato (in modo forse confuso) un sentire che gli apparteneva prima della "colonizzazione" culturale. Un parziale parallelismo si potrebbe fare con la ghost dance, nata in ambito amerindo ma che rappresenta pur sempre un'innovazione rispetto alla tradizione, sicuramente nata anche in seguito alle ricadute tra gli amerindi dell' ormai avvenuto contatto col cristianesimo.
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A me invece ha sempre impressionato molto il caso dello "Star Elder", raccontato da un anziano di non mi ricordo quale tribù, che disse di aver convissuto da giovane, lui e altri suoi compagni, con un piccolo alieno di tipo "grigio", nascondendolo e proteggendolo fino a quando non scomparve misteriosamente, probabilmente ritornando a casa sua tramite una spedizione di soccorso, dato che l'alieno era un naufrago, precipitato nel deserto con la sua navicella.
Tale indiano raccontò che tale essere, "L'Antico Stellare" (Star Elder significa appunto questo), gli aveva spiegato che gli alieni non avevano nessuna intenzione di interferire con la civiltà terrestre e che erano lì solo per studio.
Il vecchio nativo aveva poi detto che l'errore dei bianchi era appunto quello di considerare gli alieni come degli esseri mitologici, venuti per apportare grandi cambiamenti o per seminare distruzione, mentre in realtà sono persone come noi, che non desiderano altro che starsene in pace con gli altri. "Vivi e lascia vivere", insomma. E criticava le attese apocalittiche da 2012 e via dicendo.
Questo caso, che non conoscevo (in realtà non ne conosco molti, e più leggo e più mi rendo conto che è veramente un mare magnum) è interessante, bella segnalazione.
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Quando lo lessi, mi sono detto: forse riusciremo ad avere un contatto proprio quando noi occidentali avremo imparato a comportarci come si è comportato il vecchio nativo americano: in modo saggio e misurato, come persone ragionevoli e non come isterici visionari.
Effettivamente quando si dice "l'uomo è così o colà" criticandone i comportamenti irrazionali che sembra tenere in molti casi, si dimenticano spesso due coordinate: quella spaziale e quella temporale; quella spaziale perché quasi sempre si ha come riferimento l'uomo "occidentale" (termine relativo ma ci si capisce) quando invece l'uomo è vario e variegato etnicamente, geograficamente e culturalmente; quella temporale perché si ha in mente l'uomo occidentale moderno (o l'orientale moderno, il che non è poi molto diverso ormai) e non quello che si era in passato (in alcune epoche e luoghi forse più ignoranti in certe questioni ma infinatemente più equilibrati nei rapporti con gli altri e con "l'altro").