Di teorie ce ne sono tante.
Il sarcofago presente nella camera del Re ha le stesse identiche misure dell'Arca dell'Alleanza; quindi si è ipotizzato che quel luogo fosse atto a depositare e tenere sotto stretta osservazione, raggiungibile da pochi, le Tavole della Legge (sempre se leggi erano..
).
Altra teoria, sostenuta da Sitchin: PIRAMIDE DI GIZA: ERA UNA BUSSOLA PER E.T.
di Alfredo Lissoni (fonte:
http://www.edicolaweb.net/am_0908s.htm)
A cosa servivano le misteriose piramidi egizie e chi le costruì effettivamente? Uno studioso russoamericano, esperto di lingue morte, sostiene di avere una risposta per questo enigma. Prove alla mano. Nella notte dei tempi gli alieni costruirono tre spazioporti per gli dei.
L’India ha recentemente ammesso di avere costruito una nuova, particolarissima bomba atomica; il missile è stato battezzato "Agni", cioè con il nome del dio indù del fuoco. La notizia apparentemente non avrebbe grande significato (eccezion fatta per la tragicità della stessa), ma noi pensiamo che gli appassionati di archeologia misteriosa salteranno sulla sedia.
Già perché costoro si dicono convinti che negli antichi testi sacri indù come il Mahabharata o l’Agnipurana vengano descritte battaglie nucleari fra visitatori extraterrestri. E proprio in cronache come l’Agnipurana, il libro dedicato al dio Agni - che noi consideriamo mitologia ma che in India è ritenuto storia - si parla chiaramente di armi atomiche e navi spaziali che solcavano il cielo dell’India antica dai sei agli ottomila anni fa.
The lost book of Enki ( che io ho letto) L’ultimo libro di Sitchin.
Durante le loro sanguinose battaglie questi "dei extraterrestri" utilizzavano proprio armi chiamate "occhio di Kapilla" (una sorta di raggio laser inceneritore), "Yantramukta" (disco volante) o "Arma di Agni" (fuoco devastatore). E, secondo i cultori dell’archeologia misteriosa, tali armi non erano elementi naturali mitizzati (ad esempio il fuoco o il fulmine) ma veri e propri strumenti tecnologici di morte, costruiti da civiltà assai più avanzate della nostra. Il fatto che oggidì i moderni indiani ribattezzino le proprie armi di morte con il nome degli antichi dei lascia credere che gli antichi non si siano abbandonati al mito o alla fantasia ma che, come noi oggi, abbiano chiamato con nomi mitici oggetti ben tangibili.
L’ARRIVO DEI NEPHILIM
Dell’idea che in passato potenti e bellicosi extraterrestri, scambiati per dei, abbiano visitato la Terra è anche un linguista russoamericano a nome Zecharia Sitchin. Si tratta di un nome molto noto. Sitchin, grandissimo esperto di lingue antiche (semitiche e sumere), autore di moltissimi libri sui visitatori del passato, è considerato da molti il più grande e famoso esperto di archeologia misteriosa (mentre altri contestano certe sue interpretazioni assai "libere" della lingua sumera, ad esempio il termine Shem, Dio, che lui traduce con "razzo").
Fra le innumerevoli scoperte riguardanti il nostro più remoto passato Sitchin annovera una possibile spiegazione per il reale uso delle piramidi della piana di Giza. Secondo lo studioso la Grande Piramide è, o meglio era, un sofisticatissimo strumento in pietra per guidare come una bussola le astronavi degli dei. Dei extraterrestri, ovviamente.
L’autore della sensazionale dichiarazione, ricercatore degno del massimo rispetto, si è basato sulla constatazione che in passato, nell’area del Medio Oriente, vi fossero diverse zone legate a "leggende" di visite "divine" e che proprio in quei siti i moderni archeologi abbiano scoperto in questo secolo costruzioni megalitiche frutto di tecnologie avanzatissime o rovine di possibili piste di atterraggio, come le enormi pietre di Baalbek (l’antica Heliopolis, in Libano), pesanti sino a 1.135.000 chilogrammi e squadrate come rampe di lancio per missili o aerei.
SPAZIOPORTI PER GLI DEI
L’idea degli spazioporti per le navi aliene degli "dei" è stata lanciata molti anni fa dal fisico sovietico Mihail Matest Agrest e poi ripresa dallo scrittore Erich Von Daeniken. Sitchin ritiene di avere trovato ulteriori conferme, più scientifiche e meno accademiche, di tutto ciò decifrando molti sigilli sumeri e testi semiti (non dimentichiamoci che il nostro uomo è un esperto linguista ed un grande conoscitore delle culture antiche mediorientali). Secondo Sitchin i visitatori utilizzavano non solo Baalbek-Heliopolis come porto d’attracco spaziale, ma anche la più alta montagna del Vicino Oriente, il monte Ararat (ove si arenò l’arca di Noè), come punto centrale per le loro missioni. Sitchin fa notare che delle visite degli alieni, nei siti sopra indicati, si fa menzione non solo nelle tavolette sumere, ove vengono chiamati Annunaki, ma anche nella Bibbia, ove i visitatori sono ribattezzati Nephilim, i "figli dei Veglianti", degli angeli caduti.
Lo studioso russoamericano ritiene che vi sia un filo invisibile che lega i principali spazioporti alieni: facevano tutti parte di una vasta mappa per gli alieni. A seguito di molti studi, Sitchin sostiene di avere scoperto molte coincidenze "nella posizione e nella triangolazione delle piramidi di Giza, a testimonianza della perfezione geometrica con cui vennero allineate; i punti della mappa di atterraggio tracciata dagli Annunaki erano delineati da Giza, l'Ararat e il monte sumero Umm Shumar, come punto estremo a sudest dei corridoio di atterraggio".
Sitchin avrebbe trovato le prove di ciò in antichissimi testi come la sumera "Epopea di Gilgamesh", ove si parla di questo mitico eroe, una sorta di Ercole, che andava alla ricerca dei "Luoghi dell'Atterraggio", da cui si innalzavano gli "Shem". Cosa fossero gli Shem, le "navi degli Dei", per l’archeologia ufficiale è un mistero; come abbiamo già detto, la teologia cristiana tende a tradurre questo vocabolo con la parola "Dio"; Sitchin ritiene invece che tale parola indicasse "le navi volanti degli dei alieni". Gli UFO, in pratica.
"Non è una coincidenza - ha dichiarato Sitchin - che Heliopolis, la città consacrata al culto del dio Sole, venisse costruita lungo una linea che unisce l’Ararat, le piattaforme di Baalbeck e Giza e che essa fosse equidistante dall'Ararat esattamente come Umm Shumar".
LA PIRAMIDE SEGRETA
"Via via che si studia la mappa dell’antico Medioriente si scopre uno stupefacente reticolato di cime naturali ed artificiali che formano la mappa di atterraggio e la rete di comunicazione degli Annunaki; viene spontaneo chiedersi se davvero esse servirono da segnali guida solo per la loro altezza e per la loro forma - si domanda Sitchin - non può essere che gli Annunaki fossero equipaggiati anche di un qualche strumento di guida? Penso di sì.
Quando vennero scoperte nella Grande Piramide le due coppie di gallerie che provenivano dalle camere reali, si pensò a condotti di aerazione, a sfiatatoi che riempivano di aria fredda le stanze stesse. Ma probabilmente c'è di più. I condotti hanno anche un’altra funzione. Essi diminuiscono la pressione nella camera del Re; da questa stanza inoltre si odono distintamente i rumori prodotti nelle altre camere (il primo ad accorgersene fu l'archeologo Vyse con i suoi uomini), nonostante i blocchi massicci.
Altra stranezza: il sepolcro al centro della camera del re e la camera stessa sono costruiti come perfetti triangolo pitagorici. Vyse calcolò che per ricavare da un blocco di pietra il sarcofago ci voleva almeno una sega con lame di tre metri e punte al diamante.
Come potevano averlo realizzato, gli antichi egizi, e perché?
La risposta e semplice. Il sarcofago e l’intera Grande Piramide è stata realizzata non dai terrestri ma dagli Annunaki. La camera dei Re ed il sarcofago potevano emettere suoni o diffonderli, è dimostrato.
E questo sapete a quale scopo?
È presto detto. Anche ai giorni nostri la strumentazione che guida i piloti durante l'atterraggio negli aeroporti emette dei segnali elettronici che gli strumenti dell'apparecchio in avvicinamento traducono in un ronzio se la rotta è giusta, o in un segnale di allarme se vi e un errore di direzione.
Siamo certi che, dopo il diluvio, gli Annunaki portarono sulla Terra una nuova strumentazione adatta a questo tipo di segnalazioni.
Il sepolcro funzionava come cassa di risonanza e la piramide amplificava il segnale, guidando gli ‘Shem’ alieni".
Queste non sarebbero solo ipotesi. Esiste difatti una moneta coniata dai romani di stanza in Sinai che raffigura, secondo Sitchin, la sequenza reale delle camere segrete della Grande Piramide, stanze scoperte solo in quest’ultimo secolo e che all’epoca dunque nessuno avrebbe dovuto conoscere. Curiosamente la strana struttura era considerata un non meglio identificato "oggetto sacro di Dushara" (dal nome di una dea).
"Ora - prosegue Sitchin - in molti testi sumeri ci si riferisce spesso ad una montagna sacra dimora degli dei con il nome di ‘Shad El’. E si parla spesso di ‘penetrare nello Shad di El’ quando si descrive l'arrivo dal cielo di altri dei ‘alla presenza di El dentro le sue sette camere’. Le ‘sette camere’ cui fanno riferimento i testi antichi si trovavano all'interno della montagna, proprio come le camere all'interno di quella specie di montagna che è la Grande Piramide. Questo ricordo si è mantenuto per millenni anche presso le antiche popolazioni sinaitiche della Palestina e dell'Arabia del Nord, che veneravano un dio a nome Dushara, Signore delle Montagne e la sua sposa Allat, il cui nome deriva chiaramente dalla dea sumera Elat, moglie di El".
In altre parole, incrociando le narrazioni ebraiche e sumere, vi viene a scoprire che gli dei-alieni si nascondevano all’interno di grosse montagne, usate come spazioporti per le loro astronavi (gli "Shem").
Questi alieni costruirono le piramidi come bussole per orientarsi in Medioriente; il ricordo delle loro gesta venne in seguito deformato dalla superstizione popolare ma diversi accenni, chiari a chi come Sitchin sa decodificare le lingue morte, sono presenti nei sigilli sumeri come pure nelle monete romane dell’epoca dell’invasione del Sinai.
Proprio in quella zona, subito dopo il diluvio, sorse una sorta di "triangolo delle Bermuda" degli alieni, un triangolo che comprendeva Sumer, il Libano e la Palestina, ove gli extraterrestri presero dimora.
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X-User, il diluvio universale, se ci si vuole attenere alle teorie di Sitchin, è stato uno dei tanti sconvolgimenti dovuti all'avvicinarsi di Nibiru alla Terra, evento in cui, secondo il dio Enlil, fratellastro di Enki, tutta l'umanità sarebbe dovuta perire perchè gli umani, creati dal volere del dio Enki e di Ninmah (una dea) avevano dato diversi problemi. Enki salvò un certo Ziusudra (Noè) e quindi l'arca, al cui interno non solo erano contenuti gli animali che Noè era stato in grado di radunare, ma c'era Ningishzidda, figlio di Enki, che portava con sè il dna (chiamate tavole della conoscenza) di tutti gli esseri viventi (vi posto il link della mitologia mesopotamica, davvero ben fatto:
http://www.esopedia.it/index.php?title= ... ntable=yes), per poi approdare presso il monte Arat; diluvio avvenuto 13 mila anni fa.