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 Oggetto del messaggio: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 12/01/2009, 13:38 
http://www.laportadeltempo.com/news.asp?ID=3744

Un antico villaggio di indios Chachapoyas è situato vicino alla zona dove la città scomparsa è stata trovata. L’antica città scoperta nella fitta foresta pluviale amazzonica era forse collegata al leggendario Popolo delle Nuvole, di pelle bianca, nel Perù

Un'antica città è stata scoperta nella fitta foresta pluviale dell'Amazzonia e potrebbe rivelare i segreti di una tribù leggendaria. Poco si sa del Popolo delle Nuvole del Perù, un'antica civiltà di pelle bianca distrutta dalle malattie e dalle guerre nel sec. XVI, del quale ora gli archeologi hanno scoperto un insediamento. La tribù aveva la pelle bianca e i capelli biondi, due caratteristiche che intrigano gli storici, poiché non si conoscono altri popoli simili agli Europei nella regione, dove la maggior parte degli abitanti autoctoni è di pelle piuttosto scura.

La città perduta è stata scoperta da un gruppo d'archeologi in mezzo alla giungla, in una delle zone più remote dell'Amazzonia. Si trova al bordo di un abisso naturale, che la tribù poteva usare come difesa, per spiare l'arrivo dei nemici.

I Chachapoyas, chiamati anche Guerrieri delle Nuvole, erano un popolo andino e vivevano nelle foreste dense di nebbie della regione amazzonica dell'attuale Perù. Il territorio dei Chachapoyas è compreso nella regione triangolare costituita dalla confluenza del fiumi Utcubamba e Marañon, nella zona di Bagua, fino al bacino del fiume Abiseo. Le dimensioni del Marañon ed il terreno montagnoso hanno fatto in modo che la regione fosse relativamente isolata.

Il Popolo delle Nuvole controllava un tempo un ampio territorio, esteso attraverso le Ande del nord del Perù sino alla giungla amazzonica. Poi furono sottomessi dagli Incas.

Sino a poco tempo fa, molto di ciò che si sapeva su questa civiltà perduta proveniva dalle leggende degli Inca. La loro cultura è nota per la fortezza di Kuellap, sulla cima d'una montagna in Utcubamba, che può essere confrontata per le sue dimensioni soltanto al rifugio Inca di Machu Picchu, costruito qualche secolo dopo. Persino il nome con cui essi chiamavano se stessi è sconosciuto. Il termine Chachapoyas, o ‘Popolo delle Nuvole', fu dato loro dagli Incas, perché vivevano in foreste pluviali piene di foschia, simile a nuvole. Dopo l'arrivo degli Spagnoli, essi parteggiarono per i nuovi colonialisti contro gli Incas, ma furono dalle epidemie delle malattie portate dagli europei, quali il morbillo e il vaiolo.

I resti dei loro insediamenti, che risalivano al nostro sec. IX, furono poi distrutti dai saccheggi, lasciando poco agli archeologi da potere studiare. Alcuni di questi resti erano già stati identificati e studiati, ma gli scienziati nutrono grandi speranze nell'ultimo ritrovamento, compiuto da una spedizione nel distretto di Jamalca, nella provincia peruviana di Utcubamba, circa 800 km a nord-est della capitale, Lima. Secondo l'archeologo Benedict Goicochea Perez, il loro insediamento principale era fatto di case di pietra circolari e ricopriva un'area di oltre 50.000 metri quadrati (cinque ettari). Dipinti rupestri coprono alcune delle fortificazioni e vicino alle dimore ci sono piattaforme, che si crede servissero per frantumare i semi e le piante a fini alimentari e per estrarne principi curativi per le medicine.

Due anni fa, gli archeologi hanno trovato una sepoltura sotterranea costruita a volta all'interno di una caverna con cinque mummie, due intatte con pelle e capelli. Il cronista dei Chachapoyas, Pedro Cieza il de Leon scrisse di questa tribù: ‘Sono il più bianco ed il più bello di tutti i popoli che ho veduto e le loro mogli erano così belle che, a causa della loro raffinatezza, molte di loro hanno meritato di diventare mogli degli Incas ed anche di essere prese presso il Tempio del Sole. Le donne ed i loro mariti sono vestiti sempre in vestiti di lana e sulle loro teste portano i loro llautos (turbanti di lana), un segno che indossano per essere riconosciuti ovunque'.


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MessaggioInviato: 12/01/2009, 15:22 
Il famoso popolo delle nuvole! Interessante.. [:)]



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MessaggioInviato: 28/01/2009, 15:02 
scusate ma se erano di pelle chiarissima...dovevano per forze essersi stabiliti li da "poco" tempo...voglio dire,la pelle per cambiare colore in base alle condizioni climatiche ci mette molto tempo..di solito le popolazioni di indigeni nella foresta amazzonica hanno quasi tutte carnaggione scura...marrone,sembra molto strano;se non sbaglio non è nemmeno il primo caso,anche sull'isola di pasqua gli esploratori trovarono abitanti dalla pelle bianca e ne rimasero colpiti.



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MessaggioInviato: 29/01/2009, 16:35 
http://www.tifeoweb.it/pws/index.php?mo ... &view=2842

Chachapoya, il popolo delle nuvole

Della tribù del Popolo delle Nuvole, ad oggi, si sa poco o nulla. Si tratta di un'antica civiltà andina di pelle bianca e dai capelli biondi ed i lineamenti delicati - su cui da sempre si interrogano gli studiosi dal momento che non si attestano stabilimenti di popolazioni europee in questa zona, dove la maggior parte degli abitanti è di pelle scura - distrutta da malattie e guerre nel XVI secolo.

In una zona isolata del Perù, conosciuta per le sue bellezze naturalistiche, gli archeologi sono riusciti a trovare una cittadella fortificata sull'orlo di un baratro che la tribù dei Chachapoya potrebbe aver utilizzato come osservatorio per spiare il nemico. A questo punto gli storici sperano di togliere il velo sul segreto dei Guerrieri Bianchi delle Nuvole.

Secondo l'archeologo Benedict Goicochea Perez.Rock, l'accampamento principale è costituito da abitazioni dalla pianta circolare costruite in pietra, coperte dalla vegetazione della giungla in uno spazio di oltre12 acri, alcune delle fortificazioni sono coperte da dipinti e accanto alle dimore ci sono delle terrazze che si pensa siano state utilizzate per macinare semi e piante per cibarsene o per uso medicinale.

I Chachapoya si espansero sulle Ande peruviane dall'800 d.C. e furono assoggettati dagli Incas nel XV secolo. Furono proprio i conquistatori incaici a dar loro il nome di Chachapoya, ovvero: popolo delle nuvole, probabilmente per il fatto che costruivano i loro insediamenti su alture di montagna immerse nella nebbia. Un secolo dopo, con l'arrivo degli spagnoli, il popolo delle nuvole scomparve, sterminato dalle infezioni provenienti dall'Europa. A causa dei saccheggi, poco è rimasto agli archeologi per poter studiare le loro abitudini di vita prima del IX secolo. Gli scienziati sperano di trarre altre informazioni dai ritrovamenti effettuati da una spedizione a Jamalca, nella provincia peruviana di Uctubamba, 500 miglia a nord-est della capitale Lima. Fino ad ora, la maggior parte delle conoscenze che si hanno su questa popolazione è dovuto al tramandarsi delle leggende inca, non si sa nemmeno che nome avesse realmente questa tribù di "guerrieri dalla pelle bianca ed i capelli chiari".

La loro cultura è conosciuta per la fortezza di Kuellap sulla vetta di una montagna a Uctubamba, che può essere paragonata in scala all'eremo di Machu Picchu degli Inca, costruito centinaia di anni dopo.

Due anni fa gli archeologi trovarono un cimitero sotterraneo dentro una grotta, con cinque mummie, due delle quali avevano ancora intatti la pelle ed i capelli. I Chachapoya avevano un forte culto dei defunti, molti dei quali erano conservati in sarcofagi costruiti con fango e argilla e dipinti con decorazioni. Mettevano i propri morti in nicchie di pietra a due metri e mezzo di altezza, a picco sulle montagne. Dopo aver messo il corpo del defunto nella nicchia in posizione fetale, veniva avvolto in tessuti decorati su cui era stato dipinto un ritratto; è ancora un mistero se questo popolo imbalsamasse e privasse delle interiora i corpi dei defunti come facevano gli egizi. I corpi si sono conservati intatti fino ad oggi grazie al microclima secco in cui si trovavano.

Pedro Cieza de Leon, cronista dei Chachapoyas, ha scritto della tribù "Sono le persone tra le più belle e dalla pelle più bianca che abbia mai visto, le loro mogli erano così meravigliose che per la loro gentilezza, molte di loro meritavano di essere mogli degli Inca e portate al Tempio del Sole. Le mogli e i loro mariti vestivano sempre abiti di lana e le loro teste coperte dal llautos (un turbante di lana), il loro simbolo, perché vengano riconosciuti ovunque".



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MessaggioInviato: 07/02/2009, 11:00 
Ah, i bei tempi in cui, da bambini leggevo i libri di Peter Kolosimo, che narrava delle antiche leggende precolombiane, sia Inca che Maya che di altre popolazioni sia del Sud che del Nord America, che narrano di misteriosi uomini bianchi, biondi, barbuti, con gli occhi azzurri, venuti preferibilmente da di là dell'oceano ad oriente....
Ovviamente lui attribuiva la cosa ad Atlantide... e anche io.
Bisognerebbe fare l'esame del DNA alle mummie e vedere se si trattava di Cromagnonoidi. Secondo la teoria atlantidea più diffusa, gli uomini di Atlantide erano una popolazione discendente dagli uomini di Cro-Magnon, un tipo razziale di alta statura, dolicocefalo, di scarsa pigmentazione quindi molto chiaro, provenuta dall'Europa Occidentale circa 18.000 anni fa e, passando attraverso la Spagna, lo Stretto di Gibilterra e il Marocco, si sarebbe diffusa prima sulle isole dell'Atlantico, ponendovi il centro della sua cultura, poi da lì avrebbe colonizzato le Americhe, divenendo gli antenati di alcune sue popolazioni, per esempio i Sioux, altrimenti detti Dakota, che sono di fatto appartenenti al ceppo Cro-Magnon, come mostrano i loro lineamenti molto arcaici e decisamente europei.
Del pari, anche i Guanci delle Canarie e i popoli Imazighen del Nord Africa trovano la loro antica origine nei Cro-Magnon, e di fatto anche fra di loro si trovano parecchi individui dai capelli e dagli occhi chiari.
Un'altra cosa che poi gli antichi Peruviani e i Guanci hanno in comune, è il culto del Dio Sole e la mummificazione dei defunti, caratteristiche che poi li avvicinano agli antichi Egizi.
Poi naturalmente Atlantide è a Santorini, in Sicilia, in Sardegna, a Malta, a Creta... dove vi pare a voi! Io intanto continuo a pensare che gli indizi portano in altro senso...
E in ogni caso, anche se l'Atlantide di cui parlo non è quella "vera", niente impedisce di pensare che sia veramente esistita anche la civiltà di cui parlo io, e allora non chiamatela Atlantide, chiamatela Aztlan, Avalon, Antilia, Attala, Aldland, Ad, Bresail, Tirnanog... chiamatela pure come volete! L'importante è che se ne parli....


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MessaggioInviato: 07/02/2009, 13:58 
Cita:
anunnako ha scritto:

scusate ma se erano di pelle chiarissima...dovevano per forze essersi stabiliti li da "poco" tempo...voglio dire,la pelle per cambiare colore in base alle condizioni climatiche ci mette molto tempo..di solito le popolazioni di indigeni nella foresta amazzonica hanno quasi tutte carnaggione scura...marrone,sembra molto strano;se non sbaglio non è nemmeno il primo caso,anche sull'isola di pasqua gli esploratori trovarono abitanti dalla pelle bianca e ne rimasero colpiti.
Oppure avevano un'altra origine! [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 02/02/2018, 22:18 
Cita:
"Megalopoli" Maya scoperta grazie al telerilevamento laser

ESCLUSIVA Utilizzando la rivoluzionaria tecnica LiDAR gli archeologi hanno individuato in Guatemala resti di migliaia di costruzioni che stravolgono le nostre conoscenze sull'antica civiltà precolombiana. Lo speciale "Maya: i Tesori perduti" in onda su National Geographic (Sky, 403) martedì 13 febbraio alle 20.55

Immagine



Una tecnologia laser conosciuta come LiDAR rimuove digitalmente la vegetazione della foresta per svelare le antiche rovine sottostanti, rivelando che antiche città dei Maya come Tikal erano molto più grandi di quanto ricostruito sulla base delle ricerche sul terreno.
In quella che è stata salutata come una "autentica svolta" nell'archeologia Maya, i ricercatori hanno identificato i resti di oltre 60 mila case, palazzi, strade sopraelevate e altre costruzioni rimasti per secoli nascosti nella giungla del Guatemala settentrionale.

Usando una rivoluzionaria tecnologia conosciuta come LiDAR (Light Detection And Ranging), gli studiosi hanno rimosso la vegetazione dalle immagini aeree della zona attualmente non abitata rivelando le rovine di una civiltà precolombiana in piena espansione e molto più complessa e interconnessa di quanto ritenessero sinora molti specialisti.

"Le immagini LiDAR rendono chiaro che questa intera regione era un sistema di insediamenti la cui vastità e densità di popolazione è stata largamente sottostimata", dice Thomas Garrison, archeologo dell'Ithaca College e National Geographic Explorer specializzato nell'uso della tecnologia digitale applicata alla ricerca archeologica.

Garrison fa parte di un consorzio di ricercatori che stanno prendendo parte al progetto capeggiato dalla PACUNAM Foundation, un'organizzazione nonprofit guatemalteca che sostiene la ricerca scientifica, lo sviluppo sostenibile e la conservazione dell'eredità culturale.

Il progetto ha mappato oltre duemila chilometri quadrati della "Maya Biosphere Reserve" nella regione del Petén, in Guatemala, mettendo insieme il più grande set di dati LiDAR raccolti sinora dalla ricerca archeologica.

I risultati suggeriscono che l'America Centrale fosse sede di una civiltà che al suo apice, circa 1.200 anni fa, non era composta da piccole città stato scarsamente popolate come si credeva sino ad oggi, ma fosse piuttosto paragonabile alle culture dell'antica Grecia o dell'antica Cina.

In aggiunta alle centinaia di strutture sino ad ora sconosciute, le immagini LiDAR mostrano anche come le strade sopraelevate mettessero in collegamento le cave e i centri urbani. Complessi sistemi di irrigazione e coltivazioni a terrazze sostenevano un'agricoltura intensiva capace di nutrire masse di lavoratori che hanno massicciamente modificato il paesaggio.

Gli antichi Maya non hanno mai utilizzato la ruota o le bestie da soma, eppure "è stata una civiltà che spostava letteralmente le montagne", spiega Marcello Canuto, un archeologo della Tulane University e National Geographic Explorer che ha preso parte al progetto.

"Avevamo questa supponenza occidentale che le civiltà complesse non potessero fiorire ai tropici, che i tropici fossero il luogo dove le civiltà vanno a morire", sostiene Canuto, che porta avanti studi archeologici presso un sito del Guatemala conosciuto come La Corona. "Ma con le nuove prove ottenute con il LiDAR in America Centrale e ad Angkor Wat, in Cambogia, dobbiamo ora prendere atto che società complesse possono essersi formate ai tropici e da qui si sono espanse altrove".

"La tecnologia LiDAR sta rivoluzionando l'archeologia così come il telescopio spaziale Hubble ha rivoluzionato l'astronomia", spiega Francisco Estrada-Belli, un archeologo della Tulane University e National Geographic Explorer. "Avremo bisogno di 100 anni per analizzare tutti quei dati e capire davvero ciò che stiamo vivendo".

La ricerca ad ogni modo ha già rivelato sorprendenti aspetti della struttura degli insediamenti, dell'interconnessione urbana e della militarizzazione dei bassopiani dei Maya. Al suo apice, nel periodo classico dei Maya (tra il 250 a.C. e il 900 d.C.), la civiltà copriva un'area grande circa il doppio dell'Inghilterra medievale, ma era molto più densamente popolata.

"La maggior parte delle stime fissano la popolazione in circa 5 milioni di persone", dice Estrada-Belli, che dirige un progetto archeologico multidisciplinare a Holmul, in Guatemala. "Con queste nuove informazioni non è irragionevole pensare che in realtà vivessero lì tra i i 10 e i 15 milioni di persone, inclusi i molti che abitavano nelle zone paludose che molti di noi ritenevano fossero inabitabili".

Tutte le città dei Maya erano virtualmente connesse da strade rialzate abbastanza ampie da far pensare che fossero molto trafficate e usate per il commercio e altre forme di scambi. Queste vie erano soprelevate per consentire i collegamenti anche durante la stagione delle piogge. In un'area del mondo dove di solito le precipitazioni sono troppe o troppo poche, il flusso dell'acqua era meticolosamente pianificato e regolato da canali e invasi.

Tra le scoperte più sorprendenti c'è sicuramente l'ubiquità di mura difensive, bastioni, fortificazioni e terrazze. "Le guerre non si verificarono solo verso la fine della civiltà", dice Garrison. "Avvenivano su larga scala in maniera sistematica e sono andate avanti per anni".

La ricerca ha svelato anche migliaia di buche scavate dai "tombaroli". "Molti di questi nuovi siti sono nuovi per noi, ma non per i cacciatori di reperti", dice Marianne Hernandez, presidente della PACUNAM Foundation.

Il degrado ambientale è un altro motivo di preoccupazione. Il Guatemala perde oltre il 10% delle sue foreste annualmente e la scomparsa di habitat sta accelerando lungo la frontiera con il Messico per colpa degli abusivi che bruciano e spianano il terreno per fare spazio all'agricoltura e agli insediamenti umani.

"Identificando questi siti e sforzandoci di capire chi fossero queste antiche popolazioni speriamo di poter accrescere la consapevolezza dell'importanza di proteggere questi posti", aggiunge Hernandez.

La ricerca è la prima fase della "PACUNAM LiDAR Initiative", un progetto triennale che prevede la mappatura di 14 mila chilometri quadrati di bassopiani del Guatemala parte di una rete di insediamenti precolombiani che si estendevano a nord del Golfo del Messico.

"L'ambizione e l'impatto di questo progetto sono semplicemente incredibili", dice Kathryn Reese-Taylor, un'archeologa della University of Calgary specializzata nei Maya che non è coinvolta con la ricerca della PACUNAM. "Gli archeologi hanno scandagliato per decenni le foreste ma non si sono imbattuti in questi siti. Ancor più importante il fatto che non abbiamo mai avuto una visione d'insieme. Servirà davvero a sollevare un velo e ci aiuterà a vedere questa civiltà così come la vedevano gli antichi Maya".



http://www.nationalgeographic.it/wallpa ... 3846722/1/


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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 16/12/2021, 18:17 
Scoperta in Guatemala un’enorme città Maya con piramidi nascoste nella giungla
Con la mappatura ad alta tecnologia, gli archeologi hanno scoperto qualcosa di eccezionale, che suggerisce come milioni di persone siano state in grado di vivere in un'enorme città Maya

Immagine

Gli archeologi, utilizzando una tecnica di mappatura aerea 3D ad alta tecnologia, hanno trovato migliaia di case, edifici, opere di difesa e piramidi in quella che potrebbe essere stata un’enorme città antica Maya. Gli edifici sono stati rilevati nella fitta giungla della regione di Petén in Guatemala, suggerendo che milioni di persone vivevano lì più a lungo di quanto si pensasse. Oltre a queste scoperte, si suggerisce che la città Maya avesse campi agricoli e canali di irrigazione di dimensioni industriali, per fornire cibo ai milioni di abitanti che un tempo ospitava. La scoperta è stata fatta da una equipe di archeologi americani, europei e guatemaltechi che collaborano con la Mayan Heritage and Nature Foundation del Guatemala.

Lo studio stima che circa 10 milioni di persone potrebbero aver vissuto nelle pianure della città Maya. Ciò significa che probabilmente fosse necessaria una produzione alimentare di massa. Per fare ciò, i ricercatori hanno utilizzato una tecnica di mappatura chiamata LiDAR, che sta per rilevamento e portata della luce. Le immagini hanno rivelato che i Maya hanno alterato il paesaggio in un modo molto più ampio di quanto si pensasse in precedenza. In alcune zone, addirittura il 95 per cento della terra disponibile è stato utilizzato per coltivare cibo.

Immagine

Francisco Estrada-Belli, professore assistente di ricerca presso la Tulane University, ha affermato che “la loro agricoltura è molto più intensiva e quindi sostenibile di quanto pensassimo, e coltivavano ogni centimetro della terra. Gli antichi Maya prosciugarono parzialmente le aree paludose che non avevano riparo. Da allora il territorio in questione è stato considerato degno di essere coltivato”.

Inoltre, le vaste recinzioni difensive, i sistemi di fossati e terrapieni e i canali di irrigazione suggeriscono una forza lavoro altamente organizzata. Thomas Garrison, assistente professore di antropologia all’Ithaca College di New York, ha confermato che “qui c’è la partecipazione dello Stato, perché vediamo che sono stati scavati grandi canali che dovevano reindirizzare i flussi d’acqua naturali”.

Immagine

I 2.100 chilometri quadrati di mappatura effettuati ampliano notevolmente l’area che è stata intensamente occupata dagli abitanti di questa città Maya, la cui cultura fiorì approssimativamente tra il 1000 a.C. e il 900 d.C. I loro discendenti vivono ancora nella regione.

La mappatura ha rilevato circa 60.000 singole strutture, inclusi quattro importanti centri cerimoniali Maya con piazze e piramidi. La banca di immagini 3D estratte indica che la città Maya aveva una civiltà completa. Come spiegano il The Guardian, gli esperti hanno sottolineato che, a differenza di altre culture antiche, i cui campi, strade e annessi sono stati distrutti dalle generazioni successive dell’agricoltura, la giungla è cresciuta su campi e strutture Maya abbandonati, nascondendoli e preservandoli.

Immagine


https://www.meteoweb.eu/2021/12/scopert ... e/1748277/


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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 17/12/2021, 13:13 
l'ho visto questo documentario, davvero illuminante. La stessa tecnologia la si sta usando ance in Egitto mostrando che sotto al deserto c'è ancora tantissimo da rivelare.



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 17/12/2021, 14:59 
La mappatura ha rilevato circa 60.000 singole strutture


senza parole


anzi una: usassero il Lidar anche in Egitto, intorno e dentro alle piramidi e la sfinge.

anzi un'altra

avete visto con quale sicurezza gli esperti hanno dichiarato che le strutture tomografiche corrispondevano a mura e costruzioni, eppure vedete che l'immagine è molto simile a certe anomalie su Marte e Luna, e li dicono che sono "giochi di luce ed ombre"



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 18/12/2021, 13:10 
andreacorazza ha scritto:
La mappatura ha rilevato circa 60.000 singole strutture


senza parole


anzi una: usassero il Lidar anche in Egitto, intorno e dentro alle piramidi e la sfinge.



Lo hanno fatto, vidi anche un documentario in merito su National Geographic e le tracce trovate erano tantissime. Poi silenzio assoluto non se ne è saputo più nulla. Ma lo stesso si può dire di quanto scoperto in centro America, il documentario cui fa riferimento l'articolo è vecchio, io ricordo di averlo visto molto tempo fa, forse addirittura prima della pandemia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 18/12/2021, 15:01 
esatto
ma devono cercare meglio [:246]

si accorgerebbero della seconda grande galleria

vabbè, todo a su tiempo, todo a su lugar, dissero le Guide


riguardo ai Maya

il territorio è enorme, se vedi la mappa non sembrerebbe così grande, ma il 90% è foresta, se vuoi ti mando un mio libro, via mail, sulle mie avventure nella foresta colombiana, fai 3 passi in 15 minuti

[:298]



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 18/12/2021, 15:15 
La ricerca ha svelato anche migliaia di buche scavate dai "tombaroli". "Molti di questi nuovi siti sono nuovi per noi, ma non per i cacciatori di reperti", dice Marianne Hernandez, presidente della PACUNAM Foundation.

ecco, anche in Ecuador ci sono siti pre-inca suppostamente sconosciuti, ma i tombaroli stanno già li da decenni.

Per cui non scarto l'idea che queste "nuove scoperte" Maya siano in realtà riedizioni e rivisitazioni di posti già conpsciuti nei secoli passati e tornati alla luce solo dal punto di vista dei mas media



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 21/12/2021, 15:05 
andreacorazza ha scritto:
esatto
ma devono cercare meglio [:246]

si accorgerebbero della seconda grande galleria

vabbè, todo a su tiempo, todo a su lugar, dissero le Guide


riguardo ai Maya

il territorio è enorme, se vedi la mappa non sembrerebbe così grande, ma il 90% è foresta, se vuoi ti mando un mio libro, via mail, sulle mie avventure nella foresta colombiana, fai 3 passi in 15 minuti

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andreacorazza ha scritto:
La ricerca ha svelato anche migliaia di buche scavate dai "tombaroli". "Molti di questi nuovi siti sono nuovi per noi, ma non per i cacciatori di reperti", dice Marianne Hernandez, presidente della PACUNAM Foundation.

ecco, anche in Ecuador ci sono siti pre-inca suppostamente sconosciuti, ma i tombaroli stanno già li da decenni.

Per cui non scarto l'idea che queste "nuove scoperte" Maya siano in realtà riedizioni e rivisitazioni di posti già conpsciuti nei secoli passati e tornati alla luce solo dal punto di vista dei mas media



come qua in Italia del resto... I tombaroli conoscono alla perfezione dove sono situate le tombe etrusche o le aree in cui cercare tirando su veri e propri tesori (c'è un servizio delle iene in merito davvero sconvolgente). non voglio nemmeno immaginare cosa tirino su dal sottosuolo sardo ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Antica città scoperta nella fitta foresta pluviale
MessaggioInviato: 22/12/2021, 07:50 
inviato il testo
spero ti piaccia
vivere in una città sudamericana con pochi soldi è come viaggiare alla velocità della luce in pantofole, 100 cose che succedono ogni giorno, neanche in un film ti rovi tante volte a pensare: ma che sto facendo qui a quest'ora?

il libro è un epiostolario, lettere tra me che vivo li e un amico che esiiste davvero e davvero ha fatto la stessa cosa (andarsene da Roma a fine anni 90) ma in Inghilterra, ed ora è sposato con una inglese, ha 2 figlie e ha casa a fianco di Nick Mason, batterista dei Pink Floyd


[:287] Adios



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