Sono pietre messe oblunghe per ritto archeologicamente attestate. Bene e fino a qui lo vediamo anche noi senza bisogno di essere archeologi.
Ma la vera domanda è "per quale motivo quei preistorici dei nostri antenati si prendevano la briga di raddrizzare queste rocce dandole tutta questa importanza" tanto da, per rimanere in tema, riproporle su una moneta?
Certo afferivano alla sfera del "divino" (trascendente? o materiale? Boh... ci penseremo poi)
A mio avviso sono antiche reminescenze, come giustamente ricorda Mauro.
Ad ogni modo leggiamo anche l'interpretazione (perché di interpretazione si tratta) offerta nell'Enciclopedia Treccani
Cita:
BETILO (βαίτυλος baetylus; da bēt el, parole semitiche che significano
"casa del dio", e dio stesso). - Un'iscrizione proveniente dal Mithraeum di Dura chiama maṣṣēbōt o "bètilo" il dio della sorgente di Palmira, adorato a Dura; Filone di Biblo parla del dio fenicio Baitylos (Fragm., 19, i, 7). Il significato di b. si identifica con quello di maṣṣēbōt, cioè le massebe, che erano stele, o cippi, o pilastri di pietra, all'origine non lavorati o rozzamente levigati, spesso con qualche emblema raffigurante il sesso maschile nel caso che la pietra figurasse un dio, o la femminilità quando si trattasse d'una dea. Le massebe cananee erano situate su luoghi alti, detti bāmōt, dove, isolate o a gruppo, eran circondate da un cerchio di pietre che indicava la sede del nume ed il luogo di adorazione (Gezer, Tell es-Safi ecc.).
http://www.treccani.it/enciclopedia/bet ... Antica%29/Io sarò anche neo-evemerista dove leggo
casa del di(v)o, ma nel proseguio della descrizione che viene fatta dal Lilliu al riguardo ci vedo solo tanta interpretazione.
Non si capisce infatti per quale strano motivo si possa giungere alla seguente conclusione se non puramente attraverso una congettura dell'archeologo che si trova a dover spiegare qualcosa senza poter ricorrere a testimonianze dirette.
Cita:
All'origine del b. - maṣṣēbōt sta, dunque, un elemento aniconico di pietra, messo verticalmente, cioè nella posizione di una "figura animata", di una "forma vivente", che, per affondar per terra e drizzarsi al cielo, traduceva per il primitivo l'ideologia di una sorta di comunione cosmica nella quale anch'esso forse veniva a identificarsi.
Siccome non possiamo intervistare il "primitivo" accettiamo pure questa conclusione.
Ma allora perché non sostenere che invece il "primitivo", primitivo non era e quella pietra eretta corrisponde al tentativo di identificare un punto preciso che per un qualsiasi insondabile motivo risultava essere importante per l'autore dell'opera?!
Magari quella casa raffigurata nella moneta era la vera casa di un di(v)o dell'epoca (ed ecco il perché della presenza del betilo) ..