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 Oggetto del messaggio: CIVILTÀ MILLENARIE DEGLI STATI UNITI
MessaggioInviato: 10/01/2010, 18:45 
CIVILTÀ MILLENARIE DEGLI STATI UNITI

Forse suonerà molto strano ma oggi un visitatore che si reca negli Stati Uniti potrà apprezzare non solo le grandi città, gli sconfinati spazi, gli imponenti grattacieli e la grandiosità del suo impero economico ma, soprattutto i resti archeologi di civiltà che molto prima di Colombo abitarono questo territorio! Sì, perché gli Stati Uniti, sebbene abbiamo poco più di quattro secoli di storia alle spalle, sorgono su un continente molto più antico. Questo discorso lo avevamo affrontato già in Antichi abitanti del Nord America (vedi articolo, n.d.r.), dove si ipotizzava la presenza di civiltà perdute nel Nord America. Sì è venuto a conoscenza che queste civiltà, sebbene la loro provenienza sia ancora un mistero, avevano un nome e una struttura sociale ben salda, tanto da meritarsi l’appellativo di Maya del Nord America!
Non presenti su tutto il territorio degli Stati Uniti, ma situate in precise aree comprendenti alcuni stati, le civiltà (sviluppatesi duemila anni prima del fatidico 1492), date le loro caratteristiche urbane, sembrano far richiamo a culture remote nello spazio e nel tempo: che siano anche loro figli di qualche civiltà dimenticata? Prima di rispondere positivamente a questa domanda diamo un saggio delle varie civiltà succedutesi negli Stati Uniti prima dell’arrivo degli Europei.

LE CIVILTÀ DEL SUD –OVEST

Molto dopo le culture paleolitiche dei Sandia, dei Clovis e dei Folsom, ma sicuramente prima che le zone più aride fossero invase da sprezzanti cowboys a caccia di terre vergini, tre civiltà si stabilirono in queste zone a grandi linee per un aerea che comprende lo stato dell’Arizona, del New Mexico, dello Utah, del Colorado, del Nevada e anche del Messico Nord-occidentale! La civiltà Mogollom (1200-1400 D.C.) che adottò per prima l’agricoltura, la Hokokam, scomparsa verso il 1500, che adottò particolari sistemi di irrigazione delle zone desertiche! Infine, forse la più importante di tutte, poiché abbiamo documentazioni più ampie a riguardo, è la civiltà degli Anasazi (100 a.C. 1400 d.C.), antenati degli Hopi e degli Zuni, costruttori delle cittadella di Mesa Verde in Colorado, di Pueblo Bonito nel New Mexico e di Chaco Caynon! Secondo la tradizione Hopi, questi venivano dal Sud (Messico) e si stabilirono in Arizona pur non interrompendo gli scambi culturali con il territorio d’origine. Il ritrovamento di certe ossa aperte per succhiare il midollo ha fatto pensare agli Anasazi come possibili praticanti del cannibalismo!

Molto probabilmente, si estinsero o morirono in seguito alla sete dovuta un eccessivo sfruttamento del terreno! Abbiamo già avuto modo di dire che forse si tratta di una soluzione di comodo, ma considerato che siamo in una delle zone più aride del mondo forse non c’è da dubitare in merito. Forse l’Archeologia ci potrà dire qualcos’altro sulla loro scomparsa, un giorno. Citiamo infine le culture sviluppatesi nella Death Valley (zona desertica al confine tra California e Nevada): la Nevares Spring Culture sorta nel lontano 7000 a.C., quindi, ben prima della civiltà egizia, che fu il primo gruppo che visse in questa zona quando il fondo della valle era coperto per circa 90 miglia dal lago Manly. Dal 3000 a.C. all’anno 1 d.C. si sviluppò la Mesquite Flat Culture; dal 900 al 1100 d.C. la Saratoga Springs Culture e, infine, dal 1100 a oggi la Shoshonean Culture. Da dove venivano queste genti? Si trattava di semplici culture di poco conto sviluppatesi dal retaggio di genti preistoriche, oppure eredi di qualche altra cultura, lì stabilitisi, che li precedette e magari già autoctona?

MOUND BUILDERS - I COSTRUTTORI DI TUMULI

Stabilitisi nelle zone dell’Est (incluso New England) e del Midwest americano, la civiltà dei costruttori di tumuli (che sarebbero delle tombe piramidali, artificiali, dal significato spirituale e magico), la più nota tra altre culture che lì vi si stabilirono, si differenziò parecchio da quelle del Sud-Ovest per il semplice fatto che vissero di selvaggina e di piante piuttosto che di agricoltura; i centri principali di questa civiltà si trovano nella valle del fiume Ohio! Divisi tra Adena e Hopewell (i primi vissero dal 1000 a.C. al 200 d.C., i secondi dal 300 a.C. al 700 d.C.) questa cultura ha delle affinità sorprendenti con le culture megalitiche europee! Il più grande esempio può essere il Serpent Mound (Tumulo di Serpente) dello stato dell’Ohio. Al di là delle somiglianze con le civiltà megalitiche che fanno chiaramente pensare a un'origine comune e che potrebbero trovare appunto in Atlantide una spiegazione, gli studiosi non sanno da dove arrivino queste genti: chi dice Messico, chi dice Grandi Laghi! Possiamo attribuire tuttavia i tumuli a quella misteriosa razza di giganti (provenienti da altri mondi o da dimensioni parallele), che stando alle leggende indiane, dominarono un tempo il Nord America? Possiamo attribuire queste opere alla discesa, migliaia di secoli fa, di esseri extraterrestri nei territori degli Stati Uniti? Un vero rompicapo per l’Archeologia.

TEMPLE MOUND BUILDERS –I COSTRUTTORI DI TUMULI –TEMPIO

Chiari parenti dei costruttori di tumuli del Nord degli Usa, si differenziano rispetto a questi ultimi oltre che per i tumuli sopra citati anche per la costruzione di templi di legno che secondo alcuni hanno chiare origini centroamericane. Il sito più grande in questione si troverebbe a Cahokia, nello stato dell’Illinois, dove sembra che vissero 75.000 persone con una presenza di circa 75 tumuli. Stabilitisi in una zona comprendente i seguenti stati: Florida, Tennessee, Illinois, Mississippi, Lousiana, Arkansas, Indiana, Georgia, questa civiltà sviluppò molto l’agricoltura e il commercio, creando piste sfruttate dagli anglo-americani per la creazione di strade e autostrade. I loro discendenti possono essere trovati tra i Creek e i Natchez, ma è tra i Cherokee, stanziati tra Oklahoma e Carolina del Sud, che vi si possono trovare le tracce più marcate.

CULTURA DEL MISSISSIPI

Verso il 1200 a.C. nello stato del Mississipi si afferma la cosiddetta Cultura del Mississipi, sorta qualche secolo prima dell’arrivo degli Spagnoli e degli Francesi in queste zone. Secondo gli studiosi, era una civiltà molto avanzata che praticava l’agricoltura, la caccia e che ci ha lasciato notevoli reperti archeologici; tuttavia, non si sa molto di questa civiltà che porta ancora il marchio del mistero.

CITTÀ PERDUTE DEL NORD AMERICA

A detta di numerosi autori e ricercatori, nel vasto territorio che va dagli Stati Uniti meridionali fino al Canada, vi sarebbe la presenza di numerose città abbandonate, di misteriosi ruderi e strani resti archeologici: chi le realizzò? A che scopo ? Quando e perché? Come finirono le loro culture? Dove andarono in seguito le genti di queste città?

SCOPRIRONO L'AMERICA PRIMA DI CRISTOFORO COLOMBO...

In tutto il territorio statunitense vi si trova infine il passaggio di civiltà che si presume abbiano avuto, con le dovute eccezioni, poco a che fare con questo territorio. Citiamo i ritrovamenti di strutture archeologiche romane in Arizona, strutture di chiara origine cinese in California, presenze egiziane nei Mountain States e nel Midwest e, infine, ma non ne siamo sorpresi, rovine vichinghe nel New Hampshire, in Minnesota e nello stato dell’ Oklahoma!

Grosso modo queste sono le civiltà che riposano silenziose negli sterminati territori americani (oltre a quelle già nominate in Antichi abitanti del Nord America e a quelle famose che avrebbero avuto a che fare con queste terre). Non riscontriamo sfortunatamente, almeno per il momento, tracce archeologiche che vanno dalla zona dei grandi laghi a quelle zone che si affacciano sul Pacifico Occidentale, e neanche in quella zona centrale che occuperebbe il territorio del North e Sud Dakota, Kansas e Texas (L’Okhlaoma non vi figura poiché abbiamo detto che lì si trovano i discendenti di questi costruttori di tumuli-templi e le rovine vichinghe). Nonostante i ricercatori abbiano svelato numerosi segreti circa queste antiche società, non sappiamo da dove vengono. Il fatto che i templi e i tumuli siano dannatamente simili a quelli inglesi fa pensare che questi popoli avessero una comune origine! Potrebbe esserci la cultura di Atlantide alla base delle costruzioni dell'antica Gran Bretagna e dell'America?

ueste enigmatiche costruzioni potrebbero essere opera di Atlantidei rifugiatisi nel Midwest e nell’Ovest americano in seguito al diluvio? Le affinità tra due culture così lontane, ma entrambe antiche, e la provenienza di certe civiltà dal mare farebbe rispondere di sì, ma non possiamo darlo per certo, poiché potrebbe trattarsi solo di un caso, come del resto le piramidi sparse in tutto il globo. Potremmo considerare anche l'altro grande continente sommerso: Mu. Anche in questo caso siamo incerti poiché le culture dell’Est sono sorte molto prima rispetto a quelle dell’Ovest e quindi rimane l'enigma. Potremmo optare per gli Atlantidei, ma è solo un’altra strada senza uscita! Certo, la teoria è suggestiva, resa ancora di più dalla foto qui a fianco che mostra una piramide di sicuro stile egiziano: Egizi arrivati chissà per quali sconosciute vie in Arizona, oppure Atlantidei, o Lemuriani (che si dice appunto esportatori del modello architettonico della piramide) giunti là dopo il diluvio (ricordiamo che piramidi sono state individuate anche alle Hawaii)? Le ipotesi sono molteplici, molto probabilmente hanno tutte un punto in comune in qualche cultura passata come del resto le culture enigmatiche di qualsiasi parte del mondo!

Fonte
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.5712


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MessaggioInviato: 11/01/2010, 00:55 
Bell'articolo. Interessante, perché purtroppo delle antiche culture del Nord America e dei molti misteri che avvolgono le popolazioni sia moderne che antiche degli Stati Uniti, non si parla mai. Eppure ci sono tantissime cose interessanti, al riguardo.
Il guaio è che gli stessi americani non ne sono consapevoli. Se andrete in Illinois e chiederete di andare a visitare i resti di Cahokia, i locali non vi sapranno rispondere, perché essi ci vivono accanto senza sapere cosa sono quelle strane piramidi di terra! Questo è quello che è successo a un archeologo americano, quando ha voluto visitare i resti della città scomparsa!
Gli americani corrono dietro alle antichità degli altri continenti amareggiandosi di non essere una nazione "antica", ma non sono capaci di riconoscere le proprie, di antichità!
Eppure la cultura delle tribù di Americani Nativi e i reperti archeologici annessi, sono pieni di fatti e leggende misteriosi, a tal punto che ispirarono alcuni romanzi e racconti, in particolar modo "Il Tumulo" di Lovecraft, ispirato appunto alla cultura dei Tumuli dell'Oklahoma, e che narra di un mondo sotterraneo e di origine aliena, di cui appunto i tumuli sarebbero le entrate, e che avrebbe avuto contatti con il mondo della superficie in epoche remote....... vi consiglio di leggerlo, ma dopo prendetevi un buon sonnifero, perché vi assicuro che è terrificante....


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MessaggioInviato: 02/01/2011, 18:09 
ANTICHI ALLINEAMENTI DI PIETRE NEL CONNECTICUT?

Durante il solstizio d'estate, un pezzo di roccia bianca in una camera costruita da mani umane, in alto su un serbatoio d'acqua, presso la cittadina di Madison (Connecticut, USA), è illuminato dalla luce solare con una chiazza a forma di un pugnale. In un'altra parte della città, un terreno di 7 acri è pieno di muri di pietra, allineati alla luce del solstizio, con rocce a forma di serpenti, massi di quarzo bianco, sedili di preghiera e vari tumuli con forme circolari.

Queste figure formate da pietre sono tra le migliaia scoperte da Tom Paul, un ingegnere pensionato, lungo quello che lui chiama la "linea Hammonasset'. Paul crede che l'allineamento solare parta da una roccia di riunione del Consiglio dei nativi americani a Long Island, per attraversare il Sound, Madison e Killingworth, verso nord-ovest attraverso Waterbury e il Berkshires nel Catskills. Egli ha detto che pensa che molte delle formazioni di pietra siano antiche di migliaia d'anni e siano state costruite dai nativi americani per indicare l'alba del solstizio d'inverno e il tramonto del solstizio d'estate. Paul ha trascorso anni compiendo escursioni lungo la linea Hammonasset, documentando varie formazioni a tumulo, piattaforme di osservazione, strutture di pietra, sedili di preghiera e mucchi di roccia costruiti per assomigliare a tartarughe e serpenti. "Credo che si tratti di opere simili a Stonehenge", ha detto Paul. "Credo che questa linea sia antica, di migliaia di anni fa. Ma perché è stata costruita la linea? Chi l'ha costruita? Quanti gruppi diversi di nativi americani hanno osservato la linea? È' un enigma".


Glenn Kreisberg, vice Presidente della New England Antiquities Research Association, ha detto che trova 'qualche credibilità nel concetto che i nativi americani avessero realizzato costruzioni di pietre allineate l'una con l'altra e con eventi nel cielo e sull'orizzonte. Kreisberg ha detto che le strutture di pietre e altri manufatti e le prove che possano collegarle ai loro creatori sono difficili da trovare nella Nuova Inghilterra, dove il clima e l'ambiente sono tali da distruggerli rapidamente.

"Credo che nei casi in cui può essere dimostrato, attraverso la mappatura e la rappresentazione dei percorsi del sito, che esiste un allineamento tra siti litici ed eventi sull'orizzonte, questo dovrebbe essere considerato prova di importanza culturale, " ha detto Kreisberg, "e le stesse costruzioni di pietre debbano essere considerate elementi degni di conservazione e di studio accademico".

L'archeologo statale Nicholas Bellantoni ha detto che l'idea di Paul di una 'linea Hammonasset' è molto interessante, ma che sono necessarie ulteriori ricerche. "Molte altre prove devono essere sviluppate per confermare la teoria di un allineamento", ha detto. "Una prova potrebbe essere lo sviluppo di altre linee. Con tanti massi erratici di origine glaciale, pareti, pietre di superficie, ecc., nel nostro paesaggio, potrebbero esserci altri allineamenti che comportino un modello simile? Oppure la 'linea Hammonasset' è unica?" "Inoltre", ha aggiunto, "che motivo avrebbero avuto i nativi americani per realizzare tale "allineamento", nel quadro delle loro culture tradizionali?"

Paul ha detto che ha intenzione di continuare le ricerche sulla linea e di esplorare nuovi luoghi alla ricerca di ulteriori elementi di prova. "Ci sono tanti complessi, troppi per essere fatto dagli agricoltori o dai coloni", ha detto Paul. "Quando hai visto le cose che ho visto io, sai che nessun agricoltore ha fatto cose del genere".

http://www.antikitera.net/news.asp?id=9703&T=5


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MessaggioInviato: 09/02/2011, 16:53 
Antiche civiltà in Nord America




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 Oggetto del messaggio: Re: CIVILTÀ MILLENARIE DEGLI STATI UNITI
MessaggioInviato: 27/04/2015, 00:50 
ruote magiche di pietra

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http://www.informareonline.it/ruotemagichedipi.html


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 Oggetto del messaggio: Re: CIVILTÀ MILLENARIE DEGLI STATI UNITI
MessaggioInviato: 29/09/2021, 17:12 
Ritrovate negli USA impronte umane di 20 mila anni fa: si riscrive la storia dei primi popoli giunti in America
Negli USA, New Mexico, sono state scoperte impronte umane di 20mila anni fa. Secondo l'esperto, "Ora abbiamo più certezze sulle nostre origini"

Antiche impronte umane conservate nel terreno del Parco Nazionale di White Sands nel New Mexico sono state rinvenute dagli archeologi. Sono sorprendentemente antiche, come hanno riferito gli scienziati: risalgono a circa 23.000 anni prima dell’era glaciale.

I risultati, se resistono a un esame accurato, rinvigorirebbero il dibattito scientifico su come gli umani si siano diffusi per la prima volta nelle Americhe, il che implica che lo hanno fatto in un momento in cui enormi ghiacciai coprivano gran parte del loro percorso. I ricercatori che hanno sostenuto un arrivo così anticipato hanno salutato il nuovo studio come una prova definitiva. “Penso che questa sia probabilmente la più grande scoperta sul popolamento dell’America in cento anni“, ha detto Ciprian Ardelean, archeologo dell’Università Autonoma di Zacatecas in Messico che non è stato coinvolto nel lavoro. “Non so quali dei abbiano pregato, ma questa è una scoperta da sogno.”

Per decenni, molti archeologi hanno sostenuto che gli esseri umani si siano diffusi in Nord e Sud America solo alla fine dell’ultima era glaciale. Hanno indicato gli strumenti più antichi conosciuti, tra cui punte di lancia, raschietti e aghi, risalenti a circa 13.000 anni. La tecnologia era conosciuta come Clovis, dal nome della città di Clovis, NM, dove alcuni di questi primi strumenti vennero alla luce. L’età degli strumenti di Clovis si è perfettamente allineata con il ritiro dei ghiacciai. Questo allineamento ha rafforzato uno scenario in cui i cacciatori-raccoglitori siberiani si sono trasferiti in Alaska durante l’era glaciale, dove hanno vissuto per generazioni fino a quando i corridoi senza ghiaccio si sono aperti e hanno permesso loro di espandersi verso sud.

Ma a partire dagli anni ’70, alcuni archeologi hanno iniziato a pubblicare prove più antiche della presenza dell’umanità in Nord America. L’anno scorso, il dottor Ardelean e i suoi colleghi hanno pubblicato un rapporto sugli strumenti di pietra in una grotta di montagna in Messico risalente a 26.000 anni fa. Altri esperti erano scettici su reperti così antichi. Ben Potter, archeologo dell’Arctic Studies Center dell’Università di Liaocheng in Cina, ha affermato che alcuni di questi presunti strumenti potrebbero in realtà essere rocce dalla forma strana. Il dottor Potter ha anche messo in dubbio alcune delle date che gli scienziati hanno assegnato ai loro ritrovamenti. Se uno strumento affonda nel sedimento sottostante, ad esempio, potrebbe sembrare più vecchio di quanto non sia in realtà. “Ci sono problemi irrisolti con ognuno di essi“, ha detto il dottor Potter dei vecchi siti presunti.

Lo studio di White Sands ora aggiunge una nuova linea di prove per un arrivo anticipato: invece di strumenti, i ricercatori hanno trovato impronte. Le impronte sono state scoperte per la prima volta nel 2009 da David Bustos, il responsabile del programma di risorse del parco. Nel corso degli anni, ha coinvolto un team internazionale di scienziati per aiutare a dare un senso ai reperti. Insieme, hanno trovato migliaia di impronte umane su 80.000 acri del parco. Un percorso è stato fatto da qualcuno che camminava in linea retta per un miglio e mezzo. Un altro mostra una madre che mette a terra il suo bambino. Altre tracce sono state fatte da bambini.

Le impronte si sono formate quando le persone camminavano su un terreno umido e sabbioso sul margine di un lago. Successivamente, i sedimenti hanno riempito delicatamente le impronte e il terreno si è indurito. Ma la successiva erosione ha riaffiorato le impronte. In alcuni casi, le impronte sono visibili solo quando il terreno è insolitamente bagnato o asciutto, altrimenti sono invisibili a occhio nudo. Ma il radar che penetra nel terreno può rivelare la loro struttura tridimensionale, compresi i talloni e le dita dei piedi.

Anche mammut, lupi crudeli, cammelli e altri animali hanno lasciato impronte. Una serie di stampe mostrava un bradipo gigante che evitava un gruppo di persone, dimostrando che erano in stretta compagnia. “Ciò che è affascinante nello studio delle impronte è che presentano istantanee nel tempo“, ha detto il dott. Stewart. Il lavoro di determinazione dell’età delle impronte è stato affidato a Jeffrey Pigati e Kathleen Springer, due geologi ricercatori presso lo United States Geological Survey.

Nel 2019, sono andati a White Sands per avere un’idea del sito. Camminando intorno ad alcune delle impronte, i ricercatori a volte si sono imbattuti in antichi semi di erba di fossa che erano cresciuti vicino al lago. In alcuni punti, i semi abbondanti formavano spesse coltri. I ricercatori hanno riportato alcuni semi nel loro laboratorio e hanno misurato il carbonio in essi contenuto per determinarne l’età. I risultati sono stati uno shock: l’erba del fossato era cresciuta migliaia di anni prima della fine dell’ultima era glaciale.

Il dottor Pigati e la signora Springer sapevano che quei numeri sarebbero stati controversi. Così hanno intrapreso uno studio molto più ambizioso. “I dardi inizieranno a volare, quindi è meglio essere pronti per loro“, ha ricordato il dott. Pigati. Gli scienziati hanno scavato una fossa vicino a un gruppo di impronte umane e animali per ottenere una stima più precisa della loro età. Sul lato della trincea, potevano vedere uno strato dopo l’altro di sedimenti. Mappando attentamente il terreno circostante, sono stati in grado di tracciare le impronte di uomini e animali in sei strati nella trincea, intervallati da undici letti di semina.

I ricercatori hanno raccolto semi di erba da fossa da ogni letto e ne hanno misurato il carbonio. Queste misurazioni hanno confermato i risultati iniziali: le impronte più antiche sul sito, lasciate da un uomo adulto e da un mammut, erano situate sotto un letto di semi risalente a circa 22.800 anni. In altre parole, le persone che hanno lasciato le impronte hanno camminato intorno a White Sands circa 10.000 anni prima del popolo Clovis. Le impronte più giovani, secondo i ricercatori, risalgono a circa 21.130 anni fa. Ciò significava che le persone vivevano o visitavano regolarmente il lago per circa 2000 anni.

“Questa è una bomba“, ha detto Ruth Gruhn, archeologa dell’Università dell’Alberta che non è stata coinvolta nello studio. “A prima vista, è molto difficile da confutare.” Il dottor Potter ha elogiato il team di White Sands per le cure prestate nel nuovo studio, affermando che è il caso più forte mai realizzato per le persone nelle Americhe prima di 16.000 anni fa. Ma si sentirebbe più sicuro della straordinaria età delle impronte, ha detto, se ci fossero altre linee di prova oltre ai semi dell’erba del fosso. I semi potrebbero aver assorbito il carbonio più vecchio dall’acqua del lago, facendoli sembrare più vecchi di quanto non siano in realtà.

“Mi piacerebbe vedere dati più solidi, e non so se è possibile ottenere dati più solidi da questo particolare sito“, ha detto. “Se è vero, allora ha davvero delle profonde implicazioni”. Se gli umani erano ben radicati nel New Mexico 23.000 anni fa, devono aver iniziato a diffondersi dall’Alaska molto prima. “Questo inizia a far tornare indietro l’orologio“, ha detto il dottor Reynolds della Bournemouth University.

Alcuni ricercatori hanno sostenuto che gli individui potrebbero essersi diffuse nelle Americhe anche quando i ghiacciai erano al loro apice. Invece di viaggiare lungo la terraferma, avrebbero potuto spostarsi lungo la costa. In alternativa, il dottor Ardelean e i suoi colleghi hanno ipotizzato che i popoli possano aver viaggiato nell’entroterra più di 32.000 anni fa, prima che i ghiacciai dell’era glaciale raggiungessero la loro massima estensione e bloccassero quella rotta.

Secondo il Dr. Gruhn entrambi gli scenari sono rimasti possibili alla luce delle nuove prove di White Sands. Ci vorrebbe più lavoro per trovare siti precedenti che favorissero uno di essi rispetto all’altro. “Abbiamo molto da fare“, ha riferito. Bustos e i suoi colleghi hanno in programma ulteriori indagini a White Sands. Vogliono conoscere il comportamento delle persone che hanno lasciato le loro impronte lì. Cacciavano gli animali intorno a loro? Vivevano permanentemente al lago o lo visitavano solo? Ma i ricercatori devono lavorare velocemente. L’erosione che ha rivelato le impronte le cancellerà dal paesaggio nel giro di mesi o anni. Innumerevoli impronte stanno scomparendo prima ancora che gli scienziati possano posare gli occhi su di esse.

“È un po’ straziante“, ha detto Bustos. “Stiamo correndo per cercare di documentare ciò che possiamo”.


https://www.meteoweb.eu/2021/09/ritrova ... a/1726087/


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 Oggetto del messaggio: Re: CIVILTÀ MILLENARIE DEGLI STATI UNITI
MessaggioInviato: 21/04/2022, 18:49 
Crescentis, la città di 12.000 anni sotto l’acqua al largo della Louisiana


Sembra che al giorno d’oggi tutto sia stato scoperto, tutto sia stato ormai portato alla luce del sole. Giusto? Sbagliato, anzi, sbagliatissimo. I satelliti possono anche mostrarci immagini straordinarie dallo spazio profondo, ma ci sono abissi che ancora restano inesploarti, e sono i fondali marini e oceanici. Il nostro pianeta è ricoperto per la maggior parte da acqua, e nei luoghi più profondi nessuno è mai arrivato. Qualcuno, però, non ha perso la voglia di cercare: parliamo oggi di George Gelè, ex architetto, archeologo dilettante, che nel marzo 2022 ha rilasciato alcune interviste sostenendo di aver scoperto una città al largo dello stato della Louisiana. L’ha chiamata Crescentis, e dopo una vita spesa ad indagarne i segreti spera solo che qualcuno voglia raccogliere il suo testimone.

Una vita per Crescentis
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Prima di liquidare tutta la faccenda come l’ennesima trovata del visionario di turno, parliamo un po’ di George Gelè, un distinto signore che ha passato la settantina e che ha esercitato in passato la professione di architetto. Tutto ebbe inizio nel 1974. Gelè venne a sapere di alcune anomalie che si verificavano nel Golfo del Messico, al largo delle coste della Louisiana. Là, sul fondo dell’acqua, c’erano dei massi di granito, la cui presenza non era facile da spiegare. Il granito, infatti, non si trova in Louisiana. A questo si aggiungevano i racconti dei pescatori locali.

Questi sostenevano che, arrivando ad un certo punto del mare, i loro strumenti di bordo iniziavano ad impazzire, e le bussole non segnavano più il nord. Insomma, si registravano fenomeni strani proprio come nel triangolo delle Bermuda. Gelè si incuriosì e iniziò a promuovere, con i suoi soldi, una serie di spedizioni subacquee che si sono susseguite fino ai giorni nostri. Alla fine il conto arriva a più di 40, ed hanno portato ad alcune scoperte sicuramente interessanti.

Gelè ha trovato grossi blocchi di granito, di varie dimensioni. Alcuni di quelli che ha riportato a galla hanno inequivocabile fattura umana. Ma, visto che il granito non è una pietra della zona, è fuori discussione che quei blocchi siano statti messi lì da qualcuno. Anche i pescatori di gamberi, per decenni, hanno tirato su nelle loro reti tali blocchi. L’ex architetto ha anche mappato la zona, con sonar e scandagli, giungendo ad alcune conclusioni, dapprima timide e poi sempre più audaci.
C’era una volta Crescentis

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In un’intervista che risale al 2011, Gelè appariva molto possibilista. Diceva di aver trovato il granito, di averne trovato una notevole quantità ammucchiata accanto alle isole Chandeleur, che sono disabitate e si trovano davanti alla costa di New Orleans, a circa 80 chilometri. La quantità di granito rinvenuta era notevole: il mucchio arrivava ad oltre 4 metri di altezza. Il lato maggiore misurava oltre 200 metri, e quello minore circa 60. Le ipotesi che all’epoca avanzava l’archeologo dilettante erano svariate, e restano ancora tutte sul piatto.

La prima dice che quel granito venisse scaricato come materiale di zavorra dalle navi in avvicinamento, per sgravare il loro peso. Oppure quel sito poteva essere stato usato come discarica per materiali da costruzione non più utili. Ancora, poteva trattarsi dei resti di una barriera subacquea la cui erezione non era mai stata ultimata. L’ultima ipotesi, la più folle, prevedeva che quei resti potessero risalire a 12.000 anni prima, quando le isole Chandeleur non erano isole ma facevano parte delle terre emerse.

Già all’epoca, però, era chiara quale fosse la posizione di Gelè, che al contempo diceva di rimettersi all’opinioni degli archeologi professionisti. Il suo interesse per quel sito sottomarino era nato anche prima del 1974, già negli anni Sessanta, quando aveva iniziato ad appassionarsi alle antiche civiltà. Si era detto: se abbiamo prove dell’esistenza di antiche civiltà in Messico, perché non anche in Louisiana? Se gli altri studiosi liquidarono rapidamente la faccenda, lui non lo fece.
Alla ricerca di Crescentis

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Le immersioni si susseguirono alle immersioni. Gelè ha continuato ad esplorare il sito in cui si ammucchiano grossi blocchi di granito, e in cui le navi perdono la bussola. Nel marzo del 2022 ha infine rilasciato un’altra intervista, in cui abbandona ogni timidezza e dichiara in modo deciso e convinto quanto crede di aver scoperto. Quei blocchi non sono solo ammucchiati: non sono zavorra buttata dalle navi né resti di altro tipo. Risalgono davvero a 12.000 anni fa e sono quello che resta di una grande piramide non dissimile da quelle che troviamo a Giza, in Egitto. Gelè ha chiamato il sito Crescentis, e a suo parere là sotto ci sono molti edifici nascosti sotto la sabbia e il limo. La piramide è la parte centrale, e sarebbe da questa costruzione che deriverebbero le anomalie elettromagnetiche che causano problemi ai naviganti.

Il suo studio è pieno di mappe, di scandagli, di tutti i documenti che ha ricavato dalle sue immersioni. Ha mostrato anche alcuni dei blocchi riportati in superficie. Secondo lui, è chiaro che sono resti di costruzioni, tanto che si vede addirittura una grondaia. Costruzioni erette prima che il livello dell’acqua salisse drasticamente, alla fine dell’ultima Era Glaciale. Erette probabilmente da una civiltà più antica di quelle di Maya, Inca e Aztechi che proliferarono nei territori limitrofi.

Gelè dice che con gli strumenti moderni non dovrebbe essere difficile provare le sue deduzioni. Lui si è autofinanziato in tutti questi anni, ben 50 anni di immersioni, esplorazioni e studi. Adesso chiede aiuto alle autorità e anche alla gente comune tramite donazioni. George Gelè afferma semplicemente “voglio solo la verità.” Ma le autorità non hanno interesse a proseguire quella ricerca che lo ha impegnato praticamente per l’intero arco della sua vita.
Tutte fantasie, o ci potrebbe essere qualcosa di vero?

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Già negli anni Ottanta uno studio promosso da Texas A&M ha concluso che il granito rinvenuto sotto le acque della baia di New Orleans non è altro che il materiale di risulta scaricato dalle navi spagnole e francesi prima di avvicinarsi alle secche e a fondali più bassi. Secondo invece il professore di archeologia Rob Mann non c’è alcunché di misterioso in quegli scarti di pietra, visto che negli anni Quaranta si iniziò a costruire una barriera corallina artificiale, ma senza successo. Secondo Mann non servono altre missioni subacquee, basta cercare negli archivi per trovare quella verità invocata da Gelè.

In altre parole, non c’è nessuno che abbia interesse o voglia nel proseguire il lavoro dell’ex architetto, che dalla sua parte sembra avere solo i pescatori di gamberi. Intervistato dall’emittente WWL TV, Ricky Robin, pescatore, ha detto che sono anni che lui e i suoi colleghi si trovano a combattere contro le anomalie elettromagnetiche quando si trovano a navigare nei pressi della piramide subacquea di Crescentis. Secondo lui, che ha accompagnato diverse volte Gelè nelle sue spedizioni, anche le pietre pescate a volte vengono dalla piramide, dalla punta, per l’esattezza.

La piramide, secondo i calcoli di Gelè, dovrebbe essere alta poco meno di 90 metri. Quello che sostiene è che si tratti di una costruzione umana, non solo di un mucchio di pietre messe lì a casaccio.

Tutto quello che so è che qualcuno, 12.000 anni fa, ha costruito una città qui, a Chandeleur. Non so se viaggiavano a bordo di UFO, quello che so per certo è che hanno lasciato un mucchio di pietre in granito, e che sono tutte là fuori.

Quelle pietre, però, sono sepolte sotto quasi 100 metri di sabbia, limo, detriti, e riportarle alla luce non è impresa da poco. Gelè, sul suo sito ufficiale, promuove una raccolta fondi per Crescentis, perché è convinto che la verità è là fuori e a settant’anni suonati non ha perso la voglia di cercarla. Per i più, è solo un vecchietto un po’ svitato. Però quei massi di granito sono davvero dove dice che siano, e non dovrebbero semplicemente essere lì.
La strada per Crescentis porta ad Atlantide?

Ancora una volta ci troviamo di fronte a costruzioni sommerse, così come altre ne abbiamo trovate in altri luoghi del mondo: Yonaguni, tanto per citarne una. Ancora una volta, il mondo accademico si rifiuta di vedere, anche solo di prendere in considerazione che si possa davvero trattare dei resti di civiltà antichissime. Questo semplicemente perché per la storia ufficiale 12.000 anni fa non esistevano ancora civiltà evolute.

Ma forse una è esistita. Platone l’ha chiamata Atlantide e in tanti l’hanno cercata nel corso dei secoli. Poiché risale a tanti, tanti secoli or sono, a millenni addirittura, trovare testimonianze della sua effettiva esistenza non è facile. Però abbiamo trovato indizi, un mucchio di indizi: e se due indizi fanno un sospetto, tre e più fanno qualcosa che si avvicina pericolosamente alla verità. La verità che George Gelè cerca da quasi cinquant’anni.

Crescentis potrebbe essere una propaggine di Atlantide, una delle sua colonie, una delle sue città. Nessuno è curioso di andare a vedere, di saperne qualcosa in più. Certo, in un mondo in cui ci sono tante necessità, spendere soldi per andare alla ricerca di una città perduta sepolta ad ettolitri d’acqua potrebbe sembrare una follia. Ma a volte viene da pensare che potrebbero essere gli unici soldi davvero ben spesi, per recuperare un passato che avrebbe il potere di riscrivere il presente e cambiare il futuro.
Fonti:

https://www.ancientpages.com/2022/03/09 ... louisiana/
https://www.ancient-origins.net/news-my ... ds-0016488
https://www.theadvocate.com/baton_rouge ... a11d9.html
https://973thedawg.com/amateur-archeolo ... louisiana/
https://www.spreaker.com/user/8166768/f ... st-100_200
https://www.thestbernardvoice.com/news/ ... january-11
https://www.wwltv.com/article/news/loca ... 9e6dc35918
https://arcexplorations.com/


https://www.saggiasibilla.com/2022/04/1 ... louisiana/


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