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 Oggetto del messaggio: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 08/08/2010, 10:30 
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Ritengo opportuno con questo articolo provare a gettare luce su un reperto archeologico molto controverso, l’oggetto catalogato WAK8535. Si tratta di un oggetto stranissimo, analizzato da Zecharia Sitchin in profondità, anche se personalmente ritengo che abbia tralasciato nella sua analisi uno ‘spicchio’ fondamentale. Tale oggetto è diviso in 8 ‘spicchi’ ognuno dei quali contenente dei segni cuneiformi, delle sillabe, e delle linee molto particolari come possiamo vedere in alto.

Nei suoi libri Sitchin offre solo un disegno fatto a mano e non una foto. Ciò ha spesso messo in dubbio il fatto che tale reperto esistesse realmente o che fosse esattamente come riportato nei libri dell autore, una obiezione che viene mossa spesso a riguardo dei disegni di sigilli presenti nei suoi libri. Sono andato a prendere una foto della incisione originale, da un sito di riproduzioni di tavole e sigilli mesopotamici:

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L’ oggetto, che contiene una serie di linee e tracciati stellari, altri glifi, e segni cuneiformi, venne trovato a Ninive ed è fatto risalire al VII secolo a.C. però i segni cuneiformi letti in assiro non hanno nessun senso. Lo spicchio che Sitchin commenta nel suo libro presenta una ‘rotta’ che congiunge un triangolo ripieno di segmenti orizzontali con un altro triangolo (vicino al centro della tavoletta) contenente dei pallini e dei simboli cuneiformi:

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Di fianco alla linea che congiunge i due triangoli si trova il nome di Enlil e si riconosce il glifo di MUL (pianeta/corpo celeste) alla fine di una frase che Sitchin traduce con ‘Enlil viaggia verso i pianeti’:

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I segni cuneiformi di fatto confermano il nome Enlil e il termine ‘pianeti / oggetti celesti’; poco sopra questa serie di caratteri cuneiformi ne compaiono altri due, e al di la della linea di congiunzione dei due triangoli stanno altri due glifi. Il primo di queste due serie è lo stesso, è sempre MUL. Sitchin afferma che i glifi significano: MUL (KAKKAB) APIN e MUL (KAKKAB) DILGAN. Purtroppo il glifo corrispondente a DILGAN non è ben leggibile, ma quello per APIN lo è:

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A proposito di questo termine segnalo che critici come Ian Lawton o Gerald Foster fanno notare che Sitchin traduce con ‘Dove è svolto il giusto cammino’, mentre in ogni versione dei lessici APIN è l’ aratro. Questo è senz’ altro vero, infatti questo è uno dei pochi errori di Sitchin, ma non è un errore di traduzione, bensì di ‘licenza’. L’ errore è lo stesso che commette con il termine RAKIA quando afferma che significa letteralmente ‘bracciale martellato’. Abbiamo visto QUI che non è una traduzione letterale bensì una ‘estensione’ perché Rakia significa ‘qualcosa di espanso / piatto e battuto / martellato’. Bene nel caso di APIN Sitchin fa lo stesso raggionamento / errore. Lui afferma che si traduca ‘where the right course is set’ ma in effetti sta facendo una estensione. Infatti la A di APIN è una particella locativa che generalmente viene posta alla fine del termine, ma in alcuni casi, se il termine inizia con A, viene messa di fronte al termine facendone cadere la A iniziale. Tale particella significa ‘dove – nel luogo in cui’, e il termine APIN è l’ aratro. Ma cosa è un aratro? Un attrezzo per fare solchi e filari, che corrono dritti in un campo. L’ aratro serve per tracciare filari dritti, il ‘giusto percorso’ per la semina. Ecco il signficato di ‘dove’ e ‘il gusto percorso’. E’ una licenza molto fastidiosa, e i critici fanno bene a segnalare l’ errore di Sitchin, ma che non pecca in riscontro nel significato.

L’ altro termine, DILGAN, viene tradotto da Sitchin come ‘La prima stazione’ identificando Giove. Il termine, dal sumero DIL.GAN ha in effetti questo significato (DIL = Uno + GAN2 = campo, fermata, porzione di terra).

Sitchin analizza superficialmente alcuni altri spicchi osservando che contengono scritte che possono essere fatte risalire a una funzione di indicazione di mansioni per il viaggio verso la terra e per il viaggio nel cielo dalla terra, come lo stivare derrate alimentari, raccogliere acqua, o disposizioni di volo quali ‘rallentare, salire, aggirare le montagne’ etc.

Questa analisi di Sitchin é stata criticata ancora una volta da Ian Lawton, il quale manifesta la sua perplessità su questi termini e si chiede se sia verosimile descrivere delle rotte di volo con termini così elementari. Inoltre aggiunge che difficilmente in una serie di indicazioni simili potrebbero trovarsi mischiate istruzioni di volo e compiti da assolvere a terra come per esempio lo stivare grano. Possiamo lasciare a Lawton la sua perplessità ma non possiamo non affermare che Lawton evidentemente non conosce come vengono o dovrebbero essere condotte le analisi linguistiche di reperti del passato. Non si può infatti analizzare un testo antico senza calarsi nel modo in cui quel popolo usava la propria lingua. I termini presenti, in cuneiforme misto accadico e sumero, sono effettivamente ‘elementari’ per noi, ma dobbiamo calarci nella mentalità dell’ epoca. Con questi termini per noi elementari, il cuneiforme esprimeva intere idee. Il cuneiforme veniva poi completato da una trascrizione sillabica (traslitterazione) che aggiunge particelle, tempi verbali etc, in modo da ottenere una frase più completa e sensata. Inoltre non dovremmo aspettarci che una tavola simile sia scritta in modo ‘tecnico’ per noi, ma comprendere che essa era una sorta di ‘riassunto’ documentale di una o più rotte di viaggio. Viaggio che ovviamente gli Anunnaki (nel caso dello spicchio preso in esame, Enlil) sapevano già bene come compiere. Quindi la tavoletta non era un ‘manuale’ da cui qualcuno dovesse imparare ma solo un documento che descriveva a grandi linee i percorsi e le operazioni.

Altresì non dobbiamo sottovalutare l’ aspetto linguistico della tavoletta. Quando noi leggiamo nella tavola i glifi AN (alto/cielo) KUR (montagna) GIRIM (scivolare / planare) ILI (sollevarsi) non dobbiamo reputarli indicazioni elementari guardando il singolo significato, ma dobbiamo ragionare come un sumero che scriveva SOLO con quei glifi, ed era abituato a ragionare e leggere in base a quei glifi. Per esempio il fatto che in successione si trovi tre volte il glifo KUR rappresenta per un lettore sumero non tre volte il termine ‘montagna’ ma il significato ‘gruppo di montagne’. In successione AN + KUR + KUR + KUR + GIRIM + ILI prenderebbe per esempio il significato di ‘dal cielo il gruppo di montagne planare e innalzarsi’, interpretabile come ‘nella discesa dall’ alto planare e innalzarsi sulle montagne’.

Mi sto spingendo in una mia personale interpretazione, ovviamente, e non voglio che questa sia presa come buona; mi serve solo per far capire come non abbia senso pretendere di trovare, in un documento redatto in caratteri cuneformi, per loro natura astratti e ‘incompleti’, indicazioni dettagliate secondo il nostro paradigma linguistico.

La unica altra analisi, a parte quella di Sitchin, fatta su questo reperto, viene da uno studio che sostiene che essa sia una mappa stellare, o un astrolabio, che riproduce il cielo mesopotamico del 3300 a.C.

Gli studiosi sono concordi sul fatto che si tratti di un manufatto di epoca sumera o comunque legato all’ epoca sumera dal suo contenuto. Non è però dato sapere come questa tavola vada letta. Si suppone che essendo circolare e presenti spicchi che puntano verso il centro, essa sia una rappresentazione della volta celeste con punto di osservazione nel centro. Se una persona, insomma, posta nell’ ideale centro nel 3300 a.C., avesse alzato lo sguardo a 180°, avrebbe visto esattamente la situazione immortalata in questa tavola.

Dovremmo quindi riconoscere in questa tavola degli oggetti stellari a noi noti, e infatti il sito Ancient Impressions, che tratta riproduzioni di questa tavola e ne offre una descrizione accurata, ci riporta che:

The tablet depicts a circle divided by radial lines into eight equal sectors. The lines radiating from the center define eight stellar sectors of 45 degrees each. Star figures are found in six of these sectors. “God names” are used to signify Orion and the Milky Way, in addition to known Sumerian star/constellation names.

[…]

The constellations depicted in each sector are drawn as dots representing stars, connected by lines. Constellation figures are identifiable in the six undamaged sectors. The stars and constellations shown are identified as:


(1) Libra

(2) not identified

(3) Sirius (Arrow)

(4) Pegasus & Andromeda (Field & Plough)

(5) not identified

(6) Pleiades

(7) Gemini

(8) Hydra, Corvus & Virgo.

Thus the circular star map divides the night sky into eight sectors and illustrates the most prominent constellations and their direction of movement.

E’ interessante notare che non si fa menzone della riconoscibilissima Orione, e della costellazione presente nello spicchio trattato da Sitchin. Infatti il termine APIN nelle costellazioni babilonesi era l’ Aratro, il ‘Grande Carro o Orsa Maggiore’. La lista qui sopra invece identifica l’ Aratro come parte del sistema Pegaso – Andromeda.

Se la tesi della mappa celeste è vera, nelle notti del 3300 a.C. avremmo dovuto vedere una situazione simile con, per esempio, Orione quasi a 180° rispetto all’ Orsa Maggiore, o a Pegaso e Andromeda, come rappresentato nella tavola. Ebbene con il programma di simulazione Stellarium sono andato a verificare la situazione celeste nel 3300 a.C., precisamente al 6 Marzo, così come appariva a Baghdad, in Iraq (Sumer).

Dalla simulazione risulta che Orione di notte non è visibile poiché sotto il piano dell’ orizzonte, dal quale ‘sorge’ ad Est intorno alle 8.30 del mattino, la posizione dell’ Orsa Maggiore invece a questo orario è Nord circa 30° rispetto all’ orizzonte mentre la posizione del sistema Andromeda-Pegaso è ancora più distante, si trova infatti a Sud ben più alta sull’ orizzonte. Durante il giorno poi Orione tramonta ad Ovest alle 18.30 circa, quando Andromeda-Pegaso non sono più visibilli e l’ Orsa Maggiore è ancora alta nel cielo a Nord-Ovest. Dalle 19.30 Orione non è più visibile, mentre L’ Orsa Maggiore è ancora alta e vi rimane per tutta la notte fino a circa le 5 del mattino quando sorge il sole.

Questa simulazione ci mostra che MAI da Sumer si poteva vedere Orione in posizione opposta al sistema Pegaso-Andromeda o all’ Orsa Maggiore, tantomeno di notte quando Orione non è visibile. Ritengo quindi errata l’ interpretazione che è stata data di questa tavola, almeno fino a che non sarà possibile conoscere i metodi utilizzati da chi sostiene tale interpretazione.

Da parte mia, mi sento affermare che linguisticamente la traduzione fatta da Sitchin é verosimile, e che la tesi sostenuta nel sito Ancient Impression circa il significato di questo reperto sia fallace.

Di seguito le immagini della simulazione:

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Figura 1: Orione sorge ad Est alle 8.30 del mattino

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Figura 2: Orsa Maggiore (Apin secondo Sitchin) alta sull orizonte lontana da Orione

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Figura 3: Pegaso-Andromeda (Apin secondo Ancient Impressions) a Sud molto alta sull Orizzonte

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Figura 4: Orione tramonta ad Ovest alle 18.30, mentre Andromeda-Pegaso non é più visibile e l’ Orsa Maggiore é ancora alta.

A cura di Alessandro De Montis

Fonte: http://nemsisprojectresearch.blogspot.c ... k8535.html - http://codenamejumper.wordpress.com/201 ... o-wak8535/


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MessaggioInviato: 09/08/2010, 02:57 
Cita:
Messaggio di 2di7
Ritengo opportuno con questo articolo provare a gettare luce su un reperto archeologico molto controverso, l’oggetto catalogato WAK8535.


Il reperto è catalogato come K8538 ed è conservato al British Museum

http://www.phys.uu.nl/~vgent/babylon/babybibl.htm
http://www.hunttreasure.net/700-bc-clay ... mpact/1068

"Una tavoletta Sumera, riporta la cronaca della caduta di un asteroide; riscritte le presunte conoscenze astronomiche degli antichi. Le conoscenze astronomiche degli antichi..."
http://storiadossier.blogspot.com/2009_ ... chive.html



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Vorrei proporre alla benevola considerazione del lettore una teoria che potrà sembrare paradossale e sovversiva. La teoria è questa: che sarebbe opportuno non prestare fede a una proposizione fino a quando non vi sia un fondato motivo per presupporla vera. (Bertrand Russell)
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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 20/09/2015, 11:02 
Un antico cataclisma cosmico registrato sulla “mappa stellare sumera” di 5 mila anni fa?
Un disastroso evento avvenuto 9800 anni fa sconvolse le Alpi austriache. Due ingegneri sono convinti che il cataclisma cosmico era conosciuto dai Sumeri e registrato su un reperto definito “Mappa Stellare Sumera”

L’Evento di Köfels è una gigantesca frana verificatasi sulle Alpi austriache circa 9800 anni fa, spessa oltre 500 metri e con un fronte lungo almeno 5 chilometri.

Le caratteristiche enigmatiche dell’evento hanno sconcertato gli archeologi per un bel po’ di tempo.

L’ipotesi è che la gigantesca frana sia stata causata dall’impatto di un asteroide (di qui anche l’espressione “Impatto di Köfels”), anche se non tutta la comunità scientifica è concorde su questa teoria.

Le ragioni dell’impatto vengono trovate dalla presenza di roccia fusa. Al momento, gli unici processi noti in grado di generare questo fenomeno sono l’attività vulcanica o l’impatto di corpi celesti con la superficie terrestre.

Tuttavia, i ricercatori che non concordano con l’ipotesi dell’impatto avanzano la possibilità che la roccia fusa sia il risultato del calore generato dall’attrito opposto dalla parete montuosa all’avanzata della frana.

Questo non ha impedito a due ingegneri britannici di pubblicare un libro nel quale sostengono che l’Evento di Köfels sia stato causato da un meteorite, che abbia ispirato numerosi miti nelle culture antiche e che sia stato registrato su un’antica tavoletta d’argilla sumera.

Alan Bond e Mark Hempsell, nel loro libro “A Sumerian Observation of the Kofels’ Impact Event”, sostengono che la tavoletta sumera documenti l’impatto di un asteroide avvenuto il 29 giugno 3123 a.C., divenendo la fonte di numerosi miti, tra cui la distruzione di Sodoma e Gomorra e del mito greco di Fetonte, il figlio del dio del Sole Apollo che mentre faceva un giro sul carro del padre, prese fuoco schiantandosi al suolo.
[img]www.ilnavigatorecurioso.it/wp-content/uploads/2015/09/evento-di-Köfels.jpg[/img]
I due ingegneri, ritraducendo la tavoletta scritta in caratteri cuneiformi, si sono persuasi che l’evento documentato dai sumeri sia da collegare all’Evento di Köfels.

Però, la loro teoria presenta dei problemi, il più importante legato alla cronologia. La datazione al radiocarbonio eseguita su alcuni tronchi d’albero sepolti dalla frana hanno restituito un’età di circa 9800 anni, circa 4 mila anni prima che venisse scritta la tavoletta sumera.

Inoltre, non sembra esserci nessun cratere sul sito di Köfels. Tuttavia, tutti ammettono che mancato prove definitive per escludere o affermare in maniera definitiva la causa dell’evento.

Allora, qual è la connessione tra la sofisticata mappa stellare dei sumeri e l’enigmatico evento avvenuto in Austria?
Immagine La tavoletta cuneiforme si trova nella collezione del British Museum, nota come “Il planisfero” e registrata con il codice K8538. Ancora in fase di studio, la tavoletta fornisce la straordinaria prova dell’avanzatissima astronomia sumera.

La tavoletta fu recuperata nel tardo 19° secolo nella biblioteca sotterranea del re Assurbanipal a Ninive, Iraq.

Per molto tempo si è pensato che fosse un reperto dell’impero assiro, ma il confronto computerizzato tra l’inscrizione e la volta celeste della Mesopotamia del 3300 a.C. ha dimostrato la sua più antica origine sumera.

Si tratta di un vero e proprio “Astrolabio”, il primo strumento astronomico conosciuto. Si compone di un cerchio segmentato con le marcature di misura dell’angolo per calcolare la posizione delle stelle.

Purtroppo, parti considerevoli del planisfero sono mancanti (circa il 40%), conseguenza dwi danni che risalgono al saccheggio di Ninive. Ll’esame della tavoletta d’argilla rivela la presenza delle costellazioni e dei relativi nomi.

Grazie all’utilizzo di un software in grado di simulare le traiettorie e le posizioni dei corpi nel cielo di migliaia di anni fa, i ricercatori hanno concluso che il planisfero sumero registra gli eventi astronomici avvenuti entro il 29 giugno 3123 a.C. (calendario giuliano).

L’aspetto che ha incuriosito i ricercatori è la presenza su una metà della tavoletta di un oggetto abbastanza grande da farsi notare.

L’osservazione suggerisce che possa trattarsi di un asteroide di tipo Aten, ovvero un asteroide facente parte del gruppo dei near-Earth caratterizzati da un’orbita con semiasse maggiore inferiore ad un’unità astronomica. Il nome del gruppo deriva da quello dell’asteroide Aten, il primo oggetto di questo tipo ad essere scoperto; fu individuato il 7 gennaio 1976 da Eleanor Helin.
Immagine
L’oggetto riportato sulla tavoletta sumera, in proporzione, misurerebbe più di un chilometro di diametro e la sua traiettoria sarebbe coerente con l’impatto di Köfels.

Infatti, secondo i due ingegneri, la peculiare traiettoria dell’asteroide spiegherebbe perché non vi sono segni d’impatto sul sito. L’angolo di arrivo sulla Terra sarebbe stato molto stretto (circa sei gradi), il che significa che l’asteroide, più che impattare sul terreno, avrebbe tagliato la cima di una montagna chiamata Gamskogel, a circa 11 chilometri da Köfels, causando la catastrofica valanga.

Nonostante i presupposti delle teoria di Alan Bond e Mark Hempsell siano in gran parte accettati, rimane il dubbio sulla discrepanza cronologica: secondo il radiocarbonio, l’Evento di Köfels è avvenuto circa 9800 a.C., mentre la tavoletta sumera risale al IV millennio a.C. Come spiegare questa incongruenza?

Le possibili soluzioni sono : 1) la teoria dei due ingegneri britannici e sbagliata e la tavoletta sumera registra un evento differente non ancora compreso; 2) i risultati al radiocarbonio potrebbero essere stati viziati da difetti nei campioni; 3) i sumeri sapevano del catastrofico impatto avvenuto 4 mila anni prima, tramandandolo sulla tavoletta prodotta nel 3123 a.C.

Ad ogni modo, le analisi e gli studi sul Planisfero sumero e del sito di Köfels non sono conclusi. La comprensione di queste due storie del passato terrestre potrebbero svelare agli studiosi sorprendenti conseguenze.

http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... a-anni-fa/


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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 20/09/2015, 12:18 
nemesis-gt ha scritto:
secondo il radiocarbonio, l’Evento di Köfels è avvenuto circa 9800 a.C.


E' lo stesso periodo della distruzione di Atlantide secondo Platone.

Si parla da tempo dell' ipotesi del meteorite.


Cita:
mentre la tavoletta sumera risale al IV millennio a.C. Come spiegare questa incongruenza?

Le possibili soluzioni sono :
1) la teoria dei due ingegneri britannici e sbagliata e la tavoletta sumera registra un evento differente non ancora compreso;
2) i risultati al radiocarbonio potrebbero essere stati viziati da difetti nei campioni;
3) i sumeri sapevano del catastrofico impatto avvenuto 4 mila anni prima, tramandandolo sulla tavoletta prodotta nel 3123 a.C.


Essendo l' evento che ha cambiato la Storia del pianeta causando il diluvio e ponendo fine alla civiltà antidiluviana, è stato tramandato...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 20/09/2015, 16:53 
Il 3114 a.C. è anche l'inizio del calendario maya... che i due eventi siano collegati?



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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 20/09/2015, 17:08 
I Maya cominciavano il loro calendario con la fine dell' Era precedente.

Se davvero questa coincide con la data fornita da Platone dall' altra parte dell' Oceano c' è un altro collegamento del genere Atlantide-Atland.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 20/09/2015, 20:00 
qui ci avrebbe fatto comodo il cecca :|



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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 22/09/2015, 13:46 
Contrariamente a quello che ha ipotizzato Alberto Arecchi che la fine di Atlantide fu verso il 1.250 A.C.,io sono stato sempre propenso a credere che questa catastrofe mondiale è stata circa 10.000 anni fa,come avevo scritto molti post fa sulla sezione adatta. [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il sigillo sumero-assiro WAK8535
MessaggioInviato: 22/09/2015, 20:31 
Io pure e non è una opinione personale.

La fonte che ci ha tramandato il mito di Atlantide, Platone, parlava di "9000 anni prima della nostra era"...

Che poi i Maya abbiano cominciato il conto da tempi più recenti mi pare comprensibile.



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