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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 03/01/2017, 23:11 
vimana131 ha scritto:
Dalla puntata di Voyager andata in onda il 30/12/2016

Guarda su youtube.com


Finalmente una ricostruzione che sembra stare in piedi.

Peccato che non ci sia qui l'ottimo Atlanticus a commentare questa versione.



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 06/01/2017, 10:11 
L'ipotesi dell'Asteroide sembra ipotizzabile,però non si può credere che le acque di uno Tsunami rimangono permanentemente sul luogo,dopo un po si ritirano [8] non ne rimane un MARE non navigabile per via del fondale basso e fangoso per come scrisse Platone!. [:291]
E poi cosa è successo alla Sicilia?,dovrebbero trovarsi delle tracce di questo immane cataclisma almeno nella Costa nord occidentale!. [:296].poteva essere che l'Isola della Sardegna e la Sicilia con le sue isole,erano lo stesso popolo e lo stesso impero,in quanto ho notato nella forma dei Nuraghi la somiglianza con gli Ipogei di Malta.


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 23/01/2017, 15:19 
mauro ha scritto:


Cita:
David Wilcock, annuncia il ritrovamento di rovine in antartide.



https://raggioindaco.wordpress.com/2017 ... antartide/


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 01/02/2017, 18:51 
Cita:


Scoperto un antico continente
E' stato battezzato Mauritia ed è scomparso 80 milioni di anni fa - Si trovava nell'Oceano Indiano
martedì 31/01/17 17:21 - ultimo aggiornamento: martedì 31/01/17 17:22
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I resti di un continente, esistito 80 milioni di anni fa, sono stati rinvenuti nell’Oceano Indiano. Secondo un gruppo di ricercatori, è probabilmente andato in frantumi e poi sprofondato in seguito a movimenti tettonici che avrebbe creato la catena montuosa himalayana.

Questa sorta di Atlantide, battezzata Mauritia, comprendeva Madagascar e India ed era probabilmente formata soprattutto da grandi isole che poggiavano sulla stessa placca continentale. I primi indizi della sua esistenza risalgono al 2013. Il gruppo dell’Università sudafricana del Witwatersrand, che ha pubblicato lo studio sulla rivista Nature Communications, ha analizzato materiali eruttati da vulcani che hanno dato origine alle attuali Mauritius.


http://www.rsi.ch/news/vita-quotidiana/ ... 56081.html

Lemuria? [:291]

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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 01/02/2017, 19:32 
vimana131 ha scritto:
Lemuria? [:291]


80 milioni di anni?

E come ha potuto giungere fino a noi il ricordo?



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 02/02/2017, 07:23 
Ciao, Lemuria e' esistita veramente. 80 milioni di anni non sono nulla se si considera il fatto che sono gli ET a parlarne, e farlo ricordare. Un interno continenete sparito? Ma com'e' possibile? Eh beh, siamo gli ultimi ad essere arrivati sulla Terra, sappiamo poco ma cio' che ci contraddistingue e' credere sdi saperlo tutto.

Ti invio una domanda fatta alle Guide anni fa. Loro ancora oggi usano un portale dimensionale che esiste nelle Galapagos, per andarsene via e tornare. Evidentemente hanno scoperto un modo per rendere reale cio' che Einstein teorizzava, per cui non vedo lo "scandalo" di tali affermazione da parte loro. Su Atlantide, hai presente Rapa Nui? Un anonimo pezzettino d'isola pieno di Maori? Ma e' solo la punta di qualcosa di grande.

2. Dove si trova Atlantide?

Antlantis o Atlantide nella tua lingua madre, si trova nella posizione che attualmente occupa l’arcipelago delle Galapagos, fino all’isola di Pasqua. Platone disse “piu’ in la’ dello stretto di Gibilterra” perche’ l’informazione che ebbe era semiautentica, data da comandanti persiani che viaggiavano molto di piu’ dei greci. Atlantide, citta’ principale: Atlan.



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 03/02/2017, 16:59 
zakmck ha scritto:
vimana131 ha scritto:
Lemuria? [:291]


80 milioni di anni?

E come ha potuto giungere fino a noi il ricordo?


L'articolo che ho postato l' ha ribattezzata "Mauritia" Ma l'ipotesi di questo continente scomparso esiste dall'800 per via dei fossili simili trovati in India e Madagascar

Cita:
La 'leggenda'di Lemuria balzò alla 'ribalta'negli anni '60 e '70 del XIX° secolo. Un gruppo di geologi inglesi aveva notato una strabiliante somiglianza tra fossili e strati sedimentari trovati in India (Stow e Blandford) e in Sud Africa, risalenti al Periodo Permiano.Venne quindi ipotizzato sempre più alacremente che potessero essere esistiti dei ponti di terra emersa, forse anche continenti, che col tempo erano sprofondati negli abissi.

Questi reperti erano quindi datati a 250 milioni di anni fa. In effetti, nel 1887, Neaumayer parla chiaramente di una penisiola, che chiama 'Indo-malgascia', che doveva unire l'India e il Sud Africa. Contemporaneamente, tale ipotesi poteva ben combinarsi con gli studi del naturalista E.Heinrich Haekel, per spiegare la 'distribuzione'di una famiglia di lemuri e di animali e piante fossili, sia India che in Sud Africa che in Madagascar. I 'lemuri'sono animali notturni strettamente associati alle scimmie che non sono estinti, ma vivono in notevole numero in Madagascar, un'isola costituita da un altipiano che-migliaia di anni fa- faceva parte di un continente. Un biologo inglese, P.L.Slater, coniò il termine 'Lemuria', per associazione.Originariamente questo 'pseudo-continente'si doveva situare nell'Oceano Indiano, ma alcuni 'mistici'pensarono di appropriarsi di questa idea e 'trasferirono'la localizzazione di Lemuria nell'Oceano Pacifico,che divenne quindi la misteriosa e mitica sede di una civiltà perduta.


http://www.duepassinelmistero.com/Lemuria%20e%20Mu.htm

https://it.wikipedia.org/wiki/Lemuria


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 17/02/2017, 21:07 
Cita:

La Zealandia potrebbe essere l'ottavo continente
Grande quanto due terzi dell'Australia, è sommerso al 94%


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I continenti terrestri potrebbero essere otto. Secondo uno studio pubblicato nell'ultimo numero della rivista GSA Today della prestigiosa Geological Society of America, al di sotto della Nuova Zelanda, che in realtà sarebbe il suo picco montuoso, esiste la 'Zealandia', una massa continentale di circa 5 milioni di chilometri quadrati, pari a circa due terzi dell'Australia. In origine faceva parte del supercontinente Gondwana ma è sprofondata sott'acqua nel tardo Cretaceo, all'epoca dei dinosauri, a causa dei movimenti tettonici e per l'assottigliamento della crosta terrestre. Attualmente è sommersa al 94%: le uniche terre emerse del 'presunto' continente, ovvero le sue cime, sono le isole della Nuova Zelanda e della Nuova Caledonia.

L'autore principale dello studio, il geologo neozelandese Nick Mortimer, ricorda che gli scienziati stanno cercando di provare l'esistenza dell'ottavo continente da almeno due decenni (è stato il geofisico Bruce Luyendyke a coniare il nome Zealandia nel 1995) ma la Zealandia "non è solo un altro nome sulla lista, è importante per poter studiare la coesione e le fratture della crosta terrestre".
La superficie della Terra è divisa in due tipi di crosta, continentale ed oceanica e in 14 maggiori placche tettoniche. Negli ultimi 50 anni ci sono stati notevoli progressi nello studio dei modelli di misurazione delle placche tettoniche e della deriva dei continenti. Anche la definizione stessa di continente ha subito una sua evoluzione ed oggi non indica più semplicemente le masse di terre emersi, ma una massa elevata al di sopra dell'area che la circonda, con una composizione geologica distinta in un'area ben definita e con una crosta più spessa di quella del fondo oceanico.

Alla luce di tutto ciò, la Zealandia avrebbe tutto il diritto di andare ad aggiungersi agli altri sette continenti, secondo la definizione più corrente, ovvero: Africa, Sudamerica, Nordamerica, Antartide, Asia, Europa, Oceania. O almeno così sperano i ricercatori neozelandesi.


http://www.ansa.it/canale_scienza_tecni ... 60ef2.html


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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 04/03/2017, 21:49 
vimana131 ha scritto:
Cita:
L’insolito metallo trovato in un relitto di 2600 anni fa dimostrerebbe la prova dell’esistenza di Atlantide?
È la prima prova tangibile dell'esistenza della mitica civiltà di Atlantide? Un gruppo di archeologi marini a portato alla luce 39 lingotti di un insolito metallo rosso trovati in un relitto adagiato sul fondo del mare al largo delle coste di Gela, Sicilia. Si tratta del mitico “oricalco” prodotto ad Atlantide?

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Trentanove lingotti di un metallo insolito sono stati recuperati da una nave cargo affondata 2600 anni fa al largo della costa meridionale della Sicilia.

Secondo gli esperti, i lingotti probabilmente provenivano dalla Grecia o dall’Asia minore e destinati ai laboratori di Gela, Sicilia.

Evidentemente, la nave è colata a picco poco prima di entrare nel porto, a seguito di una forte tempesta.

“Il relitto risale alla prima metà del 6° secolo”, spiega a Discovery News Sebastiano Tusa, direttore della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali del Mare della regione Sicilia. “La nave si trovava a circa 300 metri dalla costa ad una profondità di circa 3 metri”.

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A catturare l’interesse dei ricercatori sono stati soprattutto gli insoliti lingotti trovati nel relitto. Le analisi hanno rivelato che si tratta di un metallo composto da una lega di rame, zinco e piccole percentuali di nickel, piombo e ferro.

“Non è mai stato trovato nulla di simile in precedenza”, continua Tusa, il quale afferma che potrebbe trattarsi del mitico oricalco, il metallo misterioso che secondo Platone era prodotto ad Atlantide. “Sapevamo dell’oricalco da testi antichi e alcuni oggetti ornamentali”.

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L’esistenza, l’origine e la composizione dell’oricalco sono stati oggetto di ampio dibattito da parte dei ricercatori. Secondo quanto scrive Platone, Atlantide risplendeva della “luce rossa dell’oricalco”, il quale aveva un valore secondo solo all’oro. Il filosofo registra che il metallo prodotto ad Atlantide era stato utilizzato per ricoprire le pareti interne, le colonne e i pavimenti del tempio di Poseidone.

Il nome del metallo deriva dalla parola greca “oreikhalkos”, che significa letteralmente “montagna di rame”. Gli antichi greci tramandavano che l’oricalco era stato inventato da Cadmo, un personaggio mitologico greco-fenicio, fondatore e primo re di Tebe.

Nella sua Eneide, Virgilio scrive che la corazza di Turno era composta da “oro e oricalco bianco”, il che ha fatto ipotizzare che si trattasse di una lega di oro e argento. Il metallo è menzionato anche nelle Antichità Giudaiche di Tito Flavio Giuseppe, uno storico di origine ebraica del 1° secolo d.C., secondo il quale la navi che decoravano il Tempio di Salomone erano di oricalco.

Attualmente, alcuni studiosi suggeriscono che l’oricalco poteva essere una lega simile all’ottone, prodotto in antichità tramite un processo di cementazione, ottenuto attraverso la reazione minerale di zinco, carbone e rame metallico in un crogiolo.

Tuttavia, la scoperta dei lingotti sul fondo del mare siciliano potrebbe svelare finalmente il mistero sull’origine e la composizione di questo enigmatico metallo.



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/ ... atlantide/



Cita:

archeologia

Dal mare di Gela spuntano lingotti di oricalco, il metallo di Atlantide Sono 47, scoperti di fronte al litorale di contrada Bulala dai sommozzatori della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al ] archeologia
Dal mare di Gela spuntano lingotti
di oricalco, il metallo di Atlantide
Sono 47, scoperti di fronte al litorale di contrada Bulala dai sommozzatori della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al mare. Prelevati anche altri reperti: due elmi corinzi, anfore e un’ampolla massaliota

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CALTANISSETTA - La materia di cui sono fatti i sogni o, restando sul poetico, il metallo di cui era colma la mitica Atlantide di cui favoleggiò Platone. Ben quarantasette lingotti di oricalco, preziosa lega di rame e zinco la cui fama è anche legata al continente scomparso, sono stati ritrovati nel mare di Gela, in provincia di Caltanissetta. Un fondale stracolmo di tesori, secoli fa crocevia obbligato delle rotte commerciali (e militari) mediterranee. Diversi «pezzi» sono riaffiorati stamane, venerdì, grazie all’operazione dei sommozzatori del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al mare. Di fronte al litorale di contrada Bulala, a est della città, sono stati recuperati due elmi corinzi, un’ampolla massaliota, ovvero dell’antica colonia greca di Marsiglia, in Francia, un’anfora arcaica e, appunto, 47 lingotti di oricalco, il cosiddetto «metallo di Atlantide». Altri 39 lingotti erano stati recuperati nel dicembre 2014, frutto di una scoperta unica nel suo genere per l’intero Mediterraneo. Il materiale risalirebbe al periodo tra il VII e il VI secolo avanti Cristo.



http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... b723.shtml


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 03/04/2017, 01:08 
Cita:
IL MISTERIOSO PASSATO DEGLI HOPI: DA KÁSSKARA ALLE AMERICHE

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Nelle prime due parti di questa serie [pubblicate su NEXUS n.121 e su NEXUS n.123], il vecchio saggio Hopi, Oswald “White Bear” (Orso Bianco) Fredericks (1905-1996) racconta in dettaglio la storia millenaria delle remote origini della sua tribù, comprendente un continente affondato nel Pacifico, oltre a entità interstellari chiamate Kachina, che aiutarono i sopravvissuti delle terre affondate a stabilirsi sulla costa occidentale del Sudamerica attraverso una serie di isole.

Catastrofi globali periodiche

La patria originale degli Hopi nel Terzo Mondo, situata sull’Oceano Pacifico, si chiamava Kásskara, ma è nota anche con il nome Mu. Era coeva di Atlantide, una civiltà tecnologica che, secondo White Bear, esisteva sull’Oceano Atlantico.

Platone descrisse Atlantide nel suo dialogo intitolato Timeo, raccontando con dovizia di particolari come uno dei sacerdoti del tempio egiziano di Sais avesse dato a suo zio, Solone, queste informazioni, aggiungendo bonariamente che la storia documentata dell’Egitto faceva sembrare gli Elleni dei bambini, in confronto.
Si tratta di “un racconto senza dubbio vero, anche se strano”, dice Crizia a Socrate, descrivendo Atlantide in modo talmente preciso da far sospettare che la storia sia davvero autentica.
Un particolare di cruciale importanza è che un elemento fondamentale della storia in questione corrisponde alla tradizione Hopi. Propone la sconcertante idea secondo cui i cataclismi planetari si verificano periodicamente, a intervalli regolari. Mentre la storia egiziana include varie distruzioni del genere, le popolazioni moderne ne ricordano soltanto una: il Grande Diluvio, o Diluvio biblico. Secondo Crizia, il sacerdote del tempio disse a Solone:

E quanto accade fra voi o qui o altrove, di cui noi abbiamo avuto notizia, purché sia un avvenimento bello o grande o comunque insolito, fin dai tempi antichi si trova tutto registrato e conservato qui nei templi. Invece fra voi e fra gli altri popoli, non appena organizzate un poco le cose di volta in volta con la scrittura e con quanto occorre alle città, ecco che di nuovo, a intervalli regolari, come una malattia si abbatte su di voi un diluvio dal cielo, e lascia sopravvivere solo quelli di voi che sono analfabeti e incolti, sicché ogni volta ritornate da capo giovani, per così dire, senza sapere nulla di quanto avvenne anticamente né qui né fra voi. Dunque, Solone, le genealogie che tu ci hai narrato sulla vostra storia sono ben poco diverse dalle favole dei bambini, dato che voi in primo luogo vi ricordate di un solo diluvio terrestre, mentre prima ce n'erano stati già molti...

La nuova terra a est

White Bear ha spiegato che coloro che sono poi diventati i moderni Hopi avevano avuto origine a Kásskara, anche se non tutti gli abitanti di Kásskara sono diventati Hopi. Le persone di questo continente, di cui le Hawaii costituiscono i resti, si difesero in una guerra con Atlantide che portò alla distruzione di entrambe le civiltà.

Secondo White Bear, esseri ultraterreni chiamati Kachina, che viaggiavano in astronavi, avendo visto emergere dall’acqua a est un nuovo continente che oggi chiamiamo Sudamerica, aiutarono i suoi antenati a raggiungerlo.

“Era lo stesso paese in cui avevamo vissuto nel nostro Secondo Mondo, Topka, ma aveva un aspetto diverso, e perciò l’abbiamo chiamato il Quarto Mondo”

ha dichiarato White Bear.
Secondo la tradizione Hopi, la Terra ha invertito i propri poli diverse volte. Ciò significa che il polo nord si trovava dove ora c’è il polo sud e viceversa.

“Nel Quinto Mondo ciò cambierà di nuovo. In ogni occasione, la Terra si è inclinata completamente da nord a sud e non a metà strada”

ha spiegato White Bear.

“Altrimenti si sarebbero provocati troppi danni, e il Creatore non aveva intenzione di farlo, a parte una volta durante Topka, il Secondo Mondo, quando la Terra s’inclinò solo a metà e tutto si ghiacciò”.

Secondo White Bear, i Kachina osservarono questa nuova terra, e quando emerse sopra l’acqua cominciarono a preparare una grande migrazione di profughi di Kásskara verso il continente emergente che sarebbe diventato la loro madrepatria.

“Gli Hopi lo chiamano il Quarto Mondo, Toowakachi”, ha osservato, aggiungendo che la parola sistaloakha designa qualunque cosa venga creata rapidamente e in forma perfetta. Avendo deciso di salvarli, il Creatore ordinò ai Kachina di aiutare le persone a raggiungere il nuovo continente. Questi colonizzatori emigrarono dal Terzo al Quarto Mondo a bordo di tre tipi di veicoli.

“Il gruppo iniziale arrivò su ‘scudi volanti’ (astronavi) assegnati a persone importanti, di rango elevato, che avevano la priorità perché investite del compito di istituire la nuova colonia. I Kachina, essendo viaggiatori spaziali, sapevano dove si trovasse la nuova terra, e vi ci portarono prima questi stimati leader. I Kachina potevano farlo perché avevano gli scudi volanti. La nostra gente non li aveva, e non poteva neppure costruirli, ma ricorderai che anche il popolo di Atlantide disponeva di scudi volanti. Non li ricevettero dai Kachina, che li avevano lasciati indietro, ma li riprogettarono con il loro potere malevolo, come ti ho detto.”

[Nell'immagine in apertura all'articolo, petroglifi rivenuti vicino a Mishongnovi, in Arizona, raffigurano “scudi volanti” e divinità simili a formiche che aiutarono gli antichi Hopi, Ndr].

Gli arrivi delle tribù

Le prime tribù raggiunsero Toowakachi molto tempo prima che Kásskara affondasse del tutto. Tra le tribù più importanti arrivate con gli scudi volanti c’erano la Tribù del Fuoco, la Tribù del Serpente, la Tribù del Ragno, la Tribù dell’Arco, la Tribù della Lucertola, la Tribù dell’Aquila e la Tribù dell’Acqua.

“L’elenco completo mostra la Tribù dell’Arco verso la fine perché questa tribù si comportò male nel Terzo Mondo. Ma alcuni componenti della Tribù dell’Arco restarono importanti”

ha detto White Bear.

“Anche se molti avevano preso parte alla distruzione del Terzo Mondo, non tutti avevano abbandonato il sentiero del Creatore. Per questo furono salvati.”

Il secondo gruppo di profughi venne trasportato da “grandi uccelli” (aeromobili).

La celebrazione Hopi a marzo, Powamu, ricorda questi eventi. Da giovane, White Bear prese parte a tale cerimonia a Oraibi, cosa che gli consentì di entrare nella società Powamu.

“Prima della cerimonia, il capo della nostra tribù cantava una canzone evocante il Terzo Mondo che avevamo lasciato, in cui si raccontava della regina malvagia che aveva conquistato la maggior parte del mondo e godeva di un’influenza molto dannosa”

ha detto, riferendosi alla Regina di Atlantide.

“In quel periodo molti erano impauriti perché il vecchio continente, Kásskara, stava affondando rapidamente, e le città venivano distrutte una dopo l’altra. Anche se l’acqua continuava a salire e a coprire la maggior parte del continente, la nostra gente sapeva che sarebbe stata salvata”

ha detto White Bear.

Il terzo gruppo era composto da coloro che si trovavano ancora all’inizio della loro ricerca di sapienza spirituale.

“La mia tribù, la Tribù del Coyote, ne faceva parte. Lo so da mia madre, che vi apparteneva”, ha spiegato. “I componenti della mia tribù avevano una conoscenza precisa di questi eventi perché li avevano conservati nella memoria per trasmetterne la conoscenza come patrimonio al Quarto Mondo.”

Secondo White Bear, questo terzo gruppo arrivò su delle barche e dovette lottare per molto tempo.

“Noi non dimentichiamo questi eventi perché tutto ciò che è difficile da ottenere viene più apprezzato e ricordato per sempre”, ha osservato. “Le persone che arrivarono in barca appartenevano alle tribù meno importanti e potenti, e per questo motivo erano state sottoposte all’influenza della Tribù dell’Arco, con i suoi piani e i suoi scopi distruttivi. Anche se presero parte alla distruzione, le persone del terzo gruppo non intendevano farlo, e perciò fu offerta loro l’opportunità di fuggire.”

Nel corso di tutta questa migrazione sulle barche, i Kachina protessero il gruppo in questione. Ogni tribù aveva un Kachina a cui era stato assegnato il compito di guidarne i componenti, sani e salvi, fino al nuovo continente, consigliandoli e indirizzandoli verso isole in cui potevano approdare. Secondo il racconto di White Bear, però, anche se i Kachina riuscivano a farsi capire, inizialmente gli esseri umani non avevano il privilegio di poter parlare con loro.

La Tribù del Flauto celebra ancora una cerimonia che fa riferimento a questi viaggi in barca, e in questo modo gli Hopi ricordano ogni dettaglio e ogni fase di quell’epico passaggio sull’oceano, un evento ricordato loro da una serie di sette statue (moai) sull’Isola di Pasqua (Rapa Nui).

“Queste statue rappresentano i sette mondi che dobbiamo attraversare”

ha detto White Bear.

“L’Isola di Pasqua è l’unica isola, lungo il nostro percorso, che non affondò del tutto nell’oceano dopo il nostro passaggio.”

Un po’ di contesto può aiutare a comprendere meglio l’argomento “sette mondi”.

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Sette moai si ergono come sentinelle silenziose sull’Isola di Pasqua (Rapa Nui). (Foto: Arian Zwegers).

In effetti gli Hopi parlano di “nove mondi” o “regni universali” che si manifestarono secondo il piano del Creatore Taiowa. Un regno spirituale era riservato a Taiowa, e un altro a suo “nipote” Sotuknang. Quando menziona “i sette mondi che dobbiamo attraversare”, White Bear si riferisce ai centri vibratori dell’essere umano (chakra), corrispondenti sul piano fisico alle ghiandole.
Pertanto, grazie ai loro scudi volanti, ai loro aerei e alle loro barche, i Kachina guidarono i profughi Kásskaran fino in Sudamerica per aiutarli a stabilirsi laggiù.

“All’epoca la parte più alta era già emersa dall’acqua”, ha spiegato White Bear. “Ma dovreste sapere che non tutti coloro che sopravvissero a Kásskara riuscirono a raggiungere questo nuovo continente. Noi della Tribù del Coyote siamo stati gli ultimi ad arrivare.

“Coloro che partirono dopo di noi vennero portati dalle correnti verso altre terre perché non erano stati scelti per arrivare in Sudamerica. Alcuni arrivarono alle Hawaii, una parte del Terzo Mondo che non era stata distrutta. Altri arrivarono sulle isole del Pacifico Meridionale, e altri ancora su un’isola che oggi fa parte del Giappone, come ho appreso qualche anno fa”, ha aggiunto White Bear. “Un giovane di quest’isola venne a trovarmi. Aveva letto Book of the Hopi (Il libro degli Hopi) e mi disse che sua nonna gli aveva raccontato esattamente le stesse storie a proposito del vecchio mondo.

“Ci fu, pertanto, un certo numero di persone che non riuscirono ad arrivare alla nuova terra, pur avendo le stesse origini e provenendo da Kásskara. Ecco perché, sulle isole hawaiane, gli iniziati vengono chiamati Kahuna, una parola che ha le stesse origini di Kachina”

ha concluso.

Mi chiedo se l’isola che, secondo White Bear, “oggi fa parte del Giappone” possa essere Yonaguni, situata circa 110 km a est di Taiwan.

Immagine

Le strutture sottomarine di Yonaguni sembrano di roccia naturale modellata da mani umane. Un visitatore giapponese ha detto a Orso Bianco che sua nonna gli aveva raccontato una storia delle origini analoga. (Foto: Vincent Lou).
Il destino degli atlantidei

Secondo White Bear, non tutti gli abitanti di Atlantide perirono quando il loro continente venne distrutto. Coloro che non avevano preso parte all’attacco della loro regina contro Kásskara furono salvati. Anche loro volevano raggiungere il nuovo continente, ma il creatore aveva promesso che, per molto tempo, la nuova terra sarebbe appartenuta soltanto agli antenati degli Hopi.

“Anche se non c’erano ancora Hopi sul nuovo continente, gli abitanti di Atlantide non potevano raggiungere il Sudamerica. Il Creatore non li voleva laggiù”

ha detto l’anziano Hopi.

“Allora mandò i Kachina per impedire loro di spostarsi verso occidente perché, anche se non avevano seguito i loro capi, i sopravvissuti restavano sudditi di Atlantide.”

White Bear ha spiegato che, durante il Terzo Mondo, gli abitanti di Atlantide si erano uniti anche loro ai Kachina, che però li avevano lasciati quando gli atlantidei erano diventati malevoli.

“I Kachina li fecero andare a est verso zone che oggi vengono chiamate Europa e Africa. Ma le capacità che avevano erano state tolte loro. Inchiodati al terreno, non poterono più volare e furono in grado di sopravvivere soltanto partendo in piccoli gruppi, ognuno dei quali portava appena una piccola parte della conoscenza complessiva accumulata in precedenza”

ha detto White Bear.

“Ecco perché le persone di quella regione non ricordano la loro storia, che è paragonabile alla nostra”, ha chiarito, aggiungendo che, quando gli atlantidei distrussero il Terzo Mondo, il Creatore li ridusse a un livello culturale basso.

“Ma dopo la punizione, che durò centinaia di anni, ricominciarono a evolversi. Pensate alla cultura degli Egizi. Per noi Hopi quest’epoca non è così remota, e tutto fa parte della tradizione Hopi”

ci ha informato White Bear.

Toowakachi, il Quarto Mondo

Come ha spiegato White Bear, con questo Quarto Mondo, Toowakachi, che significa “bel paese per tutte le genti”, ci troviamo a metà della durata della vita dell’umanità…



http://nexusedizioni.it/it/CT/il-mister ... riche-5478


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 03/04/2017, 07:28 
Grazie del bellissimo articolo [:264]



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 05/04/2017, 20:14 
Un'altro indizio su Atlantide descritta da Platone:
Archeologi e Geologi hanno trovato fossili di conchiglia di acqua dolce nella depressione tra la Tunisia e la Libia,il famoso Mare interno grande quanto uno Stato descritto da Platone come mare Atlantico che riceveva da Nord le acque della Medjerda che oggi scendono dalle montagne dell'Atlante e sboccano presso Tunisi nel Canale di Sicilia.
NB.(la conchiglie di acqua dolce si formano in vasti laghi dopo decine di millenni se non milioni di anni di esistenza di acqua dolce)
[:305]
citato da Alberto Arecchi dal libro ATLANTIDE un mondo scomparso un'ipotesi per ritrovarlo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 28/05/2017, 18:46 
Un profondo Studio sul reale destino di Atlantide lascia i ricercatori senza parole
maggio 27, 2017

Solo pochi anni fa i cinesi hanno scoperto alcuni documenti sanscriti a Lhasa, Tibet, e li
hanno spediti alla University di Chandrigarh, dove sono stati tradotti. Recentemente,
il Dr. Ruth Reyna dell’università, ha detto che i documenti contengono istruzioni per
la costruzione di astronavi interstellari.

CONTINUA>>> http://www.alien-origins.com/un-profond ... za-parole/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 21/06/2017, 22:15 
Cita:

Alla ricerca di Atlantide con James Cameron
Una scoperta senza precedenti che potrebbe ridisegnare la storia dei viaggi umani nell’età del bronzo. Il regista premio Oscar James Cameron guida la spedizione per svelare il mito di Atlantide. Un emozionante viaggio che passa per la Sardegna. In onda su National Geographic martedì 20 giugno alle 20.55, sul canale 403 di Sky.

Immagine

Sembra riprendere l'interesse verso l'archeologia misteriosa. National Geographic (canale 403 di Sky) propone oggi 20 giugno 2017, alle 20.55, il documentario Alla ricerca di Atlantide con James Cameron. Si tratta del resoconto di una spedizione guidata da Cameron in cui tra l’altro è stato ritrovato il presunto ormeggio della città di Atlantide. Tra l’altro la spedizione ha fatto anche tappa in Sardegna dove viene ipotizzato sia arrivata la popolazione atlantidea.
La sinossi

Atlantide ha da sempre catturato l’immaginario collettivo. Ma è realmente esistita o si tratta solo di un mito affascinante? E se Atlantide non è frutto della fantasia, è possibile oggi trovarne le rovine?

Alla ricerca di Atlantide con James Cameron segue il premio Oscar James Cameron, il regista vincitore di 3 Emmy Awards Simcha Jacobivici e un gruppo di scienziati e archeologi alla ricerca della mitologica Atlantide. A fare da guida le indicazioni date da Platone nei dialoghi Timeo eCrizia del IV secolo a.C. La spedizione ha portato a un’incredibile ritrovamento, quello di 6 ancore che risalirebbero all’età del bronzo e potrebbero rappresentare il più grande e antico ormeggio mai rinvenuto sul lato atlantico dello Stretto di Gibilterra. Si pensa infatti che l’uomo non abbia navigato nelle acque dell’Oceano Atlantico prima dell’ottavo secolo d.C ma queste ancore potrebbero ridisegnare la storia dei viaggi umani nell’età del bronzo.

Immagine

Una scoperta eccezionale, "Questi resti potrebbero risalire fino a 4mila anni fa e sono la prova dell’esistenza di un porto nell’Atlantico, proprio dove fino a ora era impensabile trovare anche solo un’ancora". afferma Jacobovici che aggiunge" È più semplice trovare un ago in un pagliaio che ancore dell’età del bronzo nell’Atlantico. Se quello ritrovato fosse l’ormeggio di Atlantide allora potrebbe significare che i resti della misteriosa città sono in attesa di essere scoperti sotto le pianure fangose di Doñana nel sud della Spagna."

Immagine

"Si tratta della ricerca più estesa e sofisticata mai realizzata al mondo" dichiara Richard Freund, archeologo e professore dell’università di Hartford. Il team ha utilizzato le tecnologie più moderne e le indicazioni fornite dagli scritti di Platone come fossero una virtuale mappa del tesoro accompagnandoci in un viaggio che parte da Santorini in Grecia e passando per la Sardegna e ci conduce fino all’Oceano Atlantico.

Alla ricerca di Atlantide è prodotto da James Cameron, Simcha Jacobivici e Yaron Niski per National Geographic.

Guarda su youtube.com




http://www.fantasymagazine.it/27299/all ... es-cameron


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2017, 01:07 
Ho cominciato a vederlo ieri ma a metà mi sono addormentato -.- sinceramente non mi è sembrato molto interessane nè rigoroso; cercherò di riguardarlo stasera ma mi sa solo di operazione commerciale.



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