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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 06/07/2017, 08:52 
ATLANTIDE EMERGE A BIMINI
William Michael Donato
Fenix n. 103

Ho passato parte della mia vita a cercare evidenze di una civiltà scomparsa nelle acque delle Bahamas. La mia organizzazione, The Atlantis Organizations (TAO), ha impiegato i mezzi più moderni, sonar, sommergibili e tecnologie disparate per dimostrare che questa zona è stata una volta occupata da una civiltà perduta. Forse Atlantide? Per stabilire la validità circa l’ipotesi dell’esistenza di Atlantide, si deve rispondere a tre domande fondamentali:

• Sono mai esistite estese terre emerse nell’Atlantico prima del X millennio a.C.?
• Ci sono testimonianze di un cataclisma avvenuto nel 10000 a.C. circa?
• Abbiamo indicazioni di culture estremamente evolute prima di tale data?

Con lo scioglimento dei ghiacciai del Pleistocene, il livello del mare si innalzò di circa 100 m, l’attività vulcanica riprese a pieno ritmo e si verificarono spaventosi terremoti. Alcune regioni, che ora giacciono sul fondo dell’oceano, a quel tempo si trovavano in superficie. Le Bahamas dovevano essere allora un luogo molto interessante, costituendo una massa continentale di diverse migliaia di km2, con grandi baie che costituivano i migliori porti naturali del mondo e con un clima quasi paradisiaco. Formato da una base granitica coperta da materiale carbonato, costituiva un vero e proprio “mini continente”. Sono fatti facilmente desumibili dalla Geologia, dalla Zoologia e dalla Paleoclimatologia. È il terzo quesito che crea i maggiori problemi, anche se recenti scoperte stanno fornendo risposte esaurienti. Prima delle scoperte della baia di Cambay in India nel 2002 e di Yonaguni in Giappone, le attenzioni erano tutte sulle Bahamas, un luogo dove il sensitivo americano Edgar Cayce aveva predetto il ritrovamento di resti di Atlantide tra il 1968 e il 1969, fatto verificatosi proprio nei pressi di Bimini in quegli anni.

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Una perfetta linea attraversa l’arcipelago delle Bahamas per 20 miglia, da Gran Bahama Bank a Mackay Shoals

La prima citazione di strutture anomale in questo luogo, riscontrata durante le mie ricerche, proviene però da una fonte molto controversa: un libro di astrologia, scritto da Fritz Brunhubner nel 1934, dal titolo “Pluto”. In esso vi è scritto: «L’effetto polarizzante di Plutone si manifestò drasticamente ai tempi del terremoto di Cuba. Poco tempo dopo una nuova isola emerse dagli abissi, nei pressi dell’isola di Caicos, a nord di Haiti, a causa dell’abbassamento dell’oceano. Su quest’isola vi erano delle mura imponenti con delle fondamenta molto profonde, sulle quali dovevano erigersi enormi edifici. Il Carnegie Institute sta partecipando al lavoro di ricerca, che è iniziato da tempo». Nel 1958, il dott. Manson Valentine iniziò una serie decennale di ricognizioni aeree delle Bahamas, partendo dalla parte occidentale, da Bimini verso Orange Cay. Le osservazioni che ne ricavò descrivevano dozzine di forme subacquee, tra le quali «lunghe linee rette, piste con doppio margine, configurazioni angolari e trapezoidali, aree circolari e molte altre figure enigmatiche. La sua scoperta più controversa avvenne quando, con i suoi collaboratori, realizzò alcune immersioni al largo della costa di Paradise Point (North Bimini). Durante quelle immersioni Valentine riconobbe immediatamente un megalite costituito da pietre assemblate in modo tale da formare una “J” capovolta, lunga 600 m, affiancato a est da altre due file parallele di massi, oggi chiamate “Bimini Road” o “Bimini Wall”, ("Strada di Bimini" o "Muro di Bimini") anche se, in realtà, non sono nessuna delle due cose. Manson Valentine fotografò altre anomalie: strutture triangolari e rettangolari molto precise tra Beach Cays e South Riding Rocks, rettangoli isolati e un’enorme serie di rettangoli affiancati a nord di Orange Cay. Inoltre, una schiera di disegni allineati lungo la costa nord-ovest di New Providence, alcune forme, quali rettangoli, cerchi, esagoni, e una serie di linee disposte a spina di pesce presso Guinchos Cay, un sistema di linee rette che formano angoli acuti, ottusi e retti con alcune forme dai contorni molto vaghi tra Diamond Point e Tongue of the Ocean. Mentre sorvolava a bordo di un aereo a 36.000 piedi di altezza (11.000 m), la zona di Tongue of the Ocean, Valentine avvistò alcune linee scure che formavano delle “T”, oppure degli enormi rettangoli e trapezi. Il cosiddetto “sito est”, un’area appena a est di East Bimini, presenta formazioni che ormai hanno assunto il nome di “La Diga” e “Il Rettangolo”, le quali misurano circa 125x250 m. La figura più inusuale è, però, stata rilevata presso Moselle Shoals e pare essere una struttura formata da unità "cellulari", lunga 900 mt e somigliante a un piede umano con molte dita. È costituita da esagoni, di cui il più piccolo misura 3 metri e mezzo di diametro. Molti di questi esagoni corrispondono a delle depressioni esagonali nella sabbia, chiaramente non un fenomeno naturale. Jim Richardson, collaboratore di Manson Valentine, ha rilevato numerose altre strutture, tra le quali una doppia fila di pietre nei pressi di Joulter Cay, due linee rette che corrono per sette miglia nei pressi di Russell, convergendo poi in fosse poligonali (una delle quali era bloccata da pietre) e alcuni mound zoomorfi nei pressi di East Bimini, che si pensa appartengano a una cultura molto posteriore rispetto ai megaliti.

Non sono naturali
L’oceanografo Dimitri Rebikoff, sorvolando il Great Bahama Bank nel 1967, avvistò una formazione rettangolare lunga circa un centinaio di metri sommersa alla profondità di circa 5 m. Poco oltre, nei pressi di Pine Cay, fotografò una struttura a forma di “E”. Quando Manson Valentine mostrò a Rebikoff le foto della Bimini Road, quest’ultimo decise di prelevare campioni per uno studio fotogrammetrico. I risultati furono sottoposti al gotha degli studiosi nel campo della Preistoria e della Geologia Sedimentaria di quel periodo. Quando venne loro chiesto se avessero mai visto formazioni naturali con quelle caratteristiche, tutti furono concordi nel rispondere di no. La stessa risposta fu ottenuta dall’Università di Miami e al Woods Hole Oceanic Institute. L’opinione comune fu che si trattava di “strutture megalitiche ciclopiche”.

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“Fish Mound” nei pressi di East Bimini

Nonostante la quasi unanimità dei pareri da parte di un tale gruppo di eminenze grigie, un geologo della Florida dichiarò trattarsi semplicemente di beachrock, un tipo di roccia sedimentaria costituita da resti organici calcarei, cementati da carbonato di calcio (o calcite, CaCO3) e risalente al Pleistocene, quindi, antica di poche migliaia di anni. Questo favorì i denigratori che ne approfittarono per smontare ogni tentativo di proporre Bimini quale zona che ospitò una remota civiltà megalitica. Ma il campione di Ribikoff era costituito da micrite, un minerale che si forma quando l’acqua piovana satura di anidride carbonica (o diossido di carbonio, CO2, N.d.T.) dissolve una quantità di calcare oolitico (cioè strutturato in ooliti, formazioni minerali costituite da calcite in forma di piccole sfere), facendo sì che “il carbonato di calcio si cristallizzi per evaporazione in profondità nella roccia porosa ” (7). Il nostro team di ricerca ha prelevato diversi campioni sin dal 1989, i quali sono stati analizzati da diversi geologi. Nessuno di quei campioni è risultato costituito da beachrock pleistocenica (vi era della calcarenite, ma si tratta di un tipo di beachrock molto più antica) – e molti di essi non presentavano neanche una chiara stratificazione sedimentaria.

Le ricerche di Zink
L’esperienza di Rebikoff nello studio delle antiche tecniche architettoniche associate alla costruzione di porti si è dimostrata preziosa, in quanto lo ha portato a notare un particolare molto interessante: chiunque costruì l'imponente struttura di Bimini lo fece impiegando la “tecnica della pietra viva” (molto diffusa nell’antico Mediterraneo), l’unico sistema “capace di sfidare millenni di azione corrosiva delle onde”. L'oceanografo notò che “incredibilmente, un taglio di correzione della roccia sembra effettuato con un macchinario, piuttosto che da mano umana”. Io stesso nel 1997-1998 notai (e fotografai) un lungo taglio che mostrava grandi segni di erosione su due rocce adiacenti, realizzato probabilmente con una sorta di sega o qualcosa di simile. Dimitri Rebikoff rilevò che molte delle grandi pietre erano sorrette da colonne a base quadrata o a forma di piramide tronca. Sua moglie Ada osservò che la superficie inferiore delle pietre più grandi era piatta e perfettamente parallela al fondale. Le spedizioni “Poseidia” del dott. David Zink, realizzate tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, produssero ulteriori prove della presenza umana nelle Bahamas in tempi remoti, con il ritrovamento nella zona dei primi artefatti ufficialmente riconosciuti. Fu, pertanto, stabilito che la Bimini Road era anticamente posizionata su una superficie piatta (non un pendio), che “attraversava diverse formazioni rocciose”. Zink rilevò, inoltre, che:

• La struttura presentava segni profondi di spaziatura;
• Alcune pietre mostravano specifici allineamenti tra di esse e con le stelle;
• L'intera struttura era fuori allineamento rispetto alla costa;
• I segnali sonar indicavano la presenza di metalli al di sotto del fondale marino, nello stesso luogo dove è stato rinvenuto un solco artificiale.

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I lastroni della strada sommersa di Bimini, scoperti nel 1968

Furono prelevati campioni della Bimini Road e analizzati con il metodo dell’Uranio-Torio. Si fece uso anche del metodo di analisi per attivazione da neutroni su reperti della stessa zona, confermando una lunga esposizione all'aria. Gli artefatti prelevati comprendevano: una pietra a incastro “maschio-femmina”, una testa di animale stilizzata di marmo, un oggetto cementato sul fondale marino, una sorta di chiave di volta (divisibile per 10 cm a ogni misurazione) e una pietra con fori di trapanazione. Nessun reperto sembra appartenere a culture conosciute. Nel 1968, al largo di Andros, il capitano aviere Robert Brush fotografò una struttura rettangolare, diverse linee parallele che sembravano collegare alcune delle isole dell'arcipelago, oltre a tre cerchi di pietra concentrici del diametro complessivo di oltre 300 m, che ricordavano molto un anfiteatro.

Archi e colonne
Negli anni Settanta, Herbert Sawinski (che a sua volta dà il credito della scoperta ad altri due ricercatori, Paul Tzimoulis e Bob Kline) esplorò e documentò la maggior parte delle “anomalie” del Cay Sal Bank, tra le quali “Anguilla Arc”, un grande arco semicircolare di pietre simile alla Bimini Road. A circa 120 km di distanza, nei pressi di Cay Sal Island, si trova una caverna sottomarina che ha tutto l’aspetto di essere una miniera, con pietre rettangolari che presentano segni di taglio. Sawinski fotografò ad Andros alcuni petroglifi, a circa 5 m sotto il livello del mare, un’altra testimonianza della presenza dell’uomo nella zona in esame in tempi antichi. Altri ritrovamenti comprendono, nel 1968, la scoperta da parte del conte Pino Turolla, di 44 colonne disposte in cerchio, del diametro di uno o due chilometri al largo della Bimini Road. La Marine Archaeology Research Society scoprì, sempre a Bimini, un muro di pietra lungo 10 m e largo 9 m. Scavando sott’acqua, nei pressi di una struttura a largo di Andros, Robert Marx rinvenne «un viso maschile di ceramica, un frammento di marmo scolpito e più di una dozzina di frammenti di ceramica». Talbot Lindstrom e Steven Proctor, fondatori della Scientific Exploration and Archaeology Society, hanno scoperto ciò che viene chiamata la “Proctor’s Road”, che consiste blocchi di pietra (alcuni con la forma caratteristica delle tessere da puzzle) deposti a intervalli regolari in linea retta. Il dott. Douglas Richards dell’A.R.E. riuscì a procurarsi delle immagini satellitari che mostrano formazioni geometriche multiple sottomarine rilevate nei pressi di Bimini, che gli esperti militari credono essere opera dell’uomo. Nel 1995, l’esperto di immersioni subacquee Bill Keefe scoprì una pietra della Bimini Road che presenta una mortasa (incavo atto ad alloggiare l’indentatura di un altro elemento per formare un incastro, N.d.T.), di forma paraboloide.

Esplorazioni recenti
Dal 1989, organismi come il QFA, creato dalle dottoresse Joan Hanley e Vanda Osmon, il progetto GAEA della stessa Hanley, e la nostra TAO, con il progetto ALTA e lo APEX Institute, hanno proseguito le ricerche impiegando nuove metodologie. Tra le scoperte del QFA dobbiamo elencare:

• Nuovi studi sulla Bimini Road;
• La Donnie’s Stone (chiamata così perché scoperta da Donnie Fields), pietra identica per stile alla chiave di volta del dott. Zink;
• Tre parti di un monolito originariamente alto 5 m;
• Il mound sommerso del “Ippocampo” e la scoperta di Raymond Leigh Jr. secondo la quale i mound sottomarini del pesce e del gatto fanno parte di un complesso di tumuli che copre un’estensione di 3 acri “pentagonali”.

La dott.ssa Hanley, inoltre, ha ottenuto un permesso per ricerche archeologiche nella zona dei mound e ha effettuato un sondaggio con il georadar del cosiddetto “mound rettangolare”.

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Blocchi regolari nelle acque di Moselle Shoals

Nel 1993, il progetto ALTA ha eseguito in zona il primo sondaggio con un sonar a doppia scansione laterale dai tempi del dott. Zink, rinvenendo almeno una trentina di anomalie a ovest e a sud di Bimini, tra le quali un grande esagono sottomarino. Alcuni mesi dopo il progetto GAEA ha effettuato un nuovo sondaggio su un’area più grande, rilevando nuove anomalie. Nel 1997, la mia organizzazione di ricerca TAO, ha iniziato un progetto suddiviso in due parti (completato nel 1998) che prevedeva estese perlustrazioni aeree, sondaggi con sonar a doppia scansione laterale, e l’uso di un sottomarino per le perlustrazioni. Tali indagini hanno coperto la parte nord del Banco delle Bahamas, con una circumnavigazione dell'Isola di Andros. Le osservazioni hanno rilevato delle scure forme regolari in prossimità del declivio di Moselle, lunghe linee parallele, una struttura a più livelli a nord di Bimini, un complesso che sembra costituito da due mura parallele circa 45 km a nord-est di Bimini e una costruzione a forma di “E” lunga diverse centinaia di metri nei pressi di Joulter Cay. Abbiamo, inoltre, tracciato nuove coordinate per la struttura di Ribikoff al largo di Pine Cay, per diverse delle scoperte di Manson Valentine, presso Conch Sound, e per le linee parallele rinvenute da Robert Brush, oltre all’avvistamento di diverse strutture circolari e di un “pentagono” (che si estende per diversi acri) a sud-est del South Cat Cay, debitamente fotografati e ripresi con la videocamera. Dov'era possibile abbiamo rilevato le coordinate G.P.S. Il sottomarino e l’imbarcazione di supporto si sono diretti verso il sito di Anguilla Cay per studiare l'Anguilla Arc, l'arco sommerso scoperto da Herbert Sawinski, oltre a ciò che sembrava essere una piramide (e che, invece, si è dimostrata un rilievo sottomarino). Grazie al sottomarino abbiamo trovato alcune aree sabbiose rettangolari nei pressi di Gun Cay a 35 m di profondità, i resti di un’antica cascata nelle vicinanze di Entrance Point e una pietra rettilinea lunga tra gli 8 e i 10 m situata a 45 m di profondità. I risultati delle scansioni sonar hanno messo in evidenza diverse peculiarità:

• un rettangolo di 20 m per 10 m con forme che suggeriscono la presenza di strutture;
• un altro complesso che pare una città in rovina;
• un edificio dotato di scala su una facciata e lo stipite di una porta all’ultimo livello;
• due strutture a montante e trave;
• un “edificio” più piccolo dotato di scala, elementi di supporto verticali;
• una muraglia;
• diverse configurazioni minori a più piani apparentemente disposte secondo un preciso ordine.

Quanto scoperto rispetta le proporzioni impiegate dall'architettura umana. Nell’agosto del 1998, Joan Hanley, membro della TAO, ha fatto eseguire una nuova scansione sonar di precedenti obiettivi e della Bimini Road, dal dott. Michael Faught. È stata la prima esplorazione a impiegare sommozzatori dotati della più moderna tecnologia per effettuare studi approfonditi e diretti. Il risultato è stato il rinvenimento di “sentieri di montagna” ricchi di curve, terrazze e forme rettangolari sul fondale marino. Nel maggio del 1999, abbiamo tentato di verificare gli obiettivi individuati nel 1998, grazie a un sonar a scansione laterale, una telecamera speciale, e un sottomarino con imbarcazione di supporto. Anche se il sottomarino non riuscì a individuare l’area esatta, a causa di un errore nelle coordinate G.P.S. e nelle rilevazioni del sonar potè, comunque, confermare le informazioni dei sommozzatori circa la presenza di strutture somiglianti a sentieri e terrazze. La mia videocamera riprese una pietra rettangolare che sembrava tagliata da mano umana, a quasi 100 m di profondità.

Le prime conferme
Il 14 maggio del 2001, la Reuters ha diffuso immagini di scansioni sonar riprese da Paulina Zelitsky dell’Advanced Digital Communications durante una collaborazione tra il governo cubano e la Geomar. A circa 700 m di profondità hanno rilevato una sorta di depressione con pianure di sabbia bianca, dove giacevano reperti che l’esperta ha definito come “strutture architettoniche chiaramente ideate dall’uomo”, che (viste dall’alto) “somigliano a piramidi, strade ed edifici, a causa della loro regolarità simmetrica” (11). Il sito copre diversi chilometri e si trova in prossimità di un “vulcano estinto, faglie geologiche e il letto di un fiume”, che indicano che in passato si trovava in superficie. Nella seconda metà del 2001, il cartografo Ron Smith e la collega Laura Martinez, hanno avuto un’intuizione durante il controllo dei dati su mappa. Smith ha osservato che, se Atlantide è davvero esistita, l’unica area che risponde alle antiche descrizioni è la zona delle Bahamas prima del Pleistocene. Al di là delle sagome evocative su larga scala che raffigurano animali, un particolare tipo di strutture che si estendevano per chilometri ha colpito immediatamente il ricercatore. Si tratta delle strutture conosciute come Long Rocks, situate tra Cat Island e Little San Salvador. Sono blocchi di calcare coperti di coralli, disposti in tre archi concentrici con un centro apparente distante circa 5,18 km dall’arco più esterno. Tale misurazione coincide con quella indicata da Platone per il canale esterno che circondava Poseidia, la capitale di Atlantide, cioè 5,14 km – mentre la lunghezza del vicino Grand Canal corrisponde esattamente con la misura delle vie di accesso, poco meno di 10 km. Direttamente a sud dell’arco osservato da Ron Smith vi è una vasta pianura sommersa più o meno rettangolare, proprio come ha indicato il filosofo greco, con una montagna a sud-est (che costituisce il punto più alto delle Bahamas). Alcune elevazioni coralline sembrano avere forma di canali d’irrigazione. Ron Smith ha percorso tutto l’arco esterno, mentre il sommozzatore Mike Arbuthnot ha effettuato delle immersioni nelle vicinanze. Il 12 giugno 2002, io e il mio collega Georg McJunkin, abbiamo eseguito una ricognizione preliminare della struttura. La nostra prima immersione fu proprio all’interno dell’arco esterno, a una profondità di circa 5 m. Ho prelevato alcuni campioni di calcare e ho fotografato una pietra che sembrava un manufatto. Nei giorni seguenti percorremmo tutte le Long Rocks, che si trovano tra i 4,5 e i 6,1 m di profondità, scattando immagini e raccogliendo campioni. Ciò che saltava immediatamente all’occhio erano le superfici piatte del calcare, che in alcuni punti sembra quasi levigato. La seconda immersione avvenne nell’arco interno successivo, in corrispondenza con una delle intersezioni. Vi abbiamo trovato una colonia molto numerosa di antozoi violacei, una sorta di corallo dalla caratteristica forma di ventola, che cresce sulle rocce. Altra scoperta che ritengo significativa è la natura del suolo e delle rocce nella zona di Cat Island. Alcuni studiosi ritengono che, quando le tradizioni dei nativi americani parlano della “vecchia terra rossa”, si riferiscono ad Atlantide poichè lì il fondale dell’Atlantico è realmente rosso. Ciò che più mi intriga è che tutta la zona delle Bahamas presenta un terreno di colore beige. Anche la parte nord di Cat Island presenta una sabbia bianco-beige, mentre la parte sud presenta sabbia rossa con un differente contenuto di minerali. Ancora più importante è la presenza di rocce bianche, rosse e nere, come menzionato dallo stesso Platone. A questo punto della nostra storia abbiamo finalmente i mezzi per verificare oggettivamente e in maniera definitiva, oppure rigettare, straordinarie teorie, grazie alle nuove tecnologie. Dopo oltre tre decenni di ricerca abbiamo a disposizione molti più reperti e vestigia nelle Bahamas, che suggeriscono la presenza di un’antichissima civiltà, di quanti ve ne fossero 150 anni fa relativamente a Sumer. Mi sorge spontanea una domanda. Perché si è fatto sinora così poco per qualcosa che riveste, invece, un'importanza storica trascendente? Perché queste scoperte vengono ignorate?


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 20/06/2018, 22:19 
Cita:

La scoperta: Selinunte già abitata nell’8000 a.C.


La presenza umana sull’acropoli di Selinunte potrebbe essere di diversi millenni più antica rispetto a quanto fin qui ipotizzato. È la scoperta fatta grazie alla campagna di scavi delle equipe di archeologi della New York University e dell’Università Statale di Milano guidati da Clemente Marconi e Rosalia Pumo che sotto il primo livello di occupazione greca hanno rinvenuto uno spesso deposito di formazione naturale alto più di un metro nel quale sono stati scoperti, a una quota più alta frammenti del Bronzo Recente e, a una quota più bassa, frammenti di industria litica Mesolitica (ca. 8000-6500a.C.). Rinvenuti anche resti di animali e frammenti di carbone in associazione al primo livello di frequentazione greca nell’area che saranno analizzati al radiocarbonio che potrebbero contribuire a datare la fondazione di Selinunte. “Il rinvenimento di numerose ossa animali e frammenti di carbone – ha spiegato Marconi - dovrebbe consentire di datare con una certa precisione questo strato, grazie alle analisi al radiocarbonio che avremo nelle prossime settimane. Al momento, lo strato è datato, in base alla ceramica e alla posizione nella sequenza stratigrafica, alla fase di fondazione della colonia greca. Al di sotto di questo primo livello di occupazione greca la terra è sterile, senza nessuna traccia di un livello indigeno della prima Età del Ferro. I risultati di quest’anno, come quelli degli scavi degli ultimi dieci anni nel settore meridionale del grande santuario urbano, suggeriscono che al momento della fondazione di Selinunte il sito era disabitato da numerosi secoli”.



http://www.adnkronos.com/2018/06/20/sco ... Zsg1H.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 12:25 
ARCHEOLOGIA
Dal mare di Gela spuntano lingotti di oricalco, il metallo di Atlantide Sono 47, scoperti di fronte al litorale di contrada Bulala dai sommozzatori della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al ] archeologia
Dal mare di Gela spuntano lingotti
di oricalco, il metallo di Atlantide
Sono 47, scoperti di fronte al litorale di contrada Bulala dai sommozzatori della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al mare. Prelevati anche altri reperti: due elmi corinzi, anfore e un’ampolla massaliota
CALTANISSETTA - La materia di cui sono fatti i sogni o, restando sul poetico, il metallo di cui era colma la mitica Atlantide di cui favoleggiò Platone. Ben quarantasette lingotti di oricalco, preziosa lega di rame e zinco la cui fama è anche legata al continente scomparso, sono stati ritrovati nel mare di Gela, in provincia di Caltanissetta. Un fondale stracolmo di tesori, secoli fa crocevia obbligato delle rotte commerciali (e militari) mediterranee. Diversi «pezzi» sono riaffiorati stamane, venerdì, grazie all’operazione dei sommozzatori del reparto operativo aeronavale della Guardia di finanza di Palermo in collaborazione con la Sovrintendenza al mare. Di fronte al litorale di contrada Bulala, a est della città, sono stati recuperati due elmi corinzi, un’ampolla massaliota, ovvero dell’antica colonia greca di Marsiglia, in Francia, un’anfora arcaica e, appunto, 47 lingotti di oricalco, il cosiddetto «metallo di Atlantide». Altri 39 lingotti erano stati recuperati nel dicembre 2014, frutto di una scoperta unica nel suo genere per l’intero Mediterraneo. Il materiale risalirebbe al periodo tra il VII e il VI secolo avanti Cristo.
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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 13:30 
MA rame e zinco non formano l'ottone? PErchè lo chiamano oricalco e cosa avrebbe di mitico?



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 13:56 
MaxpoweR ha scritto:
MA rame e zinco non formano l'ottone? PErchè lo chiamano oricalco e cosa avrebbe di mitico?

http://www.metamorfosialiene.com/2011/1 ... i-metalli/



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 14:55 
Boh quel link non mi dice nulla di che. Cos'ha di speciale l'ottone da suscitare tutta questa mitologia?



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 15:32 
MaxpoweR ha scritto:
Boh quel link non mi dice nulla di che. Cos'ha di speciale l'ottone da suscitare tutta questa mitologia?


L'oricalco NON é ottone...

Cita:
L’ottone però è una lega, non un metallo.
Platone parla dell’oricalco come d’un metallo ormai ignoto (o – per meglio dire – passato in disuso). Il suo colore rosso-fuoco è quello del rame puro ed esclude l’identificazione con il platino, voluta da taluni, ma anche con l’ottone o un altro metallo o lega



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 16:39 
Angel_ ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
Boh quel link non mi dice nulla di che. Cos'ha di speciale l'ottone da suscitare tutta questa mitologia?


L'oricalco NON é ottone...

Cita:
L’ottone però è una lega, non un metallo.
Platone parla dell’oricalco come d’un metallo ormai ignoto (o – per meglio dire – passato in disuso). Il suo colore rosso-fuoco è quello del rame puro ed esclude l’identificazione con il platino, voluta da taluni, ma anche con l’ottone o un altro metallo o lega


In realta' dipende a quale significato ci si riferisce.

Quello citato da Angel e' il significato leggendario.

Nell'uso comune invece l'oricalco e' una lega di rame e zinco simile all'ottone.

Ci sono poi altri significati, ma sono tutti molto piu' recenti.



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 22/06/2018, 22:12 
Lo sapete cos'ha di speciale L'Oricalco? o (l'Ottone?): E' che non arrugginisce come il Ferro, resiste alla salsedine del mare e che a quei tempi questo metallo era ritenuto prezioso come l'Oro. [^]


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MessaggioInviato: 08/10/2018, 15:28 
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Franceschetti: mistero Antartide, il continente ospita
un’area verde e temperata grande tre volte la Francia


6 ottobre 2018

http://www.politicamentescorretto.info/ ... a-francia/



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 08/10/2018, 15:37 
Thethirdeye ha scritto:
Controinformazione

Franceschetti: mistero Antartide, il continente ospita
un’area verde e temperata grande tre volte la Francia


6 ottobre 2018

http://www.politicamentescorretto.info/ ... a-francia/



Qualcuno ha un enciclopedia Treccani da poter controllare?

Tratto dall'articolo sopra

Una cosa simile succede se cerchiamo, sempre nella stessa enciclopedia Treccani, la voce Antartide. Ecco quello che troviamo, con riferimento alle esplorazioni antartiche. Cito testualmente: «Una quarta, imponente (1946), durante la quale fu ancora sorvolato il Polo Sud, rilevò centinaia di chilometri di coste, scoprendo, fra l’altro, una specie di oasi alle spalle della Terra della Regina Maria, libera dai ghiacci, rivestita di prateria e cosparsa di laghi dalle acque verdi o azzurre; nel complesso furono rilevati almeno 1.600.000 km2 di nuovi territori».

Sì. Avete letto bene: una vasta terra, grande quanto una nazione, non con un piccolo laghetto, o fiumiciattolo, ma addirittura “cosparsa di laghi dalle acque verdi, o azzurre”. Ricordo che stiamo parlando dell’enciclopedia Treccani


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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 08/10/2018, 15:46 
Nessuno può accedere alle terre degli Dei...

Cita:
Nel 1935 L. Ellsworth e H. Wilkins attraversarono in volo tutta l’Antartide. Dopo una prima spedizione alla fine degli anni 1930, nella zona oceanica pericontinentale le ricerche meteorologiche, idrografiche e biologiche in mare si intensificarono. Tra la fine del 1939 e del 1940 una terza spedizione Byrd confermò la tesi dell’unica massa continentale. Una quarta, imponente (1946 [}:)] ), durante la quale fu ancora sorvolato il Polo Sud, rilevò centinaia di chilometri di coste, scoprendo, fra l’altro, una specie di oasi alle spalle della Terra della Regina Maria, libera dai ghiacci, rivestita di prateria e cosparsa di laghi dalle acque verdi o azzurre; nel complesso furono rilevati almeno 1.600.000 km2 di nuovi territori. Nel seguito, vi furono spedizioni argentine e cilene, altre statunitensi, britanniche, norvegesi, francesi, australiane, quasi ininterrottamente. In occasione dell’Anno geofisico internazionale (1° luglio 1957 - 31 dicembre 1958), l’A. fu oggetto di un’esplorazione scientifica sistematica: 57 stazioni allestite da 11 paesi condussero ricerche su meteorologia, fenomeni aurorali, geomagnetismo e ionosfera, mentre una spedizione guidata dal geologo inglese V.E. Fuchscompì la traversata completa dell’A. dal Mare di Weddell al Mare di Ross. Dopo la firma del Trattato antartico (1959), le spedizioni si sono succedute regolarmente, con programmi ad ampio spettro coordinati da organismi permanenti, tra cui lo Scientific Committee on Antarctic Research.
Fonte Treccani



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MessaggioInviato: 09/10/2018, 10:35 
Angel_ ha scritto:
Nessuno può accedere alle terre degli Dei...


Non ho capito Angel.

Quindi secondo te l'Ammiraglio Bird ha sognato,vaneggiato....!?

[?]

(ma ti rendi conto di quello che dici ?
prima di parlare rifletti un tantino.
E' un consiglio eh!non un' imposizione.)



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 09/10/2018, 12:08 
catwalk ha scritto:
Angel_ ha scritto:
Nessuno può accedere alle terre degli Dei...


Non ho capito Angel.

Quindi secondo te l'Ammiraglio Bird ha sognato,vaneggiato....!?


Lui lo hanno lasciato entrare per dargli un messaggio e un avvertimento...quello che ti incollo sarà anche di fantasia ma rispecchia quello che successe...
Il regno a cui mi riferisco é la mitica Shamballa e se é sotterraneo, interno o sovradimensionale al nostro poco importa alla fine...l'importante é che esiste veramente!

Cita:
I miei pensieri furono interrotti dolcemente da una voce calda e melodiosa: "Le dò il bervenuto nel nostro territorio, Ammiraglio". Vidi un uomo dai lineamenti delicati e con i segni dell'età sul suo viso. Era seduto ad un grande tavolo. Mi invitò a sedermi su una delle sedie. Dopo che fui seduto, unì le punte delle sue dita e sorrise. Parlò di nuovo dolcemente e mi disse quanto segue: "L'abbiamo lasciata entrare qui perchè lei è di nobile carattere e ben conosciuto nel Mondo di Superficie, Ammiraglio". Mondo di Superficie, quasi rimasi senza fiato! - "Si, ribattè il Maestro con un sorriso, lei si trova nel territorio degli ARIANNI, il mondo Sotterraneo della Terra. Non ritarderemo a lungo la sua missione, e sarete scortati indietro sulla superficie e un poco oltre senza pericolo
Fonte



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 Oggetto del messaggio: Re: Atlantide - La collocazione
MessaggioInviato: 09/10/2018, 12:36 
Angel_ ha scritto:
[
Il regno a cui mi riferisco é la mitica Shamballa e se é sotterraneo, interno o sovradimensionale al nostro poco importa alla fine...l'importante é che esiste veramente!



Ma Veramente

"CIECHI E SORDI" !!!

E'

LA PIU' GRANDE MALEDIZIONE !

ANATEMA !

INFLITTA ALL'UOMO

TERRICOLO.





ELDORADO = PARADISO


SHAMBALLA' = PURGATORIO

AGHARTA = INFERNO



Immagine

P.s.:

Ti consiglio di ripassare o studiare
se non l'hai mai fatto
la Divina Commedia Dantesca.

Immagine



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