Cita:
"Zelman"
]
Platone scrisse:
Per prima cosa ricordiamoci che in totale erano novemila anni (10) da quando, come si racconta, scoppiò la guerra
tra i popoli che abitavano al di là rispetto alle Colonne di Eracle e tutti quelli che abitano al di qua; e questa guerra
bisogna ora descriverla compiutamente.(11) A capo degli uni dunque, si diceva, era questa città, che sostenne la guerra
per tutto il tempo, gli altri invece erano sotto il comando dei re dell'isola di Atlantide, la quale, come dicemmo,(12) era
a quel tempo più grande della Libia e dell'Asia, mentre adesso,
sommersa da terremoti, è lo stretto era diventato impraticabile causa una melma insormontabile(13) che impedisce il passo a coloro che navigano da qui per raggiungere il mare aperto, per cui il viaggio non va oltre.
Platone "parla" di terremoti è una melma insormontabile, i fondali dell'Oceano Atlantico sono profondi migliaia di metri da centinaia di migliaia di anni se non di più e comunque non si tratta dello Stretto di Messina Gela. Il relitto dell’oricalco
Nel mese di dicembre 2014, a Gela, colonia
rodio-cretese fondata all’inizio del VII secolo
a.C sulla costa meridionale della Sicilia, la Capitaneria di Porto segnalava il ritrovamento di
trentanove lingotti metallici. Il sito, a meno di 5
metri di profondità e 300 m dalla costa, era stato
saccheggiato. La Soprintendenza del Mare della
Regione Siciliana ha recuperato il carico di una
nave, disperso oltre un centinaio di metri di circonferenza, costituito di lingotti di una lega metallica di rame e zinco, simile al nostro ottone,
forse oricalco, considerato un metallo prezioso
nell’antichità.
Si tratta dell’unica scoperta di lingotti in possibile oricalco in tutto il Mediterraneo. La parola
ὀρείχαλκος (ὅρος, a monte χαλκός, rame) è attestata per la prima volta nell’Inno omerico ad
Afrodite: la divinità, presentata all’assemblea degli Dei, è portata dalle Ore, figlie di Zeus: la sua
parure sacra è imbellita da orecchini con “fiori
d’oricalco e d’oro”; lo pseudo - Esiodo menziona
lo scudo di Ercole, “dal lucente oricalco, regalo
di Hefaistos”. Platone, nel Crizia, descrive la mitica isola di Atlantide, l’isola ideale, regalo degli
Dei a Poseidone, in nome di Atlante, il suo figlio
maggiore: “l’isola sacra era decorata con dell’oricalco, oggi solo un nome, ma allora molto di più,
estratto dalla terra in numerose parti dell’isola e,
come l’oro, considerato il più prezioso metallo
dagli uomini d’allora” (Crizia 114d). “Il recinto
di muro della cintura più esterna fu, poi rivestito,
per tutta la sua lunghezza, di bronzo; quello interno di stagno e quello prospiciente all’acropoli
di oricalco dai riflessi fiammeggianti” mentre il
tempio, dedicato a Poseidone e Clito, aveva «tutte
le pareti esterne del tempio, con l’eccezione dei
pinnacoli, le avevano ricoperte con argento e i
pinnacoli con l’oro», scrive Platone, «All’interno
del tempio il soffitto era di avorio, curiosamente
lavorato ovunque con oro e argento e oricalco;
tutte le altre parti, i muri, le colonne e il pavimenRelitti con carichi metallici in Sicilia
Philippe Tisseyre
Archeologo, Soprintendenza del Mare
1. Lingotto di oricalco da Gela (CL).
to, le avevano rivestite di oricalco” (Crizia, 116c).1
Al di la del mito, il carico era probabilmente destinato al conio delle monete della colonia greca,
o utilizzato per alcune decorazioni - forse viste
dallo stesso Platone in Sicilia -, numerose testimonianze di numismatica attestano l’uso di questo metallo per la coniatura, dall’età classica fino
alla tarda età imperiale romana2
.
I trentanove lingotti sono irregolari, di forma
semi-cilindrica con un lato generalmente piatto,
a volte anche saldate a coppie, con un peso e lunghezza diversa per ogni reperto: da un minimo di
617 cm e un peso di 254 grammi fino ad un massimo di 32 cm e un peso di 1340 grammi. [fig. 1]
Le analisi con il metodo di fluorescenza XRF
hanno mostrato che la lega di cui sono fatti i lingotti contiene mediamente il 75% di rame e il
15% di zinco, con minime tracce di piombo e
nichel [tav. 1].
http://www.regione.sicilia.it/benicultu ... 0MARIS.pdf