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 Oggetto del messaggio: Dropa Stones - Prove di visite aliene sulla Terra?
MessaggioInviato: 08/10/2010, 11:42 
Prove di visite aliene sulla Terra?

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Fonte:
http://www.centroufologicoionico.com/ar ... ulla-terra

Mercoledì 06 Ottobre 2010 18:08
di Walter Conidi

Chi Pu Tei, docente di archeologia presso l'Università di Pechino, insieme ai suoi studenti organizzò una spedizione per esplorare alcune grotte nelle montagne himalayane prive di sentieri del remoto Bayan-Kara-Ula nel Qinghai, al confine con la Cina e il Tibet. Le grotte potevano essere state scolpite artificialmente per creare un sistema di tunnel sotterranei e magazzini. Le pareti sono state squadrate e vetrificate, come se fossero state tagliate nella montagna utilizzando una potente fonte di calore.
Essi hanno scoperto molte file di tombe in cui erano sepolti piccoli scheletri, alti circa 130 cm. Gli scheletri avevano teste anormalmente grandi che sormontavano corpi minuti, piccoli e sottili. Un membro del gruppo suggerì che potessero essere i resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Si dice che il professor Chi Pu Tei abbia risposto: "Chi ha mai sentito parlare di scimmie che si seppelliscono l'una con l'altra?"

Le tombe non presentavano epitaffi, ma furono trovati centinaia di dischi di pietra ("Dropa Stones") larghi una trentina di cm, con dei buchi al centro del diametro di circa 2 cm. Sulle pareti erano scolpite le immagini del sole che sorge, della luna, delle stelle, della terra e delle montagne, oltre a delle linee punteggiate che collegavano la terra con il cielo. Insieme con i dischi, i disegni della grotta furono datati a circa 12.000 anni.

Si narra che ogni disco di pietra presentasse un’incisione con due belle scanalature a spirale, che partivano dal bordo del buco fino al centro del disco, di fattura simile a quelle trovate sul disco di Festo.
I dischi furono classificati insieme ad altri reperti di spedizione e conservati all’Università di Pechino per 20 anni, durante i quali i tentativi di decifrarli risultarono infruttuosi. Quando i dischi vennero accuratamente analizzati dal dottor Tsum Um Nui di Pechino intorno al 1958, questi concluse che ogni scanalatura consisteva effettivamente in una serie di piccoli geroglifici, di modello e origine sconosciuti. Le righe di geroglifici erano così piccole che per vederle ci si dovette servire di una lente d’ingrandimento. Molti dei geroglifici erano stati portati via dall’erosione. Quando il dott. Tsum decifrò i simboli, scoprì che narravano la storia della caduta a terra di un'astronave dei Dropa e l'uccisione della maggior parte dei sopravvissuti da parte di tribù locali.

Secondo Tsum Um Nui, una delle linee di geroglifici recita: "I Dropas sono venuti giù dalle nuvole nei loro aeromobili. I nostri uomini, donne e bambini si nascosero nelle grotte dieci volte prima del sorgere del sole. Quando finalmente capirono il linguaggio dei segni dei Dropas, compresero che i nuovi arrivati avevano intenzioni pacifiche … " Un'altra sezione esprime il "rammarico" degli Ham per il fatto che l'imbarcazione degli alieni fosse precipitata in una catena montuosa remota e inaccessibile e che non vi fosse stato modo di costruirne una nuova, per consentire ai Dropas di tornare sul loro pianeta.

La relazione del dott. Tsum fu pubblicata in una rivista scientifica nel 1962. Successivamente, le sue scoperte furono ridicolizzate, al punto che decise di auto esiliarsi in Giappone, dove morì. L'Accademia di Paleontologia di Pechino non ha mai autorizzato la pubblicazione della relazione del dott. Tsum e si è sempre rifiutata di commentarne le conclusioni.

"Tsum Um Nui" non è un vero e proprio nome cinese, e i critici suggeriscono che il dott. Tsum può effettivamente non essere mai esistito. Tuttavia, Tsum Um Nui è un nome giapponese adattato alla lingua cinese. Non vi è alcuna prova della sua esistenza, al di là della storia dei Dropa.

Nel 1965, il professor Chi Pu Tei e quattro suoi colleghi hanno finalmente ottenuto il permesso di rivelare la loro teoria e l’hanno pubblicata con il titolo "Le scritte a scanalature riguardanti le navi spaziali che, come registrato sui Dischi, sbarcarono sulla Terra 12.000 anni fa".

La documentazione riguardante circa 716 dischi con scanalature, scoperti più tardi nelle stesse grotte, narra una sorprendente storia di una sonda spaziale inviata dagli abitanti di un altro pianeta. Dopo l'atterraggio sulla catena montuosa di Bayan-Kara-Ula (così narrerebbero quelle iscrizioni), le intenzioni pacifiche degli stranieri avrebbero confuso i membri della tribù Ham, abitanti delle vicine grotte, che diedero la caccia agli extraterrestri e li uccisero.

Le foto che sostengono di mostrare i dischi Dropa sono in realtà dei dischi Bi, rinvenuti a migliaia in tutta la Cina, soprattutto nelle province meridionali. Le dimensioni dei dischi Bi variano da pochi centimetri fino a diverse decine di centimetri (alcuni piedi). Il più delle volte, i dischi sono realizzati in giada o nefrite e presentano un piccolo foro centrale rotondo o quadrato.

La maggior parte dei dischi Bi risale al periodo Neolitico (circa 3000 a.C.), ma se ne trovano fino al periodo della dinastia Shang. I dischi Bi più recenti del periodo Shang sono di solito più riccamente scolpiti, con draghi, serpenti e, talvolta, pesci, e venivano utilizzati in cerimonie rituali.

La maggior parte dei dischi Bi neolitici è stata rinvenuta in siti tombali, interrati sotto la testa o i piedi del defunto. È stato teorizzato che servissero per scortare lo spirito del defunto. Non è stato trovato nessun disco Bi con iscrizioni o scanalature a spirale, come narra la storia dei Dropa riferita da autori come Hartwig Hausdorf.

Si dice che i dischi Dropa siano di soli 12 pollici (30 cm) di diametro. Tuttavia, una foto in bianco e nero presentata da Hausdorf e altri per mostrare un disco Dropa mostra chiaramente il disco appoggiato su un sedile, ed è visibilmente più largo in diametro (diversi piedi) e non presenta segni di sorta.

Traduzione a cura del Centro Ufologico Ionico


Fonte:
http://www.thebluntblogger.com/1561/evi ... -earth-ufo



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 08/10/2010, 11:45 
Cita:

tratto da
http://www.thebluntblogger.com/1561/evi ... -earth-ufo

Quando i dischi vennero accuratamente analizzati dal dottor Tsum Um Nui di Pechino intorno al 1958, questi concluse che ogni scanalatura consisteva effettivamente in una serie di piccoli geroglifici, di modello e origine sconosciuti. Le righe di geroglifici erano così piccole che per vederle ci si dovette servire di una lente d’ingrandimento. Molti dei geroglifici erano stati portati via dall’erosione. Quando il dott. Tsum decifrò i simboli, scoprì che narravano la storia della caduta a terra di un'astronave dei Dropa e l'uccisione della maggior parte dei sopravvissuti da parte di tribù locali.





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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:01 





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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:03 
Credo siano questi i dischi dropa (Non quelli Bi).

Sono quelli fotografati da Ernst Wegereri esposti nel Museo di Bampu di Xian:

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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:05 
Purtroppo riferimenti a quei disegni che si vedono nei dischi postati qua sopra non trovo traccia... Il che mi puzza...


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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:07 
Ho studito parecchio su questo caso,possibile che questi si siano mischiati alla popolazione locale?

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=JvT5MJLMXjI[/BBvideo]

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=8DyvRRXr6RM[/BBvideo]

Dropa?Dzopa?


Ultima modifica di Ronin77 il 08/10/2010, 12:09, modificato 1 volta in totale.

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Cita:
Secr3t ha scritto:

Purtroppo riferimenti a quei disegni che si vedono nei dischi postati qua sopra non trovo traccia... Il che mi puzza...


Non te lo far puzzare Secr3t.... perchè questo è uno dei casi
di "insabbiamento archelogico" tra i più importanti della storia.... [;)]

http://badarchaeology.wordpress.com/201 ... off-plate/

Immagine

La parola chiave è: the lolladoff plate

http://www.google.it/#hl=it&source=hp&b ... 8d87de2695



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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:11 
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Ecco...questo stralcio di un articolo che posterò tra poco riguarda proprio questa rappresentazione.

"L'inglese che nel 1947 esplorò la zona, ancora appartenente al Tibet, (la Cina la occupò solo nel 1950), era Karyl Robin Evans. Intraprese il viaggio dopo che gli fu mostrato un piatto dal prof. Lolladorf il quale, a sua volta, lo avrebbe ottenuto in una regione dell'India del Nord.
Ne nacque un libro, "Sungods in Exile" pubblicato quattro anni dopo la sua morte, nel quale si trova la riproduzione del piatto visto da Evans."


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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:12 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Secr3t ha scritto:

Purtroppo riferimenti a quei disegni che si vedono nei dischi postati qua sopra non trovo traccia... Il che mi puzza...


Non te lo far puzzare Secr3t.... perchè questo è uno dei casi
di "insabbiamento archelogico" tra i più importanti della storia.... [;)]

http://badarchaeology.wordpress.com/201 ... off-plate/

La parola chiave è: the lolladoff plate

http://www.google.it/#hl=it&source=hp&b ... 8d87de2695


Un po di puzza sotto il naso ci vuole sempre [:)]
Sul fatto che sia stato un insabbiamento non ho dubbi [;)]


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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:13 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:
i più importanti della storia.... [;)]

http://badarchaeology.wordpress.com/201 ... off-plate/



Questo direi di postarlo per intero.


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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:21 
Cita:
Ronin77 ha scritto:

Dropa?Dzopa?



La ricerca va effettuata come:

Dropa
Dzopa
Baian Kara Ula
The Lolladoff Plate

[;)]




I dischi di Baian Kara Ula
Una spedizione scientifica alla fine degli anni 30 scopre
qualcosa di straordinario dentro certe caverne del Tibet.


Fonte:
http://guide.supereva.it/fantarcheologi ... kara-ula-1

Tutto è cominciato nel 1937-1938, nelle montagne di Baian-Kara-Ula, tra i sentieri poco invitanti che si trovano sul confine che divide Cina e Tibet. Una spedizione archeologica, guidata dal professor Chi Pu Tei, scoprì una serie di sepolture all’interno di grotte le quali si aprono in quei luoghi. Ciò che il professore e il suo team trovarono in queste cavità sconosciute, sarebbe presto stato considerato come qualcosa di molto insolito. Per alcuni si tratterebbe di una delle più grandi scoperte archeologiche del novecento, in grado di cambiare la percezione che generalmente si ha della preistoria.

Chi Pu Tei, un professore di archeologia all’università di Pechino, diresse l’indagine archeologica in una serie di caverne interconnesse. In un rapporto ha rilevato che queste aperture nella roccia potrebbero essere state scavate artificialmente, apparendo più simili a un complesso sistema di gallerie e magazzini sotterranei.

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Le pareti erano squadrate e vetrificate, come scolpite dalla montagna grazie a una fonte di calore estremo. All’interno delle grotte furono trovati luoghi di sepoltura dall’apparenza molto antica - disposti in modo ordinato - e in essi vi erano i resti scheletrici di esseri umani dallo strano aspetto.

Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo.

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In un primo momento, fu suggerito che potevano trattarsi dei resti di una specie sconosciuta di gorilla di montagna. Sulle prime, la comunità dei ricercatori mise in ridicolo le conclusioni di Chi Pu Tei, pubblicate con un articolo. L’immagine di un gorilla che seppellisce i suoi piccoli dentro una caverna non poteva che suscitare il riso, ma ha comunque lasciato in sospeso delle questioni importanti sulle quali riflettere: “A che tipo di esseri umani potevano essere appartenuti quegli scheletri? Ed erano davvero esseri umani?”

Altre scoperte, compiute più profondamente dentro le grotte, eliminarono la possibilità che delle scimmie avessero vissuto lì dentro. Sulle pareti scolpite, infatti, furono trovati dei pittogrammi rappresentanti degli astri celesti. Vi erano raffigurati la terra, il sole, la luna oltre a diversi gruppi stellari, ed erano tutti collegati tra loro da una serie di puntini che formavano delle linee. Era ovvio che le immagini dovevano essere una specie di mappa o un grafico di qualche tipo, e che furono create da esseri intelligenti.

Il gruppo di ricerca del professor Chi Pu Tei in seguito compì quella che fu definita “La più incredibile scoperta che abbiamo fatto.” Semisepolto nel pavimento pieno di detriti di ogni grotta hanno trovato degli oggetti dall’aspetto insolito, originariamente denominati “strani dischi di pietra” e descritti come “evidentemente plasmati dalla mano di un creatura intelligente.” Questi oggetti furono misurati in circa nove pollici di diametro e tre quarti di pollice di spessore. Nel centro esatto si apriva un buco perfettamente rotondo di 3/4 di pollice, e inciso sulla superficie c’era un solco sottile a spirale dal centro verso il bordo, rendendo l’aspetto degli oggetti somigliante a una specie di “disco per i fonografi.”

Uno dei dischi conservati meglio è stato datato tra 10.000 e 12.000 a.C., perciò di gran lunga più vecchio di ogni possibile datazione delle piramidi egizie. Alla fine, venne trovato un totale di 716 lastre circolari, e ciascuna di queste ha un proprio mistero. Le scanalature, a un esame più approfondito, non risultano essere semplici solchi, ma la riga continua a spirale di una scrittura sconosciuta!



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MessaggioInviato: 08/10/2010, 12:33 
I PIATTI DI PIETRA DI BAYAN KARA ULA


La scoperta, nella remota zona di Nimu, provincia si Sichuan, confinante con le montagne di Bayan Kara Ula oggi ribattezzata Bayan Har Shan, di un ceppo di circa trecento individui non classificabili etnologicamente, riporta alla ribalta la vicenda dei cosiddetti "dischi elettrici".
Sembra si tratti di una minoranza etnica composta da individui non più alti di un metro e trenta, che parla una lingua sconosciuta e incomprensibile, installatasi in un accampamento situato all'interno di un'antichissima foresta, a circa 5.000 metri di altitudine.
Manufatti, mummie e antichissime conoscenze tecnologiche e scientifiche, quali volani senza attrito, troppo avanzati per la loro epoca, danno vita ad un "elettrizzante giallo cinese".
Qui di seguito le notizie raccolte, insieme ad un amico, in anni di indagini su quella vicenda che è stata sempre definita da tutti un buon racconto di fantascienza e che, al contrario, rivela un "cover-up" in piena regola, tanto da considerare la storia degna di un "X-files".

GRANDI CRANI E GRANDI OCCHI
La divulgazione di questo caso si deve al giornalista austriaco Peter Krassa, in collaborazione con il collega tedesco Hartwig Hausdorf; il loro punto di partenza fu un articolo in cui, per la prima volta, si era parlato dei cosiddetti "piatti di pietra", sulla base di una relazione stilata da un ricercatore inglese. Questi, nel 1947, riuscì a penetrare nella zona, scoprendo come l'archeologo cinese Chi Pu Tei avesse rinvenuto nel 1937, nelle caverne del massiccio di Bayan Kara Ula, 716 tombe, al cui interno giacevano resti di esseri con caratteristiche anatomiche non comuni.
Il cranio provvisto di cavità oculari molto larghe, si presentava enorme e molto sproporzionato rispetto all'esile corpo, non più lungo di un metro e trenta, e con delle braccia lunghissime.

A colpo d'occhio le spoglie furono credute appartenenti ad una specie di scimmia, ma oltre a non poter pensare che delle scimmie operassero sepolture simili, vennero ritrovati, in ogni tomba, dischi di pietra con un foro centrale da cui iniziava, per finire all'orlo, in forma di spirale, un doppio solco di incisioni e simboli ritenuti una forma di scrittura sconosciuta.
Inoltre, sulle pareti delle caverne, l'archeologo si ritrovò stupito a contemplare alcune pitture raffiguranti il sole, la luna e le stelle. Tra loro dei punti, simili a piselli, discendevano verso le montagne e la superficie della terra in curve aggraziate.

DISCHI CINESI NEOLITICI
L'inglese che nel 1947 esplorò la zona, ancora appartenente al Tibet, (la Cina la occupò solo nel 1950), era Karyl Robin Evans. Intraprese il viaggio dopo che gli fu mostrato un piatto dal prof. Lolladorf il quale, a sua volta, lo avrebbe ottenuto in una regione dell'India del Nord.
Ne nacque un libro, "Sungods in Exile" pubblicato quattro anni dopo la sua morte, nel quale si trova la riproduzione del piatto visto da Evans.
Oggi, esposti nelle sale del British Museum, si trovano dischi di varie misure e fogge tutti provvisti del foro centrale. Sono classificati come dischi di giada con l'antico nome di "bi", usati nel neolitico (2.500 a.C.) nella Cina del sud est, regione di Shangai. Per gli archeologi il loro significato rimane sconosciuto. Molti provengono dalle sepolture del periodo "Lianzhu" e vennero ritrovati insieme ad altri manufatti chiamati "Cong", oggetti con una sezione trasversale quadrata provvisti di foro cilindrico, e a scuri piatti situati lungo gli arti del defunto. Ne sono stati rinvenuti anche nel periodo Shang (XIII° - XIV° sec.), alcuni decorati con leggeri anelli incisi sulla superficie, insieme a ornamenti tubolari di funzione sconosciuta, che richiamano alla mente un "incastro"; tali dischi sono detti "con colletto" a causa del lieve rialzo del bordo intorno al foro centrale, tanto da farli somigliare al colletto della tipica giacca cinese.
Sfugge il significato di porre un disco forato nelle sepolture, tremila o quattromila anni fa, ma può darsi siano divenuti oggetto di culto e ricopiati più volte.
In Cina dischi di ogni dimensione e materiale, o monete forate al centro, sono considerati portafortuna, al pari del nostro corno rosso e vengono venduti per tale uso. L'origine di un'usanza religiosa va comunque ricercata in un remoto passato.

MUMMIE DI 12.000 ANNI FA
Nel 1947 l'ingegner Ernst Wegerer riuscì a fotografare alcuni dischi esposti nel Museo di Bampu di Xian, grazie anche alla collaborazione dell'allora direttrice del museo. Nelle copie, gentilmente inviatemi, non vedo tracce della doppia spirale di scrittura. Qualche segno si può vedere invece nella foto di un disco, pubblicata da Krassa sul suo "Als die gelben Gotter kamen" e riportata successivamente in "Satelites of God". Nelle foto dell'ingegnere c'è comunque qualcosa d'importante: due dita della mano, sicuramente femminile, che sorreggono il disco in posa. Per meglio capire, ripercorriamo le ricerche di Krassa e Hausdorf. Essi nel 1994 visitarono appositamente il Museo di Xian per vedere i dischi, ma scoprirono che non erano più esposti al pubblico. Il direttore, tale prof. Wang Zhiyun, negò, a lungo, l'esistenza dei dischi e la raffigurazione di una sezione trasversale di uno di questi con evidenziato il punto medio descritto da Wegerer. Mostrò loro una copia ingrandita di argilla di un disco custodita in un fabbricato attiguo al Museo.
La storia è ripetuta su ogni disco, oppure ne sono occorsi 716 (uno per ogni tomba) per raccontarla? Forse la storia è incisa sulle pareti delle caverne. Perché non sono state mai mostrate le foto di quei disegni, né degli scheletri? Se questi ultimi si fanno risalire al 12.000 a.C., si parla di resti mummificati?
Si cerca di sviare le indagini da altri documenti?

COME SPARISCE UNO STUDIOSO
È comunque strano che ovunque si parli dei dischi di pietra, mentre il Ministero delle Antichità cinesi, riviste archeologiche e ufologhe di quel paese affermano di non saperne nulla. Riguardo alle varie fonti di informazione che diffusero le notizie - come lo "Spoutnik" n.1 del 1967 e "La Nazione" del giugno 1967, in nostre mani - è emersa una particolarità contrastante. Zaitsev, Von Daniken e Kolosimo fanno riferimento alla rivista tedesca "Das Vegetarische Universum" del 1967, Jorg Dendle, ricercatore, rivela che quella rivista ne ha parlato in un articolo titolato "Ufo nell'antichità" nel luglio 1962, e di possedere la copia.
Noi sappiamo che la pubblicazione di quanto tradotto da Tsum Um Nui venne pubblicata, dopo un divieto dell'Accademia degli Studi Preistorici di Pechino, solo nel 1963.
Per quale motivo la rivista tedesca ne parlò prima?
Peter Krassa e Walter Langhbein hanno scoperto che Tsum Um Nui, che ritenevamo originario di Belang, Celebes (Indonesia), morì in Giappone nel 1965. Strano lo si scopra solo nel 1996.
Rimangono un mistero anche per Krassa, da noi interpellato, la sua data di nascita e la causa del decesso. Una delle nostre fonti, un eminente studioso di lingue antiche cinesi, autore di svariati libri, dopo aver corrisposto con noi per un periodo scambiando informazioni, improvvisamente sparisce nel momento in cui le domande divengono più specifiche, respingendo l'ultima lettera al mittente con la dicitura "sconosciuto all'indirizzo".
Contemporaneamente si rende irreperibile il contatto cinese domiciliato in città. Infine, un ente che doveva fornire dei documenti chiede un esoso pagamento in anticipo per curare la spedizione. Cosa si va nascondendo?

I DROPA
Ritorna in ballo il Giappone perché Dendle ipotizza, come a suo tempo Kolosimo, che la fonte originale sia stata ricavata da una rivista di quel paese. D'altra parte Chi Pu Tei, o Ci Pu Tei, rappresenterebbe solo la pronuncia di un nome che si dovrebbe scrivere Qi Butai.
In quanto alle tribù citate, Karyl Evans affermò di aver conosciuto i discendenti di quelli che lui chiama Dzopa. Fa risalire la prima visita al 20.000 anziché al 12.000 e parla di una seconda intrusione nel 1014 a.C. terminata con un atterraggio forzato a causa di un guasto meccanico. Afferma che la parola Dropa è ortograficamente più corretta di Dzopa o Tsopa, ma non corrisponde all'esatta pronuncia degli inglesi, dato che essi usano porre la lingua un po’ più in alto nella bocca quando pronunciano la "z"; in definitiva è più corretto Dzopa. Quest'ultimo nome, con Khams, è stato più volte storpiato in Dropa e Ham (Spoutnik), Dropu (Daniken) e Chams (per altri).
Sono comunque parole che significano entrambe "pastori", gente delle terre alte. Le indagini ci hanno condotto nella regione dello Tsang, lungo la valle del fiume Tsango (Brahamaputra), in un immenso territorio dove risiedono i pastori Drokpa. Essi vivono, circondati da mandrie di Yak, in caratteristiche tende nere, in mezzo a montagne altissime, pascoli e dune di sabbia.
Siamo nel bacino del Sulei, dove si ammira la piramide cristallina del Kailash, un monte che s'innalza al di là dell'Himalaia, sul pianoro tibetano, considerato, non a caso, il centro del mondo degli Induisti, Buddisti, Bon e Janici. È proprio una perfetta piramide alta 6.000 metri che la logica fatica a credere sia esclusivamente opera della natura.
Dalla sua cima si vedono il Lago Manasarivar, originariamente detto Manasa-Ara la cui santità è cantata spesso nel Mahabarata. Ad ovest Larkana, più nota come Mohenjo Daro e la valle dell'Indo; a Nord ovest la regione del Kohistan, o Cohistan, ove venne rinvenuta una carta celeste con la posizione delle stelle come erano 14.925 anni fa, pubblicata dal National Geographic Magazine nel 1925.
A Nord il Khotan e il deserto del Tacla Macam, dalle cui sabbie affiorano palazzi vetrificati, fra i fiumi Kerjia e Yurun. Siamo nel Turkestan orientale dove Sir Aurel Stein rinvenne lettere e documenti che Lissner certificò compilati in indiano antico con sigilli greci.
Infine ad est del Kailash si trovano le province cinesi del Cinghai e del Sichuan. La prima con Bayar Kara Ula, secondo Creighton Ba-Yen H'a-La Shan (Good BlackMountains). Più a nord di Bayan le grotte Dunhuang, gruppo Mocao, Provincia di Gansu. Ne sono state esplorate mille. Ben 492 contengono 2.415 statue dipinte e 45.000 metri quadri di murales, pubblicizzati dalle compagnie di viaggio, raffiguranti uomini che volano seduti sulle nuvole. I manoscritti ivi ritrovati riportano studi scientifici che sono stati attribuiti ad una razza evoluta e le carte raffigurano una terra estesa nel Pacifico.

[align=right]Fonte: http://www.edicolaweb.net/edic030a.htm[/align]


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Thethirdeye ha scritto:
Gli scheletri, che misuravano poco più di un metro e trenta centimetri di altezza, avevano un aspetto fragile ed esile ed un teschio dalla volta cranica ampia, come sproporzionata al resto del corpo.

Immagine


Riguardo a questa foto, occhio! Perchè la foto mostra uno scheletro vero, ma venne ritrovato in messico, e non centra direttamente con la faccenda dei Dropa.


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Secr3t ha scritto:

Riguardo a questa foto, occhio! Perchè la foto mostra uno scheletro vero, ma venne ritrovato in messico, e non centra direttamente con la faccenda dei Dropa.



Ok.... controlliamo la provenienza della foto (nota però la didascalia in tedesco.... "Zaitsev, Von Daniken e Kolosimo fanno riferimento alla rivista tedesca "Das Vegetarische Universum" del 1967, Jorg Dendle, ricercatore, rivela che quella rivista ne ha parlato in un articolo titolato "Ufo nell'antichità" nel luglio 1962, e di possedere la copia".

A parte questo, un link relativo allo scheletro del Messico?



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