POST DI TRYSTERO
REPLICACita:
Julien ha scritto: GEOMETRIA EGIZIAhttp://xoomer.virgilio.it/geometria_egizia/(18 CAPITOLI)
Dall’introduzione:
Fra gli studiosi moderni che hanno cercato di capire i Miti arcaici, un posto particolare spetta a Giorgio de Santillana e Herta von Dechend, autori di un saggio sul Mito e la Struttura del Tempo: Il mulino di Amleto. Secondo questi due studiosi, il pensiero dello scienziato arcaico era tutto "cosmologico" e di conseguenza l'unità di misura del suo universo non poteva che essere il Tempo, che era circolare rispetto al nostro che è lineare.
Il mulino di Amleto è uno dei libri più affascinanti che abbia mai letto (e riletto due volte). Consigliatissimo a chiunque si interessi dell'origine dei miti.
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Cita:
le piramidi della quarta dinastia sono completamente mute. Non esiste alcun bassorilievo, pittura o iscrizione nel loro interno che sia riferita al faraone di turno o al suo costruttore. Con una battuta possiamo dire che oltre che inutili sono pure anonime.
Quella frase sembra tratta da Von Daniken (
Eyes of the Sphinx, 1996): "
The Great Pyramid is a huge, largely anonymous work... There is not a single inscription that would indicate how it was built. No one left behind even the briefest note to answer any of our questions regarding its construction. The pyramid itself features no heiroglyphics at all"
Ma è falsa.
All'interno della Grande Piramide sono presenti moltissimi "marchi di cava" con geroglifici, dipinti con vernice rossa (come quella usata per i "segni" recentemente trovati all'interno di quel cubicolo esplorato dal robottino). Si trovano nelle "camere di compensazione" che hanno la funzione di scaricare l'enorme peso dei massi sovrastanti all'esterno della camera del re. Vennero scoperti nel 1837 da Howard Vyse… Lo so! ora qualcuno risponderà che Vyse ha falsificato quei groglifici, l'unica ipotesi possibile per rifiutare la datazione classica.
C'è infatti chi (ad esempio Sitchin) sostiene che Vyse li avrebbe letteralmente dipinti lui stesso per millantare una grande scoperta archeologica.
Ma è impossibile.
Quei "marchi di cava" sono semicoperti da enormi lastroni di pietra inamovibili, sbucano da dietro gli angoli, dentro nicchie o fessure impossibili da raggiungere.
Anche Graham Hancock fino a una quindicina d'anni fa sosteneva la tesi del falso, poi durante una visita all'interno della grande piramide potè rendersi conto delle posizioni di quei geroglifici, e cambiò idea, scrivendo:
"
Cracks in some of the joints reveal hieroglyphs set far back into the masonry. No 'forger' could possibly have reached in there after the blocks had been set in place - blocks, I should add, that weigh tens of tons each and that are immovably interlinked with one another. The only reasonable conclusion is the one which orthodox Egyptologists have already long held - namely that the hieroglyphs are genuine Old Kingdom graffiti and that they were daubed on the blocks before construction began." E aggiunge ""For the record I believe that Khufu did build the Great Pyramid - or anyway most of it (perhaps the subterranean chamber and some other rock-hewn parts of the structure may be earlier)."
Nessuna falsificazione sarebbe possibile anche per Hancock, perché quei geroglifici proseguono dietro gli enormi e inamovibili massi pesanti decine di tonnellate, e si vedono pure dentro le fessure tra i massi. Quindi, sempre secondo Hancock che conferma le tesi dell'egittologia classica, la grande piramide sarebbe stata costruita all'epoca di Khufu (Cheope), anche se le camere sotterranee e altre strutture potrebbero essere di epoche precedenti.
Graham Hancock ha poi aggiunto un capitolo proprio su questo argomento, nelle recenti edizioni di "Fingerprints of Gods".
http://www.grahamhancock.com/features/m ... ods-p3.htmEcco le illustrazioni che accompagnano il libro di Howard Vyse
Operations carried on at the pyramids of Gizeh in 1837(vol1):
Immagine: 175,46 KBParticolare: 155,65 KBImmagine: 183,26 KBParticolare: 177,81 KBE altre due tratte da un altro libro che descrive le scoperte di Vyse, in cui si vedono meglio le posizioni delle pietre:
Immagine: 184,59 KBImmagine: 166,87 KBCome si può vedere i geroglifici sono posizionati in modo irregolare sui diversi massi, alcuni si vedono in orizzontale, altri in verticale, altri ancora capovolti o tagliati da fenditure delle pietre. Ma soprattutto sono parzialmente coperti dai lastroni di pietra disposti uno accanto all'altro a copertura delle diverse "camere di compensazione".
Questa è una foto recente di uno dei geroglifici, di quello che è stato decifrato come il "nome abbreviato" di Khufu.
Immagine: 112,75 KBMa tra quei geroglifici ci sarebbe anche il "nome di Horus" dello stesso faraone, che veniva scritto in modo diverso.
Chi sostiene la tesi del falso (ad esempio questo
http://www.rickrichards.com/egypt/Egypt2.htm ) si arrampica sugli specchi sostenendo che l'unica vera immagine probante sarebbe l'illustrazione pubblicata da Vyse nel 1837, che conterrebbe un punto e non tre linee all'interno del cerchio (le tre linee farebbero infatti parte del nome di Khufu), mentre le recenti foto sarebbero falsificate. Ma è assurdo. Quello di Vyse era uno schizzo, ricopiato in condizioni di illuminazione molto precarie nel 1837, e poi a sua volta ricopiato dall'incisore che ha realizzato le illustrazioni del libro.
Quello che fa testo non è certo una minuscola illustrazione pubblicata nel 1837 ma le foto scattate di recente.
Un articolo che confuta la teoria della falsificazione dei marchi:
http://www.badarchaeology.net/bad/misrepresentation.phpUn'altra spiegazione dettagliata dei marchi e ulteriore confutazione della "Sitchin's folly":
http://www.unexplained-mysteries.com/fo ... pic=172788