18/06/2011, 13:06
19/06/2011, 01:34
Trystero ha scritto:manucaos ha scritto:
Ma i marchi di cava sono presenti anche sui blocchi esterni della G.P. ? so che alcuni li hanno trovati sui blocchi ancora nelle cave ma su quelli all'esterno della piramide non ho mai sentito niente
I marchi di cava non si trovano solo nelle basse e scomode camere di compensazione sopra la camera del re. Uno è stato trovato nel 1944, dietro uno dei grandi massi che si trovano all'esterno, per la precisione nel quarto livello, lato est, settantunesima pietra partendo dal lato nord. E' documentato in un libro che tratta principalmente dei "graffiti" lasciati nei secoli dai visitatori della grande piramide:
Georges Goyon, Les Inscriptions et Graffiti des Voyageurs sur la Grande Pyramide (1944)
L'autore ne fornisce anche una riproduzione:
Immagine:
5,07 KB
Un altro autore che cita diversi marchi visibili sulle pietre è L.V.Grinsell nella sua Archaeological Autobiography:
I made a detailed study of the builder's inscriptions in hieroglyphs on the exposed backing stones of the Giza and other pyramids, from which the casing had been removed in the middle ages to build some of the mosques of Old Cairo. The best time to see these inscriptions (all painted in red ochre which has faded with the passage of time) is in the very early morning. When staying at the Mena House Hotel I would go out at first light before breakfast with sunglasses and search the west face of each pyramid (then of course in shade) when these inscriptions can be clearly seen. They include phrases such as `this side up' (important as sedimentary rock has to be used in a building the same way up as the position it occupied in its original stratum). Other inscriptions indicate the height of the masonry (in Egyptian cubits of around 20.61 inches) above the base-line at a given date. A typical example, on the pyramid of Queen Neit, a wife of Pepy II at South Saqqara, reads `Second month of winter, day 14 . . . work on the building, on the west side'. I found that the west side of each pyramid was where these inscriptions are the best preserved. The winds (Khamseens) from the Western Desert every spring bring sand which accumulates on this side of each pyramid and helps to preserve these inscriptions; but at intervals of every few years (or longer) this accumulation of sand is removed from the west face of each pyramid as part of the pyramid maintenance programme of the Service of Antiquities: and then is the time for studying these inscriptions.
Entrambi gli autori e le loro testimonianze sui marchi sono citati da Martin Stower in questa pagina web:
http://tinyurl.com/externalquarrymarks
Altre dettagliate pagine di Martin Stower sull'argomento:
http://tinyurl.com/forgingthepharaohsname
In alto a sinistra si trova un indice con tutti i capitoli dello studio di Martin Stower sui quarry marks, purtroppo ora consultabile solo nell'Internet Archive perché il sito di Stower non c'è più (o non l'ho trovato se si è trasferito).
25/06/2011, 09:41
02/07/2011, 09:36
20/07/2011, 08:38
20/07/2011, 09:03
24/08/2011, 08:25
10/03/2012, 22:40
Sénakht-en-Rê, la “riscoperta” di un faraone
Nel corso degli scavi condotti a nord del tempio di Amon-Ra, nel complesso templare di Karnak, un team franco-egiziano dell’IFAO (Institut Français d’Archéologie Orientale) diretto da Christophe Thiers ha scoperto una porta in pietra calcarea importantissima per la comprensione dell’enigmatica 17° dinastia (1634-1543 a.C.).
È la dinastia che lanciò la campagna militare conclusasi con la cacciata della tribù degli “Hyksos” dall’Egitto.
Sulla porta è inciso il nome di un re finora menzionato solo in tre documenti scritti uno o due secoli dopo il suo regno. Il suo nome è “Sénakht-en-Rê”. E dato che il suo nome non era mai stato trovato su nessun monumento, gli archeologi lo avevano sempre considerato un re immaginario.
La recente scoperta sembra invece suggerire che il re fosse in effetti esistito.
Oltre al cartiglio, la porta reca incise iscrizioni geroglifiche secondo cui il re fece costruire la porta con blocchi di pietra calcarea trasportati da Tora (odierna Helwan, a sud del Cairo), che all’epoca era sotto il controllo Hyksos.
Fonte
19/06/2012, 11:38
21/06/2012, 09:17
09/07/2012, 09:41
Le barche dei milioni di anni
«Nella testimonianza di un archeologo italiano il racconto di un incredibile documento inciso tra i muri di un tempio minerario nubiano. Si tratta di una delle mitologiche “barche degli Dei” oppure un incisione ispirata da qualcos’altro?
Abbiamo deciso di pubblicare quest’articolo in quanto, sebbene l’argomento sia controverso, il bassorilievo al centro del tema esiste realmente. Ne fece menzione già Alberto Fenoglio nel 1980 nel suo “I Misteri dell’Antico Egitto” (MEB)
ma mai sino ad ora era stato fotografato e presentato su una rivista specializzata. Si tratta di un’esclusiva assoluta. Al di là delle opinioni del noto egittologo, presentate attraverso l’autore dell’articolo, che possono essere condivise o meno, l’anomalia che esso rappresenta richiede una spiegazione. Lasciamo a ciascuno di voi la propria idea assicurando, quale redazione, di approfondire direttamente e personalmente la questione appena possibile.»
«Sull’Egitto antico, dal Periodo Protodinastico al Periodo Greco Romano, sono state scritte tante cose, più o meno credibili. Naturalmente ciò non significa che in quasi duecento anni, dalla conquista di Napoleone dell’Egitto ai giorni nostri, non siano stati compiuti notevoli progressi nell’interpretazione delle tradizioni, del linguaggio e della storia di questo popolo che ha preceduto la cultura ellenica e latina di almeno tremila anni. Resta comunque una gran quantità di interrogativi tra i quali, come spesso qualcuno si chiede: la preistoria egizia, come quella del resto dell’umanità, fu aiutata da gente proveniente da altri pianeti? é un’ipotesi fantascientifica ma possibile. Seguiamo il racconto fattoci da un noto archeologo/egittologo italiano che chiameremo con un nome fittizio, per la sua volontà di mantenere l’anonimato, il quale due anni fa durante un viaggio esplorativo nelle miniere aurifere del Kush (Nubia), l’attuale Sudan, trovò qualcosa che gli fece trarre alcune interessanti conclusioni. Ecco dunque l’affascinante narrazione dei fatti.»
«Giornalista, scrittore, egittologo, autore di libri di grande successo come gli ultimi due volumi in versi: “Il Paradiso è all’Ombra delle Spade” (italiano-arabo) edito da Swam, e “Te Canto Palestina” (Spagnolo-arabo), edito da Mondatori, venduti in oltre 4 milioni di copie.»
«Mister la miniera che visiteremo domani è stata abbandonata già in periodo Saitico e riaperta da un gruppo di archeologi americani solo due anni fa. Dopo la scoperta che hanno fatto, sono arrivati sul posto alcuni alti ufficiali dell’Air Force che si sono immediatamente premurati di consigliare al nostro Governo di non fare visitare quel sito da nessun turista, anzi, di tenerlo ben sigillato e sotto controllo…l’opinione pubblica non doveva sapere…»
«Dopo una trentina di metri raggiungemmo una grotta. Le pareti dell’ipogeo erano dipinte con scene mitologiche e figure di Per-‘aow (faraoni) della XII dinastia.»
«Poco dopo sbucammo in un pianerottolo ingombro di oggetti che avrebbero fatto la gioia di qualunque museo, invece erano li e chissà per quanti decenni ancora ci sarebbero rimasti.»
«Il corridoio finiva in uno stanzone con molte camere ai lati: le dimore dei sacerdoti del Tempio sotterraneo. Un’arcata separava quella cavità da un’ampia sala colonnata con nel mezzo le statue in trono, scolpite nel granito nero, Wsir (Osiride), Aset (Iside) e Hor (Horus).»
«… puntò la sua torcia verso un architrave quadrangolare che sovrastava una falsa porta, Ciò che vidi mi lasciò allibito. Un rilievo a incavo, dove i contorni delle figure erano scavati nella superficie non asportata, rappresentava, stilizzato, un lungo cilindro puntiforme con alettoni alla base; il disegno perfetto di un vero e proprio missile, attorno al quale c’erano alcuni uomini che non vestivano all’egiziana.
Era quanto di più sorprendente mi fosse capitato di vedere nella mia carriera di archeologo. La realtà superava ogni più fervida fantasia e migliaia d’anni di buio storico sulle origini della civiltà, si schiarivano d’incanto…Bastava quel rilievo per dimostrare inconfutabilmente che l’uomo non si era evoluto da solo ma che qualcuno lo aveva preso per mano e gli aveva insegnato ciò che non poteva sapere.»
12/08/2012, 21:22
14/08/2012, 22:44
12/09/2012, 14:54
16/09/2012, 19:26
barionu ha scritto:Trystero ha scritto:manucaos ha scritto:
Ma i marchi di cava sono presenti anche sui blocchi esterni della G.P. ? so che alcuni li hanno trovati sui blocchi ancora nelle cave ma su quelli all'esterno della piramide non ho mai sentito niente
I marchi di cava non si trovano solo nelle basse e scomode camere di compensazione sopra la camera del re. Uno è stato trovato nel 1944, dietro uno dei grandi massi che si trovano all'esterno, per la precisione nel quarto livello, lato est, settantunesima pietra partendo dal lato nord. E' documentato in un libro che tratta principalmente dei "graffiti" lasciati nei secoli dai visitatori della grande piramide:
Georges Goyon, Les Inscriptions et Graffiti des Voyageurs sur la Grande Pyramide (1944)
L'autore ne fornisce anche una riproduzione:
Immagine:
5,07 KB
Un altro autore che cita diversi marchi visibili sulle pietre è L.V.Grinsell nella sua Archaeological Autobiography:
I made a detailed study of the builder's inscriptions in hieroglyphs on the exposed backing stones of the Giza and other pyramids, from which the casing had been removed in the middle ages to build some of the mosques of Old Cairo. The best time to see these inscriptions (all painted in red ochre which has faded with the passage of time) is in the very early morning. When staying at the Mena House Hotel I would go out at first light before breakfast with sunglasses and search the west face of each pyramid (then of course in shade) when these inscriptions can be clearly seen. They include phrases such as `this side up' (important as sedimentary rock has to be used in a building the same way up as the position it occupied in its original stratum). Other inscriptions indicate the height of the masonry (in Egyptian cubits of around 20.61 inches) above the base-line at a given date. A typical example, on the pyramid of Queen Neit, a wife of Pepy II at South Saqqara, reads `Second month of winter, day 14 . . . work on the building, on the west side'. I found that the west side of each pyramid was where these inscriptions are the best preserved. The winds (Khamseens) from the Western Desert every spring bring sand which accumulates on this side of each pyramid and helps to preserve these inscriptions; but at intervals of every few years (or longer) this accumulation of sand is removed from the west face of each pyramid as part of the pyramid maintenance programme of the Service of Antiquities: and then is the time for studying these inscriptions.
Entrambi gli autori e le loro testimonianze sui marchi sono citati da Martin Stower in questa pagina web:
http://tinyurl.com/externalquarrymarks
Altre dettagliate pagine di Martin Stower sull'argomento:
http://tinyurl.com/forgingthepharaohsname
In alto a sinistra si trova un indice con tutti i capitoli dello studio di Martin Stower sui quarry marks, purtroppo ora consultabile solo nell'Internet Archive perché il sito di Stower non c'è più (o non l'ho trovato se si è trasferito).
La questione dei marchi di cava esterni è nota .
Il fatto è che gli Arabi hanno scaravellato tutta Giza centinaia di anni fa , ( intorno al 1400 D.C ) e da allora è successo di tutto .( Gli Arabi le usavano come lattrine e discariche )
Chiunque avrebbe potuto fare quelle iscrizioni , anche perchè quella citata da Goyon non era occultata dal masso antistante , ma a cielo aperto in uno spazio sufficiente per permettere un artefatto.( per intenderci , il masso antistante c'è , ma a una distanza di circa 10 cm )
Cito il mio amico Mario Pincherle che ha potuto scalare Cheope diverse volte prima del divieto , e che conosceva a memoria ogni pietra e iscrizione.
Conversazioni che facevo con lui e Peter Tompkins all'inizio degli anni 80,
nella sua casa di Via Fornetto ad Ancona.
Anche qui bisognerebbe avere delle foto utili.
Ma la questione è molto, molto più complessa di come sembra.
La cosa è poco nota , ma abbiamo molte testimonianze su Cheope prima che gli Arabi la massacrassero .
Da Il codice di Giza di Lawton/Herald , pag 471 , Appendice 1 , ed it.
Lo scrittore Arabo Masoudi , circa 900 D.C. , ci dice :
" Le piramidi sono costruzioni immense e altissime , straordinarie e meravigliose , la loro superficie e tutta ricoperta di iscrizioni , compilata nella scrittura di antichi popoli e regni che oggi non esistono più . Che razza di scrittura sia mai e che cosa significhino questi segni non ci è dato conoscere "
Anche Erodoto parla di iscrizioni che ricoprivano tutto il porticato che conduceva a Cheope , sebbene su iscrizioni riguardo alla piramide non dica niente.
zio ot