I "Grigi" rupestri bolivianiLa Bolivia è uno stato del Sud America, colmo di bellezze naturali senza eguali. Le prime tracce di colonizzazione umana risalgono a circa 20.000 anni fa. Fiorirono molte culture, note e meno note, che avevano una loro società e il loro modo di coestistere con l'ecosistema biologico del luogo.
Come in ogni parte del mondo, le prime popolazioni umane del luogo non conoscevano la scrittura e comunicavano con graffiti ciò che vedevano giornalmente. L'arte rupestre era composta da elementi reali, come scene di caccia, animali, elementi sociali, raffigurazioni di costruzioni stilizzate, costellazioni ed altro, ed elementi "spirituali", non appartenenti al mondo del "reale" come, ad esempio, la stilizzazione dei loro Dei.
Un elemento di questo tipo è quello che si può riscontrare nell'arte rupestre presente nelle rocce di Villagrande.
Villagrande, che si trova ad ovest del Dipartimento di Santa Cruz, appartiene agli altipiani andini. In questi luoghi si sono succeduti popoli che hanno documentato la loro presenza con dei disegni su rocce e all'interno di caverne.
Tra i vari siti di interesse archeologico e, ipoteticamente, "xeno-archeologico" ci sono due siti che prendono il nome di SC 074 e SC 004.
La grotta SC 074 testimonia un'arte rupestre più antica, evidenziata da impronte di mano "disegnate" sulle caverne. Questo gesto sembrerebbe non avere per molti una importanza notevole, ma per le popolazioni dell'epoca era un segno identificativo, un gesto di presenza e socializzazione.
Ma la grotta che potrebbe essere indicativa di una rappresentazione di un presunto essere spaziale è quella che porta la sigla di SC 004.
Questa grotta è relativamente più recente e anche le immagini sulla roccia sembrano più complesse.
Il periodo dei disegni, desunto dall'analisi al C14, risale all'incirca al 1.000 d.C. Un etnia stanziale dell'epoca ebbe l'accortezza di disegnare sulla roccia della caverna un volto antropomorfizzato. Un volto strano che per gli archeologi rappresenta una divinità, definita con volto di una "rana".

Però se guardiamo bene l'immagine (in alto), il volto sembrerebbe avere una strana fattezza, con le orbite oculari molto grandi, con un naso quasi pronunciato e una fessura al posto della bocca.
Potrebbe rappresentare, nessuno lo può negare, anche il volto di un essere notturno, magari quello stilizzato di un gufo oppure una civetta. In Bolivia, infatti, è presente una sottospecie del cosiddetto "Gufo dagli occhiali". Ma se dobbiamo dar conto a ciò che dicono gli archeologi, il volto rappresenterebbe una divinità col volto di rana e non un semplice volatile.
Le civiltà del passato, ancora più remote, hanno sempre raccontato nei loro miti ancestrali di contatti con esseri provenienti dalla stelle che avevano una tipologia "ibrida", metà umana e metà animale. Per fare qualche esempio basti ricordare i "Nommo", spiriti ancestrali dell'etnia dei Dogon (Repubblica del Mali, Africa) e gli "Oannes" babilonesi.
Quindi, se vogliamo azzardare un pò, quel volto stilizzato della divinità con le fattezze di una rana potrebbe (anche) rappresentare un essere che quell'antica etnia boliviana ha "visto" e che ha testimoniato con il graffito rupestre. Non possiamo escluderlo a priori. E poi se guardiamo bene quel volto è molto simile agli extraterrestri, presunti esseri spaziali che oggi chiameremmo "Grigi".
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Fonte: http://www.centroufologicoionico.com/ar ... o-delluomo[/align]