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MessaggioInviato: 13/07/2014, 22:13 
Cita:
mauro ha scritto:

caro Ufologo,

ne avevamo discusso qua
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=12391

tuttavia,pur avendolo scoperto io, come vedi dal topic, con tutta
la disinformazione che circola...mi son fatto l'idea che "potrebbe anche essere"....siccome non è possibile che 400 milioni di anni fa ci fosse tecnologia, ne che fossero atterrari alieni, li classifichiamo come...Crinoidi [8D]



Ho fatto alcune ricerche, la foto è sempre la stessa, e altre foto simili..

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che idea ti da? [;)]

ma per la scienza son sempre ..crinoidi [8)]

ciao
mauro




No... aspetta... ma questa è una foto vera, con possibile datazione preistorica dei fossili, Mauro?!

Vado a leggere nella discussione indicata, la cosa pare molto interessante. Thanks [:264]



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MessaggioInviato: 16/07/2014, 02:11 
Ragazzi... torniamo in topic please.....

Cita:
Ufologo 555 ha scritto:

In generale ...



Levitazione e risonanze acustiche nei monumenti antichi



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Da molti anni qualcuno studia le risonanze acustiche nei monumenti antichi, alla luce delle avanzate tecnologie a disposizione del mondo moderno.
Molto è stato scritto in vari libri riguardo a questo argomento. Testimoni oculari narrano di monaci tibetani in grado di sollevare e frantumare enormi blocchi di pietra, utilizzando il suono prodotto dai tamburi e dalle loro caratteristiche trombe lunghe tre metri.


Un ingegnere svedese, Henry Kjellson, scrisse su misteriose e sconosciute tecnologie, in alcuni libri come "Teknik Forntiden" e "Forsvunden Teknik", nei quali riportò un paio di queste esperienze. Scrisse di un medico svedese, che lui chiamò "Jarl", che nel 1939 poté assistere, a sud-ovest di Lhasa, come i monaci tibetani spostavano grossi blocchi di pietra a ben duecentocinquanta metri di altezza, dirigendoli dentro una caverna che si trovava su di una parete rocciosa davanti a loro.
"Utilizzavano tredici tamburi e sei lunghe trombe, poste a semicerchio a circa sessanta metri da una enorme pietra piatta interrata, la cui superficie era stata resa concava di una quindicina di centimetri. La pietra distava duecentocinquanta metri dalla parete di roccia. Dietro ogni strumento, intervallati di cinque gradi l’uno dall’altro, si erano disposti i monaci, dieci per ogni fila. Ognuno in un punto preciso indicato da un monaco che prendeva accurate misure sul terreno. I tamburi erano aperti dal lato rivolto verso la pietra. Tutti gli strumenti erano puntati verso il blocco da spostare che era stato posto sulla pietra piatta. Un monaco con un piccolo tamburo iniziò a battere il ritmo e gli altri strumenti si misero a modulare un suono ritmico, che aumentava di intensità gradualmente. Quattro minuti di attesa, immersi in un mormorio, un ronzio, che non riesci più a seguire nella sua velocità; poi il blocco inizia a ondeggiare, si solleva, mentre gli strumenti lo seguono nel movimento, accelera la sua velocità e si dirige, con un’ampia parabola, dentro la caverna ove atterra sollevando polvere e pietre. Un secondo blocco viene posto sulla pietra piatta e l’operazione si ripete. In tal modo ne vengono spostati sei ogni ora. Se il blocco acquista troppa velocità quando atterra nella caverna, si spezza. I residui vengono buttati giù dalla parete e si ricomincia".
Incredibile, ma la dovizia dei particolari forniti, le misure riportate, indicano che si tratta di una tecnologia che permette la levitazione sonica.
Sembra che il dottor "Jarl" abbia riportato in Inghilterra testimonianza fotografica di quanto visto e che il tutto sia stato confiscato e sparito nel nulla.

Non è la sola vicenda in merito riportata da Kjellson.
Sempre nel 1939 era presente ad una conferenza tenuta da tale Linauer, cineasta austriaco, il quale affermava di aver assistito in un monastero in Tibet, negli anni trenta, a fenomeni straordinari che rivoluzionavano le conoscenze fisiche.
Linauer parlò di un gong di tre metri e mezzo, composto da tre metalli. Al centro l’oro, intorno un cerchio di ferro, entrambi racchiusi in un anello di ottone. Quando veniva percosso, il gong emetteva un suono sommesso e breve.
Vi era anche un secondo strumento, simile ad una grossa cozza, anch’esso composto da tre metalli, largo un metro e alto due, che aveva sulla superficie delle corde in tensione. Non veniva suonato, ma, come gli riferirono i monaci, emetteva un onda di risonanza non udibile quando veniva percosso il gong.


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Davanti a questi strumenti venivano posizionati un paio di schermi, in modo da formare uno strano triangolo e contenere l’onda prodotta nello spazio circoscritto. Nel momento in cui veniva prodotto il suono, un monaco poteva sollevare, con una sola mano, un gigantesco blocco di pietra.
I monaci dissero all’austriaco che con tale sistema avevano costruito la muraglia che delimitava il Tibet e con lo stesso sistema potevano disintegrare la materia fisica. Era un segreto tramandato fra i monaci che non potevano rivelarlo al mondo perché l’uomo lo avrebbe certamente male impiegato.

In tempi recenti è stato dimostrato che è possibile sollevare piccole pietre utilizzando vibrazioni sonore. La gravità attira le cariche positive e respinge quelle negative, per una ragione ancora ignota. La frequenza esatta causa la disintegrazione delle particelle dure della pietra provocando una carica negativa e facendo levitare la pietra. Gestendo la carica negativa, si può gestire la velocità, la direzione e la durata.
Sembra che questa sia la strada giusta da seguire, già seguita da qualcuno nel passato, altrimenti perché alcune colonne egizie risuonano come diapason giganti?



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A Karnak, infatti, tre obelischi, ricavati dal granito rosa estratto da Assuan, a ben 180 chilometri di distanza, sono in grado di produrre una vibrazione. Quale sia la loro esatta funzione nessuno lo può dire con certezza, forse il pilastro con il quale si raffigurava il dio Amon. Nel Museo del Cairo è conservato quello che resta dell’obelisco di Hatshepsut, proveniente da Karnak; in origine doveva essere alto trenta metri, adesso ne restano solo una decina. Fino a pochi anni fa la guida lo avrebbe percosso per far udire ai visitatori la bassa risonanza che emetteva e che durava per molti secondi, oggi è stato ancorato col cemento e non emette più nessun suono.
Perché costruire obelischi che fossero in grado di emettere suoni bassi?
Risulta chiaro che vi era una profonda conoscenza delle proporzioni armoniche per spostare blocchi e perforarli, come affermano Cristopher Dunn ed Walter Emery; una conoscenza ereditata in epoca anteriore.

Alcuni templi egizi producono sonorità di bassa frequenza.

Gli antichi testi incisi sulle pareti ad Edfu parlano della sua costruzione avvenuta nel "Primo Tempo" e delle sacre cerimonie che vi si svolsero per "dare vita" al Tempio. Cosa significa "dare vita"? Mettere in moto un meccanismo? Per caso al suono di una nota, creando una frequenza?
Anche le pietre dell’Oseiron possiedono proprietà sonore. È noto che i monoliti di Stonehenge amplificavano i suoni prodotti durante le cerimonie che si svolgevano fra le sue pietre.

La risonanza di un corpo o di una costruzione è determinata dalla sua dimensione, dalla massa, dalla simmetria, dai componenti del materiale che possono influire sulla vibrazione per simpatia. Quest’ultima è un fenomeno sfruttato per praticare fori nel quarzo, utilizzando trapani ad ultrasuoni. Vi sono minerali che non rispondono perfettamente agli ultrasuoni e diventano difficili da lavorare.
La camera del Re della grande piramide è stata costruita basandosi sulle regole di Pitagora, che servono ad ottenere proporzioni armoniche in grado di produrre note musicali. Nel caso specifico sembra che sia il "Do" derivante dalla combinazione del "Re", "Sol" e "Mi".
Il primo a notare queste proprietà fu l'egittologo Sir William Flinders Petrie, nel 1881. Nella ricerca di una camera segreta decise di far sollevare il sarcofago di granito. L’operazione, pur con molti sforzi, riuscì e il blocco fu sollevato di venti centimetri. Quando Petrie lo percosse, come lui stesso affermò, "produsse un suono profondo di una bellezza straordinaria e soprannaturale". Indubbiamente le sue dimensioni e il suo volume erano fondamentali per ottenere la migliore risonanza armonica.
Anche Cristopher Dunn fece qualcosa di simile. Percosse il sarcofago per identificare il suono prodotto e più tardi riprodusse con la voce quella nota, scoprendo che la risonanza aumentava quando raggiungeva la nota superiore di un’ottava. Si accorse così che le parole pronunciate nell’
Anticamera avevano trapassato le spesse mura della costruzione, rimanendo registrate nell’apparecchio situato nella Camera del Re, come fossero state proferite in quel punto.
Come abbiamo visto, dal Tibet giungono storie incredibili che narrano di un tempo in cui i nostri antenati erano a conoscenza di una tecnologia sonica impiegata nelle costruzioni, un valido aiuto nel lavoro manuale. Una tecnica simile a quella narrata dagli Indios di Tiahuanaco agli spagnoli. Circa ventimila anni fa la città Inca fu eretta da uomini capaci di sollevare pietre e trasportarle dalle cave situate sulle montagne, al suono di una tromba.

Erano gli uomini di Ticci Viracocha, alto di statura, con la pelle chiara, gli occhi azzurri, i capelli biondi e una folta barba. Egli muoveva le pietre utilizzando un fuoco celeste che le avvolgeva senza consumarle e permetteva di sollevarle con le mani.
Tra le rovine di Tihuanaco sono state trovati monoliti con sezioni a più strati, ad angolo retto, scavati nei fianchi, che si ipotizza potessero servire a definire l'esatta frequenza di risonanza dei blocchi di pietra.
Anche i Maya presentano racconti simili, dove una razza di nani riuscivano a posizionare le pietre al posto voluto utilizzando un fischio.

Alcuni racconti Greci parlano di un figlio di Zeus, Anfione, gemello di Zete, con il quale cinse di mura Tebe, utilizzando ciclopiche pietre che da sole si posizionarono una sull’altra al suono della sua lira. Si racconta che quando suonava lo strumento le pietre lo seguivano. La cosa più curiosa è che era stato istruito da Mercurio, l’Ermes greco, guarda caso il Thoth egizio tenutario di tutta la conoscenza.
Dagli scritti di Sanconiatone veniamo a conoscenza che quando gli uomini vivevano in armonia con gli Dei, durante la famosa età dell’Oro, uno degli dei, Taautus, il Thoth egizio, fondò la civiltà Egizia.
Era il tempo in cui Urano, chiamato anche Cielo, fondò la città di Biblo, "Betulla", "creando pietre che si muovevano come dotate di vita propria".
Innegabile però che nei territori Maya vi siano luoghi che presentano inspiegabili proprietà acustiche. A Chichen Itza, il sussurro emesso nel tempio situato a nord nello Sferisterio, simile ad un campo da gioco a cielo aperto, lungo centosessanta metri e largo sessantotto, può essere udito all’altro lato, nel tempio situato a sud, a centoquaranta metri di distanza.
Nel 1931 il direttore d'orchestra Leopoldo Stokowski, in collaborazione con Silvanus Morley, trascorse ben quattro giorni per cercare di carpire il segreto dell’acustica Maya senza riuscirvi. Spostarono il fonografo, con il quale suonavano le ultime incisioni di Stokowski e dell’orchestra Sinfonica di Filadelfia, in svariate posizioni per definire le superfici riflettenti, ma il segreto acustico è uno dei misteri irrisolti dell’America antica.

Sempre a Chichen Itza si trova il Castiglio, una piramide dalla forma particolare. Emettendo un leggero suono, o parlando a voce bassa restando alla sua base, l’eco prodotto alla sua sommità diviene un urlo acuto. Se una persona parla mentre si trova sulla sua cima, l’eco può essere udito a grande distanza, qualità riscontrata anche in un'altra piramide a Tical e in altri siti.
A Palenque tre persone che si trovassero sulla vetta delle tre piramidi esistenti nel luogo, potrebbero parlare fra loro come se fossero una accanto all’altra.

Un suono prodotto alla base della Piramide del Mago ad Uxmal, secondo le leggende locali eretta da una razza di nani che usavano spostare le pietre emettendo un fischio, riproduce alla sua sommità una specie di cinguettio.
Le guide di Tulum indicano il tempio che fornisce un prolungato sibilo quando cambia la velocità del vento e dichiarano che è utilizzato come segnale di pericolo in caso d'uragani e grandi tempeste.
L’esploratore Wayne Van Kirk ha scritto di aver avuto modo di osservare, grazie ad una guida del luogo, una specie di bossoli di cartucce in pietra, che una volta percossi davano dei suoni perfettamente sintonizzati, con i quali si poteva suonare un motivo.

Dobbiamo considerare che i Maya conoscevano molto di più di quanto viene loro accreditato e la produzione di quei suoni di uguale intensità, da est ad ovest, di giorno e di notte, è uno dei tanti eccezionali risultati ingegneristici, realizzati dalle antiche tecniche Maya migliaia d'anni fa. Tecniche che a tutt’oggi, architetti e archeologi, non sono ancora capaci né di riprodurre, né di spiegare.
Gli archeologi hanno considerato che tali risonanze sia prodotte dallo stato di rudere cui sono ridotti gli edifici, ma Manuel Sansores, che è stato impegnato nella loro ricostruzione, dichiara che se gli edifici fossero completi permetterebbero al suono di divenire più chiaro e forte.

fonte: edicolaweb.net



Sì.... questa potrebbe essere una strada per quanto riguarda gli spostamenti dei massi.

Ma i tagli?

Barionu ci parlò tempo fa (credo fosse il topic sulle Piramidi o quello sul monolite di Baalbek) di una sorta di "manipolazione della pietra"..... potresti indicarci il link?

Grassie [;)]



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MessaggioInviato: 16/07/2014, 03:12 
per tagli intendi le incisioni o per meglio dire le STAMPE? Secondo me è proprio in quei dettagli la straordinarietà di queste opere, mi chiedo come possano aver inciso in maniera così netta "scrivendo linee" spesso parti di millimetro e distanza così ravvicinata. Cosa hanno usato? Leggendo impronte degli dei ci sono esempi di geroglifici dalle caratteristiche sensazionali. Mah io da qualunque parte guardo queste opere sia dal loro lato macroscopico sia nelle componenti microscopiche non vi trovo nulla di ordinario. Forse perchè non sono un archeologo.



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MessaggioInviato: 16/07/2014, 10:12 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

per tagli intendi le incisioni o per meglio dire le STAMPE?


No no... per tagli intendo TAGLI veri e propri.

Fonte segnalata dal grande Mauro:
http://wands-of-horus.com/en/blog-en/py ... on-en.html

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MessaggioInviato: 16/07/2014, 11:57 
Cita:
Barionu ci parlò tempo fa (credo fosse il topic sulle Piramidi o quello sul monolite di Baalbek) di una sorta di "manipolazione della pietra"..... potresti indicarci il link?



La vera natura del "magico Shamìr"
A proposito di un'antichissima tecnologia
per la lavorazione della pietra senza l'uso di strumenti metallici

(Lia Mangolini)

http://itis.volta.alessandria.it/episte ... mangol.htm

CONSIGLIO SALVARE E STAMPARE .

Anche

http://ufoplanet.ufoforum.it/headlines/ ... LO_ID=9651



zio ot [;)]


Ultima modifica di barionu il 16/07/2014, 11:59, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/07/2014, 12:57 
No.... in realtà non mi riferivo al taglio ma ad altro.....
Magari mi ricordo male io eh?

Cioè ad un articolo che hai postato che faceva riferimento
alla "manipolazione delle pietre".... intesa come se fosse PONGO.

Mi è venuta in mente questa cosa quando ho visto queste immagini..... [:p]

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MessaggioInviato: 16/07/2014, 13:00 

L'ERBA CHE SCIOGLIE LE PIETRE
IL SEGRETO DI
MACHU PICCHU


(di Vito Foschi)






Chi di voi ha seguito la trasmissione “Stargate Linea di confine” nelle ultime settimane (del 2004, ndr) conoscerà l’argomento che tenterò di esporvi, mentre per gli altri risulterà del tutto nuovo. Innanzitutto procederemo con una breve introduzione e poi passeremo ad esporre la teoria di Peter Tompinks.

Nel nostro passato sono state costruite varie opere colossali, tra cui le piramidi in Egitto e opere megalitiche in sud America. Molti si sono chiesti come sia stato possibile costruire simili opere in un passato remoto con gli scarsi mezzi dell’epoca. Obiettivamente, per quanto per alcune cose si sono trovate delle spiegazioni ragionevoli, altre rimangono avvolte nella più totale oscurità. Se si pensa alle costruzioni megalitiche di Machu Picchu, non si può non rimanere sorpresi e chiedersi come sia stato possibile costruire simili opere su un cocuzzolo così impervio. Come è stato possibile trasportare blocchi pesanti centinaia di tonnellate su una montagna? E non solo. Molti di questi blocchi sono sagomati in modo particolare, in maniera da potersi incastrare perfettamente con blocchi complementari. E non dimentichiamo un particolare importante: i popoli del sud America non conoscevano la ruota! Vi renderete conto come questo complichi le cose, niente carri, niente carrucole o argani o altri marchingegni che implichino l’uso della ruota. Tutto questo ha fatto nascere mille ipotesi tra cui le più fantasiose chiamano in causa alieni, dei o magia.

In una delle puntate di “Stargate Linea di confine”, lo studioso Peter Tompkins ha esposto la sua idea che è degna di un certo interesse e non chiama in causa fenomeni paranormali. Nell’intervista concessa a “Stargate Linea di confine”, Tompkins ha tenuto a specificare che non esistono prove su chi ha costruito le piramidi, in quale epoca, sul perché e soprattutto sul come e che tutta l’egittologia ufficiale non si fonda su prove certe ma solo su supposizioni. Partendo da questa premessa ha esposto la sua idea su come sia stato possibile costruire queste opere megalitiche. Ha parlato dell’esistenza di una erba rossa alta più o meno 25 centimetri, capace di sciogliere la pietra e poi di riaggregarla nella forma voluta. L’idea è che gli antichi conoscendo tale pianta, costruivano dei cassoni, li riempivano di ciottoli poi ci buttavano un estratto di questa pianta che trasformava le pietre in forma liquida e poi aspettavano che il tutto ritornasse in forma solida. Così facendo, avevano a disposizione blocchi enormi della forma voluta e nel posto voluto. Questo naturalmente spiegherebbe molte cose e soprattutto senza chiamare in causa alieni o poteri paranormali. Una caratteristica delle pietre di queste costruzione megalitiche è di essere piuttosto regolari e ben levigate ed è difficile pensare come sia stato possibile fare ciò, mentre con la teoria di Tompinks, ciò si spiega facilmente.

Il problema è dimostrare l’esistenza di questa erba rossa. Lo studioso ha citato alcune testimonianze scritte e da lui ritrovate.

La prima di questa risale a circa 2 secoli fa ed è una leggenda riportata da un viaggiatore statunitense di Boston che racconta di come erano costruiti i grandi templi mesoamericani grazie all’utilizzo di una pianta misteriosa. Una seconda testimonianza risale all’inizio del 900 e vede protagonista un inglese. In un suo viaggio a cavallo è costretto a proseguire a piedi perché il cavallo si è azzoppato. Chiaramente indossa degli speroni, ma questi misteriosamente si dissolvono nell’attraversamento di un prato di erba rossa. Un altro racconto riporta le ricerche di un prete che ha passato gran parte della propria vita alla ricerca di un misterioso uccello, il pito, di dimensioni molto piccole che ha la particolarità di scavare il proprio nido nella roccia con l’ausilio della nostra erba rossa. Il pito prende in bocca un pezzo di erba rossa e lo strofina nella roccia che pian piano si dissolve fino a formare una cavità adatta a contenere il suo nido. Queste sono le testimonianze storiche, ma esiste un ulteriore prova anche se indiretta. Si tratta dell’esperimento dell’ingegnere francese Davidovits, studioso di agglomerati che è riuscito a realizzare delle rocce calcare pesanti tonnellate partendo da calcare sbriciolato. Ha studiato la sabbia di Giza ed ha constatato che è di tipo argilloso e partendo da quest’elemento e aggiungendovi un sale, della calce e dell’acqua ha realizzato dei blocchi del tutto simili a quelli delle grandi piramidi. Da notare che ha utilizzato “ingredienti” conosciuti agli antichi egizi, e quindi è pensabile che abbiano potuto inventare questo sistema. L’esperimento di Davidovits è forse meglio approfondirlo in un lavoro a parte. Per il momento è interessante constatare che l’esperimento sembra confermare anche se in maniera indiretta l’ipotesi di Tompinks. Le differenze fra le due tecnologie ci sono, da una parte un calcestruzzo inventato dall’uomo, dall’altra parte una erba particolare capace di sciogliere le pietre.

Ora bisogna attendere la prova definitiva, cioè il ritrovamento di questa pianta, sperando che nel frattempo non sia estinta. In effetti considerando il gran numero di opere megalitiche realizzate dai popoli mesoamericani è ipotizzabile un massiccio sfruttamento di questa erba che l’ha portata a sopravvivere solo nei posti più impervi. Il ritrovamento di questa erba cambierebbe notevolmente le nostre teorie sui popoli antichi e ciò che ora sembra assurdo tornerebbe ad avere una spiegazione razionale.

Peter Tompkins nasce nel 1919 in Georgia, ma ha trascorso gran parte della sua infanzia in Toscana. Iniziati gli studi ad Harvard, allo scoppio della seconda guerra mondiale finì in Europa come corrispondente di alcuni giornali per poi essere arruolato nei servizi segreti americani. Verso il finire degli anni quaranta ritornò negli Stati Uniti, continuando ad occuparsi di giornalismo e facendo ricerche sull’intervento americano in Italia. Di recente è uscito in Italia un suo libro sul fascismo, “Dalle carte segrete del Duce”, dove esamina documenti sequestrati dall’esercito americano e dimostra, fra l’altro, i legami fra fascismo e massoneria e fra fascismo e chiesa cattolica e descrive il rapporto fra Churchill e Mussolini. Accanto all’opera di storico della seconda guerra mondiale, ha affiancato quella di studioso delle antiche civiltà, come quella egizia, essendo stato anche l’ispiratore del lavoro di John Anthony West, lo studioso che ha proposto una retrodatazione della Sfinge di Giza. Di questo lavoro è stato pubblicato in Italia, un bel libro, “La magia degli obelischi”.


http://www.croponline.org/erbasciogliepietra.htm


Ultima modifica di barionu il 16/07/2014, 13:02, modificato 1 volta in totale.


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barionu ha scritto:
lo studioso Peter Tompkins (cut) ha esposto la sua idea su come sia stato possibile costruire queste opere megalitiche. Ha parlato dell’esistenza di una erba rossa alta più o meno 25 centimetri, capace di sciogliere la pietra e poi di riaggregarla nella forma voluta. L’idea è che gli antichi conoscendo tale pianta, costruivano dei cassoni, li riempivano di ciottoli poi ci buttavano un estratto di questa pianta che trasformava le pietre in forma liquida e poi aspettavano che il tutto ritornasse in forma solida.[/b]


Grande......... [:D]

Era proprio questa la cosa a cui mi riferivo....... grazie [;)]



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ATTENZIONE , in una puntata di STARGATE Giacobbo e Tompkins

dissero anche il nome della famosa erba ( che molto probabilmente si è estinta ).

ma non ho traccia sul net :

https://www.google.it/search?q=Stargate ... al&start=0


zio ot [:(]


Ultima modifica di barionu il 16/07/2014, 13:23, modificato 1 volta in totale.


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Por-Bajin: l’enigma dell’Isola Perduta in Siberia

Recenti scavi eseguiti in un sito della Repubblica Russa di Tuva hanno portato alla luce le rovine di una cittadella che ricorda la Città Proibita cinese. Por-Bajin si trova su una piccola isola al centro di un remoto lago su una montagna della Siberia meridionale, a circa 32 km dal confine con la Mongolia. Gli archeologi cercano di svelare i suoi segreti...

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Nel profondo della Siberia c’è il lago Tere-Khol, uno delle tante migliaia che si trovano nella Repubblica Russa di Tuva.

Nel mezzo di questo lago c’è una piccola isola sulla quale poggia un’antica cittadella, molto simile alla Città Proibita in Cina.

Secondo gli archeologi, il sito potrebbe essere più antico di 1500 anni. Ma da chi è stato occupato? Qual era il suo utilizzo? E cosa ha determinato il suo abbandono?

Secondo le prime ipotesi avanzate dagli archeologi, Por-Bajin potrebbe essere stata eretta dagli Uiguri, un popolo nomade che ha governato gran parte della Mongolia e della Siberia meridionale.

La cittadella occupa circa 3,3 ettari e presenta i resti di oltre 30 edifici eretti all’interno delle mura perimetrali.

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La datazione di alcuni oggetti ritrovati all’interno del sito suggerisce che Por-Bajin sia stata eretta intorno all’8° secolo d.C. Tuttavia, come spiega Istvan Fodor del Museo Nazionale in Ungheria, l’identificazione e lo scopo della struttura rimangono oscuri a causa della scarsa quantità di prove di attività umana quotidiana presso il sito.

Le ipotesi avanzate sono varie: potrebbe trattarsi di una fortezza, di un palazzo, un monastero o di un osservatorio astronomico.

Poco chiari anche i motivi dell’abbandono del sito. Alcuni indizi fanno ritenere che Por-Bajin sia stata divorata da un grande incendio. Tuttavia, potrebbero esserci altre ragioni per le quali gli Uiguri alla fine hanno lasciato il sito.

La cittadella, infatti, mostra i segni di una serie di disastri: ci sono prove di almeno un terremoto che ha lasciato grandi crepe nei muri e nei bastioni, forse anche prima che la sua realizzazione fosse completata. Ad ogni modo, gli Uiguri hanno preferito abbandonare il sito piuttosto che ripararlo.

Queste domande sono al centro del lavoro della Por-Bajin Cultural Foundation, un’associazione culturale nata con lo scopo di continuare le indagini archeologiche sull’isola. Si tratta di un’impresa non facile, dato che gli scavi di Por-Bajin si trovano ad una scala quasi sconosciuta all’archeologia moderna.

Buona parte dell’interessamento al sito si deve a Sergei Shojgu, ministro russo per le Emergenze e unico nativo di Tuva nel consiglio dei ministri. Le forze militari del suo ministero hanno dato ampio supporto logistico allo scavo, con la costruzione delle infrastrutture per collegare il sito alla riva del lago.



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2014/ ... n-siberia/


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MessaggioInviato: 16/07/2014, 17:28 
Cita:
barionu ha scritto:


ATTENZIONE , in una puntata di STARGATE Giacobbo e Tompkins

dissero anche il nome della famosa erba ( che molto probabilmente si è estinta ).

ma non ho traccia sul net :

https://www.google.it/search?q=Stargate ... al&start=0


zio ot [:(]


Ho trovato questa cosa....

A quanto riportato da Tompkins suona come "Harak Kehama" in Quechua la
lingua usata dagli Inca e tuttora parlata. Menzione di questa pianta è fatta
nei diari dell'esploratore Percy Harrison Fawcett (da cui credo che Tompkins
abbia ricavato l'informazione a giudicare dagli aneddoti che riporta)


https://groups.google.com/forum/#!msg/f ... 9QuCU1AjwJ



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Ricordavo la storia dell' erba rossa, grazie barionu per averla ripostata con tutti i dettagli. [;)]


L' unico problema con questa teoria è che questa pianta avrebbe dovuto essere diffusa in tutto il pianeta, visto il suo ipotetico utilizzo ovunque nel mondo.

La teoria di Davidovits invece ha il pregio di dimostrare una tecnologia replicabile da chiunque al livello degli egizi, cioè da tutti i popoli antichi.

C'è da dire però che i blocchi di Macchu Picchu sono assai più impressionanti, specie per gli incastri, tanto da sembrare davvero plasmati più che tagliati,
e l' intera costruzione del sito presenta persino più difficoltà delle stesse piramidi egizie, il che è tutto dire.


E' possibile, a mio avviso, che mentre la tecnica scoperta da Davidovits, o una similare, sia stata scoperta (o tramandata?) da tutti i popoli megalitici,

quell' erba fosse invece endemica del continente americano e perciò favorita per i suoi risultati.


Quanto alla possibilità che sia estinta, mi lascia perplesso, perchè:

(1) In base ai resoconti sembrava ancora presente allo stato selvatico lungo tempo dopo la cessazione della costruzione dei templi e la fine delle stesse civiltà precolombiane.

(2) Avrebbero potuta coltivarla, una soluzione molto sensata per un bene così strategico.


EDIT (Quasi dimenticavo il passaggio chiave di questo ultimo ragionamento) :


Il che mi fa temere in qualche intervento moderno allo scopo di far sparire le prove, in pieno stile dei Men in Black di Martin Mystere (e di quelli reali).

Il che a sua volta spiegherebbe il fallimento nel trovare la specie ornitologica che da questa pianta dipendeva per fare il suo nido:

senza più la possibilità di perpetuare la specie, si è estinta a sua volta ed è perciò impossibile da trovare.


Tutte ipotesi chiaramente, fino alla scoperta dell' erba stessa o di prove della sua esistenza in passato.


Ultima modifica di Aztlan il 16/07/2014, 19:48, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 16/07/2014, 21:20 
Cari amici,
Cita:
Percy Harrison Fawcett (da cui credo che Tompkins
abbia ricavato l'informazione a giudicare dagli aneddoti che riporta


vedere qui
http://www.phfawcettsweb.org/anim.htm#Rock
the CHACARERO PLANT

ciao
mauro



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vedere anche
http://www.edicolaweb.net/edic058a.htm

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