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 Oggetto del messaggio: Le piramidi cinesi (Provincia di Xian)
MessaggioInviato: 17/02/2011, 10:56 
LE PIRAMIDI DI XIAN


La storia delle piramidi cinesi inizia nel 1947, quando il colonnello Maurice Sheehan fotografò da un aereo, un DC3 in volo sopra la Cina, ciò che sembrava essere una piramide. La sua descrizione fu pubblicata sul "New York Times" nel marzo dello stesso anno.
Se ci atteniamo alla sua testimonianza, questa piramide aveva un'altezza di circa 300 metri mentre i suoi lati misuravano 450 metri. La stessa fotografia venne pubblicata negli Stati Uniti. La reazione delle autqntà cinesi non tardòad arrivare: un comunicato stampa pubblicato dall'agenzia stampa Associated Press dichiarò che la presunta esistenza della piramide non era in alcun modo suffragata da prove. Tale dichiarazione ufficiale screditò le affermazioni di Sheehan e la maggior parte dei ricercatori ritenne che il colonnello avesse esagerato nell'interpretazione delle fotografie che aveva scattato in volo.

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Tuttavia, malgrado la versione ufficiale, sembra che negli archivi storici cinesi esistessero certi documenti rivelatori, risalenti al III sec. a.c., l'epoca in cui il fondatore della dinastia Ts'in, She Huang Ti (l'Imperatore Giallo), realizzò dei grandi cambiamenti nella società cinese. Questo imperatore fu l'artefice della costruzione di edifici di enorme importanza, tra i quali il più conosciuto è la celeberrima Grande Muraglia, che venne eretta in seguito alla predizione di un oracolo, secondo il quale "una civiltà barbara" avrebbe invaso la Cina.
Di assoluta importanza è anche la straordinaria piramide che ordinò di innalzare a Lin-t'ong, tra Hnan e Sin-gan. Secondo le fonti dello storico Sheuma Ts'ien (135-185 a.c.) per la sua realizzazione furono impiegati circa 700.000 operai e quando l'imperatore morì, nel 210 a.c., all'interno vennero racchiusi tutti i suoi tesori, sorvegliati da uno stupefacente esercito di soldati di terracotta a grandezza naturale. Per mantenere il segréto circa la sua ubicazione tutti gli operai che parteciparono alla costruzione furono uccisi e sepolti nella stessa piramide, inoltre, affinché il luogo non venisse mai trovato, furono piantati degli alberi in tutta l'area in modo tale da farla apparire come una collina naturale. Nel 1913 gli studi di questo antico storico cinese stimolarono un esploratore tedesco, Segalen, ad intraprendere delle ricerche in Cina, con lo scopo di riportare alla luce le leggendarie vestigia dei palazzi e della piramide appartenuta all'Imperatore Giallo. Durante il suo viaggio Segalen registrò meticolosamente ogni suo lavoro nel proprio diario, nel quale scrisse che la piramide cinese era alta 48 metri ed era stata concepita con cinque gradoni o livelli.
Ogni lato aveva una lunghezza di 350 metri, niente meno che 120 metri in più della Grande Piramide di Giza, in Egitto.
Con una dimensione di 1.960.000 metri quadrati, questa piramide è al quarto posto in ordine di grandezza nel mondo, dopo quella di Cholula nel Messico e le due piramidi maggiori di Giza. Inoltre, l'esploratore tedesco riuscì a scoprire molte piramidi e tombe lungo il fiume Wei, risalenti al periodo Han, immediatamente successivo al regno dell'Imperatore Giallo. La scoperta non venne riconosciuta dalla comunità scientifica che la ritenne troppo recente, tuttavia, Segalen venne a conoscenza di alcune leggende secondo cui sarebbero esistite altre piramidi molto più alte e più antiche.
Nel 1912 altri due tedeschi, Frederick Schroeder e Oscar Maman, viaggiarono fino a Shensi: entrambi commercianti di tabacco e candele, rifornivano di armi i mongoli. La loro guida attraverso la Cina e la Mongolia fu un monaco di nome Bogdo. In sua compagnia scoprirono sette piramidi appartenenti all'antica città di Sian-Fu (l'odierna Xian).
Schroeder calcolò che la più grande aveva un'altezza di 300 metri, mentre i suoi lati non misuravano meno di 500 metri di base. Certamente questa è la piramide più grande del mondo, due volte la Grande Piramide di Giza e con un volume venti volte superiore. Inoltre, è interessante notare che la piramide è orientata nella stessa direzione della sua "sorella" di Giza: nord-sud/ovest-est. Secondo il monaco Bogdo, il cui nome significa "ilsàggio", queste piramidi, che hanno più di 5.000 anni, anticamente erano ricoperte da pietre ormai scomparse, sebbene sia tuttora possibile scorgerne alcune alla base. Questo e, il fatto che la piramide di Xian fu costruita fondamentalmente con terra, ha favorito l'azione erosiva dell'acqua che ha ridotto la piramide ad una collina naturale coperta da alberi e vegetazione, sulla quale non si scorge nessuna porta o scalinata. Attualmente, fotografie ottenute dalle forze aeree degli Stati Uniti hanno rivelato i dettagli della zona di Xian e vi appaiono evidenti i profili di almeno 16 piramidi.

MUTISMO UFFICIALE
li mutismo delle autorità cinesi impedisce enormemente la comprensione di queste strutture e ricorda le esperienze dell' esploratore tedesco Hartwig Hausdorf, autore del libro "Die Weisse Pyramide" (La Piramide Bianca). Hausdorfha dichiarato che, nel marzo del 1994, scalò una piramide situata presso una strada che collegava l'aeroporto di Xian con la città di Xian, e dalla cima poté individuare altre 20 piramidi. Egli non si meravigliò del fatto che gli stessi abitanti cinesi ignorassero l'esistenza di tali piramidi, in quanto gli spostamenti in Cina sono assai limitati e, ancora oggi, esiste una moltitudine di luoghi il cui accesso è proibito sia alla popolazione locale, sia agli stranieri. D'altra parte, gli archeologi cinesi sino a poco tempo fa erano molto reticenti a collaborare con i colleghi stranieri, perciò il lavoro dei ricercatori è risultato molto difficoltoso. Superando ogni tipo di ostacoli, Hausdorf riuscì ad ottenere i permessi necessari per visitare alcune di queste zone proibite e per scattare alcune fotografie delle sue scoperte. Dopo questa visita, Hausdorf s'incontrò con un suo collega, il professor Feng Haozhang, membro prestigioso dell'Accademia di Beijing (Pechino), ed altri quattro esperti. Quando Hausdorf mostrò loro le fotografie, tutti convennero che la zona delle piramidi di Xian in Cina poteva agevolmente essere paragonata a quella del Cairo, in Egitto.

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Foto della pianura di qin Chan


LA PRINCIPESSA YUNG T'AI
Tra gli scavi cinesi ufficialmente riconosciuti a Xian, vale la pena evidenziare quello effettuato nel 1960, quando il Ministero della Cultura decise di scavare almeno una delle tombe piramidali della dinastia T'ang (618-907), situata a circa 80 chilometri a nord di Xian. Mentre stavano scavando il corridoio d'entrata, ne scoprirono un altro, verosimilmente realizzato da profanatori di tombe che; come in altri luoghi di enorme interesse archeologico, erano entrati nel sepolcro in cerca del bottino che poteva esservi nascosto. Una volta giunti nella camera funeraria, poterono confermare che, effettivamente, doveva essere stata profanata dai ladri poco tempo dopo la sepoltura, forse circa venti anni dopo. TI sarcofago di pietra era aperto e conteneva solo dei resti ossei. Tuttavia, le nicchie poste su ciascun lato del corridoio che portava alla camera funeraria erano intatte e colme di reperti in ceramica, risalenti alla dinastia T'ang.
Reperti che, all'epoca, non allettarono i ladri ma che oggigiorno sono d'inestimabile valore. Inoltre, vi erano anche alcune pitture murali in buono stato, che raffiguravano scene di vita alla corte dei T'ang. Pochi metri prima di accedere alla camera sepolcrale venne scoperta una grande lastra di pietra recante un'iscrizione che, una volta decifrata, permise agli archeologi di conoscere il nome di colei che era stata sepolta nella tomba. Si trattava, dunque, della Principessa Yung T'ai, che si suicidò insieme al suo sposo ed al cognato 1'8 ottobre dell'anno 701. Durante gli scavi gli archeologi trovarono uno scheletro, probabilmente appartenente ad un ladro, che giaceva con il cranio fracassato da un'ascia di ferro e parte del bottino, formato da reperti in oro, argento e giada. Questa macabra scoperta testimonia quante precauzioni adottarono i costruttori delle piramidi per proteggere i tesori dal furto e dalla profanazione.
Ciò riecheggia anche nelle leggende e nelle storie che contribuiscono ad impedire che le piramidi principali siano studiate. Infatti, il folklore vuole che, alla loro apertura, ne fuoriescano degli spiriti maligni, portando il terrore nel mondo dei vivi. Meglio non disturbare lo spirito dell'imperatore.
La tomba piramidale di She Huang Ti, infatti, non è stata ancora aperta. Il direttore del museo dove ècustodito l'esercito di terracotta ha spiegato che è più prudente attendere qualche decennio, in modo da realizzare una tecnologia tale da poter eseguire l'apertura della tom ba senza danneggiarla. Secondo quanto narrano le leggende, la piramide di Huang-Ti sarebbe una "piramide doppia", con un suo doppio speculare rovesciato scavato nel sotto suolo e chiuso enneticamente da una lastra di bronzo. Si dice che il sarcofago di She Huang Ti sia protetto da balestre automatiche che lancerebbero strali mortali contro chi tentasse di entrare, e che sia circondato da una riproduzione in scala di tutto il suo impero, con tanto di palazzi, colline, montagne, mari e fiumi ove scorrerebbe il mercurio per simulare, con il suo tremolio, l'effetto dell'acqua.
Il paesaggio in miniatura verrebbe illuminato da grandi lampade alimentate da olio di balena, progettate per non spegnersi mai. La loro tremula luce farebbe brillare le innumerevoli gemme e perle incastonate nel soffitto, alfine di riprodurre il cielo con le costellazioni e le stelle.

IN CERCA DELLA PIRAMIDE BIANCA
Nonostante il tradizionale mutismo e l'immensa lentezza con la quale la Cina si sta aprendo al resto del mondo, è ovvio che poco a poco rivelerà i suoi misteri. È probabile che vi siano molte piramidi in attesa di essere ufficialmente scoperte anche se, fra di eSse, ve n'è una la cui importanza può essere paragonata a quella dell' Arca dell' Alleanza o del Santo Graal. Alla fine della II Guerra Mondiale, il pilota James Gaussman fu costretto a modificare la sua rotta a causa di problemi meccanici. Cercando di tornare alla sua base di Assam, in India, sorvolò una valle e si trovò davanti agli 'occhi un' enonne piramide bianca, di metallo o di pietra.
Sul suo vertice vi era una pietra levigata, simile ad un grande gioiello. Gaussman sorvolò tre volte la piramide, scattando delle fotografie con la stessa macchina fotografica che usava per documentare i movimenti delle truppe nemiche. Tuttavia, queste fotografie furono archiviate insieme al restante materiale bellico e così rimasero dimenticate per quaranta anni, fin quando il ricercatore australiano Brian Crowley ne pubblicò una nel suo libro intitolato "The Face on Mars" (La faccia su Marte). Sia Hausdorf che altri esploratori hanno cercato questa piramide però, per il momento, tale grandiosa scoperta è rimasta celata alle loro ricerche. Il grande enigma è scoprire chi ordinò di costruire questa piramide.
Il matematico Bruce Cathie, autore del libro "La Conquista Armonica dello Spazio", crede che esista una connessione matematica fra alcune piramidi della Cina e quelle dell'Egitto. Secondo questo autore, il numero 16.944 è associato alla Grande Piramide di Giza e ci sono 16.944 minuti d'arco fra la longitudine della Grande Piramide di Giza e quella della più alta piramide della provincia di Shensi. D'altronde, la distribuzione delle piramidi cinesi lungo il fiume Wei. ricorda quella delle piramidi d'Egitto lungo il Nilo.
Per Cathie, questa sarebbe una prova del fatto che i due complessi di piramidi ebbero gli stessi costruttori. Almeno un ricercatore in Cina crede che le piramidi innalzate in questo paese abbiano un allineamento astronomico e che potrebbero essere state costruite fra il 1500 ed il 500 a.c.: un'epoca in cui, secondo le cronache, la Cina era ancora governata dagli Imperatori Celesti.
Questo leggendario legame con le costellazioni potrebbe essere identificato attraverso alcune foto satellitari di una zona dello Xian, diversa da quella dove è ubicata la piramide dell'imperatore Huang Ti.
Esse evidenziano, però, un collegamento solo apparente con le costellazioni. Sarebbe necessario, infatti, uno studio piùapprofondito dei diversi monumenti e dei loro allineamenti per poter confermare questo dato, oggi purtroppo impossibile da effettuare per le ragioni già esposte.
Le foto satellitari, in ogni caso, mostrano una interessante analogia tra alcune piramidi e la Cintura di Orione. A proposito della loro età, nelle sue letture psichiche il veggente "dormiente" Edgar Cayce (cfr. HERA n.22 pag.50) non fece solo riferimenti al continente di,Atlantide ma si soffermò, in alcuni casi, su un'antica civiltà che occupava il nord-ovest della Cina. Una civiltà di molto antecedente alle culture asiatiche conosciute. Cayce affermò l'esistenza di cinque grandi civiltà mondiali che chiamava "le 5 Proiezioni" e cioè Atlantide, Lemuria, Eden, Egitto e Himalaya. A quest'ultima si riferiva anche con epiteti come la "Terra del Gobi" o la "Terra dei Mongoli". Questa avrebbe occupato un territorio fra il Tibet, le montagne di Tien Shan (tradizionale dimora di Shambala) sino al fertile Xian, l'area delle piramidi, e al deserto del Gobi in Mongolia. In effetti, i Cinesi si tramandano leggende circa un popolo magico chiamato "Hsia" che popolava il mondo molto tempo fa.
Che le più antiche piramidi possano essere collegate al ricordo di questa antica civiltà?

[align=right]Fonte: http://www.nibiru2012.it/archeologia/le ... inesi.html[/align]


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MessaggioInviato: 16/08/2013, 14:56 
Le piramidi cinesi

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di Marcello Soave

http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.8737.1

Nel 1912 due commercianti d’armi, tali Frederick Meyer Schroder e Oscar Maman, traversando lo Shanxi (provincia della Cina centrale) videro sette piramidi appartenenti all’antica città di Sian-Fu (l’odierna Xian, capitale dello Shanxi). La loro guida fu un monaco di nome Bogdo (che significa “il saggio”), che gli disse che le piramidi avevano più di 5000 anni, che in origine erano ricoperte da pietre ormai scomparse e che erano state costruite dagli antichi imperatori (i “Figli del Cielo” o “Imperatori Celesti”) i quali non erano della Terra e che erano discesi con i loro dragoni volanti di metallo (ruggenti e sputanti fuoco) dall’altro spazio. Questi racconti sono contenuti in documenti del 1500 a.C.

Nel 1913 un altro esploratore, Segalen, chiese e ottenne di poter studiare la piramide dell’Imperatore Giallo a Lin-t’ong, tra Hnan e Sin-gan, alta 48 metri e di lato 350 metri (a cinque gradoni). Secondo le cronache di Sheuma Ts’ien (145-90 a.C.) questa piramide è una piramide doppia, che fu costruita con una parte sopra e una sotto il suolo. La sezione sotterranea, secondo le cronache, è rovesciata, foderata esteriormente di bronzo. Sheuma Ts’ien: “All’interno furono trasportati e sepolti utensili meravigliosi, gioielli e oggetti rari. Furono riprodotti edifici per tutte le amministrazioni. Alcuni artigiani ricevettero l’ordine di fabbicare balestre e frecce automatiche, in modo che se qualcuno avesse voluto fare un buco sarebbe stato ucciso. Un vero palazzo sotterraneo si ergeva là dove i ruscelli di mercurio disegnavano fiumi eterni.” La piramide era la tomba di Shi Huangdi (259-210 a.C.), primo imperatore della Cina, fondatore della dinastia Qin (o Ch’in). Salito al trono dello stato feudale cinese di Qin nel 246 a.C., completò il processo di unificazione iniziato dai suoi predecessori sottomettendo gli altri stati e autoproclamandosi imperatore della Cina nel 221 a.C. Vicino alla tomba dell’Imperatore Giallo, nei pressi di Xi’an, è stato ritrovato il famoso esercito di 6000 guerrieri in terracotta a grandezza naturale, che sembra formasse il corredo funerario di Shi Huangdi.


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Nel 221 a.C., governando ormai l'intero territorio cinese, e desiderando distinguere la sua posizione da quella di semplice re di Qin, forgiò per sé il titolo di huangdi ( "augusto sovrano"), unendo i caratteri che indicavano i Tre Augusti e Cinque Imperatori (S#257;nhuáng w#468;dì - San-huang wu-ti), sovrani mitologici del Paese unito. I Cinque Imperatori furono infatti sovrani mitologici della Cina durante il periodo dal 2850 a.C. al 2205 a.C., cioè il tempo che precede la dinastia Xia del 2070–1600 a.C. (dopo la quale ci furono la dinastia Shang del 1600–1046 a.C., la dinastia Zhou del 1122–256 a.C. e quindi la dinastia Qin di Shi Huangdi). L’Imperatore giallo era quindi precedente a Shi Huangdi e, secondo le cronache, fu uno dei cinque imperatori celesti, reggitori del mondo, incaricati di comandare nei cinque settori della Terra, in base al loro colore. La Canzone di Chu identifica i cinque imperatori come divinità dei punti cardinali:

Huang Ti o Imperatore giallo al centro
Zhuanxu o Imperatore nero al nord
Shaohao o Imperatore verde ad est
Shennong o Imperatore bianco a ovest
Fuxi o Imperatore rosso a sud

Una leggenda racconta che, alla fine del suo regno, Huang Ti salì al cielo cavalcando un drago, dopo aver forgiato una magica caldaia (Enciclopedia Rizzoli-Larousse); altri testi lo vogliono trasportato da un "Dragone Volante”, mezzo con il quale i re cinesi scendevano dal cielo. Questa aspirazione all’immortalità ricorda molto la tradizione dei faraoni egizi, che si facevano mummificare per ascendere al cielo. I tre augusti erano ancora precedenti ai cinque imperatori e, a volte conosciuti anche come i Tre sovrani, erano semi-dei o re-dei che usavano i loro poteri magici per migliorare la vita del loro popolo. Per le loro virtù sovrannaturali vissero fino ad un'età incredibile e governarono in un periodo di lunga pace. Ai tre augusti si attribuiscono varie identità in diversi testi storici cinesi. Negli Annali di Sheuma Ts’ien si sostiene che fossero:

Il celeste sovrano, che regnò per 18.000 anni
Il sovrano terreno, che regnò per 11.000 anni
Il sovrano umano, che regnò per 45.600 anni

Quest’incredibile durata dei loro regni ricorda l’Antico Testamento in cui si dice che i primi profeti vissero centinaia di anni e la mitologia sumera, nella cui letteratura si tramanda la cronologia dei re di Sumer prima del diluvio (Periodo proto dinastico I) con regni da 28.000 anni a 18.000.

Lo Yundou shu e lo Yuanming bao identificano i tre augusti cinesi come:

Fuxi
Nüwa
Shennong

Fuxi e Nüwa sono il dio e la dea, marito e moglie, a cui si attribuisce la discendenza dell'umanità in seguito ad un diluvio catastrofico (come Noè-Ninurta), mentre Shennong avrebbe inventato l'agricoltura e sarebbe stato il primo ad usare le erbe mediche.

Nel 1945 il pilota James Gaussman, diretto verso la base di Assam in India, avvistò quella che è famosa come la Piramide Bianca: la fotografò. La foto di Gaussman rimase in un archivio militare per 40 anni, poi Brian Crowley la pubblicò nel suo libro “The Face on Mars” (La faccia su Marte). Ufficialmente la storia delle piramidi cinesi inizia nel 1947, quando il colonnello Maurice Sheehan fotografò da un’aereo, un DC3 in volo sopra la Cina, ciò che sembrava essere una piramide (la sua descrizione venne pubblicata dal New York Times nel marzo dello stesso anno). Nel 1950, studiosi dell’accademia di Pechino esplorarono otto tumuli dei primi re Chou in Anyang, nella zona di HouChiaChuang fra cui la tomba di Wu Kuang (il complesso è a nord del fiume Huan, nell’Honan settentrionale). Tra gli scavi cinesi ufficialmente riconosciuti a Xian, vale la pena evidenziare quello effettuato nel 1960, quando il Ministero della Cultura decise di scavare almeno una delle tombe piramidali della dinastia T’ang (618-907 d.C.), situata a circa 80 km a nord di Xian. Si riuscì a entrare nella camera funeraria e si trovarono un sarcofago e reperti in ceramica. Vi erano anche alcune pitture murali in buono stato, che raffiguravano scene di vita alla corte dei T’ang.


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Pochi metri prima di accedere alla camera sepolcrale venne scoperta una grande lastra di pietra recante un’iscrizione che, decfrata, indicò il nome dello scheletro nel sarcofago. Si trattava, dunque, della Principessa Yung T’ai, che si suicidò insieme al suo sposo ed al cognato l’8 ottobre del 701 d.C. Nel 1994 l’esploratore tedesco Hartwig Hausdorf, autore del libro “Die Weisse Pyramide” (La piramide bianca), scalò una piramide situata tra la città di Xian e il suo aeroporto e dalla cima potè individuare altre 20 piramidi (le stesse di Schroder e Maman). Hausdorf dice anche che ci sono oltre 100 piramidi nelle pianure di Qin Chuan, nella valle di Qin Lin, vicino a Xiangyang, a Shandong, nella montagna di Taibai.

L’archeologia occidentale si è così accorta che in Cina ci sono centinaia di piramidi (circa 500) di terra a gradoni, solitamente coperte di alberi. Sembra che già all’epoca della costruzione queste piramidi venivano piantumate in modo da mimetizzarle e ancora oggi il governo cinese opera una specie di cover-up sull’argomento, per cui le ricerche archeologiche (soprattutto quelle straniere) faticano ad ottenere i permessi relativi. Notevole è il fatto che la zona dove si addensano la maggior parte delle piramidi (lo Shanxi) è una finestra naturale per il lancio dei satelliti ed il loro rientro in atmosfera e infatti qui è ubicato uno dei quattro centri spaziali cinesi (il Taiyuan Satellite Launch Center - TSLC). Sembra che la parte superiore della maggior parte delle piramidi sia piatta e in qualche caso con strutture rettangolari (come quelle Maya o le zigurrat mesopotamiche).

Il prof. Wang Shiping, del Museo Storico di Shanxi, suppone che le piramidi cinesi facciano parte di un gigantesco sistema di sacre linee chiamate Feng Shui o Sacre vie del Dragone e che siano allineate per raffigurare la costellazione di Orione (come le piramidi di Giza, in Egitto). Ma ai cinesi in genere non piace parlare delle loro piramidi, le considerano tombe e scavando temono di attirarsi maledizioni. Infatti la tomba dell’Imperatore Giallo non è ancora stata aperta. Il direttore del museo dove è custodito l’esercito di terracotta ha spiegato che è più prudente attendere qualche decennio, in modo da realizzare una tecnologia tale da poter eseguire l’apertura della tomba senza danneggiarla.

Altre piramidi si troverebbero nel deserto del Gobi. Il prof. Rudenko G. ha scoperto nelle vicinanze della Mongolia Esterna tombe (Kurgan), i cui resti sono visibili nel Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo. La più interessante, sita a Pazyrik, è detta “Kurgan V”. Al suo interno sono stati rinvenuti strumenti musicali, gioielli, cibi, una mummia di una donna e di un uomo di tipo europeo perfettamente conservate. Nel deserto del Gobi l’archeologo Stern Aurel trovò carte celesti risalenti a 20.000 anni fa, dipinti raffiguranti Indios dell’America Meridionale ed alcuni vasi pieni di mercurio. In seguito alle rilevazioni effettuate in quella regione da alcuni studiosi sovietici, riguardanti vaste zone con porzioni di terra vetrificata, Jacques Bergier ha ipotizzato che la civiltà del deserto sia stata distrutta da una guerra combattuta utilizzando veicoli aerei e esplosivi atomici (come narrano i testi Indù, vedi Harappa e Mohenjo Daro). In effetti i Cinesi si tramandano leggende circa un popolo magico chiamato”Hsia” che popolava il mondo molto tempo fa.

Nota bene: il mercurio si utilizza ancora oggi nel processo di estrazione dell’oro!

I dischi di Baian Kara Ula:

Poco prima della seconda guerra mondiale, nel 1938, un gruppo di archeologi cinesi si imbatterono in una caverna contenente una quantità di piccoli scheletri e di dischi di pietra, che furono decifrati solo vent’anni dopo. Questi dischi raccontavano la storia di un’astronave extraterrestre malamente atterrata nella zona montagnosa di Baian-Kara-Ula (lungo il confine Cina-Tibet) 12.000 anni fa. Gli scienziati scoprirono una intricate rete di gallerie interconnesse. In una di queste apparvero, ordinatamente allineate, le tombe di una razza che appariva alquanto particolare: esseri umani di dimensioni molto minute, eccetto i teschi, sproporzonatamente grandi. I dischi vennero conservati a Pechino dove, per i successivi vent’anni, un grande numero di esperti cercarono di interpretarli, ma inutilmente. Solo nel 1962 il prof. Tsum Um Nui finalmente vi riuscì, e apprese l’incredibile messaggio contenuto nei dischi. Egli annunciò le sue conclusioni ad un gruppo di colleghi, ma le autorità ritennero più prudente non annunciare le scoperte del professore, al punto che l’Accademia di Preistoria di Pechino gli proibì di pubblicare qualunque notizia in merito. Così, dopo due anni di totale frustrazione, il professore e quattro suoi colleghi furono autorizzati a pubblicare il risultato della loro ricerca, che chiamarono “Rapporto su un’astronave che, come riportato sui dischi, discese sulla Terra 12.000 anni fa”.


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I dischi trovati nella grotta, 716 in tutto, raccontavano la storia degli abitanti di un altro mondo (i Dropa) bloccati sulle montagne di Baian-Kara-Ula. Le intenzioni pacifiche di questi esseri non furono comprese dalla popolazione locale. Molti di loro vennero inseguiti e uccisi dai membri della tribù Han, che vivevano nelle grotte vicine. I colleghi di Tsum Um Nui, totalmente increduli, lo derisero e tale atteggiamento indispettì il professore che decise di trasferirsi in Giappone, dove morì qualche anno dopo. Le grotte nel 1938 erano ancora abitate da due tribù che si autodefinivano Han e Dropa, questi ultimi alquanto strani. Alti a malapena un metro e trenta, non erano né cinesi né tibetani e gli esperti brancolavano nel buio in merito all’individuazione del loro ceppo etnico.

Poco dopo la decifrazione di Tsum Um Nui, pubblicata nel 1964, esplose la rivoluzione culturale in Cina, e nessuno si occupò più di quei dischi e del loro messaggio. Nel 1974 l’ingegnere austriaco Ernst Wegerer si imbattè in due dischi nel Museo Bampo di Xiang e li fotografò. Fu però Hartwig Hausdorf, nel 1994, a cambiare la situazione. Assieme all’amico Peter Krassa partirono per la Cina alla ricerca dei dischi. Su indicazione di un inglese, il dott. Karyl Robin-Evans, giunsero alla tribù Dzopa. La regione di Baian-Kara-Ula non aveva risentito molto dell’invasione cinese. Robin-Evans riuscì a raggiungere la meta e a guadagnarsi la fiducia della gente Dzopa. Aveva con sé un linguista, che gli insegnò i rudimenti della lingua Dzopa e Lurgan-La, il capo religioso dei Dzopa, gli raccontò la storia della sua tribù, il cui pianeta natale si trova nel sistema di Sirio. Lurgan-La gli spiegò che varie missioni erano state inviate sulla Terra migliaia di anni prima. Durante l’ultima visita alcune astronavi precipitarono e i sopravvissuti non furono più in grado di lasciare la Terra: gli Dzopa erano i discendenti diretti di questa gente. Tra i beni di Robin-Evans vi era un’incredibile fotografia: la coppia reale Hueypah-La e Veez-La. Erano alti rispettivamente 1,2 e 1,07 metri!


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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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 Oggetto del messaggio: Re: Le piramidi cinesi (Provincia di Xian)
MessaggioInviato: 24/08/2018, 19:35 
Cita:


Cina, sacrifici umani e un’enorme piramide: il mistero della città di Shimao
Gli archeologi stanno riportando alla luce una delle più grandi città dell'antichità


In Cina gli archeologi hanno riportato alla luce quello che resta di una città vecchia di 4300 anni: si tratta di un’imponente piramide a gradoni con una base di 24 ettari, sui quali sono ancora oggi visibili resti di palazzi, case e bastioni. La città, alla quale è stato dato il nome di Shimao, si articolava su 11 livelli, ognuno dei quali rivestito in pietra e decorato con simboli che ricordano volti umani.

Secondo gli archeologi, il livello più alto della città ospitava i palazzi dell’aristocrazia, costruiti con la terra battuta, con pilastri di legno e tegole. In questa zona è stata ritrovata anche una gigantesca cisterna che serviva per immagazzinare l’acqua, oltre a resti legati alla vita quotidiana.

La piramide non serviva solo come spazio residenziale: le attività artistiche e le produzioni artigianali venivano realizzate nei gradoni sottostanti la vetta.

La città era circondata da alte mura in pietra, con porte e bastioni. Gli archeologi pensano che questi avessero scopi militari, limitando l’accesso alla città e proteggendola da attacchi esterni.

Shimao era probabilmente dotata anche di un forte potere religioso. Questa idea è stata suggerita dagli studiosi dalle decorazioni sui gradoni, ma anche dal ritrovamento di molti resti umani appartenenti, è stato ipotizzato, a vittime di sacrifici: sono addirittura stati ritrovati sei pozzi pieni di teste umane decapitate. Ad avvalorare l’ipotesi del luogo di culto, anche il ritrovamento di manufatti di giada negli interstizi tra i vari blocchi che componevano le strutture.

Per molti anni gli archeologi hanno pensato che ciò che resta dell’antica città non fosse altro che un tratto della Grande Muraglia, dal momento che una sua sezione si trova proprio nelle vicinanze. Solo di recente è stato riportato alla luce tutto il sito nella sua vastità, permettendo di riscoprire la storia di quella che si ritiene essere stata una delle più grandi città dell’antichità.


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 Oggetto del messaggio: Re: Le piramidi cinesi (Provincia di Xian)
MessaggioInviato: 27/08/2018, 12:24 
vimana131 ha scritto:
Cina, sacrifici umani e un’enorme piramide: il mistero della città di Shimao
Gli archeologi stanno riportando alla luce una delle più grandi città dell'antichità...



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 Oggetto del messaggio: Re: Le piramidi cinesi (Provincia di Xian)
MessaggioInviato: 10/02/2023, 12:29 
cip di attenzione



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