Dopo aver completato con successo la loro missione principale, mappando in alta risoluzione la gravità lunare per capire la struttura interna del nostro satellite, le due sonde della missione GRAIL, che ieri si trovavano a soli 30 km sopra l'Oceano delle Tempeste, hanno visto riaccendersi tutti i loro strumenti per iniziare un nuovo periodo di analisi, che le porterà a scendere nella loro orbita per ottenere una mappa ancor più dettagliata di quanto fatto nella missione principale.
"I dati raccolti durante la missione principale di GRAIL sono attualmente in fase di analisi e permetteranno di ottenere una mappa gravitazionale di straordinaria qualità e risoluzione" ha spiegato Maria Zuber, investigatrice principale, a capo della missione. "Mappare nuovamente la luna da un'altitudine sostanzialmente più bassa, ci darà l'occasione di avere una stupenda mappa globale ad alta risoluzione in grande dettaglio, della crosta di un corpo planetario diverso dalla Terra."
La missione estesa durerà dal 30 Agosto al 3 Dicembre. I suoi obbiettivi saranno quelli di mappare più da vicino la gravità della Luna, derivando quindi le influenze gravitazionali anche per cose piccole come crateri di dimensioni ridotte o singole montagne o vali. Per raggiungere questa risoluzione, gli ingegneri della missione dovranno portare la sonda alla più bassa altitudine a cui può essere mantenuta in sicurezza.
Durante la missione primaria, che è durata dal 1 Marzo al 29 Maggio, le due sonde GRAIL (Ebb e Flow), hanno orbitato a circa 55 km dalla superficie lunare. La media durante questa nuova fase della missione sarà di 23 km dalla superficie ed in alcuni casi arriverà a soli 8 km dai punti più alti della superficie.
"Ebb e Flow, insieme al nostro team, se la stanno cavando alla grande, il che è davvero notevole viste le sfide che abbiamo affrontato" ha spiegato David Lehman, manager del progetto GRAIL presso il JPL. "Le gemelle hanno passato una durissima fase durante l'eclissi solare il 4 Giugno 2012, quando erano rimaste prive di energia solare per un po'."
Alla base delle misurazioni fatte dalle due sonde c'è un principio molto semplice: Ebb e Flow si tengono costantemente in contatto tramite segnali radio, e misurano la distanza precisa che le separa. Mentre volano sopra la superficie, troveranno zone con una maggiore o minore gravità in base alla distribuzione interna di materia. Zone diverse come crateri o montagne avranno una gravità diversa, e questo tirerà in maniera diversa le sonde, cambiando di pochissimo la distanza che le separa. Il resto è "semplice" trigonometria.
Per adesso 4 dei 6 principali obbiettivi della missione sono già stati raggiunti, ed entro l'anno prossimo potremmo avere i primi dettagli sull'esatta struttura interna del nostro satellite, il che ci permetterà di capire molto sull'evoluzione non solo della Luna ma anche della Terra.
http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?release=2012-273skylive