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 Oggetto del messaggio: re:luna 24 scopri'acqua sulla luna
MessaggioInviato: 31/05/2012, 13:20 
Il Lander Sovietico Luna-24 Aveva Scoperto Acqua sulla Luna nel 1976


http://www.link2universe.net/2012-05-31 ... -nel-1976/


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MessaggioInviato: 13/08/2012, 18:53 
La formazione ed evoluzione geologica dei crateri e molto studiata dagli scienziati lunari perché i crateri sulla Luna si mantengono in stato eccezionale rispetto a quello che possiamo trovare sulla Terra. Il Meteor Crater, in Arizona, è il cratere terrestre più giovane e più studiato, ma tante strutture geologiche che caratterizzano la sua formazione sono già scomparse. Riuscire a studiare questi crateri lunari è anche fondamentale per capire meglio come cambia nel tempo la superficie del nostro satellite.

Quello che ha fotografato la camera LROC sono dei canali composti da detriti granulari, che sono il risultato di un continuo scivolamento di materiale dalle creste del cratere, verso il basso, grazie alla gravità. I flussi spesso contengono moltissimo materiale finissimo e questo finisce per comportarsi come un fluido. In tanti casi diventano canali simili a quelli creati dalla roccia fusa che cola come lava dopo un impatto.


Quello che si vede in questo caso è un processo di erosione che avviene nel presente sulla superficie della Luna. In particolare la foto è dell'interno del Cratere Alpetragius B, che ha un diametro di circa 10 km, e si trova all'interno del Mare Nubium. I flussi di detriti sono composti a loro volta da canali di varie dimensioni ed in certi punti sembrano essere composti da diversi materiali, dato che in parte sono più scuri rispetto ad altr


Un'ipotesi è che i detriti più fini hanno, con il tempo, eroso la superficie più vecchia, portando alla luce materiale più riflettente. Quest'ipotesi potrebbe essere supportata da osservazioni diverse all'interno dello stesso cratere. Se l'ipotesi venisse confermata (serviranno ulteriori indagini per saperlo) potrebbe essere un ottimo modo per trovare zone interessanti da studiare con missioni geologiche specifiche, per capire la storia nascosta del cratere.

http://www.lroc.asu.edu/news/index.php? ... l#extended

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Immagine scattata dalla camera LROC, in cui si intravedono diversi grandi canali di detriti in un cratere lunare. Credit: NASA/GSFC/University of Arizona

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Particolare di uno dei flussi di detriti sulla superficie della Luna. Credit: NASA/GSFC/University of Arizona


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MessaggioInviato: 19/08/2012, 15:31 
Grazie all'uso dello spettrometro LAMP (Lyman Alpha Mapping Project), a bordo dell'orbiter LRO, un gruppo scienziati è riuscito a fare le prime osservazioni spettroscopiche della presenza del gas nobile Elio, nella sottile atmosfera che circonda il nostro satellite naturale. Queste nuove misurazioni sono perfettamente complementari con vecchie misurazioni eseguite nel 1972 grazie allo strumento LACE (Lunar Atmosphere Composition Experiment) lasciato sulla superficie lunare dalla missione Apollo 17.

Il LAMP fu progettato per mappare la composizione della superficie lunare, ma il team di scienziati è riuscito ad esaminare le emissioni nel lontano ultravioletto visibile nella sottile atmosfera poco sopra la superficie, rilevando così la presenza dell'elio. Quest'indagine è stata portata avanti per più di 50 orbite e non è stato facile assicurarsi che si trattava di elio nell'atmosfera lunare perché molto elio si trova anche nello spazio interplanetario e diverse tecniche sono state sviluppate ed applicate ad hoc per riuscire a rimuovere i segnali che provenivano da altre fonti, determinando così con certezza la fonte nativa dell'elio. La ricerca è stata pubblicata su Geophysical Research Letters.


"La domanda adesso è se l'elio proviene dall'interno della luna, per esempio grazie al decadimento radioattivo nelle rocce, oppure se arriva da una qualche fonte esterna, come il vento solare?" ha spiegato Dr. Alan Stern, investigatore principale per LAMP. "Se scopriamo che il vento solare è responsabile, questo ci insegnerà molto riguardo a come gli stessi processi avvengono su tutti gli altri corpi senza atmosfere sostanziali." ha spiegato Stern.

Se invece le osservazioni della navicella nono dimostreranno alcuna correlazione con il vento solare, allora si cercherà di capire quale altro processo interno geologico possa produrre l'elio dall'interno, magari rilasciandolo in superficie durante i terremoti lunari.

"Grazie alle mappe globali di LAMP, ottenute man mano che si muove intorno alla luna durante le sue osservazioni, saremmo in grado di determinare meglio la fonde dominante di elio" ha dichiarato Stern.

Un'altro fatto su cui gli scienziati cercheranno di fare chiarezza è l'abbondanza dell'elio. Le misurazioni con il LACE, negli anni '70, hanno mostrato che l'elio aumentava durante la notte. Questo potrebbe essere spiegato con il raffreddamento che avviene in assenza di sole, che quindi concentra gli atomi ad altitudini più basse. LAMP continuerà quelle misurazioni investigando però cosa succede cambiando anche latitudine.


Durante la propria campagna, LACE ha anche rilevato un'altro gas nobile sulla superficie lunare: l'argon. Anche se dovrebbe risultare molto più pallido nelle osservazioni dello spettrografo, LAMP cercherò comunque di trovare tracce di argon e altri gas durante le prossime osservazioni.

"Queste nuove importantissime misurazioni sono possibili grazie alla flessibilità nelle operazioni del LRO come Missione Scientifica, quindi possiamo adesso capire la nostra Luna in modi che non avremmo mai pensato possibili quando abbiamo lanciato l'LRO nel 2009." ha spiegato Richard Vondrak, scienziato del progetto LRO.

http://www.nasa.gov/mission_pages/LRO/n ... etected.ht


ora sarebbe opprotuno sapere da dove proviene elio,da fonte interna o esterna........


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MessaggioInviato: 17/10/2012, 14:22 
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Immagine del pennacchio rilasciato dopo l'impatto dello stadio del razzo della missione LCROSS che ha colpito il cratere lunare Cabeus. Nel vapore rilasciato è stata trovata tanta acqua. Credit: Science/AAAS

Per tanti anni gli scienziati hanno cercato di capire se sulla Luna ci fossero anche solo tracce di acqua. Negli ultimi due decenni sono arrivate grandi prove a questo proposito che mostrano come non solo l'acqua c'è ma è anche presente un po' ovunque, anche se in alcune regioni in depositi più sostanziosi. Questa scoperta ha lasciato molto perplessi gli astronomi che adesso dovevano trovare una spiegazione per tutta quest'acqua che nessuno si sarebbe mai aspettato di trovare. A quanto pare, l'origine più probabile per l'acqua che si trova nel suolo della superficie lunare è il continuo flusso di particelle cariche che proviene dal Sole: il vento solare. Questa la conclusione di una nuova ricerca pubblicata da poco da un gruppo di ricercatori dell'Università del Michigan.

Come dicevamo la credenza che la Luna fosse un corpo completamente secco è ormai scomparsa da diversi anni, specialmente recentemente con le missioni robotiche della NASA e l'ISRO (LRO/LCROSS e Chandrayaan 1). Nel 2009, la missione LCROSS (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) ha lanciato contro un cratere lunare lo stadio del razzo che l'ha portata verso la luna, e ha analizzato il pennacchio di materiale sollevato, trovando importanti tracce di acqua in questo cratere in ombra permanente. Tanta acqua però è stata scoperta anche nella coperta di regolite sottile che copre il satellite.

Riguardo all'origine dell'acqua qualcuno aveva suggerito che dovesse essere cercata nei tanti asteroidi che hanno colpito il nostro satellite e che potrebbero aver portata qui tanta acqua. Ma è una spiegazione che non ha mai convinto per le difficoltà di spiegare la distribuzione dell'acqua sulla superficie lunare. Alcuni modelli teorici riguardo alla stabilità dell'acqua lunare, risalenti alla fine degli anni '70, suggeriscono però che gli ioni di idrogeno (protoni) provenienti dal vento solare, possono combinarsi con l'ossigeno presente nella regolite lunare per formare acqua e altri composti come l'idrossile, che consiste in un atomo di idrogeno ed uno di ossigeno (OH).



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Mosaico lunare composto da immagini ottenute dal LRO. Credit: NASA

In un articolo pubblicato sulla rivista scientifica "Nature Geoscience", Youxue Zhang, dell'Università del Michigan, insieme ad alcuni colleghi dell'Università del Tennessee e del Caltech, hanno presentato diverse nuove scoperte a sostegno di quest'ipotesi, dimostrando che davvero il Sole può produrre ghiaccio di acqua sulla Luna. L'autrice principale della ricerca è però Yang Liu, dottoranda di Zhang, che è professore presso il Dipartimento di Scienze Terrestri e Ambientali.

Nella pubblicazione, i ricercatori presentano delle analisi della spettroscopia a infrarossi e della spettroscopia di massa su alcuni campioni riportati dalle missioni Apollo. Queste analisi hanno rilevato la presenza di significative quantità di idrossile all'interno dei vetri formati nella regolite lunare per colpa degli impatti di micrometeoriti.

Combinate insieme, queste due tecniche possono permettere di determinare la forma chimica dell'idrogeno all'interno di una sostanza, come anche la sua abbondanza e la sua composizione isotopica. La maggior parte delle analisi spettroscopiche ad infrarossi sono state eseguite dal laboratorio di Zhang, presso l'Università del Michigan, mentre la spettroscopia di massa è stata eseguita presso il Caltech.
"Abbiamo scoperto che l'idrossile presente nella regolite lunare è principalmente generato dall'impatto di protoni del vento solare che localmente si combinano con l'ossigeno. L'idrossile che si forma si muove poi all'interno dei vetri quando l'impatto di micrometeoriti fonde la regolite." ha speigato Zhang.

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Immagine al microscopio di vetro agglutinato, scoperto nei campioni di suolo riportati dalla Luna ed esaminato recentemente per cercare tracce di OH. Credit: Yang Liu

"La regolite lunare si trova ovunque sulla superficie lunare, ed i vetri simili a questi sono responsabili per metà della regolite lunare. Quindi il nostro lavoro mostra che la componente di acqua, cioè l'idrossile, è diffusa in tutti i materiali lunari, anche se non nella forma di ghiaccio o acque liquida che può facilmente essere usata in una futura base lunare umana."

Questa scoperta implica che il ghiaccio intrappolato permanentemente nei crateri polari in ombra sulla Luna, potrebbe contenere atomi di idrogeno che provengono dal vento solare. "Questo significa anche che l'acqua esiste probabilmente anche su mercurio e su asteroidi come Vesta o Eros, più interni al nostro Sistema Solare" ha spiegato Liu. "Questi corpi planetari hanno ambienti molto diversi tra di loro, ma hanno tutti la possibilità di formare acqua."

Il vetro di regolite è chiamato agglutinato e questo nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience è il primo ad identificarlo come un nuovo serbatoio di OH sulla Luna. Non solo presente ma "non anticipato e molto abbondante".

La ricerca si è basata su granelli individuali riportati dal suolo delle missioni Apollo 11, Apollo 16 e Apollo 17. I granelli includono sia agglutinati che altri vetri formati in impatti più grandi.

http://www.ns.umich.edu/new/releases/20 ... unar-soils

da link2universe

le sorprese sono sempre piacevolmente in agguato dicoamo che nel lasso di tempo di qualke anno le conoscenze della luna sono state ribaltate,altre speriamo possano giungere dal ns sistema solare,magari la presenza,seppure batterica,di qualke forma di vita,in qualke luogo del ns uscio di casa [;)]


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