|
Perchè si da quasi per certo che l'addotto sia tale mentre il contattista (o contattato) no? In fondo dove sta la differenza? Sulla modalità del rapimento? Fondamentalmente la differenza dove sta, se non nel modo con cui il singolo vive la vicenda? Il contattato alla fine vive un tipo di trauma tanto quanto la vive il rapito: si viene prelevati (almeno la prima volta) di certo non con il proprio consenso, si è spaventati, preoccupati, incapaci di comprendere appieno quello che sta succedendo. Le volte successive, poi, si delineano le due strade, differenti e diverse, che scostano il contattato dal rapito. Ma, sempre in fondo, entrambi, non sono portatori di messaggi? Chi per un verso, chi per un altro, non appartengono tutti e due alla categoria CONTATTI CON FORME DI VITA NON TERRESTRI, le quali gli lasciano "segni", informazioni, prove (più o meno certe e/o concrete), sogni (intesi come premonizioni future). Lo stesso Malanga tra i tanti rapiti che ha studiato dice che gli lasciano dei messaggi e gli concedono informazioni riguardanti non solo il presente dell'hic et nunc, ma anche il futuro. Perciò, perchè un genere dovrebbe essere creduto mentre l'altro confinato al limite della buffonaggine? Siamo imparziali: entrambi fondamentalmente hanno ben poche prove a sostegno delle tesi che riportano (prove scientifiche intendo). Per cui, ancora una volta, perchè questa sorta di disparità di credenza e trattamento? L'uomo comune, il giudice maximum che legge, osserva, riflette e commenta, da cosa in realtà lascia circuire la sua deduzione? Rifletteteci; non è forse l'umanità e l'umana condizione e il trattamento usato, quello che muove le coscienze e schierarsi maggiormente o dare maggior credito alle parole degli addotti piuttosto che a quelle dei contattati? La sofferenza, quali conseguenze emotive scatena, in chi osserva la situazione? Compassione, pietà, tutto frutto dell'empatia; tentativo di dare una sorta di sollievo perchè il dolore (di qualsiasi natura esso sia) porta l'essere umano a soccorrere (a prescindere di tutto) e a condividere, quindi a prendere per vero (a primo impatto se non altro, ma anche nel corso del tempo) quanto si è ascoltato. Ecco quindi l'inghippo della questione (in breve): il male, il dolore, la sofferenza, porta ad avere supporto e ad essere creduta, mentre l'opposto (perchè obiettivamente, se proprio vogliamo schedare la questione, si tratta semplicemente di antipodi posti su un continuum) il bene, il buon trattamento, quella sorta di pace/piacere nel vivere esperienze extra-terrestri, è vista con occhio distratto, incredulo, dubbioso. E' la natura umana, quella di prestare maggiore attenzione alla "negatività" piuttosto che alla "positività" a dare maggiore credito ad uno o all'altro polo. La psicologia insegna: la paura ci resta impressa in un grado molto più elevato rispetto ad esperienze serene; tale paura ci porta ad essere pessimisti e di conseguenza a storcere il naso davanti agli stessi fatti, ma sviluppatisi in forma positiva!
Perciò riflettiamo un attimo prima di giudicare in base alle reazioni emotive che ci scatenano certi racconti. Va bene che "il cuore ha sempre ragione" ma istinto non è sempre sinonimo di intelligenza (re-imho, e cmq il cuore discerne da solo).
(scusate le ripetizioni, ho scritto d'un getto e di fretta approfittando di un attimo di tregua all'instabilità di sta benedetta wifi)
Ultima modifica di shantaram il 24/11/2010, 23:17, modificato 1 volta in totale.
|