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Marziano
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MessaggioInviato: 12/01/2014, 19:44 
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MessaggioInviato: 13/01/2014, 20:53 
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Perfo ha scritto:

In riferimento a quanto postato da quisquis:




Ti ringrazio. Sarebbe veramente interessante ritrovare quella fotografia "storica"; chissà che fine ha fatto, se esiste ancora da qualche parte oppure se è andata del tutto persa.


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MessaggioInviato: 14/01/2014, 00:29 
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quisquis ha scritto:

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Perfo ha scritto:

In riferimento a quanto postato da quisquis:



Ti ringrazio. Sarebbe veramente interessante ritrovare quella fotografia "storica"; chissà che fine ha fatto, se esiste ancora da qualche parte oppure se è andata del tutto persa.


Ho provato ma non sono riuscito a trovare la foto.

Tuttavia sono incappato in questa raccolta di testimonianze del periodo:

http://keelynet.com/keely/airship2.txt

dalle quali si evince che il caso sarebbe da ricondurre all'avvistamento di un dirigibile.



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MessaggioInviato: 22/01/2014, 19:09 
1899: WHERE IS DAVE MATHER?

In January 1996, an elderly Mexican named Jorge Hernandez was on his deathbed and asked to speak to his Roman Catholic priest, Father Joel de Mola, in Nacozari de Garcia, Mexico.

Jorge's deathbed confession was truly astounding. He claimed to have been present in September 1899 when American lawman Dave Mather vanished in northern Mexico. And he claimed that Mather had been abducted by aliens!

Dave Mather had been a friend of Wyatt Earp and his brothers, Bat Masterson, Doc Holliday and Kate Elder during the late 1870s in Dodge City, then the wildest cowtown in Kansas.

After the Earps moved to Arizona in 1880, Mather soon "got out of Dodge" and moved to Tucson, Arizona.

In August 1899, ranchers in the Sierrita mountains, southwest of Tucson, began complaining about missing cattle. Mather put together a posse and set out to track down the rustlers.

Included in the posse was 14-year-old Jorge Hernandez. Led by an Inde (true name of the Apache people--J.T.) tracker from the San Carlos reservation, the posse followed the trail into Mexico.

About 50 miles (80 kilometers) southwest of Nogales, in Mexico's Sonora state, Jorge said, the posse spotted "a huge silver bowl in the sky." The UFO "flew ahead of the posse in spurts, staying about a half-mile ahead at all times."

Reaching a range of low hills, Mather suggested that they split up and "try to find that damned airship again."

Soon Jorge found himself riding down a lonely barranca. Suddenly, "a tiny man in silver-colored clothes confronted him with a hollow tube."

Instantly Jorge's horse reared and let out a whinny of terror. The boy was thrown to the sandy ground. Yelling, he drew his .45 caliber Colt Single Action Army revolver from its holster and squeezed off a shot.

Jorge kept firing as fast as he could thumb back the Colt's hammer. All six bullets went straight to their target. But "the little man flickered like a candle flame and disappeared."

Scrambling to his feet, Jorge ran full-speed out of the barranca. The other members of the posse quickly gathered, and he blurted out his story. The gringos, Mather included, showed skepticism, but the Inde tracker's eyes showed belief. And something else, as well. Fear.

Finally, Mather said he would go check out the barranca himself. He said he'd fire a shot if he ran into any trouble.

Jorge and the rest of the posse waited. About an hour later, one man shouted and pointed. The "silver bowl rose 200 feet into the air and took off over the horizon, never to be seen again."

When the posse entered the barranca, they found Mather's horse, highly agitated, but no sign of Dave. There was no evidence of any violence. Mather's Winchester was still snug in its leather boot. His canteen was half-full. There was no blood on the saddle or the bedroll.

Their Inde guide backtracked the horse's hoofprints and found something very odd. The tracks coming into the gorge were slightly deeper than the ones made recently by the horse, as if Dave had suddenly dismounted. But there was no sign of Dave's footprints or any sign that his body had hit the ground.

Without another word, the Inde tracker climbed onto his own horse and rode back to San Carlos.

"What's wrong?" Jorge asked him.

"Pueblo de cielo," the Inde muttered. (Spanish for sky people--J.T.) And he rode away without a backward glance.

Jorge and the rest of the posse searched the area for days afterward. But they never did find Dave Mather.

In an interview on Mexican television in 1996, Father de Mola said, "The old man was on his deathbed when he related it to me. He was convinced that the spaceship had been sent from heaven by God."

Flash forward to 1999...somewhere in the far reaches of space, a silvery bowl-shaped UFO cleaves the ebony void. And in the cargo hold lies Dave Mather, frozen in carbonite, endlessly dreaming of Dodge...

http://www.ufoinfo.com/roundup/v04/rnd04_19.shtml



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 Oggetto del messaggio: Re: Alieni nel vecchio West
MessaggioInviato: 21/12/2021, 19:35 
UFO NEL SELVAGGIO WEST
Articolo di Osvaldo Carigi

Nel 2011 uscì nelle sale cinematografiche Cowboy&Aliens, diretto da Jon Favreau, che aveva come interpreti principali l’Indiana Jones Harrison Ford e lo 007 Daniel Craig. Il film, ambientato nell’Arizona di fine Ottocento, verte sulla figura di un pistolero del XIX secolo che nella cittadina di Absolution riunisce onesti cittadini, fuorilegge e una banda di guerrieri Apache per fronteggiare una minaccia extraterrestre. A chi ha avuto modo di vederlo, il film sarà probabilmente sembrato solo il frutto di un’insolita rivisitazione del western e forse lo è, in quanto Hollywood è sempre alla ricerca di storie che possano dare nuova linfa al questo genere, e non solo, se non fosse che… Nel Far West americano del XIX secolo, popolato da allevatori, giuristi, minatori, trapper, gente comune di città, cowboy e indiani, accaddero davvero fatti che potremmo definire di natura ufologica e che trovano conferma in un intrigante e recentissimo libro dei valenti ricercatori/ufologi Noe Torres e John LeMay, The Real Cowboys & Aliens: Early American UFOs 1800- 1864. A questo riguardo, Noe Torres mi ha concesso una lunga e dettagliata intervista… Osvaldo Carigi (OV) Perché nel vostro libro avete scelto di concentrarvi sul preciso arco temporale 1800-1864? Noe Torres (NT): Siamo sempre stati affascinati dagli avvistamenti UFO segnalati tra il XIX e l’inizio del XX secolo, prima che gli aerei venissero inventati e diventassero comuni nei nostri cieli. Quando la gente di questo periodo vedeva cose che volavano in cielo, possiamo essere certi che non si trattasse di aerei. Abbiamo deciso di scrivere tre libri su questo periodo di tempo. Nel primo libro, Early American UFOs, pubblicato per Halloween 2019, ripercorriamo la prima parte del XIX secolo, dal 1800 al 1864. Il secondo libro, Old West UFOs, tratta degli UFO del periodo 1865-1895, concentrandosi principalmente sugli avvistamenti UFO durante l’“espansione occidentale” degli Stati Uniti, quando i coloni si spostarono dalla costa orientale a quella occidentale. Pubblicheremo il secondo libro nella primavera del 2020. Il nostro terzo libro, intitolato Early 20th Century UFOs, coprirà il lasso di tempo che va dal 1896 al 1915, il periodo dei famosi avvistamenti delle “mystery airship” e la nascita dell’aereo. Il primo volo aereo è avvenuto nel dicembre del 1903, ma gli aerei sono diventati comuni solo molti anni dopo. Il terzo libro uscirà nell’estate del 2020. Abbiamo diviso i tre periodi di tempo dei nostri libri per bilanciare i casi in modo uniforme. Volevamo che ogni libro non fosse più lungo di 250 pagine, e volevamo che ognuno avesse una congrua parte di casi molto interessanti. Inizialmente, intendevamo occuparci dell’intero periodo 1800-1895 in un unico volume, ma questo significa che avrebbe avuto una lunghezza di circa 500 pagine, troppo. Così, lo abbiamo diviso in due segmenti temporali più piccoli. Ci sono molti casi interessantissimi in tutti e tre questi periodi di tempo e tutti e tre i libri saranno equilibrati in modo uniforme, con una grande quantità casi affascinanti. Nessun periodo di tempo ha casi “migliori”; sono tutti ugualmente interessanti. In The Real Cowboys & Aliens: Early American UFOs 1800-1864 vengono riportate 29 storie, tutte ugualmente interessanti, ma ovviamente, per esigenze di spazio, ho scelto di approfondire una sola tra quelle che hanno maggiormente “stuzzicato” la mia curiosità, non prima però di aver chiarito con Noe un punto riguardante una curiosa “discrepanza” temporale nel caso in questione e di promettere, nel contempo, al lettore di chiudere l’ intervista con accenni ad altre vicende, ugualmente affascinanti, descritte nel libro.

OV: Nel vostro libro descrivete un caso avvenuto nel settembre del 1864, ma l’articolo dell’epoca, a riguardo, venne pubblicato nel novembre del 1865, ovvero un anno e due mesi dopo. Perché?

NT: L’articolo di giornale apparve il 19 ottobre 1865 e si riferiva agli eventi dello “scorso settembre”, ed era sul St. Louis (Missouri) Globe-Democrat. Poi fu ristampato su molti giornali della nazione durante l’ottobre e il dicembre 1865, tra cui il Chicago Tribune, l’Herald and Torch Light of Hagerstown, il Maryland, il Weekly Republican of Plymouth, l’Indiana, the Perrysburg (Ohio) Journal, the St. Louis (Mo.) Democrat, il Vicksburg (Mississippi) Herald, il Brooklyn (NY), il Daily Eagle, il Charlotte (NC), Democrat e altri ancora. Non siamo sicuri del motivo per cui ci sia voluto più di un anno perché la storia apparisse sui giornali, ma ci sono due possibili spiegazioni:

(1) James Lumley era un cacciatore di pellicce che restava nelle zone selvagge per lunghi periodi di tempo, certe volte dei mesi, uccidendo animali per le loro pellicce. Molte volte non tornava in una grande città che avesse un giornale per molto tempo. Forse si trovava a St. Louis molti mesi dopo il suo incontro UFO e fu ascoltato da un giornalista locale.
(2) Forse il signor Lumley non lo raccontò a nessuno per molto tempo. A volte, i testimoni UFO tengono la storia nascosta per molto tempo prima di renderla pubblica. Potrebbe essere stata una decisione consapevole di Lumley quella di non raccontare a nessuno ciò che aveva visto, temendo di essere preso per pazzo. Personalmente ritengo che Lumley sia stato nella natura selvaggia per molti mesi dopo l’evento e non abbia mai avuto la possibilità di raccontare a nessuno la sua esperienza. “REMARKABLE PHENOMENON”, così titolava il quotidiano The Brooklyn Daily Eagle, riprendendo un articolo del St. Louis (Missouri) Globe- Democrat del 14 novembre 1865, riguardante quanto riferito da un vecchio trapper delle Montagne Rocciose, certo James Lumley. Di seguito la prima parte.

«Il signor Lumley afferma che, più o meno a metà del settembre scorso, era impegnato a mettere trappole sulle montagne a circa settantacinque o cento miglia dalle Grandi Cascate del Missouri Superiore, nei pressi di quello che è conosciuto come Cadotte Pass. Una sera, dopo il tramonto, vide in cielo un grande corpo luminoso che si muoveva a grande velocità verso est. Rimase visibile per almeno cinque secondi, prima di scomporsi in particelle, in quella che il sig. Lumley paragona “all’esplosione di un razzo in aria”. Qualche minuto dopo, sentì una forte esplosione che fece tremare la terra, seguita a breve da un trambusto come se un tornado stesse attraversando la foresta. Quasi contemporaneamente si alzò un forte vento, che poi cessò all’improvviso, lasciando nell’aria uno strano odore di zolfo. Questi fatti non sarebbero rimasti impressi nella mente del sig. Lumley se il giorno dopo, a circa due miglia dal suo accampamento, non avesse scoperto un largo varco che attraversava la foresta. Alberi giganteschi erano stati sradicati e spezzati. Le cime delle colline erano state rase al suolo e in molti punti la terra era rivoltata. Regnava ovunque una grande devastazione. Seguendo questa traccia di distruzione, il trapper riuscì ben presto a capire quale ne fosse la causa, appurando che si trattava di un’immensa pietra che si era schiantata sul fianco della montagna. La parte più sensazionale della storia consiste nell’esame di questa pietra e dei suoi frammenti. In diversi punti c’erano delle incisioni di geroglifici. Il sig. Lumley scoprì anche dei frammenti di una sostanza che sembrava vetro, e qua e là c’erano delle macchie scure, che sembravano causate da un liquido ».

Alla luce di questa sorprendente testimonianza credo restino pochi dubbi sul fatto che possa essersi trattato di un UFO crash ante litteram e credo di non esagerare nell’accostare la dinamica di questo incidente ottocentesco a quella ben più famosa riguardante lo schianto di un disco volante a Roswell, nel luglio del 1947. Ciò che restava dell’immensa “pietra” (UFO) dopo l’esplosione andò a schiantarsi sul fianco di una montagna e addirittura il vecchio cacciatore di pellicce trovò delle “incisioni di geroglifici” al pari di quelle trovate dal Maggiore Jesse Marcel su alcuni dei resti che invasero il campo intorno al Foster Ranch. Per “spiegare” l’UFO di Roswell venne scomodato un pallone meteorologico, mentre nel crash delle Rocky Mountains si parlò del frammento di un meteorite, ma con un sorprendente finale del succitato articolo, nel quale si legge che, a detta degli astronomi, anche le meteoriti, oltre ai pianeti e le comete, potrebbero essere abitate e usate, nel futuro, come mezzi di trasporto per esplorare lo spazio!

NT: Sono fermamente convinto che l’oggetto visto da James Lumley fosse un velivolo extraterrestre sulla stessa linea dell’UFO Roswell del 1947. Per quanto riguarda il suo aspetto di pietra, ogni volta che un oggetto di grandi dimensioni cade nell’atmosfera terrestre ci sono bruciature, cicatrici e buche. Così, questo oggetto nel 1864 si era parzialmente deformato dopo il suo ingresso attraverso l’atmosfera. Poi è caduto a terra, ha tagliato un lungo “sentiero” attraverso la foresta prima di colpire il fianco di una collina. Mentre l’oggetto si scontrava con il terreno roccioso e si muoveva orizzontalmente lungo l’estensione, raccoglieva polvere, frammenti di roccia e altri detriti sulla propria superficie. Quando finalmente riuscì a posarsi contro il fianco della montagna, probabilmente assomigliava un po’ a una “pietra” o un meteorite, perché il suo scafo era bruciato, sfregiato e coperto di detriti. Credo che fosse leggermente ovale, ma nel complesso a forma di sigaro, corrispondendo alla descrizione di molti UFO fin dagli anni ‘40 del secolo scorso. Quindi, a mio parere, non si trattava davvero di una pietra, una roccia o un meteorite.

OC: Riguardo ai geroglifici, a me sembra strano che, con tutto il rispetto dovuto al testimone, un trapper dell’Ottocento possa averli identificati come tali. Sono dell’idea che potrebbe essere stata un’interpretazione dell’articolista, forse anche per rendere la vicenda più intrigante con un tocco esotico. Lumley vide quasi certamente dei segni incisi su qualcuno dei rottami dell’UFO, ma non seppe descriverli o disegnarli con precisione.

NT: Anche se Lumley non sapeva nulla di geroglifici egizi, la sua descrizione della strana scrittura sull’oggetto probabilmente indusse il giornalista a confrontare ciò che Lumley stava descrivendo con i geroglifici, che erano ben noti alla gente comune del XIX secolo. Si potrebbe vederla anche in questo modo: Lumley stava cercando di descrivere un tipo di scrittura che per lui non aveva senso, che non aveva mai visto e che sembrava composta di strani simboli piuttosto che di caratteri stampati. Questo stesso stile di “scrittura” è stato trovato sui siti di molti incidenti UFO.

OC: Nell’articolo di giornale non si fa menzione del ritrovamento di corpi da parte di Lumley. Posso ipotizzare che eventuali UFOnauti si siano letteralmente disintegrati insieme a gran parte della nave spaziale nell’esplosione che precedette l’impatto. Non è da escludere, poi, che i corpi, privi di vita, siano rimasti all’interno dello scafo e quindi non vennero visti dal vecchio trapper.

NT: La parte più sfortunata di questa storia è che nella documentazione storica non si sono trovati altri resoconti. L’articolo non menziona quello che successe dopo che Lumley trovò l’oggetto caduto. Il presupposto è che fece le sue osservazioni e poi lasciò il luogo dello schianto, per non tornare mai più. Non ne parlò con nessuno se non molti mesi dopo. A causa della violenza dell’impatto dell’oggetto col suolo, è plausibile credere che qualsiasi essere senziente al suo interno fosse rimasto ucciso o gravemente ferito. Potrebbero anche essere rimasti intrappolati all’interno della nave. Il resoconto di Lumley non menziona l’osservazione di forme di vita, anche se nell’articolo viene detto che Lumley fosse convinto che l’oggetto fosse stato costruito da “esseri animati”. L’altra parte importante dell’articolo riguarda il fatto che Lumley sentisse che l’oggetto fosse solo una piccola parte di un oggetto più grande. Forse la parte che ha visto era solo una sezione che è caduta dalla nave più grande (navemadre)? Forse era una specie di nave scout o un drone senza equipaggio? Lumley non ha descritto porte, portelli né alcun tipo di apertura che gli avrebbe permesso di guardare all’interno della nave o di entrarvi, pertanto è improbabile che possa aver visto qualche creatura, viva o morta. Dal momento che se n’è andato dal luogo dell’incidente poco dopo aver fatto le sue osservazioni, è possibile che le creature che si trovavano all’interno siano venute fuori dopo la sua partenza ed è anche possibile che il velivolo caduto sia stato poi riparato e recuperato dai suoi costruttori. Purtroppo, non sappiamo con precisione cosa sia successo dopo che Lumley lasciò la scena.

OC: A seguito della notizia dell’incidente riportata dai giornali si hanno informazioni in merito a successivi sopralluoghi nella zona del crash?

NT: Abbiamo cercato a lungo e faticosamente altre informazioni su James Lumley e il misterioso oggetto precipitato, ma non ne abbiamo trovate. Abbiamo anche cercato qualsiasi storia che menzionasse un cacciatore di pellicce di nome James Lumley, ma non abbiamo trovato altro. È interessante notare, però, che ci sono state altre storie nell’800 su oggetti misteriosi precipitati in un modo simile a quello descritto da Lumley.

OC: Lo spazio tiranno non mi consente di approfondire con te altri casi nel libro, ma vorrei fare una veloce panoramica su alcune storie che hanno attirato la mia attenzione. Ad esempio, ho letto di Men in Black…

NT: Molte persone credono che solo negli anni ‘40 del secolo scorso abbiano fatto la loro comparsa i misteriosi Men in Black, strani esseri umanoidi che spesso si presentano ai testimoni di un avvistamento UFO per intimare loro di non dire nulla su quanto hanno visto se non vogliono incappare in spiacevoli conseguenze. Queste creature, umane e meno che siano, di solito sono vestite interamente di nero e sono spesso descritte come spettrali e dotate di poteri soprannaturali. È interessante notare che ci sono diversi esempi di questi “Uomini in Nero” che appaiono alla gente dell’800, incluso uno strano caso in Iowa, nel 1863, dove una famiglia venne apparentemente attaccata da due bizzarri uomini spettrali vestiti di nero. Gli umanoidi esibivano strani poteri e, a quanto si disse, potevano spostare gli oggetti con la mente. Anche se gli sconosciuti non fecero del male a nessuno, perseguitarono e infastidirono la famiglia per quattro giorni prima di scomparire.

OC: Nella ricerca ufologica, le mummie aliene, o presunte tali, sono sempre state al centro di intense controversie, sfociando a volte nel ridicolo, come nel caso della tanto pubblicizzata diapositiva raffigurante la mummia di un alieno di Roswell, rivelatasi poi non essere tale. L’ultimo dei 29 casi presenti nel libro tratta proprio di una mummia aliena (nello specifico, marziana) e la cosa che colpisce è la vostra (tua e di John) onestà intellettuale nel presentare la vicenda come altamente improbabile, anche se…

NT: La “Mummia di Marte” di cui parliamo nel libro molto probabilmente è solo un fake, anche se resta comunque un minimo di dubbio. A volte i fake contengono un piccolo elemento di verità e storie su strane creature morte che non sembrano umane continuano tuttora. Un esempio più recente è stato il cosiddetto Starchild Skull, trovato in Messico, che alla fine è stato dimostrato essere solo un cranio umano deforme. La storia originale di una mummia marziana, risalente a uno scrittore francese nel 1864, si crede sia una fiction, ma l’abbiamo inclusa nel nostro libro come esempio di come questo tipo di storia continui a presentarsi nella ricerca UFO. Potrebbe essere basata su una versione precedente di una storia vera? Forse!

OC: All’alba del primo di giugno del 1853, gli studenti del Burritt College, Spencer – Tennesse, si stavano preparando a riceve l’ispezione mattutina nelle loro camere, quando videro nel cielo due insoliti oggetti molto luminosi. Ai ragazzi si aggiunse, come testimone oculare, il professor A.C. Carnes, che scrisse un dettagliato rapporto (pubblicato su Scientific American del 2 luglio 1853) su quella che viene considerata la più documentata testimonianza multipla di un incontro ravvicinato del primo tipo del XIX secolo.

NT: L’avvistamento di due UFO da parte di un professore universitario e di diversi studenti del Burritt College di Spencer nel 1853 è considerato uno degli incontri ravvicinati più significativi del XIX secolo, ed è stato riportato nella prestigiosa rivista Scientific American, nota per essere estremamente conservatrice. Gli osservatori hanno visto due oggetti sferici, uno più grande dell’altro. Mentre il più grande ruotava, assunse una forma cilindrica, suggerendo che, in realtà, fosse sigariforme. Questo evento è stato paragonato a molti avvistamenti UFO dell’era moderna ed è considerato dalla maggior parte dei ricercatori come un vero e proprio avvistamento di un velivolo non identificato.

OC: Ci hai fatto scoprire un aspetto davvero affascinante e poco conosciuto del Far West americano. Qual è stata la reazione, in America, nel leggere queste storie, che oggi possiamo interpretare tranquillamente in chiave ufologica?

NT: Questo primo libro, che copre il 1800-1864, non riguarda il periodo della storia nordamericana conosciuto come il Vecchio West, ma il nostro prossimo libro, The Real Cowboys & Aliens: Old West UFOs, esaminerà tutti gli avvistamenti UFO durante gli anni dei cowboy americani (1865- 1895). Le persone a cui piace l’idea degli UFO in questo periodo lo apprezzeranno molto. Uscirà nella primavera del 2020. Tuttavia, il volume attuale riporta un sacco di casi UFO che coinvolgono i primi pionieri del Nord America. Anche se non ci sono molti “cowboy”, è comunque un periodo interessantissimo della storia americana. Il capitolo sul “Blob from outer space” è un altro esempio di come la verità sia più strana della finzione. Come nel famoso film del 1958 “The Blob”, con Steve McQueen, abbiamo trovato una storia vera su una misteriosa sostanza viscida caduta dal cielo a Hubbardston, Massachusetts, nell’ottobre 1864. Associato alla caduta di una meteora, la gente del posto trovò uno strano e gelatinoso “blob” molto simile a quello mostrato nel famoso film. Sebbene sia stato condotto uno studio, nulla è mai stato stabilito riguardo a questa strana sostanza caduta nel 1864. Abbiamo anche trovato una serie di altri casi del XIX secolo in cui bizzarre “macchie” caddero dal cielo e che non potevano essere spiegate dagli scienziati. È probabile che i responsabili della realizzazione del film del 1958 avessero probabilmente sentito almeno una di queste famose storie.


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