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 Oggetto del messaggio: L'IR3 di Cisco Grove - Alieni nella foresta
MessaggioInviato: 23/02/2021, 16:47 
CISCO GROVE – IL CASO DEGLI ALIENI NELLA FORESTA
Articolo di Osvaldo Carigi

Uno storico caso di Incontro Ravvicinato del Terzo Tipo rivisitato in un libro di due importanti ricercatori americani, l’unico scritto con l’autorizzazione del testimone piu importante.

J.Allen Hynek scrisse sul caso di Cisco Grove: «Certo, la storia di un arciere arroccato su un albero che dà fuoco a parti del suo abbigliamento e le tira sulla testa dei suoi assalitori finché, rimasto seminudo, sviene a causa degli strani vapori emessi dagli “extraterrestri” è piuttosto difficile da credere, a meno che non la si consideri nel quadro di tutte le dichiarazioni analoghe fatte da persone assolutamente attendibili » Quello che venne definito dalla nota ufologa Coral Lorenzen come «l’episodio più spettacolare che mi sia capitato di esaminare» ebbe inizio il 4 settembre 1964 nelle aspre Prealpi della Sierra Nevada, circa 80 miglia a nordest di Sacramento, in un luogo conosciuto come Cisco Grove, in California, e precisamente nella Tahoe National Forest, dove tre amici, Vincent Alvarez, Tim Trueblood e Donald Shrum si erano recati per dedicarsi alla caccia al cervo con arco e frecce, decidendo di spingersi in profondita nel bosco dove, eventualmente, avrebbero passato la notte. Durante la battuta di caccia i tre compagni si dividono e Shrum (nella foto), che si era sistemato su un albero di pino per passare la notte onde evitare eventuali predatori, vede una luce in lontananza e la scambia per quella di una lanterna dei suoi amici che forse lo stavano cercando. Cosi scende dall’albero e spara tre razzi di segnalazione, sbracciandosi e urlando per attirare l’attenzione di quella che crede una squadra di soccorso, rendendosi pero ben presto conto che le cose non stanno proprio cosi. La luce zig-zaga a bassa quota intorno agli alberi e si dirige verso di lui, fermandosi immobile nell’aria a una cinquantina di metri dalla sua posizione, senza fare alcun rumore, e quella che sembrava una lanterna si rivela essere uno strano oggetto cilindrico. Terrorizzato, Shrum trova comunque la forza risalire sull’albero per cercare di sfuggire a un qualcosa che comprende essere fuori dell’ordinario. Improvvisamente, la semi oscurita dell’area viene squarciata da un lampo e un oggetto scuro a forma di cupola (una capsula sganciatasi dall’UFO sigariforme) cade al suolo a poca distanza da lui. Don sente il rumore di qualcuno o qualcosa che si muove tra gli arbusti dai quali, a un certo punto, emerge una strana figura seguita da un’altra proveniente da una direzione diversa. La Lorenzen, nel libro Flying Saucer Occupants (1967) scritto a quattro mani con suo marito Jim, cosi descrisse le creature: «Erano alte all’incirca 1 metro e 65 centimetri, secondo la valutazione di Shrum, vestite di una stoffa grigio- argentea, con una specie di tuta che saliva sopra la testa partendo dalle spalle. Shrum non vide mai i tratti dei loro volti». Alle due figure umanoidi se ne aggiunge una terza, se possibile ancora piu strana: «Grigia, grigioscuro o nera. Non sembrava avere collo, ma nel posto in cui doveva esserci la testa c’erano due splendenti, scintillanti occhi rossoarancio del diametro di circa 8 centimetri. Aveva una bocca, estesa per tutta la larghezza della testa, che quando si apriva sembrava cadere, formando un buco rettangolare in mezzo alla faccia».

L’arciere sull’albero
Sono in contatto con il noto ufologo americano Ruben Uriarte, il quale mi ha sintetizzato cosi, in una email, quanto accadde quella notte: «Shrum si trovò coinvolto in una terrificante lotta per ben 12 ore con “loro”. Usò il suo ingegno, il suo arco e le frecce, sfruttando ogni grammo della propria forza in una battaglia notturna per evitare la cattura». I due umanoidi si dirigono verso l’albero sul quale e appollaiato Shrum e cominciano a scuoterlo, con l’evidente intento di tirarlo giu. Poi, dopo aver osservato la scena in piedi su una roccia ai piedi dell’albero, entra in azione una terza figura contro la quale Shrum scaglia tre frecce che la colpiscono al petto, rimbalzando e provocando delle scintille, lasciando supporre che potesse trattarsi di un robot. Shrum cerca di allontanare le entita scagliando contro di loro pezzi infuocati dei propri indumenti, quando, dalla bocca dell’essere metallico, esce una sorta di fumo bianco o gas che stordisce Shrum, facendogli perdere momentaneamente i sensi. L’attacco del robot si ripete piu di una volta con le stesse conseguenze per l’uomo, che pero resiste finche, in prossimita dell’alba, un secondo robot si unisce al primo e insieme avvolgono il malcapitato cacciatore in una grande nuvola di “gas” facendogli perdere nuovamete conoscenza. Il sole non e ancora alto quando Shrum si risveglia e le entita aliene sono scomparse. E esausto, a penzoloni sull’albero, infreddolito, vestito solo con i pochi indumenti a cui non aveva ancora dato fuoco. Scende dall’albero e si dirige verso l’accampamento, raggiungendo Vincent Alvarez e Tim Trueblood.

Nel mentre…
E mentre Shrum viveva il suo incubo personale sull’albero nel bosco, dov’erano e cosa facevano i suoi due compagni di caccia? Dopo che Shrum si era allontanato dagli amici, Trueblood era tornato al campo e al calar della sera aveva deciso di andare a cercare i due compagni, facendosi luce con la torcia elettrica. E mentre Trueblood cercava Shrum e Alvarez, quest’ultimo, nel tornare al campo, aveva visto una luce brillante nel cielo, pensando che fosse una meteora. In seguito, ascoltando l’incredibile storia di Shrum, si era convinto pero di aver visto lo stesso UFO del suo amico. Alvarez stava guardando lo strano oggetto che si avvicinava al suolo quando aveva notato dei fasci di luce provenienti da una torcia e seguendoli aveva ritrovato Trueblood, con il quale era tornato al campo. I due non sapevano dove si trovasse Shrum ma, essendo un cacciatore esperto, pensavano che avrebbe trovato un posto sicuro per passare la notte. Il mattino, una volta riunitisi con lui e aver appreso del suo calvario, Alvarez confido agli amici di aver visto l’UFO scendere dal cielo e in seguito scrisse un affidavit in cui affermava di aver visto lo stesso UFO visto da Donald Shrum: «Ho lavorato con Don per cinque o sei anni, e conoscendolo da tutto questo tempo non ho motivo di dubitare o mettere in dubbio la sua integrità ».

Intervista a Ruben Uriarte
Noe Torres e Ruben Uriarte hanno scritto un libro ricco di informazioni su questo caso: Aliens in the Forest: The Cisco Grove UFO Encounter, che per la stesura di questo articolo si e rivelato una fonte utilissima (assieme a Rapporto sugli UFO di J. Allen Hynek e Gli umanoidi di Charles Bowen). Chi conosce il mio modus operandi sa pero che non sono solito accontentarmi della consultazione dei testi, seppure importanti, per completare la mia ricerca e quindi mi sono rivolto direttamente a Ruben Uriarte, riuscendo a entrarci in contatto grazie alla preziosa intermediazione dell’amico Martin Willis di “Podcast UFO live”. Nell’intervista che segue, Uriarte ci racconta interessanti, a volte inquietanti, particolari che costellano Cisco Grove, considerato un fake dai soliti scettici.

Perche il caso di Cisco Grove non e un fake?

L’incontro di Cisco Grove è un caso storico, unico nel suo genere e con Noe Torres vi ho dedicato un libro. Paul Cerny, ora scomparso, è stato il primo importante investigatore di Cisco Grove per conto del National Investigations Committee On Aerial Phenomena (NICAP), e più tardi è diventato State Director for Northern California Mutual UFO Network (MUFON). Indagò sul caso nel 1965, concludendo che non c’era alcun dubbio sulla sua autenticità: “Ho passato molto tempo a studiarlo, oltre ad aver parlato con i principali testimoni ed essere venuto a conoscenze delle testimonianze, quindi posso escludere qualsiasi possibilità di inganno” dichiarò. Avevo ricevuto i file di ricerca su questo caso da un funzionario del MUFON dopo la morte di Paul Cerny e leggendoli mi sono talmente incuriosito da ripropormi di incontrare, un giorno, il principale protagonista di questa vicenda. Il mio desiderio si è realizzato nel 2005 quando ho conosciuto Don Shrum e la sua famiglia, intervistandolo per molte ore su quanto accaduto quella terribile notte. Ho intervistato Don nel 2005, una quarantina di anni dopo la sua ultima intervista con Paul, usando usato i suoi appunti e le sue domande e mi ha sorpreso che Don abbia risposto esattamente come allora, senza mai discostarsi dalla sua versione dei fatti; inoltre, dal suo linguaggio del corpo era evidente che fosse ancora traumatizzato. Sono giunto alla stessa conclusione di Paul, ovvero che l’esperienza di Don non era un fake. Sia lui che sua moglie volevano condividere la storia in un libro che io e Noe siamo stati in grado di scrivere, con il pieno permesso e la collaborazione della famiglia Shrum, riportando quanto era successo quella strana notte e gli eventi che seguirono. Questo è il primo e unico resoconto pienamente autorizzato mai scritto su questo sorprendente caso UFO del 1964.

Il figlio di Donald Shrum, Dan, ha scritto “Nella maggior parte delle abduction, le vittime vengono facilmente sottomesse e catturate dagli alieni. Nel caso di mio padre, lui ha resistito con tutto se stesso e alla fine non e stato preso.” Sei d’accordo, o esiste una possibilita che Shrum sia stato prelevato dagli ET?

Nell’estate del 1974, Cerny fece in modo che Shrum fosse sottoposto a ipnoterapia regressiva nel tentativo di approfondire l’incontro con l’UFO e in seguito scrisse in una lettera a Shrum che si erano convinti, dopo l’ultima sessione, che Don non era stato portato a bordo del velivolo. Dal commento di Cerny risulta evidente che lui e i suoi compagni d’indagine avevano ancora il sospetto, dieci anni dopo l’incidente, che Shrum potesse essere stato preso dagli alieni, esaminato a bordo della loro nave e poi riportato sull’albero, tuttavia, la regressione ipnotica condotta nel 1974 sembrò dissipare questo sospetto. Shrum ammise di sentirsi molto sollevato di sapere, una volta per tutte, di non essere mai stato rapito dalle creature aliene.

Ho letto che Vincent Alvarez e Tim Trueblood, dopo aver ascoltato la storia di Shrum, sarebbero tornati insieme a lui sul luogo dell’incidente quello stesso giorno, trovando alcune delle frecce che Donald aveva scagliato contro il robot e diversi pezzi di vestiti carbonizzati. Non avrebbero trovato, invece, le monete che aveva gettato contro le entita, raccolte dagli alieni prima di andarsene. A questa testimonianza si aggiunge l’affidavit di Alvarez. Queste prove sono state considerate dalle autorita militari?

Il coinvolgimento delle autorità militari consiste nel colloquio di Don con gli ufficiali della base aeronautica di McClellan, che faceva parte dell’Air Force Logistics Command; il quartier generale è a Wright Patterson Field vicino a Dayton, Ohio, la cui divisione di Intelligence studia gli UFO dal 1947. In una casa, distante dalla base, Judy e Don Shrum hanno incontrato due rappresentanti dell’Aeronautica militare: il Capitano McCloud e il Sergente Capo R. Barnes. Donald Shrum ha collaborato pienamente con i due, nonostante gli ufficiali non sembrassero molto propensi a credergli, e il tono delle domande era improntato a smontare le sue spiegazioni. Shrum ha consegnato loro una mappa della zona, indicando l’esatto punto dove era avvenuto l’incontro, convincendosi poi che l’Aeronautica avesse usato quelle informazioni per inviare una squadra sul posto e rimuovere qualsiasi prova rimasta, nel tentativo di insabbiare il caso. Due o tre settimane dopo, Shrum e suo fratello, insieme agli amici Vincent Alvarez e Bill McAdams, erano tornati sul luogo dell’incidente e avevano scoperto che qualcuno aveva setacciato tutta la zona raccogliendo ogni traccia di prova e rastrellando il terreno per assicurarsi di non lasciare nulla e magari per cancellare le strane impronte che Shrum aveva visto per terra dopo l’incontro. Avevano trovato, insomma, la prova che un nutrito gruppo di uomini, molto probabilmente personale dell’Aeronautica, era stato lì e aveva meticolosamente ripulito tutto. In giro c’erano mozziconi di sigarette, pacchetti di sigarette scartati (“marche diverse”) e almeno un mozzicone di sigaro.

Le punte delle frecce scagliate contro il robot e i pezzi di vestiti carbonizzati sono stati portati all’attenzione delle autorita militari? Sono state fatte sparire anche queste prove? Che fine ha fatto l’affidavit di Alvarez?

Shrum aveva collaborato pienamente e, a un certo punto, mostrò a Mc- Cloud e Barnes una delle frecce che aveva scagliato contro il robot. Sulla punta di freccia c’era, fuso, un metallo simile all’alluminio. La punta della freccia era piegata e il metallo che sembrava fuso su di essa presentava una colorazione molto tenue, simile a quella dell’arcobaleno. Quando gli ufficiali avevano chiesto a Shrum se potevano prendere la freccia per farla analizzare alla ricerca di eventuali frammenti di metallo che avrebbe potuto aderire alla punta, Shrum era stato felice di acconsentire. Presero la freccia - quella principale – assicurando che gli sarebbe stata restituita, cosa che non è mai avvenuta. Don aveva recuperato tre frecce dalla scena dell’incontro con gli alieni. Secondo lui l’Aeronautica aveva preso quella migliore. L’Aeronautica in seguito disse che Shrum non aveva dato loro la freccia completa - solo la punta, cosa che Shrum contestò fermamente, e dissero che nessuna analisi era mai stata condotta dall’Aeronautica. Nel settembre 1968, il Maggiore James H. Aikman della Divisione Relazioni Comunitarie dell’USAF a Washington, DC, scrisse una lettera in cui affermava “Il 25 settembre 1964 è stata condotta un’indagine formale dalla base aerea di McClelland. Il signor Shrum ha fornito all’Aeronautica una punta di freccia, ma non una freccia completa. La punta non è stata sottoposta ad alcuna analisi di laboratorio”. Sfortunatamente, i militari fecero scomparire l’esemplare, sostenendo di non averlo mai analizzato, insistendo di non averlo più nel 1968, e dicendo di averlo ‘prestato’ a un ‘Gruppo di studio UFO dell’Università del Colorado’

Una delle argomentazioni degli scettici riguarda il fatto che degli alieni con una tecnologia straordinaria, che permetteva loro di viaggiare nello spazio, non sarebbero stati in grado di tirare giu Shrum dall’albero. Inoltre, trovano piuttosto insolito il comportamento degli umanoidi intenti a scuotere l’albero per cercare di far cadere Shrum…

Ce lo siamo chiesti anche noi. Avrebbero potuto usare più forza per prenderlo e mi domando se volessero fare attenzione per non fargli del male. L’albero era molto vicino a una scogliera. Forse non volevano rischiare di farlo precipitare. Deve essere stata una grande sorpresa per loro trovare un essere umano su un albero. Mi domando come avrebbero reagito gli alieni se Don avesse avuto un fucile.

E stato un tentativo di abduction?
Credo che volessero catturarlo. Don ha visto prima un gruppo di ET che cercavano tra la vegetazione circostante, e all’inizio non sembravano prestargli attenzione, finché sono arrivati all’albero. Gli esseri sembravano far parte di un team scientifico che raccoglieva dei campioni.

Che sintomi ha accusato Shrum dopo l’esperienza?

L’esperienza lo ha influenzato profondamente per il resto della vita. In un’intervista rilasciatami nel 2005 mi disse che l’incontro gli aveva provocato una sorta di paura del bosco: “Mi ha sicuramente influenzato in molti modi – aveva detto -, alcuni positivi e altri negativi. Ancora adesso, se sono da solo nel bosco, vengo colto dal panico cosa che, come cacciatore, mi ha quasi completamente impedito di cacciare. Sono andato a caccia solo un paio di volte dopo l’incontro, sentendomi molto a disagio se mi trovavo da solo”. La disavventura lo ha ossessionato e consumato per un bel po’. Sua moglie, inseguito, avrebbe detto: “Il primo anno e mezzo dopo l’esperienza, Don ha avuto incubi terribili. Si svegliava urlando ed era spaventoso sentirlo urlare in preda al terrore più assoluto. Molte volte, dopo essere andati a dormire, si svegliava terrorizzato sudando freddo e gridava “Quegli occhi! Quegli occhi!”. Questo è tutto quello che gli ho sentito dire quando aveva quegli incubi. Una volta completamentesveglio mi spiegava di aver sognato il robot e quei grandi occhi arancioni che lo fissavano. È successo più di una volta”.

Com’e stato classificato dal Project Blue Book il caso, di cui, tra l’altro, s’interesso lo stesso Hynek?

Il rapporto presentato a Wright-Patterson da McCloud e Barnes classificò la natura dell’incontro UFO come “psicologico”. Nel documento troviamo questo commento: “Incontro con ‘esseri’ attribuito a cause psicologiche”. Il rapporto venne archiviato come file del Project Blue Book e non vi furono altre visite da parte del suo staff. Una delle punte di freccia di Shrum finì in possesso del Dr. J. Allen Hynek e, dopo la sua morte, venne donata all’Università dell’Arizona. Non è chiaro se fosse la punta di freccia presa dall’Aeronautica o una delle due prestate al NICAP. L’altra freccia prestata al NICAP è stata restituita agli Shrum, che poi l’hanno persa durante il trasloco in una nuova casa. La freccia presa dall’Aeronautica, che Shrum riteneva l’esemplare migliore delle tre, non si sa che fine abbia fatto.

Come viene oggi considerato il caso di Cisco Grove negli USA? Il vostro libro ha riacceso l’interesse?

Gli Shrum hanno continuato a insistere che non venisse usato il loro nome ogni volta che si parlava del caso. Erano persone molto riservate e non erano interessate all’attenzione mediatica o allo scrutinio del pubblico. Una rete televisiva ha fatto un tentativo di raccontare la loro storia. Nel 1978 una puntata della serie televisiva della NBC, prodotta da Jack Webb, intitolata Project UFO (noto anche come Project Blue Book) ha presentato una storia basata molto vagamente sul caso di Cisco Grove, ma senza il permesso o il coinvolgimento degli Shrum. Molti libri e articoli riportavano informazioni errate, e così abbiamo avuto l’autorizzazione da Don e Judy Shrum di scrivere dell’esperienza. Il nostro libro ha riacceso l’interesse per questo caso storico. Il mio coautore, Noe Torres, e io abbiamo avuto l’opportunità di parlarne in conferenze e interviste radiofoniche. È un caso insolito, ma l’attenzione per questa storia deve continuare e essere condivisa.

Nella zona dell’incontro di Shrum con gli alieni si sono registrate altre testimonianze su visite di strani esseri o avvistamenti UFO?

In generale, nel corso degli anni, nella zona ci sono state segnalazioni di avvistamenti UFO, ma finora non ci sono state altre testimonianze di incontri ravvicinati del terzo tipo.

Don e la sua famiglia hanno subito pressioni o intimidazioni da parte delle autorita militari?

Dopo anni, Shrum ha ammesso che i suoi rapporti con l’Aeronautica, in seguito al suo incontro con gli alieni, erano stati la parte peggiore dell’intera esperienza: “Mi consideravano un bugiardo, uno che vede delle cose, avesse delle allucinazioni… Ma non si hanno allucinazioni per tutta la notte”. Durante l’interrogatorio, l’Aeronautica fece intendere che magari Shrum e i suoi amici avessero bevuto la notte dell’incontro, ma né Don né i suoi amici bevevano alcolici. Poi Don non ha più avuto interazioni con le autorità militari. Mi sono imbattuto in due casi simili a Cisco Grove. Nell’ultimo libro di David Paulides, Missing 411- LAW Land Air Water, ne viene descritto uno: il 10 giugno 1996 venne segnalata la scomparsa di un cacciatore in circostanze misteriose. Si chiamava Craig Guymon, aveva 47 anni e stava cacciando con un gruppo di amici vicino al Soda Lake, nei pressi di Pinedale, Wyoming. Craig era a cavallo quando, dopo aver sparato a un cervo, smontò di sella incamminandosi verso la preda e non fece più ritorno. I suoi amici e altri cacciatori lo cercarono senza trovarlo. Vennero allertate le autorità, che usarono aerei e cani da ricerca. Il 10 settembre 1996 venne trovato il corpo senza vita di un cacciatore, identificato poi come Craig Guymon. Era caduto da un albero sul quale, a quanto pare, si era arrampicato per sfuggire a qualcosa che lo aveva spaventato e aveva usato la sua cintura per legarsi all’albero. I suoi stivali, il cappotto e il cappello vennero trovati sull’albero. Il suo fucile era scomparso. L’autopsia evidenziò la rottura di molte ossa e la causa del decesso venne imputata all’esposizione alla rigida temperatura notturna. Il secondo caso coinvolse tre giovani uomini rimasti separati dal resto del gruppo nel corso di un’escursione dei Boy Scout il 16-18 maggio 1997, lungo il confine fra Stati Uniti e Messico, in un deserto conosciuto come La Rumorosa, a Baja California. I giovani trovarono rifugio su una quercia per proteggersi da serpenti e altri predatori e poi ebbero un incontro con extraterrestri molto curiosi, che si avvicinarono arrampicandosi sull’albero, ma mantenendosi a debita distanza da loro. La cosa andò avanti tutta la notte. Anche in questo caso, i ragazzi usarono le cinture per assicurarsi all’albero. Non venne fatto loro alcun male.

Le creature del caso messicano erano simili a quelle di Cisco Grove?

I tre ragazzi del caso messicano videro lontane luci provenienti dalle colline e cominciarono a gridare “Siamo qui!”, sentendo le loro voci risuonare come se fossero in un canyon. Non vi fu risposta. Le luci avevano dato loro la speranza di essere salvati. Cercarono di dormire un po’ appollaiati sull’albero, fissandosi con cinghie e cinture. Più tardi videro oggetti circolari che volavano sopra di loro, in formazioni geometriche. Raul, il maggiore, stimò che gli oggetti volassero a circa 3000 piedi. Si noti che nel 1996 Raul studiava per diventare un controllore di traffico aereo. Le luci continuavano ad apparire in lontananza e più tardi scomparvero. I giovani cercarono di trovare posizioni confortevoli sull’albero, avevano le gambe semi addormentate e lo spavento era tanto. Videro esseri bianchi e luminosi, sottili, con teste grandi e occhi neri allungati, alti circa 90 centimetri. I ragazzi rimasero in silenzio mentre osservavano gli esseri, non volendo essere catturati. Gli esseri, divisi in gruppi di tre o quattro, erano sparsi a circa 80 piedi dall’albero. I testimoni videro almeno sette gruppi che camminano lentamente in giro mentre lavoravano e si avvicinavano. Il colore delle entità era bianco con una sfumatura di luce verde fosforescente. Muovevano la testa da sinistra a destra mentre tenevano lo sguardo fisso sul terreno. Alcuni portavano strumenti grandi come una scatola da scarpe. Non si sentivano suoni di grilli o di altri animali. I ragazzi rimasero sull’albero, una quercia, sentendo dei rumori attorno alla sua base, ricoperta di foglie. I gruppi di ET cominciarono ad avvicinarsi all’albero e ad arrampicarsi su. Erano diventati quasi invisibili, traslucidi, o trasparenti. Raul ne contò circa 50 in tutto il canyon. Si vedevano facilmente perché la loro forma traslucida rifletteva la luce notturna. Avevano uno sguardo curioso mentre osservavano i giovani dai quali si tenevano a una distanza di almeno un metro e mezzo e si arrampicarono rapidamente sull’albero senza fare rumore. Non fecero alcun male ai ragazzi. Gli esseri avevano circondato completamente l’albero, e le loro impronte brillavano sul suo tronco di viola e verde fosforescenti. C’erano almeno 25 oggetti che stazionavano sopra di loro, completamente silenziosi, disposti in forme geometriche tra cui un triangolo equilatero. Un oggetto circolare di circa 4 metri di diametro stazionò sopra l’albero mentre si apriva un portello nella parte sottostante. Gli esseri, che avrebbero usato l’albero come scala per raggiungere l’oggetto, continuarono a lavorare in gruppi vicino agli alberi e ai cespugli. C’erano 12 oggetti nel cielo a un’altezza di 3000 piedi. Gli esseri stavano scomparendo tra le rocce e gli alberi in lontananza e alla fine lasciarono i ragazzi, che poterono scendere dalla quercia nel primo mattino. Vennero trovati da una squadra di ricerca. La strana vicenda venne raccontata nel libro La Noche en el Arbol da uno dei testimoni, Raul Fabrizio Garcia.


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