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 Oggetto del messaggio: Il Polesine una terra ricca di avvistamenti ufo
MessaggioInviato: 22/04/2010, 16:24 
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Luci bianche velocissime nel cielo, strani dischi luminescenti che appaiono e scompaiono all'orizzonte, ombre tra gli alberi che fanno temere un marziano: alzi la mano chi non ha mai ''visto'', o creduto di aver visto un UFO, o non ne ha mai sentito i racconti da amici e conoscenti.

Il Veneto, per chi ci crede, e' terra anche di Ufo. Sono circa 1.500 gli avvistamenti di dischi volanti e altri fenomeni inspiegabili catalogati dal 1978 nella regione dall'Usac, il centro accademico di studi ufologici presieduto dal prof. Sebastiano Di Gennaro. Se c'e' una zona che pare vocata alle visite aliene questa e' il Polesine, la terra di mezzo tra i fiumi Po e Adige, dove l'Usac ha catalogato oltre agli avvistamenti Ufo (una trentina quelli approfonditi dagli esperti del centro), anche altri strani fenomeni: come l'Homo Saurus, un bipede dall'aspetto di rettile, corpo squamoso, che si muoverebbe tra i due principali fiumi del Polesine e i suoi affluenti.

Quanto alla mole di segnalazioni di oggetti volanti non identificati, il 70% - spiegano nel sito dell'Usac - riguarda avvistamenti di luci notturne, dischi diurni, avvistamenti radar visuali del 'primo tipo', il 20% incontri del 'secondo tipo' (atterraggi di Ufo caratterizzati da impronte al suolo e tracce visibili), il 3% incontri del 'terzo tipo' (persone che hanno raccontato di aver visto gli alieni) e per il 7%, azzarda l'Usac, incontri del 'quarto tipo, casi di soggetti che sarebbero entrati in contatto con esseri alieni.

Gli abitanti del Veneto, a partire dagli anni '60, hanno visto di tutto: velivoli a forma di ''sigari'', navi 'madri', dischi di forma sferica e campanulare, aeromobili lucenti a forma di triangolo, sonde. Lendinara, Cavazzana di Lusia, Pincara, Ariano Polesine, Barbamarco, Crespino, Adria, Arqua' Polesine, la stessa Rovigo, sono le localita' che contano il maggior numero di avvistamenti Ufo. Nei primi anni 2000, anche la provincia di Venezia, con Jesolo, Verona, il padovano, con Brugine, sono entrati nelle cronache i casi di navi extraterrestri viste nel cielo.

C'e' stato poi il caso dell'Ufo sul cielo del Vajont, tra Veneto e Friuli Venezia Giulia: un disco uguale uguale a quelli dei film di fantascienza immortalato da un videoamatore nell'estate del 2003. Si vede la nave aliena, sferoidale, che si muove avanti e indietro sopra un torrente, a beneficio di telecamera. Talmente bello da destare dubbi anche negli ufologi. Se poi l'interesse per il cielo non e' dato dagli Ufo, bensi' da oggetti ben piu' 'identificati', le stelle, anche in questo caso Il Veneto nelle notti di primavere offre buone occasioni di caccia, anche senza telescopio.

I posti delle stelle, lontani dalle luci cittadine dove la visuale e' piu' nitida, sono numerosi. Nel feltrino (Belluno), c'e' il Monte Avena, 1.450 metri d'altitudine, dove i gruppi di astrofili organizzano talvolta osservazioni collettive. Una buona vista della volta celeste la offre anche Cima Campo, vicino ad Arsie' (Belluno), mentre un vero palcoscenico sul cosmo e' Passo Giau, oltre 2.000 metri, il valico piu' alto delle Dolomiti, punto d'osservazione insuperabile. Nelle notti di stelle cadenti, un buon posto nei dintorni di Venezia, senza fare molta strada, e' il litorale di Pellestrina.

Nel padovano, i Colli Euganei hanno buoni 'posti' delle stelle, come il Monte della Madonna, o il Venda. Basta comunque dirigersi verso la campagna aperta, ad almeno una decina di chilometri dai centri abitati, per trovare buoni punti di osservazione. Sulla strada che collega Este (Padova) a Badia Polesine (Rovigo), ad esempio, il tratto che attraversa la zona delle Valli Mocenighe mostra ancora il cielo buio come in montagna, e chiunque, nelle notti limpide, puo' distinguere ad occhio nudo la scia biancastra della Via Lattea. Un ''privilegio'' non piu' consentito nelle citta'.


Fonti: http://www.ansa.it/
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MessaggioInviato: 22/04/2010, 19:08 
Potevi postare un'altra immagine per rendere il tutto piu' credibile pero'.....


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MessaggioInviato: 22/04/2010, 19:46 
Perché quel video è sfacciatamente ... falso! [:D]



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MessaggioInviato: 22/04/2010, 20:18 
In effetti ... la Harris ci si è rotta un paio di femori [:o)]

[Sì, perché lei, essendo aliena, di femori ce n'ha quattro ... quattro, sì]


Ultima modifica di eSQueL il 22/04/2010, 20:20, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/04/2010, 20:29 
E'hèhèhèhèh, si vede che anche lei incorre nell'errore di leggere p guardare solo da una ... [8D]parte!



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MessaggioInviato: 22/04/2010, 20:40 
...l'immagine postata è di quel video famoso,ma non certo girato in Veneto ma in Friuli...


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 00:40 
Circa tre anni fa ho visto il film (Il mistero di Lovecraft - Road To L.)

Gli autori ricostruiscono in base alle pagine del (presunto) diario di Lovecraft tutta l’ipotetica permanenza ed il pellegrinaggio dello scrittore nei luoghi più mistici e solitari del delta del Po.

Nel luglio del 2002 il giornalista romano Roberto Leggio ritrova per caso, all’interno di un libro acquistato in una bancarella di Montecatini (PT), un vecchio ed ingiallito diario in forma di lettera con date comprese tra il maggio ed il luglio del 1926. Il contenuto del documento, invero piuttosto lacunoso, descrive tutti i momenti più salienti di un viaggio iniziato dalla costa orientale degli Stati Uniti fino alla regione del Polesine, nel Veneto. Assieme agli appunti di viaggio, sono presenti una serie di riflessioni sulla suggestione dei luoghi, e numerosi riferimenti alle numerose leggende del Polesine, in particolare ai Racconti del Filò.
Il manoscritto è indirizzato ad Alfred Galpin, e reca la firma “Grandpa Theo”.
Galpin (che visse molti anni a Montecatini) è un nome noto agli studiosi lovecraftiani: (uno dei pupilli dello scrittore di Providence) mentre “Grandpa Theo” è uno degli pseudonimi usati da HPL nella copiosa corrispondenza con colleghi ed amici, talvolta usato sotto forma di “Theobaldus” (in caratteri greci). Leggio, assieme al collega ed amico Federico Greco (giornalista e documentarista), decide di far visionare il documento al Prof. Sebastiano Fusco, probabilmente il più noto e rigoroso esperto lovecraftiano in Italia, responsabile insieme a pochi altri della diffusione dell’opera omnia dello scrittore americano nel nostro paese. Dopo tutta questa serie di rocambolesche coincidenze, Leggio e Greco decidono di intraprendere un vero e proprio viaggio di ricerca nelle terre del Delta del Po. Lo scopo sarà quello di verificare l’ipotesi secondo la quale Lovecraft, al contrario di quanto noto ai suoi storiografi, avrebbe viaggiato in Italia nel 1926 traendo ispirazione dallo stesso viaggio, e dai Racconti del Filò, per la composizione delle sue opere successive. Queste ultime saranno la parte centrale e fondamentale di tutto il ciclo di Chtulhu (tra cui il celebre The Shadow over Innsmouth) e, probabilmente, anche quelle che conferiranno maggiore notorietà a Lovecraft, elevandolo a grande maestro della narrativa fantastica di ogni tempo.

Nel film si vede il Prof. Di Gennaro dell’U.S.A.C. (Centro Accademico Studi Ufologici) parlare di un essere bipede dall’aspetto di rettile che vive e si muove lungo i due fiumi principali e canali affluenti (vedi caso HOMO SAURUS ancora in fase di studio da parte dell’U.S.A.C.


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MessaggioInviato: 23/04/2010, 09:38 
Cita:
robs79 ha scritto:Potevi postare un'altra immagine per rendere il tutto piu' credibile pero'.....


Se non sbaglio c'è solo quell'immagine


Ultima modifica di FeDe1988 il 23/04/2010, 09:40, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/04/2010, 19:44 
In effetti, non mi ricordo di nessuna immagine che sia stata colta nella zona del Polesine e zone limitrofe.... può sembrare strano, ma qui, se parli con la gente, la maggior parte ti racconteranno storie strane, molte delle quali veramente sconcertanti, avvenute appunto nel Delta, o sui Colli Euganei, o nelle Valli Ferraresi, o lungo le coste venete.
Di fatto, posso confermare che questa in cui vivo (io vivo da sempre sul lato degli Euganei rivolto al Polesine) è piena di misteri non da oggi, ma sembra da un lontano passato. Di fatto, direi che tutto il Veneto è protagonista di un vero e proprio "mistero cosmico" che segna le nostre tradizioni e la nostra cultura, che però nessuno finora ha saputo notare e valutare appieno.
Il caso della lettera di Lovecraft è solo uno dei casi, che ha dato la "stura" alle mie ricerche, anche se già da sempre avevo notato delle cose molto strane, nella zona delle Tre Venezie.
Oserei dire che la cosa non coinvolge semplicemente l'ufologia, ma anche l'esoterismo, la mitologia antica, la religione. E non c'è da stupirsi che il Veneto abbia ispirato Lovecraft... di fatto, il Veneto è quanto di più lovecraftiano ci sia al mondo!
Purtroppo sono così tante le cose che ci sarebbero da dire al riguardo, che non credo che una discussione basterebbe....
Comunque, ora mi viene voglia di andare una notte nelle Valli Mocenighe, che sono a pochi chilometri da casa mia, per osservare il cielo... chissà che non veda anche io qualcosa.
Un altro posto dove devo andare è il Monte della Madonna, teatro di paurosi episodi, e naturalmente andrò prima o poi a vedere la processione della Confraternita della Santissima Trinità a Loreo...... spero di riuscirci finalmente quest'anno, dopo che le prime due volte non ci sono riuscito....


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MessaggioInviato: 25/04/2010, 22:13 
Veramente molto interessante, le regioni d'Italia riservano sempre delle sorprese. Non sapevo di questo legame Lovercraft - Veneto; per rimanere in tema di anglosassoni un po' sui generis sapevo invece del legame Charles Godfrey Lelend - origini della Wicca - appennino tosco-emiliano, vedi i suoi discussi “Etruscan – Roman Remains in Popular Traditions” e “Aradia: the gospel of Witches”; in particolare il secondo fu scritto in seguito ad alcuni incontri che Lelend avrebbe avuto in un suo viaggio in Italia verso la fine del 1800.

Sul Polesine sono ignorante (sono stato solamente qualche volta a Ferrara e dintorni, fino al Po, ed effettivamente quella campagna è un po' suo generis), certo la prima cosa che viene in mente è il mito di Fetonte caduto con il suo "carro" luminoso nel Po.

Sull'Homo Saurus (di cui non sapevo nulla) che dire? E' un tema affascinante, ma come inquadrarlo?
Da un punto di vista più strettamente criptozoologico mi sembra inverosimile la sopravvivenza di una qualche specie animale sconosciuta di grandi dimensioni nel delta del Po, anche perché comporterebbe l'improbabile presenza un bel numero di esemplari.
Mi sembra più probabile pensare che quelle terre evochino suggestioni particolari che con il tempo hanno dato vita ad un certo tipo di credenze di cui si potrebbe sentire ancora qualche eco nei racconti odierni di cui parlate.
Altrimenti, volendo cercare altre ipotesi, mi viene in mente un parallelo con il caso Caponi, marchigiano, che se non vado errato per molti presenta ancora punti poco chiari (per altri invece sarebbe un falso). Lì non abbiamo l'Homo Saurus ma un altro essere strano, che sembra uscito fresco fresco da un laboratorio.
Fantasticando molto si potrebbe infatti pensare a ipotetiche basi aliene sotterranee, dalle quali verrebbero periodicamente fatti uscire esseri creati in laboratorio, rilasciandoli per un certo periodo di tempo in un ambiente naturale adatto a loro e non molto antropizzato (Delta del Po per il Saurus, appennino interno Umbro-Marchigiano per il caso Caponi). Degli esperimenti, insomma, forse anche volti a testare "in corpore vili" (piccoli paesi, zone poco antropizzate) le reazioni della gente. E' solo una fantasia, lo ammetto.

I monti Sibillini (Umbria-Marche) sono ricchi di leggende e di avvistamenti, anch'essi zona protetta come il Delta del Po. Questo è l'unico paragone che per il momento mi viene in mente.


Ultima modifica di quisquis il 25/04/2010, 22:17, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 25/04/2010, 23:35 
ritornando al film (road. t.l. )

ciao Enkidu-è vero la storia di uno studente di tradizioni popolari, che studia un possibile legame tra la letteratura horror di Howard Phillips Lovecraft e gli oscuri racconti del Delta del Po, è scomparso in circostanze misteriose sulla riva del fiume po.

cosa sono realmente i racconti del filò


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MessaggioInviato: 25/04/2010, 23:40 
Cita:
nemesis-gt ha scritto:

ritornando al film (road. t.l. )

ciao Enkidu-è vero la storia di uno studente di tradizioni popolari, che studia un possibile legame tra la letteratura horror di Howard Phillips Lovecraft e gli oscuri racconti del Delta del Po, è scomparso in circostanze misteriose sulla riva del fiume po.

cosa sono realmente i racconti del filò



No, la storia dello studente scomparso, è stato uno stratagemma del regista Federico Greco per aumentare il senso dell'horror.
E' invece vero il manoscritto, e tutto quello che vi è legato, che è stato confermato dalle ricerche operate da Roberto Leggio e Federico Greco nel Polesine.


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MessaggioInviato: 25/04/2010, 23:50 
Cita:
quisquis ha scritto:

Veramente molto interessante, le regioni d'Italia riservano sempre delle sorprese. Non sapevo di questo legame Lovercraft - Veneto; per rimanere in tema di anglosassoni un po' sui generis sapevo invece del legame Charles Godfrey Lelend - origini della Wicca - appennino tosco-emiliano, vedi i suoi discussi “Etruscan – Roman Remains in Popular Traditions” e “Aradia: the gospel of Witches”; in particolare il secondo fu scritto in seguito ad alcuni incontri che Lelend avrebbe avuto in un suo viaggio in Italia verso la fine del 1800.

Sul Polesine sono ignorante (sono stato solamente qualche volta a Ferrara e dintorni, fino al Po, ed effettivamente quella campagna è un po' suo generis), certo la prima cosa che viene in mente è il mito di Fetonte caduto con il suo "carro" luminoso nel Po.

Sull'Homo Saurus (di cui non sapevo nulla) che dire? E' un tema affascinante, ma come inquadrarlo?
Da un punto di vista più strettamente criptozoologico mi sembra inverosimile la sopravvivenza di una qualche specie animale sconosciuta di grandi dimensioni nel delta del Po, anche perché comporterebbe l'improbabile presenza un bel numero di esemplari.
Mi sembra più probabile pensare che quelle terre evochino suggestioni particolari che con il tempo hanno dato vita ad un certo tipo di credenze di cui si potrebbe sentire ancora qualche eco nei racconti odierni di cui parlate.
Altrimenti, volendo cercare altre ipotesi, mi viene in mente un parallelo con il caso Caponi, marchigiano, che se non vado errato per molti presenta ancora punti poco chiari (per altri invece sarebbe un falso). Lì non abbiamo l'Homo Saurus ma un altro essere strano, che sembra uscito fresco fresco da un laboratorio.
Fantasticando molto si potrebbe infatti pensare a ipotetiche basi aliene sotterranee, dalle quali verrebbero periodicamente fatti uscire esseri creati in laboratorio, rilasciandoli per un certo periodo di tempo in un ambiente naturale adatto a loro e non molto antropizzato (Delta del Po per il Saurus, appennino interno Umbro-Marchigiano per il caso Caponi). Degli esperimenti, insomma, forse anche volti a testare "in corpore vili" (piccoli paesi, zone poco antropizzate) le reazioni della gente. E' solo una fantasia, lo ammetto.

I monti Sibillini (Umbria-Marche) sono ricchi di leggende e di avvistamenti, anch'essi zona protetta come il Delta del Po. Questo è l'unico paragone che per il momento mi viene in mente.



L'Homo Saurus, se esiste, non è un animale, ma un essere umanoide anfibio di grande intelligenza e di origine presumibilmente aliena, o forse di origini preistoriche pre-umane, o entrambe le cose, che vive e si nasconde nei canali del Delta del Po e forse in una rete di cunicoli sotterranei (nel Veneto ce ne sono moltissimi, anche nella mia cittadina: pare che a Pernumia, vicino ai Colli Euganei, ce ne sia una così grande che ci potrebbe passare una carrozza). Forse anche il fondo del Mare Adriatico è sede di queste creature, e forse i numerosi avvistamenti di UFO sorti dal mare vi sono legati.
Sarebbe tale creatura, adattata ad ambienti acquatici e bui, che avrebbe ispirato a Lovecraft il popolo di "Quelli-del-Profondo", gli uomini-pesce-rana che infestavano la cittadina di Innsmouth, che non sarebbe altro che una rappresentazione letteraria di Loreo e dei paesini del Delta del Po (estremamente facile da raggiungere dalla Romea, pochi chilometri dopo Chioggia, andando verso Ravenna).
Così come l'Ordine Esoterico di Dagon, di cui si parla nel racconto "La Maschera di Innsmouth", e così anche il "Culto di Cthulhu" di cui parla invece ne "Il Richiamo di Cthulhu" non sarebbero altro che rappresentazioni letterarie della Confraternita della Santissima Trinità di Loreo e dei suoi riti misteriosi.
Lovecraft poi ha giustamente associato l'Homo Saurus (che la tradizione dei Racconti del Filò chiamava "Sagusei") con Dagon, il Dio-Pesce, cioè il mitico Oannes, lo "apgallu", "l'uomo della grande acqua" uscito dal mare per civilizzare gli antenati dei Sumeri, e di cui forse le statuine di Al-Obeid sono fedeli rappresentazioni. Il suo racconto giovanile "Dagon" dimostra che stava coltivando certe teorie già all'inizio della sua carriera letteraria.
Anche il racconto "La Città senza Nome" sembra ispirata da certe leggende che poi avrebbero costituito la base dei suoi racconti più famosi, parlando delle misteriose rovine di una città costruita da una stirpe di Reptiloidi preistorici in quello che è ora il Deserto d'Arabia, deserto che confina con il Mar Rosso e il Golfo Persico, originarie sedi di Oannes, secondo il mito.
Noi oggi, che la sappiamo forse più lunga di Lovecraft, possiamo associare l'Homo Saurus non solo a Dagon-Oannes, ma anche ai Naga indiani, ai Nommu della stella Sirio di cui parlano i miti dei Dogon dell'Alto Volta, ai Kappas giapponesi, ai Telchini greci, alla leggenda di Melusina in Francia (e anche a Venezia, tra l'altro), a Cecrops, l'uomo-serpente che fondò Atene, e tanti altri miti che sembrano confermare l'idea che questi esseri forse sono qui da molto tempo, e seguono il cammino della nostra civiltà, avendo persino contatti segreti con alcuni esseri umani da tempo remotissimo.
Fantasie? Deliri? Miti? Può darsi.... ma sto aspettando ancora qualcuno che mi dimostri che il numero mostruoso di coincidenze e riferimenti che si sono accumulati in modo inverosimile siano solo coincidenze... non mi basterebbe un libro per narrare tutto quello che so....
E fra questi c'è anche il fatto che la leggenda dice che Fetonte precipitò con il suo carro di fuoco nel paese di Crespino, a pochi chilometri da Loreo....
Coincidenze? Se è così, spero di riuscire a trovare il tempo di raccontarle tutte, queste coincidenze.....


Ultima modifica di Enkidu il 26/04/2010, 00:02, modificato 1 volta in totale.

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nel film avevano fatto vedere addirittura il servizio al tg della rai

riguardo la processione della Confraternita Trinità a Loreo -sarà interessante
alla fine della processione si riuniscono all'interno della chiesa ( dicono che nessuno sia riuscito a fotog. o film.quello che accade all'interno )

grazie enk


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Cita:
nemesis-gt ha scritto:

nel film avevano fatto vedere addirittura il servizio al tg della rai

riguardo la processione della Confraternita Trinità a Loreo -sarà interessante
alla fine della processione si riuniscono all'interno della chiesa ( dicono che nessuno sia riuscito a fotog. o film.quello che accade all'interno )

grazie enk


Il rito che svolgono è del tutto segreto, il che lascia sconcertati, perché nella Chiesa Cattolica non esistono culti segreti ed esoterici, almeno ufficialmente.
Ciò ha fatto pensare che in realtà essi non siano veramente cattolici, e ha suscitato l'interesse di Lovecraft, che sarebbe venuto in Polesine proprio per verificare le dicerie che gli erano state riferite da un misterioso personaggio tanti anni prima, e che lui non nomina, se non con le sue iniziali...
Tale personaggio pare che gli avesse detto che in quel rito non adoravano il Dio dei cristiani, ma un essere misterioso....
Tornato in America, scrisse subito "Il Richiamo di Cthulhu", che è una rappresentazione simbolica di ciò che aveva scoperto, o creduto di scoprire, sul conto della Confraternita.
Il Culto di Cthulhu adorava, di fatti, una creatura mostruosa e di origine aliena, che si annidava in fondo al mare....


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