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 Oggetto del messaggio: L'UFO di Caselle nel 1973
MessaggioInviato: 21/02/2011, 14:06 
Detto fatto...http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=150147


L'UFO DI CASELLE NEL 1973


Nel 1973, soprattutto nel corso degli ultimi mesi, l’Italia fu interessata da un’ondata di avvistamenti UFO che riaccesero l’interesse della stampa (che a più riprese riportava notizie di analoghe segnalazioni avvenute negli USA) e quindi dell’opinione pubblica sul "mistero dei dischi volanti".
Nella zona di Torino si creò una vera e propria psicosi, con l’inevitabile accumularsi ed accavallarsi di testimonianze più o meno sensazionali fra le quali oggi come allora è difficile discernere l’autentico avvistamento UFO (qualunque sia lo stimolo che l’abbia generato) dall’equivoco, l’allucinazione e la mistificazione.
Il caso più eclatante, di cui si ha una prima traccia in un breve trafiletto apparso sulla cronaca cittadina del quotidiano torinese La Stampa il 1° dicembre, è quello che si verificò la sera del 30 novembre 1973 nello spazio aereo dell’aeroporto "Città di Torino", a Caselle Torinese. Si trattò di un avvistamento radar-visuale, dove cioè l’osservazione ad occhio nudo sarebbe stata confermata dal contemporaneo rilevamento radar. Episodi come questo, peraltro tutt’altro che rari nella casistica ufologica, hanno il potere di destare sensazione ed interesse non tanto per la vistosità degli eventi accaduti quanto per il fatto di essere testimoniati da persone tecnicamente qualificate e, quel che secondo alcuni più conta, da strumentazioni elettroniche cheperò, se da un lato hanno il pregio di non andare soggette ad allucinazioni come la percezione umana, dall’altro possono anch’esse essere influenzate da aberrazioni di origine strumentale (si pensi ai falsi echi o ai cosiddetti zombie).
E’ un dato di fatto comunque che quella sera, all’aeroporto di Torino Caselle, un OVNI - nel senso letterale di oggetto volante non identificato - è stato osservato da più testimoni sia a terra che in volo, ed inquadrato anche dai radar di Caselle e Mortara. Se ci dobbiamo basare sulle testimonianze raccolte, il comportamento di questo oggetto è stato descritto in maniera così strana ed anomala da escludere al momento la sua appartenenza ad una qualsiasi categoria di fenomeni conosciuti, nonostante le indebite spiegazioni fornite dal ricercatore francese Michel Monnerie [1] su cui avremo modo di soffermarci in seguito.

I racconti dell’epoca
Purtroppo nessun ufologo, comprese le associazioni all’epoca operanti sul territorio nazionale, effettuò all’epoca indagini dirette sul caso, mentre vennero riprese in chiave sensazionalistica alcune voci raccolte in ambiente militare, secondo alcuni supportate dalla lettura diretta di non meglio specificati rapporti (peraltro mai resi di dominio pubblico), redatti in seno alle autorità preposte alla difesa [2].
I più si basarono su resoconti indiretti [3] ed è chiaro che la ricostruzione dell’episodio nei suoi precisi dettagli non fu possibile, se non sulla base di quanto riferirono i giornali (oltre cento articoli sulla stampa nazionale), tutte le riviste, la radio e la televisione. Queste fonti di informazione hanno infatti, notoriamente, il difetto di risultare approssimative, inevitabilmente lacunose, e in certi casi perlomeno contraddittorie. Esse ci consentono tuttavia una ricostruzione sommaria dell’episodio nelle sue linee generali, attraverso la puntualizzazione di alcuni fatti fondamentali:

1) La sera di venerdì 30 novembre 1973, intorno alle 19.00, un oggetto luminoso è apparso nel cielo dell’aeroporto di Caselle Torinese.

2) L’oggetto sarebbe stato osservato visualmente da testimoni tecnicamente qualificati, quali gli addetti della torre di controllo e i piloti di tre aerei che, al momento, si trovavano sull’aeroporto: un Piper Navajo in fase di atterraggio (pilota Riccardo Marano), un DC-9 proveniente da Parigi (volo AZ 325, comandante Mezzalami) e un altro DC-9 in arrivo da Roma (volo AZ 043, comandante Tracquilio)[4]. A loro detta appariva come un globo luminoso pulsante, emanante cioè dei bagliori di varia colorazione, dal violetto all’azzurro al rosso.

3) L’oggetto sarebbe stato intercettato da due radar, rispettivamente dall’aeroporto di Caselle (gestito da personale militare) e dal Centro radar CRC/P di Mortara (PV). Si parlò anche di rilevamenti dei radar di Linate e Capo Mele, ma tali informazioni risultano infondate.

4) Sugli schermi radar l’eco appariva come un punto materiale di intensità paragonata a quella che può dare un grosso aereo di linea (un DC-8). Secondo la testimonianza del comandante militare dell’aeroporto di Caselle, colonnello Franco Rustichelli, l’obiettivo appariva inizialmente «immobile».

5) I movimenti dell’oggetto osservati sia visualmente che al radar, sono apparsi (e sono stati definiti) incredibili per un velivolo convenzionale: «spostamenti bruschi a scatti orizzontali e verticali ad una velocità elevatissima» stimata di quasi 5.000 Km all’ora (circa 4 mach). Sarebbe stata inoltre osservata un’ulteriore impennata in verticale di 4800 metri in circa due secondi.

6) Il pilota del Piper, Riccardo Marano, all’epoca ventottenne, tentò inutilmente di avvicinarsi all’oggetto. Mentre si apprestava all’atterraggio, il Marano fu avvertito dalla torre di controllo della presenza di un UFO che si sarebbe trovato in quel momento ad una altezza di circa 400 metri dal suolo. Il pilota si fece guidare «da terra verso l’obiettivo» e lo avrebbe avvistato visualmente quando arrivò ad una distanza stimata in circa 3.500 metri. A questo punto sarebbe cominciato il classico gioco del gatto col topo. Il globo luminoso avrebbe cominciato a fuggire, impedendo all’aereo un ulteriore avvicinamento, ed esibendo tutta una serie di evoluzioni impossibili: improvvise deviazioni, cabrate, picchiate, balli verticali, «come se giocasse a rimpiattino». Ad un certo punto «in meno di un amen», il pilota se lo sarebbe visto passare da prua a poppa.
L’oggetto sarebbe stato inseguito fino all’altezza di Voghera. Qui, essendo ai limiti della propria autonomia, Marano avrebbe desistito all’inseguimento mentre l’UFO continuava la sua fuga in direzione di Genova. Questo punto comunque, non è molto chiaro. Secondo alcuni giornali infatti, l’UFO sarebbe scomparso salendo in verticale a velocità «quadrisonica» [5].

7) L’oggetto sarebbe stato osservato inoltre da numerose altre persone, sia militari che civili, presenti a quell’ora all’aeroporto di Caselle. Da varie fonti dell’epoca emergono altre testimonianze effettuate alla medesima ora in zone limitrofe della città. Tra queste, un certo interesse riveste l’osservazione effettuata a Torino da parte di alcuni giovani, peraltro appassionati di ufologia, membri di uno dei tanti gruppi giovanili sorti all’epoca. Costoro, più o meno alla stessa ora (19-19.30) unitamente a dei familiari, osservarono ad un’altezza stimata sui 3.000 metri un oggetto apparentemente solido che, inizialmente fermo, compì diverse manovre nel giro di circa 20 minuti procedendo a grande velocità. Simile ad una stella di 1° grado, la luce - osservata anche attraverso un telescopio - era di colore bianco luminescente cangiante dal giallo al rosso al verde, e non produceva alcuna scia. Il cielo era limpido. Quasi contemporaneamente si sarebbe verificata una momentanea interruzione dell’erogazione elettrica. Per Edoardo Russo, che raccolse la testimonianza, si sarebbe trattato del pianeta Venere: è un dato di fatto che in quel periodo, in associazione alle condizioni atmosferiche particolarmente favorevoli, la maggior parte delle segnalazioni possono tranquillamente essere associate a cause astronomiche. E non è escluso che ciò possa essersi verificato anche a Caselle almeno per una parte - non tutte - delle testimonianze prodotte, non solo quella sera ma nei giorni seguenti, tanto che si parlò espressamente di «psicosi da UFO». [6]

ALLA RICERCA DELLE FONTI ORIGINALI
Fin qui le scarne, frammentarie e spesso contraddittorie informazioni raccolte attraverso i mezzi di informazione che all’epoca dettero parecchia enfasi all’episodio con titoloni in prima pagina per alcune settimane.
Come dicevamo, non ci risultano indagini dirette sul caso da parte di ufologi o associazioni di ricerca. E ciò e ben curioso se si considera che fino ad oggi tale caso è considerato vero e proprio cavallo di battaglia, un asso nella manica, sia da parte degli ufologi credenti convinti di un’intrusione extraterrestre sia degli scettici o negatori ad oltranza (quali Monnerie) convinti che la misinterpretazione del pianeta Venere associata ad aberrazioni radariche di natura strumentale possano dare una giusta collocazione in termini convenzionali dell’episodio.
Da parte nostra, in seguito ad una serie di circostanze favorevoli che hanno generato un maggiore impulso nel proseguire le indagini, in questi ultimi anni ci siamo sforzati, nonostante il notevole tempo trascorso, di rintracciare la maggior parte dei testimoni coinvolti, sia civili che militari, piloti compresi.
Da ultimo siamo inoltre riusciti ad ottenere la declassificazione, ai soli scopi di ricerca e studio (di cui questo articolo rappresenta solo una breve sintesi), dei rapporti redatti all’epoca dal personale militare coinvolto nella vicenda e che qui presentiamo in anteprima, convinti di fare cosa gradita a chi non ha dogmi da difendere né interessi economici di sorta, ma è desideroso unicamente di fare chiarezza sugli eventi, qualunque risposta possa emergere.
Il quadro che vi proporremo, come ognuno potrà constatare, non fornirà alcuna certezza ma, paradossalmente, ulteriori interrogativi. Cercheremo quindi di informare, purtroppo succintamente in considerazione dei limiti strutturali della rivista, offrendovi in maniera il più possibile asettica quanto è emerso dalle indagini tuttora in corso (il dossier completo sul caso supera le 200 pagine).

ALL’INSEGUIMENTO DELL’UFO
Riccardo Marano, a bordo del suo Piper, è stato il testimone principale del caso. Non è stato difficile rintracciarlo ma piuttosto farlo parlare in merito a questa vicenda, sebbene ci si sia avvalsi della preziosa collaborazione e mediazione di alcuni piloti in stretti contatti d’amicizia e collaborazione con lui.
Tuttora pilota e amministratore di una ditta aeronautica, il Marano - oggi cinquantunenne - non vuole assolutamente tornare su questa vicenda, dando anzi quasi l’impressione di averla voluta cancellare dalla sua memoria. Non sono chiari i motivi di questa sua scelta, a suo dire legata a particolari avvenimenti negativi verificatisi in quel periodo della sua vita. Certamente non mancherà chi tirerà in ballo pressioni da parte delle autorità soprattutto militari e dei servizi, in una logica cospirazionista tanto cara a certi ufologi.
Noi, per diretto coinvolgimento, non la pensiamo così, tenendo conto che non è la prima volta che ci troviamo di fronte a simili atteggiamenti, su cui ogni speculazione ha unicamente un valore emozionale, spesso legato ad attese e credenze dell’ufologo coinvolto.
Nonostante ciò, negli ultimi anni, il Marano sia per iscritto che telefonicamente [7] ci ha confermato in linea di massima quanto noto già all’epoca attraverso la stampa e, pur asserendo che stante il tempo passato non ricordava molto dell’avvistamento, ha ribadito con determinazione e sicurezza che quanto fu da lui realmente visto quella sera, fu esattamente riferito nel corso di una sua comparsa al telegiornale del 3 dicembre 1973 (ore 17.00) [8 ].
Tale intervista, sempre a detta del Marano, fu rilasciata proprio «per porre fine al polverone sollevato all’epoca dalla stampa» che gli aveva «attribuito le più disparate affermazioni». Da questa trasmissione, sinteticamente, emerge quanto segue:

a) Marano fu avvisato della presenza dell’oggetto dagli operatori radar dell’aeroporto di Caselle che confermarono di averlo anche in vista mentre si trovava sulla frequenza di avvicinamento.

b) Erano circa le 19.00 e il cielo era buio. A bordo del suo Piper (che aveva una velocità di crocera di circa 380/400 chilometri orari) poté osservare «un corpo estremamente luminoso», caratterizzato da una «luminosità che variava come se fosse stata comandata da un reostato».

c) Cercando di avvicinarsi maggiormente a questo oggetto, il Marano puntò su di esso. Ebbe però la netta impressione che si alzasse e abbassasse rispetto alla sua quota, muovendosi lungo una linea verticale.

d) Ad un certo punto con gli strumenti di bordo poté verificare che l’UFO si trovava ad una quota più bassa alla sua, per cui puntò decisamente su di esso sia per avvicinarsi, sia per far acquistare maggiore velocità al suo velivolo. Ebbe così la certezza che l’oggetto lo distanziasse con una progressione notevole. Ne conseguiva che, calcolando che stava procedendo ad una velocità intorno ai 200 nodi (circa 380 Km/h), l’oggetto doveva avere una velocità nettamente superiore alla sua (di cui il Marano non ha dato in questa sede alcuna valutazione, a differenza di quanto riportato dai giornali, asserendo di non aver a sua disposizione alcun punto di riferimento a causa anche del buio della notte).

e) Il Marano, in base alla sua esperienza, pur non dando alcuna valutazione in merito, riferì di non saper dare una spiegazione di quanto osservato.

A conferma di ciò occorre anche menzionare la testimonianza resa dallo stesso Marano al giornalista Gérard Dupagny, corrispondente di France-Inter a Roma [9], da cui emergono i seguenti ulteriori particolari:

a) L’autorizzazione a intercettare il traffico sconosciuto gli fu rilasciata dagli operatori radar della torre di controllo.

b) Per espletare questa manovra dovette cambiare direzione di rotta in quanto l’UFO si era nel frattempo spostato in direzione della Val di Susa, uscendo dalla portata degli schermi radar.

c) Un altro aereo gli indicò che l’oggetto si trovava dietro di lui ad una altitudine di circa 3.600 metri.

d) Effettuata una virata se lo vide davanti: assomigliava ad una sfera di luminosità intensa e molto bianca che dava l’impressione di aumentare e diminuire, senza spegnersi mai.

e) Trovandosi ad una altezza inferiore (circa 3.000 metri), prese quota con l’intento di avvicinarsi all’oggetto. La dinamica dell’avvistamento, a questo punto, è eguale a quanto riferito al telegiornale. Il tutto sarebbe durato all’incirca 20 minuti.

Il Marano non ha voluto entrare maggiormente nei particolari e non ci è rimasto che prendere atto di questa sua decisione. Ci è comunque possibile, in tale sede, rendere nota una nota informativa (in copia nei nostri archivi) redatta in data 13 dicembre 1973 dall’Ufficio Comando dei Carabinieri per l’Aeronautica Militare inerente al «sorvolo di mezzo non identificato» sullo spazio aereo di Caselle Torinese.

«Il 30 novembre u.s. alle ore 19.00 circa, in Caselle Torinese (TO), presso l’aeroporto "Città di Torino", Riccardo Marano ventottenne, pilota, da Torino, mentre era intento, a bordo Piper di sua proprietà, ad effettuare una manovra di atterraggio, avvistava a 400 metri dal suolo un mezzo luminescente non identificato viaggiante in direzione di Genova alla velocità di 900 Km/h. Le apparecchiature di Caselle Torinese rilevano la presenza di un "ECO".

Il Comando della I° Regione Aerea informato».

LE TESTIMONIANZE DEGLI ALTRI PILOTI
Oltre a Marano, nello spazio aereo sovrastante l’aeroporto di Caselle si trovavano anche altri due aerei DC-9 dell’Alitalia.
Il primo, proveniente da Parigi (volo AZ 325), era pilotato da Giovanni Mezzalami. Purtroppo questi, a causa di un evento tragico, è recentemente deceduto. Siamo costretti a servirci dei vari resoconti giornalistici ed in particolare dell’intervista da lui rilasciata al giornalista Dupagny [10], confermataci da altri colleghi.
Circa sette minuti prima della fine del volo, la torre di controllo li avvertì che un oggetto sconosciuto emanante una forte luce appariva sul percorso di atterraggio. Solo a due minuti dall’atterraggio e a 300 metri di altitudine, unitamente al copilota poté osservare all’improvviso una luce molto forte e brillante di colore bianco-azzurro a circa 15-20° sull’orizzonte, di cui non poté valutare la grandezza.
Più precisa e verificabile è la testimonianza resaci direttamente dall’ex comandante dell’Alitalia Franco Tracquilio [11] da noi rintracciato tramite l’ufficio personale della sua ex compagnia, pochi giorni prima che partecipasse al 4° Simposio internazionale sugli Oggetti Volanti Non Identificati e i fenomeni connessi svoltosi a San Marino (10-12 maggio 1996) su invito di Roberto Pinotti, che lo aveva casualmente conosciuto nel corso di una conferenza tenuta al Lions Club Ager Praenestinus di Palestrina (Roma) l’11 novembre 1995 [12].
Sia telefonicamente che per lettera [13] il Tracquilio ci ha riferito che l’avvistamento fu da lui osservato unitamente al copilota (di cui non ha saputo fornire le generalità) mentre ai comandi di un DC-9 era in avvicinamento finale proveniente da Roma (volo a suo avviso siglato AZ 190 e non AZ 043, dato che avrebbe dovuto verificare sul suo libretto di volo). La segnalazione fu fatta da Torino Avvicinamento che riportava un «conflitto con traffico non identificato a circa 4 miglia in finale, posizione Val di Susa» (traffico quindi intercettato dal radar). Ricorda perfettamente che Marano tentò di avvicinarsi all’UFO chiedendo assistenza radarica. L’oggetto, un globo luminoso di intensa luminosità, dava l’impressione di muoversi in senso verticale assumendo la massima lucentezza «quando - sono le testuali parole di Tracquilio - raggiungeva un picco d’altezza». Quando Marano tentò di avvicinarlo, si spostò velocemente in direzione di Voghera per poi continuare il suo volo verso le Alpi, attraversando la Pianura Padana e scomparendo alla vista diventando sempre più evanescente.
Rientrando a Roma ebbe via radio l’informativa che un radar militare (con ogni probabilità quello di Mortara) aveva confermato sia la presenza dell’oggetto che l’accelerazione da quest’ultimo compiuta (un balzo verso l’alto di circa 4-6.000 metri) in 4-6 secondi ad una velocità stimata sui 4 mach. Il Tracquilio ha inoltre riferito che una volta atterrato a Caselle, attuate tutte le procedure di rito, poté osservare (unitamente a numerose persone) la parte finale dell’avvistamento.
Tracquilio, come anche Mezzalami, non fu interrogato in merito da alcuna autorità ma ricevette unicamente la raccomandazione da parte della sua compagnia di non dare eccessiva pubblicità all’accaduto [14].

IL COINVOLGIMENTO DEI MILITARI
Sia i giornalisti che certi ambienti ufologici urlarono subito al top secret e alla "congiura del silenzio". Con un titolo emblematico ed altisonante ("Segreto il rapporto dell’A.M. sul-l’avvistamento UFO di Caselle. Perché? I nostri controlli iniziano dove gli altri finiscono") la rivista del Centro Ufologico Nazionale [15], fra le altre osservazioni cui rimandiamo i lettori, riferiva: «Un nostro collaboratore, capitano del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica [16], ci aveva prontamente informati dell’esistenza di un rapporto di una decina di pagine inoltrato, dall’Aeroporto Militare di Caselle, alla ZAT (Zona Aerea Territoriale) di Milano. Vista l’impossibilità di venire a conoscenza del contenuto di tale rapporto a Caselle, ci siamo rivolti, attraverso vari canali, agli ambienti responsabili dell’AM di Milano; ma invano. Come a Caselle, ci è stato detto che non era possibile rendere noto il contenuto della relazione in questione...».
In seguito alle informazioni assunte tramite alcune conoscenze nell’ambiente militare dell’Aeronautica dal-l’allora presidente del CUN dott. Franco Bordoni Bisleri (notissimo ex ufficiale dell’A.M.), l’estensore del-l’articolo aggiungeva: «Confessiamo che non è stato facile venire a conoscenza del contenuto del rapporto, che al momento si trova effettivamente presso l’Ufficio Operazioni della prima Regione Aerea a Milano. Specificare qui come ci siamo arrivati è ozioso. L’importante è che ci siamo riusciti. Veniamo quindi al dunque. Precisiamo subito che il documento non è stato visto direttamente da noi, ma da un ufficiale superiore dell’A.M. nostro collaboratore, che solo avrebbe potuto avere accesso agli archivi del Comando in questione. Quanto abbiamo così appreso, peraltro, potrebbe apparire piutttosto deludente. Il rapporto tratta dell’avvistamento sotto il profilo tecnico, non manca di riferire le testimionianze del personale interessato e non omette le segnalazioni visuali dell’UFO; ma conferisce scarsa importanza al comportamento anomalo del corpo volante avvicinato da Riccardo Marano attribuendo il tutto all’emotività del pilota. Analogo discorso per quanto concerne la forma e il colore della misteriosa presenza; le mutazioni cromatiche della luminosità del corpo sono messe in rapporto a fattori emozionali, ed il caso viene ridimensionato suggerendo per esso una soluzione classica, di natura meteorologica: in particolare, l’avvistamento verrebbe spiegato come un non frequente fenomeno di rifrazione di onde radar su di una massa di energia elettrostatica condensata (plasma)». Tale documento inoltre, risultava classificato come "segreto".
Le ricerche da noi effettuate presso il reparto SIOS della Prima Regione Aerea, sia formalmente che informalmente [17], hanno dato esito negativo; anche agli atti del 2° reparto dello SMA a Roma [18] non risulterebbe questa relazione. I contenuti di questo ipotetico documento risultano invece molto simili nell’insieme alle considerazioni elaborate nel 1977 da un ufficiale in congedo dell’Aeronautica, il dottor Igino Gatti, a suo tempo collaboratore ufologico dei servizi d’intelligence e in stretto contatto con il cosiddetto "collegio invisibile" degli scienziati che negli anni ’60 si occupavano in via riservata dell’argomento a livello internazionale). Da noi avvicinato, Gatti ci ha confidato di non aver potuto concludere le sue analisi in merito, in quanto non fu dato alcun riscontro alle sue richieste [19]. Questa sua relazione, che avrebbe dovuto essere riservata agli uffici competenti dello Stato Maggiore della Difesa, fu erroneamente inoltrata al CUN nel 1978 unitamente a un dossier di segnalazioni ufologiche verificatesi nel 1977 [20].
Ben diverso appare invece il rapporto redatto dal CRC/P di Mortara di recente declassificatoci, che riportiamo a margine per esteso a corollario delle nostre indagini, checché ne dicano altri autori [21]. Tale documento ci fornisce un quadro cronologico esatto degli avvenimenti succedutisi in quei giorni, oltre a confermare integralmente quanto il dottor Franco Bordoni Bisleri in data 18 dicembre 1974 riferì per iscritto all’allora segretario del CUN Giancarlo Barattini, raccomandandosi «vivamente di non far trapelare la fonte di tali notizie in quanto top secret» [22], senza peraltro rendersi conto che tali informazioni - dato fino ad oggi del tutto ignorato dagli ufologi - erano già state riferite per esteso agli organi di stampa dal col. Marco Rubbi della Prima Regione Aerea, delegato all’uopo dai suoi superiori in accordo con lo Stato Maggiore dell’Aeronautica di Roma per fare fronte alle insistenti richieste di informazioni avanzate dai giornalisti. Tali informazioni furono rese dallo stesso col. Rubbi nel corso di un telegiornale andato in onda il 3 dicembre 1973 (edizione delle 13.30), condotto dal giornalista Elio Sparano alla presenza di Giuseppe Dicorato che approfondì la questione sul settimanale Tempo in questi termini [23]:

«Sullo schermo circolare del radar, la macchia luminosa si muoveva a scatti. Non si ripresentava a ogni rotazione dell’antenna, cioè a intervalli fissi di 12 secondi: occasionalmente, la traccia scompariva dallo schermo, come se l’oggetto scoperto nel cielo dal fascio di onde del radar si fosse fermato (il radar era provvisto di un dispositivo per la cancellazione automatica degli echi fissi, cioè dei corpi non in movimento), o addirittura volatilizzato. Dopo un intervallo di una battuta o due dell’antenna del rotante, riappariva sullo schermo, in un’altra posizione: "Distanza 21 miglia, velocità stimata intorno ai 60 nodi", comunicava l’operatore leggendo i dati sul reticolo dello schermo.

Qualcuno degli uomini che, in sala controllo, si erano raggruppati attorno al tavolo del radarista per seguire lo spettacolo della traccia di quel corpo volante dell’apparente grandezza di un aereo di linea ("analoga a quella di un DC-7 o di un Caravelle", venne poi confermato) che si muoveva però a scatti effettuando virate a 90 gradi che nessun aereo conosciuto potrebbe compiere senza disintegrarsi, decise di andare a dare un’occhiata fuori. Erano le 22 e 40. "Contro il cielo nero - dice uno dei testimoni - nella posizione rilevata dal radar, spiccava un globo luminoso perfettamente visibile a occhio nudo e che si muoveva compiendo le strane evoluzioni rilevate dall’occhio elettronico. Cambiava di colore passando dal blu al verde, al rosso e al bianco, e lasciava dietro di sé una scia. Data la distanza - 21 miglia - per essere così ben visibile a occhio nudo doveva avere in effetti dimensioni ragguardevoli".
La scorsa settimana, questo è stato uno solo dei tanti avvistamenti di oggetti volanti non identificati effettuati nello spazio aereo intorno, a Mortara, in Piemonte, [sic] da un radar della difesa. Un paio di sere prima, oltre a quello di Mortara anche un altro radar di diverso tipo e di portata più ridotta (il cosiddetto ‘radar di avvicinamento’ dell’aeroporto torinese di Caselle) aveva avvistato un altro misterioso oggetto volante. La segnalazione era stata confermata anche dai militari in servizio alla torre di controllo di Caselle e dai piloti di tre aerei in volo. Quella notte, il radar di Mortara aveva però visto anche altri 11 oggetti volanti non identificati quindi, in totale due in meno di quelli che avrebbe segnalato un paio di notti dopo, quando gli uomini di turno nella sala controllo avrebbero identificato 10 tracce sconosciute.

"Mai visto niente di simile" -, dice il capitano Marco Rubbi, dello Stato Maggiore della prima Regione aerea. (...)

Come spazialista, Rubbi è anche propenso a concedere un certo margine di credibilità all’esistenza di oggetti volanti sconosciuti; ma come ufficiale dell’aviazione non si permette divagazioni, si attiene ai fatti. "E i fatti - dice - si riassumono nell’avvistamento senza ombra di dubbio, perché controllato elettronicamente e a vista da esperti in sorveglianza del cielo, di corpi luminosi che si sono presentati anche in gruppi di quattro o cinque, oltre che isolatamente, e dei quali in un caso si è potuta determinare anche la quota: 12mila piedi, 3.600 metri. Tutti avevano in comune uno strano movimento a scatti, con mutamenti di velocità repentini in più o in meno, fino a zero. La velocità si è sempre mediamente mantenuta fra i 60 e 150 nodi. Nel corso del primo rilevamento, una traccia ha però toccato per tre o quattro minuti una punta di 1.370 chilometri orari, e nel corso del secondo (quello di due notti dopo) un’altra traccia ha raggiunto i 1.870 chilometri orari. Il resto (storie di caccia lanciati all’inseguimento dei misteriosi globi, ordini da noi emanati di ’non parlare assolutamente dell’argomento’, come qualche giornale ha scritto) è pura fantasia".
In altre parole, il radar di Mortara ha segnalato corpi volanti non identificati aventi velocità medie fra i 111 e i 278 chilometri orari, e a distanze variabili dai 39 chilometri in avanti. Gli avvistamenti sono sostanzialmente avvenuti entro i confini di un ideale rombo avente come vertici Torino, Voghera, Alassio e il Monviso».
Queste informazioni venivano inoltre riprese nel corso di una conferenza [24] tenuta dallo stesso ufficiale il 27 febbraio 1975 presso il circolo Lions di Vigevano. In tale contesto riferì che i radar del CRP/C di Mortara (per l’esattezza l’AN/FPS-88 di avvistamento azimuthale di fabbricazione americana, e il radar di quota S269 di fabbricazione inglese), erano all’epoca dotati di un sistema semi-automatizzato e che il recording del computer determinò «inequivocabilmente» - come lui stesso verificò - l’avvistamento di oggetti volanti non identificati. In un solo caso, come dicevamo, fu rilevata la quota: a suo avviso questa assenza di rilevamenti da parte dei radar di quota è facilmente spiegabile considerando le differenti caratteristiche dei lobi di esplorazione di questi ultimi rispetto a quelle dei radar azimuthali.
Pur ritenendo inconfutabili queste testimonianze, in un caso e avvalorate anche da osservazione visiva da parte di un gruppo di controllori, il Rubbi ancora oggi ritiene si sia trattato di particolari fenomeni atmosferici poco conosciuti (plasma e/o fulmini globulari) che a suo avviso renderebbero conto delle caratteristiche ottiche rilevate: variazioni cromatiche, movimenti repentini, virate a 90°, accelerazioni violente ed improvvisi arresti. Quasi a conferma del documento di analisi redatto da Igino Gatti.

CONFERME E SMENTITE
Nell’ambito delle nostre indagini abbiamo potuto inoltre avvicinare personale operativo in servizio quella notte all’aeroporto di Caselle (tutt’oggi restio a parlare dell’accaduto) e l’allora col. Franco Rustichelli che comandava il settore militare dell’aeroporto. Questi ci ha innanzitutto precisato di non essere stato testimone diretto dell’avvistamento in quanto quella sera (come peraltro avevamo già appurato da altre fonti) non era in servizio. Ha confermato le prime dichiarazioni rilasciate alla stampa, cui era stato autorizzato dall’allora colonnello addetto alle pubbliche relazioni presso la Regione Aerea, e precisamente [25]: «Ieri sera, un punto materiale, luminoso di luce non eccessivamente intensa, era realmente fermo e si muoveva a velocità estremamente limitata, un miglio o due in direzione ovest. Si è spostato poi con movimento lento e graduale sempre in direzione ovest fino a quattro miglia verso l’imbocco della Val di Susa. Il pilota di un Piper è riuscito ad avvicinare l’oggetto fino a un miglio e mezzo circa. Allora il punto materiale prendeva velocità e si allontanava alzandosi in quota». Ci ha ribadito inoltre la conferma radarica (GCA), di cui però non è stato possibile acquisire alcuna documentazione strumentale, e la probabile compilazione da parte del personale coinvolto dei relativi moduli di segnalazione di OVNI, di cui peraltro non abbiamo trovato traccia. Come altri ufficiali e sottufficiali dell’A.M. da noi intervistati in merito, ha decisamente negato:

a) che fossero state condotte indagini ufficiali più approfondite in merito all’avvistamento radar e visuale;

b) che siano state ordinate azioni tattiche per il riconoscimento in volo (scramble da Cameri), come confermato anche dai documenti ufficiali recentemente declassificati;

c) che vi sia stato un interessamento diretto, come riportato con enfasi all’epoca da diversi organi di stampa [27], da parte di rappresentanti della NATO giunti appositamente da Napoli. (Questo particolare ci è stato anche ribadito dal LT Col. dell’USAF Lowell R. Boyd Jr. dell’Ufficio Comando dell’Allied Air Forces Southerns Europe con sede a Bagnoli, Napoli);

d) che siano stati adottati provvedimenti disciplinari nei confronti di personale militare relativamente a notizie fornite alla stampa, peraltro autorizzate;

e) che sia stata emessa una circolare in cui si sarebbe rammentato il divieto assoluto di fornire informazioni relative agli UFO da parte di personale militare [28] come già confermatoci all’epoca da un ufficiale dell’AM in servizio presso la Prima Regione Aerea [29].

Una delle persone che contribuirono a far circolare questa notizia fu Silvio Davier, all’epoca responsabile della "commissione" ufologica del gruppo torinese Spazio 4, che nel corso di una recente telefonata ci ha fatto capire - come già dubitavamo fortemente - che si sia trattato di un’invenzione nell’intento di dare maggiore pubblicità al proprio operato [30].
Si può quindi affermare che numerosi giornalisti (come quell’inviato di Stampa Sera che arrivò a produre con dei calchi impronte umane di grossa fattura sulla neve, alle pendici del monte Rocciamelone) nonché diversi ufologi, all’epoca generarono addirittura delle notizie false, ripescando quanto era possibile nel calderone delle credenze ufologiche e dando origine a vere e proprie leggende, che in parte perdurano a tutt’oggi.
Come uno degli ufficiali da noi avvicinati ci ha confidato, al di là delle dichiarazioni improprie e disparate messe loro in bocca, misteri dal punto di vista militare, difensivo e di intelligence all’epoca non ce ne furono, se non, ovviamente, l’avvistamento stesso.
L’atteggiamento dalle autorità preposte fu però distaccato e superficiale, se inquadrato in quel periodo particolare dal punto di vista strategico e politico, del quale vale la pena ricordare almeno tre fatti significativi.
Innanzitutto il verificarsi di molteplici rilevazioni radar di velocissimi echi effettuate negli anni ‘70 e che, filtrate a volte attraverso le maglie della riservatezza militare, erano con ogni probabilità riferibili a sorvoli a scopo ricognitivo da parte dì velivoli teleguidati (drones) sovietici supersonici del tipo Tupolev Tu-12 DBR o di aerei pilotati Mig 25-R (Foxbat.B in codice NATO), questi ultimi espressamente concepiti per l’intercettazione degli avanzatissimi bombardieri statunitensi North American XB-70 e riadattati per la ricognizione strategica (con la possibilità di superare mach 3 a postbruciatore inserito) [31].
In secondo luogo l’emissione da parte dell’autorità nazionale per la sicurezza di documenti contenenti avvisi e previsioni circa attentati contro installazioni aeroportuali italiane da parte di formazioni estremiste palestinesi (in particolare uno di essi, datato 12 ottobre 1973, raccomandava la massima sorveglianza di tali installazioni [32]). E a questo proposito non può passare inosservata la notevole quantità di osservazioni ufologiche presso basi dell’Aeronautica Militare, numerose delle quali agli atti, verificatesi in questo periodo e concernenti anche un caso con misteriose entità animate [33].
Per ultimo l’interesse dei servizi di spionaggio stranieri (soprattutto dei paesi dell’est) per l’aeroporto di Torino-Caselle spesso utilizzato per le prove di nuovi prototipi destinati all’uso militare, come dimostrato ancora di recente in seguito all’aereo russo Antonov precipitato mentre era in fase di atterraggio [34].
Sono tutti elementi, questi, che meriterebbero una più attenta lettura ed interpretazione che va al di là del mero interesse ufologico.

IDENTIFICATO O NON IDENTICATO
L’ufologo francese Michel Monnerie in un suo libro alquanto contestato e controverso [35] affermò, senza peraltro aver effettuato alcuna indagine diretta, ma basandosi unicamente su fonti giornalistiche, di essere convinto che l’oggetto avvistato a Caselle fosse riconducibile al pianeta Venere, quella sera particolarmente luminoso stante le concomitanti ottimali condizioni meteorologiche. E, come Igino Gatti, è del parere che gli echi radar siano riferibili ad aberrazioni strumentali o a errori degli operatori. Il tutto condito all’insegna della... suggestione collettiva.
Non neghiamo che l’ipotesi astronomica (Venere) sia interessante e che di fatto possa rendere conto di numerose segnalazioni da noi raccolte, riferibili non solo al 30 novembre ma anche ai giorni precedenti (si pensi al noto caso Contin) e, soprattutto, alla conseguente psicosi da UFO che generò decine di avvistamenti in tutto il Piemonte.
Ma di fatto tale interpretazione - a meno che si voglia non prestare fede alle testimonianze raccolte - non giustifica pienamente le caratteristiche aerodinamiche dell’UFO segnalate dai piloti Riccardo Marano, che ne tentò l’inseguimento, e Franco Tracquilio.
Si potrebbe peraltro chiamare in causa quella che in medicina aeronautica viene definita "illusione autocinetica" [36]. Essa consiste in moti apparenti di un oggetto luminoso, nel campo visivo del pilota quando l’insieme dei punti di riferimento visivi (la cornice percettiva) difettano o sono del tutto assenti. In genere, l’illusione di moto apparente è proiettata su un oggetto determinato del campo visivo (l’oggetto luminoso sembra muoversi bizzarramente rispetto all’aereo), ma può anche essere imputata a movimenti dell’aereo stesso rispetto all’oggetto, analogamente alle illusioni di movimento che nascono dal moto relativo di un treno rispetto ad un altro ancora fermo. L’autocinesi, a detta degli studiosi della percezione, interviene soprattutto quando il o i punti di riferimento sono di piccolo diametro o poco illuminati.
Pur se si tratta di disquisizioni suggestive, riteniamo che per il caso in questione, se si vuole rimanere ben saldi a quell’onestà intellettuale che dovrebbe permeare l’operato di ogni serio studioso e ricercatore, al momento attuale non sia possibile dare alcuna risposta esaustiva che tenga conto delle varie dinamiche emerse in sede d’indagine, a meno che non si voglia forzare la mano. In questo caso, pur facendo riferimento alla cosiddetta economia delle ipotesi, le coincidenze sarebbero veramente tante, anzi troppe, e paradossalmente più fascinose dello stesso fenomeno UFO.


[align=right]NOTE

[1] Michel Monnerie, Le naufrage des extraterrestres, Nouvelles Editions Rationalistes, Paris, 1979, pp. 21-25; Et si les ovnis n’existaient pas?, Les Humanoides Associes, Paris, 1977, pp. 27-30; L.D.L.N., n. 247-248, 1-2/85, pp. 3-5.

[2] Roberto Pinotti, UFO: la congiura del silenzio, Armenia, Milano, 1974, pp. 141-146. Di recente Pinotti ha anche fatto riferimento a documentazione da lui visionata presso un non ben precisato comando dell’arma dei Carabinieri di Torino.

[3] Marco Marianti, Visitatori non invitati, Sugarco, Milano, 1978, pp. 187-190; GdM, n. 35, 2/74, pp. 10-12; Marcello Coppetti, "Uno strano documento", Giornale dei Misteri, n. 108, 3/80, pp. 11/13; Notiziario UFO, n. 61, gennaio-marzo, 1974, pp. 9-10.

[4] Il cui nome è stato più volte travisato in Tranquillio o Traquillio.

[5] La Stampa, cronaca di Torino, 1.12.1973; Stampa Sera, 1.12.1973; La Notte, 1.12.1973; Gazzetta del Popolo, cronaca di Torino, 2.12.1973; La Stampa, cronaca di Torino, 2.12.1973; Stampa Sera, 3.12.1973; La Stampa, 4.12.1973; Corriere della Sera, 5.12.1973.

[6] Stampa Sera, 3.12.1973.

[7] Varie comunicazioni personali; lettera di Riccardo Marano all’autore del 3.11.1994.

[8 ] Roberto Pinotti, op. cit., pp. 141-142. Una registrazione di questa intervista, presente nei nostri archivi, ci è stata gentilmente duplicata a suo tempo dalla RAI.

[9] Jean-Claude Bourret, La nuova sfida degli UFO - Testimonianze, De Vecchi, Milano, 1978, pp. 43-48 (tit. or.: La nouvelle vague des soucupes volantes, ed. France-Empire, Paris, 1975).

[10] Jean-Claude Bourret, op. cit., pp. 43-44.

[11] Comunicazione telefonica da parte della dott.ssa Nadia S. dell’ufficio personale della compagnia aerea Alitalia del 29 aprile 1996.

[12] Comunicazioni personali; lettera di Franco Tracquilio del 21.5.1996; trascrizione intervento al 4° Simposio di San Marino a cura di Marco Orlandi (CISU-BO).

[13] Giacomo Ricci, "Gli UFO: che fare?", Lionismo, n. 3, 12/95.

[14] A sua detta ne parlò solo giorni dopo nel corso di una cena con comuni amici. Tra i presenti c’era anche l’attuale on. Alberto Michelini che scrisse un articolo per il quotidiano romano Momento Sera.

[15] Notiziario UFO, n° 61, gennaio-marzo 1974, pp. 9-10.

[16] Il nominativo è conservato agli atti nei nostri archivi unitamente a una deposizione firmata.

[17] Varie comunicazioni personali. Lettera al CISU del 19.11.1994.

[18] Lettere al CISU del 23.5.1994, 4.4.1996 e 25. 6. 1996.

[19] Trascrizione della telefonata intercorsa il 14.2.1996.

[20] Notiziario UFO, anno III, n° 1 (92), gennaio 1980 (speciale dossier comunicazioni ufficiali della difesa sugli UFO); documentazione inviata al CUN dalla Segreteria Generale dello SMD il 31.3.1978 (tale documento, seppur accluso, non è contemplato nella lettera di accompagnamento).

[21] Roberto Pinotti, UFO, Scacchiere Italia, Oscar Mondadori, Milano, 1992, pp. 76-78; Notiziario UFO, n. 105, 7-12/86, pp. 16-20; Marcello Coppetti, op. cit.

[22] Notiziario UFO, n. 73, gennaio-marzo 1977, pag. 5.

[23] Giuseppe Dicorato, "Parlano gli uomini del radar di Mortara. La notte che vedemmo 12 UFO", Il Tempo, Anno XXV, n. 50, 16.12.1973, pp. 12-14.

[24] Marco Rubbi, "Gli oggetti volanti non identificati", schema della conferenza tenuta la sera del 27 febbraio 1975 presso il Lions Club di Vigevano; indagine del Ten. Col. A.M. D., 7 marzo 1996; lettera all’A. del 27.3.1996.

[25] Mario Bariona su Stampa Sera dell’1.12.1973; La Stampa, 2.12.1973. Trascrizione del colloquio telefonico effettuato il 30 novembre 1996; comunicazioni varie.

[26] Paese Sera, 3.12.1973; Stampa Sera, 3.12.1973; Stampa Sera, 5.12.1973; La Stampa, 6.12.1973.

[27] Stampa Sera, 4.12.1973; Avvenire, 5.12.1996; Il Secolo XIX, 6.12.1973. Lettera al CISU del Lt. Col. USAF Lowell R. Boyd Jr. Executive Officer to COMAIRSOUTH del 24.4.1996.

[28] La Stampa, 6.12.1973; Gazzetta del Popolo, 11 dicembre 1973; Giornale dei Misteri, n. 37, 9/74, pag. 10; lettera di Silvio Davier (Spazio 4) al gruppo Rigel 2001 (Milano) del 29.9.1974.

[29] Dichiarazione scritta del Cap. A.M. Gerolamo M. a Vittorio Cinelli del 24.9.1974

[30] Trascrizione della telefonata del 7.12.1996.

[31] Alberto Sgarlato, "Caccia alla volpe con sorpresa", Aerei, 12/95, pp. 56-57 e Nico Sgarlato, "Fantasmi contro volpi", Aerei, 5/96, pp. 54-55.

[32] Giuseppe De Lutiis, Storia dei servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, Roma, 1991, pp. 173, 382 (nota 84).

[33] Giancarlo D’Alessandro e Paolo Fiorino, "Umanoidi alla base militare di Istrana", UFO - Rivista di informazione ufologica, n. 14, 7/94, pp. 18-22.

[34] La Stampa (cronaca di Torino), 28-29-30.10.1996; 3.11.1996; Volare, n. 155, novembre 1996, pp. 9-15, 28.

[35] Michel Monnerie, op. cit., pp. 21-25.

[36] T. Lomonaco - A. Scano -G. Lalli, Medicina aeronautica ed elementi di medicina spaziale, Regionale Editrice, Roma, 1960, pp. 368-391; Ugo De Carolis, Indagine sul disorientamento in volo, Quaderno 31, Scuola di Guerra Aerea, Firenze, 1978.
[/align]

[align=right]Fonte: http://www.ufo.it/testi/caselle.htm[/align]


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Grande Sheenky! [:)]
Ora però, dobbiamo trovare le immagini...... [8D]



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Non so SE la foto riguarda il caso specifico....
intanto posto l'articolo.



Ufo: declassificati i tracciati Radar dell'Aeronautica Militare
relativi agli avvistamenti di Torino del 1973.


Foto non riguardante il caso del topic
Immagine

Mercoledì 18 Novembre 2009

Fonte: http://mysterium.blogosfere.it/2009/11/ ... ino-d.html

Tre, forse quattro oggetti volanti non identificati, cioe' Ufo, volarono nel cielo dell'aeroporto di Torino Caselle in altrettanti episodi alla fine del 1973: gli avvistamenti furono fatti da piloti di aerei di linea, passeggeri e persone a terra ma grande fu lo scetticismo; oggi, secondo quanto esposto nel convegno tenutosi a Firenze Domenica scorsa del quale abbiamo dato notizia qui a Mysterium, la presenza di velivoli non convenzionali e' confermata da tracciati radar contenuti in dossier declassificati dall'aeronautica militare.

Dell'esistenza di quei tracciati ha parlato, durante il raduno internazionale, il presidente del Centro ufologico nazionale (Cun), Roberto Pinotti. "Dopo alcuni decenni e' certo che i tracciati radar dimostrano la presenza di oggetti non convenzionali a Torino alla fine del '73 - ha detto Pinotti - Questa rivelazione è possibile ora grazie ad un cambio di orientamento tra le autorita' militari, piu' disposte ora a divulgare i contenuti di dossier tenuti finora 'top secret"'.

L'aeronautica militare, rivela sempre il Cun, custodirebbe 400 dossier raccolti in 30 anni sugli Ufo in Italia, cioe' da quando nel 1979 deve monitorare il fenomeno in modo scientifico.

In totale il Cun ha schedato circa 10.400 episodi in Italia. Solo nel 2009 il Centro ufologico nazionale, che ha sede a Firenze, ha registrato un migliaio di segnalazioni, soprattutto avvistamenti.


fonte ANSA


Ultima modifica di Bastion il 21/02/2011, 19:04, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 21/02/2011, 19:04 
No no. La foto riguarda il famoso caso di Paul Trent (http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... Y_ID=99289).
Lo scrivo anche sopra che magari poi mette confusione.


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Eh si ,il '73 meriterebbe un'altro archivio dedicato:

Tra i riferimenti bibliografici riportati nell'articolo di Secre3t vi è quello della stampa sera del 1 dicembre 1978

Cita:
StampaSera - 01.12.1973 - numero 281 - pagina 2

Un oggetto abbagliante nel cielo di Caselle
[color=blue]
Racconto del pilota torinese che inseguì il disco volante

Gli diede la caccia con il suo "Piper" fino all'altezza di Voghera, poi l'Ufo sparì con una impennata verticale - Le sue parole sono confermate dal comandante dell'aeroporto militare

Sensazionale «avvistamento controllato» di un oggetto volante su Caselle, ieri verso le 19. Ecco che cosa è avvenuto.
Il pilota Riccardo Marano, 28 anni, residente a Torino, pilota professionista da cinque anni, dipendente di una società, proprietario di un aereo personale, stava tornando in volo da Genova sul suo « Piper ». Mentre si accingeva ad atterrare all'aeroporto di Caselle ha fatto l'incontro straordinario.

Il radar
Egli racconta testualmente: «Stavo volando per rientrare quando la torre di controllo dell'aeroporto di Caselle mi ha avvertito che un oggetto non identificato era fermo a 400 metri circa dal suolo sul segnale di avvicinamento al sentiero di discesa. Ho mantenuto la guida e mi sono fatto dirigere da terra perché non lo vedevo ancora. Il radar da terra segnalava una macchia di intensità pari a quella di un DCS. « Quando sono giunto ad una distanza di 3500 metri dall'oggetto, l'ho visto. Mi è parso come un enorme globo luminoso. Emanava un bagliore accecante che andava dal violetto all'azzurro, fino ad assumere toni rosso granata. Ho tentato di avvicinarmi ulteriormente, ma' subito la palla luminosa si è allontanata mantenendo la stessa distanza da me. Si muoveva continuamente ed in modo strano alzandosi ed abbassandosi. In un primo momento ho pensato che fosse il mio apparecchio a "ballare", ho creduto che gli strumenti fossero impazziti. Invece no, tutto regolare. L'oggetto ha- cominciato d dirigersi verso Genova. Procedeva ad'una velocità regolare di circa 900 chilometri orari.
« Io, con il Piper lo inseguivo inutilmente nonostante fossi al massimo delle possibilità del mio aereo.
Ad un certo punto mi sono alzato in quota ed allora l'ho visto di sotto. Ho fatto una picchiata anche per prendere maggiore velocità ed intercettarlo, ma con un'assurda deviazione l'oggetto si è portato in perpendicolare sopra di me. La caccia è durata fino al limite della mia autonomia di volo. Su Voghera ho dovuto decidermi a rientrare. Stavo finendo il carburante. Ho fatto ancora un ultimo tentativo per avvicinarmi ed il globo luminoso è partito velocemente in verticale, continuando poi la corsa verso Genova: lasciava dietro di sé una scia rossastra che cambiava continuamente di intensità ».
Il colonnello Rustichelli, comandante dell'aeroporto militare di Caselle ha confermato l'episodio. « Ieri sera, un "punto materiale", luminoso di luce non eccessivamente intensa, era realmente fermo o si muoveva a velocità estremamente limitata un miglio o due in direzione ovest. Si è spostato poi con movimento tento, graduale sempre in direzione ovest fino a quattro miglia verso l'imbocco della Valle di Susa. Il pilota di un "Pyper" è riuscito ad avvicinare l'oggetto fino ad un miglio e mezzo circa. Allora il "punto materiale" prendeva velocità e si allontanava alzandosi in quota.
Conferma dell'esistenza di questo « oggetto » si è avuta anche da un altro radar dell'aviazione militare. Piloti, personale di bordo e passeggeri del volo AZ 043 dell'Alitalia diretto a Roma e in partenza da Caselle alle 18,45 hanno potuto osservarlo a lungo.
L'aereo di linea ha avvistato l'Ufo- sulla sua linea di volo ed ha tentato.di avvicinarlo mentre si dirigeva verso Genova, ma ha dovuto accontentarsi di seguirlo a distanza fin sul capoluogo ligure.
Il colonnello Rustichelli ci ha detto ancora: «L'oggetto somigliava ad una stella di luce non molto intensa. Effettivamente si tratta di un caso molto interessante. Qualcosa dì positivo c'è se ha lasciato tracce sui radar».


Striscia rossa
Dalla torre di controllo di Caselle il personale ha osservato a lungo l'oggetto" fermo (o quasi fermo) nel cielo. « Quando si è allontanato — ci hanno detto — tracciava una striscia rossa. Mai vista una cosa simile ».
Da alcune settimane giungevano segnalazioni di un oggetto misterioso di intensa luminosità, di volta in volta avvistato in diversi punta della città. Non si era riusciti però ad avere informazioni ufficiali precise, o soltanto completamente attendibili. Restava l'impressione che si trattasse di fenomeni di suggestione.
Gli «avvistamenti controllati » sono abbastanza rari, sebbene ormai avvengano nel mondo con relativa frequenza. Quello di ieri a Caselle per ampiezza e soprattutto per le fonti insospettabili, ha particolare importanza. E' fuori dubbio che l'oggetto misterioso a quell'ora nel cielo c'era, e con tali caratteristiche da non essere confondibile con i soliti palloni-sonda o oggetti meteorologici vari. S'aprono cosi le vie alle supposizioni ardite. Quelle che hanno fatto la felicità degli scrittori di fantascienza ma che anche più realisticamente fanno parte delle « prove » dell'esistenza dei dischi volanti che gli uffici dell'aeronautica militare di quasi tutti gli Stati ormai vanno raccogliendo da tempo.

Mario Bariona


Articolo rilasciato in licenza Creative Commons - Editrice La Stampa S.p.A.
Autore: Mario Bariona

Link : http://www.archiviolastampa.it/componen ... _21240937/


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MessaggioInviato: 22/02/2011, 01:12 
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LaStampa - 02.12.1973 - numero 284 - pagina 5

Testimonianze, questa volta sono di esperti e aviatori

[color=blue]"Ho inseguito un disco volante da Caselle fino a Voghera: giocava a rimpiattino,,

Il racconto del pilota di un "Piper" - Decine di persone hanno potuto vedere l'Ufo nel cielo dell'aeroporto, il radar lo ha seguito finché, con una brusca impennata, è scomparso nelle profondità dello spazio

Un oggetto volante non identificato ha sostato per alcuni minuti l'altra sera nel cielo sopra Caselle: un globo luminoso e cangiante che si muoveva in senso verticale ed orizzontale, lasciando dietro di sé una scia di luce rossastra. Vi sono testimonianze di tecnici e personale dell'aeroporto militare. E soprattutto la straordinaria avventura di un pilota che, sul suo « Piper », si è lanciato all'inseguimento dell'« Ufo » ed è riuscito ad avvicinarlo per alcuni secondi a poco meno di un miglio e mezzo. Una caccia ai limiti del surreale, che si è conclusa nel cielo di Voghera. Il globo ha continuato il suo volo in direzione di Genova ed è sparito all'orizzonte.

Riccardo Marano, 28 anni, pilota professionista, da cinque anni proprietario di un « Piper », racconta: « L'altro pomeriggio, verso le 19, mi accingevo ad atterrare a Caselle, quando la torre di controllo mi ha avvisato per radio che a 400 metri dal suolo sul segnale d'avvicinamento al sentiero di discesa c'era un oggetto strano non identificato ». Marano si è fatto dirigere da terra in direzione dell'» Ufo » che appariva sullo schermo radar dall'aeroporto come una macchia di Intensità pari a quella di un « DC 8 ».

Prosegue il pilota: « L'ho visto quando sono giunto a 3500 metri di distanza: un globo luminoso che emanava bagliori. Una gamma di colori che andava dal violetto all'azzurro, al rosso. Ho tentato di avvicinarmi ancora, ma l'« Ufo » ha cominciato a sfuggirmi ». Una gara ad armi impari: il globo luminoso si è mosso mantenendo la stessa distanza dall'aereo e modificando di continuo il suo assetto di volo: improvvise deviazioni, cabrate, picchiate, come se giocasse a rimpiattino. « Procedeva ad una velocità costante di circa 900 chilometri all'ora. L'ho seguito fin sopra Voghera. Qui ho dovuto desistere, perché ero al limite della mia autonomia. L'« Ufo » ha continuato il suo volo, in direzione di Genova ».

Mentre in cielo il «Piper » ricorreva il globo di luce, a terra il radar seguiva la caccia.
Dice il colonnello Rustichelli, comandante dell'aeroporto militare di Caselle: « Era un "punto materiale" luminoso. Quando l'abbiamo intercettato era fermo o si muoveva a velocità ridottissima. Con un movimento graduale si è spostato in direzione Ovest, a circa quattro chilometri dall'imbocco della Valte di Susa. Somigliava ad una stella di luce non molto intensa».

Ancora una testimonianza: piloti, personale di bordo e passeggeri del volo « AZ 043 » in partenza da Caselle alle 18,45 e diretto a Roma. L'« Ufo » è rimasto fino a Genova sulla rotta dell'aereo: una palla rossastra che compiva manovre impossibili per qualsiasi tipo di aeromobile conosciuto. La fantascienza alle porte di casa, un « avvistamento controllato » che si aggiunge alle prove che scienziati e tecnici aeronautici di tutto il mondo vanno raccogliendo da anni sulla esistenza degli « Unidentified Flying Objects ».

Nuova apparizione ieri alle 18. Nello stesso punto di cielo sopra Caselle si è riacceso il globo rossastro. Ancora testimonianze del personale dell'aeroporto: «Era più lontano della prima volta ma si vedeva chiaramente nella sera tersa. Bagliori dal violetto al granata. Dopo una ventina di minuti è scomparso ».

Intanto alla nostra redazione sono fioccate le telefonate. Gente che voleva sapere, ma soprattutto persone che desideravano suffragare con la loro testimonianza la veridicità del fenomeno. L'Ufo pare si aggiri nei nostri cieli da circa un mese, in molti l'avrebbero visto apparire e scomparire molte volte in Val di Susa e sempre di sera.

Racconta una donna: « La domenica prima del giorno dei Santi ero con mio marito a Savoulx, sopra Bardonecchia. Imbruniva, nel cielo non c'era ancora una stella. D'improvviso da dietro lo Chaberton è sbucato un globo di luce abbagliante. Velocissimo, vibrante. Si è spostato a sinistra verso Pramand dopo aver superato il Cotolovier». La donna ha pensato ad un satellite artificiale, al riflesso del sole calante sulle strutture metalliche di un aereo. « Poi, repentinamente, il globo ha compiuto un angolo a 90 gradi, si è gettato in picchiata, ha imboccato il canalone della Valle, ed è scomparso ».

Ancora abitanti della Valle, ancora racconti uguali. E' diffìcile, a questo punto, credere ad un'illusione ottica collettiva. Anche perché ci sono tecnici dell'aviazione che hanno visto e controllato, c'è un pilota che s'è lanciato alla caccia d'un oggetto luminoso che volava a 3500 metri da lui. E soprattutto c'è lo schermo di un radar che ha inquadrato un oggetto sconosciuto: i radar non sono soggetti ad illusioni ottiche.


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Autore: n/a
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StampaSera - 03.12.1973 - numero 282 - pagina 2

Psicosi collettiva o sensazionale realtà?

[color=blue]Rivisto sopra Caselle
«L'UFO fotografato sopra non era il solo»


Alle tre di questa notte il « disco volante » era ancora nel cielo di Caselle. E' stato notato dal personale civile e militare dell'aeroporto. Ha sostato per una decina di minuti e i in molti hanno potuto osservare le evoluzioni « impossibili » del globo luminoso.

Anche nel tardo pomeriggio di ieri, verso le 19 circa, altre persone hanno potuto osservare « l'oggetto » sul cielo della collina, sopra il fare del Colle della Maddalena, fra cui un autista dell'azienda tramviaria della linea 54 che fa servizio in collina.

« Ero appena arrivato al capolinea — ha detto Antonio Canzonieri, 45 anni, via Cibrario 56 — ho visto e con me l'hanno visto tutti i passeggeri, una ventina . di persone, uno strano globo di luce, o per meglio dire, i globi erano due, uniti fra loro da una luce bluvioletta.

« E' salito sopra il faro ed ha cominciato ad andare su e giù. Ero sgomento. Non ho mai sofferto di allucinazioni. Mi sono guardato intorno e due ragazze, due studentesse che conosco perché tutti i giorni prendono il mio autobus, erano pallide e guardavano anche loro il cielo spaventatissime.

« Il disco, improvvisamente ' — ha continuato l'autista — è salito in verticale, virando sulla destra ad una velocità incredibile. « Quando l'oggetto volante è partito, pareva girare su-se stesso ed ha assunto la forma ovoidale. Non ho visto tutto ciò da solo, lo stesso fenomeno è stato osservato da altre venti persone ».

Dopo ogni avvistamento di oggetti volanti scatta un meccanismo che provoca psicosi di massa. Gli avvistamenti di globi, palle, sigari, si moltiplicano. Ma c'è chi giura, come gli osservatori di ieri, di avere scorto il « disco », ed è gente che asserisce di non essere" inai stata vittima di allucinazioni. n.b.


DALL'INVIATO
Susa, 3 dicembre.
L'Ufo fotografato dall'universitario Franco Contin nel cielo della Valle di Susa sarebbe una «nave madre» dalla quale partono e vi fanno ritorno dischi volanti da ricognizione molto più piccoli e veloci.
«Domenica — spiega Alessandro Contin, 29 anni, laureando in biologia — ero con mio fratello e la sua fidanzata in piazza IV Novembre quando abbiamo rivisto sul Frais il disco che. Franco era riuscito a fotografare il giorno prima, il 24 novembre.

Non lo abbiamo visto soltanto noi. Lo hanno notato anche un militare e due bambini. Anzi ricordo che uno dei ragazzini disse che l'Ufo era uguale a quello che aveva visto la sera prima sopra Novalesa. L'oggetto era fermo sulla cresta del monte».

I tre giovani sono corsi a casa per cercare di osservare il disco volante con un telescopio e, possibilmente, per fotografarlo.una seconde-volta.
•Fra»coi Contin aveva già la macchina fotografica pronta, una Nikon F caricata con una pellicola ultrasensibile, 2475 Recording, ed il teleobbiettivo da 200 millimetri, come la sera precedente.

« Siamo arrivati sul terrazzo — spiegano i due fratelli — ma non abbiamo fatto in tempo né a fotografarlo né a puntare il telescopio. L'Ufo, una specie di grossa saponetta incandescente, era fermo sul Gran Seren. Qualche secondo dopo è partito in direzione di Bardonecchia. Si è portato in quella zona tracciando una linea- retta, poi è sceso, verso. terra descrivendo un angolo di 90 gradi ». Qualche minuto più tardi i fratelli Contin e la ragazza hanno visto un'altra palla luminosa « sorgere » dietro il Frais. « Non era quello di prima — dicono i tre — ne siamo sicuri. Era sulla stessa zona ed alla medesima distanza, circa cinque chilometri da dove ci trovavamo, ma non aveva le stesse caratteristiche di quello visto pochi minuti prima.

L'ultimo Ufo era notevolmente più piccolo, e di colore diverso. Diciamo. leggermente meno luminoso. Ma la caratteristica che lo differenziava sostanzialmente da quello precedente è un'altra cosa. Si muoveva in modo diverso. E' difficile da spiegare. Era anche molto più veloce. Si è mosso lentamente nel cielo per circa un minuto, poi ad una velocità fantastica è partito in direzione di Bardonecchia, proprio come aveva fatto l'altro, quello più grande. Il piccolino, chiamiamolo così, si è mosso ad una velocità molto superiore. Anche lui è poi calato improvvisamente verso terra esattamente nella zona dov'era sceso il primo ».

I fratelli Contin e la ragazza pesano le parole. Non vogliono passare per visionari o mitomani. Hanno ribadito di non aver « mai creduto a certe cose, di non sostenere che esistono gli extraterrestri, i marziani ».

Dice Sandro Contin: « Secondo me l'unica spiegazione possibile è questa.
Il primo disco, quello fotografato da mio fratello, potrebbe essere una nave madre, alla quale si appoggiano quelli che potrebbero essere definiti piccoli veicoli da ricognizione, come il secondo che abbiamo visto. Ma non tocca a noi fare supposizioni. Non siamo i soli ad aver seguito questi fenomeni.

Gli UFO sono stati seguiti con radar e da persone molto più qualificate di noi. Possiamo soltanto dire che non è sempre lo stesso UFO quello che si vede, che uno è molto grande e l'altro è più piccolo, che ha un aspetto diverso ed è molto più veloce

Umberto Zanatta


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StampaSera - 03.12.1973 - numero 282 - pagina 9

Assoluto segreto militare sull'avvistamento di Caselle
[color=blue]Messi in allarme anche i "caccia,, per intercettare il misterioso Ufo

Piloti di aerei di linea e del "Piper" che ha insegutio l’oggetto volante fino a voghera ed i tecnici dei radar sono concordi : “Non abbiamo mai visto una cosa simile”

(Dal nostro inviato speciale)
Mortara, 2 dicembre.
Il segreto militare circonda il caso dell'Ufo avvistato alle 19 di venerdì scorso a Caselle e inseguito fino a Voghera dal pilota torinese Riccardo Marano di 28 anni che era in volo su un « Piper ». Il maggiore Cespa, che comanda la centrale radar di avvistamento militare di Mortara, ci riceve, ma ha tutta l'aria di cascare dalle nuvole. «No — dice — noi non abbiamo visto nulla; il radar non ha individuato alcun oggetto misterioso. Credo che a Torino lo abbiano individuato soltanto a vista. Ah, non è vero? Lo hanno notato sul radar? Vede, non ne so proprio nulla ad eccezione di ciò che ho letto sui giornali ». Il comandante del DC9 che arrivava da Parigi, volo AZ 325, pilota Giovanni Mezzalami, abitante a Ostia, 10 anni di servizio nell'aviazione militare ed 8 in quella civile, dice: « Dalla torre di controllo di Torino ci hanno detto che il loro radar e anche quello militare di Mortara vedevano il misterioso oggetto volante ». Dalla torre di controllo di Caselle come sempre quando si avvistano velivoli di cui non è certa l'identificazione vengono immediatamente avvertite la 1” Regione aerea militare e le centrali di avvistamento militare di Mortara, di Capo Mele e di Linate che si mettono in stato di allarme e danno l'allerta ai « caccia » per l'eventuale intercettazione. Via radio si chiede al velivolo che si faccia identificare. In caso di silenzio scatta l'allarme e partono i « caccia ». Sarebbe strano che il normale piano di emergenza non fosse scattato ieri. Risulterebbe invece che tutto si sia svolto come previsto nonostante i dinieghi ufficiali.

All'ora dell'avvistamento dell'Ufo nel cielo di Caselle c'erano tre aerei: il « Piper » del pilota Marano, il DC9 AZ325 proveniente da Parigi e il DC9 AZ043 diretto a Roma con il comandante Traquillio. Uno dei due aerei di linea ha trasmesso il seguente messaggio radio alla torre di controllo: « Vedo un oggetto luminoso a luce intermittente a 4 miglia in coda. Non oso avvicinarmi. Passo al largo ».

E' stato allora che alla torre di controllo hanno cominciato a preoccuparsi di quella strana luce pulsante che già qualcuno aveva notato ad occhio nudo. Veniva avvertito il radar di Mortara. La risposta sarebbe stata affermativa: anche loro osservavano lo strano oggetto che procedeva in modo pazzo; faceva spostamenti bruschi a scatti orizzontali e verticali ed a velocità elevatissima: circa 4 mach (quasi 5 mila chilometri orari), una velocità che raggiungono soltanto i missili. Non è stato possibile rintracciare il comandante Traquillio che seguendo la rotta per Genova lo ha avuto a prua da Torino fin quasi sul mare ed ha potuto osservarlo per lungo tempo.

Il comandante Mezzalami dice: « L'ho visto nonostante me lo segnalassero dalla torre di controllo quando sono stato sui 300 metri da terra. Ho potuto osservarlo mentre scendevo e poi bene quando rullavo sulla pista. Era molto più luminoso di una stella, anche più di un satellite. Sembrava all'altezza delle montagne che circondano Torino. Non ho notato intermittenza nell'emanazione della luce. Non faccio ipotesi; dico solo che si tratta di una cosa strana. Ma altre volte abbiamo notato cose strane che poi si sono rivelate palloni sonda, satelliti, addirittura stormi di uccelli. Chi può saperne di più è il pilota di quel Piper che lo ha inseguito ».
Quando Riccardo Marano si è avvicinato il più possibile, circa 3500 metri all'oggetto luminoso e se lo è visto passare da prua in coda in meno di un « amen » e poi partire in verticale ad una velocità incredibile; nel comunicare con la torre ha cambiato tono di voce. Nonostante sia un pilota con all'attivo anni di esperienza, ha avuto un attimo di emozione. Quel gioco a rimpiattino avrebbe potuto anche rivelarsi molto pericoloso. Non lo dice apertamente perché « quando nel nostro mestiere s'incomincia a parlare di dischi volanti, si è subito guardati in modo strano ». Cosi preferisce dire che quell'oggetto misterioso « era un globo luminoso che emanava bagliori che andavano dal violetto all'azzurro al rosso, che procedeva in maniera sconcertante come non può fare un aereo, né un pallone sonda, né qualuque altro genere di oggetto volante conosciuto. Poi, sia quello Rilasciato dai ra e ha inseguito l'oggetto "Non abbiamo mai vis che pitori dopo cinquan volante fino a Voto una cosa simile" vuole: l'oggetto c'era, era reale e i radar lo hanno segnalato a lungo ».

Anche per i radaristi i movimenti dell'oggetto misterioso erano assolutamente assurdi. Le sue dimensioni per un occhio addestrato come il loro alla lettura dello strumento apparivano simili a quelle di un DC 8. Per cui quando si parla di « punto materiale » si dice « punto » per modo di dire; è un termine tecnico.

Il colonnello Rustichelli che comanda l'aeroporto militare di Caselle dice: «Si è spostato in direzione Ovest a circa quattro chilometri dall'imbocco della Valle di Susa. Somigliava ad una stella di luce non molto intensa». Numerose segnalazioni giungono da tempo dalla Valle di Susa. Fra quanti sostengono l'esistenza dei dischi volanti è diffusa la convinzione che il Musine sia un punto di riferimento o di attrazione per questi oggetti misteriosi. Perché? Hanno una spiegazione che ognuno può prendere per buona o meno: è una montagna radioattiva.

Mario Bariona


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StampaSera - 03.12.1973 - numero 282 - pagina 9

Uno studente universitario racconta la sensazionale avventura
[color=blue]Ha fotografato il disco volante fra i monti della Valle di Susa

"L'oggetto era immobile nel cielo poi scomparve, filando a velocità vertiginosa, versoBardonecchia”


Immagine
Lo studente universitario Franco Contin che ha fotografato il disco volante mentre, luminosissimo, solcava il cielo della Valle di Susa


(Dal nostro inviato speciale)
Susa, 2 dicembre.
Un UFO («Unidentified' flying object », cioè oggetti volanti non identificati, come chiamano i dischi volanti al Pentagono) è stato fotografato il 24 novembre sopra il colle del Frais da un universitario, Franco Contin, 23 anni abitante a Susa in piazza IV Novembre 14.

« Era un sabato pomeriggio — racconta — La mia fidanzata mi ha indicato un grosso punto luminoso che si muoveva nel cielo. Ci siamo fermati e l'oggetto è sparito dietro il Frais, diciamo sul Gran Seren. Ma dopo un attimo è ricomparso. Si alzava e si abbassava. Ho capito che non poteva essere una stella od un pallone sonda. Sono corso a casa ed ho preso la macchina fotografica con un teleobiettivo da 200 millimetri ». « Quando siamo usciti — spiega Margherita Belmondo, 21 anni, abitante a Torino in corso Giovanni Agnelli 126, iscritta alla facoltà di Matematica — il disco non c'era più. Ho suggerito a Franco di provare a salire sulla montagna e con l'auto siamo andati a Giaglione. Erano le sette quando l'oggetto è ricomparso. Per un attimo è stato immobile nel cielo poi ha cominciato a muoversi lentamente. Prima era luminosissimo, poi lentamente si è oscurato. Dopo un attimo si è ancora trasformato in un puntino rosso ed un momento dopo in una palla infuocata ».

Franco Contin è riuscito a scattare nove fotogrammi poi l'«Ufo» si è allontanato ad una velocità «incredibile». «Ha rallentato — dice l'universitario — quando era in direzione di Bardonecchia.

Prima ha tracciato nel cielo, linea retta, poi con un angolo è sceso lentamente verso terra. Penso che fosse all'incirca all'altezza di Bardonecchia ».

Poche ore dopo Franco Contin era nel suo laboratorio fotografico. « Quando ho tirato fuori il negativo dal bagno, sono rimasto esterrefatto. Quello che ad occhio nudo era una palla luminosa, sul negativo aveva una forma ben delineata. La sorpresa più grande l'ho avuta però quando ho stampato le fotografie: io non credo certamente ai marziani, ma quello che ho visto non trova una facile spiegazione. Non è un aereo, non e un pianeta, non è un pallone sonda ».

Il giorno dopo, domenica 25 novembre, Franco Contin e Margherita Belmondo hanno rivisto l'oggetto misterioso. Sono corsi a casa e con Sandro Contin, 29 anni, laureando in biologia, sono saliti sul terrazzo per meglio seguire le evoluzioni dell'UFO.

« lo ero ancora scettico la sera prima — spiega Alessandro Contin — anche davanti alle fotografie di mio fratello, ma quello che ho visto mi ha veramente sorpreso. Non sostengo che l'oggetto arrivi da un altro mondo, ma certamente è qualcosa che noi non conosciamo. Almeno, che non tutti conoscono. Si potrebbe pensare che sia un " aereo " supersegreto, ma con un sistema di propulsione completamente rivoluzionario ».

Domenica sera Franco Contin non è più riuscito a fotografare il disco volante. Mentre stava mettendo a punto la macchina, l'oggetto è partito a tutta velocità in direzione del Gran Seren, abbassandosi poi di colpo.

I fratelli Contin e Margherita Belmondo concordano nella descrizione dell'UFO, sulla sua eccezionale luminosità, sulla velocità, sui repentini cambiamenti di colore che subisce, passando dal rosso al bianco.

Ciò che maggiormente li ha colpiti è stato però il sistema di volo del disco volante. Percorre chilometri hi perfetta linea retta, poi si sposta senza però compiere una curva, ma con una sterzata a 90 gradi, oppure abbassandosi o alzandosi, ma descrivendo sempre un angolo retto.

Umberto Zanatta

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Un altro disco volante visto ieri a Torino?

Un «disco volante» è stato avvistato anche ieri sera a Torino? Sembrerebbe di si. C'è in proposito la testimonianza ,di tre persone. Dice la signora Dina Calosso, 32 anni, insegnante: «Abito in un attico di via Tiziano 4. Alle 19,30 (ero uscita sulla terrazza) un oggetto luminoso ha attraversato lentamente il cielo dirigendosi verso la valle di Susa». Il presunto «Ufo» è stato visto anche dalla figlia della Calosso, Tiziana, 13 anni e da una vicina di casa che si è precipitata in casa dell'insegnante per segnalare l'avvistamento.

Avvistato in Val d'Aosta
Aosta, 2 dicembre.
(g. g.) Sarebbe stato avvistato anche in Val d'Aosta, ieri pomeriggio, l'oggetto volante non identificato che ha sostato per alcuni minuti l'altra sera nel cielo di Caselle. La testimonianza è di Aldo Presa e della moglie Anita che, mentre erano sul balcone di casa a La Salle con la figlia e un vicino di casa, avrebbero scorto un oggetto luminoso muoversi in cielo in direzione del monte Ruito.
« Era un globo cangiante che si è mosso più volte in senso orizzontale e verticale ed è poi scomparso in direzione del Colle d'Arpi »
(Ansa)


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Autori: Umberto Zanatta - Ansa

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Ultima modifica di rmnd il 22/02/2011, 02:11, modificato 1 volta in totale.


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StampaSera - 04.12.1973 - numero 283 - pagina 3

Anche stanotte a Caselle il solito oggetto misterioso

[color=blue]Grande viavai di dischi

Ufficiale Nato giunto da Napoli per indagare

Mentre continuano a giungere all'aeroporto di Caselle ed alle stazioni dei carabinieri della Valle di Susa centinaia di segnalazioni di dischi o sigari volanti, un ufficiale americano della Nato è arrivato ieri a Torino dal comando di Napoli per indagare sugli Ufo avvistati nei giorni scorsi.

Le ultime segnalazioni provengono da Torino, Caselle e principalmente dalla valle dì Susa. Indubbiamente molte sono causate da psicosi, ma altre lasciano perplessi. Le testimonianze raccolte nei giorni scorsi da piloti di aerei e le fotografie scattate dallo studente universitario di Susa Franco Contìn sono state suffragate dai rilevamenti compiuti dai radar di Caselle, Linate e Mortara, dove hanno sede la 1" Regione aerea militare e il Centro di avvistamento.

Il massimo segreto circonda l'esito di queste prime rilevazioni strumentali (non soggette quindi a psicosi), ma già il fatto che un ufficiale della Nato sia venuto a Torino per aprire un'inchiesta dimostra come le autorità diano un certo credito a questa serie di avvistamenti.

Bisogna anche tener conto che da quando gli Ufo furono segnalati per la prima volta, all'incirca alla fine dell'ultimo conflitto mondiale, è questo uno dei rarissimi casi in cui essi siano stati anche intercettati dai radar.

Le ultime segnalazioni riguardano quattro oggetti volanti avvistati ieri nel cielo di Susa. Alle 17,45 due di questi dischi volanti sarebbero apparsi nei pressi del Frais. Uno era grande, di forma ovoidale, e procedeva a scatti' seguito da un altro più piccolo. Più tardi <<la nave madre >>. è stala rìvista seguita da tre dischi di piccole dimensioni. Tutti i presunti Ufo sarebbero poi spariti in direzione della Val Chisone passando sopra il' Gran Seren

Questa versione ''sulla «nave madre» seguita da oggetti di dimensioni inferiori concorda con- quella fornita da Alessandro Contin, dal fratello Franco e dalla .fidanzata Margherita, i tre studenti universitari che la sera del 24 novembre sotto riusciti anche a scattare nove, fotogrammi dell'oggetto misterioso fornendo quella che sinora, su queste apparizioni piemontesi è la documentazione più valida.

L'ufficiale americano della Nato arrivato ieri a Torino vaglierà nei prossimi giorni tutte le testimonianze sinora raccolte. Pare che ieri abbia già parlato con i tecnici dell’aeroporto di Caselle che hanno compiuto l’avvistamento rada Venerdì scorso. Oggi probaburnente interrogherà quelli di. Mortara e di Linate,. che hanno segnalato la presenza dell'Ufo alla medesima ora e nella stessa posizione.

Questo è potuto accadere in quanto il disco volante si è venuto a trovare in una zona che è raggiunta da tutti e tre i “radar”. Tecnicamene la testimonianza più interessante dovrebbe essere quella dell’ufficio avvistamenteo di Mortara, in quanto questo centro è fornito di un “radar” che, a differenza di quello di Caselle, permette non solo la rilevazione orizzontale, ma anche quella ascensionale.

I militari potrebbero convalidare il racconto fatto da Riccardo Marano, il pilota torinese che venerdì scorso con il suo "Pìper" ha inseguito l'Ufo sin nei pressi di Voghera; poi. portatosi ad una distanza di circa 3500 metri, se lo è visto passare in un baleno dalla prua alla coda e dopo alcuni spostamenti a scatti orizzontali, tracciando angoli retti, lo ha scorto sparire con un velocissimo movimento ascensionale.

II racconto del Marano è stato confermato"dal pilota Giovanni Mezzalami, comandante del DC .9, volo AZ 325, proveniente da Parigi e dall'equipaggio del DC 9 AZ 043, al comando del pilota Tranquillio che era diretto a Roma. I tre piloti saranno sicuramente interrogati anche dall'ufficiale della Nato, la cui identità è coperta dal segreto militare. Questi è in possesso della carta delle rotte seguite da tutti i satelliti artificiali, compresi quelli sovietici, lanciati nello spazio e delle probabili traiettorie seguite dai frammenti, comprese quelle riguardanti possibili, rientri nell'atmosfera terrestre.

L'ipotesi che sì tratti di satelliti o di loro parti, comunque è già esclusa in partenza: essi non possono che muoversi con perfetta regolarità.

E' anche stata prospettata l'ipotesi che l'ufficiale Nato voglia accertarsi che i misteriosi Ufo non siano satelliti spia. Scartate tutti" le ipotesi, non ne rimarrebbe quìndi che una: quella di'oggetti proveniènti da una civiltà extraterrestre.

Umberto Zanatta


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altri articoli su Caselle ...domani...notte...



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Bene bene... ora che cavolo aspettano a parlarne? Mandiamo na mail a mistero e vediamo se ci fanno su un caso???????



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Grazie Sheenky.... infatti mi pareva di aver visto la foto altrove.

Grazie anche a rmnd...... ottimo lavoro [;)]



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ottimo! sicuramente questi articoli li leggerò attentamente, visto che abito in valchisone, mmhhh bisogna tenere occhi aperti !



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Thethirdeye ha scritto:
Ora però, dobbiamo trovare le immagini...... [8D]


Non esistono immagini del caso di Caselle 1973.

Al tempo sono esistiti sicuramente i tabulati radar.
Ora, dopo quasi 40 anni...non esisteranno più (almeno ufficialmente).



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Le testimonianze di chi ha visto
[color=blue]"Era un globo luminoso velocissimo”


Caselle, 4 dicembre. Stanotte il « disco volante » è tornato all'appuntamento di Caselle. Ad un tratto verso le 3,10 sull'aeroporto è comparso un punto luminoso rossastro e palpitante. Ma era molto alto e lontano. Ha brillato per qualche tempo poi è sparito.

Qualcuno ha gridato «Eccolo». Ma i dubbi sono rimasti. Poteva essere una qualunque stella che tremolava e spariva a causa della foschia. Poi il punto luminoso è scomparso definitivamente dietro una montagna. Comunque il raggio del radar non lo ha individuato.

In compenso, la notte scorsa l'oggetto misterioso era rimasto visibile, a bassa quota, quasi nello stesso punto per più di un'ora. Sembrava grosso come una lampada e compiva tutta una serie di evoluzioni sorprendenti. Il « radar » lo ha inquadrato per tutto il tempo, fino alla solita improvvisa scomparsa a velocità impensabile.

Abbiamo le testimonianze di una guardia notturna dell'Argus, Domenico De Francesco e di un gruppo di autonoleggiatori di Caselle, Vitagliano, De Michelis e Crivellari.

-Si vedeva perfettamente. Sono usciti tutti a guardare: il maresciallo di servizio alla torre di controllo, agenti di polizia, guardie di finanza, e un gruppo di tassisti.

-Lo segnalava il radar. Avessi avuto una màcchina fotografica... — dice il De Francesco, e continua: — Era una cosa rotonda, un po' ovale. Pian piano si spegneva, si rimpiccioliva, la luce che diventava gialla rimaneva li cinque dieci minuti, poi si spostava e Domenico De Francesco ha visto il «disco volante» tornava con luce regolare come una stella. A un certo punto giallo di nuovo. E rosso?

« Rosso, mai. Poi a un certo punto è sparito e non l'abbiamo visto più. E' stato li dalle 3,20 alle 4,15 circa. All'altezza della ferrovia. Suppergiù sopra il distributore della Shell. L'altra volta invece era perpendicolare qui sopra. Quando arrivavano gli aerei e s'accendeva il radar il disco abbassava la luce e si spegneva. Poi s'illuminava di nuovo. Sembrava un po' come due lampade antinebbia e l'effetto luminoso somigliava al cambio dì luce, dai fari di posizione agli abbaglianti, nelle auto ».

Gregorio Vitagliano, auto noleggiatore, dice: « Ho visto una luce bianca. Una specie di disco che si alzava, si spostava a vista d'occhio: penso fosse 10-12 metri di circonferenza ».

Michele De Michelis racconta: « Da principio sembrava un pallone sonda, una luce fosforescente. Era fermo, poi si è spostato. Colore azzurro come una stella, con l'alone attorno ».

Duilio Crivellari: « Sì, aveva un alone vivo, acceso. Quando l'ho visto era fermo. Dopo un po' era in un'altra posizione. Faceva spostamenti rapidi. Non ho notato scie ».

Le descrizioni concordano con gli avvistamenti dei giorni scorsi, con i racconti del pilota Riccardo Marano che alle 19 di venerdì ha inseguito l'oggetto misterioso sul suo apparecchio «Piper», e dei due piloti del «DC 9» di linea che stavano atterrando od alzandosi da Caselle alla stessa ora.

Concordano anche con le deduzioni dei radaristi della torre di controllo: « Un oggetto luminoso delle dimensioni di un DC8, che procede con movimenti sconcertanti, deviando orizzontalmente o verticalmente, con scatti improvvisi a velocità pari a quella di un missile ma con accelerazioni molto più rapide ».

Analoghe impressioni hanno ricevuto le persone che l'hanno avvistato sulla Maddalena, sul Musine, in tutta la vai di Susa, e nel Cuneese. Si incomincia a pensare che in questi giorni di dischi volanti ne siano in circolazione più di uno sul Piemonte. C'è molta curiosità, in giro, e qualcuno manifesta apprensione. Sono in molti per esempio a dire: « Il pilota Marano ha avuto un bel coraggio ad inseguire quella " cosa " senza- sapere di che si trattava. Si possono correre rischi anche gravi. Che ne sappiamo di che mezzi di difesa può essere dotato? ».

Mario Bariona


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«Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Way hay and up she rises, Early in the morning!»
© Anonymous/The Irish Rovers
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