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dresda99 ha scritto:
Sono solo un pò titubante su BEN PANTHERA... ci strizzo un pò il naso perchè bisognerebbe approfondire meglio la faccenda.
Ciao carissimo, grazie per le immeritate parole di apprezzamento.
I riferimenti al figlio di Panthera sono solo più labili e offuscati (non a caso) di quelli relativi al messia davidico figlio del Galileo.
Però.... prova a pensare: senza Giuseppe Flavio quanto ne avremmo saputo sull'attività insurrezionale, sulla pretesa regale di Giuda il Galielo (e discendenti) e su mille altri aspetti entrati come tessere di un mosaico nel profilo storico messianico?
Avremmo avuto qualche idea leggendo Filone, interpretando i rotoli e attingendo alla fonti ebraiche.
Ecco, Yeshua ben Panthera è come fosse..... Giovanni di Gamala senza la testimonianza di Giuseppe Flavio!
Abbiamo i confusi (volutamente tali) riferimenti talmudici e qualche riferimento al "messia sacerdotale" presente sui rotoli... ma non di più.
Eppure se ne intuisce l'impronta storica proprio nelle cuciture posticce del tessuto testuale neotestamentario: due processi avvenuti in tempi diversi (uno romano ed uno ebraico) assemblati forzatamente in uno; un'infinità di "perle" (discorsi, parabole) che altro non sono che un'espressione sopraffina di filosofia morale di estrazione neoplatonica che non possono essere forzate nel personaggio di un messia guerriero mentre sono assolutamente sintoniche con il ruolo di un sacerdote predicatore; la fama di mago o stregone che attesta l'attività taumaturgica del messia sacerdotale; Lo stesso nome ebraico di Yeshua, emerso tardivamente nelle fonti evangeliche, che non sarebbe mai potuto nascere in seno alla cristianità romana degiudeizzata del II - III secolo d.c.
C'è poi quella che secondo me può essere definita la prova per eccellenza: di Yeshua ben Panthera se ne parla nelle antiche fonti ebraiche e... nel "Discorso Veritiero" di Celso: due mondi lontani e inconciliabili (uno dei quli- quello ebraico- chiuso a riccio sulla propria storia e sulle proprie tradizioni), due culture senza punti di contatto che convogliano sulla comune testimonianza di un "falso profeta", figlio illegittimo di un soldato romano e di una povera donna, che emigrò in Egitto e, dopo aver appreso trucchi e magie, ritornò in patria sbalordendo il popolo (l'accusa sinedrile fu quella di aver deviato Israele).
Celso, la cui opera è a noi nota grazie alla confutazione di Origene, non avrebbe mai potuto conoscere e riferire tutto ciò.
Ma pur ammettendo per assurdo improbabili scambi tra un intellettuale accreditato alla corte dell'imperatore e il volgo di estrazione giudaica delle dispora romana, come avrebbe potuto Celso raccogliere e presentare come propria, vera e reale questa "biografia riferita"?.
Che straordinario servizio che ci ha reso Origene!!!!!
Chiedo scusa se mi sono un pò dilungato. Colpa della passione che a distanza di anni ed anni continuo a sentire per la ricerca storica in campo cristologico.
Un caro saluto.
Giancarlo Tranfo