Cinque anni fa iniziai questo percorso di ricerca e di studio di ciò che abbiamo sempre definito come “Mosaico della Verità”, totalmente ignaro di dove mi avrebbe portato, delle incredibili scoperte che avrei compiuto, delle attività che avrei realizzato, ma soprattutto delle straordinarie persone che avrei incontrato nel corso del cammino, preziosi collaboratori, alcuni dei quali diventati dei veri amici e altre persone ancora le quali ho riconosciuto come vere e proprie presenze karmiche che sono e che saranno eternamente presenti nel tempo.
A ciascuno di essi sono e sarò grato in eterno per gli insegnamenti ricevuti e per le lezioni fornite.
Ma purtroppo arriva sempre un momento nella vita di ciascuno di noi in cui ci si deve fermare a fare i conti con se stesso e, come anche il mito di Inanna ci insegna, forse un po’ morire per poter ritornare alla luce e continuare a vivere, a fronte di un nuovo ‘solve et coagula’ tra i tanti che la vita ci pone davanti.
D’altronde in ultima analisi non è forse questo il grande insegnamento che le tradizioni e i miti di ogni tempo ci vogliono fornire attraverso la codifica del simbolismo dell’immutabile eterno ciclo di vita-morte-rinascita risultante dalla semplice osservazione dei cicli stagionali della natura?
Ed è per questo che oggi mi vedo portato a “uccidere” metaforicamente il Progetto Atlanticus e tutti i suoi collegati, ritirandomi da ogni tipo di attività pubblica, nel tentativo di ritornare ad essere quel Player B che un giorno qualcuno mi disse io fossi e del quale da tempo sento di non avere, o di avere perso, le qualità e le caratteristiche che lo contraddistinguono e che abbiamo imparato insieme a riconoscere.
Voglio porgere le mie scuse verso le persone coinvolte nei progetti attualmente in essere ai quali, per i motivi sopra esposti, non potrò più dedicare la necessaria attenzione e che pertanto risultano interrotti fin da subito.
Il mio ultimo saluto vuole essere una esortazione a non smettere mai di pensare, sempre con senso critico e capacità di discernimento, di continuare il percorso e di affrontare con vigore le sfide che la vita ci pone davanti e che noi stessi ci siamo posti prima di venire al mondo. Soprattutto di non rinunciare mai a confidare di poter cambiare il mondo combattendo le forze arcontiche nonostante sia questa una battaglia che sappiamo di non poter vincere sul piano fenomenico, ma che, nonostante ciò, vale la pena combattere fino alla fine, poiché è attraverso di essa che perfezioniamo la conoscenza della nostra reale natura trascendente, “… nei secoli dei secoli fino a completa guarigione…” il che, credo, sia la cosa più importante essendo l’utopia del ‘risveglio’ collettivo, del ritorno all’età dell’oro edenitica, la sommatoria di singoli ‘risvegli’ individuali e di ritorni a un ‘eden’ già dentro di noi e che attende solo di essere riscoperto.
Buon viaggio… e buon solve et coagula a tutti…