Tetronimo ha scritto:
Pertanto concludo che:
- escludi che le opere di fantasia (cinema o letteratura) possano essere arte;
- suonare il pianoforte non è un esercizio preconfezionato di mera astrazione.
Ho concluso bene?
Non so se le fiction televisive e i fantasy della letteratura siano arte oppure no, non mi sono applicato abbastanza, ammetto l'ignoranza, non intendevo proporre questa conclusione.
So però che un dipinto originale differisce da un falso, un file midi suonato da un computer ha una resa diversa da uno eseguito da un pianista, il quale può ripetere lo stesso spartito ogni volta rinnovando l'atto creativo. Una fotocopia non è la stessa cosa di un originale. La fotografia di una persona è altro rispetto alla stessa dal vero. L'acqua è diversa dal vino. Un corpo morto differisce da uno vivo ...
E' quella componente di
vero che fatico ad intendere nelle fiction, le quali mi paiono caricature inutili, a volte proprio maldestre, artifici grotteschi, incantesimi consistenti quanto il vapore, quanto la spuma del mare, esercizi funambolici di freddo virtuosimo, barocchismi volti ad anestetizzare, ottendere le menti di questa nostra generazione della virtualità, del tubo catodico e del digitale, sensibilizzarle alla confusione e allo scambio dell'astratto con il reale, del sostanziale con l'accidentale.
Apprezzo i documentari televisivi ben fatti. Trovo ridicoli quelli troppo fantascientifici sugli ufo, dove labile è il confine fra dato storico e, appunto, la finzione.
Articolo curioso:
il Nobel Orhan Pamuk ha raccolto in una casa di Istanbul gli “oggetti dei protagonisti” del suo libro, trovati da lui in quindici anni nei bazar: «Così la letteratura può trasformare la realtà».
Un anno, un mese e un giorno sono passati dall’apertura, già quarantamila sono stati i visitatori. «La cosa incredibile è che, per quanto io possa insistere a spiegare che ogni cosa è frutto dell’immaginazione, chi guarda vuole credere che sia tutto vero!»
http://www.corriere.it/sette/13_maggio_ ... 5c16.shtml