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Marziano
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 Oggetto del messaggio: Conferenza di Giorgio Pattera Anno 2012: la fine
MessaggioInviato: 21/01/2009, 13:24 
Conferenza di Giorgio Pattera - Anno 2012: la fine di un'era
Video segnalato da Elerko
Parma 2 Luglio2008


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Un intreccio fra scienza e storia per svelare il mistero che avvolge l'anno 2012. Una data fatidica che, secondo il calendario Maya, rappresenta la fine di un'era e l'inizio di un'altra.

Già, ma come avviene questo drammatico cambiamento? A spiegarlo alle "Serre Petitot" gremite di appassionati è stato, giovedì 3 luglio, un Giorgio Pattera in grande forma.

Il biologo responsabile del Centro ufologico Nazionale di Roberto Pinotti nonchè vicepresidente del centro culturale "Galileo" di Parma racconta, in un'interessante perfomance di due ore, mesi e mesi di studio sull'argomento con l'ausilio di centinaia di foto e qualche video.

Ma veniamo al dunque. Secondo eminenti astronomi e astrofisici tra la fine del 2012 e la metà del 2014 transiterà nel nostro sistema solare , un corpo celeste dal nome Nibiru (nome attribuitogli dalla civiltà sumerica), una nana bruna di notevoli dimensioni (circa la metà del nostro sole) intorno alla quale orbitano sette pianeti di cui uno è abitato.

"Da questo pianeta verrebbero dunque quegli esseri extraterrestri simili agli uomini che i sumeri chiamavano "annunaki" e con i quali gli americani sarebbero in contatto", svela Pattera.

Infatti l'avvicinamento fra i due sistemi solari, il nostro e quello di Nibiru, provocherebbe in entrambi i corpi celesti eventi drammatici (secondo la legge di Newton dell'attrazione dei corpi): dai terremoti ai maremoti alle alluvioni fino all'innalzamento del livello del mare di circa 130 metri.

"Per tale motivo - afferma Pattera - il magnate Rockefeller, finanziatore del SPT, il più efficiente telescopio mai costruito per osservare l'avvicinamento di Nibiru, e attivo dallo scorso gennaio in Antartide, ha ordinato di costruire nelle Isole Svalbard (Polo Nord) una "banca delle sementi ibride" di tutte le essenze vegetali oggi coltivate sulla Terra".

"Ma non solo solo supposizioni", continua Pattera. "Vedere per credere - aggiunge: Gli astronomi sostengono che Nibiru sarà visibile a occhio nudo a partire dal maggio 2011".

(Matteo Garofano)

Fonte

Ricapitolando:

Nel corso del 1972, esaminando la traiettoria della cometa di Halley, J.Brady (del Lawrence Livermore Laboratory - California) scoprì che anche l’orbita di questa cometa, come quelle di Urano e Nettuno, era "perturbata".

I suoi calcoli lo condussero ad ipotizzare l’esistenza di un pianeta "X" alla distanza di 64 UA(· ) dal Sole (Plutone ne dista 39), con periodo orbitale di 1800 anni terrestri. Brady, come tutti gli astronomi che si stavano occupando del pianeta "X", presumeva che tale corpo celeste orbitasse intorno al Sole nello stesso modo degli altri pianeti; ne quantificò pertanto la distanza dalla nostra stella in misura della metà del suo asse orbitale maggiore.




Questo in accordo con la seconda legge di Keplero (<>); vale a dire che un pianeta si sposta tanto più lentamente quanto più è lontano dal proprio sole.

Nel nostro sistema, ad es., si passa dal velocissimo Mercurio (che impiega poco meno di tre mesi a compiere la propria rivoluzione intorno al Sole) al lentissimo Plutone (oltre 247 anni).

Ma, secondo le testimonianze dei Sumeri, Nibiru orbita come una cometa attorno al Sole, essendo quest’ultimo uno dei fuochi della propria ellissi estremamente allungata, così che la distanza dal Sole corrisponde all’intero asse maggiore e non alla sua metà.

E’ curioso il fatto che l’orbita del pianeta "X" calcolata da Brady (1800 a.) sia esattamente la metà dell’orbita di 3600 a. che i Sumeri attribuivano a Nibiru. Ricordiamo che (secondo le tesi di Z.Sitchin, esposte in "Genesis Rivisited", 1990) la
traiettoria dell’orbita di Nibiru, in questo periodo, starebbe facendo ritorno verso il perigeo: questo potrebbe giustificare la strana coincidenza...?

Ma Brady giunse ad ulteriori conclusioni, in sintonia con le tradizioni sumeriche: il pianeta "X" sarebbe dotato, come Plutone, di un’orbita retrograda, con il piano fortemente inclinato rispetto all’eclittica.

All’inizio gli astronomi si interrogarono se il responsabile delle perturbazioni nell’orbita di Urano e Nettuno potesse essere Plutone, giacché la considerevole eccentricità della sua orbita gli consente di penetrare periodicamente all’interno dell’orbita di Nettuno (una situazione di questo tipo è iniziata nel ‘79 e si è conclusa nel ‘99). Questi dubbi svanirono nel giugno del 1978, allorché W.Christie (dell’Osservatorio Navale di Washington, un organismo della Marina Americana sotto il diretto controllo della NASA) scoprì che Plutone, oltre a possedere un satellite (Caronte), era molto più piccolo di quanto si pensasse (meno di 2/3 della Luna) e quindi dotato di una massa non in grado di esercitare
rilevanti influenze gravitazionali.

L’elaborazione di tutti questi dati rafforzarono l’indicazione che un’unica << forza estranea >> - il "pianeta
dell’attraversamento" dei Sumeri - avesse inclinato Urano, spostato e inclinato Plutone ed impresso un’orbita retrograda anche a Tritone (un satellite di Nettuno).

Incuriositi da queste scoperte, due colleghi di W.Christie all’Osservatorio Navale (R.S.Harrington e T.C.Van Flaandern) condussero una lunga serie di simulazioni al computer, raggiungendo la conclusione che tutte quelle anomalie orbitali fossero state determinate da un "intruso", cioè da un pianeta (grande da due a cinque volte la Terra) con piano orbitale inclinato ed un semiasse di "meno di 100 UA".

Nel 1981 i dati raccolti durante le missioni del Pioneer 10, del Pioneer 11 e dei due Voyager dimostrarono l’esattezza di tali intuizioni: doveva esistere un corpo celeste, grande almeno il doppio della Terra, in orbita solare ad una distanza di almeno 2.4 miliardi di km oltre Plutone e con periodo orbitale di almeno 1000 anni.

Il "Detroit News" del 16 gennaio 1981 pubblicò la notizia in prima pagina, insieme alla raffigurazione sumera del sistema solare, così come appare sul famoso sigillo cilindrico, conservato nel Museo di Berlino,
col n.° VA/243.

A questo punto una svolta decisiva nelle ricerche fu impressa dal "Progetto IRAS" (Infrared Astronomical Satellite), vale a dire l’esplorazione agli infrarossi del sistema solare, mediante il lancio in orbita terrestre a 900 km di altezza di un telescopio (60 cm di apertura, 62 rivelatori infrarossi su quattro bande spettrali, fra 8,5 e 119 mm / l),
sensibile al calore racchiuso nell’interno di corpi substellari.

Era il 25 gennaio 1983, quando dalla base di Vanderberg in California partì il vettore americano Delta 3910 con a bordo 500 kg di carico utile, frutto della cooperazione USA-Inghilterra-Olanda. Per ridurre al massimo l’emissione di
irraggiamento parassita, proprio della strumentazione, tutto l’insieme venne posto in un criòstato contenente elioliquido superfluido a -271°C: era indispensabile, infatti, il raffreddamento del telescopio e dei rivelatori alla temperatura più bassa possibile.

Essendo l’He liquido molto volatile, è lentamente evaporato, determinando l’inattivazione dell’IRAS il 21 novembre1983, protraendo la missione di oltre un mese e mezzo sulla data prevista. Nei circa dieci mesi di attività, il satellite
eliosìncrono scattò ed inviò al centro di controllo 600.000 immagini, dalla cui elaborazione emerse l’individuazione di 250.000 sorgenti celesti di tipo infrarosso (il 99% delle quali in precedenza sconosciute), stelle e sistemi planetari in formazione (età < 1 milione di anni), cinque nuove comete, quattro nuovi asteroidi e un misterioso oggetto in
movimento, simile ad una cometa.

Tutto questo, ora, rende giustizia a R.Reynolds (del Centro Ricerche Ames), che il 30 gennaio 1983 rilasciò una dichiarazione al "New York Times" del tipo: <>. Predizione, questa, fatta propria da Z.Sitchin nella lettera inviata il giorno appresso alla <>, nella quale si suggeriva addirittura l’appellativo: lo stesso attribuito, a suo tempo, dai Sumeri (Nibiru) o dai Babilonesi (Marduk).

La qual cosa, ai giorni nostri, si è ripetuta da parte di J.Murray (della UK’s Open University), il quale, insieme con il collega J.Matese (University of Louisiana), ha dato l’annuncio nell’ottobre ’99 che <<…una forza misteriosa, generata da un grande oggetto invisibile, rallenta il viaggio delle sonde terrestri in uscita dal sistema solare; la stessa che, probabilmente, è responsabile della deviazione delle orbite cometarie…>>.

Ma torniamo al 1983.

Verso la fine di quell’anno, in assenza di comunicati ufficiali, un’indiscrezione riuscì a trapelare, nel corso di un’ intervista concessa dai principali scienziati del progetto IRAS alla rubrica scientifica del "Washington Post". La notizia fu ripresa da diversi quotidiani statunitensi, che la titolarono: <>, <>, <>, <>.

Messo alle strette, G.Neugebauer, Direttore dell’IRAS, dichiarò:
<>. Successivamente anche la NASA uscì con un rapporto ufficiale: <>.

Dati raccolti in rete firmati da:
GIORGIO PATTERA 2004


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