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Personaggio tutto da definire , il primo a parlarne fu Robert Ambelain nei suoi libri ,
e quindi il soggetto è meritevole di studio .
Sciolgo il guinzaglio del Mastino Mauro !comincia da qui
https://it.scribd.com/document/6710394/ ... s-Runcimanvedi seriesci a portarlo a ufoforum .
zio ot
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https://www.lesfilsdelavallee.fr/index. ... tive-party--------------------
http://www.pathos.it/pathos2/archivio/a1/graal.htmIl Graal ed i Templarisaggio postumo di
Umberto Cardini
(Questo testo inedito è una bozza di appunti ritrovata tra le carte del Prof. Cardini. Apparentemente sembra essere uno schema preliminare di indagine sui rapporti tra quelle che il Cardini spesso ha chiamato "le ali estreme dei movimenti millenaristi". Le intuizioni che lampeggiano in questi appunti, tracciando un cammino di ricerca che purtroppo difficilmente riusciremo a percorre con la sua perizia, ci fanno rimpiangere la sua departita.
È nostro grande dolore e piacere poter inserire questo testo negli atti del Convegno in Memoria del Prof. Cardini. N.d.E.)
Tre manoscritti contenuti nell'archivio del Fondo Malnipote (dove sono catalogati come FM.P761/762/763; la traduzione di Opizzo Malnipote si trova nel quaderno FM.Q888) aprono un'inaspettata prospettiva nello studio dei rapporti tra diversi movimenti millenaristi.
Si tratta di tre lettere la cui autenticità è stata confermata dalle verifiche scientifici preliminari, e databili agli anni 1245, 1256 e 1270, scritte dal templare Roncelin de Fos al suo confratello Richard de Vichiers. La storia che raccontano e che sostanzialmente è confermata da molti indizi, suggerisce degli stretti collegamenti tra Catari, Templari ed Assassini e perfino una lotta tra due fazioni politiche all'interno della direzione dei Templari.
Dei due corrispondenti, Richard de Vichiers è storicamente sconosciuto; da queste lettere si deduce soltanto che sia il fratello del Gran Maestro Rinaldo (1250-1256) e si può supporre che abbia vissuto nella domus templare di Pieusse. Roncelin de Fos è invece ben noto: Maestro di Provenza fra 1248-1250, Maestro di Inghilterra (1251-1253), e di nuovo di Provenza (1260-1278); dalle sue lettere si deduce un continuo collegamento con Gerusalemme.
Che il "Graal" (qualunque cosa esso sia) fosse in mano dei Templari e soprattutto dei Catari è tesi che è stata sostenuta da Otto Rahn [Ra] con argomenti molto affascinanti ma che si reggono purtroppo solo su voli pindarici senza il minimo supporto storico.
Curiosamente la storia che viene raccontata dalla prima lettera sembra confermare l'intuizione di Rahn: de Fos riferisce infatti che il Natale del 1243 Pierre Bonnet, uno dei diaconi dei Catari (su di lui cf. [Ro] passim) si sarebbe rivolto ai Templari di Pieusse chiedendo una scorta per recuperare dalla grotta di Niaux una loro reliquia (Otto Rahn riconoscerebbe subito il Graal in questa "Reliquia di Giuseppe") e scortare l'oggetto e sette donne catare fino a Gerusalemme; l'intenzione dei Catari apparentemente è di consegnare in custodia l'oggetto ai Templari.
Va subito notato che questa curiosa storia ha già una conferma storica nella deposizione di Imbert de Salles che riferisce dell'evasione di due fratelli Catari col loro tesoro dal castello di Montsegure proprio intorno a Natale ([Ro], vol.IV, p.382-383) e dichiara che il tesoro era in "una grotte du Sabarhes tenue par Pons-Arnaud de Chateauverdun" uomo del conte di Foix una delle cui grotte fortificate è appunto Niaux.
Questa testimonianza apre anche un'interessante prospettiva di ricerca: ricordandosi infatti che proprio a Pieusse si riunì il concilio cataro nel 1226 [Ro, vol. IV, pp.116-117] non è irrealistico ipotizzare una comunione di intenti tra i Catari e i Templari di Pieusse.
Recuperata la Reliquia, le sette donne sono guidate da de Fos ad imbarcarsi nel porto templare di La Rochelle in direzione di Bari e di qui sbarcano ad Acri. È facilissimo datare la parte finale di questo viaggio: de Fos scrive: "Alcuni mesi dopo, nonostante la tragica notizia della caduta di Gerusalemme decidemmo di imbarcarci da Bari per la Terra Santa ma quando sbarcammo ad Acri sapemmo della tragedia: un mese prima le forze cristiane erano state massacrate a La Forbie, dove perì anche il nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria; la speranza di recuperare Gerusalemma era perduta."
La datazione è quindi elementare: i turchi irruppero a Gerusalemme l'11 luglio 1244 e la cittadella si arrese il 23 agosto, mentre la sconfitta di La Forbie a cui sopravvissero solo il patriarca di Gerusalemma e il Montfort, signore di Tiro è del 17 ottobre. ([Ru] pp.877-879)
Giunti in Terra Santa, de Fos si rivolge al fratello del de Vichiers perché provvedesse ad occultare la reliquia; il de Vichiers coinvolge un altro Teamplare, il de Sonnac, il quale li mette in contatto con gli Assassini. Essi offrono come nascondiglio una tomba nelle rovine di Petra, azionata con un meccanismo segreto che viene rivelato alle sette custodi, ad ognuna delle quali consegnano anche un medaglione.
Le donne si separano per ritornare in Europa ma una di loro viene catturata dal Signore di Tiro, Filippo Montfort (nipote del Simone che stava conducendo la crociata contro i catari). Apparentemente il Montfort avrebbe quindi scoperto il ruolo del de Vichiers e del de Sonnac in questo occultamento.
Valga per quello che valga questa storia, essa sembra rivelare una spaccato politico inaspettato. Infatti alcune affermazioni del di Fos potrebbero offrire curiose prospettive di indagine.
Si potrebbe quasi ipotizzare un conflitto interno tra i gruppi dirigenti della Terra Santa, o meglio due partiti occulti impegnati in una battaglia senza quartiere: da una parte un gruppo templare che fa riferimento ai Grandi Maestri Guillaume de Sonnac (1247-1250) e de Vichiers (1250-1256); dall'altra parte, il Signore di Tiro, Filippo Montfort, e il Gran Maestro Richard de Bures (1244-1247) che successe ad Armand de Perigord (1232-1244) defunto a La Forbie ([Ru] p.878).
Dal modo in cui il de Fos descrive la situazione, sembra che il de Sonnac ed il de Vichiers gestissero all'interno del Tempio una fronda segreta che aveva degli stretti rapporti sia con i Catari tramite la casa di Pieusse ed il fratello del de Vichiers, sia con gli Assassini.
In questa fronda segreta forse è entrato anche il de Fos e viene il sospetto che il suo contributo nel salvataggio del tesoro dei Catari giustifichi le sue promozioni: nel 1247 il de Sonnac diventa Gran Maestro e de Fos viene nominato Maestro di Provenza l'anno dopo; nel 1250 diventa Gran Maestro de Vichiers e affida a de Fos l'Inghilterra dove pare che egli abbia introdotto pratiche eteredosse ([Ou] p. 28).
Quale potesse essere il tenore del loro credo è difficile immaginarlo; sicuramente molto eterodosso, se il de Sonac racconta la pia leggenda secondo la quale il Vecchio della Montagna avrebbe consegnato al fondatore dei Templari un "sigillo di grande potere" affinché questo la consegnasse a Bernardo di Chiaravella! Del resto almeno il de Fos è altrettanto ossessionato da questo tema degli "oggetti di potere" quanto i committenti delle indagini del Rahn, e sostiene addirittura che San Bernardo in persona avrebbe affidato a loro il "compito segreto" di "proteggere, custodire e nascondere dai nemici di Dio e dai servi di Satana quegli oggetti potenti che non devono essere rivelati prima dall'ora designata."
Quanto all'altra "ala", la possibilità di valutazione è ancora più scarsa: i Montfort sono sicuramente una mala genia, arrampicatori sociali quasi balzachiani (sorella mandata nel letto del re, matrimoni che garantivano l'accesso ai centri di potere, tradimenti, assassinii in chiesa...) ma l'immagine che ce ne offre il de Fos sembra quasi una caricatura: per riuscire ad interpretare la crociata contro gli albigesi come un tentativo per mettere la mani sulla "Reliquia di Giuseppe" e tutti gli scontri tra il Signore di Tiro ed i Gran Maestri come una vendetta per il loro aver occultato l'oggetto, bisogna essere davvero molto, ma molto paranoici (almeno quel tanto da poter credere davvero che si tratti del Graal!).
Per poter leggere tutti gli avvenimenti senza la lente deformante della paranoia e l'ossessione per questo "oggetto di potere", basta del resto conoscere la "storia di famiglia": il comportamento del Montfort non è nient'altro che una banale occupazione dei centri del potere con tutti i mezzi leciti (e soprattutto illeciti).
Le vittime, naturalmente, erano i Grandi Maestri del Tempio: se (come stiamo ipotizzando) essi erano i rappresentanti di spicco di questa frangia eteredossa, forse convinti di essere i custodi del "tesoro dei Catari" affidatogli da San Bernardo, è anche chiaro che essi si siano sentiti minacciati, abbiano fatto un patto comune ed attivato la paranoia di gruppo.
Ma, pur facendo tutte le tare sulla testimonianza del de Fos, è evidente che a cavallo del 1250 queste due forze si sono combattute senza tregua
Il racconto del de Fos parte col massacro di La Forbie a cui muore tutta la classe dirigente del Regno, compreso il Gran Maestro Armand de Perigord; sopravvivono solo il Patrarca ed il Montfort; non è da scartare l'ipotesi che il sospetto del de Fos sia fondato e che il Montfort abbia approfittato della situazione per far nominare come Gran Maestro un suo fantoccio come il de Bures. Del resto il de Fos arriva a Gerusalemme e si mette subito in contatto con gli uomini di spicco di questa frangia eterodossa: la sua visione degli avvenimenti è quindi direttamente influenzata da quella del de Sonnac e del de Vichiers, ossia dei filo-catari convinti.
Si fantastica oggi di un' "eredità dei Templari" tramandata esotericamente tramite la massoneria; è abbastanza affascinante notare che in questa "tradizione" i ventitre Gran Maestri dei Templari (per la cui lista si veda [De])sono ridotti a 22, ossia altrettanti quanti gli Arcani maggiori dei Tarocchi, e che in questa lista sia stato eliminato proprio il de Bures, il fantoccio del Montfort. Verrebbe voglia di fantasticare che l'ala filo-catara con i suoi interessi esoterici e la loro ossessione per "oggetti di potere" stia dietro questa tradizione e che, nelle sue esigenze numerologiche, abbia sacrificato il "traditore".
Ma tornando dalla fantasia alla realtà, il de Bures muore nel 1247 senza lasciare nella storia neanche una nota a piè di pagina (non è neppure listato negli indici della documentatissima storia del Runciman [Ru]!) e l'ala filo-catara riprende il controllo dell'Ordine con la nomina a Gran Maestro del de Sonnac, ma l'anno dopo arriva in Terra Santa San Luigi, il nono re di Francia con quel nome. Il re costrinse le forze di Terra Santa nella disastrosa avventura di Damietta, dove il de Sonnac morì nella sconfitta di Mansura e fu sostituito dal de Vichiers.
Tra il re e il Gran Maestro si giunse ben presto ad un incidente politico; opponendosi alla linea di trattative sviluppata dall'Ordine, il Re pretese che questa politica fosse sconfessata pubblicamente e che il Maresciallo Ugo di Jouy che aveva gestito le trattative venisse bandito dalla Terra Santa. Di conseguenza il Capitolo dell'Ordine decise di deporre il de Vichiers ([De], pg. 193; [Ru], pg. 905; [Bo], pg.148). La storia ben nota e raccontata dal Joinville è riferita nella sua seconda lettera dal de Fos che attribuisce questi avvenimenti allo zampino del Montfort; difficile valutare la sua testimonianza, quella di un uomo convinto che la sua setta esoterica avesse un incarico da parte di San Bernardo in persona, e probabilmente convinto che San Luigi sia stato mandato in Testa Santa "dai nemici di Dio e dai servi di Satana" per mettere le mani sull' "oggetto di potere".
Allo stesso modo è impossibile valutare la sua affermazione secondo la quale l'uccisione del Montfort da parte degli Assassini, avvenuta il 17 agosto 1270 e il cui mandante secondo gli storici era il Sultano Baybars ([Ru], pg.968, [Le] pg. 151], rappresenterebbe veramente l'ultimo capitolo di uno scontro tra queste due fazioni all'interno del gruppo dirigente di Terra Santa. È comunque un dato di fatto che la sua uccisione liberava Baybars "dal più autorevole tra i nobili franchi" (Ru], pg.968) ed è quindi realistico supporre che questa sua posizione sia stata ottenuta anche grazie alla sua vittoria contro la fazione guidata dal de Vichiers ottenuta grazie all'intervento di San Luigi.
Se la si sfronda dagli aspetti settari e non ci si lascia incantare dalla favolistica templare, il carteggio contenuto nell'archivio del Fondo Malnipote può essere il punto di partenza per un'analisi dei conflitti interni del gruppo dirigente di Terra Santa negli anni del declino iniziato dalla caduta di Gerusalemme e la morte del de Perigord e concluso con la caduta di Acri.
Da un altro punto di vista, la testimonianza di Roncelin de Fos ci attesta stretti ed espliciti legami tra Catari, Templari ed Assassini intorno ad un coagulo di elementi settari ed esoterici che potrebbe gettare anche una certa luce nella cosiddetta "tradizione" pseudo-massonica.
[Bo] G. Bordonove, La vita quotidiana dei templari nel XIII secolo, Rizzoli (1994)
[De] A. Demurger, Vita e morte dell'ordine dei Templari, Garzanti (1987)
[Le] B. Lewis, Gli assassini, Mondadori (1992)
[Ra] O. Rahn, Crociata contro il Graal, Barbarosa (1979)
[Ro] M. Roquebert, L'epopee cathare, vol.IV, Privat (1989)
[Ru] S. Runciman, Storia delle Crociate, Einaudi (1966)
[Ou] R. Oursel, Le proces ds templiers, Paris (1959)
A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos
Mio caro fratello in Cristo,qui ad Acri, posso oggi scriverti per riferirti il successo della missione che mi affidasti il giorno della nascita del Nostro Signore nell'anno 1243 quando il diacono dei Buoni Uomini, Pierre Bonnet, giunse alla nostra Casa e chiese il nostro aiuto per proteggere il loro Tesoro.
Tu mi affidasti l'impegno di accompagnare e scortare le Buone Dame e la loro Reliquia al nostro Tempio e consegnarla segretamente a tuo fratello.
Partii la sera stessa dalla nostra casa di Pieusse e fui guidato dal Buon Uomo Bonnet fino alla grotta fortificata di Niaux, dove protette da un Buon Uomo trovai sette Buone Dame.
La notte stessa ci separammo: mentre i due Buoni Fratelli continuavano il loro cammino per nascondere il resto del loro tesoro, le dame viaggiarono, protette da me, su un carro con la Reliquia di Giuseppe.
Seguendo il tuo suggerimento, per confondere gli eventuali inseguitori non ci dirigemmo verso i nostri porti del Mediterraneo ma andammo fino a La Rochelle dove ci imbarcammo per Bari; ritenni infatti più prudente sbarcare in Terra Santa proveniente dalla Sicilia e non dalla Francia.
Alcuni mesi dopo, nonostante la tragica notizia della caduta di Gerusalemme decidemmo di imbarcarci da Bari per la Terra Santa ma quando sbarcammo ad Acri sapemmo della tragedia: un mese prima le forze cristiane erano state massacrate a La Forbie, dove perì anche il nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria; la speranza di recuperare Gerusalemme era perduta.
Arrivato, fortunatamente, seguii di nuovo il tuo consiglio: invece di rivolgermi al Gran Maestro mi rivolsi direttamente a tuo fratello Renaud e questi, quando seppe di cosa si trattasse, mi fece giurare di non farne parola al nuovo Gran Maestro, Richard de Bures, uomo molto amico (e secondo tuo fratello prezzolato) del signore di Tiro, Filippo Montfort, nipote di quel Simone che sta combattendo contro i Buoni Uomini.
La crociata contro il conte di Tolosa, mi spiegò tuo fratello, è stata scatenata da forze malvagie per impossessarsi della Reliquia di Giuseppe e tuo fratello sospetta addirittura che la nomina del Gran Maestro sia stata favorita da queste forze per recuperare altri potenti oggetti che noi Templari proteggiamo, custodiamo e nascondiamo dai nemici perché non siano rivelati prima dall'ora designata.
Tuo fratello si rivolse invece ad un altro fratello, Guillaume de Sonnac, di cui aveva assoluta fiducia; la tremenda situazione in cui si trovano oggi i cristiani sotto gli attacchi di Satana è dimostrata dal fatto che tuo fratello decise, con l'avvallo di Guillaume, di chiedere aiuto agli infedeli, ai seguaci del Saggio della Montagna.
Per calmare i miei scrupoli per questa alleanza con i nemici, non solo mi convinse che il Saggio era più amico nostro che il Montfort, ma mi mostrò un documento straordinario: in esso il nostro fondatore racconta che alla sua morte il Saggio della Montagna gli aveva inviato un sigillo di grande potere magico chiedendogli di nasconderlo e proteggerlo dai seguaci di Satana; perplesso il nostro fondatore era partito per la Francia per consegnarlo al santo uomo che ha redatto la nostra regola. Ma il santo abate ebbe parole di onore per il Saggio e ordinò al nostro fondatore di custodire questo oggetto.
Sappi che il sigillo e la documentazione alla morte del nostro Gran Maestro Armand, che Dio lo abbia in gloria, sono stati nascosti da tuo fratello e da Guillaume che temono le trame del Montfort. Tale sono gli intrighi di Satana che per difendersi bisogna essere "prudenti come serpenti".
I seguaci del Saggio della Montagna, contattati da tuo fratello accompagnarono lui, me e le sette Buone Dame fino alla Valle di Mosè.
Lì vidi una meraviglia che mi lasciò senza fiato: una montagna in cui sono stati scolpiti e scavati templi e palazzi e chiese e tombe.
Lì i seguaci del Saggio ci guidarono ad un altare scavato sul fianco della montagna sulla cima del quale era inciso un simbolo che ti disegno:
(Il disegno è quello del simbolo dell'infinito; ognuno dei due cerchi contiene il simbolo di un otto; ognuno dei quattro cerchi degli otto contiene un punto spesso. N.d.E.)
I seguaci del Saggio ci mostrarono come l'altare può aprirsi: è necessario introdurre contemporaneamente in ognuno dei quattro buchi al centro dei cerchi un medaglione dalla foggia curiosa
Consegnarono quindi una di queste chiavi a ciascuna delle sette Buone Dame che deposero nella tomba la Reliquia di Giuseppe.
Voglia Dio che resti per sempre nascosta e protetta dagli attacchi di Satana fino all'ora designata per la sua rivelazione, nonostante una possibile minaccia. Una delle sette Buone Dame fu infatti catturata dal signore di Tiro e torturata a morte, che Dio abbia pietà della sua anima. Il signore è venuto quindi in possesso di una delle chiavi ed è a conoscenza del ruolo di tuo fratello, mio e dei seguaci del Saggio a fargli perdere per sempre la reliquia per la quale la sua famiglia ha versato tanto sangue innocente.
A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos
Mio caro fratello in Cristo,devo scriverti notizie dolorose e che straziano il mio ed il tuo cuore.
Forse ti è già giunta la notizia della tragica morte di tuo fratello, che Dio lo abbia in gloria, insieme a malevoli commenti.
Sappi che tuo fratello è immune delle macchie di cui è accusato: la sua sola colpa è quella di aver seguito il compito che ci era stato affidato dal sant'uomo Bernando che scrisse la nostra regola e ci impose di proteggere, custodire e nascondere dai nemici di Dio e dai servi di Satana quegli oggetti potenti che non devono essere rivelati prima dall'ora designata.
Quando Re Luigi sbarcò a Cipro si crearono subito degli scontri nella gestione delle operazioni tra il Re che voleva agire immediatamente e i nobili locali (tra cui il nostro Gran Maestro Guilleume) che suggerirono prudenza. Lo scontro divenne più duro quando il re ordinò al Gran Maestro di cessare le trattative col sultano di Damasco.
La campagna in Egitto del Re, fu una follia militare e causò la morte del nostro Gran Maestro Guilleume, che Dio lo abbia in gloria, e si concluse con la cattura del Re.
Liberato il Re e tornato ad Acri, Luigi, istigato da Filippo Montfort, pretese che il maresciallo del Tempio, Ugo di Jouy, il quale aveva trattato col sultano per ordine del Gran Maestro Guilleume, venisse rimosso e bandito dalla Terra Santa. Tuo fratello fu costretto a cedere ed Ugo divenne maestro in Catalogna.
Quando il Re lasciò Acri e tornò (finalmente!) in Francia, Filippo Montfort colpì di nuovo: i suoi seguaci nel Capitolo, nel corso di una deliberazione segreta, deposero tuo fratello.
Due giorni dopo, tuo fratello fu trovato ucciso.
Non ho dubbi su chi abbia mosso la mano dei sicari.
Come non ho dubbi su chi ha fatto girare voci sui rapporti tra tuo fratello e i mussulmani.
È vero che tuo fratello da sempre ebbe stretta collaborazione con i seguaci del Saggio della Montagna, ma io, che fui il suo amico e il suo servitore, ti giuro che il suo obbiettivo in ciò era difendere la Terra Santa e seguire il compito segreto affidato a noi dal sant'uomo Bernardo.
E sappi che tuo fratello mi insegnò che noi, i Buoni Uomini e il Saggio della Montagna in questo santo compito siamo stati da sempre alleati.
Sappi dunque che tuo fratello è morto per compiere il nostro compito segreto ed è stato ucciso dall'uomo della stirpe che Satana ha generato sulla terra per recuperare quegli oggetti di potere che non devono essere rivelati prima dall'ora designata.
A Richard de Vichiers da Roncelin de Fos
Mio caro fratello in Cristo,mi sembra doveroso farti sapere che tuo fratello è stato vendicato.
Alcuni giorni fa un seguace del Saggio della Montagna, fingendosi un convertito al cristianesimo entrò nella cappella dove Filippo di Tiro e suo figlio Giovanni stavano pregando e pugnalò entrambi.
Giovanni è sopravvissuto mentre l'anima di Filippo ha raggiunto il suo sovrano Satana.
Si dice qui che la mano è stata armata dal sultano dell'Egitto ma io credo che il Saggio abbia voluto vendicare il suo fratello e proteggere ulteriormente il segreto della reliquia di Giuseppe.
----------------Confutazione del Libro del Battesimo di Fuocohttp://tradizionetemplare.blogspot.com/ ... mo-di.htmldi Marco Moretti
(
http://www.paxpleroma.it)
Un singolare falso di origine massonica, presentato come Regola Segreta dei Cavalieri Templari, circola da qualche secolo.
E' noto come Libro del Battesimo di Fuoco o Regola Segreta;
il titolo completo è Il Libro del Battesimo di Fuoco o riguardo gli Statuti segreti redatti per i Fratelli dal Maestro Roncelinus.
Incredibile a dirsi, qualcuno lo ha anche preso sul serio.
Lo stesso Runciman, ottimo autore, sembra che l'abbia ritenuto autentico e che abbia pubblicato un libro sull'argomento.
Questo a dispetto delle gravi inconsistenze che la Regola in questione contiene.
Il testo fu ritrovato negli archivi del Vaticano verso la fine del XVIII secolo da Friederich Münter, il vescovo cattolico di Copenhaghen (alcuni riportano nel 1780, altri nel 1794). In quell'epoca la Massoneria fioriva, e documenti di questo tipo venivano chissà come alla luce un po' dovunque. La Regola non mi è nota nella versione originale in latino, ma soltanto in alcune sue traduzioni reperibili in rete, compilate in inglese, in francese moderno e in castigliano. Tuttavia, va notato che queste diverse versioni sono congruenti: in alcuni casi saltano all'occhio grossolani errori di trascrizione che fanno pensare ad un'unica fonte.
Il Libro del Battesimo di Fuoco sarebbe opera di Matthieu de Tramlay e di Robert de Samfort, Procuratore del Tempio in Inghilterra. Secondo quanti lo reputano autentico, dovrebbe risalire al XIII secolo. E' diviso in due parti, una formata da 31 articoli e l'altra da 20. La prima parte è la Regola dei Fratelli Eletti (firmata Matthieu de Tramlay), datata 1205, mentre la seconda è la Regola dei Fratelli Consolati (firmata Robert de Samfort), datata 1240.
Cominciamo ad analizzare il titolo dell'opera.
Chi è il Maestro Roncelinus?
Il nome è una latinizzazione di Roncelin de Fos.
Questo personaggio vive una vita spettrale nel fantomatico cosmo della Disinformazione.
Scarse le sue attestazioni in documenti autentici dell'epoca, è poco più di un nome, un capro espiatorio che vegeta rivestito di pixel negli antri cyberspaziali. Mentre è arduo trovare notizie di questo nobile negli archivi, è oltremodo facile imbattersi in una sua menzione in un qualsiasi sito misteriologico.
Secondo la versione più comune, questo Roncelin sarebbe stato testimone degli orrori della crociata di Simon de Montfort, in particolare al massacro di Béziers e alla battaglia di Muret, e avrebbe quindi maturato la convinzione che ad avere la Verità non fosse la Chiesa di Roma, ma la Chiesa Catara. Avrebbe allora cominciato ad importare nell'Ordine Templare gli insegnamenti dei Buoni Uomini. Quest'ipotesi sarebbe tra l'altro difficile da sostenere, dato che anche se si reputasse genuina la Regola degli Eletti, questa sarebbe stata redatta qualche anno prima del bando stesso della nefasta crociata. Siccome sembra che Roncelin de Fos sia nato nel 1198, così quando Montfort cominciò la guerra avrebbe dovuto avere undici anni!
Dato che molti reputano il documento come la prova del nesso tra Templari e Catari, è necessario passarlo al vaglio. Evidenziamo i punti più contraddittori della Regola degli Eletti.
L'articolo 10 afferma: "Saranno esclusi rigorosamente i discendenti di Arefasto, servitore del Duca di Normandia Riccardo II, che, per suo tradimento, ha causato il martirio di Stefano e di Lisoio a Orléans: chierici o laici, che essi siano esclusi dalla Fratellanza degli Eletti fino alla settima generazione".
I fatti ai quali allude l'articolo 10 sono avvenuti nel XI secolo. Per saperne di più si rimanda all'articolo "Lo strano caso dei Canonici di Orléans". Orbene, se ammettessimo per vero questo testo, dovremmo dedurre che tra i Templari sopravviveva proprio la setta dualista di Stefano di Orléans. Purtuttavia ci sarebbe da chiedersi come mai la Regola non escludesse anche i discendenti del Duca di Normandia e del Re Roberto il Pio che aveva materialmente ordinato il martirio dei Protocatari in questione. Sarebbe anche interessante capire come mai di tutti gli assassini macchiatisi dell'uccisione di Buoni Uomini, soltanto questi meritassero l'interdetto. Visto che il pronipote di un compagno di Ugo di Payns ha perseguitato con ferocia i Catari di Reims nel XII secolo, sembra come minimo profilarsi una certa incoerenza.
L'articolo 11 afferma: "Rituale di ricevimento degli Eletti: giuramento di custodire il segreto dell'Ordine, la minima indiscrezione sarà punita con la morte. L'Iniziatore bacerà successivamente il neofita sulla bocca, per trasmettergli il soffio, sul plesso sacro, che comanda la forza creatrice, sull'ombelico, e infine sul membro virile, immagine del principio creatore maschile".
Tutto ciò è incompatibile con il Catarismo, che reputa ogni giuramento malvagio, e che identifica nel principio creatore della sessualità il Male Assoluto. Già Stefano di Orléans e Lisoio vedevano nella carne e nella sua generazione la radice dell'universo di Satana, quindi se ammettiamo per vera la Regola, dobbiamo ammetterne anche l'insostanzialità.
Gli articoli 12 e 13 sono di stampo docetista: si afferma che Cristo non è nato, né morto né resuscitato, e si prescrive il calpestamento della croce. Eppure l'articolo 14 definisce Cristo "Figlio di Maria" in netto contrasto con il dogma cataro. Dio viene definito Creatore. Inoltre si afferma: "Noi pieghiamo le ginocchia davanti al Padre di Tutto, dal quale viene la paternità del Cielo e della Terra". Sembra una riedizione del Simbolo di Nicea, che definisce Dio creatore del Cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Il Catarismo invece afferma che Dio creò le cose visibili al cuore e invisibili agli occhi.
L'articolo 22 afferma: "E' inutile digiunare. Il Templare è esentato dalla quaresima e dagli altri digiuni, ma deve stare attento a non scandalizzare altre persone. Tutto è puro per i puri. Mangiate la carne e ringraziate Dio che vi dona l'abbondanza".
In questo passo della Regola si rilevano forti influenze del Libero Spirito a proposito del consumo di carne: inutile far notare che tale impostazione è assolutamente incompatibile con il Catarismo. Come si può vedere, queste prescrizioni ricalcano come se fossero fotocopie le dottrine di Amalrico di Bène, quando affermano che tutto è puro per i Puri. Quanto diversa è l'impostazione ideologica rispetto a quanto affermavano i Buoni Uomini! Se per i Catari è inutile che un semplice credente digiuni, per chi ha ricevuto il Consolamentum l'astinenza dalla carne vale sette giorni su sette. Inoltre la dottrina catara afferma che è inutile pregare o ringraziare il Vero Dio per l'abbondanza terrena, perché è Satana che genera il cibo per nutrire il corpo degli uomini.
L'articolo 24 menziona ancora Stefano di Orléans e Lisoio: "Se voi passate da Orléans, andate piamente verso le mura della città dove i gloriosi martiri della Scienza Divina, Stefano e Lisoio, assieme ad altri dieci figli dei nostri Padri, sono stati cremati su ordine del Re, Roberto il Pio, e dei vescovi".
Quegli stessi Protocatari condannavano il consumo di carne. La loro Scienza Divina era la stessa identica predicata e messa in pratica dai Catari di Reims, non si vede cosa potesse distinguerli.
L'articolo 25 cita Tertulliano, che condannava Marcione e ironizzava raccomandandogli di lasciarsi morire di fame per curare il suo orrore verso il mondo materiale. "Noi laici, non siamo noi stessi dei preti?" Ma per i Catari è il Battesimo di Spirito che fa il Cristiano, mentre il credente è sotto il potere di Satana. Non si capisce perché questi Templari Eletti, se la loro fede fosse davvero stata catara, avrebbero citato Tertulliano, nemico della Conoscenza del Bene, e negato la struttura stessa di ogni società dualista.
L'articolo 28 parla dei libri che la Biblioteca del Tempio deve possedere, citando tra questi gli scritti di Amalrico di Bène, a conferma del già citato articolo 22, e le ritiene "tesori di saggezza". Nessun Buon Uomo avrebbe questa opinione di una qualsiasi opera panteista.
Passiamo alla Regola dei Consolati.
L'articolo 5 dice: "Voi che siete il vero Tempio di Dio, costruito sulle fondamenta della saggezza e della Santità antiche, sappiate che Dio non fa alcuna differenza tra le persone: Cristiani, Saraceni, Giudei, Greci, Romani, Franchi e Bulgari, perché ogni uomo che prega Dio è salvo".
Il Catarismo afferma il contrario: esiste Salvezza solo nella Chiesa di Dio tramite il Consolamentum. Solo i Catari sono salvi, mentre gli altri o sono demoni (dannati in eterno) o sono esseri umani privi della Conoscenza del Bene (che quindi trasmigreranno finché non rinasceranno Catari). Solo i Buoni Uomini possono recitare il Pater, mentre i non consolati e i cattolici che lo fanno sono in peccato mortale.
Per l'articolo 7, "A voi che siete Santi, tutto è permesso. Nonostante ciò, non dovete abusare di questa licenza".
Questa è ancora una volta dottrina del Libero Spirito, non Catarismo. Un Buon Uomo perde il Consolamentum se rompe un uovo, se si masturba o se ingerisce anche una minima particella di carne. Invece un Templare Consolato sembra che possa abbandonarsi ai piaceri carnali essendo immune dal peccato, proprio come affermava Amalrico di Bène.
L'articolo 8 dice che "Ci sono Consolati in ogni parte del mondo", e cita tra questi "i Buoni Uomini di Tolosa, i Poveri di Lione, gli Albigesi, quelli di Verona e di Bergamo, i Bajolesi di Galizia e di Toscana, i Begardi e i Bulgari". Inoltre sostiene che "Là dove costruirete grandi edifici, fate i segni di riconoscimento e troverete molte persone istruite da Dio e dalla Grande Arte".
Costruttori, segni di riconoscimento, Grande Arte, siamo in pieno dominio massonico. Sorvoliamo pure sul fatto che Valdesi e Fratelli del Libero Spirito non sono affatto Consolati e le loro dottrine non equivalgono affatto a quella dei Buoni Uomini.
Il rituale del Consolamentum descritto nell'articolo 13 è molto fantasioso e non ha nulla di cataro. Si prescrive la recita di un'antifona tratta dal Deuteronomio, che notoriamente era ritenuto dai Buoni Uomini un testo diabolico. Il giuramento di silenzio, obbedienza e fedeltà è pur sempre un giuramento, e in questa forma non avrebbe mai potuto essere pronunciato.
Articoli 14, 15 e 16: "La prima preghiera è quella di Mosè: Magnificetur, fortitudo Domini..., seguita dalle parole: Dixit que Dominus vivo ego et implebitur gloria Domini universa terra. Quindi il Precettore tagli un pelo della barba, dei capelli e l'unghia dell'indice destro del neofita, dicendo: Servi Dio, e soffrirai più nel tuo cuore che nel tuo corpo in segno dell'Alleanza di Dio con lo Spirito dell'uomo".
Per i Catari, Mosè era un demone. Il concetto di Alleanza implica un patto tra forze tra loro incompatibili perché di diversa origine. In questo senso si parla dell'Alleanza tra un popolo della terra e il Dio Straniero (Iehova Satanas).
Naturalmente non poteva mancare qualche menzione di Baphomet. "La terza preghiera detta di Baphomet è quella di apertura del Corano, che porta il nome di Fatiha". L'ipotesi sposata dall'autore del manoscritto è quella che identifica Baphomet con Maometto. Allora come mai si usa la forma alterata del suo nome mentre si riporta correttamente la parola araba Fatiha?
L'articolo 18 afferma in buona sostanza il Principio della Convergenza delle Fonti Dottrinali, su cui si fonda l'esoterismo massonico: "Il neofita è condotto agli archivi dove gli si insegna la Scienza Divina, di Dio, di Gesù Bambino, del vero Baphomet, della Nuova Babilonia, della natura delle cose, della Via Eterna della Grande Filosofia, Abrax(as) e i talismani".
Curioso è l'articolo 19, che parla esplicitamante dell'Alchimia: "E' proibito nelle case in cui tutti i Fratelli non sono Consolati o Eletti di lavorare certi materiali mediante la Scienza Filosofica, e dunque di trasformare i metalli vili in oro e in argento".
Sembra davvero poco credibile che i Cavalieri del Tempio fossero interessati alla fantomatica Pietra Filosofale: l'idea di Templari alchimisti sembra molto più consona all'immaginario del XVIII secolo.
Il testo della Regola è intessuto su anacronismi, incoerenze e luoghi comuni vetusti. Ha in altre parole tutte le caratteristiche di un falso storico di bassa qualità.
Pubblicato da Tradizione Templare il 20.5.16