Cita:
Il Sig. Cecco scrive:
Inoltre pope00 ci spiega la favola di Giuda.
Carissimo amico Cecco, perdonami se questa sera scendo sul frivolo, ma vorrei raccontarti come certe persone giustifcano la contraddizione tra il vangelo di Matteo e gli scritti degli atti degli Apostoli circa il personaggio di Giuda.
"Egli allora, gettate le monete d'argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi." Matteo 27,5
"Giuda dunque comprò un campo con il prezzo dei suo delitto e poi, precipitando, si squarciò e si sparsero tutte le sue viscere." Atti apostoli 1,18
Le due versioni che in realtà, per molti, non si contraddirebbero, ma si completerebbero. Di ciò è convinto tra gli altri Giuseppe Ricciotti, l'illustre biblista autore di una Vita di Gesù Cristo apparsa la prima volta nel 1941 ma ancor oggi tra le più autorevoli e diffuse. Dice: « Della fine di Giuda abbiamo una doppia relazione con interessanti divergenze che sono di particolare valore nel confermare l'identità sostanziale del fatto. Matteo parla solo dell'impiccamento. Luca, invece, ha conservato la tradizione secondo cui Giuda, "divenuto a capofitto, crepò in mezzo, effondendo tutte le sue viscere" ».
Prosegue Ricciotti: « Le due relazioni sembrano riferirsi a due momenti diversi dello stesso fatto: dapprima Giuda si impiccò, quindi il ramo dell'albero o la corda a cui egli era appeso si stroncò, forse per le scosse convulsive, e allora il suicida precipitò in basso ». E dunque, conclude il famoso bíblísta, « sarebbe legittimo immaginare che l'albero fosse sull'orlo di qualche burrone, cosicché la caduta produsse nel corpo del suicida le conseguenze di cui parla la relazione di Luca negli Atti»
Un'altra ipotesi di un noto e stimatissimo Vaticanista contemporaneoSi badi poi che l'uso costante di impiccarsi (e di impiccare) con una corda è cosa moderna. Il latinofurca, da cui la nostra « forca », indica la forcella che fanno due rami divaricandosi tra loro e alla quale si appendeva il cono, senza bisogno di funi. Se questo era il sistema, è chiaro che la soluzione più agevole era proprio lo scegliere una furca che si protendesse sul vuoto, Soprattutto quando la fretta disperata - come nel caso di Gíuda - sconsigliasse l'altra via, più complessa e lunga. Arrampicarsi, cioè, in alto sull'albero e cercare una furca adatta: non troppo vicina al tronco per permettere al corpo di distendersi e abbastanza alta perché i piedi non toccassero per terra.
Comunque (sia che la «forcella» di Giuda si protendesse sul vuoto, sia che stesse in alto, tra le fronde; sia che il disperato abbia usato la cintura dell'abito o la cordicella di peli di capra che stríngeva al capo il turbante), visto che la morte per impiccagione è davvero sempre preceduta da quelle violente contrazioni cui accenna Ricciotti, è davvero impossibile ipotizzare la rottura del sostegno, la « caduta a capofitto » di cui parlanò gli Atti, il violento strisciare (con relativa lacerazione e fuoruscita delle viscere, come ogni medico insegna) contro i temibili spuntoni di roccia che ancor oggi si vedono in quei luoghi o contro quegli altri spuntoní acuminati, di legno, prodotti dalla potatura degli alberi?
e continuaA proposito di particolari spiacevoli, ancora un po' di pazienza: se si guarda bene, il testo degli Atti dice che « si sparsero fuori tutte le víscere», ma non dice che fu il ventre a squarciarsi. Potremmo dunque prendere in considerazione l'osservazione di alcuni medici a proposito del rilassamento di tutti i muscoli, sfintere compreso, che si verifica negli impiccati (è per questo che i carnefici legano loro un sacco attorno ai piedi) con conseguente fuoruscita del contenuto intestinale (indicato qui come «viscere», come altrove nella Scrittura per evitare termini trivíalí)?
e continuaDove è scritto, nei due testi del Nuovo Testamento che ci occupano ora, che Giuda si impiccò proprio ad un albero? e dove è scritto che il suo corpo fu subito scoperto? Perché non avrebbe potuto appendersi in uno dei tanti capanni per gli attrezzi di cui, lo sappiamo con certezza, erano disseminati i dintorni di Gerusalemme? 0 farlo in una grotta o in una delle grandi cisterne o dentro una delle tombe anch'esse attestate in quei luoghi dalla archeologia e dalle fonti antiche?
Perché, dunque, il suo cadavere non avrebbe potuto essere scoperto a distanza di tempo, col ventre già gonfio, anzi già squarciato o per la pressione dei gas interni (evento peraltro raro, stando agli specialisti di medicina legale) o, più probabilmente, per l'azione delle tante volpi e sciacallí che, è certo, circolavano in quei luoghi? (Sansone catturò 300 volpi in un solo giorno, vedi Giudici 15,4, ed erano talmente avide di cadaveri che riuscivano a dísseppellirli nei cimiteri. Confronta, tra l'altro, il Salmo 63,10 s.). Ad appoggio di questa possibilità stanno anche testimonianze antichissime che legano il luogo della morte di Giuda a un fetore cadaverico talmente intenso da impedire il passaggio.
Tale ultima affermazione fu di Papia vescovo di Gerapoli 120 d.c. circa, il quale riferisce che Giuda si gonfiò moltissimo «di modo che laddove un carro passa con facilità, lui non poteva più passare, neanche con la testa», a quel punto il suo corpo sarebbe scoppiato e le sue viscere disperse, e «fino ai giorni nostri nessuno poteva passare da quelle parti senza turarsi il naso per quanto era forte la secrezione della sua carne che si riversava sulla terra.
Cosi il Vangelo di Nicodemo:Entrato in casa per farsi un capestro con la corda e impiccarsi, vide sua moglie che arrostiva un gallo sulla brace, o su di una padella, per poi mangiarlo, e le disse: «Alzati donna, e dammi una fune perché voglio impiccarmi come merito ». Ma sua moglie gli rispose: «Perché dunque dici queste parole?». Giuda le rispose: « Sappi in verità ch'io ingiustamente ho consegnato il mio Maestro Gesù ai malfattori davanti a Pilato affinché sia messo a morte. Ma egli risorgerà il terzo giorno, e guai a noi! ». Ma sua moglie gli disse: «Non dire né pensare cose del genere. Poiché nello stesso modo con cui questo gallo arrostito sulla brace può cantare, così Gesù potrà risorgere, come tu dici». E all'istante, mentre lei parlava, quel gallo allargò le ali e cantò tre volte. Giuda allora, ancora più convinto, con la corda si fece un capestro e andò ad impiccarsi".
Un caro saluto a tutti.