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MessaggioInviato: 03/06/2011, 14:02 
Molto interessante, ero allo scuro di questa più che corretta interpretazione del fenomeno della caccia alle streghe. Grazie Enkidu. [;)]



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MessaggioInviato: 03/06/2011, 17:05 
Grazie, mi scuso per i non pochi errori di battitura, la scelta infelice di alcuni termini e costruzioni sintattiche, e le numerose ripetizioni..... il tempo tiranno e schiavista mi ha impedito di dedicarvi tutta la cura che avrei voluto.


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MessaggioInviato: 04/06/2011, 11:07 
DIANA, ISIDE E LA BEFANA. LE JANARE E L’UNGUENTO DELLE STREGHE. SCIAMANESIMO E STREGONERIA. (1° parte):
Nel precedente post ho cercato di introdurre alla comprensione del fenomeno storico delle streghe, scevro dalla mitologia cattolica che vi si è sovrapposta.
Ora cercherò di approfondire il tema, mostrando i molteplici significati delle leggende sulle streghe e il loro legame con la Dea Madre, nella sua manifestazione come Diana.
Il termine “strega” deriva dal latino “stryx”, che significa strige, civetta, uccello notturno. Tale termine doveva essere appunto dovuto alla credenza che le streghe potessero trasformarsi in uccelli notturni per poter volare al sabba rituale, quando non salivano in groppa a capri o cavalcavano delle scope.
L’espressione ancora oggi in uso del “fare la civetta”, che indica una donna all’apparenza di facili costumi e impegnata a sedurre gli uomini, deriva proprio dall’immagine della strega, la donna-civetta che, lasciando liberi gli impulsi animali nel ballo sfrenato del sabba, diventa una pericolosa seduttrice, almeno secondo la morale cristiana, che già individua in essa il suo nemico, immagine di una femminilità non sottomessa e libera dalle costrizioni imposte da una Chiesa misogina.
Si noti poi che Atena, la Dea poliade di Atene, Dea della Guerra e dell’Intelligenza, immagine di una femminilità aggressiva e libera, possedeva come animale da compagnia appunto una civetta, che ne era il simbolo.
Il massimo centro della stregoneria nell’Italia medioevale pare fu Benevento, la quale divenne poi famosa come “città delle streghe” in tutta la tradizione europea fino ai nostri giorni. Per capire i miti sulle streghe e Diana, è necessario capire i miti provenienti da Benevento, riguardanti la Società di Diana.
Presso Benevento esisteva in un passato remoto un grande noce sacro, detto appunto il Noce di Benevento, dove di notte le streghe si riunivano per celebrare i loro culti. Presso il noce sacro scorreva un fiume chiamato Sabus, da cui appunto sarebbe derivato il nome del sabba, cioè del rito orgiastico in onore di Diana che si svolgeva nel bosco.
Il noce sacro fu fatto abbattere dal vescovo di Benevento durante l’Alto Medioevo, nel tentativo di reprimere i culti pagani delle streghe. Se poi ci sia riuscito, questo è da vedere. D’altra parte, non è stato certo l’abbattimento del noce sacro a far sparire le tradizioni sulla stregoneria, che sono arrivate a noi in forma inaspettata.
Ma vediamo meglio tali tradizioni: c’è un motivo particolare per cui proprio Benevento sarebbe stato il massimo centro del culto stregonesco di Diana in Italia? Ebbene, bisogna innanzitutto dire che Benevento, in mezzo ai verdi monti della Campania, è proprio una delle zone più adatte alla conservazione dei culti della Vecchia Religione, che erano praticati soprattutto dalle popolazioni montanare di contadini e pastori, e si svolgevano in mezzo ai boschi e ai campi, essendo appunto culti dedicati a divinità e spiriti della Natura.
Ma forse il motivo più importante era che un tempo, prima dell’avvento del Cristianesimo, a Benevento c’era stato un importante tempio di Iside, la Dea Madre egiziana il cui culto si era parecchio diffuso in Italia sotto la dominazione imperiale romana, e che era stata facilmente identificata con Diana, come mostra l’opera di Apuleio, “L’Asino d’Oro”, sorta di manifesto letterario del culto di Iside.
Infatti, entrambe erano diventate Dee della Luna, anche se originariamente né l’una né l’altra lo erano.
Iside infatti era in origine semplicemente la moglie di Osiride e la madre di Horus, prima Dea-Regina d’Egitto.
Diana invece in origine era la Dea degli animali e delle piante, dei boschi e delle messi. L’origine del suo nome è controversa, e ci sono due teorie al riguardo.
Una afferma che il nome di Diana deriverebbe dalla radice indoeuropea “deu” che significa “luce”, e che originariamente avrebbe avuto la forma di “Diviana”, come dire “La Luminosa”. Si pensi che anche la parola “dio” deriva anch’essa dall’indoeuropeo “deu”, attraverso la parola latina “deus”. Del pari il nome di Zeus e il termine “theos” (dio) in Grecia, il sanscrito “dyaus” e il germanico Tiu per indicare l’antico nome di Thor, affine a Zeus, indica l’identicazione originaria degli indoeuropei fra divinità e luce.
Secondo tale teoria, dunque, Diana sarebbe stata originariamente una divinità della luce, e non della notte, come sarebbe diventata poi nel Medioevo. La sua “teofania” sarebbe stata la luce del sole che filtra tra i rami del bosco, creando una luminosità mistica e quasi irreale.
Ma oltre a questa interpretazione ce ne sarebbe un’altra, quella che dice che in realtà il nome di Diana deriverebbe o sarebbe legato al latino “ianua”, che significa “porta”. In origine Diana sarebbe stata il corrispondente femminile di Giano, il Dio Bifronte, divinità preposta a sorvegliare appunto le porte delle case.
Mi domando però se le due interpretazioni devono essere viste come contrapposte, o se invece non siano le due facce di un’unica medaglia. Infatti, anche se non sono certo un esperto di filologia, mi domando se il vero significato del nome di Diana non sia dato da “deu” + “ianua”, contratto poi appunto in Diana, e che significherebbe allora “Porta Luminosa”.
Che la porta sia un simbolo femminile, non ci piove. Basti ricordare il fatto che in India, esiste come simbolo della Dea Madre la “yoni”, il simbolo appunto della vagina, contrapposto al “linga”, il simbolo fallico di Shiva, il Dio Padre sposo della Shakti, la Dea Madre.
La somiglianza fra “yoni” e “ianua” è evidente. La vagina è la porta della vita, la porta a cui viene alla luce il nuovo nato. Da notare che Lucina era la Dea dei Parti nell’antica Roma, e sembra che non fosse altro che Diana in una delle sue svariate manifestazioni.
Forse non è un caso che in greco la lettera “delta”, che per noi sta per “d”, iniziale di Diana, sia un triangolo isoscele. Il triangolo (o il trifoglio) è uno dei simboli principali della Dea Madre in Occidente, in quanto un triangolo rovesciato simboleggia appunto il pube femminile, il “Delta di Venere”, ed è da notare che la Diana delle streghe era appunto chiamata anche Diana Trivia, la Dea dei Trivi dove avvenivano le riunioni delle streghe. Il termine attuale “triviale” per indicare qualcosa di sconcio e osceno, deriva anch’esso dalle leggende sulle sfrenatezze sessuali del sabba e l’esaltazione della libera femminilità.
Diana Trivia inoltre era tale anche perché aveva tre aspetti: era la Luna in Cielo, Diana in Terra e Proserpina negli Inferi, cioè dominava tutti i tre regni che per gli antichi costituivano l’universo mondo. La triplicità della Dea Madre dunque può essere interpretata in molti modi: la vagina, la Luna, l’universo, o anche i cicli dell’anno (che un tempo aveva tre stagioni, e non quattro, al pari degli aspetti della Luna o anche dell’essere umano: infanzia, maturità e vecchiaia)
Diana quindi sarebbe stata originariamente una Dea della nascita, della vita in genere, fosse essa vita umana, animale e vegetale, una Dea della luce e della forza vitale che viene da essa. Insomma, la Grande Dea Madre dell’Universo.
Ma vediamo meglio il carattere della Diana delle streghe.
Le streghe di Benevento venivano chiamate “janare”. L’origine del termine è oscuro, e al riguardo ci sono solo ipotesi. A mio parere però non ci vuole un grande sforzo d’immaginazione per pensare che in realtà il significato di tale nome deriverebbe dal latino “ianuariae”, dato che “ianuarius” è il nome latino del mese di gennaio, il nome del primo mese dell’anno, e quindi il mese che “apre” l’anno. Infatti “ianuarius” deriva anch’esso dal latino “ianua”, porta.
Le janare, le streghe di Benevento, sarebbero state dunque “le donne di gennaio”, le donne del mese che “apre” l’anno. Ma perché sarebbe stato così. Semplice. Il mito e la leggenda ci soccorrono e ci chiariscono le idee. Proprio uno dei primi miti che ci hanno insegnato da bambini.
Vi ricordate della Befana? Vi siete mai chiesti chi fosse in realtà?
E con questa piccola provocazione finale, vi lascio, e vi regalo le “chicche” più ghiotte con il prossimo post… portate pazienza. La storia è lunga….


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MessaggioInviato: 04/06/2011, 12:34 
"Mi domando però se le due interpretazioni devono essere viste come contrapposte, o se invece non siano le due facce di un’unica medaglia. Infatti, anche se non sono certo un esperto di filologia, mi domando se il vero significato del nome di Diana non sia dato da “deu” + “ianua”, contratto poi appunto in Diana, e che significherebbe allora “Porta Luminosa”."

Secondo Graves, Eurinome era l'appellativo della dea nella sua epifania lunare. Il suo nome sumerico era Iahu, divina colomba, epiteto che passo poi a Geova (I Miti Greci - Robert Graves)
La colomba è simbolo ricorrente in quasi tutti i culti lunari, e nella religione cristiana è un simbolo associato sia alla Sophia che allo Spirito Santo ( ruha - che in origine è femminile ).
"Le colombe di Diana" è un importate mito alchemico sulla cui interpretazione ancora oggi si dibatte.



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MessaggioInviato: 04/06/2011, 15:29 
Grazie Enkidu per l'ottima analisi.

Diana potrebbe derivare dalla divinità vedica Dyaus, il cielo padre, l'Essere supremo celeste.

La radice indoeuropea d(e)y(e)w indica sia cielo luminoso sia luce del giorno.

"Eurinome partorisce un uovo cosmogonico, poi riprende a danzare mentre Ofione, con le spire avvolte attorno al guscio, lo cova in attesa della sua schiusa.
Quando il guscio si rompe, le due metà del guscio si separano e la metà del superiore diventa il cielo, mentre la metà inferiore diventa la terra."

Questa creazione ricorda una delle creazioni della Tradizione Tantrica.

All'inizio, in verità non c'erano che le acque, l'Onda.

Le Acque desiderarono: Come giungeremo a procreare?

Si sforzarono, arsero di desiderio, e mentre ardevano di desiderio un uovo d'oro si sviluppo in loro.

Ma i tempi non erano pronti e l'uovo galleggiò sulle acque per molto più di un anno.

Durante l'anno nacque un Uomo: Prajapati seguendo i tempi del concepimento normale.

Prajapati ruppe l'uovo, ma poichè non c'era un punto d'appoggio l'uovo galleggiò ancora per un'anno.

Durante quest'anno ebbe il desiderio di parlare, esclamando Bhur (esclamazione ancora usata durante le liturgie, che ricorda il processo creatore cosmico), e fu creata la Terra.

Bhuvar esclamò e fu creato lo Spazio intermedio. Suvar e fu creato il cielo.

Sempre l'uovo nel mito della bisessuata Cibele

"In principio la grande Dea emerse nuda dal Chaos.
Non trovando nulla ove posare i piedi, divise il mare dal cielo e intrecciò sola una danza sulle onde. Danzando si diresse verso sud e il vento che turbinava alle sue spalle le parve qualcosa di nuovo e di distinto, pensò allora di cominciare l’opera della creazione: si voltò all’improvviso, afferrò il vento del nord e lo sfregò tra le sue mani finché apparve un enorme serpente.
La Dea danzava accaldata, danzava con ritmo sempre più selvaggio e il serpente, acceso dal desiderio, l’avvinghiò nelle sue spire e si unì a lei.
Volando a pelo dell’acqua la Dea assunse forma di colomba e poi, a tempo debito, depose l’uovo cosmico.
Ordinò allora al serpente di avvolgere l’uovo per sette volte: il guscio si dischiuse e ne uscirono tutte le cose esistenti. Ma ben presto il serpente si vantò d’essere egli stesso il creatore e irritò così la grande Madre che lo relegò nelle buie caverne.
E’ questo il mito Pelasgico, che alcuni Autori ascrivono ad un’origine anatolica. Si tratta di una versione in accordo con la tradizione indoeuropea degli antichi Veda (i testi sacri degli invasori giunti in India da nord e attraverso le steppe caucasiche). V’è un parallelo con Vinata, dea primordiale che guarda verso dove il limite dell’oceano si unisce con il cielo: dall’uovo cosmico che ella depone nasce un figlio alato il cui primo compito sarà di riscattare la madre dal potere dei serpenti. "

http://www.ilcerchiodellaluna.it/central_Dee_Cibele.htm

"Che la porta sia un simbolo femminile, non ci piove. Basti ricordare il fatto che in India, esiste come simbolo della Dea Madre la “yoni”, il simbolo appunto della vagina, contrapposto al “linga”, il simbolo fallico di Shiva, il Dio Padre sposo della Shakti, la Dea Madre.
La somiglianza fra “yoni” e “ianua” è evidente. La vagina è la porta della vita, la porta a cui viene alla luce il nuovo nato. Da notare che Lucina era la Dea dei Parti nell’antica Roma, e sembra che non fosse altro che Diana in una delle sue svariate manifestazioni."

Il culto della Sacra Yoni è tutt'ora vivo e vegeto, la Dea recita: da me entrano gli uomini ed escono gli Dei.

Notiamo in questi racconti la dicotomia che si è creata nel mondo illusorio e duale nel quale viviamo, dove abbiamo l'impressione di essere una moltitudine, mentre siamo uno e scopo di ogni Viandante è ricercare questa unità.

In india vista come il matrimonio mistico tra la Yoni ed il Sacro Lingam, in occidente ne abbiamo retaggi nelle divinità bisessuate vedasi la greca Hecate, associata anche lei ai culti lunari.

Altro elemento interessante è la correlazione tra antiche divinità induiste e tarde divinità occidentali, è il caso di Shiva che ritroviamo nelle figure di Dionisio e Bacco.


Due parole anche sulla moderna Wicca dato che è stata citata creata da Gerald Gardner negli anni 50, anche se ciò ha poca valenza nella ricerca dei culti femminei avendone distorto o per sana e lucida follia o forse per interessi di ordine sessuale economico il Mito.

Gardner un individuo eccentrico come le sue amicizie e parentele (suo padre aveva l'abitudine di girare nudo sotto la pioggia, e rimanere seduto sui propri abiti sino a quando non tornava il sole. Mentre uno zio spese una fortuna a finanziare ed erigere templi e luoghi di culto destinati a sette protestanti tutte diverse tra loro).

Gardner aveva passato diverso tempo in Estremo Oriente, sino a quando non andò in pensione nel 1936 dall'ufficio dove lavorava come sorvegliante in Malacca.

In lui si fondevano il gusto per esperienze nei campi più oscuri dell'occultismo, e una conoscenza vastissima anche se molto disordinata del folklore inglese e dell'Isola di Man, tanto è vero che era membro della Folk Lore Society, dove aveva preso la malsana abitudine di plagiare opere di ricercatori e studiosi morti da tempo.

Altrettanto imbarazzante era l'abitudine di fregiarsi dal 1950 di titoli come, Philosophiae Doctor, Doctor Litteraum e Master of Arts, di certo non conseguiti in nessuna università del tempo riconosciuta, molto probabilmente acquistati da un certo Temple Bar College di Seattle, noto per fabbricare titoli accademici, anche se da indagini svolte dal ricercatore Francis King tale istituto era chiuso dal 1947 ma possibile che qualche componente facente parte degli Episcopi Vagantes avesse continuato l'opera.

http://www.eresie.it/it/Vescovi_vaganti.htm

Nel 1954 Gardner pubblicò dopo alcuni scritti del genere fantasy il testo Witchcraft Today, che tutto sommato non è una completa aberrazione anche se la casa editrice ne aveva tagliato i passaggi più sconclusionati.

C'è da aggiungere che nel libro aveva aggiunto come principio fondamentale del culto della Madre le pratiche sadomasochistiche (e questa è un'aberrazione dovuta ad una cattiva interpretazione dei dipinti dell'iniziazione Orfica nella Villa dei Misteri a Pompei) , una divinità maschile provvista di corna, intrecci tra Ordine della Giarrettiera e Cavalieri Templari. [8)]

Da non dimenticare anche se poco noto ai più che nel 1943 Gardner pagò molto profumatamente Aleister Crowley per preparargli un nutrito repertorio di riti sessuali compresi quelli sado-masochisti per creare il nuovo culto delle streghe che prese il nome di Wicca.

A proposito di Crowley che sostituì i nomi induisti delle divinità con quelli egizi, bisogna ricordare che non seguiva il culto della Madre credendosi lui stesso tra droghe ed esaltazioni Shiva in persona.

E qua nasce La Wicca siderale rispetto ai culti della Madre, come elemento comune solo il sesso usato come collante tra le persone.

Ma se bastasse fare sesso tutti gli uomini e animali del pianeta sarebbero iniziati ed illuminati.

Povera Madre sempre bistrattata dalle neo religioni, come non bastassero le vecchie.

Fulcanelli dice a proposito delle "Colombe di Diana" che dietro la loro immagine si nasconde la spiritualizzazione e la sublimazione del Mercurio Filosofale.


Ultima modifica di Hynekeniano il 04/06/2011, 15:30, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/06/2011, 19:02 
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Messaggio di Enkidu

Il nome di Demetra pare derivi dalla composizione delle parole “da” e “mater”, cioè “madre terra”. Ella infatti era la Dea delle Messi e quindi della Terra.
Pare che il suo culto sia proseguito fino quasi ai nostri giorni presso i contadini e i pastori delle isole dell’Egeo, a dimostrazione di quanto siano più legati agli antichi culti pagani i contadini, soprattutto nelle comunità più isolate.



Hai per caso qualche notizia o informazione in più su questo?
Per restare in Grecia c'è da dire che la cittadina lacedemone di Mistrà, erede medievale dell'antica Sparta, vide almeno fino ai tempi di Giorgio Gemisto Pletone il culto verso gli Dei olimpici riapparire ora in forma maggiormente palese ora in forma meno palese; Pletone per esempio non ne faceva mistero, avendo cura di distinguere ciò tanto dal cristianesimo che dall'islam. Volevo però chiederti se sai qualcosa in più della sopravvivenza nel folklore della Grecia moderna e ad un livello più popolare, di qualcosa legato ad Eleusi ed al culto di Demetra, fatta esclusione del moderno interesse ritrovato in Grecia verso gli Dei olimpici, dovuto principalmente a Vlassis Rassias e al suo operato, interesse per altro fortemente osteggiato dalla chiesa greco-ortodossa.



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Altro possibile significato per Demetra è "Madre Orzo.

http://www.esonet.it/News-file-print-sid-1201.html

Altro possibile significato è "dedicata a Cerere"

http://digilander.libero.it/gioer/df.html

E ancora potrebbe derivare da “DaMeter”, dove Da sta per Gea, ossia terra.

http://www.acam.it/persefone.htm

Socrate associava il nome Demetra a "il dono del cibo che dà come Madre".

http://books.google.it/books?id=7C6qSBr ... &q&f=false



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quisquis ha scritto:

Cita:
Messaggio di Enkidu

Il nome di Demetra pare derivi dalla composizione delle parole “da” e “mater”, cioè “madre terra”. Ella infatti era la Dea delle Messi e quindi della Terra.
Pare che il suo culto sia proseguito fino quasi ai nostri giorni presso i contadini e i pastori delle isole dell’Egeo, a dimostrazione di quanto siano più legati agli antichi culti pagani i contadini, soprattutto nelle comunità più isolate.



Hai per caso qualche notizia o informazione in più su questo?
Per restare in Grecia c'è da dire che la cittadina lacedemone di Mistrà, erede medievale dell'antica Sparta, vide almeno fino ai tempi di Giorgio Gemisto Pletone il culto verso gli Dei olimpici riapparire ora in forma maggiormente palese ora in forma meno palese; Pletone per esempio non ne faceva mistero, avendo cura di distinguere ciò tanto dal cristianesimo che dall'islam. Volevo però chiederti se sai qualcosa in più della sopravvivenza nel folklore della Grecia moderna e ad un livello più popolare, di qualcosa legato ad Eleusi ed al culto di Demetra, fatta esclusione del moderno interesse ritrovato in Grecia verso gli Dei olimpici, dovuto principalmente a Vlassis Rassias e al suo operato, interesse per altro fortemente osteggiato dalla chiesa greco-ortodossa.


Purtroppo sono disinformato riguardo la sopravvivenza della Vecchia Religione in Grecia, anche se so che fino a poco tempo fa i contadini greci, non mi ricordo se di Creta o Cipro, veneravano una statua di Demetra, e quando essa fu rimossa, protestarono vivamente perché gli era stato tolto un oggetto di culto molto importante per loro.
Attualmente esiste un'associazione neopagana in Grecia, che segue la religione olimpica, ma non so nulla riguardo l'attuale esistenza di culti misterici in Grecia.
Potresti però rivolgerti alla Federazione Pagana, che forse hanno dati in proposito....


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Cita:
Enkidu ha scritto:

La Dea prima di Dio: gli antichi culti dei Baschi.


Per esempio l’idea, prima universalmente accettata, che Nerone fosse stato uno spietato tiranno, pazzo e piromane, che aveva incendiato la sua stessa capitale imperiale. Chi potrebbe adesso non stupirsi di fronte alla verità storica, cioè che Nerone invece fu uno dei sovrani più illuminati di Roma e della storia antica, che guidò Roma al massimo vertice del suo benessere nell’epoca imperiale, e che fece di tutto per salvare Roma dall’incendio, a cominciare dai quartieri dei più poveri? E che tale rovesciamento del suo personaggio storico fu dovuto alla Chiesa, che doveva demonizzarlo semplicemente perché fu il primo imperatore romano a perseguitare i cristiani, considerati da tutti al suo tempo nemici dello Stato e delle sue leggi?




Verissimo; la cinematografia e la televisione inoltre hanno contribuito molto a diffondere l'immagine del Nerone pazzo e sadico. Questo discorso vale più in generale per la romanità, di cui la maggior parte delle persone ha un'immagine molto stereotipata.


Cita:
A scuola, ci è stato insegnato che, con l’Editto di Costantino del 313, che liberalizzò il Cristianesimo su tutto il territorio dell’Impero Romano, il Paganesimo sia poi scomparso nel giro di poche generazioni nei paesi civilizzati d’Europa, soppiantato dal solo Cristianesimo, e che il Medioevo sia stato completamente cristiano, a parte i cosiddetti paesi “barbari”, come la Germania, la Scandinavia e i paesi slavi, non ancora raggiunti dalla civiltà romano-cattolica o da quella bizantina-ortodossa, dove i culti degli antichi Dei continuarono in tutto l’Alto Medioevo, fino alla finale conversione di tutta Europa intorno all’anno 1000, dall’Atlantico agli Urali.
Un altro pregiudizio storico trasmessoci da certi insegnanti, è che gli Dei del Paganesimo, quando è arrivato il Cristianesimo, sarebbero già stati moribondi. Secondo questo pregiudizio, la gente già avrebbe smesso di credere agli Dei dell’Olimpo, amorali e irrazionali, caratterizzati da miti simili a favole surreali, incapaci di dare un senso alla vita umana e senza alcuna dottrina sulla vita eterna dell’aldilà.
Tutte balle, naturalmente.


Certamente tutte balle; il fatto poi che in Grecia i poeti utilizzassero materiale religioso per produrre miti e poesia da una parte è dovuto proprio all'importanza che aveva l'antica religione ellenica in ogni espressione della vita umana, arte compresa, dall'altra rientra nella normale liberalità del mondo antico in fatto di religione, per cui sugli Dei si poteva tranquillamente scherzare e fantasticare (molto lontano dal cristiano "lascia stare i santi").
Chi usa l'argomento degli "Dei libertini" per dare addosso all'antica paganità omette sempre poi di ricordare che i religiosissimi (in senso pagano) romani stigmatizzavano quelli che a loro apparivano eccessi poetici in fatto di rappresentazione degli Dei come "graeca fabulositas", senza dimenticare poi del contributo del platonismo nell'indicare un uso ed un'esegesi del mito che andava ben al di dà delle forme esteriori dello stesso.

La religione esteriore poi non era mai veramente disgiunta dalla sua componente misterica. Le due cose non possono essere contrapposte, sono complementari. La seconda, toccando in profondità la struttura psicofisica dell'uomo, non poteva essere rivolta a tutti, ma solo a coloro che davvero potevano e volevano andare oltre. La prima si articolava in molte componenti, etniche e "claniche", cittadine,municipali, rurali,gentilizie, famigliari, private. Era un tutto organico ed integrato a più livelli in modo che ogni aspetto della vita sia individuale che sociale fosse sacralizzato, dal pubblico al privato alle tematiche più strettamente misteriche e legate al post-mortem, quindi più sganciate dalla vita quotidiana e dai suoi ritmi ed esigenze.



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Cita:
Enkidu ha scritto:

Purtroppo sono disinformato riguardo la sopravvivenza della Vecchia Religione in Grecia, anche se so che fino a poco tempo fa i contadini greci, non mi ricordo se di Creta o Cipro, veneravano una statua di Demetra, e quando essa fu rimossa, protestarono vivamente perché gli era stato tolto un oggetto di culto molto importante per loro.



Bene, grazie. Io invece so della credenza riguardo la creduta manifestazione di Demetra come vecchietta (classico modo di apparire della Dea in questione) ad Eleusi e dintorni in tempi relativamente recenti, in un contesto moderno. Sono cose da approfondire con la dovuta pietas.



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MessaggioInviato: 04/06/2011, 22:54 
Demetra da vecchia rappresenta il 3° stadio della triade Femminea.

Sei certo che ci siano ancora culti di Demetra non inficiati di new-age o Wicca?


Ultima modifica di Hynekeniano il 04/06/2011, 22:54, modificato 1 volta in totale.


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Enkidu ha scritto:

In tale libro afferma di aver scoperto i segreti della cosiddetta “Vecchia Religione”, cioè la religione praticata in Italia prima dell’avvento del Cristianesimo, la Nuova Religione, e che era sopravvissuta in Toscana e in Romagna, soprattutto fra i monti e le valli dell’Appennino, nei luoghi più isolati.



Pensando alle montagne che dividono l'Emilia Romagna dalla Toscana mi vengono sempre in mente da un lato le Alpi Apuane, vero luogo di "frattura" geografica considerato propizio per "salti" interiori ancora fino ai primi decenni del '900, dall'altro l'etrusco monte Falterona col suo suggestivo "lago degli idoli".

Poi, da un punto di vista più prosaico, non posso non notare l'attrazione del regista Pupi Avati per l'appennino tosco-romagnolo, in cui ha ambientato diversi film tra cui il canovaccio dell'arcano incantatore (girato però in Umbria); di quest'ultimo film, di grande suggestione, mi dispiace però che la magia sia vista esclusivamente in chiave orrorifica, penso per via della formazione culturale marcatamente cattolica del regista stesso, peraltro molto sensibile alle influenze sottili di quei luoghi, che avrebbero potuto (se lui fosse stato più aperto) ispirargli pensieri più luminosi della solita declinazione in chiave horror della magia stessa.

Infine come non notare che la Romagna fin dal nome stesso porta marcato il nome di Roma (per via del suo ultimo legittimo erede Bisanzio) e che la Toscana ovviamente, oltre ad avere una potente connessione con la nascita di Roma stessa, è stata la culla della civiltà etrusca? In fondo Pletone era venuto per Firenze ed è sepolto a Rimini. Potenza dei luoghi nei corsi e ricorsi storici d'Italia.



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MessaggioInviato: 04/06/2011, 23:10 
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Hynekeniano ha scritto:

Demetra da vecchia rappresenta il 3° stadio della triade Femminea.

Sei certo che ci siano ancora culti di Demetra non inficiati di new-age o Wicca?


Non ho mai detto che ci sono culti a Demetra non inficiati da new-age o wicca. Ho al contrario chiesto se nel folklore greco, quindi a livello popolare, ci fosse qualche sopravvivenza escludendo quelle che potrebbero provenire dai movimenti di revival pro religione ellenica.

Ho detto poi che, in questo ambito popolare e per di più aggiungo greco ortodosso, so che c'è chi ha creduto in una rimanifestazione di Cerere come vecchietta in tempi recenti. Un conto è dire questo un conto è parlare di culti, si tratta di due cose molto diverse.



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quisquis lungi da me accendere i Fuochi Sacri ho appena festeggiato Beltane e i fuochi ardono ancora e sono più che sufficienti. [:D]

Dato che non conosco la Grecia chiedevo se era sopravvissuto il vecchio culto.


Ultima modifica di Hynekeniano il 04/06/2011, 23:34, modificato 1 volta in totale.


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Hynekeniano ha scritto:


Dato che non conosco la Grecia chiedevo se era sopravvissuto il vecchio culto.




Questo non lo so. In Italia, volendo fare ricerche in merito (ma non le ho mai fatte), mi orienterei sicuramente sulla Sicilia.



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