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MessaggioInviato: 14/04/2009, 13:55 
Ciao ragazzi! Se v'interessate dei misteri (ma di quelli tosti!) del cristianesimo, vorrei informarvi che ho appena letto (in anteprima) qualcosa di veramente nuovo sull'argomento:"Il Vangelo Galileo". Narra di un misterioso Vangelo “proibito” e le sue peripezie attraverso i secoli. La trama è piuttosto essenziale, ma coinvolgente. Una lettura semplice e godibile, che fa pensare ad informazioni reali, veicolate attraverso la fiction (ma non ha niente a che fare con romanzi-fumettoni, gialli, spy story o quant'altro). Che l'autrice sia una vera archeologa (in incognito, per ovvi motivi...)? O addirittura una ex-suora “pentita” che ha potuto sbirciare negli archivi segreti del Vaticano? O forse l'amante segreta di qualche alto prelato in vena di...confidenze?? Boh...comunque, qualcosa sotto ci dev'essere. Certo è che le presunte "eresie” contestate al  “Codice da Vinci”, impallidiscono di fronte a quanto viene raccontato (o rivelato?) in questo testo.  
Curiosate sul link, lo hanno ampliato da poco, con ulteriori dettagli: http://templarforce.googlepages.com/dreamerstargate2


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MessaggioInviato: 14/04/2009, 14:02 
riporto quanche qui questa scemenza

Riporto integralmente quanto messo sul sito:
http://templarforce.googlepages.com/dreamerstargate

Questo pezzo è l'ultimo riportato in basso!!

Avviso dell'Autore:"Il Vangelo Galileo" è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a persone, fatti, luoghi e opere reali, è da intendersi fittizio, perché trattato liberamente ai fini della narrazione. Ogni riferimento a nomi propri, coincidenti a quelli di persone esistenti o esistite, è da ritenersi del tutto involontario e casuale.


D. Allora, Professore, siamo tutti curiosi di conoscere le circostanze di ritrovamento di questo antico manoscritto.
R. Una mia assistente ne è venuta in possesso, in modo del tutto inaspettato, per eredità legittima. Il reperto era custodito in una banca svizzera, ed è finito in quel luogo dopo varie vicissitudini.



D. Si tratta proprio di un Vangelo, del tipo di quelli canonici, oppure è più simile ad un testo aprocrifo?
R. Non ha niente a che fare con gli apocrifi e nemmeno con le complicate dissertazioni filosofiche dei cosiddetti Vangeli gnostici. Però è un Vangelo vero e proprio, con una sua struttura narrativa che riguarda la vita, le opere e le parabole di Gesù.



D. Mi sono giunte voci che questo Vangelo è fortemente somigliante a quello di San Marco... Che ne dice in proposito?
R. Leggendo il testo dell'Autore, che dice di chiamarsi "Giona figlio di Amos", persino un profano si accorgerebbe che il testo di Marco corrisponde a quello di Giona...ma riveduto, corretto e tagliato in diversi punti. Quindi, il manoscritto galileo è da ritenersi senz'altro la fonte primaria da cui attinsero tutti gli altri.




D. Intuisco che questi tagli e correzioni sono stati effettuati da qualcuno che non voleva divulgare certe informazioni sul Cristo. E' così?
R. Certamente. Il Vangelo Galileo è un'opera breve, ma dettagliata e precisa sulla vicenda di Gesù nazareno ed il suo gruppo. Per di più, l'autore inquadra esattamente l'ambientazione storica dell'epoca in cui operò il Cristo, citando diversi personaggi-chiave ed il loro ruolo in tutta la vicenda.




D. A questo punto, devo necessariamente chiederle: chi fu il manipolatore del testo e perché lo fece?
R. Il manipolatore non appose la sua...firma, contrariamente all'Autore del Vangelo, ma dalla lettura del testo originale, dalla sua comparazione con le scritture canoniche ed in base ad altri elementi, si può facilmente dedurre che si trattò di Paolo di Tarso o di qualche suo stretto collaboratore che ne eseguiva gli ordini.




D. Perciò, fu il fondatore della Chiesa cattolica, San Paolo, ad agire in tal modo. Torno a chiederle: perché?
R. Paolo si trovò ad affrontare un compito difficilissimo di predicazione e missione, non fini a sé stesse, ma col preciso scopo di creare una religione a sé stante. Perciò dovette eliminare tutti quei fattori, presenti in questo Vangelo, che sarebbero stati di forte disturbo a questa finalità, per lui prioritaria.




D. Capisco che, in una veloce intervista, non può spiegare tutto, ma almeno mi dica, a grandi linee, quali erano questi elementi di disturbo....
R. Prima di tutto, l'umanità di Gesù...e, per umanità, non intendo, come gli esegeti cattolici, il fatto che Dio fosse, per così dire, contenuto in un corpo di carne. Per "umanità" intendo quelle varie sfaccettature che fanno parte di una persona: il dubbio, la gioia, il pianto e il riso, l'indecisione, la sofferenza...
Certo, non si trattava di un uomo qualunque. Egli era pur sempre un Maestro, una persona straordinaria, una figura che si elevò enormemente in seno al contesto dell'epoca, ma era comunque un uomo, con i suoi momenti di ordinaria quotidianità; e proprio tale aspetto doveva assolutamente sparire nella revisione paolina, che voleva proporre un Uomo-Dio più astratto che concreto.
Poi, anche i legami familiari di Gesù dovevano essere insabbiati, o almeno venire fortemente cammuffati, a causa di certe parentele a dir poco imbarazzanti, visto che alcuni suoi cugini e zii erano importanti capi della fazione zelota, una frangia violenta ed estremista che voleva scacciare gli invasori romani e destituire la dinastia di Erode. Infine, c'è il problema dei "miracoli". Nel progetto religioso di Paolo, questi dovevano apparire come portenti immediati. Qualsiasi altra circostanza che poteva servire a spiegare il miracolo stesso, fu depennata senza esitazioni.





D. Può farmi degli esempi?
R. Non voglio anticipare troppe cose, a Lei ed ai suoi lettori... Rischierei di levarle il gusto della sorpresa ed influenzare le opinioni che si farà. Quindi, la invito a leggere il Vangelo Galileo. Vi scoprirà una miniera d'informazioni concrete, fornite non da un teologo o da un mistico, e nemmeno da un devoto che ingigantì il "sentito dire", ma da un imparziale testimone oculare. Fatto, questo, fondamentale ai fini dell'attendibilità storica del testo.



D. Venendo al punto cruciale...mi risponda sinceramente. Lei che idea si è fatto studiando questo antico manoscritto? Gesù nazareno...chi era davvero? Un profeta, un sedicente Messia o proprio...il Figlio di Dio?
R. Egli racchiudeva un po' tutte le figure che ha menzionato. Leggendo il lavoro di Giona me ne sono convinto: Gesù fu un Uomo eccezionale, mille miglia più avanti dei suoi contemporanei: un Saggio, caratterizzato da una forte indipendenza di pensiero ed anche, al tempo stesso, da una meravigliosa...normalità.



D. Perciò si tratta di un testo che possono leggere tutti?
R. Sicuramente. Dall'ateo al fervente cristiano. L'importante è accostarsi alla lettura con mente aperta, senza pregiudizi.



D. Grazie, Professore e...buon lavoro!
R. Grazie a Lei.

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Però poi leggendo le recensioni si legge:


Dalla Palestina del I secolo fino ai giorni nostri, l'autrice racconta le vicende di un Vangelo scritto da un testimone oculare, al seguito di Gesù nazareno. Il testo è gradevolmente d'evasione, e non strizza l'occhio né agli atei super -razionali né, tantomeno, agli integralisti cristiani che non vogliono sentire nessun'altra campana...eppure...fa riflettere e lascia dentro qualcosa d'indelebile. Personalmente, lo consiglieri solo a chi non si sente "schierato" da nessuna parte. Anna

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Chiunque ha scritto questo libro è in possesso d'informazioni "proibite". Almeno, questa è stata la mia netta impressione. Poi, si può discutere sullo stile, a mio avviso un po' troppo sintetico. Un maxi-racconto, più che un romanzo, per chi ama le spiegazioni logiche, senza per questo intaccare la fede (nel caso se ne possieda una). Finale a sorpresa, un po' fantasy, con qualche incursione new age sul tanto atteso 2012: una chiusura che riscatta la costante (e un po' distaccata) razionalità narrativa. Roby

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Lo definirei un lavoro fanta-storico che dà, comunque, risposte concrete ed apre altrettante domande. Nel complesso, direi originale ed interessante. Indovinata la figura del prof. Bates, un po' meno caratterizzati gli altri personaggi. Peccato che sia troppo poco complicato, a livello di trama, per poterlo definire un romanzo, ma questa essenzialità potrebbe anche essere un pregio. Diego

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Qualcosa di veramente nuovo sull'argomento. Una lettura semplice e godibile, che fa pensare ad informazioni reali, veicolate attraverso la fiction (ma non ha niente a che fare con romanzi-fumettoni, gialli, spy story o quant'altro). Che l'autrice sia una vera archeologa (in incognito, per ovvi motivi...)?

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O addirittura una ex-suora “pentita” che ha potuto sbirciare negli archivi segreti del Vaticano? O forse l'amante segreta di qualche alto prelato in vena di...confidenze?? Boh...comunque, qualcosa sotto ci dev'essere. Certo è che le presunte "eresie” contestate al “Codice da Vinci”, impallidiscono di fronte a quanto viene raccontato (o rivelato?) in questo testo. Giò

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Azzardato, da parte dell'autrice, mettere le mani (nel vero senso della parola!) sul Vangelo di San Marco. Da praticante cattolica, la cosa mi ha alquanto irritato, ma, se non altro, la sua ricostruzione è coerente, e tenta di spiegare le lacune delle sacre Scritture. Troppa sicumera, però... Coinvolgente la parte introduttiva, che ripercorre le peripezie avventurose del Vangelo "censurato". Ho apprezzato soprattutto l'iniziazione del cavaliere templare: davvero suggestiva. Marina



Avviso dell'Autore:
"Il Vangelo Galileo" è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a persone, fatti, luoghi e opere reali, è da intendersi fittizio, perché trattato liberamente ai fini della narrazione. Ogni riferimento a nomi propri, coincidenti a quelli di persone esistenti o esistite, è da ritenersi del tutto involontario e casuale.

© Sara Hermon - Il Vangelo Galileo - Cristalli di Atlantide.

Tutti i diritti riservati e depositati.


Ultima modifica di dresda99 il 14/04/2009, 14:02, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/04/2009, 14:43 
Io invece consiglio vivamente questo:

Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere

http://www.qlibri.it/saggistica/religio ... i-leggere/

La presentazione e le recensioni di Il libro che la tua chiesa non ti farebbe mai leggere, saggio di Tim C. Leedom e Maria Murdy. Il libro affronta il tema più controverso di tutti i tempi: la religione. Tra le sue pagine, i contributi di autorevoli teologi, storici e ricercatori indipendenti svelano mistificazioni, mettono in discussione credenze acclarate da tempo e affrontano il lato oscuro della fede trattando argomenti che le gerarchie di ogni confessione tentano di sottrarre alla conoscenza della gente. Una lettura che, pagina dopo pagina, mette in discussione i dogmi su cui si fondano le religioni più importanti del pianeta e, come nel caso delle accuse di pedofilia piovute su numerosi esponenti del cattolicesimo, affronta gli scandali che hanno coinvolto altissimi prelati sfidando pregiudizi e luoghi comuni. Dalle origini ebraiche dell'Islam al mistero di Maria Maddalena, dai massacri dei soldati crociati in Europa e Medio Oriente ai genocidi animati dai seguaci di Maometto...



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Molto interessante... TTE

Grazie del consiglio... ma è affidadile?



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per par condicio




La cultura è ciò che ci viene insegnato, l’insieme di nozioni che negli anni costituiscono, appunto, il bagaglio culturale di ognuno di noi. C’è da dire che solitamente si tende ad accomunare etica e cultura e, seppur la nostra morale si fonda su quanto di intrinseco ed innato plasma la nostra coscienza, diversamente la cultura è “voluta dagli uomini”, si persevera in questo errore. Oggi ho deciso di parlarvi degli Atti del Simposio che, sconosciuti ai più, rappresentano la più grande ed ufficiale raccolta delle sentenze emanate dalla Santa Inquisizione, nonché il più autorevole testo storico che analizza l’argomento. Dedicherò altri articoli a questa leggenda nera e popolare, principalmente perché tutti i cattoprogressisti, comunisti, atei, massoni e gnostici, fanno di questo argomento oggetto di discredito nei confronti della Santa Chiesa di Roma. Non scenderò eccessivamente nei particolari, ma vi riporterò l’ufficialità dei documenti storici in merito al Tribunale della Santa Inquisizione e, in futuro, pubblicherò altri articoli che sto preparando con estrema cautela, dovizie di particolari e notevoli riferimenti storico/sociali. Sui libri di storia, parliamoci chiaramente, se ne leggono di “tutti i colori” e, dato che si vive ahimé solo per lavorare e “tirare la carretta”, non si ha tempo per approfondire, scendere nei particolari e verificare la veridicità di quanto i governi ci insegnano “mendacemente”. In merito alla Santa Inquisizione si legge spesso “causò centinaia di migliaia di vittime, condannandole al rogo”. Questo è falso, storicamente infondato, è frutto delle visioni di qualche storico (ovvero il 90%) progressista e controllato dalla stampa massonica; l’Inquisizione uccise meno di cento persone, condannandole al rogo; dunque analizziamo la realtà (e non le Favolette di Cappuccetto Rosso) ed i documenti del Simposio Internazionale.

Tempo fa, ed ovviamente le trasmissioni di regime non ne hanno parlato, "nella Sala Stampa Vaticana è stato presentato il volume "L'Inquisizione", Atti del Simposio Internazionale, promosso dalla Commissione teologico-storica del Comitato Centrale del Grande Giubileo dell'Anno 2000. Nell'occasione, il prof. Agostino Borromeo, curatore del libro, ha tracciato una breve storia dell'Inquisizione. "Con il termine Inquisizione, - ha spiegato Borromeo - si suole designare un complesso di tribunali ecclesiastici, il cui titolare, in base ad espressa delega papale, era investito della giurisdizione riguardante uno specifico delitto, il delitto di eresia".

"Durante il pontificato di Gregorio XI (1227-1241) cominciano ad agire speciali commissari (inquisitores) delegati dalla Sede Apostolica con il compito di combattere l'eresia in determinate regioni. Progressivamente, con il trascorrere del tempo, il papato dotò questa istituzione di una propria organizzazione, una propria burocrazia e una propria normativa (specialmente in materia di procedure processuali)".

L'Inquisizione, particolarmente attiva nei secoli XIII e XIV nel combattere i movimenti ereticali medievali (soprattutto catari e valdesi), conobbe una fase di declino nel secolo XV, registrando una rilevante ripresa della sua attività nel XVI e nel XVII secolo con la fondazione dei nuovi tribunali della penisola iberica (la cui azione fu principalmente rivolta contro i falsi convertiti dal giudaismo e dall'islamismo) e la creazione del Sant'Ufficio romano, concepito inizialmente come strumento per la lotta contro la diffusione del protestantesimo. I tribunali finiranno con l'essere soppressi tra la seconda metà del XVIII secolo e i primi decenni del XIX secolo, mentre continuerà a sopravvivere la Congregazione romana del Sant'Ufficio fino alla radicale riforma operata da Paolo VI nel 1965, che ne muterà il nome in quello odierno di Congregazione per la Dottrina della Fede.

Su 100.000 processi effettuati da tribunali civili ed ecclesiastici secondo la procedura dell'Inquisizione, "le condanne al rogo comminate da tribunali ecclesiastici sono state 4 in Portogallo, 59 in Spagna, 36 in Italia, in tutto, quindi, meno di 100 casi", ha precisato il prof. Borromeo. Ciò sfata la leggenda nera sull'Inquisizione, creata ad arte dalla propaganda anticattolica. Prendendo spunto da quanto affermato dal prof. Borromeo, il Card. Georges Cottier, Pro-Teologo della Casa Pontificia, ha detto che "una domanda di perdono che la Chiesa deve fare a riguardo dei propri errori del passato, non può riguardare che fatti veri e obbiettivamente riconosciuti. Non si chiede cioè perdono per alcune immagini diffuse all'opinione pubblica, che hanno più del mito che della realtà". "La Chiesa" ha continuato il Card. Cottier "non vuole domandare perdono in maniera disordinata, ma con la conoscenza effettiva di ciò che è successo, anche perché la verità non può far paura".

Inquisizione: Santa Sede, i "luoghi comuni" su "caccia alle streghe" e pena di morte (Sir, 16.06.04) [...] "Ormai gli storici - ha affermato il relatore - non usano più il tema dell'Inquisizione come strumento per difendere o attaccare la Chiesa", perché a differenza di quanto in passato "il dibattito si è spostato sul piano storico, con statistiche serie", anche grazie al "grosso passo avanti" rappresentato dall'apertura degli archivi segreti dell'ex Congregazione del Sant'Uffizio, voluta dal Papa nel 1998.

"Oggi è possibile fare la storia dell'Inquisizione prescindendo dai luoghi comuni perpetrati fino all'Ottocento", ha puntualizzato lo studioso. Interrogato dai giornalisti sulla "caccia alle streghe", Borromeo ha citato, in particolare, l'attività dell'Inquisizione spagnola, che su 125.000 processi ha mandato al rogo 59 "streghe"; 36 ne sono state bruciate in Italia, 4 in Portogallo.

"Se si sommano questi dati - ha commentato - non arriviamo neanche ad un centinaio di casi, contro i 50.000 di persone condannate al rogo, in prevalenza dai tribunali civili, su un totale di 100.000 processi (civili ed ecclesiastici) celebrati in tutta Europa nell'età moderna".

Analogo discorso per la pena di morte: sui 44.674 processi celebrati dall'Inquisizione spagnola tra il 1540 e il 1700, si legge nel volume, i condannati al rogo ammontano all'1,8%, cui va aggiunto un altro 1,7% di condannati a morte in contumacia (veniva bruciato un manichino con il nome e cognome della persona che si era data alla fuga). Per quanto riguarda, invece l'Italia, il tribunale dell'Inquisizione di Aquileia-Concordia (nella diocesi di Udine), tra i primi 1.000 processi istruiti, i condannati a morte sono stati solo 5 (lo 0,5%). Numeri più "alti", invece, per l'Inquisizione portoghese: tra il 1540 e il 1629 su 13.255 processi, le condanne a morte costituirono il 5,7%, anche se negli anni successivi l'attività repressiva è calata progressivamente".



Carlo Maria di Pietro



http://biancofulmine.myblog.it/archive/ ... zione.html


Ultima modifica di barionu il 01/06/2009, 19:11, modificato 1 volta in totale.


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