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Raziel ha scritto:
Be' certo, come italiani sicuramente dobbiamo essere orgogliosi della grande letteratura latina, in fondo l'italiano non è altro che lo stesso latino in un suo particolare momento storico, così come il greco moderno lo è del greco attico.
Lo penso anche io; è vero che la grammatica è mutata, ma in fondo il vero mutamento è stato la perdita dei casi; per il resto, a ben guardare, non è che sia mutato molto; molte parole sono assolutamente identiche, molte altre sono simili, le radici sono le stesse, ed anche le coniugazioni dei verbi si capiscono a "orecchio", in molti casi anche senza averle studiate, anche grazie all'aiuto dei dialetti; è solo questione di pratica. In passato mi sono divertito a leggere e rileggere tutti i libri del "de bello Gallico"; una volta che si sono memorizzate le poche parole diverse dall'italiano ,ma comunque con agganci ad esso, perché le radici sono le stesse, anche se talvolta usate in un senso diverso, si legge che è una meraviglia; nessun non italofono potrebbe ottenere tanto in altrettanto poco tempo; e quello era il latino parlato, quello vero, anzi, essendo scritto da un uomo comunque di "elite" era sicuramente più complesso di quello parlato.
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Le Bucoliche in particolare sono un capolavoro, imho.
redeunt Saturnia regna...
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Riguardo la religione, siamo proprio sicuri che vogliamo "sostituirla", ben sapendo che nel momento in cui si abbraccia qualcosa di nuovo, è inevitabile il fervore sia alle stelle, è il fervore della giovinezza in fondo, che fa fare tanti sbagli...
Non capisco a cosa ti riferisci; se ti riferisci ai pochi che in privato si ispirano alla religio prisca, ti assicuro che non vogliono sostituire niente. La propaganda religiosa la si lascia volentieri alle religioni rivelate; chi poi ha davvero a cuore la Religio sta ben attento a non farne bandiera di "lotte" contingenti, soprattutto in un'epoca come questa. La pratica e basta a casa propria.
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Alla fin fine i vari filosofi e sofisti che hanno demolito, la peraltro libera credenza negli dei, e che alla fine potevano dichiararsi atei come volevano da lungo tempo (Socrate fu accusato tra l'altro di ateismo), finirono nel loro furore distruttivo per aprire la strada ad una credenza molto più opprimente.
Roma fu sempre molto liberale con i culti diversi dai propri (purchè non mirassero a sovvertire le leggi) ed accettò perfino forme più o meno spinte di ateismo. Lo stesso epicureismo era rispettato da molti, altri lo avevano in maggiore antipatia ma di certo non fu mai perseguitato. Quello che contava per l'animo romano era condurre una vita calma ed utile a sé ed alla Patria, e per un certo tipo umano (raro a Roma), l'epicureismo pratico andava benissimo in questa direzione. Epicureismo che poi non era vero ateismo, in quanto gli Dei erano riconosciuti, ma poi relegati in una sfera lontana dagli uomini. In ogni caso a Roma non ci fu mai nessuna "crociata" contro gli atei. La Grecia fu molto inferiore a Roma in tanti aspetti del saper vivere e del vivere civile (ed infatti fu quasi sempre divisa), a mio modo vedere.
Comunque le varie scuole filosofiche del mondo antico, per lo meno le maggiori, stoicismo, platonismo (e neo platonismo), epicureismo, aristotelismo (quello antico, non quello medievale cristianizzato) per certi aspetti si possono considerare diversi Darshana, per dirla all'indù, ossia diversi punti di vista che sono anche altrettante vie verso uno scopo simile. Anche in India ci sono Darshana molto diversi per impostazione, stile, pratica, esplicitamente rivolti a tipi umani diversi, ma tutti nell'alveo dell'induismo classico.