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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 23/12/2015, 12:26 
Uomo e natura nel pensiero di Hans Jonas

«La natura come responsabilità umana è certamente un novum su cui riflettere nell’ambito dell’etica». È questo un punto centrale della riflessione di Hans Jonas, uno dei padri fondatori del pensiero filosofico-bioetico, il cui complesso percorso teoretico viene qui ricostruito mediante un’accurata lettura della sua opera omnia. L’intento precipuo è evidenziare come l’indagine jonasiana giunga a un’elaborazione dell’etica che si fa carico delle emergenze e dei pericoli dell’odierna civiltà tecnologica, non esitando a misurarsi, sul piano speculativo, con una riflessione di ordine ontologico oggi tra le più interessanti e stimolanti.

http://www.vitaepensiero.it/scheda-libr ... 41435.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 24/12/2015, 14:27 
Si ma quale natura? :) rilancio con questo articolo anche se lo condivido solo in parte:

Cita:
STUDIOSO AMERICANO: “GLI ESSERI UMANI NON PROVENGONO DALLA TERRA, MA DA UN ALTRO PIANETA"

I teorici degli Antichi Astronauti ci hanno proposto la possibilità estrema che una specie intelligente aliena abbia visitato il nostro pianeta migliaia di anni fa e che abbia in qualche modo modificato il nostro codice genetico, facendo compiere al genere homo un salto evolutivo che avrebbe richiesto milioni di anni. Ora, un ecologista statunitense in un nuovo libro avanza un'ipotesi ancora più ardita: gli esseri umani non proverrebbero affatto dalla Terra, ma si sarebbero sviluppati su un altro pianeta e poi trasportati qui. Le prove? Alcune nostre caratteristiche fisiologiche che mal si adattano al pianeta Terra.

Continua qui: http://www.ilnavigatorecurioso.it/2015/12/23/studioso-americano-gli-esseri-umani-non-provengono-dalla-terra-ma-da-un-altro-pianeta/


Probabilmente abbiamo bisogno di tutti questi costrutti mentali per riuscire ad entrare in sintonia con questa "natura" semplicemente perchè non siamo suoi figli :) MA siamo solo adottivi e si sa che il rapporto tra madre e figlio adottivo possono essere burrascosi quando quest'ultimo cresce ed inizia a rendersene conto.



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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 31/12/2015, 11:28 
La strega dei boschi

Simona Kossak (1943 – 2007), polacca, era una scienziata, un’ecologista che ha lottato per la protezione delle più antiche foreste d’Europa, una documentarista pluripremiata e una conduttrice radiofonica, nonché una zoopsicologa. Per più di trent’anni ha vissuto in una capanna nella foresta di Białowieża, senza elettricità o accesso all’acqua corrente.

La chiamavano strega, perché parlava con gli animali, aveva allestito un rifugio per loro e uno studio veterinario per curarli: una lince dormiva nel suo letto e una femmina di cinghiale, Żabka, visse con lei per 17 anni; allevò una cucciolata di cervi che la ritenevano la loro madre e strinse amicizia con il famoso corvo-terrorista che faceva dispetti a tutto il mondo, fuorché a lei.

I brani seguenti sono tratti dal libro di Anna Kamińska “Simona. Opowieść o niezwyczajnym życiu Simony Kossak”, uscito nel luglio 2015. Le immagini sono di Lech Wilczek.

“La gente chiamava il corvo un villano domestico e un ladro. Terrorizzò metà dell’area di Białowieża. Rubava pacchetti di sigarette, spazzole per capelli, forbici, arnesi da taglio, trappole per topi e blocchetti per appunti. Attaccava i ciclisti e quando cadevano faceva a pezzi i sedili delle biciclette. Rubava le salsicce ai taglialegna nei boschi e faceva buchi nelle borse delle spesa. La gente pensava che Korasek – perché così si chiamava – fosse una forma di castigo per i peccatori”. Agli amici di Simona rubò di tutto, chiavi della macchina, documenti, eccetera ma bastava promettergli un uovo e insistere un po’ e Korasek, anche se di malavoglia e con ben poca grazia, restituiva il bottino.
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https://lunanuvola.files.wordpress.com/ ... =500&h=323[/img]

"Simona raccontò: Un giorno i cervi, che avevo allevato con il biberon e che per molti anni mi seguirono nei boschi, manifestarono segni di paura e non vollero entrare nella foresta a pascolare. Come mi ci diressi io si fermarono, le orecchie rizzate e il pelo diritto sul fondoschiena.

In apparenza doveva esserci qualcosa di assai minaccioso nella foresta. Attraversai metà dello spazio aperto e mi fermai, perché i cervi stavano producendo un terribile coro di latrati alle mie spalle. Mi voltai e ce n’erano cinque, rigidi sulle zampe, che mi guardavano e chiamavano: Non andare, non andare, c’è la morte laggiù! Devo ammetterlo, restai di stucco ma alla fine andai. E trovai che c’erano tracce di una lince, una lince aveva attraversato la foresta.
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https://lunanuvola.files.wordpress.com/ ... =500&h=509[/img]

Trovai le sue feci più avanti. Cos’era successo? Un carnivoro era entrato nella fattoria, i cervi lo avevano notato ed erano spaventati. Poi hanno visto la loro “madre” andare verso la morte, completamente inconsapevole, e dovevano avvisarla – per me, lo dico onestamente, quel giorno fu una conquista. Avevo attraversato il confine che ci divide dagli animali, un muro che non sembrava possibile abbattere. Se mi avevano avvisata voleva dire una sola cosa: sei un membro del branco, non vogliamo che tu sia ferita. Ho rivissuto questo momento molte volte e persino oggi, quando ci penso, provo un senso di calore al cuore”.

La madre cerva si era avvicinata alla capanna, aveva accettato lo zucchero offertole da Simona e poi aveva partorito i suoi cuccioli in quel luogo ospitale.“Con il tempo, altri animali apparvero nel rifugio di Simona accanto alla casa. Una cicogna nera per cui Simona allestì un nido nella propria stanza, un bassotto e una lince femmina che dormivano con lei, pavoni. Li curava, li abbracciava, li osservava. Allevò due alci orfani. Portava il ratto femmina Kanalia nella manica, perché la bestiola temeva gli spazi aperti. Ospitava i grilli in un contenitore di vetro. Prediceva che tempo avrebbe fatto studiando i pipistrelli che abitavano in cantina. Il serraglio aumentava ogni anno”.

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“Nell’inverno del 1993, Simona cominciò la sua battaglia per salvare linci e lupi di Białowieża dall’estinzione. I ricercatori dell’Accademia polacca delle Scienze avevano in mente di effettuare studi telemetrici, mettendo collari con trasmettitori radio agli animali. Ma prima dovevano catturarli. Si scoprì che i ricercatori avevano messo trappole per lupi e linci, del tipo proibito dalla legge polacca. Simona Kossak mostrò ai giornalisti ciò che aveva trovato nei boschi: pesanti ganasce metalliche. Ci volevano due uomini per aprirle. Poco dopo la denuncia di Simona e la rimozione delle trappole, un branco di lupi si avvicinò alla sua casa nella foresta, ululando tremendamente. “E’ stato un inno di gratitudine per aver salvato le loro vite. – disse l’ecologista ai giornalisti – I lupi non si avvicinano mai agli edifici se possono evitarlo, sono troppo spaventosi per loro. Forse hanno percepito l’aura amichevole che emana dalla capanna.”

https://lunanuvola.wordpress.com/2015/1 ... ei-boschi/



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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 02/01/2016, 15:45 
Se la Natura è Madre, l'umanità si è macchiata del crimine più indicibile... ha ucciso e sta uccidendo la sua stessa madre...

Lo stupro, l’abuso, la violenza perpetrata ogni giorno sulla Crosta di Madre Terra, per mano dell’uomo, è l’apice manifesto di una società che alberga altrove, una società senza dimora, una società che ha abbandonato la sua storia.

Come Vandana Shiva anche io ho più volte sostenuto che lo stupro della Terra e lo stupro delle donna sono intimamente connessi.

L’idea di una crescita illimitata in un mondo limitato può mantenersi solo attraverso il furto delle risorse del debole da parte del potente. E il furto di risorse, essenziale per la crescita, crea una cultura dello stupro: lo stupro della terra, delle economie locali autosostenibili, lo stupro delle donne.

Dobbiamo cambiare il paradigma dominante: porre fine alla violenza contro le donne significa anche superare l’economia violenta a favore di economie pacifiche e non violente, capaci di rispettare le donne e il Pianeta.

http://www.solaris.it/indexprima.asp?Articolo=1961



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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 16/01/2016, 13:49 
Uomo e Natura: Storia di Uno Stupro

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Nel presente saggio Philip Sherrard cerca di mostrarci l’importanza dell’intima interrelazione tra uomo e ambiente naturale, considerati olisticamente e teologicamente come un tutt’uno. Nella misura in cui c’è disordine nell’anima dell’uomo, ecco che tale squilibrio viene necessariamente a riflettersi sul mondo. Lo stupro di cui parla in maniera provocatoria il titolo è quello subito dall’uomo che ha dimenticato il senso della sua esistenza ed è stato violentato da una mentalità iperrazionalistica, ma è anche lo stupro che tale uomo degradato, parodia dell’uomo e immagine divina, ha compiuto di conseguenza sulla natura, considerata ormai come un qualcosa d’esterno a lui, da sfruttare senza alcuna riserva.

Sherrard offre al lettore cristiano un percorso interiore che lo riporta alle radici più genuine della propria fede, chiarendo i malintesi che hanno favorito los viluppo della mentalità scientifica moderna del mondo occidentale (e le sue tragedie), e a quello musulmano un’opportunità non solo di approfondire la visione teologica e antropologica del cristianesimo, ma anche di riflettere sul proprio rapporto con la scienza moderna e sull’impatto che essa ha avuto, e ha ancora oggi, sull’evoluzione socio-culturale e religiosa della civiltà islamica.

Virtualmente non esiste alcun riferimento alle forme di pensiero dialtre culture e tradizioni, come quelle dell’Islam, dell’India, e dell’Estremo Oriente.

Ciò potrà dare l’impressione che il libro abbia poco da dire di significativo a coloro che vivono all’interno di tali culture e tradizioni, e che qualsiasi interesse possa avere, abbia a che fare soltanto con gli europei o quantomeno con chi vive all’interno di quel che chiamiamo mondo occidentale. Ma le cose non stanno così. La scienza moderna è ora un fenomeno diffuso nel mondo, ed ha radicalmente modificato, minacciando persino di annullarli totalmente, gli schemi di vita e i valori che sino al suo avvento avevano caratterizzato le civiltà d’Europa e d’America, come ogni altra forma di civiltà altrove. (Philip Sherrard)

Philip Sherrard (1922-1995) si formò culturalmente in Inghilterra e insegnò all’Università di Cambridge e di Londra, ma visse per lo più in Grecia. Pioniere degli studi di greco moderno e traduttore dei maggiori poeti greci contemporanei, ha curato (assieme a G. Palmer e K. Ware) la traduzione in inglese della “Philokalia”, una raccolta di testi dei maestri spirituali della tradizione cristiana ortodossa.

Ha prodotto inoltre scritti teologici e metafisici che abbracciano un’ampia gamma d’argomenti, alcuni dei qualigià pubblicati in Italia: Bisanzio (Mondadori, 1968), Il peccato culturale dell’Occidente (Servitium, 2001), Cristianesimo ed Eros (Ed-Ward, 2007) e gli studi “Significato e necessità di una tradizione sacra” e “Uomo e donna” (Da Invito alla tradizione cristiana, 2008) e “Cristianesimo e dissacrazione del cosmo” (da Antropo-ecologia, Terre Sommerse, 2009). Tradusse inoltre in lingua inglese Storia della filosofia islamica di Henry Corbin.

http://www.aseq.it/uomo-e-natura-storia ... tupro.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 20/01/2016, 20:08 
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UN ALTRO MONDO è un documentario che propone un inedito modo di interpretare la realtà per stimolare una diversa presa di coscienza del mondo nelle generazioni future. Il film documentario propone una riflessione sull'interconnessione esistente tra uomo e universo, legame che troppo spesso gli uomini dimenticano di avere. Chi siamo realmente, quale posto abbiamo nell'universo, un viaggio alla scoperta delle conoscenze di antichi uomini tribali, tra fisica quantistica e credenze per sfidare la visione moderna del mondo, girato dal premiato regista Thomas Torelli (produttore e autore di 'Zero: Inchiesta sull'11 settembre', regista e autore di 'Sangue e Cemento').

Con la partecipazione di: Masaru Emoto - Gregg Braden - Vittorio Marchi - Igor Sibaldi - Massimo Citro - Emilio Del Giudice - Enzo Braschi - Giorgio Cerquetti - Massimo Corbucci Antonio Giacchetti - Nitamo Montecucco - Subcoyote Alberto Ruz Buenfil - Rainbow Eagle - Don Luis Nah - Westin Luke Penuma

Il film è stato presentato al RIFF - Rome Independent Film Festival, al Phoenix Film Festival e numerosi altri festival, ottenendo ottimi riconoscimenti dalla critica e dal pubblico. Selezione Ufficiale al Ischia Film Festival, Ariano Film Festival e al Voices from the Waters International Traveling Film Festival (Bangalore India). Con grande piacere comunichiamo che il film ha vinto il Clorofilla Film Festival di Legambiente come Miglior Documentario del 2014. Recentemente ha vinto due premi alla BICC Ronda 2014 – Bienal Internacional del Cine Científico dell’Associazione Spagnola per il Cinema Scientifico - ASECIC, (Spagna): Premio del Pubblico “Diplomi ASECIC / BICC 2014” e il “Trofeo ASECIC Guillermo F. Zúñiga” alla miglior opera scientifica e tecnologica.

Siamo convinti che questa presa di coscienza raccontata nel documentario aprirà le porte a un inedito modo di interpretare la realtà e stimolerà un nuovo spirito critico sul presente, generando un migliore e più luminoso domani per le generazioni presenti e future. Diventa parte del cambiamento, sostieni il nostro progetto. Un Altro Mondo è possibile!

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 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 01/02/2016, 11:38 
“Tutto è pieno di dèi”: gli spiriti di natura e come percepirli

Da più di quarant’anni l’artista sloveno Marko Pogacnik pratica la litopuntura. Si tratta di una sorta di agopuntura della Terra, che consiste nel posizionare su punti specifici dei meridiani del corpo di Gaia pietre o sculture (Pogacnik le chiama cosmogrammi) che le trasmettono energie di guarigione. Durante la sua ricerca, approfondendo gli aspetti sottili del suo rapporto con Gaia, Pogacnik ha avuto occasione di entrare in contatto con i pattern energetici che vengono definiti, dalla mitologia e dalla tradizione esoterica, spiriti di natura o “elementali”, e ha provato a ritrarne le forme, per quanto difficile sia condensare nella materia esseri appartenenti al regno dell’etere.

Il risultato della sua esperienza è stato raccolto in un libro speciale, Nature Spirits and Elemental Beings, in cui Pogacnik mostra alcuni dei suoi lavori e racconta i suoi incontri con gli elementali, le caratteristiche che ha potuto apprezzare e gli insegnamenti che questi hanno condiviso con lui.

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Marko Pogacnik con una delle sue sculture

Gli spiriti di natura sono parte della coscienza di Gaia, del suo corpo eterico, e partecipano con essa al ciclo vitale del pianeta. La loro esistenza nei tempi antichi era riconosciuta da tutti, senza alcun problema. La filosofia naturale, caratterizzata dal pampsichismo (ovvero dall’idea che ogni cosa è impregnata dalla coscienza e che un’unica coscienza pervade e si muove attraverso ogni cosa, uomo compreso), percepiva la Natura come viva, animata da forze diversificate e sensibili in continua interazione l’una con l’altra, per sostenere la crescita delle piante e il prosperare della Vita. Il filosofo greco Talete affermava in proposito che “Tutte le cose sono piene di dei”.

Questa visione fu portata avanti nel i nascimento da vari alchimisti e studiosi, tra i quali spicca il grande Paracelso (nome d’arte di Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, 1493-1541), che compose il primo trattato esplicito sugli spiriti elementali, che egli riteneva responsabili di ogni legge e avvenimento in natura.

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Paracelso

Con il prevalere della mente razionale e del metodo scientifico nel mondo occidentale, la comunicazione con gli spiriti di natura cadde nell’ombra, condannata dal cristianesimo come pagana e dalla scienza come assurda. L’occhio dell’uomo vede solo ciò che l’uomo pensa sia possibile, la nostra percezione è profondamente influenzata da ciò in cui noi crediamo.

E ritenere la Natura un insieme di oggetti anziché una creatura vivente di cui anche l’uomo è parte, è molto più comodo ai fini dello sfruttamento delle risorse.

La miopia del razionalismo bandì così dall’opinione pubblica gli elementali relegandoli nel mondo delle fiabe e delle leggende: coboldi, pixies, fate, elfi e gnomi divennero quasi ovunque personaggi inventati per intrattenere i piccoli, tranne naturalmente che in quelle zone in cui gli uomini vivevano ancora tanto vicino alla Natura da non poter ignorare il suo linguaggio.

Fu merito della teosofia e dell’antroposofia il riportare nel ‘900 l’attenzione su livelli di esistenza ulteriori rispetto a quello fisico, e fu soprattutto Rudolf Steiner, filosofo, studioso, veggente e fondatore del movimento antroposofico, a ricominciare a parlare delle entità elementali, sottolineandone l’importanza per la vita della Terra.

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Rudolf Steiner

Il termine “elementali” indica lo stretto rapporto che ciascuno di questi esseri intrattiene con i vari elementi: Terra, Acqua, Aria e Fuoco, elementi dei quali questi spiriti sono in un certo senso la diretta emanazione energetica.

Gli Gnomi sono gli spiriti della Terra. Essi vivono nel sottosuolo e si occupano dei processi di mineralizzazione e strutturazione del terreno. Sono loro che trasmettono al seme delle piante, una volta che questo cade nel terreno, le informazioni sulla forma da assumere. Gli Gnomi lavorano perciò a contatto con gli archetipi celesti penetrati nella Terra, informandone gli organismi naturali e integrandoli con la materia. I veggenti li descrivono come creature piuttosto scontrose, laboriose, egoiste e diffidenti.

All’Acqua appartengono le Ondine (le Nereidi della mitologia greca), creature fluide che si occupano della parte chimica dei processi naturali, ovvero delle trasformazioni che coinvolgono i processi di crescita e sviluppo delle piante, in particolare della parte fogliare.

Vi sono poi le Silfidi, spiriti dell’Aria e della Luce, spesso connesse agli uccelli (ogni uccello ha la sua Silfide), che si prendono cura della fioritura e dell’espansione della pianta, e infine le Salamandre, legate al Fuoco, agli insetti e alle farfalle, che curano il processo che porta alla formazione del seme.

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La danza degli elementali è una sinfonia di forze che si intrecciano l’una con l’altra, intessendo il tessuto della Natura e permettendo la fecondazione. Secondo Steiner “come le membra di un corpo fisico umano possono essere inizialmente considerate nella loro parziale indipendenza, e in seguito come le parti di un tutto, così gli esseri del mondo elementare si mostrano alla coscienza soprasensibile come gli arti vitali di un grande corpo spirituale che, in seguito, viene riconosciuto da questa coscienza come il corpo di vita (corpo eterico) dell’intera Terra.”

Percepire gli spiriti di natura non per tutti è immediato, anche se solitamente riesce facilissimo ai bambini e ad alcune persone particolarmente sensibili. Tuttavia, è importante dire che tutti saremmo in grado di farlo. Ma allora perché non accade? Secondo il botanico e antroposofo Wilhelm Pelikan “il principale ostacolo è la paura che l’uomo prova nei confronti del mondo spirituale. Si supera la paura dello spirituale quando si è arrivati a questa verità: le entità e i processi del mondo sensibile sono l’espressione esteriore dei processi e degli esseri soprasensibili, spirituali.” (W. Pelikan, Le piante medicinali, Vol. III).

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Un altro ostacolo alla nostra percezione del mondo sottile sono le nostre forme-pensiero. Siamo stati educati a percepire soltanto ciò che pertiene al mondo della materia e qualsiasi contatto che da bambini possiamo avere avuto con i mondi sottili è stato bollato come “fantasticheria” e considerato con ironia quando non con aperta preoccupazione.

Questo ha creato dei percorsi nella nostra mente, dei sentieri precostituiti in cui ci hanno insegnato a muoverci: la realtà condivisa è un insieme razionale di eventi collegati da processi di causa ed effetto suddivisibili e comprensibili solo tramite il metodo scientifico.

Ciò che il metodo scientifico non riesce a spiegare, non esiste. Punto.


In questa visione, maschile e autoritaria, viene però completamente tralasciato il fatto che il metodo scientifico è appunto un metodo, cioè uno strumento, e come tale valido soltanto all’interno di precisi ambiti. Il metodo scientifico non può essere in grado di spiegare ogni fenomeno, come a noi hanno insegnato in quella specie di medioevo razionalista in cui siamo cresciuti.

Nel Medioevo era Dio, nella nostra epoca è la Scienza.

Ci hanno incasellato il cervello facendoci credere che esistono soltanto tre dimensioni, quando invece le dimensioni sono infinite, e la scienza ora sta faticosamente superando se stessa tramite gli interessantissimi sviluppi della fisica quantistica, che sta riscoprendo verità intuitivamente note all’uomo già in tempi antichissimi ma davanti alle quali il metodo scientifico arranca ed è costretto a fare acrobazie. Un po’ come se volessimo disegnare il mare con un righello e un compasso.

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Un aneddoto racconta che quando Colombo arrivò presso le coste del Nuovo Mondo, gli indigeni dalla costa non riuscivano a vedere le navi avvicinarsi. I loro occhi le percepivano, ma i nativi non le vedevano. Questo accadeva perché le loro menti non contemplavano la possibilità dell’esistenza di manufatti tecnologici tanto grandi perciò i loro cervelli non erano in grado di decodificare gli input sensoriali e semplicemente li annullavano. Il primo a scorgere le navi fu uno sciamano, e fu sempre lui a mostrarle ai compagni, descrivendole con le parole che possedeva. Vero o meno, questo aneddoto calza a pennello nel nostro caso.

Come imparare di nuovo a percepire gli esseri elementali? Come riuscire ad ascoltare i loro movimenti e i loro messaggi, instaurando una comunicazione consapevole con la coscienza di Gaia? Steiner, nella sua serie di conferenze intitolata Le Entità Spirituali nei Corpi Celesti e nei Regni della Natura, presenta una serie di esercizi molto interessanti, atti a sviluppare in noi quello che lui chiama un “senso morale”, ovvero quel tipo di percezione interiore che ci proviene dall’apertura al mondo, quando per esempio osserviamo così a lungo il blu del cielo da dimenticarci di noi stessi e del cielo.

Allora, dice Steiner, non resta che il blu, che è fuori ma anche dentro di noi, e che ci trasmette una precisa sensazione. Questi e altri esperimenti ci mettono in contatto con la Natura così come è, ponendoci oltre gli schemi di percezione e giudizio che solitamente applichiamo senza rendercene conto. Siamo abituati a osservare il mondo e la Natura attraverso lenti (categorie, definizioni, concetti). Queste lenti condizionano la nostra percezione. Se però ci alleniamo a togliere le lenti e a lasciarci invadere dai messaggi che ci circondano mettendo da parte la mente e semplicemente ascoltando, scopriamo che il mondo è molto più grande e complesso e meraviglioso di quanto sapevamo.

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Se volete provare a incontrare gli elementali, il primo passo è lasciare andare la paura. Poi bisogna aprirsi. Andare nella Natura senza “occhiali” e con grande rispetto e fiducia. Solo allora forse qualcuno di loro incontrerà il nostro cammino. Raramente gli elementali si possono percepire con i cinque sensi. Essi sono creature eteriche, la cui energia vibra a una frequenza più alta di quella della materia. Il modo di percepirli sarà di conseguenza un modo “sottile”. Nonostante ciò, alcuni sostengono che, qualora lo desiderino e in condizioni particolari, gli spiriti di natura possono “condensarsi” e assumere per qualche istante forme percepibili dai nostri occhi.

Pogacnik ha provato a ritrarli e il risultato sono disegni e sculture dalle forme incantevoli, che rappresentano pattern energetici che a volta ricordano vagamente anche le forme umane. Non dimentichiamo infatti che anche l’uomo ha un copro eterico e soprattutto che anche l’uomo, come gli elementali, è parte del corpo eterico della Terra.

Dorothy Maclean, una dei fondatori della comunità di Findhorn, in Scozia, racconta nel suo libro Spiriti di Natura di come Findhorn sia nata grazie alla cooperazione tra umani e spiriti della natura. Lei e i suoi amici arrivarono in una landa desolata, senza vegetazione e dal terreno sabbioso nel nord della Scozia e grazie ai messaggi che Dorothy riceveva dagli elementali e dai deva (spiriti collettivi, rappresentanti la coscienza di gruppo di piante e alberi) riuscirono in qualche anno a trasfigurare quel luogo, coltivando un orto che portava frutti enormi e un giardino in cui fiorivano fiori di ogni specie. Tutto questo grazie non alla coercizione e ai concimi, ma solo cooperando con gli spiriti del luogo. Ora Findhorn è una realtà luminosa, un esempio pionieristico nel campo degli ecovillaggi in cui si tengono corsi e laboratori non solo sulla percezione degli elementali ma anche sulla realizzazione di una convivenza pacifica tra uomo e uomo e sulla crescita personale.

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Dorothy Maclean

La Natura è viva e imparare a comunicare con lei su un livello profondo può permetterci di espandere immensamente la nostra coscienza e la nostra sensibilità, offrendoci un ventaglio di sensazioni e intuizioni dalle infinite sfumature. Ci può per esempio permettere di realizzare, al di là delle parole, cosa significa non solo essere a casa, ma essere tutt’uno con la propria casa, respirare con lei, lasciando che l’Io si espanda con il respiro fino a confondersi con il Tutto. E la Natura non desidera altro che questo: unione.

Questo disse un giorno il deva del Pin Scozzese a Dorothy Maclean: “Ringraziamo ‘umanità per piantarci in maniera così estensiva e per metterci in grado di recuperare molto terreno. Vedete, gli alberi agiscono come una pelle protettiva per la Terra e, in quella pelle, determiniamo i necessari cambiamenti. Noi deva siamo sentinelle esterne di quel cambiamento, in grado di fare il nostro lavoro dove altri non potrebbero. Ci gloriamo di questo; la nostra alta lode emana come il profumo di un fiore.

Benedice tutti coloro che vengono e riposano nella nostra aura, nelle nostre foreste, anche se gli esseri umani, presi solo da se stessi, non sono consci della nostra influenza. Gli alberi, guardiani con radici della superficie, convertitori delle forze superiori alla Terra attraverso il terreno, hanno un dono speciale per l’uomo, in quest’era di velocità, iniziativa e operosità. Noi siamo calma, forza, resistenza, lode e sottile armonizzazione, delle quali c’è grande necessità nel mondo. Siamo più di questo. Siamo espressioni dell’amore del Creatore per questa ricca, unica e collegata vita. Abbiamo uno scopo.

Non potremmo fare a meno uno dell’altro, per quanto isolati o auto-sufficienti possiamo essere geograficamente. L’intera vita adesso è qui ed è nostro privilegio far risuonare la nostra speciale nota. Venite dalla nostra parte ogni volta che potete ed elevate la vostra coscienza.”

http://www.eticamente.net/47768/tutto-e ... pirli.html



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