Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 67 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo
Autore Messaggio

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 04/06/2015, 16:05 
Tratto da Wikipedia:

Lo stato di natura è quell'ipotetica condizione in cui gli uomini non sono ancora associati fra di loro e disciplinati da un apparato governativo e dalle relative leggi. Questa particolare condizione dell'uomo è stata ipotizzata dai filosofi inglesi Thomas Hobbes e John Locke e, in seguito, dallo svizzero Jean-Jacques Rousseau. Questo stato ipotetico assume caratteristiche diverse, anche opposte, nei vari filosofi che lo postulano. Se per Hobbes lo stato di natura è una guerra di ogni uomo contro tutti gli altri, per Rousseau gli uomini in questo stato vivono "liberi, sani, buoni, felici".

Hobbes

Nel Leviatano Hobbes espone la propria teoria della natura umana, della società e dello stato. Poiché il diritto ha origine naturale per ogni ente inclusi gli esseri umani (ma anche l'ambiente in cui vivono), nello stato di natura gli uomini si ritrovano ad avere tutti quanti gli stessi diritti su qualsiasi cosa, a causa della scarsità dei beni disponibili, gli uomini ingaggiano una guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes; homo homini lupus = l'uomo è un lupo divoratore per ogni altro uomo).

Tuttavia gli uomini hanno un comune interesse ad arrestare la guerra per assicurarsi un'esistenza che altrimenti sarebbe impegnata soltanto nella guerra per difendere beni di cui non si potrebbe mai godere, così formano delle società stipulando un contratto sociale (chiamato "Patto" da Hobbes) in cui limitano la loro libertà, accettando delle regole che vengono fatte rispettare dal leviatano-Capo dello stato.

« Io autorizzo e cedo il mio diritto di governare me stesso a quest'uomo o a questa assemblea di uomini, a questa condizione, che tu gli ceda il tuo diritto, e autorizzi tutte le sue azioni in maniera simile. Fatto ciò, la moltitudiine così unita in una persona viene chiamata uno stato, in latino civitas. Questa è la generazione di quel grande Leviatano o piuttosto - per parlare con più riverenza - di quel Dio mortale, al quale noi dobbiamo, sotto il Dio immortale, la nostra pace e la nostra difesa... »

Per liberarsi dalla condizione primitiva in cui tutti competono con tutti (bellum omnium contra omnes) e la vita è nasty, brutish, and short (spiacevole, grezza, e breve), si deve costituire una società efficiente, che garantisca la sicurezza degli individui, condizione primaria per il perseguimento dei desiderî. A questo scopo tutti gli individui rinunciano ai propri diritti naturali, stringendo tra loro un patto con cui li trasferiscono a una singola persona, che può essere o un monarca, oppure un'assemblea di uomini, che si assume il compito di garantire la pace entro la società.

Per questo Hobbes è spesso considerato un teorico del giusnaturalismo, dove il diritto naturale precede e fonda quello civile. Tuttavia tale visione è dibattuta: difatti, solitamente, il giusnaturalismo tende a stabilire delle leggi naturali che facciano da limite al potere statale; da parte sua, invece, Hobbes utilizza le leggi naturali per dimostrare che il potere statale, per poter funzionare efficacemente, dev'essere illimitato, privo di vincoli, e indiviso; in questo modo si pone agli antipodi di pensatori classici del giusnaturalismo, come ad esempio Locke.

Locke

Nell'opera Due trattati sul governo John Locke esprime il suo pensiero circa lo stato di natura.

« Per ben intendere il potere politico e derivarlo dalla sua origine, si deve considerare in quale stato si trovino naturalmente tutti gli uomini, e questo è uno stato di perfetta libertà di regolare le proprie azioni e disporre dei propri possessi e delle proprie persone come si crede meglio, entro i limiti della legge di natura, senza chiedere permesso o dipendere dalla volontà di nessun altro.

È anche uno stato di eguaglianza, in cui ogni potere e ogni giurisdizione è reciproca, nessuno avendone più di un altro, poiché non vi è nulla di più evidente di questo, che creature della stessa specie e dello stesso grado, nate, senza distinzione, agli stessi vantaggi della natura, e all’uso delle stesse facoltà, debbano anche essere eguali fra di loro, senza subordinazione o soggezione, a meno che il signore e padrone di esse tutte non ne abbia, con manifesta dichiarazione del suo volere, posta sopra le altre, e conferitole, con chiara ed evidente designazione, un diritto incontestabile al dominio e alla sovranità. »

Locke aggiunge, però, che la perfetta libertà e l’uguaglianza non implicano che lo stato di natura sia uno stato di licenza: nessuno ha il diritto di distruggersi e di distruggere gli altri per la propria conservazione. Infatti, lo stato di natura è limitato da una legge di natura, che coincide con la ragione, sulla cui base è possibile costituire una società ordinata con rispetto e uguaglianza reciproca.

« Lo stato di natura è governato dalla legge di natura, che obbliga tutti: e la ragione, ch’è questa legge, insegna a tutti gli uomini, purché vogliano consultarla, che, essendo tutti eguali e indipendenti, nessuno deve recar danno ad altri nella vita, nella salute, nella libertà o nei possessi, perché tutti gli uomini, essendo fattura di un solo creatore onnipotente e infinitamente saggio […] sono proprietà di colui di cui sono fattura […] e, poiché siamo forniti delle stesse facoltà e partecipiamo tutti d’una sola comune natura, non è possibile supporre fra di noi una subordinazione tale che ci possa autorizzare a distruggerci a vicenda […] »

Secondo la medesima legge di natura, che vuole la pace e la conservazione di tutti gli uomini, è necessario, dunque, sia conservare e difendere gli altri, anche sopprimendo l’offensore; sia di punire i trasgressori di questa legge, in modo da proteggere gli innocenti e reprimere gli offensori. Per il principio di uguaglianza, tutti possono far osservare questa legge: nessuno infatti ha superiorità e giurisdizione assoluta o arbitraria sopra un altro. La naturale condizione umana non è per Locke, come per Hobbes, il "bellum omnium contra omnes". Ogni uomo ha in sé una naturale predisposizione alla giustizia e alla pace; queste sono legge naturale prima che legge sociale. Diversamente, né la pace né giustizia sarebbero realizzabili.

Ognuno può retribuire al colpevole, secondo quanto dettano la ragione tranquilla e la coscienza, una punizione proporzionata alla sua trasgressione, nei termini di riparazione e repressione. Il violatore è infatti pericoloso agli uomini, dal momento che da lui è trascurato o infranto il vincolo inteso a garantirli dall’offesa e dalla violenza. Nello stato di natura, ognuno ha il potere esecutivo della legge di natura.

« Poiché questo è un delitto contro l’intera specie umana, e contro la sua pace e sicurezza, a cui la legge di natura ha provveduto, ciascuno perciò, in base al diritto che ha di conservare gli uomini in generale, può reprimere, o, se è necessario, distruggere ciò ch’è loro nocivo, e quindi può recare a chi ha trasgredito quella legge un male tale che possa indurlo a pentirsi d’averlo fatto, e perciò distoglier lui, e, sul suo esempio, altri, dal compiere il medesimo torto. In questo caso e su questo fondamento ognuno ha il diritto di punire gli offensori e rendersi esecutore della legge di natura. »

Tuttavia, Locke ammette facilmente che la parzialità degli uomini nel giudicare se stessi e i propri amici comporta confusione e disordine. Per questo, pone il governo civile come il rimedio adatto agli inconvenienti dello stato di natura. Nello stato di diritto, o stato sociale, l’uomo si trova di fronte a regole stabili, da sempre impresse nel suo cuore e non imposte da nessuno, alle quali si deve attenere. Tuttavia, prima dello Stato, deve esistere una società autosufficiente, come la famiglia, che si costituisce a partire da una naturale tendenza dell’uomo verso gli altri. Infatti gli uomini sono stati creati per vivere in società e non in solitudine.

Rousseau

Rousseau vedeva una divaricazione sostanziale tra la società e la natura umana. Rousseau affermava che l'uomo fosse, in natura, buono, un "buon selvaggio", e venisse corrotto in seguito dalla società; vedeva questa come un prodotto artificiale nocivo per il benessere degli individui.

Nel Discorso sull'ineguaglianza, illustrò il progresso e la degenerazione dell'umanità da un primitivo stato di natura sino alla società moderna. Rousseau suggeriva che gli uomini primordiali fossero individui isolati, diversi dagli altri animali unicamente per il possesso del libero arbitrio e per la capacità di perfezionarsi. Questi uomini primitivi erano dominati dall'impulso di autoconservazione ("amore di sé") e da una disposizione naturale alla compassione e alla pietà verso i simili.

Quando l'umanità fu costretta a vivere in comunità, a causa della crescita della popolazione, subì una trasformazione psicologica, in seguito alla quale cominciò a considerare la buona opinione degli altri come un valore indispensabile per il proprio benessere. Rousseau associava questa nuova forma di consapevolezza a un'età dell'oro della prosperità umana.

Tuttavia, lo sviluppo dell'agricoltura e della metallurgia, e la conseguente creazione della proprietà privata e della divisione del lavoro, portarono a una crescente dipendenza reciproca degli individui e alla disuguaglianza tra gli uomini. La conseguente condizione di conflitto tra chi aveva molto e chi poco o nulla, fece sì, secondo Rousseau, che il primo Stato fu inventato come una forma di contratto sociale suggerito dai più ricchi e potenti.

Difatti i ricchi e i potenti, tramite il contratto sociale, sanzionarono la proprietà privata, lo stato di fatto e quindi istituzionalizzarono la diseguaglianza come se fosse inerente alla società umana. Rousseau concepiva la propria proposta per un nuovo contratto sociale come un'alternativa a questa forma fraudolenta.

Al termine del Discorso sull'ineguaglianza, Rousseau spiega come il desiderio di essere considerati dallo sguardo altrui, che si era generato durante l'età dell'oro, aveva potuto, sul lungo periodo, corrompere l'integrità e l'autenticità degli individui all'interno di una società, quella moderna, segnata dalla dipendenza reciproca, dalle gerarchie e dalle diseguaglianze sociali.

http://it.wikipedia.org/wiki/Stato_di_natura


Li vedete i tre Player della "Scacchiera degli Illuminati" nel pensiero dei tre filosofi?

E per voi chi ha ragione relativamente alla natura umana?



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22325
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 04/06/2015, 23:41 
Secondo me locke ed hobbles in egual modo :)



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Marziano
Marziano

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 1892
Iscritto il: 15/09/2014, 21:42
Località: E paes tira gardeli
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 06/06/2015, 16:36 
Sono dalle parte di Hobbs anche se Locke non ha tutti i torti



_________________
Per ogni problema complesso c' è sempre una soluzione semplice.
Ed è sbagliata.
(George Bernard Shaw)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 08/06/2015, 12:54 
Che cos'è la permacultura?

La pubblicazione del volume «Introduzione alla permacultura» è una buona occasione per tornare a parlare di questa disciplina radicalmente interdisciplinare, ancora poco conosciuta e praticata in Italia.

Nonostante la sua ideazione da parte di Bill Mollison e David Holmgren risalga ormai a più di trent'anni fa. La permacultura approda ufficialmente in Italia nel settembre del 2000, quando su invito dell'Associazione Torri Superiore, due insegnanti dell'Accademia spagnola di permacultura hanno tenuto il primo corso. Da allora, numerose realtà italiane hanno avviato progetti di permacultura insieme ad agronomi e progettisti che ne hanno studiato i principi e le applicazioni.

Del significato della permacultura e della sua diffusione in Italia abbiamo parlato con Massimo Candela, una delle figure di spicco di questa disciplina in Italia.

D: Puoi spiegare in poche parole che cos'è la permacultura?

R: La permacultura si può definire come un sistema di progettazione per insediamenti umani ecosostenibili, fondati sulla centralità dell'agricoltura e su un'attenzione particolare al territorio.

Si può definire anche come ecologia applicata, i cui principi di riferimento sono estrapolati dall'osservazione della natura. A monte di questa osservazione c'è una domanda precisa: come fanno i cicli naturali a ripetersi instancabilmente nel tempo? In che modo la fertilità di un bosco o di un pascolo naturale si rinnova automaticamente senza bisogno della distribuzione di concimi, lavorazioni e altri interventi colturali?

Da questa osservazione, Bill Mollison e David Holmgren hanno ricavato i principi di base della permacultura, termine che nasce dalla fusione di «permanent» e «agricolture», a significare l'importanza di passare da un modello agricolo basato in gran parte su colture annuali energivore a uno schema che invece, su esempio degli ecosistemi naturali, punta alla creazione di colture pluriennali caratterizzati da bassi consumi di energia fossile e impiego ridotto di lavoro umano.

D: Questo vuol dire che la permacultura è uno strumento utile solo per chi vive in campagna o ha la possibilità di progettare ex-novo un'azienda agricola o un ecovillaggio?

R: Per chi non ha un'azienda agricola o non è un progettista, la permacultura rappresenta ugualmente un grande stimolo per imparare a leggere e comprendere il proprio territorio. Sicuramente chi vive in campagna ha più possibilità di mettere in pratica sistemi di auto-produzione, però la permacultura significa anche ricerca di relazioni utili. Chi vive in città per esempio può cominciare a tessere relazioni con chi, subito a ridosso della cintura urbana, svolge una qualche attività agricola. Oppure può prendere contatto con un gruppo d'acquisto solidale per sostenere qualche piccolo agricoltore locale. Senza parlare dei vari esperimenti di permacultura urbana.

D: Leggendo un libro di grande respiro come Introduzione alla permacultura si ha la sensazione di parlare di idee facilmente realizzabili in paesi come l'Australia, caratterizzati da grandi spazi e pochi vincoli legislativi, ma difficili da applicare in Italia, dove la terra disponibile è poca e molto costosa, e i vincoli normativi sono rigidissimi...

R: È ovvio: il libro è stato scritto in Australia, quindi va contestualizzato, ma è anche vero che l'Australia non è Marte. Anche lì esistono zone climatiche molto simili alle nostre. D'altra parte, prima di arrivare veramente a scontrarsi con le rigidità normative del nostro paese si possono fare diverse cose. Prima di arrendersi, si deve cercare di capire come porsi davanti a questi limiti in un territorio che è ovviamente diverso da quello australiano. Si può iniziare con piccole cose. Per esempio si può sostenere la cultura dei piccoli orti domestici che in Italia è diffusa, ma oramai gestita quasi esclusivamente da anziani; si può lavorare per mettere in discussione quelli che sono i principi estetici che hanno portato all'affermazione del concetto di «villetta» completamente slegato dal punto di vista architettonico e colturale con il territorio circostante; sostituendo il principio estetico del prato all'inglese con quello più mediterraneo dell'orto e del piccolo frutteto, magari affiancato dall'allevamento domestico di qualche animale da cortile.

Chi conduce un'azienda agricola può iniziare a introdurre gradualmente delle pratiche permaculturali a partire dalle aree marginali e cominciare a fare della sperimentazione. È vero che in Italia esistono numerosi vincoli agricoli e urbanistici ma è anche vero che, per fare un esempio, l'associazione Il Basilico ha visto riconosciuta dall'amministrazione locale la validità di un edificio di balle di paglia realizzato in una zona soggetta a forti vincoli paesaggistici. Insomma, prima di parlare di limiti normativi è importante superare i vincoli mentali e culturali presenti in ognuno di noi.

D: Uno degli scopi della permacultura è quello di ridurre al minimo i consumi idrici ed energetici. Una scelta che oggi, in tempi di mutamenti climatici, diventa quasi obbligata...

R: Da questo punto di vista la permacultura ha saputo vedere lontano. Nei prossimi anni, soprattutto in paesi a clima temperato come l'Italia, ci si dovrà misurare con una progressiva riduzione della disponibilità di acqua. In questo quadro, tutte le pratiche offerte dalla permacultura per immagazzinare la pioggia nel terreno e ottimizzare il consumo dell'acqua per scopi irrigui assumono grande importanza. Analogamente, la scelta di ridurre al minimo le lavorazioni si traduce in una drastica diminuzione della dipendenza dal petrolio.

D: Qual è oggi la diffusione della permacultura in Italia?

R: Sul sito dell'Accademia italiana di permacultura (www.permacultu-ra.it) è possibile consultare l'elenco delle realtà che in Italia hanno avviato progetti di permacultura. Tra le esperienze più interessanti, sono da segnalare l'azienda agricola Terra e Acqua a San Giuliano Milanese (Mi), Saviana Parodi dell'agriturismo Zebrafarm in località Casevecchie a Castelgiorgio (Orvieto), Barbara Garofoli ed Ettore Teruzzi dell'azienda agricola Acquasanta a Moiano di Città della Pieve (Pg) e Fabio Pinzi, ad Abbadia S. Salvatore (Si), il cui podere è stato premiato negli ultimi anni dall'Aiab. Ovviamente non si tratta di modelli perfetti, dove la permacultura è applicata dalla A alla Z, ma si tratta comunque di esperienze molto interessanti.

Per esempio in BioAmiata, un podere di circa 150 ettari, Fabio Pinzi ha introdotto la raccolta delle acque di ruscellamento delle strade interpoderali, convogliandole in dei fossati le cui sponde sono state messe a coltivazione. In questo modo da una parte è diminuita l'erosione del terreno, dall'altra si è ridotta drasticamente la quantità dei mangimi acquistati fuori dall'azienda.

D: Come si diventa esperti di permacultura?

R: Esiste un percorso formativo, attivo oramai in diversi paesi, basato su un corso standard di 72 ore. Dopo il corso, chi è interessato a continuare la formazione viene affidato a un tutor e lavora a un progetto che una volta approvato dalla commissione di accreditamento dà luogo al rilascio del diploma. Finora in Italia si sono diplomati in nove. Gli ultimi due sono Fabio Pinzi, che ha presentato un progetto di applicazione pratica dei principi di permacultura nella propria azienda, e l'architetto Maria Luisa Bisognin, che sta portando avanti una ricerca molto interessante sull'utilizzo della canapa in edilizia in collaborazione con l'Università di Firenze.

D: Quali prospettive di lavoro vi sono per i diplomati in permacultura?

R: Una strada è lavorare come progettisti: in alcuni paesi la permacultura è stata riconosciuta, diventando materia di corso universitario. L'altra, la più comune in Italia, è il lavoro di base, ovvero portare fuori dalla cerchia ristretta la permacultura e formare più persone possibile per creare rete e sostenere la comunità permaculturale. Mentre negli Stati Uniti e in altri paesi del nord del mondo la permacultura è diventata materia d'insegnamento, nel sud del mondo viene vista come una soluzione per rivitalizzare i villaggi e frenare l'esodo nelle grandi metropoli.

http://static.terranuova.it/Ambiente/Ch ... rmacultura



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 31/07/2015, 15:54 
Una riflessione che mi è venuta in mente oggi leggendo alcune notizie di questi giorni... dall'uccisione del leone Cecil, all'uccisione del bimbo palestinese, agli esperimenti sugli animali etc.etc.etc.

Ma non è che senza la "Bibbia", l'Antico Testamento in particolare, il mondo sarebbe stato un posto migliore?!

[:291]

Alla fine è in Genesi che viene sancito l'errato concetto, il principio, il ruolo di "padrone" del mondo da parte del "popolo eletto" (qualunque sia il 'popolo' che si arroghi il diritto di essere 'padrone') con tutto ciò che ne consegue...

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.


Inizio a pensare che non fu una cosa così tanto buona... caro il mio "dio"...

[8]



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22325
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 01/08/2015, 21:22 
Atlanticus81 ha scritto:
Una riflessione che mi è venuta in mente oggi leggendo alcune notizie di questi giorni... dall'uccisione del leone Cecil, all'uccisione del bimbo palestinese, agli esperimenti sugli animali etc.etc.etc.

Ma non è che senza la "Bibbia", l'Antico Testamento in particolare, il mondo sarebbe stato un posto migliore?!

[:291]

Alla fine è in Genesi che viene sancito l'errato concetto, il principio, il ruolo di "padrone" del mondo da parte del "popolo eletto" (qualunque sia il 'popolo' che si arroghi il diritto di essere 'padrone') con tutto ciò che ne consegue...

E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».
27 Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
29 Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo.
30 A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne.
31 Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.


Inizio a pensare che non fu una cosa così tanto buona... caro il mio "dio"...

[8]


La Bibbia é solo un contratto tra quei pastori di capre che oggi sono i sionisti e un elohim non é e non dovrebbe essere vincolante per nessun altro quel libro di soprusi :)



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 01/08/2015, 21:42 
Come avete detto altrove

MaxpoweR ha scritto:
Questo non é il frutto dell'adesione alla religione abramitica ma semplicemente il frutto di un ideologia quale il sionismo.

Semplicemente il loro Dio non é affatto un dio per come lo intendiamo noi, né in senso assoluto. E lo sanno bene.


Thethirdeye ha scritto:
Forse, il loro "dio", non è quello universalmente riconosciuto come tale.


[:264]

A maggior ragione il principio biblico secondo il quale l'Uomo si autoproclama "padrone" di ogni cosa è totalmente errato.

Al massimo è "custode" o avrebbe dovuto esserlo... "custode" di un mondo non suo e che deve condividere con il resto del creato.



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 04/08/2015, 11:16 
n.jpg




_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 29/10/2015, 17:16 
Viviamo in un Sistema Carnista

La storia dell’oppressione animale è di lunga data, anche se non ha sempre accompagnato la storia dell’umanità: possiamo farla risalire alla rivoluzione neolitica, alla sedentarizzazione dei nostri antenati e alla domesticazione di alcune specie animali.

Immagine

Le relazioni dei vari gruppi umani con gli altri animali sono state e continuano ad essere molto varie, a seconda delle epoche storiche, dei diversi sviluppi culturali, filosofici e religiosi.

Possiamo però dire che l’epoca attuale è la più tragica, la più dolorosa, la peggiore per la quantità e il tipo di sofferenza inflitta agli animali non umani. La violenza e l’oppressione hanno assunto scala industriale e un’organizzazione scientifica del dominio sui corpi e sulle vite delle vittime di questo sistema. Si calcola che ogni anno vengano allevati o catturati e uccisi, per l’alimentazione umana, circa 50 miliardi di individui.

La filiera di produzione del cibo ha oggi caratteristiche totalitarie: agli animali destinati a diventare alimenti sono inflitte condizione di vita impossibili, verrebbe da dire condizioni disumane, per indicare un’assuefazione alla violenza che è un tratto tipico delle società industriali contemporanee..

Agli animali definiti da allevamento sono negate tutte le attività vitali. Negli allevamenti non esistono rapporti sessuali – la riproduzione avviene esclusivamente con reiterate inseminazioni artificiali, ripetute fino alla consunzione delle femmine, che vengono scartate e soppresse una volta scese al di sotto di certi indici di produttività come fattrici.

Immagine

L’alimentazione è forzata e non ha più nulla a che vedere con le inclinazioni fisiologiche: gli erbivori non sono nutriti con l’erba, ma con cereali a volte addirittura con farine animali, al fine di farli crescere e ingrassare più in fretta. L’uso di antibiotici e altri medicinali non è un’eccezione e nemmeno una possibilità, bensì una regola, una necessità, per mantenere “sani” – si fa naturalmente per dire – animali costretti a vivere in ambienti sovraffollati, innaturali, autentici luoghi di tortura.

Tutto questo avviene con un’organizzazione implacabile: si è creata, nell’indifferenza generale, una gigantesca macchina di nascite forzate e soppressioni di massa. Gli animali sono ridotti ad oggetti, la vita è mercificata.

Il messaggio che ci arriva dalla società industriale, dal suo apparato culturale e di comunicazione, è che tutto ciò non costituisce un problema, che questa è la sorte degli animali, che le necessità degli uomini, o meglio dei consumatori, devono essere soddisfatte ad ogni costo ed anzi vanno stimolate, moltiplicando i consumi di carni, latte, derivati animali.

In questo modo stiamo disprezzando la vita, stiamo privando della loro dignità esseri senzienti, perfettamente coscienti di quel che viene loro inflitto. Se osserviamo la sorte inflitta nel corso della storia agli animali non umani, e ci soffermiamo in particolare su come vengono trattati oggi nella società contemporanea, vediamo scorrere in filigrana la storia sempre più dura e sempre più crudele di un dominio. Gli animali sono i più indifesi fra gli oppressi. Vengono trattati così non perché siano predisposti all’oppressione e allo sterminio, non perché siano creature “naturalmente” a disposizione dell’animale umano, ma per un semplice rapporto di forza: vengono trattati così, perché è possibile trattarli così.

Immagine

Nello sguardo infelice degli animali che torturate dovreste imparare a scorgere la sofferenza di tutti, nella lotta per liberarli, una lotta per la liberazione di tutti gli oppressi, umani e non umani.

E’ ciò che hanno sperimentato nella storia, e tuttora sperimentano, innumerevoli gruppi umani, oppressi di volta in volta con motivazioni culturali o politiche o sociali, ossia per le differenze di lingua, di credo religioso, di origine geografica; o per mera convenienza all’interno di relazioni di potere in famiglia, sul posto di lavoro, nella società.

L’oppressione degli animali ha una grande legittimazione ideologica, viviamo nella società che è stata chiamata del “carnismo”: una società nella quale viene vissuto come ovvio e scontato lo sterminio sistematico degli animali non umani. Ma la mercificazione della vita è un tratto universale di questa società fondata sul denaro e riguarda gli animali umani e tutto il vivente. Viviamo nella società che sta percorrendo di gran carriera la strada dell’autodistruzione.

In questa folle corsa vengono triturati e strumentalizzati anche gli ideali più alti: la bandiera dei diritti umani è alzata sistematicamente, nella nostra parte di mondo, per giustificare azioni di guerra e occupazioni militari.

Oggi dobbiamo ripensare la posizione dell’umanità sul pianeta. I suoi rapporti con gli altri ospiti della Terra: gli animali e le piante. Dobbiamo pensare a un futuro comune, a un radicale cambio di rotta rispetto alla strada sulla quale tutti noi ci troviamo a camminare. Una via d’uscita è possibile e passa attraverso una nuova e più estesa nozione di libertà e di rispetto per l’altro, attraverso un’idea di giustizia che includa tutto il vivente. Perciò la questione animale è anche la questione dei diritti umani, del diritto alla vita, del diritto al futuro.

Immagine

Mettere il rispetto per l'animale e per tutto il vivente al centro dell'agenda politica avrebbe conseguenze rivoluzionarie, in termini economici, etici, educativi ed ecologici. Comporterebbe uno spostamento delle pratiche quotidiane, nell'alimentazione, nella sperimentazione scientifica, nel rigetto della crudeltà, nell'abbracciare ciò che vive fuori dalle categorizzazioni e dalle gerarchie che la cultura carnista ha imposto nominandole come natura, e che sono invece espressione di dominio.

"Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani"
[Lev Tolstoj]


http://crepanelmuro.blogspot.ch/2015/10 ... +nel+muro)


Lo sapete cosa mi piace di più del tema in questione? Oltre ovviamente alla questione etica?

La forza RIVOLUZIONARIA che il concetto avrebbe sulla forma pensiero dominante... davvero in grado di ribaltare il canone e il paradigma dello status quo esistente

E non solo... sarebbe il modo per tornare in equilibrio e armonia con la natura e con le sue energie in una rinnovata "età dell'oro", reale e concreta, in cui l'Uomo, ritornando alle origini, riscopri il suo ruolo di "custode" e non padrone del 'giardino dell'Eden'... Perché EFFETTIVAMENTE l'Uomo ha perso la capacità di coesistere in armonia ed equilibrio con la natura. E questo ci ha allontanato dal nostro ruolo e dalla capacità di interagire con la natura stessa, che poi doveva essere la condizione arcadica delle società umane prediluviane. Quelle ricordate nei miti come "L'Età dell'Oro"



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 29/10/2015, 18:01 
Guardate queste foto... quello è il giardino dell'Eden... quella era l'età dell'oro, l'arcadia dei miti... quello è il mondo che l'Uomo ha distrutto...

La rara amicizia tra un orso e un lupo documentata da un fotografo finlandese

“E’ davvero molto raro vedere un orso ed un lupo invecchiare assieme” racconta al Daily Mail il fotografo finlandese Lassi Rautiainen, autore di questi scatti indimenticabili.

La femmina di lupo grigio ed il maschio di orso bruno sono stati immortalati per dieci giorni uno a fianco all’altro. Lassi racconta che i due condividono ogni pasto, scambiandosi le reciproche prede.

“Nessuno può sapere come o perché il lupo e l’orso siano diventati amici. Penso che probabilmente si siano trovati entrambi ad essere giovani e soli e che non sapessero bene come sopravvivere. E’ bello aver la possibilità di condividere eventi selvaggi così rari e che nessuno si aspetterebbe mai di vedere.”

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

Immagine

http://www.incredibilia.it/orso-e-lupo- ... eparabili/



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 22325
Iscritto il: 08/07/2012, 15:33
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 30/10/2015, 01:33 
Assieme sono una macchina mortale *_* Comunque chissà fino a quanto durerà e come faranno quando dovranno trovare un "compagno"...



_________________
la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 19/11/2015, 12:06 
Il passaggio dallo stato edenitico di natura al mondo moderno per via della superbia dei pochi che si sono arrogati il diritto di comandare su tutto, fino al solve et coagula finale in cui la stessa Natura si ribella per ripristinare l'Ordine.... l'Apocalisse e il ritorno all'età dell'oro.... Ovvio l'implicito suggerimento all'Uomo per evitare la doverosa e necessaria risposta della Natura.

Sulle civiltà, una storiella

Il signor Occidente era da tempo affamato e sperso, e aveva in tasca soltanto poche monete. A un certo punto del suo vagare si imbatté finalmente in un bellissimo ristorante: posto meraviglioso dove l’azzurro fa spazio al verde e ad altre infinite tonalità di colore. Una simpatica insegna all’ingresso diceva: “Ristorante Madre Terra”.

Entrando nel locale fu subito colpito dalla sua grandezza, e soprattutto dalla presenza di enormi tavoli per la maggior parte vuoti. Si sistemò nella zona centrale dove non c’era nessuno e cominciò a chiamare il cameriere a gran voce, ma nessuno rispondeva. Chiamò ancora, e ancora nessuna risposta.

La signora Africa che le sedeva di fronte a non molta distanza, alzò lo sguardo verso di lui e con voce pacata gli disse: “Non ci sono camerieri in questo ristorante. Tutto il necessario è disposto su quel tavolo laggiù basta andare là con il piatto e scegliere cosa prendere”.

“Con questo piattino qui?” chiese il signor Occidente, prendendo in mano il piccolo piatto che aveva davanti e osservandolo perplesso.

“Le dimensione del piatto sono quelle giuste, riempiendolo ci sarà abbastanza per tutti, anche per i giorni successivi”

“E quanto costa?”

“Il cibo e l’acqua che trova su quel tavolo sono offerti dalla cuoca, la signora Natura. Non occorre pagare”

“Ah, davvero?! Bene, non lo sapevo ... Purtroppo, ho un brutto dolore alla gamba, non le dispiacerebbe andare lei a prendermi qualcosa?”

La signora Africa lo guardò con diffidenza, poi sorrise, prese il piatto dalle mani del signore e si recò al banco a fare rifornimenti per lui.

Nel frattempo però il signor Occidente, con la scaltrezza di un felino, si avvicinò al tavolo della signora Africa e allungando il braccio e la forchetta iniziò a mangiare le sue pietanze. Ad ogni boccone si guardava attorno per vedere se qualcuno lo stesse notando. Alla sua destra, a distanza ragguardevole, sedeva un signore dall’aspetto originale, molto colorito e totalmente sconosciuto, che giocherellava con il suo tovagliolo, mentre dall’altra parte c’era il signor Oriente che ad occhi chiusi restava immobile, come se dormisse, e più lontano ancora un uomo senza nome e dagli usi particolari, del tutto isolato da tutto e da tutti.

Il signor Occidente mangiò quello che era di suo gradimento e lasciò quel tanto che bastava per non farsi scoprire dalla signora Africa che intanto sopraggiungeva. E andò avanti così a lungo. Tutti i giorni la signora Africa andava a fare rifornimenti per entrambi e il signor Occidente mangiava per entrambi, senza mai muoversi, ingrassando sempre più.

Un bel giorno il signor Occidente stanco di mangiare sempre le stesse pietanze e di dover aspettare tanto tempo e di avere sempre portate per lui così misere, andò in cucina a protestare urlando contro la cuoca che in quel ristorante si mangiava poco, freddo e sempre uguale. Sgridò così forte la signora Natura che questa si piegò alla sua volontà.

“Mi dica che cosa vuole e io lo farò per lei signor Occidente? Basta che smetta di urlare, la prego”

“Io esigo due cameriere al mio servizio esclusivo”

“Capisco, signore. Ma non saprei come pagarle. Finora il nostro servizio di cucina è totalmente gratuito, ma con due cameriere non saprei come mantenere l’attività”

“Lei non si preoccupi di questo, ai soldi ci penso io. Le pagherò io il dovuto quando sarà il momento”

“Bene, se lei mi dà la sua parola io assumerò due cameriere solo per lei, signore”

Dal giorno seguente il signor Occidente fu servito e riverito da due nuove cameriere che si chiamavano Scienza e Tecnologia. Le pietanze arrivavano adesso più velocemente e su grandi vassoi di argento, ma soltanto il signor Occidente usufruiva del servizio.

Col passare dei giorni però il cibo cominciò a scarseggiare per gli altri clienti, perché il signor Occidente mangiava di più e sempre più in fretta, e ingrassava e più ingrassava e più voleva mangiare. Ci fu sempre meno cibo disponibile per gli altri, fino a che un giorno il signore sconosciuto alla sua destra morì per denutrizione, così anche il signore isolato e lontano. D’altra parte il signor Occidente non si lasciò rattristare dai lutti, tutt’altro, pensò bene di rimpiazzare i due clienti con le sue due figlie affamate: America e Australia.

Così Scienza e Tecnologia dovevano adesso servire anche le due figlie e cominciarono a lavorare più duramente. Ma i ritmi richiesti e l’avidità dei clienti era per loro insostenibile. Dovevano lavorare tantissime ore e non avevano tempo per riposare e rilassarsi. Dopo pochi giorni si lamentarono della loro situazione con la signora Natura, proprietaria del locale.

“Io non posso fare altro, più che dare le mie pietanze gratuitamente. Parlatene con il signor Occidente è lui che vi ha fatto assumere, lui deve risolvere questa situazione”

Così le due cameriere si rivolsero al signor Occidente.

“Ci penso io” disse il signor Occidente “non permetterò che manchi del cibo sul mio piatto e tanto meno su quello delle mie giovani figlie. Se voi non ce la fate a lavorare sostenendo questi ritmi, assumerete una sostanza energizzante che vi darà la forza per lavorare più duramente di quello che siete solite fare”

“E dove la troviamo questa sostanza?”

“Ce l’ha la signora Natura. La tiene nascosta in cucina. Chiedete a lei, e fatevela dare, con la forza se necessario”

Così le due cameriere tornarono dalla signora Natura e chiesero di questa sostanza segreta.

“Intendete dire il Petrolio forse?” rispose la signora Natura con apprensione “sapete che è una sostanza pericolosa che va usata con cautela, solo quando ce n’è veramente bisogno?”

“No, non lo sappiamo. Non ci interessa. Quello che ci interessa è averne un po’ subito, altrimenti moriremo dalla stanchezza o perderemo il posto di lavoro”

“Io ve la posso dare un po’, ma dovete conoscerne gli effetti sulla vostra salute e sapere che è facile che vi crei assuefazione, dalla quale è poi molto difficile liberarsi”

“Daccela e basta. Non ci interessano queste tue considerazioni, sono del tutto irrilevanti adesso” dissero in coro Scienza e Tecnologia “Daccela, dove la tieni?”

“Ce l’ho qui nel cassetto, ecco” disse Natura porgendo la scatola con le pillole di Petrolio.

“Grazie” dissero le cameriere afferrando con forza la scatola e strappandola di mano alla signora Natura.

Da quel giorno Scienza e Tecnologia furono sempre più efficienti e accrebbero le loro capacità in modo esponenziale. Riuscivano a portare enormi vassoi, riuscivano a farlo sempre più velocemente. Si stancavano poco, pochissimo, non avevano bisogno né di mangiare né di dormire. Anche se cominciavano a invecchiare, a perdere i capelli e la loro fine bellezza.

Intanto le figlie di Occidente erano cresciute e avevano anche loro a sua volta dei figli che andavano ad occupare sempre più posti nei vari tavoli più o meno disponibili in tutto il ristorante, a volte anche usando la forza.

Ne frattempo il signor Oriente non riusciva più a continuare la sua vita come prima, a mangiarsi il suo pasto in tranquillità e a farsi il suo riposino in santa pace. Notò ben presto che le cose attorno a lui erano cambiate radicalmente e ne dedusse che pure lui, se voleva sopravvivere, doveva cambiare strategia. Allora pensò bene di andare dalla cuoca Natura a protestare energicamente.

“Il signor Occidente ha avuto fino ad ora il servizio delle cameriere tutto per lui. È ingrassato, ha fatto figli. Voglio anche io due cameriere tutte per me”

Allora Natura parlò con Scienza e Tecnologia e le convinse a servire d’ora in avanti anche il signor Oriente. Dal canto loro, Scienza e Tecnologia dovettero triplicare la dose di Petrolio che assumevano quotidianamente. Purtroppo però restavano poche pillole in loro possesso. Sapendo bene la ritrosia di Natura nel dare il suo Petrolio, Scienza e Tecnologia entrarono di notte furtivamente nella cucina e rubarono tutto il Petrolio che riuscirono a trovare nascosto nei cassetti.

Il giorno dopo, quando Natura se ne avvide si disperò, ma oramai sapeva che era troppo tardi per fermare Scienza e Tecnologia, e che probabilmente nessuno le avrebbe potute riportare alla ragione. Forse soltanto quando avrebbero esaurito completamente le pillole di Petrolio.

Da allora Occidente e Oriente ingrassarono e ingrassarono sempre di più. Il cibo che il ristorante offriva gratuitamente cominciava a scarseggiare e perciò ogni giorno era una dura lotta fino all’ultimo boccone.

Poi arrivò il giorno in cui Scienza e Tecnologia si resero conto di avere a disposizione l’ultima scatola di pillole e di non avere alternative per poter continuare a lavorare a quei ritmi. Perciò ne parlarono con il signor Occidente, colui che gli aveva suggerito l’uso del Petrolio.

“Non vi preoccupate. Troverò un modo per procurarvelo, in abbondanza e a buon prezzo”

Chiesero anche riguardo al loro stipendio, visto che si avvicinava la fine del mese.

“Non vi preoccupate, vi pagherò. Forse con un po’ di ritardo, ma vi pagherò”

In realtà, Occidente sapeva bene, benissimo, che non aveva altre alternative per procurarsi dell’altro Petrolio e che non aveva soldi a sufficienza per pagare gli stipendi di Scienza e Tecnologia. Quella notte, perciò, studiò un piano.

L’indomani, quando restava una sola pillola di Petrolio, un solo giorno alla fine del mese e l’atmosfera si era fatta instabile e tesa, Occidente andò da Oriente e cominciò ad accusarlo del suo comportamento.

“A te non aspettava il servizio delle cameriere eppure te ne sei servito a tuo piacimento, nonostante fossi io a pagare tutto”

“Da quanto mi risulta non hai pagato niente ancora, potremmo fare a metà?”

“Stai zitto!” gridò Occidente, infiammando una situazione già calda “Tu devi pagare tutti questi giorni che hai usufruito del servizio, anzi, visto il tuo comportamento subdolo devi pagare l’intero conto te, tutto e solo te!”

“Mai e poi mai” rispose Oriente con aria minacciosa.

Scienza e Tecnologia corsero ad avvertire Natura della situazione critica che si stava creando.

Natura era però alle prese con ben altro. Non aveva più cibo a sufficienza e non aveva più le forze per farlo crescere perché le pillole di Petrolio avevano contaminato l’intera cucina. Era disperata.

“Ve lo avevo detto di non usare il Petrolio, se non in piccole dosi, adesso è tutto rovinato. Ci vorranno giorni e giorni per risistemare tutto. E non so davvero se le cose potranno ritornare come erano”

“Natura, devi venire di là. Oriente e Occidente rischiano la rissa, devi intervenire tu” avvisarono spaventate Scienza e Tecnologia.

“No, devono risolvere tutto da soli, hanno creato loro i loro problemi”

Intano nella sala, Occidente e Oriente avevano cominciato a picchiarsi di santa ragione. La loro stazza era talmente grossa che ad ogni loro movimento distruggevano una parte del locale. Intervennero anche America e Australia e lo scontro si trasformò in una vera e propria rissa fuori controllo.

Natura sentì le grida e il rumore. Si precipitò in sala gridando dalla disperazione e, mettendosi le mani tra i capelli, rimase per qualche istante ad osservare i suoi clienti distruggere il locale. Poi reagì all’improvviso e con fermezza ed estremo vigore cacciò a pedate tutti quanti dal suo locale, oramai devastato.

Scienza e Tecnologia rimasero in un angolo a guardare tristemente quella scena apocalittica. Natura al centro della grande sala piangeva tra le macerie di quello che era il suo meraviglioso ristorante.

Ne frattempo, in mezzo a tutta quella confusione la signor Africa aveva ancora il suo piattino e aveva appena finito il suo pasto.

“Ho del tempo libero oggi, signora Natura” disse con un timido sorriso “Si alzi, e si faccia coraggio. L’aiuterò io a risistemare il locale”

Natura fu infinitamente grata alla signora Africa e in pochi giorni riuscirono con grandi sforzi e con l’aiuto di Scienza e Tecnologia, che non assumevano più droghe, a riportare il ristorante “Madre Terra” allo splendore e alla meraviglia di un tempo.

http://creazionedivalore.blogspot.it/20 ... iella.html



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 23/11/2015, 13:47 
PLUTARCO - L 'intelligenza degli animali e la giustizia loro dovuta

In un orizzonte storico che vuole dirsi epoca post moderna e che sempre più si configura come ére du vide, stagione narcotica in cui i più disparati modelli e linguaggi coesistono e si sovrappongono senza parlarsi, azzerandosi reciprocamente nel brusio di un onnivoro spettacolo massmediatico, per chi è più forte delle parvenze catodiche che cancellano ogni dimensione autenticamente interrogante e viatoria, assai preziosi si fanno i superstiti spazi sottratti all'inquinamento dell'effimero, quasi riserve dello spirito in cui siano ancora possibili percorsi d'anima che, riconnettendoci alle nostre prime profonde radici, ci permettono dì ritrovare il senso stesso della nostra presenza nell'oggi, del nostro essere in rivolta contro la morte.

Una di queste riserve sono gli scritti di Plutarco sul inondo animale; scritti sepolti, chiusi nel dimenticatoio. Sarebbe interessante far conoscere al lettore i perché di questo lungo, forzato oblio, ma non è questa l'occasione

Ho curato la prima edizione critica e organica degli scritti sugli animali di Plutarco non solo per recuperare Testi antichi di venti secoli, ma perché quei Testi costituiscono un buon fondamento, o se sì vuole, una buona tappa, un buon ancoraggio nel nostro navigare in questo plumbeo presente.

Credo con Plutarco che la filosofia abbia il compito di prendersi cura dell'umanità; che la pietà sia aurora della conoscenza e insieme porta dello giustizia. La giustizia non ha altre entrate.

Ha scritto di lui Montaigne: "È bastato clic vi gettassi uno sguardo perché mi crescesse una gamba o un'ala". Tempo fa cercavo un pensatore che potesse costituire una chiara indicazione utile al dibattito tra chi vuole davvero che la vita cambi (non per la chatterng class, la classe delle chiacchiere, il grande Circo Barnum degli ìntellettuali-in-servizio-permanente-effettivo), esca dal labirinto di sangue tappezzato di giustificazioni false, fatto di mattatoi e guerre. Affrontando seriamente lo studio del passato si conoscono compagni di secoli passati come amici, si scoprono scritti che non perdono mai la loro fertilità e il loro fascino, scritti che è bene possano percorrere la terra come un vento.

Delle superstiti Opere di Plutarco, tre costituiscono la prima alta difesa degli animali giuntaci, pressoché integra, dal mondo antico: Del mangiar carne, Le bestie sono logiche, L'intelligenza degli animali. Ho raccolto per la prima volta organicamente queste tre Opere straordinarie, insieme ad un altro importante scritto di Plutarco sul tema della giustizia verso gli animali. Ho ricostruito il rapporto uomo-animale nel mondo antico chiarito il profondo significato filosofico della protesta di Plutarco e la viva attualità del suo appello, pensando di aiutare ogni movimento che lotta per l'ingentilimento del mondo. Anche la riflessione filosofica può aiutare a dissolvere la funerea barbarie, cancellare l'acefalo strapotere dell'esistente contro gli animali, gli uomini, la terra stessa. Vorrei che questa fatica fosse adeguatamente compresa.

Scrive Plutarco:

'Quando si vede un gran numero di uomini, vuoti d'intelletto e di ragione, e un numero ancora più grande superare in crudeltà, collera e avidità le più terribili bestie feroci tiranni assassini dei loro figli o dei loro genitori, esecutori di basse opere dì re, non è follia pensare che abbiamo dei doveri di giustizia verso questa gente, mentre non ne avremmo alcuno verso il bue da lavoro, il cane familiare, le pecore che ci danno il latte per nutrirci, la lana per venirci? Tutto c'o non è contrario alla ragione?

Plutarco è un tenace difensore dell'intelligenza degli animali nella stessa epoca in cui vissuto il Cristo. Egli afferma che tutta la vita intelligente per sua intrinseca natura: "Non vi può essere sensazione senza intelligenza. Se è vero che la natura ha posto in noi l'intendimento. come condizione necessaria della sensazione, non può esistere un essere capace di sentire, che non abbia nello stesso tempo la facoltà dì comprendere".

Per Plutarco intelligenza e conoscenza sono intrinsecamente, strutturalmente necessarie al vivente; esso infatti, senza intelligenza e conoscenza, non può neppure sopravvivere o semplicemente accorgersi di se stesso, riconoscersi nelle sue possibilità. Intelligenza e conoscenza costituiscono una sorta di costrizione biologica essenziale in ogni essere vivente. Contro quelli che negavano tutto questo, come gli Stoici, Plutarco usa toni aspri.

'Bisogna essere gente alquanto stupida per affermare che gli animali non provano né piacere né collera né paura, che ignorano sia l'anticipazione che il ricordo: seconda costoro, tutto accade come se l' ape avesse memoria, come se il leone diventasse collerico, come se la cerva avesse paura. Cosa risponderebbero se dicessimo a questa gente che non vedono e non intendono niente, ma che tutto avviene come se essi vedessero e intendessero, come se gridassero, come se, infine, vivessero, mentre di fatto sono morti?".

Dura e magnifica contestazione ante litteram di Descartes e del pio Malebranche che, sedici secoli dopo nella sua ponderosa quanto povera Recherche de la Vérité giunge a fare, sulla scorta dei santi Padri e della scienza cartesiana, una straordinaria scoperta: "Gli animali mangiano senza piacere, gridano senza dolore, crescono senza saperlo, non desiderano niente, non temono niente, non conoscono niente".

Plutarco scrive che il togliere la ragione, la memoria, il sentimento agli animali è funzionale alla riduzione di questi ultimi a cose, a strumenti creati dalla natura o da dio per l'uomo. Quanti degli argomenti che non riconoscono che la vita è vita che vuole vivere non sono tratti dal pensiero, ma dalle cucine e dalle cantine! Scrive Plutarco:

"Io mi chiedo stupito con quale sentimento, con quale stato d 'animo o in base a quale ragionamento il primo uomo abbia toccato con la bocca ciò che era frutto di un assassinio, abbia accostato alle labbra la carne di un animale morto e, poste dinanzi a sé tavole di corpi morti e corrotti, abbia chiamato pietanze e nutrimento quelle partì che poco prima muggivano, emettevano voci, si muovevano, vedevano il mondo. Come riuscì la sua vista a sopportare l'uccisione dì animali sgozzati, scorticati, fatti a pezzi, come il suo olfatto tollerò le esalazioni, come la contaminazione non dissuase il palato, quando egli toccò piaghe di altri esseri ricevendo umori e sieri putrefatti di ferite mortali?".

A quanti affermano che l'estensione della giustizia agli animali rende degradata la vita umana, Plutarco risponde che è piuttosto il mancato riconoscimento del loro diritto alla vita e alla giustizia a degradarla.

"Perché pensiamo di avere obblighi di giustizia verso uomini brutali e volgari, mentre non ne avremmo verso il bue da lavoro, il cane che ci aiuta a portare gli animali al pascolo, le pecore che ci danno il latte e la lana per nutrirci e vestirci ?".

Marguerite Yourcenar sembra ricordare proprio questo passo di Plutarco quando scrive:

"Se non avessimo accettato, nei corso delle generazioni, di veder soffocare gli animali nei vagoni-bestiame, o spezzarvisi le zampe, come succede a tante mucche e cavalli mandati al mattatoio in condizioni assolutamente infernali, nessuno, neppure i soldati addetti alla scorta, avrebbe sopportato i vagoni piombati degli anni 1940- 1945".

Con ciò il senso del recupero di Plutarco (e di altri) è palesato: legare con qualche spiga splendente il covone della memoria, della pietà, della giustizia; trasformare le rovine archeologiche in giardini, i frammenti e i Testi dimenticati dei filosofi in fiori di struggente bellezza. Che resti solo il passato che dà speranza.

http://www.veganyoucan.com/plutarco.html



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 25/11/2015, 09:38 
Abbiamo trasformato un "giardino" (l'eden) in una discarica tossica e velenosa dove non c'è spazio per l'amore e per la natura.

Già una volta ci costò la fine... ma non abbiamo imparato la lezione.

http://www.lifegate.it/persone/news/bra ... ge-loceano

Laddove il business e il mercato dominano su tutto il resto si generano mostri a cui stiamo sacrificando la parte più buona di noi...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11 ... o/2248345/



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 

Stellare
Stellare

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 12044
Iscritto il: 05/02/2012, 12:22
Località: Milano
 Oggetto del messaggio: Re: Arcadia
MessaggioInviato: 12/12/2015, 12:50 
Immagine

Questa è l'immagine di una donna che raccoglie il miele ritrovata alla Cueva de la Arana, vicino a Bicorp, in Spagna che risale presumibilmente a più di 5000 anni fa, alcuni ritengono addirittura a 10000 anni fa.

Sito Cro-Magnon oltretutto, e voi sapete cosa penso di Cro-Magnon e Neanderthal...

Prima che i Kurgan arrivassero a rompere i maroni alle società gilaniche.

Ovvero quando l'età dell'oro esisteva ancora.

http://www.apicolturavirgilio.com/il-mi ... toria.html

Non sono solito anticipare gli argomenti delle puntate del podcast, ma se siete interessati a saperne qualcosa di più di come la vedo io vi suggerisco di attendere la pubblicazione della prossima puntata, la 39, non ancora uscita. Nel frattempo... cosa ne pensate?



_________________
Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 67 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 19/04/2024, 06:08
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org